Videogiochi > Life Is Strange
Segui la storia  |       
Autore: LucyaM    26/07/2016    1 recensioni
Ho tra le mani la cosa più potente del mondo e non ho potuto fare niente, perché mai avere un dono per non poterlo poi utilizzare?
Ho provato a stilare un racconto dopo uno dei finali della storia (per essere specifici il primo). Max scopre che non è ancora finita e che il suo diario ha un grande dono.
Tratto dal testo:
Scoppio all'improvviso in lacrime, il dolore mi divora sempre di più fino a farmi singhiozzare come una neonata. Rannicchiata su quel letto, circondata tra le foto, mi sono ritrovata a piangere nel bel mezzo della mia passione più grande, tra le vecchie polaroid che il più principiante dei fotografi mai si prefigge di rovinare.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chloe Price, Max Caulfield, Rachel Amber, Un po' tutti, Warren Graham
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le giornate a Seattle sono un po’ volate, e il diario che avevo dimenticato a scuola, incustodito, mi faceva andare in ansia. Era pur sempre il mio migliore amico, o almeno scrivendo, avrei potuto passare il tempo cercando di riflettere meglio su me stessa.
 
Era strano non sentire Warren. In quella strana settimana rafforzammo molto il nostro rapporto, ci sentivamo spesso. Eppure non sarebbe dovuto essere cambiato così tanto visto che il mio potere non influenza di certo le personalità degli altri. Ricordo quell’incubo odioso in cui parlai con me stessa. Ero circondata dalla gente di Arcadia Bay e sentivo addosso tutto il peso della responsabilità di un supereroe. Sono solo le azioni a cambiare, voglio credere che il loro carattere resti integro.
 
Il ritorno alla Blackwell è stato assolutamente asfissiante. Da un po’ girava la notizia che il corpo della discarica non fosse quello di Rachel. È stato come se dentro noi tutti si fosse attivato un esplosivo. E no, non mi trovo. Indagando tra le realtà in nessuna è stata considerata tale possibilità. Rachel è sparita e Nathan per sbaglio l’ha uccisa, è davvero andata così.
Stare a Seattle era come essere fuori dal mondo, ma quando ho rimesso piede alla Blackwell tutte le aspettative positive che la morte di Chloe avrebbe dovuto portare erano quasi come se frantumate, come la realtà precedente che ho vissuto.
Di nuovo i volantini alla ricerca di Rachel Amber. Voglio capirci di più.
Ho provato a cercare Warren o Kate per farmi spiegare meglio cosa stesse accadendo, o perlomeno farmi dare un signor pizzicotto.
La prima persona che avrei chiamato in questi casi è sicuramente Chloe.
Scorgo il Vortex Club in preda allo scompiglio più totale e, lasciando le valigie giù le scale, subito mi reco da loro con la speranza di capire qualcosa.
“Ma allora quel corpo di chi era?”
“Chissà se c’entra con Jefferson lo stesso! Magari anche questo tipo era un drogato”
“Ma tanto è inutile, Amber è morta lo stesso. Non si sparisce per 6 mesi così”
Dopo diversi commenti, anche infantili, noto che non c’è nessuno che conosca così bene come Warren o Kate. C’è Victoria che ormai ha perso la sua vena di cattiveria e sembra stia trascorrendo la maggior parte del tempo nel vuoto. In fondo non è crudele come si possa pensare, e, ancora una volta, anche se lei non lo ricorda, ho avuto modo di indagare anche sulle sue aspirazioni e le sue azioni. Victoria è una persona che al momento stimo.
Finalmente vedo Warren che si muove in modo furtivo, quasi come se stesse scappando. Correre da lui mi fa capire che dopo Seattle, il mio desiderio più grande fosse davvero rivederlo.
“Ehi, mi spieghi che succede?” un po’ affannata riesco a formulare una domanda di senso compiuto (?)
“C’è che è ritornato il caso Rachel Amber”. Me lo dice senza nemmeno guardarmi negli occhi. Si volta con accenno di volersi allontanare per continuare a camminare.
Lo fermo per un braccio. “Dove vai?”, mi sento così dannatamente triste.
“Max Caulfield, lasciami perdere come hai fatto finora”, non credo Warren mi abbia mai parlato così. Scavo ancora tra le realtà. Si gira e cammina via.
Se ne è davvero andato. Ho provato a inseguirlo ma è svanito così rapidamente davanti ai miei occhi, in più il mio corpo non è in vena né di muoversi né di affaticarsi troppo. Si aspettava che lo chiamassi? Cosa ho fatto stavolta?
Mi sono poi ricordata delle valigie e della mia attrezzatura in fondo alle scale. Sono andata subito a recuperare il tutto.
 
