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Autore: FairyCleo    26/07/2016    5 recensioni
“Vedo che la signora ha buon gusto…” – aveva detto il commerciante, avvicinandosi maggiormente a lei.
“Come?” – Bulma era trasalita, persa com’era nei suoi pensieri – “Ah, sì… Certo”.
Sollevando il capo, aveva avuto modo di osservare meglio l’uomo che aveva davanti. Era uno strano figuro, alto, dinoccolato ed estremamente magro, con la pelle color dell’ebano, la testa pelata e un singolare pizzetto azzurro che terminava in un ricciolo accuratamente acconciato che gli dava un’aria del tutto singolare. Persino la voce di quell'uomo era bizzarra, così come i suoi occhi gialli con le iridi allungate simili a quelle dei gatti. La cosa veramente strana, però, era che lei non lo avesse notato sin dall’inizio. Era come se fosse sbucato dal nulla, ma non era il caso di fare tanto la sospettosa e di farsi tutti quei problemi per un semplice mercante, no?
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Un regalo di troppo

 
“Per favore, Goku, ti prego! Cerca di stare seduto composto! E non ingozzarti come un essere privo di un minimo di educazione! Non voglio fare brutta figura in un posto del genere! Almeno per una volta nella tua vita comportati da persona civile!”.
Chichi aveva impartito al marito una serie di norme da seguire nel corso della serata durante tutto il tragitto dalla Capsule Corporation al lussuoso ristorante, cercando di evitare quello che soleva avvenire ogni volta che capitava loro di mangiare fuori casa. Non ce la faceva proprio a non essere in ansia. Quando si tratta di cibo, Goku non era proprio in grado di darsi un minimo di contegno, e la mora non voleva trovarsi a fine serata con vestiti da smacchiare e il volto imporporato per la vergogna.
“Ingozzarsi non significa gustare” – aveva cercato di spiegargli almeno un milione di volte – “Quindi ti prego: prendi bocconi piccoli, mastica, e non fare rumore quando ingoi”.
Ma era certa che non la avrebbe ascoltata. O meglio, in un primo momento avrebbe provato a seguire i consigli – per altro non richiesti – della moglie, ma poi sarebbe tornato tutto esattamente com’era. Eppure, rassegnarsi non era nell’indole della mora, e avrebbe fatto tutto quello che era in suo potere per correggere la primitività del marito. Di rimando, Bulma non sembrava per niente preoccupata. Vegeta era un saiyan, ed esattamente come Goku non si poneva problemi simili, ingurgitando rumorosamente quintali di cibo senza badare agli sguardi sconcertati di chi si trovava accanto a lui. Forse, Bulma aveva provveduto a fare le dovute raccomandazioni al marito prima di uscire da casa, ma l’ansia la stava divorando, impedendole di non pensare alla tremenda figura che avrebbero fatto di lì a breve.
Eppure, al contrario di ogni possibile elucubrazione, non solo Vegeta aveva conversato brevemente con il maître di sala mostrandosi più cordiale di quanto avrebbe mai potuto anche solo lontanamente pensare, ma aveva anche spostato la sedia a sua moglie per farla accomodare e aveva steso il tovagliolo sulle gambe, rimanendo seduto dritto e composto per tutta la sera. Aveva scelto il vino, consigliato a Goku di prendere la specialità dello chef, il filet mignon, e aveva sorriso a ogni battuta della moglie, portando Chichi a credere che a un certo punto l’avrebbe persino invitata a ballare, essendo presente in sala un quartetto d’archi e una pista da ballo di notevoli dimensioni. Ovviamente, questo non era avvenuto, ma l’idea che Vegeta potesse avere un lato così diplomatico e un altro addirittura romantico l’aveva spiazzata.
