Crossover
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Autore: S05lj    26/07/2016    3 recensioni
Un grande classico, l'Iliade, molto rivisto e rivisitato da alcuni dei personaggi più famosi di anime/manga, telefilm e film.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Fuori dalle mura di Troia…
Raul con i suoi uomini si stava preparando al prossimo combattimento contro Saruman e i suoi, senza tuttavia l’appoggio dei Jedi, che, solidari con Obi Wan, volevano rimanere tutti per uno e uno per tutti. Quando eccoti che ti arrivano dei tizi in toga e si avvicinano a Leonida.
-Leonida, non puoi andare in battaglia, c’ è di mezzo il carnevale e gli Dei si adireranno se non rispetti le tradizioni. -
-Porci corrotti! Questa è Spartaaaaa!!!! - Ringhiò Leonida.
-E chi ve lo ha detto? Quella ragazza mezza nuda che balla sotto l’effetto di droghe? - Chiese Raul.
-No… noi non andiamo in discoteca. - Rispose uno di quelli. -Comunque Leonida, non puoi offendere gli Dei, è la tradizione, la tradizione è importante. -
-Troverò un modo, perché questa è Spartaaaa!!!!!. -
Dieci minuti dopo Raul stava scuotendo la testa esasperato.
-No… questo è troppo… così distruggi un mito… -
Davanti a lui c’era Leonida vestito da Arlecchino, dietro di lui il capitano vestito da Pantalone, e dietro ancora tutti i soldati spartani vestiti con costumi da carnevale.
-Se onoriamo gli Dei combattendo va bene lo stesso vero? Visto che siamo a Spartaaaa! - Chiese Leonida.
-Fai come ti pare… la pelle è tua. - E così dicendo i 3 tizi in toga se ne andarono.
-Ascolta… te non puoi venire in battaglia così. - Gli fece notare anche Toki.
-Perché no? -
-Ma andiamo! E’ una pazzia! E’ una follia! -
-Follia…? QUESTA E’ SPARTAAAAA!!!!! -
Gli uomini di Eddard rimasero sconvolti ad osservare i 300 vestiti da carnevale passare in mezzo a loro. Tsunade a capo del suo villaggio si voltò verso Ino, di fianco a lei.
-Ma li vedi anche tu, come li vedo io? -
-Si… -
-Forse è arrivato il momento di smetterla di farsi le canne. -

Nell’Olimpo…
Nettuno aveva capito che tutto sommato non poteva permettere ad Atena di fare quello che gli pareva, in fin dei conti i Troiani erano suoi fedeli sudditi. Decise dunque di rinchiudere Atena in una stanza che poi cominciò a riempire d’acqua. Le sue intenzioni erano onorevoli… lui voleva solo offrirle un bagno, visto che era da tempo immemore che non la vedeva lavarsi un pochino. I suoi cavalieri, subito si adoperarono per andarla a salvare, buttandosi dai dirupi, compiangendo la mamma morta, accecandosi, o facendosi collassare il cuore, prostituendosi con i cavalieri di Nettuno, o nel caso si chiamassero Ikki della Fenice, farsi massacrare di botte nell’attesa che qualcun altro prendesse un’armatura più figa e più bella della sua con tutti gli accessori incorporati, e armi di ultima generazione.
Nettuno poi... ignaro dei cavalieri di Atena che stavano vandalizzando le sue bellissime strutture architettoniche, si mise a guardare la partita Troiani - Greci in compagnia dei fratelli.

A Troia…
Raul e i suoi non ebbero vita facile, in verità dovettero rendersi conto, che tutto sommato, i Jedi erano utili. Quanto meno facevano numero. E gli spettacoli psichedelici delle spade laser erano divertenti. A complicare la situazione, oltre agli spartani in costume da carnevale, ci si misero anche l’arrivo di altri alleati per i Troiani. Ed ecco che Serse, in tutto il suo splendore, apparve come una diva di Holliwood, in mezzo alla guerra, indossando un costume rubato probabilmente a Lady Gaga. E così 100 nazioni dell’Impero Persiano piombarono su di loro.
