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Autore: koralblu    26/07/2016    1 recensioni
Dal testo [...]
Troppo sangue era stato versato a causa mia.
E ora, la vista di Kurapika me l'avrebbe ricordato ogni dannato momento della mia vita.
Ero riuscita a controllarlo, dopo anni e anni di pianti disperati e dolore inflitto a me stessa. Ero riuscita a controllare questo senso di colpa, illudendomi ingenuamente di essere stata ingannata e persuasa a fare ciò.
Ma vedendo Kurapika, vedendo il dolore che IO gli avevo procurato, tutte le mie scuse erano crollate.
Lui era il passato che non avrei mai scordato; il passato che mi avrebbe sempre perseguitata, ricordandomi chi ero stata, e chi sono tutt'ora: un mostro. Un essere abominevole, che non merita altro che il dolore eterno.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gon Freecss, Killua Zaoldyeck, Kurapika, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                            Capitolo 5 (seconda parte)
 
Pov Killua
 
-Senti, Kilua..- iniziò Gon guardandomi, incerto se parlare o meno. 
-Mh?- 
-Secondo te, come finirà tra Asuka e Kurapika?- mi chiese, gli occhi velati di preoccupazione.
Sospirai, spostando da una mano all'altra lo scettro d'oro che poco prima Gon aveva trovato. 
-Non so come risponderti..- 
Decisi di non mentire a Gon. Era vero che non sapevo cosa dire al riguardo. Da una parte quei due si piacevano tantissimo, ormai anche i sassi se n'erano resi conto; ma dall'altra, invece, sapevo che nessuno dei due avrebbe fatto il primo passo. Troppo cocciuti e orgogliosi com'erano. 
-Secondo me, invece, loro due si amano tantissimo e presto se ne renderanno conto.. e vivranno così felici e contenti!- esclamò a gran voce Gon, gli occhi sognanti e i pugni in aria. 
Un piccolo sorriso scappò involontario al mio controllo per l'ingenuità di quel bambino; per lui non esistevano vincoli o ostacoli. Lui vedeva tutto in modo semplice e genuino, senza mai notare il lato nascosto delle cose. 
Non me la sentii di contraddirlo; mi allontanai, tornando a cercare qualche tesoro nascosto nella nave che stavamo setacciando.
 
-Ma dove saranno finiti Asuka e Kurapika?- chiese all'improvviso Gon, richiamando la mia attenzione. Guardai l'orologio, notando che erano passate più di due ore dall'ultima volta che li avevamo visti. 
Un sorriso malizioso comparve sulle mie labbra, mentre Gon inclinò la testa di lato, non capendo. 
Caro, piccolo, ingenuo Gon. 
-Perchè hai quell'espressione, Killua?-
Il suo sguardo si fece ancora più confuso, mentre il mio sorriso si accentuò.
-Nulla, nulla- mi affrettai a dire, scuotendo la testa per togliermi quelle idee dalla mente. 
-A volte mi tratti proprio come un moccioso..- disse offeso lui, girandosi di spalle e camminando nella direzione opposta alla mia. 
Mi sorpresi dal suo comportamento, tanto che per qualche secondo rimasi imbambolato sul posto.
-Beh, non vieni?- mi chiese lui, ancora girato di spalle. 
Annuii, anche se lui non poteva vedermi. Lo raggiunsi, e mentre camminavamo mi venne un'idea geniale. 
Le labbra si stesero in un sorriso diabolico; mi sarei preso la mia vendetta per le salsicce di questa mattina. 
-Ehi Gon..- iniziai, il tono più fintamente entusiasta possibile. -Ho sentito dire che se ci si affaccia dalla nave e si guarda il proprio riflesso in queste acque, si potrà vedere il proprio aspetto fra dieci anni!- 
-Dici davvero?!- 
L'urlo acuto di Gon mi fece tappare le orecchie, mentre nella mia mente il sorriso diabolico si stava allargando sempre di più. 
-Dico davvero!- 
-WOW!- 
Gon corse al bordo della nave, guardando attentamente il proprio riflesso nell'acqua. Mi avvicinai di soppiatto, nascondendomi dietro di lui. 
-Ehi Killua, io non vedo nie..AHHHH!- 
Mi accasciai a terra per le risate, mentre Gon continuava a sputare acqua e a muovere freneticamente le braccia.
-KILLUAAAA!- 
Corsi più veloce possibile, rincorso dal moccioso completamente fradicio e arrabbiato come non l'avevo mai visto, mentre le risate non volevano cessare.
-Ma dai Gon, era solo uno scherzetto innocente!-
-Bene, quindi se è stato solo uno scherzetto innocente, posso fare lo stesso, giusto?- 
A quelle parole il mio ghigno si spense in un istante, mentre iniziai a tremare di paura. 
Io e l'acqua non andavamo affatto d'accordo; anzi. Si poteva dire che io e l'acqua non eravamo assolutamente compatibili. 
''Corri Killua, per l'amor del cielo!''
 
Mi fermai per prendere fiato, Gon che non si vedeva più da nessuna parte. Tirai un sospiro di sollievo, accasciandomi contro l'albero maestro di una nave quasi intatta e chiudendo gli occhi. 
Mi sembrava strano che Gon fosse completamente sparito, ma conoscendolo doveva aver trovato qualcosa che aveva catturato la sua attenzione e doveva essersi fermato per contemplarla. 
Decisi, così, di schiacciare un pisolino, mentre i raggi del sole caldo e rassicurante mi donavano una sensazione di pace e serenità.
Ma abbassai la guardia, non accorgendomi dello scricchiolio del legno proprio sopra di me. 
Commisi un fatale errore, sottovalutando le doti vendicative del mio compagno di squadra, e ritrovandomi così completamente fradicio.
Un sorriso di vittoria era dipinto sul volto di Gon, quando egli scese dall'albero maestro sul quale si era appostato. 
-Devo riconoscerlo, sei stato veramente furbo..-
-Dici davvero? Beh, questo e altro per vendicare il mio bacon!-
Sbuffai irritato, sentendo già i brividi di freddo corrermi lungo la schiena. 
-Guarda, Killua!- 
Le parole di Gon richiamarono la mia attenzione, mentre il piccoletto mi indicava uno strano scintillio sotto l'acqua. 
-Che cos'è?- mi chiese, stranito e curioso allo stesso tempo.
-Non lo so, ma lo scopriremo presto-
Mi tolsi gli indumenti,  rimanendo solo in boxer e canotta così che il resto dei vestiti potesse asciugarsi sotto il sole. Gon fece lo stesso, e ci tuffammo in mare. 
Impiegammo poco tempo per individuare il punto da cui era apparso quel bagliore; un baule aperto si presentò davanti ai nostri occhi, carico di gemme e monete preziose. 
Gon strabuzzò gli occhi sott'acqua, mentre nuotava freneticamente per raggiungere quel tesoro. 
Era pesante e ci volle non poco per tirarlo su. Ma grazie alla forza smisurata di Gon riuscimmo a portarlo fuori.
-E' davvero un tesoro! Guarda Killua, ci sono tantissime gemme preziose. Piacerebbero un sacco alla zia Mito!- 
Un sorriso spuntò sulle mie labbra, mentre Gon continuava a saltellare come una scimmia impazzita intorno al baule.
-Si, non è male. Forza, portiamolo all'albergo.- 
Issammo in spalle il baule, ed iniziammo ad incamminarci verso il resto del gruppo. 
-Senti Killua..- iniziò Gon, la voce stranamente cupa. 
Mi bloccai all'istante, girando la testa di scatto e guardando preoccupato il piccoletto.
-Ecco..- continuò, gli occhi bassi, -Tu credi che stasera ci sarà il dolce al cioccolato come ieri?-
-Sei veramente un ingordo! Lo sai?!-
 