Goku non si era comportato così male come aveva temuto, alla fine. Certo, era riuscito a macchiarsi la camicia, ma lo aveva fatto nello sforzo di imitare il suo amico e principe. Era certa di aver visto suo marito sudare nell’istante in cui un boccone di filet mignon era scappato dalle sue fauci finendo prima sulla camicia e poi sui pantaloni, e Chichi non aveva potuto non sentirsi un po’ in colpa per le sue continue ramanzine. Forse, dopotutto, aveva davvero esagerato. Tutta quella situazione aveva messo profondamente Goku a disagio, impedendogli di godersi pienamente la serata. Forse, sarebbe stato meglio se avessero mangiato una pizza in un locale meno impegnativo. Anche i ragazzi si erano sentiti ingessati, e questo le aveva fatto venire mille scrupoli: sapeva che Bulma aveva scelto quel ristorante proprio per esaudire un suo desiderio, ma quella scelta, forse, aveva penalizzato tutti gli altri. A ben vedere, anche se erano partiti per accontentare principalmente Goten, per tutta la settimana avevano tutti fatto quello che lei aveva voluto senza lamentarsi, cosa non propriamente nella norma, obiettivamente. Goku e i suoi figli erano soliti lagnarsi per ogni cosa che lei pensava o metteva in atto, ma, in quei giorni, l’avevano seguita per negozi, portata al cinema e al teatro, l’avevano accompagnata in svariati saloni di bellezza senza neanche battere ciglio, e ora questo: una cena in un posto lussuosissimo che aveva solo potuto vedere sulle riviste. Se il suo sesto senso non la stava ingannando, c’era sotto qualcosa. Ma cosa?
“Chichi, cara, mi accompagneresti un istante alla toilette? Devo rinfrescarmi un istante…” – le aveva chiesto Bulma, e lei l’aveva seguita, dandosi della sciocca per l’ennesima volta. Le sue erano delle paranoie a dir poco inutili.
Rimasti soli, mariti e figli avevano avuto modo di rilassarsi un attimo, tirando un enorme respiro di sollievo.
“Urca! Conosco fin troppo bene mia moglie. Comincia a sospettare qualcosa!”.
“Tsk! Certo che sospetta! Lei è dotata di cervello! Non è mica come te che sei un idiota! Per fortuna sei riuscito a fare danni anche questa volta, no?” – aveva risposto bruscamente Vegeta, riferendosi alla macchia che Goku si era procurato con tanta maestria.
“Dai Vegeta, non essere così duro con lui… In fondo, papà sta facendo del suo meglio…” – aveva provato a difenderlo Gohan.
“Tsk! Ammetto che sia stato meno disastroso del solito! Ma mi chiedo perché sia ancora qui invece di essere andato a prendere lui sa cosa. Quanto tempo pensi possa metterci Bulma per fare ciò che deve? Saranno di nuovo qui a breve!”.
“URCA! Vegeta, hai ragione! Che farei senza di te? Vado subito!” – e si era posato due dita sulla fronte.
“Sì, ma non…” – troppo tardi. Prima che Vegeta potesse fargli notare che quello non era il luogo ideale per teletrasportarsi, Goku si era smaterializzato davanti ai camerieri e ai commensali lì presenti, provocando un istante di assoluto panico.
“Tsk… Razza di idiota!” – aveva commentato Vegeta, guardandosi attorno.
“Oh papà!” – avevano detto all’unisono Gohan e Goten.
Trunks si era limitato a ridere. Il bello non era tanto la reazione dei presenti dovuta alla sparizione di Goku, ma alla reazione di quando sarebbe riapparso. Qualcosa gli faceva pensare che sarebbero scappati tutti a gambe levate.
Infatti, esattamente un attimo dopo, Goku era riapparso con in mano una piccola confezione e un enorme mazzo di rose rosse, e un’espressione in viso che tradiva agitazione e un pizzico di paura.
“Mamma che paura! Non trovavo il regalo! Per un attimo ho creduto di averlo perso nel nasconderlo!”.
Ovviamente, non si era accorto dello sguardo assassino che gli aveva rivolto il principe dei saiyan, né delle espressioni di rimprovero dipinte sui visi di Goten e di Trunks.
“Tsk… Razza di cretino!”.
“Ma che succede?” – si era chiesto, ignaro di aver scatenato il panico.