Il dormitorio non è mai stato così silenzioso. Un po’a fatica riesco ad arrivare in stanza- destino crudele che hai voluto mi fosse affidata quella in fondo a destra-, cerco di sistemare i bagagli con i vestiti puliti nell’armadio e mi ricordo immediatamente del diario.
 
Non è nemmeno qui. Troppe cose tutte insieme non riesco decisamente a reggerle e per trascorrere il tempo decido di aggiornare la mia parete di foto con scatti di Chloe del passato o di noi due da bambine-e pensare di esser riuscita in quella settimana a creare così tanti ricordi da non poter custodire. Che rabbia.
Scoppio all’improvviso in lacrime, il dolore mi divora sempre di più fino a farmi singhiozzare come una neonata. Rannicchiata su quel letto, circondata tra le foto, mi sono ritrovata a piangere nel bel mezzo della mia passione più grande, tra le vecchie polaroid che il più principiante dei fotografi mai si prefigge di rovinare.
 
Dove sei, Chloe? Sono qui di nuovo, nel mezzo della mia solitudine.
Voglio riprendermi: accappatoio e si corre in doccia, è inutile rimuginare. Potrei creare dei volantini per cercare il mio diario, magari qualcuno lo trova. E se l’avessero rubato mentre la scuola è rimasta incustodita?  Ma cosa se ne fanno le persone di un diario.
È ormai sera e bussano alla porta. “Max si può?”
La inconfondibile vocina di Kate mi riempie di gioia, e c’è Lisa con lei.
“Ti ho riportato la pianta! Non sono stata troppo generosa con l’acqua ed è sana e salva”.
 
Non avrei mai pensato di vedere tale serenità negli occhi di Kate. Però girava per la stanza alquanto agitata, come se le fosse successo qualcosa di brutto.
Mi riprendo dalla posizione pazzoide che avevo assunto e mi risiedo come una persona civile.
 “Ehi Kate, tutto bene, c’è qualcosa che non va?” comincio a parlare.
“Nulla Max, vorrei solo sapere come facevi a conoscere Chloe. Non l’ho mai vista tipa da Max. Studiava qui ma appena Rachel è scomparsa ha cominciato a comportarsi male…”
Kate fissa il muro mentre parla. Ha appena preso il rosario che le penzola sul collo e l’ha stretto forte.
Ho provato a raccontarle della mia storia e quella di Chloe, ma mi sono limitata ai fatti reali che prevedono il non esserci incontrate prima che morisse. Sarebbe stato diverso raccontarle tutto al completo, ma con la sua vena religiosa, non so fino a che punto avrebbe capito.
“Max, Chloe una volta mi ha difesa. Anche se Rachel faceva parte del Vortex Club, lei cercava di mantenerne le distanze. Però si vedeva che aveva una vita difficile, e frequentava rave party ed eventi da sballo.”
Già, non mi piaceva questo lato di Chloe, ma non ero nessuno per biasimare il suo modo di sfogare il dolore.
“Effettivamente a me non piacciono quel genere di feste” rifletto, ricordandomi poi di quella famosa festa a cui Kate prese parte. Ci fu prima o dopo lo sparo di Nathan?
“Ci sono stata ad una di quelle feste, ma quasi obbligata. La mia fede cattolica non mi aiuta a stringere amicizia con gli altri, ma tu sei diversi e hai qualcosa. Una specie di dono che ti rende speciale”.
Mi chiedo se il cattolicesimo preveda un pensiero del genere. Ma tra l’altro anche Jefferson diceva che I had a gift.
Non ho dato tanta soddisfazione a Kate e il mio silenzio l’ha spinta subito ad andare via. La prossima volta sarò più presente, te lo prometto Kate.
 