Eravamo tra gli ultimi ad essere arrivati all'albergo. Senza perdere tempo, andammo dritto davanti ai due vecchi, aprendo il baule e mostrandogli il contenuto. 
Il vecchio prese una piccola gemma rossa, che esaminò con cura e con occhio da vero esperto.
-Che dice, varranno almeno cento miliardi..- 
-Beh..- rispose incerto lui, dando un'ultima occhiata alla gemma. -Diciamo più dieci milioni-
- E perchè?!- chiesi stizzito, ripensando a tutta la fatica che avevamo fatto per trovare quel baule e portarlo fin li
-Le pietre sono scheggiate e piene di scalfitture e inoltre sono state mischiate a dei diamanti; quindi..- 
Sua moglie si sporse, consegnandoci una chiave di ottone. -Per voi cabina di seconda classe.- 
Mi allontanai stizzito, sbuffando come una locomotiva, mentre Gon trotterellava al mio fianco con un'aria un po' delusa ma allo stesso tempo tranquilla.
Lasciai correre, non volendo nemmeno sapere che cosa frullasse nella testa di quella scimmia.
Vedemmo Leorio poco distante arrancare dietro ad un baule gigante; corremmo nella sua direzione, aiutandolo a posarlo per terra.
-Fantastico, Leorio!- esultò su di giri Gon.
-Si, puoi dirlo. Grazie a questo anche io diventerò miliardario!-
-Oh.. Quindi non intendi farlo stimare?-
-Esatto. Ora che sono in possesso di un simile tesoro non ho più bisogno di farlo stimare. Diventerò ricco!- 
-Parli sul serio?- mi intromisi nella conversazione, guardando scettico Leorio.
-Certo che si, razza di moccioso di mala fede.-
Aprì di scatto il baule, continuando a blaterare orgoglioso fino a quando non vide il contenuto al suo interno. 
-Che cosa sarebbero?- chiese curioso Gon, accucciato davanti al baule come me.
-Quelle sono palle di cannone!- 
-E valgono molto?- 
-Chiedilo a Leorio..- dissi solo, mentre entrambi ci girammo nella sua direzione.
-Hai fatto i conti? Potrai spassartela tutta la vita?- 
Ma Leorio non rispose, uno sguardo cupo e perso sul volto.
Quell'atmosfera di serenità, però, fu presto interrotta da un grido  disperato di aiuto.
Ci girammo di scatto verso quella voce, il cuore che batteva all'impazzata e un sudore freddo che scendeva lungo la spina dorsale. 
Kurapika corse disperato fino al nostro gruppo, tra le braccia il corpo di Asuka, tremante e pallido come un fantasma. 
-Per di qua.- disse solo la vecchia, mentre Kurapika la seguiva svelto e completamente sconvolto. 
-Presto, chiamate l'infermiera del dirigibile!- urlò immediatamente Leorio, mentre Gon e altri due uomini annuirono e presero a correre velocissimi. 
Seguì Leorio, il cuore che martellava sempre più forte e mille domande che nascevano nella mia mente. 
Arrivammo ad una camera con un letto matrimoniale, su cui Kurapika aveva disteso delicatamente Asuka. 
Non l'avevo mai visto così.
Sembrava completamente pazzo. 
Le teneva spasmodicamente la mano, continuando a ripetere sotto voce il suo nome, quasi fosse una preghiera che avrebbe potuto risvegliarla, mentre calde lacrime sgorgavano a fiumi dai suoi occhi.
Occhi scarlatti, di un colore talmente vivido da farmi rabbrividire.
Occhi spenti, vuoti..
Occhi di chi teme più di qualsiasi altra cosa di perdere la persona che ama. 
Perchè sì. 
Quegli occhi amano. 
Quegli occhi temono. 
Quegli occhi stanno pregando di non lasciarlo più solo. 
E' uno sguardo disperato, quello di Kurapika. 
Uno sguardo implorante, che prega con tutte le sue forze di non restare più solo. 
Perchè il modo in cui lui sta guardando Asuka, non lascia più dubbi. 
Lei è la sua casa. Lei è la sua speranza. Lei è l'unica opportunità che gli rimane per vivere. Vivere di nuovo. 
La porta si spalancò all'improvviso, facendomi sobbalzare. Una donna saettò in direzione di Asuka; le guardò il viso, e sbiancò anch'essa, mentre trafficava con la borsa per cercare qualcosa. 
-Uscite tutti!- ordinò repentina, una siringa già pronta nelle mani. 
-NO!- 
L'urlo disperato di Kurapika mi fece tramare le gambe. 
Come gli si poteva chiedere una cosa simile? 
Strinse ancora più stretta la sua mano, guardando l'infermiera con uno sguardo implorante e furibondo allo stesso tempo. 
Lei sospirò, facendo un cenno con il capo a Leorio. 
Successe tutto in un'attimo. 
Leorio arrivò alle spalle di Kurapika, prendendolo in modo tale che non potesse ribellarsi.
-LASCIAMI! LASCIAMI RAZZA DI STRONZO! MOLLAMI O GIURO CHE TI AMMAZZO!- 
Le urla di Kurapika erano cariche di rabbia e disperazione, mentre tentava in qualunque modo di divincolarsi dalla stretta di Leorio. 
-TI PREGO! TI PREGO! LE DEVO STARE VICINO! NON POTETE FARMI QUESTO.- 
Mi si spezzò il cuore a vederlo così. Ma sapevo che era la cosa più giusta da fare.
-Killua..- mi richiamò lui, e bastò un solo sguardo per capirci. 
Corsi dietro di loro, lasciando l'infermiera sola con Asuka, le urla di Kurapika che si facevano sempre più acute e strazianti.
-Passami la scatola bianca nella valigetta!- ordinò perentorio Leorio. 
Gli passai ciò che aveva chiesto, mentre Gon cercava di calmare Kurapika. 
-Ora Gon, lo affido a te.-
Lui annuì, lasciando che fossero le sue braccia a circondare Kurapika e a tenerlo fermo. Anch'io lo aiutai, mentre Leorio preparava una siringa contenente del calmante. 
-LASCIATEMI! LASCIATEMI! DEVO ANDARE DA LEI!- continuava ad urlare lui, non arrendendosi.
-Mi dispiace Kurapika..è per il tuo bene.- disse Leorio, iniettandogli nel braccio il calmante. 
Immediatamente la resistenza di Kurapika si fece più debole, fino quasi a diventare nulla. 
-D...de..vo veder..la.- sussurrò, sprofondando in un sonno profondo. 
 
Pov Leorio
 
Era ormai sera inoltrata. 
Kurapika continuava ad agitarsi nel letto, ancora addormentato grazie al calmante che gli avevo somministrato. 
Avevo lasciato con lui Gon e Killua, mentre mi stavo dirigendo verso la stanza di Asuka, per accertarmi delle sue condizioni. 
Bussai piano alla porta, e dopo pochi secondi l'infermiera del dirigibile venne ad aprirmi, le occhiaie pronunciate ma un sorriso tranquillo dipinto sulle sue labbra. 
Mi rasserenai all'istante, notando solo in quel momento quanto fosse bella quella donna. 
I suoi capelli erano racconti in un coda alta, ormai quasi del tutto sfatta. La sua pelle era pallida e  sudore le impregnava ancora la fronte.
Ma era bella. 
I suoi occhi, simili a quelli di Asuka, erano magnetici, intensi. 
Un brivido mi percorse lungo la schiena, mentre mi ritrovai ad arrossire come un poppante alle prime armi. 
-Ehm..ecco.- iniziai impacciato, cercando di calmarmi. -Come sta?- 
Tornai serio, ricordandomi che non era il momento per certe cose. 
-Sta meglio, grazie al cielo.. credo sia stato solo un violentissimo attacco di panico. Ma si riprenderà presto.- sorrise dolce, guardandomi così intensamente da farmi rabbrividire. 
-Ti devo ringraziare, Leorio.. se non ci fossi stato tu a portare via quel ragazzo, non credo sarei riuscita a fare il mio dovere.- 
-Non ti devi preoccupare. Ho fatto solo ciò che ho potuto.-
Le sorrisi anch'io, perdendomi nel contemplarla.
-Senti, posso chiederti una cosa?- mi chiese imbarazzata lei, richiudendo la porta alle sue spalle. Annuì, aspettando la sua domanda. 
- Quei due..beh, ecco..in che rapporti sono?- 
- Quei due sono dei caproni testardi. Tutti si sono resi conto di quanto si piacciano, tranne loro due. Credo che dovrò fare due chiacchiere con Kurapika..- 
La donna era stranamente seria. Manteneva lo sguardo fisso in un punto indefinito dietro di me, le sopracciglia aggrottate e le braccia incrociate al petto.
-C'è qualcosa che non va?- le chiesi perplesso, facendola risvegliare da una sorta di trance.
-Eh? No no, mi stavo solo domandando..ah, nulla. Sono solo un po' stanca.- 
-Posso offrirti un caffè?- 
Non dovevo perdermi per nessun motivo questa occasione. 
Lei mi sorrise dolce, annuendo e ringraziandomi per la gentilezza. Ci incamminammo, così, verso la caffetteria, e dopo averla fatta accomodare mi sedetti al mio posto. 
-Sei un vero gentiluomo, Leorio.- sorrise imbarazzata lei, una luce maliziosa nello sguardo. 
-Beh, credo che le donne siano gli oggetti più preziosi del mondo e vadano coccolate ogni volta.- 
-Ma non eri tu quello che sbraitava quanto fossero ''inutili'' e '' stoccafisse'' le donne, quando la cuoca della mensa ti versò sui pantaloni la minestra bollente?- 
Mi rallegrai, sentendo dietro di me la voce del moccioso insolente avanzare sempre di più.
-Non dire cretinate, Killua..- l'ultima parola mi uscì come un ringhio, mentre cercavo di giustificarmi in ogni modo con la donna davanti a me, il suo sguardo furioso che avrebbe potuto incendiarmi vivo. 
-Come sta Kurapika?- chiese quest'ultima all'albino, mentre sorseggiava il suo caffè.
-Ha iniziato a farneticare roba tipo '' Kuruta'' ''Devo salvarla'' e altre parole strane a cui non ho fatto nemmeno caso..-
La donna rimase impietrita sul posto, lo sguardo perso mentre guardava Killua. 
-Crede sia normale?- 
Lei non rispose, mentre continuava a fissare impietrita Killua. 
-Va tutto bene?- le chiesi apprensivo. 
Lei scosse la testa, mentre si abbracciò da sola e mise le mani sulle spalle. 
.S..si.- rispose incerta, facendomi insospettire ancora di più.
Guardai Killua, e lui capì.
-Va bene. Io vado a controllare Kurapika. Vi dirò qualcosa nel caso dovesse svegliarsi.- 
La donna annuì, ancora persa, mentre la stretta intorno alle sue spalle diventava sempre più forte. Mi alzai piano, accucciandomi vicino a lei. 
-Posso chiederti come ti chiami?- 
Lei si girò di scatto verso di me, mentre i suoi occhi intrisi di tristezza e dolore mi guardavano senza vedermi. 
-Caren..- disse solo, tornando a fissare il caffè davanti a lei. 
-Beh, Caren.. ti andrebbe di fare un giro all'aria aperta? C'è un cielo davvero stupendo stasera.-
Le parlai come se fosse una bambina, cercando di rassicurarla con le parole. Lei annuì, alzandosi come un automa e seguendomi fuori. 
 