“Sì…” – la voce di Gohan proveniva dalla saletta accanto – “Sì, mio padre è un famoso illusionista e ha eseguito quel trucco solo per far divertire mio fratello e il suo amico. Non c’è niente di cui aver paura. Forse avremmo dovuto avvertirvi, me ne scuso. Sono a dir poco mortificato… La prego di perdonarci… Come dice? Un suo spettacolo in città? Potrebbe essere… Voglio dire, ancora non ne abbiamo parlato ma di certo sarà il primo ad avere i biglietti. La ringrazio e mi scusi ancora… Buona serata”.
“Ma con chi parlavi?” – aveva chiesto Goku al figlio mentre tornava verso il tavolo.
“Con il direttore del ristorante. Aveva chiamato al telefono per sincerarsi della misteriosa sparizione di un cliente e il maître mi ha permesso di dargli delle spiegazioni. Ora, sono figlio del più grande illusionista della storia” – aveva berciato, ricordandogli molto Vegeta.
“Tsk! Tuo figlio comincia a imparare, finalmente!” – aveva commentato il principe dei saiyan, scuotendo la testa e incrociando le braccia al petto.
“Urca! Non ci avevo pensato, in effetti! Ma… Un illusionista hai detto?”.
“Sì, papà. Gli dovrai uno spettacolo! Ma prima, cerca di non fare altri danni prima dell’arrivo della mamma”.
“Oh papà, Gohan ha ragione. Ti prego, sii cauto!”.
Non era mai stato così agitato in vita sua. Neanche il giorno delle nozze si era sentito in quel modo. Neanche prima di una battaglia. Era tutto nuovo per lui, e per la prima volta in vita sua aveva davvero paura di sbagliare.
“Dite che le piacerà?”.
“Tsk! Certo che le piacerà, Kaharot. Sempre se non farai ancora l’idiota! Ora, mettiti seduto e non fare più niente di avventato. Stanno tornando” – e aveva fatto un gesto al cameriere che era sparito dietro la porta della cucina, pronto a ritornare al momento più opportuno.
“Ci voleva proprio!” – aveva commentato Bulma, sorridendo – “Una donna deve darsi una rinfrescata al trucco di tanto in tanto, no?”.
“Certo!” – aveva detto Chichi, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio – “Solo che ora ha voglia di dolce… Cosa mi consigli di ordinare, Bulma?”.
“Hanno già pensato al dolce per noi, cara!” – aveva detto – “E sono certa che ti piacerà tantissimo”.
Non si era accorta di quello che l’aspettava al tavolo finché non si era trovata lì davanti. La splendida tavola rotonda apparecchiata a dovere era passata a essere da attrattiva principale a puro contorno di quello che stava accadendo, perché suo marito, il suo Goku, la stava aspettando in piedi, stringendo tra le mani un enorme fascio di rose rosse e portando negli occhi la luce di un sentimento ancora inespresso.
“Ma cosa… Cosa sta succedendo?”.
Ancora prima che finisse di pronunciare quella domanda, i musicisti avevano iniziato a suonare quella che era stata la loro canzone nel giorno delle nozze e Goku, un Goku profondamente emozionato, si era avvicinato a lei, porgendole i fiori sotto lo sguardo partecipe dei presenti.
“Chi-Chichi” – aveva iniziato a balbettare lui – “Io… Ecco… Questi sono, sono per te…” – e le aveva praticamente buttato i fiori addosso, impacciato e teso come non mai.
“Giuro che ora lo ammazzo…” – aveva sussurrato Vegeta, coprendosi gli occhi con una mano.
“Bu-Bu-Buon… BUON ANNIVERSARIO TESORO!”.
E, oltre al mazzo di fiori, le aveva dato un fugace bacio sulla fronte, arrossendo.
Goku, l’uomo che correva nudo davanti a tutti, che mangiava ingozzandosi senza badare a chi aveva attorno, che non aveva senso del pudore né peli sulla lingua e che era puro e ingenuo come un bambino, era arrossito. Non riusciva a crederci nessuno, neanche lo stesso Goku.
“Urca! Ce l’ho fatta! Hai visto Vegeta che non sono il testone che credevi?”.