La situazione si faceva sempre più complicata.
Quando si presentarono gli Immortali, Raul dovette correre ai ripari. Sfoderò l’arma segreta contro gli Immortali, ovvero Higlander.
-NE RIMARRA’ SOLTANTO UNOOOO!!!! - Gridò lanciandosi nella mischia. Ovviamente venne decapitato al primo colpo, e subito un bimbetto biondo sgattaiolò tra la folla, prese la testa mozzata e corse a giocarci in camera sua.
Fu così che la seconda battaglia, venne vinta dai Troiani, che tutti contenti si ritirarono dentro le mura facendo i gagliardi, e lasciando Raul e i suoi, lividi e doloranti.

-Non possiamo andare avanti così! - Raul era furioso, quel biondino di Souther lo aveva vinto un’altra volta. -Io non ci sto a fare la figura del fesso! -
-Anche perché sarebbe troppo semplice. - Disse flemmatico Toki, seduto vicino a lui. Constatazione che gli costò un’occhiata omicida da parte del Grande Re di Hokuto.
-Inoltre stanno costringendo Jagger a costruire una statua in memoria della nostra sconfitta. - Fece notare Ken, mentre i generali di Nanto frustavano Jagger per fargli costruire la statua. Ma non era tanto il costruire la statua che dava fastidio, quanto il fatto che Shin aveva voluto mettere la musica truzza a palla e ora si esibiva in quello che lui chiamava ballo, ma che Piero Angela aveva classificato come: “la danza che fanno i babbuini per comunicare che quel determinato frutto fa venire l’infiammazione al deretano”. Come se non bastasse la già irritante musica di Shin, ecco che oltre al suono, ci si era messo anche Yuda, pretendendo che Jagger costruisse la statua in tanga e quello era proprio uno spettacolo indecente.
-Ma cosa possiamo fare? - Chiese Tsunade. -Abbiamo perso così tanti uomini in queste ultime battaglie… senza contare che non sappiamo quanti altri alleati gli devono arrivare… presto ci ritroveremo anche in inferiorità numerica. -
-QUESTA E’ SPARTAAAA! - Anche Leonida aveva voluto dire la sua.
-Senza contare che adesso che abbiamo combattuto senza Jedi, e abbiamo perso, quei pervertiti in accappatoio se la tireranno da far paura. -
-Non mi importa Eddard! Morirei piuttosto di tornare a chiedergli di combattere ancora con noi. - Raul sembrava furioso. -Insomma! Hanno cercato di ingropparsi mio fratello mentre dormiva. Non pretenderanno mica che sia io a chiedergli scusa! -
-Ci sarebbe in verità un modo per farli tornare a combattere senza dover chiedere necessariamente scusa ad Obi Wan. - Tutti si voltarono verso l’entrata notando Qui Gon Jinn.
-Che ci fai qui? - Chiese Tsunade.
-Io combatterò al vostro fianco nella prossima battaglia, e se la Forza ci assiste, qualche Jedi mi seguirà nell’impresa. -
-La maggior parte di loro rimarranno legati ad Obi Wan. - Gli fece notare Toki. -E poi perché vuoi tradire così il tuo ordine? -
-Perché? Essere etero e vivere al tempio Jedi è un martirio. Non puoi chinarti, non puoi farti la doccia… ma che miseria, non puoi mangiarti neppure un gelato senza ricevere delle avance! E scordati di mangiare banane… io andavo pazzo per le banane… ho dovuto smettere di mangiarle. Per non parlare delle fans… tutte slasher! -
Gli altri lo guardarono con occhi fuori dalle orbite, potevano capire la frustrazione del povero maestro, e l’inspiegabile voglia, non solo di trucidare qualcuno, ma anche di vedere alcuni dei suoi compagni orribilmente mutilati.