L'aria era meravigliosamente fresca. Il chiarore della luna sull'acqua era talmente bello che fece splendere anche gli occhi della donna di meraviglia. 
Lei continuava a guardare l'acqua, mentre i miei occhi erano fissi su di lei. 
Era così bella. 
-Mi dispiace per prima.. ho solo ricordato alcune cose che avrei voluto dimenticare.- 
-Fanno così male?- 
Caren si girò di scatto, mentre gli occhi le diventarono lucidi. Annuì solamente, tornando a fissare il riflesso della luna nell'acqua. 
-Sai..- iniziò, sedendosi delicatamente sulla sabbia - conoscevo la madre di Asuka. Eravamo molto legate un tempo.- 
Rimasi totalmente spiazzato, mentre guardavo la donna con la bocca aperta e un'espressione di sconcerto sul viso. 
Lei mi sorrise, facendomi segno di sedermi vicino a lei. 
- Asuka non lo sa, ma sono stata io a farla nascere. L'ho presa in braccio tantissime volte, e passavo con lei tantissimo tempo..beh, fin quando mi è stato possibile vederla.-
-Che significa?- chiese ancora più sconvolto, cercando di riorganizzare tutte le informazioni ricevute. 
-Significa che dopo la morte di sua madre non mi è stato più possibile vederla. Suo padre l'ha isolata dal resto del mondo..- 
-Ma che razza di..-
Quell'uomo era un mostro. Se solo l'avessi avuto sotto mano, l'avrei preso a pugni fino a fargli implorare pietà.
Strinsi spasmodicamente i pugni, mentre sentivo una rabbia incontrollata bruciarmi nelle vene. 
Caren mi guardò comprensiva, mettendo le sue mani sulle mie spalle. 
-Calmati, Leorio.. ormai è passato. Lei non è più sotto il suo controllo, e con voi sta rinascendo l'Asuka di un tempo. Voi le state donando la spensieratezza che le è stata strappata via; non potrò mai ripagarvi abbastanza per questo.- 
Una piccola lacrima scappò al suo controllo. Alzai delicatamente la mano, asciugandola con il pollice. 
La mia pelle bruciava  a contatto con la sua. Un fuoco incandescente bolliva nelle mie vene. 
Staccai velocemente la mano dalla sua guancia, arrossendo come un pomodoro per i pensieri che affollavano la mia testa. 
-Lei è nostra amica. E faremo di tutto per proteggerla e aiutarla.- 
-Me lo prometti?- 
Mi girai verso di lei, trovandola a fissarmi con uno sguardo intenso e serio. -Mi prometti che vi prenderete cura di lei?- 
-Si, te lo prometto.- 
Lei sorrise grata, sporgendosi verso di me e abbracciandomi. 
Rimasi completamente gelato, mentre sentivo il suo corpo premere contro il mio. Era una sensazione mai provata prima. Una sensazione così piacevole che fu difficile staccarsi, quando il moccioso insolente prese a chiamarci a gran voce dall'entrata dell'hotel.
-Beh, sarà meglio che io vada. Nel caso dovessero esserci complicazioni con Asuka, chiamami immediatamente. E' stato un piacere, Leorio-
Caren iniziò ad avviarsi verso il dirigibile, mentre io continuavo a rimanere li come un pesce. 
-Caren!- la richiamai a gran voce, alzandomi con uno scatto e raggiungendola in pochi secondi. -Ci rivedremo?- 
Uno sguardo incerto attraversò i suoi occhi, e un tuffo al cuore mi gettò nello sconcerto. 
No. Non potevo accettare di non vederla più.
Tirai subito fuori dalla tasca della giacca una piccola penna e un foglietto, dove le scrissi il mio numero di telefono e il mio indirizzo. 
-Nel caso dovessi avere bisogno di me. Nessuno di quei quattro zucconi ha il cellulare, perciò se volessi sapere dove si trova Asuka o come sta, puoi sempre chiamare me..- 
La donna continuò a fissare a lungo il foglietto che le avevo dato, quasi volesse imprimerlo nella mente. 
-Grazie, Leorio..- disse solo, prima di avviarsi verso il dirigibile e sparire alla mia vista. 
 
Pov Kurapika
 
La testa mi pulsava dolorosamente e gli arti non volevano smettere di tremare. Tutto sembrava urlarmi ''resta giù e non ti muovere''. Ma non potevo. 
Mi costrinsi a fatica ad aprire gli occhi, l'immagine di Asuka svenuta tra le mie braccia ancora vivida nella mia memoria. 
Dovevo vederla. 
Dovevo sapere come stesse. 
La luce mi investì, costringendomi a richiudere le palpebre e a ripararmi il viso con un mano. 
Quando mi fui abituato alla luce, aprii gli occhi, e scoprì di trovarmi in una piccola stanza, Gon che dormiva su una poltrona di fianco al letto.
Cercai di mettermi a sedere, e dopo molti tentativi ci riuscii, scoprendomi ancora più debole di quanto immaginassi. 
Ma questo non doveva fermarmi. 
Dovevo andare da lei. 
Mi feci forza. Mi alzai dal letto e presi a camminare lentamente verso la porta. 
Quando mi ritrovai nel corridoio, però, capii di essere fregato. Non sapevo dove mi trovassi e ne tanto meno dove fosse la camera di Asuka. Iniziai, così, a vagare per i corridoio dell'albergo, mentre il mio corpo tornava sempre più in forze.
-Kurapika!- 
Mi sentì chiamare, e voltandomi vidi Leorio e Killua correre nella mia direzione. 
-Ma cosa ci fai in piedi? Dovresti riposarti, sei ancora molto debole..- 
-Portami da lei.- risposi solo, un tono perentorio che non ammetteva repliche. 
-Io non so se..- 
-Portami da lei.- ripetei, con ancora più enfasi, afferrando il braccio di Leorio e iniziando a scuoterlo. -Portami da lei, dannazione!- 
Le mie parole furono quasi un ringhio soffocato; dovetti usare tutto il mio autocontrollo per cercare di calmarmi e parlare civilmente con il mio amico. 
Lui guardò incerto Killua, che annuì, per poi tornare a guardarmi. 
-D'accordo, ma devi prometterci che resterai calmo.- 
-Per quale motivo mi stai chiedendo di restare calmo? Cosa le è successo?- 
-Niente, tranquillo..lei sta bene. Ma devi promettercelo, o non potremo portarti da lei.- 
Cercai di placare le emozioni. Qualunque cosa le fosse successa, dovevo mantenere la calma. L'unica cosa contava, era che lei stesse bene. Annuì, incapace anche solo di pronunciare una parole. 
I due mi fecero segno di seguirli, e dopo aver girato un paio di corridoio arrivammo davanti ad una porta. 
I due si guardarono, per poi aprire piano la porta e farmi segno d'entrare. 
Mi avvicinai cauto alla ragazza, che dormiva nel letto, il peso sul cuore che si alleggerì non appena la vidi riposare tranquilla e al sicuro. 
Ero totalmente concentrato sul suo volto. Non notai minimamente il fatto che indossasse solo una maglietta sgualcita e quasi trasparente. Non notai nulla che non fosse il suo viso. 
Le presi la mano, notando come fosse fredda e sudata. Presi così un panno, e andando ad asciugarle il sudore mi accorsi di quanto fossi stato cieco fino a quel momento. 
Cicatrici. 
Ecco cosa c'era sulla sua mano. Tantissime cicatrici che prima d'ora non avevo mai notato. 
Mi alzai di scatto dalla sedia su cui mi ero seduto, continuando a fissare sbigottito la sua mano. 
-E non è tutto..- disse una voce, troppo lontana perchè potessi riconoscerla. -Guardale le braccia.-
E così feci.
Alzai lo sguardo sulle sue braccia, e dovetti reggermi al materasso per non svenire. 
La scoprì completamente.
Eccola la realtà sbattuta in faccia.
Segni.
Lividi.
Cicatrici.
Tagli.
Come avevo fatto ad essere così cieco? 
Come? 
Come avevo fatto a non notare quanto Asuka avesse sofferto e che cosa le era stato fatto? 
Mi ero sempre concentrato su futilità, non comprendendo quanto in realtà lei stesse soffrendo per ciò che era stata costretta a diventare.
Non avevo mai veramente conosciuto Asuka.
-Mi dispiace, Kurapika..- 
Quelle parole furono come una coltellata al cuore. 
Rendevano tutto reale. 
Tutto quello era vero. 
Il suo dolore era vero, concreto, tanto da poterne sentire il peso in quella stanza. 
Un dolore straziante, che lei aveva portato da sola per anni e anni. 
Un dolore che la stava uccidendo lentamente dall'interno, e del quale io non mi ero mai accorto. 
Ma non l'avrei più permesso. Non avrei mai più permesso che qualcuno le facesse del male. 
Lei era la mia occasione per ricominciare. 
Lei era l'unica speranza di riavere indietro una vita da vivere. 
Non sarei mai più stato debole. Non potevo più permettermi di essere sorretto da lei. 
Asuka aveva bisogno di un punto fermo, di qualcuno che condividesse con lei il suo dolore. 
E io avrei dato tutto me stesso per questo. 
Non sarebbe mai più stata sola. 
Era una promessa. 
 