E, proprio quelle parole, seguite alla reazione di un principe dei saiyan che stava per strozzarsi con la sua stessa saliva, avevano riportato tutto su un piano più naturale e conosciuto. Perché Goku, nonostante tutto, rimaneva sempre Goku, anche se indossava un abito elegante e regalava fiori alla moglie.
Chichi non aveva proferito parola, troppo commossa per fare qualsiasi cosa. Suo marito, il testone distratto che non ricordava neanche quando fossero nati i figli, aveva ricordato la data del loro matrimonio. La cosa bizzarra era che, dopo tutti quegli anni di delusione, era stata lei a non badare più a certe ricorrenze per non soffrire senza motivo. E invece, ecco che l’aveva completamente sorpresa, portandole i fiori e chiedendo di suonare la loro canzone.
“Vieni a sederti, cara…” – l’aveva  invitata Bulma, sorridendo teneramente – “Non vorrei che tu svenissi!”.
Anche perché, non era il momento più adatto per svenire. La serata era appena iniziata, e Bulma voleva che fosse indimenticabile.
E lo era stata. Dopo un momento di shock iniziale, Chichi aveva baciato suo marito per ringraziarlo, rimproverando tutti bonariamente per averla presa in giro, soprattutto Bulma, che l’aveva condotta in bagno con l’inganno. A fine serata, dopo aver mangiato anche un ottimo dolce, aveva scoperto che era stato suo marito a pagare la cena a tutti. Goku aveva lavorato tutti i giorni in una palestra in centro per mettere da parte i soldi, mentendole spudoratamente nel dire che usciva per allenarsi con Vegeta. Pensare che lei si arrabbiava quotidianamente perché pensava che perdesse tempo, quando invece suo marito stava lavorando sodo per lei.
Era stata la serata perfetta. Non l’avrebbe dimenticata neppure tra un milione di anni. Ora ne aveva la prova. Amava Goku e lui amava lei. Niente e nessuno avrebbe potuto separarli, neppure la morte.
“Tesoro” – le aveva detto lui, sorridente e felice come non mai – “C’è una cosa che vorrei darti”.
“Un’altra cosa?” – stentava davvero a crederci. Cos’altro aveva pensato per lei il suo Goku?
“Ecco…” – e le aveva consegnato una scatolina a dir poco inequivocabile – “Spero che ti piaccia”.
“Tesoro…” – stava per ricominciare a piangere, ma non voleva fare le cose prima del tempo e non voleva rovinarsi il trucco. Quello sarebbe venuto dopo.
“Dai mammina, aprilo!” – l’aveva esortata Goten.
“Sì mamma! Sono davvero curioso!”.
Erano tutti in attesa. Goku aveva voluto scegliere da solo il regalo da fare a sua moglie ed erano tutti impazienti di scoprire cosa avesse scelto.
Chichi aveva il cuore in gola. Non aveva mai ricevuto regali del genere, non aveva mai trascorso una serata come quella. Ma ecco che, dopo aver sciolto il fiocco che sigillava la scatolina di velluto e averla aperta, la sua espressione era improvvisamente mutata.
“Chichi…” – Goku era preoccupato – “Che c’è? Non ti piace?”.
“Sì, Chichi… Tutto bene?” – Bulma non riusciva a capire.
“Io… Io…”.
Non capivano. Cosa poteva essere andato storto? Goku era oltremodo agitato. Aveva comprato quel regalo convinto che sua moglie avrebbe molto più che gradito. Che cosa la turbava tanto?
“Amore mio, è bellissimo, grazie mille”.
“Urca! Meno male!” – aveva tirato un respiro di sollievo mentre guardava sua moglie togliere l’anello che le aveva regalato dalla scatolina blu.
“È perfetto!” – aveva esclamato mentre lo infilava al dito – “Hai indovinato persino la misura! Grazie Goku, grazie di cuore!”.