-Il problema persiste… anche se tornassero tutti i Jedi, saremmo comunque in inferiorità numerica. -
-Tsunade ha ragione… - Raul si grattò il mento pensieroso. -… ma forse ho la soluzione che fa per noi… - Sorrise osservando i suoi alleati. -In fin dei conti… siamo o non siamo nella battaglia di Troia? -
-Saruman potrebbe aver anticipato questa tua idea. - Gli fece notare Eddard.
-Anche se fosse… non ci daranno fastidio. -
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Le miniere si rivelarono infestate di goblin e troll delle caverne, che solo con il pronto intervento di Legolas che gli piantò una freccia in un occhio, riuscirono a salvarsi, solo per ritrovarsi accerchiati dai goblin.
-Allora ragazzi… se qualcuno ha qualche potere nascosto, è bene che lo tiri fuori adesso. - Disse Gandalf. -No Pipino, quello non è un potere nascosto! - Gridò all’hobbit, che si stava sganciando i pantaloni, e il poveretto tutto mogio si rintanò in mezzo al gruppo.
-Hey… qualcuno mi sta palpando il sedere. - Disse Aragorn.
-Anche a me. - Dissero gli altri all’unisono, poi tutti insieme si voltarono verso Frodo.
-Hey, non sono stato io a cominciare. - Tutti si voltarono verso Sam che sorrise come un ebete.
Dal fondo della galleria apparve una luce rossa, accompagnata da grida terribili e un Balrog delle fiamme si fece avanti menando una frusta per l’aria.
-Presto scappiamo! - Gridò Boromir.
-No! Non possiamo scappare! - Gandalf si voltò verso il Balrog.
-Perché no? -
-Perché è stata una proposta di Boromir. -
Mentre il capitano di Gondor era intento a mandarlo a quel paese, Gandalf si posizionò davanti al mostro infuocato.
-Io… Gandalf il Grigio, per il potere conferitomi, dichiaro, che TU… NON PUOI… PASSARE! - Così dicendo, e sbattendo il bastone sul ponte, quello crolla, trascinando i due negli abissi delle miniere. In quel mentre arrivarono anche i goblin, che decisero di far vedere quanto facessero schifo a tirare con l’arco. Le loro prestazioni facevano talmente pena, che la compagnia decise di andarsene.
Una volta usciti, gli hobbit, caddero a terra piangendo, ma Aragorn, che da piccino mangiava pane e volpe, sapeva bene che quella era una mera scusa per farsi consolare, da chiunque si lasciasse intenerire. Ovvero nessuno tranne Boromir, che sembra, tra l’altro, l’unico veramente umano di quella manica di elementi. Costretti alla marcia da Aragorn che gli frustava se rallentavano, giunsero in un bosco, dove vennero accolti a frecce in culo da degli elfi, che nonostante avessero notato Legolas, ovvero un altro elfo, non volevano assolutamente ospitarli per la notte. Dopo diverse ore di trattativa e la vendita di Legolas come gigolò, alla fine gli elfi accettarono di fargli parlare con la dama bianca, ovvero un’elfa tutta vestita di bianco che riusciva a parlare nella mente, di nome Galadriel.
Infatti mentre parlava con Aragorn diceva cose sconce a Boromir, che lo spaventarono a tal punto, che per paura che la dama bianca, potesse fargli visita la notte, rimase sveglio tutto il tempo, con il risultato che la mattina seguente aveva due occhi pesti che facevano spavento.
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Fuori dalle mura…
Raul stava osservando con aria tronfia la flotta. Centinaia di navi che stavano giungendo dal mare. Al suo fianco tutti i suoi alleati.