 
Stamattina riprendono le lezioni e il preside Wells è alquanto confuso. Deve essere frustrante per il buon nome della Blackwell essere inondati da una serie di notizie così negative. Ma su Rachel ne erano in molti a nutrire speranza, soprattutto la famiglia Amber.
La nuova insegnante di fotografia si chiama Leyla Lacroix e sembra davvero una persona seria e preparata. È molto giovane e la sua origine francese si riflette anche nel suo bel taglio corto che va sul mogano, e sui bellissimi occhi nocciola. La lezione di oggi è stata interessante e la sua arte è molto diversa da quella di Jefferson.
Aspetto che tutti lasciano la classe di fotografia per mettermi in cerca del diario. Vane speranze, non è nemmeno lì.
“Allora alla fine ce l’hai fatta, sapevo che prima o poi ti avrei chiamato ‘Super Max’, e dopo aver creato una bomba per sbloccare una porta, non poteva essere altrimenti”.
Mi volto e vedo Warren. È come se per un attimo fossi ritornata in quella realtà. Ci sono ritornata per davvero? Cavoli Max, ti eri promessa di non utilizzare più il potere. Spero di non aver combinato altri guai.
Lo osservo incredula, mi ha spiazzata.
“Non ce l’avrei mai fatta senza il tuo aiuto…” rispondo come se fossimo tornati alla strana settimana. Ho nuovamente viaggiato nel tempo?
“Pensavo di resistere di più, ma non posso di certo tenerti il broncio. Max, dobbiamo parlare”. Mi spaventa il suo tono. Perché sa queste cose?
Warren ha un’espressione un po’ preoccupata, non so precisamente dove voglia andare ma mi porta alla sua auto e mi invita a salire. Il viaggio è colmo di tensione, anche se lui cerca di rompere il silenzio. Arriviamo al Two Whales Diner, e temendo un po’ l’incontro con Joyce, cerco di studiare bene l’ambientazione dal vetro della porta. Come immaginavo, non vi è traccia di Joyce e il locale è abbastanza vuoto.
Warren e io ci accomodiamo proprio al tavolo dove di solito sedevo con Chloe. Ordiniamo due caffè e Warren rovista nel suo zaino.
Mi porge il beneamato diario.
Faccio cenno di alzarmi per andarmene via, questo non avrebbe dovuto farlo.
“Max, fermati, ti prego non andare e parliamone.”
Mentre sono in piedi e lo guardo dall’alto ho la sensazione che abbia sinceramente capito come mi sento.
“L’hai letto?”
“Sì.”
“Divertito?”
Mi siedo di nuovo e istintivamente riprendo quell’oggetto per me tanto prezioso. Non credo di essermi mai sentita così nuda. Non so se mi va di parlare, ho deciso che se ha qualcosa da dirmi comincerà lui.
“Max, per favore, sfoglia il tuo diario” mi dice preoccupato.
“Non capisco, cosa c’è da osservare? Ci sono le mie foto e… la mia vita.” dico con una punta di rabbia osservando la copertina che avevo tra le mani.
Mi fissa e decido di accontentarlo. Sfogliandolo mi rendo conto di una cosa incredula: il diario non era cambiato con le realtà. C’erano le foto di me e di Chloe, c’erano più date in cui delineavo fatti diversi, c’era il mio incubo e il male che mi aveva fatto Jefferson. C’era la foto di me e Warren, quella che per un istante aveva reso il mondo un posto meraviglioso portandomi alla migliore delle realtà. C’erano tutte le mie considerazioni sul tornado che avrebbe distrutto Arcadia Bay, con le date annesse.
Warren penserà che sono una psicopatica, ma avevamo appena fatto una scoperta eclatante. Ciò che scrivevo in quel diario non variava nel momento in cui riavvolgevo il tempo: come ho fatto a non accorgermi mai di una cosa del genere? Riavevo i miei ricordi, ed ero riuscita a scrivere tutto ciò che avevo vissuto.
Fisso Warren spaventata.
“Ti è scivolato prima di entrare in auto con i tuoi. Ho provato a fermarti ma siete fuggiti.” La faccia da cane bastonato di Warren.
“...e quindi l’hai letto.” Continua.
“Pensavo fosse il tuo portafoto ed ero curioso dei tuoi scatti. Sono davvero bellissimi, Jefferson ha fatto bene a credere in te.”
“Jefferson…”
“Ti ha ferita, vero? Questo non è un bel ricordo da custodire”
“Warren, se ci penso è una cosa che non ho vissuto. Non in questa realtà. Io ti ho parlato davvero di tutto ciò che mi è successo, e la sera del tornado tu mi hai creduta. Adesso penserai che racconto fandonie, che sono pazza, come lo penserebbero tutti!”
Sono alquanto agitata –sto pur sempre dichiarando di avere un potere che non ho mai avuto il diritto di sfruttare. Non so nemmeno se sono ancora capace di riavvolgerlo, questo maledetto tempo. Spero che Warren, a questo punto, abbia letto abbastanza e che possa credere a tutte le mie parole, credere che ho vissuto in tutte quelle realtà alternative.