I rumori di passi veloci riecheggiarono nella stanza, interrompendo il silenzio teso che si era creato. 
Gon apparve sul ciglio della porta, gli occhi spalancati dalla preoccupazione.
-Che cosa è successo?- chiese sottovoce Killua, il tono agitato che traspariva ugualmente. 
Il bambino diede un'occhiata veloce ad Asuka, per poi farci segno con la mano di seguirlo. 
Restai li, inchiodato al terreno, lo sguardo ancora fisso sui segni del suo corpo. 
Mi sentii improvvisamente tirare per un braccio. 
-Kurapika, lasciamola riposare..- mi disse Gon, sorridendomi gentile. -Abbiamo bisogno di te. Ti prego, fallo per Asuka.- 
Quelle parole sembrarono risvegliarmi da una sorta di trance, mentre annuì al bambino e lo seguii. 
-Aspetta..- 
Mi diressi verso il letto, coprendo il corpo di Asuka con la coperta e dandole un bacio sulla fronte. -Tornerò presto, tesoro mio. Te lo prometto.-
 
Quando arrivammo sulla terrazza dell'albergo, un rumore sordo e un vento devastante ci investirono. Riuscì ad alzare di poco il capo, scoprendo sopra di me il dirigibile che voleva. 
Tra di noi regnava lo sconcerto. 
C'era chi correva da una parte all'altra, chi inveiva, e chi semplicemente restava a guardare impotente.
Non appena il dirigibile scomparve alla nostra vista, mille domande riecheggiarono nell'aria. 
-Che cosa è successo?- -Cosa vuol dire questo?- -Perchè ci hanno abbandonati?- 
Era il caos più totale. 
Tutti avevano iniziato a farsi prendere dal panico. Ne Gon, ne Leorio riuscirono a riportare la calma tra i partecipanti all'esame. 
-E' tutto inutile!- esclamò quest'ultimo, tirando fuori dalla tasca il cellulare che aveva appena vibrato. Quando aprì il messaggio, i suoi occhi si spalancarono e un rossore vivido gli tinse le guance. 
-Chi è?- chiese curioso Gon, saltellando per raggiungere il braccio di Leorio, che teneva alzato per non farglielo raggiungere. 
Ma Killua fu silenzioso e veloce; con un salto raggiunse il braccio di Leorio, strappandogli di mano il cellulare.
-State tranquilli e restate uniti fino alla fine. In bocca al lupo, Caren.- lesse il messaggio Killua, facendo sprofondare Leorio nella vergogna più totale. 
-MA COME OSI TU, BRUTTO..- Gon bloccò Leorio prima che potesse accanirsi sull'albino. 
-EHI, ASCOLTATEMI!- Gridò quest'ultimo, richiamando l'attenzione di tutti. -LA RAGAZZA DI LEORIO DICE DI STARE TRANQUILLI E DI RESTARE UNITI. PROBABILMENTE QUESTA E' UN'ALTRA PROVA. PERCIO' CALMATEVI!- 
Dire che Leorio avrebbe voluto uccidere Killua era un eufemismo. 
I suoi occhi ardevano di collera e imbarazzo, a tal punto che nemmeno la forza di Gon riuscì a trattenerlo oltre. Con uno scatto in avanti Leorio riuscì ad afferrare l'albino, che preso totalmente alla sprovvista non era riuscito a schivarlo. 
-Ora vedrai..-ghignò malefico il più grande, mentre vedevo Killua per la prima volta terrorizzato. -Buon bagno, scimmia!- 
E detto questo gettò Killua giù dal terrazzo, dentro il mare. 
Nessuno riuscì a trattenere le risate, e perfino io sghignazzai divertito.
-Me la pagherai, vecchio!- 
La sua voce era lontana, ma la promessa di vendetta era chiara e nitida. 
Gon si precipitò giù dalle scale, urlando a Killua di tenere duro.
Era troppo buono, quel bambino. 
 