-Ah-ha! - Fece Raul ponendosi le mani sui fianchi. -Ora voglio proprio vedere chi vincerà il prossimo scontro. -
-Fratello, frena l’entusiasmo… insomma, hai convocato i personaggi di Troy, mica quelli veri dell’Iliade, o quelli della Torcia. -
-Toki… ma perché devi sempre tarparmi le ali scusa? E poi quelli dell’Iliade e della Torcia, non sono voluti venire, dicono che questa fan fiction è troppo stupida. - Poi abbassò la voce per non farsi sentire dagli altri. -Secondo me sono solo invidiosi, perché nessuno scrive niente su di loro. -
Ecco che i re greci sbarcarono sulla spiaggia di Troia e subito Achille con i suoi Mirmidoni corse a conquistare un castello di sabbia fatto da Sagara, glie lo distrussero e poi tutti fieri lo sfidarono di andare a chiamare i suoi Dei. Sagara piangendo andò a chiamare la mamma, che però si ricordò solo dopo di non avere, e questo lo fece piangere ancora di più.
Dalle navi scesero Agamennone, Menelao, Aiace, Ulisse e altri tizi di cui a nessuno frega niente.
-Ma chi è quel botolo riccioluto che mi si avvicina? - Chiese Raul.
-Come chi è? E’ Agamennone. - Gli disse Toki.
-No… quello se l’è mangiato Agamennone. -
Intuendo la perplessità del fratello Toki lo guardò torvo. -Ma per lo meno lo hai visto il film? -
-Hem… no… avevo letto l’Iliade e credevo che più o meno fossero uguali. -
Toki si allontanò agitando una mano. -Ho capito va… è meglio se diamo subito forfeit. -
-No… ma che dici? Magari sono forti. Abbi fiducia negli standard holliwoodiani. -
Agamennone ridendo tutto fiero di se batté una pacca sulla spalla di Raul. -Vai tranquillo compare, con noi in battaglia vinceremo tutto! - E cominciò a ridere da solo, poi decise che tanto per fare qualcosa di divertente poteva dare fastidio ad Achille, che si stava pavoneggiando davanti alle ragazze, facendogli vedere i muscoli, ed esibendosi in performance da vero culturista.
Menelao e Leonida cominciarono subito a litigare su chi fosse un re migliore per Sparta e ogni tanto Leonida gridava: -QUESTA E’ SPARTAAAA!!!! - E continuarono così per tutto il pomeriggio.
Aiace era andato a fustigarsi per il disonore di essere sceso per ultimo dalla nave e Ulisse, stava ripulendo tutti con il gioco delle 3 carte.
Finalmente a toglierli dall’imbarazzo arrivò Rey. -Noi è da un quarto d’ora che vi si aspetta. Venite a fare la guerra o si rimanda a domani? Che devo anche andare a prendere mia sorella dall’oculista. -
Così si incontrarono fuori dalle mura, ed ecco che subito Raul non si lasciò scappare l’occasione di pavoneggiarsi per i nuovi acquisti.
-Non possiamo perdere! - Disse Raul rivolgendosi alla folla di guerrieri. -Per la miseria uomini! Noi abbiamo un mezzo Dio, uno che solo a guardarlo, mezzo esercito è diventato gay, abbiamo non un guerriero, ma il guerriero per eccellenza! Noi abbiamo Achille! -
-Che dal culo facea le scintille! - Gridò Agammenone attaccando poi a ridere, e facendo ridere anche tutti gli altri.
-Ma tu guarda, te… uno prova a tirarli su di morale con un discorso ispirante e questi… - Appena Raul terminò di brontolare fra se, agitò una mano in maniera poco convinta. -Andate a combattere vai! E che gli Dei ce la mandino buona. -
Ecco che una nuova battaglia ebbe inizio.