“Max, calmati. Ho letto tutto. Avrei apprezzato un coinvolgimento anche prima della sera del tornado, potevi fidarti” sottolinea.
“Non so se mi avresti creduta, era troppo rischioso! Io e Chloe dovevamo cercare Rachel, potevamo farcela e invece guarda cos’è successo, è stata lei quella a morire!”. L’agitazione decisamente non mi aiuta e mi sto lasciando prendere dal panico. Ora mi proporrà di consultare degli specialisti, crede sicuramente che sia diventata pazza.
“Max, cerca di calmarti e riaccomodati” –non mi sono nemmeno accorta di essermi rialzata nel frattempo.
Mi siedo e cerco di mantenere la calma. Warren guarda fuori la finestra, magari alla ricerca del sole che in quella giornata non si era fatto vivo. Osservandolo ho l’impressione che sia molto calmo, cosa che non ci si aspetta dal Warren impacciato che ho conosciuto nella strana realtà.
Arrivano i caffè, e mentre mi accingo ad assumerne un goccio, Warren subito provvede a spostarmi la tazza. Ha ragione, forse non mi farebbe poi così bene.
Dopo circa 5 minuti di estremo silenzio, finalmente riesce a rompere questa agonia.
“Max, io ci credo”.
Mai parole furono più confortanti. Mi ha detto tutto ciò che pensava con estrema sincerità. Il fatto che ci fossero delle foto che ritraevano me e Chloe gli davano prova del mio “potere”, quello che ha portato me a provare questo estremo dolore e senso di colpa. Perché in sostanza la loro realtà sarebbe dovuta andare così, è il mio mondo che ha subìto gravi alterazioni.
Non mi aspettavo fosse così premuroso. Si è interessato alla storia mia e di Chloe e si preoccupava profondamente del mio stato mentale. Gli ho spiegato come erano andate le cose, tutti gli estremi tentativi effettuati per garantire a Chloe di continuare a vivere. Sapevo della vulnerabilità di Kate e ha anche scoperto, ovviamente, che mi stavo affezionando a lui e ne era felice.
“Peccato che non siamo più in quella realtà” scherzava, e ho potuto constatare di poter contare su di lui nel corso di questa difficile situazione che chissà chi mi ha sottoposto ad affrontare e sopportare.
Tante sono le cose da dire, ma dovevamo tornare alla Blackwell. È stata una giornata strana, ma mi sono potuta aprire molto di più con Warren come non facevo da tempo.
“Non voglio che credi che io non mi fidi di te” me ne uscii durante il viaggio verso la scuola.
“L’hai detto stesso tu, durante il tornado ti sei sentita di rivelarmelo ed è questo che conta. Penso che tu ti fidi di me, non ti preoccupare.”
Sono le sei del pomeriggio, ormai, e ammetto di avere una fame da lupi. Mi mancano i manicaretti della mamma, ora che ci penso. Li mangerei tutti al momento, che gran peccato. Warren parcheggia dopo aver ordinato cena a sacco per entrambi.
“Aggiornerai ancora quel diario?” mi chiede Warren sorridendo maliziosamente.
“Sicuro. È la mia valvola di sfogo. Per noi tipi solitari non c’è cosa migliore.” Rispondo con vistoso imbarazzo.
“Quel diario è speciale!” continua a dirmi Warren, ed effettivamente il potere che aveva era grandioso. Magari non avevo vissuto nulla di tutto questo e sono stata portata a scrivere un qualcosa che fosse totalmente frutto della mia immaginazione.
Quando sono tornata in dormitorio, ho realizzato che il Warren della strana settimana era tornato, e che anche se non l’aveva vissuta e anche se non aveva il potere, era entrato nelle circostanze. Chloe non c’era più e avere qualcun altro con cui condividere –anche se ancora non ho fatto i conti con la mia capacità di riavvolgere il tempo- dei momenti così forti, belli e distruttivi al contempo, era utile.
Ecco un SMS di Warren, torniamo ai “vecchi” tempi mai esistiti.
 
[Però, Battle Royale. Forte la ragazza]
 
Mi strappa un sorriso ma sta un po’ marcando la mano. Mi ha fatto piacere, in fondo. Noto che il mio telefono non ha il dono del mio diario e le vecchie conversazione con Chloe o Kate non ci sono più. Nemmeno quelle con Warren, che sarebbe stato bello rileggere per la pura curiosità di risfogliare il suo vocabolario scientifico da nerd.
Mi ricordo della cena e comincio a mangiare.

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Life Is Strange / Vai alla pagina dell'autore: LucyaM