Decidemmo di aspettare. Il sole arrivò presto, ma del dirigibile ancora nessuna traccia.
Eravamo bloccati li. 
Non potevamo fare nulla. 
-Sono ormai passate cinque ore da quando i vecchi se ne sono andati con il dirigibile. E' davvero inconcepibile che i gestori di un albergo lascino così trentasei clienti, senza avvertimenti o altri.-
-Sveglia, è una prova d'esame.- rispose seccato Killua, starnutendo per l'ennesima volta. 
-E per quale motivo? Il messaggio non diceva nulla a riguardo!- 
-Perchè poco fa mi sono recato nelle cabine dei gestori, e ho trovato tutti i tesori esattamente al loro posto.- 
Tutti trattennero il fiato alle parole di Hanzo, concentrandosi per cercare una soluzione razionale a quella situazione. 
-Che si siano dimenticati di prenderli?- chiese ingenuamente Gon, le parole subito smentite da Killua.
-No questo è da escludersi a propri. Ci dev'essere un motivo preciso per tutto questo.-
-Quindi potrebbe veramente essere una prova d'esame- intervenne Hanzo.
-Non ne siamo sicuri. L'importante per ora è mantenere la calma e restare uniti.- 
Tutti i presenti annuirono alle mie parole, mentre una voce richiamò la nostra attenzione. -Presto! Quassù!- 
Quando giungemmo nella stanza indicataci dalla ragazza, che di nome faceva Ponzu, trovammo al suo interno uno strano macchinario, probabilmente una vecchia ricetrasmittente.
-Funziona?- provai a chiedere al ragazzo che la stava maneggiando, ricevendo come risposta un segno di diniego. 
-No. Non riesco a trovare nessun segnale.-
-Quindi, noi..- 
-Si. Possiamo considerarci dei naufraghi.- concluse il ragazzo al posto di Hanzo. 
Quest'ultimo non si fece prendere dallo sconforto, e cercò di risollevare il morale. -Su, non tutto è perduto. Possiamo sempre dividerci e cercare indizi.- ci propose, per poi girarsi a parlare al ragazzo. -Te la senti di continuare a provare?- 
Lui annuì, tornando a concentrarsi sul suo lavoro. 
Ci dividemmo. 
Gon e Killua si diressero verso le cabine dell'equipaggio , mentre io e Leorio ci incamminammo verso la cabina dei due vecchi.
-E' come diceva Hanzo.. qui è tutto in ordine.- 
-Non perdere tempo e inizia a cercare.- lo rimproverai, non lasciandolo distrarre. 
-Si scusami, hai ragione.- 
Ci mettemmo all'opera, rovistando in ogni angolo della cabina alla ricerca di un'indizio. 
-Ehi, Kurapika.. forse ho trovato qualcosa!- 
Leorio venne verso di e me mi mostrò un vecchio foglio di carta. 
-Ehi.. ma questa è..- non conclusi la frase, troppo euforico per la scoperta appena fatta.
-Dobbiamo dirlo agli altri.- 
Corremmo a perdifiato verso il ponte della nave-albergo, raggiungendo il gruppo in poco tempo. 
-Avete trovato qualcosa?- chiese speranzoso Hanzo. 
Come risposta Leorio gli porse il foglio, mentre la sua espressione si distese in un sorriso entusiasta. 
-Abbiamo una mappa!- 
Le sue parole fecero trattenere il fiato a tutti i presenti, che guardarono la mappa come se fosse un gioiello prezioso. 
-Si, esattamente. Noi siamo qui, e la traiettoria disegnata ci porta a quest'altra isola, esattamente in quel punto!- 
-Beh, allora il messaggio è chiaro. La prova consiste nel raggiungere l'isola il prima possibile. Che cosa stiamo aspettando?- chiese un ragazzo,  mai visto prima d'ora.
-Calma. Non c'è fretta. Sappiamo la destinazione, ma non sappiamo quanto tempo ci voglia per raggiungerla. Sarebbe più prudente aspettare la venuta della notte e calcolare la distanza grazie all'aiuto delle stelle.-
-E tu vorresti restare qui a perdere tempo in questo modo?! Grazie, ma io non ci sto.- mi contraddisse lui. Iniziò a camminare in direzione delle navi , forse intenzionato ad usare una di essa come imbarcazione.
A nulla valsero i richiami di Hanzo e le imprecazioni di Leorio. 
-Lasciateli andare. Noi non possiamo fare nulla.- dissi solo, guardando il ragazzo e altri compagni, che si erano uniti a lui, cercare di sistemare una nave a riva. 
-Io direi di continuare a cercare altri indizi, che ne dite?- 
-Ottima idea, Kurapika. Forza Gon, torniamo dove eravamo prima!- 
Gon annuì, seguendo l'albino.
-Se dovessimo trovare un qualsiasi altro indizio, ci vediamo sul ponte. D'accordo?- 
-D'accordo.- rispondemmo in coro io e Leorio, dividendoci da Hanzo, che, correndo verso la spiaggia, stava urlando contro gli incoscienti, cercando di fargli cambiare idea. 
-Kurapika, vieni!- 
La voce di Ponzu mi richiamò alla realtà. 
-Arriviamo!- esclamai, correndo sulle scale e raggiungendo la ragazza che mi aspettava sul ciglio della porta. -Ci sono delle novità.-
-Che cosa sta succedendo?- chiedi al ragazzo seduto sulla postazione della ricetrasmittente. 
-Abbiamo captato uno strano segnale. Poche ore fa questa ricetrasmittente era silenziosa, ma ora sento qualcosa. Questo può essere dovuto solamente ad un cambiamento del campo elettromagnetico.-
-In parole povere?- chiese confuso Leorio, alternando lo sguardo da me al ragazzo. 
-In parole povere, c'è stato un qualche cambiamento nel campo meteorologico. Non so dirvi altro, per il momento è tutto.-
-Ho capito, ti ringrazio per le tue informazioni. Ti prego di avvisarci subito se dovesse succedere qualcos'altro.- 
Ci allontanammo, diretti verso il ponte della nave per riferire le novità. Ma non facemmo nemmeno in tempo ad uscire dalla stanza, che delle voci provenienti dalle cabine delle'equipaggio ci richiamarono, costringendoci a cambiare destinazione. 
-Oh cielo, che altro è successo?- esclamò preoccupato Leorio, quando, una volta entrati, trovammo Gon e Killua intenti a leggere un vecchio diario.
-Che cosa avete trovato?- gli chiesi, afferrando il diario che mi avevano allungato. 
-Non so..credo sia un vecchio quaderno o roba simile. C'è appuntata tanta roba sul mare, sulla nave e altro..- disse poco interessato Killua, tenendo le orecchie tese per ascoltare  il mio responso. 
Lo esaminai attentamente, di fianco a me Hanzo, richiamato dalle grida, che faceva lo stesso. 
-Credi che sia proprio il diario di bordo della nave?- mi chiese speranzoso, osservando attentamente l'oggetto che avevo in mano. 
-Non ci sono dubbi.- gli risposi.
-E' fantastico! Forza, proviamo a cercare qualche informazione.-
Mentre scorrevo le pagine da analizzare, la mia attenzione ricadde su una pagina consumata e ingiallita, su cui vi erano incisi dei strani disegni, simili a quelli della mappa. Tornai indietro, e leggendo con cura trovai l'informazione che cercavo. 
-L'isola non dista molto da qui. La si può raggiungere anche con una piccola imbarcazione.-
-Bene!- esclamarono in coro Gon e Killua, mentre Hanzo iniziò a dare ordini per i preparativi delle navi. 
-Un momento.- lo interruppe Gon, le orecchie tese e lo sguardo concentrato. -Sento qualcosa provenire dal mare. E' un rumore che non mi piace per nulla.- 
Anche Killua provò a tendere le orecchie, ma il suo sguardo deluso ci fece capire che lui non aveva sentito nulla. 
-Davvero, sento qualcosa!- 
-Non lo mettiamo in dubbio, Gon. Ma non possiamo basare l'esito di questa prova sui tuoi istinti, lo capisci?- 
-Ma. io..- provò a ribattere il bambino, non d'accordo con le parole di Hanzo. 
-Dunque, come stavo dicendo..- 
-Kurpika, Hanzo. Raggiungeteci immediatamente nella sala del timone..- 
Raggiungemmo Ponzu in un instante, rimanendo sorpresi dalla strana luce che emanava il sole. 
-Ve ne siete accorti, eh?- chiese retorico il ragazzo della ricetrasmittente, indicando con il mento il sole. - Questa è probabilmente un' anomalia meteorologica, la stessa che non ci permetteva di comunicare con la ricetrasmittente. E' solo grazie all'attenuarsi del sole che riusciamo a vederla.-
-Io continuo a sentirlo. E' quel rumore! Viene dal mare, al largo!- 
-Gon, ti ho già detto che..- provò a dire Hanzo, subito interrotto dall'albino
-Shh.- lo interruppe Killua, mettendosi nella medesima posizione del bambino. -E' vero. Ora riesco a sentirlo anche io. Si fa sempre più forte.-
-Guardate, sembra che i gabbiani siano spaventati da qualcosa!- esclamò Ponzu, indicando uno stormo di uccelli che sembrava impazzito. 
Presi immediatamente a leggere il diario, cercando disperatamente qualche informazione che ci facesse venire a capo della faccenda. 
-Quattro luglio. Totale assenza di segnale. Comparse le prime avvisaglie, abbiamo iniziato i preparativi per la ritirata. La mia guarnigione, lascerà la postazione nella prima mattina di domani. Per l'ora del tramonto i miei compagni saranno al riparo, evitando la prima mareggiata.-
 -Prima mareggiata?- chiese sconcertato Leorio, guardandomi in cerca di risposte. 
-Questo evento, si ripete ciclicamente ogni dieci anni.- 
Lasciai improvvisamente il diario, la verità di quelle parole che mi colpi come uno schiaffo in faccia. 
-Presto, dobbiamo far tornare dentro le navi!- 
Corremmo come dei disperati verso il ponte, capendo che ormai non c'era più nulla da fare. Le navi erano ormai quasi tutte troppo distanti per raggiungerle, e la corrente era troppo forte per poter andare in acqua a recuperarle. 
Gon cercò di sporgersi in avanti, la canna da pesca tra le mani. Lo bloccai prima che potesse fare una sciocchezza. -Ma che diavolo vuoi fare? Sono troppo lontani!- 
Provai a portarlo dentro con me, ma con uno strattone, si liberò della mia presa, buttandosi in acqua per salvare un uomo a poche centinaia di metri.
-GON!- Urlò disperato Killua, la paura intrisa nello sguardo. 
-Hanzo, Killua, prendete una barca e legatela. Noi dal ponte vi aiuteremo a tornare indietro.- 
I due annuirono, saltando in una piccola scialuppa e legandola bene con una lunga corda. 
-Buona fortuna!- augurai loro, lasciando che partissero verso il mare in tempesta. 
 
Alla fine Gon riuscì a recuperare l'uomo sulla barca, così come Hanzo e Killua fecero con il bambino. 
La tempesta si era scatenata; l'acqua aveva sommerso il ponte, non riuscendo però ad arrivare alle cabine, in cui Asuka continuava a riposare tranquilla. 
Leorio aveva detto che la dose di calmanti che le era stata iniettata era ancora più massiccia della mia, ed era per questo motivo non si era ancora risvegliata. E forse era meglio così. Asuka non doveva assolutamente prendere parte a questa missione, troppo pericolosa per lei . 
Dovevo proteggerla a qualunque costo, 
Chiesi consiglio a Leorio, e insieme decidemmo che sarebbe stato più opportuno sostarla in una camera più in alto, vicino alla sala del timone. 
Dopo averla adagiata sul letto e averla coperta per bene, ritornammo nella sala principale, dove tutti ci attendevano in trepidante attesa. 
-Kurapika, come sta? Hai scoperto altro riguardo la mareggiata?- 
Guardai Hanzo, sorpreso per la sua sincera preoccupazione verso Asuka. -Sta bene. E' forte, si riprenderà. Piuttosto..- presi il diario nelle mani, andando alla pagine sgualcita e leggendo la parte restante. 
Strabuzzai gli occhi, guardando il gruppo rimasto come se fosse un fantasma. 
-Beh? Cosa hai scoperto?- 
Non riuscì a parlare, così passai il diario ad Hanzo, che ebbe la mia stessa reazione. 
-Fra ventiquattr'ore..-iniziò, la voce che gli tremava per la paura. -Di questo posto non rimarrà più nulla.- 
 