All’inizio tutto sembrava andare per il meglio, né Ettore, né Paride, né Elena riuscirono a fermare Achille, gli avevano mandato contro perfino Xena, ma niente, Achille era inarrestabile. Mieteva vittime su vittime, ma poi… ci fu la mossa a sorpresa di Saruman. Le enormi porte della città di Troia si aprirono ancora, ma non per accogliere la ritirata dei suoi uomini, ma bensì per far emergere un orrore ben più tremendo di qualsiasi programma Rai trasmesso in prima serata. Una folla di ragazzine urlanti, scatenate, che brandivano magliette bagnate, fotografie da autografare e tanti altri oggetti si riversarono sul campo di battaglia. Le fangirls piombarono addosso ad Achille, investendo chiunque cercasse di impedirglielo, qualcuna nella confusione si sbagliò e arraffò pure Patroclo, poveraccio. Quando il polverone passò, di Achille e Patroclo, erano rimaste solo le ossa, pure spolpate. L’orrore fu talmente improvviso e tremendo che tutta l’armata di Raul si ritirò agli accampamenti urlando disperati. Anche quella battaglia era stata vinta dai troiani, che tutti contenti rientrarono dentro le mura. Il conteggio delle vittime fu impietoso.
Agamennone era stato ucciso da Kahl Drogo, perché avendogli viste le treccine pensava fosse un guerriero forte, e invece poveraccio, era solo la moda del tempo. Aiace aveva sterminato un gregge di pecore, quando si accorse che la battaglia si teneva da un’altra parte, ormai il danno era fatto e per il disonore si buttò da una scogliera, cercando il suicidio. Purtroppo aveva trattenuto troppo il fiato e si ritrovò in fondo al mare circondato dai Cavalieri dello Zodiaco, che lo scambiarono per Nettuno e decisero dunque di massacrarlo, o nel caso di Shun di Andromeda, di sodomizzarlo un pochino, prima. Aiace, che non fu molto felice della cosa, decise che il suo onore poteva anche aspettare qualche giorno e ridusse i Saints a lattine di Red Bull. Menelao invece era stato gettato in un pozzo da Leonida perché era stufo di sentirlo criticare. Jagger era ancora vivo, ma un’altra volta era stato costretto da Souther a costruire un monumento, da Shin ad ascoltare musica truzza e da Yuda, a fare il tutto in tanga.
Raul era più nero del cappello di un prete ed era praticamente intrattabile, ce l’aveva con tutto e tutti.
Qui Gon si avvicinò ad Ulisse, che stava osservando Jagger che stava costruendo la statua.
-Che fai? - Gli chiese il maestro Jedi.
-Sai qual è il rischio più grande che si può correre passando 11 anni a combattere in una terra straniera in compagnia di soli uomini aitanti, forti e attraenti? -
Fece Ulisse senza staccare gli occhi da Jagger in tanga che sculettava al ritmo del tunz tunz e costruiva la statua. -Più lo guardo e più mi piacciono le donne. - Poi si volse verso il maestro Jedi. -Volevi qualcosa? -
-Un consiglio. Tra tutti quelli che sono arrivati qui questa mattina e hanno detto di chiamarsi come gli eroi dell’Iliade, tu sei il più azzeccato… Come facciamo a terminare questa guerra il prima possibile? -
-Alleiamoci con i troiani e massacriamo Raul e i suoi fratelli. - Qui Gon lo guardò torvo e Ulisse si strinse nelle spalle. -Non mi guardare così… io neppure ci volevo venire. Va bene… perché allora non organizziamo uno scontro tra Ken e Shin? Chi vince prende Julia e tutti si torna a casa. -

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Galadriel ci provò spudoratamente con Frodo, ma essendo lui disperato per la morte di Gandalf, non la cacò manco di striscio, e lei andò a sfogarsi con Gimli, che passava di lì per sbaglio, venne agguantato dall’elfa e trascinato in un anfratto. Credendo che fosse stato Legolas ad agguantarlo, Gimli cominciò a menare fendenti con l’ascia, tagliandole una ciocca di capelli.
Il giorno seguente, in virtù della bella nottata passata con i suoi ospiti, regalò ad ognuno qualcosa. Ad Aragorn, siccome non l’aveva soddisfatta non gli regalò niente,e neppure a Boromir, visto che era stato impegnato tutta la notte a fare la guardia perchè aveva paura di addormentarsi.
  
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