Aveva fatto colpo. Non ci poteva credere. Per la prima volta in vita sua, sua moglie era pienamente soddisfatta di lui. Quasi stentava a crederci. E i suoi amici, compreso quel burbero di Vegeta, erano fieri di lui. Non li avrebbe mai ringraziati abbastanza per averlo aiutato a rendere felice la sua Chichi.
“Questo è uno dei giorni più belli della mia vita!” – aveva abbracciato suo marito così forte che avrebbe potuto stritolarlo, se non si fosse trattato del più potente saiyan mai nato. Il saiyan più forte e gentile della storia.
“E grazie anche a voi! Siete stati proprio bravi a non farmi capire niente… Bulma, amica mia, sei davvero unica!”.
“Non guardare me! Non ho fatto niente! È tutto merito di Goku!”.
“Ho accanto a me proprio il marito dell’anno, a quanto sembra! Serata perfetta, fiori perfetti, regali perfetti. Senti che profumo… Sono così freschi e… E questo cos’è?”.
“Questo cosa, tesoro?”.
“Questo!” – e, nel dirlo, aveva tirato fuori qualcosa dal mazzo di fiori, qualcosa che qualcuno, lì, aveva già avuto modo di vedere.
“Non è… Non è possibile…” – Vegeta era esterrefatto.
Goku non capiva – “Questo non… Non ce l’ho messo io… Urca! Ma da dove è sbucato?” – aveva detto, allungandosi nel tentativo di prenderlo dalle mani di sua moglie. Cosa ci facesse lì, non ne aveva idea. Sapeva solo che non doveva trovarsi lì e qualsiasi cosa ci facesse, poteva essere un problema.
“Ma quello… Quello è il medaglione che ti ha regalato la mamma!” – aveva esclamato Trunks, rivolgendosi a suo padre.
Non c’erano dubbi. La forma era quella, il disegno era quello, il materiale era quello. Ma come poteva trovarsi lì? Non aveva senso. Non aveva alcun senso.
“Io non capisco…” – Bulma non era stata in grado di negare un po’ di risentimento… Cosa ci faceva lì il regalo che aveva fatto a suo marito?
Tra i presenti era calato il silenzio. Un silenzio profondamente imbarazzante.
“Bulma…” – Vegeta non sapeva cosa dire esattamente, ma sentiva il disagio di sua moglie.
“Va tutto bene…” – aveva detto lei – “Sarà caduto lì quando Goku ha nascosto i fiori…” – era l’unica spiegazione che fosse riuscita a darsi – “Ora, che ne dite di andare a casa?”.
“Sì…” – Vegeta si era alzato di scatto. Una goccia di sudore gli imperlava la fronte – “Andiamo via”.
“Aspetta... Credo che questo debba tenerlo tu” – e gli aveva dato il medaglione.
Ma, nello stesso istante in cui le dita di entrambi i saiyan si erano trovate su di esso, nell’istante in cui entrambi lo avevano sfiorato, era accaduto qualcosa che nessuno avrebbe potuto spiegarsi neanche volendo Perché, in quello stesso istante, un fiotto di energia inimmaginabile li aveva investiti in pieno, inondando i presenti e tutto quello che li circondava di una luce mai vista prima di allora, una luce così bianca da far male agli occhi, una luce che aveva fatto sparire ogni cosa, inghiottendola senza possibilità di appello. Non avevano avuto il tempo di gridare. Non avevano avuto il tempo di capire e reagire. Erano solo scomparsi, così come era scomparso tutto quello che avevano attorno, lasciando dietro di sé il nulla. Eppure, una cosa era rimasta, nel mezzo di quello spettrale candore. L’unica cosa che era rimasta, erano i pezzi del medaglione che, probabilmente, Bulma non avrebbe mai dovuto regalare al suo Vegeta.
Continua…
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Ok, sono di nuovo in ritardo. Ma basta aggiornare, no? (Cleo fa finta di niente invece di scusarsi).
Ed ecco che il medaglione comincia a fare danni, ma danni seri. E durante una serata più unica che rara! Era stato tutto più che perfetto… Ora… Ora… Bè, non posso proprio dire altro! XD Presto scoprirete cosa accadrà!
Un bacino
Cleo
   
 
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