                                                                                                          ***
 
-Mancano venti ore alla prossima mareggiata. Non abbiamo più molto tempo.-
Sospirai, la verità delle parole di Leorio che mi gravava sulle spalle come un enorme macigno. 
-Ciò significa che non possiamo trattenerci oltre in questo posto..- disse sovrappensiero Hanzo, scrutando i vari relitti intorno alla nave. 
-Si, ma come facciamo? Lasciare l'isola è impossibile! Sia via terra che via mare.- aggiunse l'uomo che aveva salvato Gon, guardandomi insistentemente negli occhi. 
-Tu che dici, capitano? Dove la troviamo una nave abbastanza resistente da resistere ad una mareggiata?- mi sfidò lui, facendomi irritare parecchio. 
Fu la voce di Gon a rispondere per me, mentre dalla cima della nave urlava - Una nave per resistere alla mareggiata c'è; e ci siamo proprio a bordo!- 
Il silenzio cadde fra il gruppo, mentre Gon iniziò a scendere dall'albero maestro, seguito da Killua. 
-Potrebbe funzionare..- esclamò Hanzo all'improvviso, e rivolgendosi verso di me disse. -Kurpika, dobbiamo accertarci che i motori siano funzionanti.-
Annuì, e facendo segno a Gon e Killua di seguirmi, ci dirigemmo verso la sala comandi. 
- E' tutto funzionante?- chiesi all'albino, dopo che questi iniziò a mettere mani a una centralina di controllo. 
-Si.. sembra che tutto sia funzionante.-
-Potrebbe veramente funzionare. Se i motori sono ancora resistenti e se la nave non presenta falle, dovremmo solo riuscire a farla staccare dalla scogliera.- dissi, un piano che prendeva forma nella mia mente.
-E' un impresa interessante. Ciò che si potrebbe definire, cambiamento di stile; invece di fuggire dal castello, fuggiamo con tutto il castello.-
Sorrisi ad Hanzo, mortificato di dover demolire, purtroppo, le sue speranze. - Non sappiamo, però, se riusciremo a concludere i lavori in tempo per l'arrivo della seconda mareggiata. E' necessaria la collaborazione di tutti affinchè l'impresa riesca.-
-Conta pure su tutti noi!- esclamò Gon, appoggiato dal resto del gruppo. Sorrisi, felice di avere dei compagni come loro. -Bene, allora possiamo cominciare. Per prima cosa ognuno di noi si occuperà dei vari controlli della nave. Ci troviamo sul ponte fra un'ora esatta.-
 
Hanzo ci richiamò prima del tempo, il tono di voce urgente. 
-Hai trovato i progetti della corazzata?- esclamò sorpreso Leorio, quando il ninja stese a terra il progetto su cui vi era una descrizione dettagliata della nave. 
-Si, e anche il manuale d'istruzioni.-
-Magnifico!- esultò Gon al settimo cielo.
-Dunque, ora non ci resta che analizzare i problemi principali da affrontare. Per prima cosa, dobbiamo trovare un modo per staccare la nave dalla roccia. La fiancata non sarà un problema, ma è la parte posteriore che mi preoccupa.- spiegò pensieroso Hanzo, mentre guardava il progetto in cerca di un'idea. 
Un ragazzo si fece improvvisamente avanti, chiedendo ad Hanzo se fosse intenzionato ad usare degli esplosivi. 
-Chi sei tu?- gli chiese diffidente il ninja.
-Il mio nome è Kiu. Lasciate che mi occupi io degli esplosivi. Ne ho trovate parecchie casse in magazzino e credo che siano sufficienti. -
-Il vero problema..- lo interruppe Hanzo, guardandolo storto - è la parte posteriore della corazzata. E' completamente incastonata nella roccia. Del semplice esplosivo non riuscirà a far saltare in aria un'intera parete rocciosa.-
- A questo punto, non rimane che utilizzare i cannoni della nave.- intervenni, esponendo l'idea che mi frullava in mentre. 
-Vuoi veramente fare affidamento su questa bagnarola?- mi chiese scettico Killua.
 Non diedi peso alle sue parole sarcastiche, continuando nell'esposizione del mio piano. 
-Faremo fuoco continuato con i cannoni di quaranta millimetri, non c'è alternativa.-
-Per fare questo sarà necessario far arrivare l'alimentazione ai cannoni. Seconda cosa, abbiamo le munizioni?- 
-Si. Di questo posso dartene conferma io.- rispose prontamente Leorio, sicuro delle sue parole. 
-Sparando con i cannoni le spaccature che si formeranno sulla parete rocciosa dovrebbero diramarsi fin sotto la nave.-
-Certo! L'acqua entrando nelle spaccature le dilaterà, facendo così staccare la nave.- mi diede ragione Hanzo, guardandomi speranzoso. 
- Ad ogni modo per fare questo, dovremo avviare il motore principale, che si trova nella sala macchine, sotto il livello dell'acqua.- 
-Come pensi di arrivarci?- chiese sorpresa Ponzu al ragazzo al suo fianco.
-Passerò dal condotto dell'aria del ponte C.-
-Allora è deciso. Ci andremo Pocol ed io.- esclamò risoluta la ragazza, annuendo in direzione del ragazzo. 
Ecco,  il nome del ragazzo della ricetrasmittente. 
- Un'altro problema è bilanciare il peso della nave..- continuò Hanzo, elencando gli ultimi problemi di quest'ammasso di ferraglia. -con le modifiche apportate alla nave per adibirla ad albergo, l'equilibrio è cambiato, facendo in modo che questa bagnarola si sbilanciasse.- 
- Di questo possiamo occuparci noi!- disse un ragazzo a poca distanza da Gon e Killua, indicando altri due ragazzi dietro di lui. 
-Benissimo. Allora c'è solo da sistemare il problema delle eliche. Sono piene di alghe e in queste condizioni non possono muoversi.- 
-Non devi preoccuparti di questo, Hanzo. C'è ne occuperemo io e Killua!- 
-COSA?- rispose immediatamente l'albino, uno sguardo terrorizzato dipinto in volto. 
-Anche noi dobbiamo renderci utili! Non possiamo starcene con le mani in mano.- 
Killua sospirò, dando però ragione al bambino, e confermando che avrebbe svolto quel lavoro al meglio.
-Bene. Questi sono i problemi principali. Impegniamoci tutti nella realizzazione dei nostri compiti e vedrete che andrà tutto bene..- 
La frase di Hanzo rimase in sospeso, mentre i suoi occhi si fissarono nei miei, guardandomi in attesa. 
Sospirai, conscio che anch'io dovevo dare il mio contributo. -Ascoltate tutti.- iniziai, guardando uno ad uno tutti i membri del gruppo. -Siamo rimasti in venticinque. Siamo ad un passo dal raggiungimento del nostro obbiettivo. Se rimarremo uniti e collaboreremo insieme, tutto andrà per il meglio. Ognuno è di vitale importanza per la riuscita di questa impresa. Io ho fiducia in voi.-
Guardai per ultimi i miei compagni, sorridendogli incoraggiante. 
Ne ero certo. 
Avremmo superato anche questa sfida. 
 
Tutti erano al lavoro. 
Gon e Killua si erano tuffati in acqua già da un'ora, liberando le elica dalla maggior parte delle alghe. 
Hanzo mi aveva chiamato da poco, confermandomi che i cannoni non avevano subito danni in seguito alla mareggiata, e che avremmo potuto sparare ripetutamente alla parete rocciosa senza nessuna difficoltà.
Tutto sembrava andare per il meglio.
Tutto sembrava procedere per il verso giusto, tranne una cosa. 
Una terribile sensazione che mi stava attanagliando lo stomaco. 
Cercai di non pensarci, concentrandomi al massimo sul manuale che avevo fra le mani. 
Ma era tutto inutile. 
Decisi di andare da Asuka. 
Vederla mi avrebbe sicuramente tranquillizzato.
E fu proprio così.
Non appena entrai nella stanza, il peso di quella sensazione si sciolse a poco a poco, mentre il cuore prendeva a battere all'impazzata e una mandria di elefanti faceva le acrobazie nel mio stomaco. 
Mi avvicinai cauto, cercando di fare movimenti meno bruschi possibile. Non doveva assolutamente svegliarsi. Non in questo momento. Perchè non avrei potuto proteggerla, senza venire meno al ruolo di leader del gruppo. 
Loro avevano bisogno di me e se lei si fosse svegliata, non ci sarei sicuramente stato per loro.
Mi sedetti sul letto, cercando di non guardare altro se non il suo viso. 
Quelle cicatrici erano tanto dolorose, da sentirle sulla mia stessa pelle. 
Che cosa ti hanno fatto, mia dolce Asuka?
Quale inferno hai dovuto sopportare?- 
Le accarezzai delicatamente una guancia, mentre una lacrima, scappata al mio controllo, ricadde su di essa. 
Non era il momento di fare i frignoni. 
Dovevo rimanere concentrato e svolgere al meglio il mio ruolo. 
Per i miei compagni, ma soprattutto per lei. 
Mi sporsi, incerto sul da farsi. Senza pensarci chiusi gli occhi, dandogli un lievissimo bacio sulle labbra.
Ma anche solo quel piccolo contatto, fu in grado di risvegliare in me le stesse emozioni del precedente. 
Non avevo mai provato sensazioni simili. 
Era come volare. 
Un suo bacio riusciva a farmi sentire di nuovo vivo. Di nuovo uomo. 
Non ero più un'anima in pena in cerca di vendetta, quando ero con lei. 
Ero semplicemente Kurapika. 
Una persona in grado di provare di nuovo dei sentimenti, che sembravano ormai dimenticati e seppelliti da tempo. 
Mi allontanai di mala voglia da lei, la sensazione soffocante di prima che ritornava ancora più prepotentemente. 
Mi avviai svelto verso la sala comandi, dove la voce di Hanzo mi chiamava insistentemente.
-Hanzo. Sei ancora li? Scusami, sono stato a controllare una cosa.- 
-Una persona, direi più precisamente..-
Arrossì, sollevato di non poter essere visto da nessuno in quel momento. 
-Volevo solamente aggiornarti sui nuovi sviluppi. I tubi metallici della parete laterale sono stati fatti saltare in aria, mentre Leorio è sceso da poco sul fondale per recuperare le munizioni.-
-Bene, sembra che tutto stia procedendo secondo i piani.-
-Kurapika, abbiamo fiducia in te. So che andrà tutto per il meglio.-
Sorrisi all'interfono, grato ad Hanzo per quelle parole. 
E quando questo si spense, notai fuori  l'insolita colorazione del cielo, dovuta ai raggi del sole, e a nuvole nere che si avvicinavano lentamente ma minacciose.
Corsi all'interfono, cercando Pocle e Ponzu.
-Vi prego, ditemi che avete finito! La tempesta si sta avvicinando.-
-Non ancora..- rispose dura quest'ultima, chiedendo altro tempo.
-Non abbiamo più tempo! Dovete sbrigarvi! Devo iniziare il conto alla rovescia per le operazioni- quasi gridai, la disperazione che si stava pian piano impossessando di me. 
-Faremo del nostro meglio, Kurapika.- disse lei prima di chiudere la chiamata.
Non feci nemmeno in tempo a girarmi che fui richiamato dalla voce di Hanzo, carica di preoccupazione e terrore. 
-Kurapika..abbiamo un problema! Leorio è bloccato sott'acqua! C'è un solo scafandro e c'è il rischio che l'operazione di salvataggio si trasformi in tragedia. Lascio l'ultima decisione a te..-
I miei occhi si spalancarono per il terrore, mentre l'aria faticava ad entrarmi nei polmoni. Caddi in ginocchio, completamente tramortito dall'idea di poter perdere il mio amico. 
-Kurapika. Gon è andato a prenderlo. Affidiamo tutto nelle sue mani.- Tirai un sospiro di sollievo, mentre il cuore aveva iniziato a battere di nuovo. -Piuttosto, guarda fuori. La tromba d'aria si avvicina. Dovresti essere in grado di calcolare la sua velocità. Io andrò con Killua ai cannoni principali, e aspetterò il tuo segnale.-
-Ricevuto.- dissi solo, guardando con occhi sgranati la tromba d'aria che si avvicinava sempre di più.
Presi carta e penna, e dopo aver fatto i conti presi l'interfono e gridai - A tutto l'equipaggio. La corazzata, prima di essere raggiunta dalla tromba d'aria, raggiungerà la linea di galleggiamento grazie all'aumento del livello del mare. Alle diciotto e trenta, tra dieci minuti circa, distruggeremo la parete rocciosa a cui è fissata la prua della nave, facendovi fuoco con i cannoni principali. Contemporaneamente, spingendo i cannoni al massimo della potenza, muoveremo all'indietro, lasciando questa tratta di mare.Ognuno porti a termine il proprio compito con determinazione e coraggio. Ora, sincronizzate gli orologi. Inizio del conto alla rovescia. Prepararsi.-
Non mi resi nemmeno conto degli ordini che diedi all'equipaggio, mosso da una strana forza interiore che mi lasciava stranito. 
-Kurapika, l'equilibrio della nave è stato ripristinato. Lavoro compiuto.-
-Benissimo, hai fatto un ottimo lavoro.- risposi alla voce dell'interfono, contattando immediatamente Pocle.
-Ho appena ultimato la messa a punto dei quattro motori a turbina. La pressione delle dodici caldaie ha già raggiunto il livello critico. Fra un'attimo proverò ad aprire il circuito.-
Furono attimi di pura agonia, mentre aspettavo il responso del lavoro di Pocle.
-Tutti i quattro motori sono attivi. Aprimi il circuito!- 
Le sue parole furono come un soffio di aria fresca nel deserto. Mi ritrovai a sorridere come un bambino, mentre eseguivo gli ordini. 
-Sala di controllo. Trasmissione della forza motrice ai cannoni principali. Aprite i circuiti. Batteria A, B, C. Chiudete le altre.- 
I cannoni furono posizionati. 
-Possono andare?- mi chiese una voce femminile. 
-Si. Non azionarli fino al mio ordine.- 
-Guardai l'orologio, notando che mancavano pochi minuti prima che dovessi dare l'ordine di sparare. Leorio non era ancora tornato, e il peso sulle mie spalle continuava a schiacciarmi sempre di più, lasciandomi tramortito. 
Ma dovevo farcela. 
 
Il tempo era ormai scaduto. Dall'interfono Hanzo continuava ad urlarmi di sparare.
Ma non potevo farlo. 
Non quando Gon e Leorio erano ancora la sotto. 
Si sentì un rumore sordo, poi la voce di Killua irruppe nella stanza. -Hanno recuperato Gon e Leorio. Da l'ordine di sparare, razza di zuccone!- 
Una nuova energia mi scosse le membra, facendomi muovere immediatamente. 
-Bene! A tutto l'equipaggio. Apriremo il fuoco fra trenta secondi. Prepararsi a fare fuoco! Bersaglio a ore..-
-KURAPIKA!-
L'urlo disperato di quella voce interruppe i miei ordini, mentre sentivo che il cuore stava per cedermi.
-LA BATTERIA C! NON PARTE! CI DEV'ESSERE STATO QUALCHE GUASTO, MA NON RIESCO A TROVARE LA FALLA. TI PREGO, RAGGIUNGICI AL PIU' PRESTO- 
Rimasi completamente paralizzato dalla paura. 
Non solo per le parole di quel ragazzo, ma perchè davanti ai miei occhi si erano materializzati i miei più terribili incubi. 
 
 
Pov Asuka
 
La luce della stanza era fioca, debole. Perciò non fu difficile ambientarmi all'oscurità di quella stanza, non appena aprii gli occhi. Mi alzai a sedere di scatto, cercando di capire se fosse la mia testa a farmi vedere tutto quanto ondeggiare, o se stava succedendo qualcosa. 
Avevo una bruttissima sensazione. 
Cercai di muovere i muscoli, e seppure questi fossero ancora doloranti, riuscii a mettermi in piedi.
Durai meno di cinque secondi, poichè qualcosa sbattuto contro la parete mi aveva fatto perdere l'equilibrio.
Girai lentamente lo sguardo verso la finestra, notando che il cielo era stato coperto da uno spesso strato di coltre nera come la pece, e una grossa tromba d'aria era ormai vicinissima alla nave. 
Il mio cuore ebbe un sussulto, mentre il suono dei suoi battiti mi martellava nelle orecchie. 
Kurapika.
Fu quel pensiero a rimettermi in piedi, e, seppur con un enorme  fatica, aggrappandomi alla parete e al letto, riuscii a raggiungere il ciglio della porta. 
Il corridoio era buio, ma non fu difficile trovare l'uscita, poichè un vento potente proveniva da quella direzione.
Mi sentivo senza forze, completamente schiacciata da quella potenza di quel vento, ma non potevo permettermi di arrendermi.
Kurapika e i miei compagni erano in pericolo, ed io dovevo salvarli. A qualunque costo. 
Riuscii a stento ad arrivare all'uscita, il vento ancora più impetuoso che spingeva per trascinarmi indietro. 
Lottai con tutte le mie forte. Arrivai a tentoni alla balconata principale, e lo spettacolo che mi si presentò davanti mi paralizzò sul posto dalla paura.
La nave era quasi totalmente sommersa, mentre molte persone cercavano di sistemare i cannoni principali, puntati contro la parete rocciosa. 
Capii in un attimo quale fosse il piano di Kurapika. Doveva aver stabilito che questa nave era la più adatta per far fronte al mare aperto e che bisognava riuscire in qualche modo a staccarla dalla parete rocciosa. Ma qualcosa doveva essere andato storto.
Forse un circuito difettoso, o un guasto improvviso. 
Non lo sapevo. 
L'unica cosa di cui ero certa, è che avevano bisogno di tempo. 
La paura mi aveva quasi totalmente paralizzata, mentre fissavo con occhi sgranati la mareggiata incombere sempre più minacciosamente verso di noi. 
No. Non potevo fermarmi ora. 
Dovevo farlo per Kurapika. Per proteggerlo.
Dovevo farlo per lui. 
Corsi giù dalle scale senza nemmeno rendermene conto,  arrancando nell'acqua per riuscire a raggiungere il ponte principale. 
Mi posizionai al centro, mentre sentivo gli occhi impauriti di tutti addosso.
-MA CHE CAZZO STAI FACENDO? VAI VIA DI LI!- mi urlò una voce, a cui non diedi nemmeno ascolto, troppo concentrata nel raccogliere tutte le energie rimaste. 
-STUPIDA! CORRI! COSA CREDI DI FARE?!- gridò terrorizzato Killua, la sua voce che mi sembrava lontana anni luce. 
-ASUKA!- 
Ma l'urlo disperato di Kurapika lo sentì. Il tono della sua voce era a dir poco terrorizzato, e, girandomi, vidi i suoi occhi rossi piangere dalla paura. 
Gli sorrisi, cercando di rassicurarlo.
L'avrei protetto a qualunque costo.
E poi, l' unica in grado di fargli guadagnare tempo ero io.
Mi girai per fronteggiare la mareggiata, un'onda alta più di quindici metri che si avvicinava sempre di più, tanto da sentirla incombente. 
Protesi ancora di più le braccia verso il cielo, liberando tutta l'energia e il potere che avevo in corpo. 
Quando l'onda si scagliò sulla nave, la mia cupola d'aria riuscì a respingerla. 
Ma era forte. Troppo forte. 
La sua potenza mi fece cadere in ginocchio, mentre sentivo le forze venirmi meno. 
-FATE PRESTO! NON RESISTERO' ANCORA PER MOLTO!- Urlai con tutto il fiato che avevo in gola, facendomi forza solo grazie al pensiero che se avessi resistito, Kurapika sarebbe stato salvo. 
Furono minuti interminabili, mentre le mani avevano iniziato a bruciare per lo sforzo. 
-VI PREGO! KURAPIKA, TI PREGO!- 
Uno scossone e un suono acuto mi fecero cadere a terra, i palmi sempre rivolti verso l'alto. Cercai di rimettermi in piedi, ma i cannoni continuarono a sparare, incessanti. 
La nave iniziò a muoversi e una sensazione di sollievo si impossessò di me. 
Ma non era finita. 
Continuai a tenere lontana l'onda, facendo in modo che prima di mollare la presa, la nave fosse abbastanza lontana per non essere travolta. 
Fu il dolore più straziante che provai in vita mia. 
Non riuscivo più a sentire le mani, e ora anche le braccia avevano preso a bruciarmi, quasi fosse lava incandescente. Non potei fare a meno di urlare tutto il mio dolore, mentre sentivo di stare dando fondo a tutte le mie energie. 
La nave si muoveva troppo lentamente e ormai io ero al limite. 
Decisi di giocarmi l'ultima carta che mi era rimasta. L'ultima che avrei voluto usare.
- Ti prego! Ti prego Musoda, dammi la tua forza per salvare i miei amici. Ti supplico!-  
E cosa mi darai in cambio, giovane Asuka? 
-Ti libererò. E' una promessa. Ma ora aiutami. Dammi la forza, ti prego.-
Molto bene 
Un improvviso calore mi investì completamente, lasciandomi senza fiato. 
Fu come tornare in vita.
Sentii l'energia scorrere di nuovo attraverso il mio corpo. 
Mi rialzai in piedi, gli occhi rossi fissi sull'onda sempre più potente. 
Camminai in avanti, ormai completamente sopraffatta dal potere che Musoda mi aveva donato. 
Mi preparai per l'ultimo colpo. 
Distesi le braccia, facendo confluire tutta l'energia nelle mani. 
-GOKAKYU!- 
Fu un urlo animalesco, seguito da un' enorme palla di fuoco che venne scagliata in cielo, contro l'onda. Quest'ultima si dissolse in una frazione di secondo. Le fiamme a contatto con l'acqua procurarono un esplosione di vapore, e riuscii a ripararmi il corpo appena in tempo. 
Le forze vennero meno all'improvvisimo, la voce disperata di Kurapika che mi rieccheggiava nelle orecchie. 
Ricordati della tua promessa. 
Fu l'ultima cosa che sentii, prima di svenire a terra, completamente priva di forze.
 
Buonasera a tutti! 
(Anzi, forse sarebbe meglio dire ''buonanotte, data l'ora) 
Innanzitutto voglio chiedervi enormemente scusa per il ritardo nel postare questo capitolo; avevo tutto pronto, ma giovedì sono venuti da noi dei parenti che sono partiti solo poche ore fa, e non sono riuscita in nessun modo a prendere il pc per aggiornare. Vi chiedo ancora una volta scusa. 

Questo capitolo è veramente lunghissimo, e come avrete notato ci sono ben 4 pov!
E' stato divertentissimo scrivere le discussioni tra Gon e Killua, e soprattutto è stato meraviglioso poter buttare in acqua Killua. Una soddisfazione che non potete nemmeno immaginare.
E poi che dire? 
Finalmente sappiamo il nome di questa fantomatica infermiera, 
E quanto sono carini quei due? Appena li ho immaginati insieme, non ho potuto non accoppiarli. Credo che i loro caratteri - per quando ancora non si conosca completamente quello di Caren-  stiano davvero bene insieme. Si equilibrano. 
Vedremo più avanti cosa succeder e che risvolti avrà questo nuovo personaggio nella storia principale. 

La prova?
E' stata in assoluto una delle mie preferite nell'anime. Come non si può non amare il lavoro di squadra del gruppo? Poi, diciamoci la verità, Kurapika al comando è geniale. Credo davvero che lui sia un leader perfetto, e non ho potuto che mantenere questo aspetto anche in questo capiolo. Ho cercato di mantenermi più fedele possibile all'anime, tanto che sono arrivata a impararmi a memoria i dialoghi. E' stato un lavoraccio, anche perchè non volevo fare un copia e incolla. Cerco sempre di trarre ispirazione dall'opera originale, e renderla il più fedele prossima, conferendole quel tocco personale che solo l'autrice/autore può conferire. 
E' stata una prova davvero dura. Sia al livello fisico, che quello mentale. 
Ho sempre sostenuto - e continuerò a sostenerlo fino allo sfinimento- che le prove Hunter siano state strutturate in modo diabolicamente geniale. Vanno a colpire tutti i punti deboli di ogni singolo lato umano. 
Sono perfette. 
Perciò non ho voluto stravolgerle completamente, lasciando comunque il filo originale a farle da guida. 

Parliamo di Asuka? O iniziamo a piangere di nuovo?
Quando scrivo di questo personaggio, ho sempre i brividi. Non solo per il suo rapporto con Kurapika. che sta diventando sempre più forte e sempre più concreto, ma anche per il suo lato umano. 
Perchè lei per me rappresenta in un certo senso il coraggio. La determinazione di andare avanti, nonostante la paura e il rimorso, per proteggere le persone che ama. 
Un coraggio che ha dimostrato fino alla fine, correndo verso il ponte della nave per permettere ai propri compagni di guadagnare tempo, nonostante fosse completamente paralizzata dalla paura. 
Questa è una lezione che mi ha insegnato un anime di qualche anno fa, impresso a fuoco nella mia memoria e nel mio cuore. *non vi dico quale gne gne*
Una lezione che ho tenuto ben presente, e che alle volte mi ha permesso di fare scelte importanti. 

E no, non mi sono di certa dimenticata di questo fantomatico ''Musoda''. Vi prego, lasciate che con il tempo arriviate alle dovute conclusioni. Vi dico solo che è un personaggio FONDAMENTALE, ma di cui per il momento sentiremo solo parlare. Scatenate la fantasia, ma non troppo u.u Vorrei parlarvi di un ultima cosa un po' personale. 
Sono stata sempre criticata per i miei scritti. I miei compagni di classe non hanno fatto molto per incoraggiarmi, e in altri fandom, molti anni fa, ho ricevuto critiche non proprio costruttive, che mi hanno portato alla decisione di cancellare ciò che pubblicavo. 
Da un po' di tempo, però, ho detto basta. Ho messo da parte quelle parole cattive, e ho ricominaciato, partendo da qui. 
''L'odio dei puri'' è un po' come un riscatto.Un modo per dire che anche io posso farcela. 
Perciò, vi chiedo con il cuore in mano, di farmi davvero sapere l'opione che avete riguardo questa storia. Che sia una parola o due o un papiro intero, pubblicato qui sotto o come mail privata non mi interessa. Ciò che davvero voglio è capire se sono riuscita, fino ad ora, a trasmettervi ciò che io provo mentre scrivo. Voglio davvero capire se posso ancora migliorare; capire i miei limiti e che cosa ho smosso in voi. 
Questo è ciò che vorrei, in quanto futura scrittrice. 
E vi prego davvero di non pensare che dica questo per raccimolare popolarità. Non sono proprio il tipo. 
I miei unici scopi sono quelli che vi ho elencato qui sopra. 
E io vi ringrazio. Vi ringrazio ancora una volta per tutto il sostegno che mi dismostrate, e per il tempo che dedicate nella lettura di questi capitoli. 
Grazie. Grazie infinite.
E scusate per l'immenso papiro e l'ora a cui lo pubblico, ma sarà una settimana durissima in cui sarò a casa pochissimo. 

Io vi ringrazio, ancora una volta. 
Un grosso abbraccio! 
La vostra Koralblu.

P.s Gokakyu* è l'italianizzazione della parola giapponese che significa ''sfera di fuoco''
P.s 2 Vi consiglio, durante l'ultima parte, (ovvero il pov di Asuka) di ascoltare la colonna sonora delle battaglie di Sword art Online. E' stata di grandissima ispirazione!
Inoltre, un' ultima piccolissima e forndamentale cosa -che mi sono scordata prima, perchè sono sbadata- 
 Ho trovato il volto di Asuka! Nel senso, ho trovato l'immagine che più la rappresenta. Io non amo molto dare un modello già predefinito, poichè ognuno è libero di immaginare un personaggio come vuole. Però, se mi dite che volete vederla, nel prossimo capitolo provvederò a postare anche una sua foto. 
   
 
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