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Autore: Dicembre    23/04/2009    7 recensioni
Inghilterra, 1347.
Di ritorno dalla battaglia di Crécy, un gruppo di sette mercenari è costretto a chiedere ospitalità ed aiuto a Lord Thurlow, noto per le sue abilità mediche. Qui si conoscono il Nero, capo dei mercenari, e Lord Aaron. Gravati da un passato che vorrebbero diverso, i due uomini s'avvicinano l'uno all'altro senza esserne consapevoli. Ne nasce un amore disperato che però non può sbocciare, nonostante Maria sia dalla loro parte. Un tradimento e una conseguente maledizione li poterà lontani, ma loro si ricorreranno nel tempo, fino ad approdare ai giorni nostri, dove però la maledizione non è ancora stata sconfitta. E' Lucifero infatti, a garantirne la validità, bramoso di avere nel suo regno l'anima di Aaron, un prescelto di Dio. Ma nulla avrebbe avuto inizio se non fosse esistita la gelosia di un mortale. E nulla avrebbe fine se la Madonna e Lucifero fossero davvero così diversi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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So bene di essere mancata per tantissimo tempo da queste pagine e da questi lidi. me ne scuso immensamente con tutti coloro che seguono e seguivano la mia storia. Credetemi quando vi dico che ci sono state motivazioni davvero gravi alla base della mia dipartita, e davvero al di là della mia volontà. Perciò ora che posso riprendere, mi riprometto di ritornare ad aggiornare regolarmente come ho sempre fatto (anche perchè questa storia è conclusa) e a rispondere ai singoli che vorranno lasciarmi un commento (lo sapete quanto ci tengo) - grazie a stateira, ayay, tifa e smolly. Mi avete dato una carica incredibile *_*
.

Scusate l'assenza, spero che il nuovo capitolo un po' ripaghi dei mesi di silenzio.
Un bacione a tutti








IMPORTANTE
: In questo capitolo compariranno due nuovi personaggi: Esse e Ayel. Sono rispettivamente un demone ed un angelo. Di conseguenza non sono esseri umani con la distinzione sessuale maschile/femminile. Non esistendo (purtroppo) il genere neutro in italiano, mi riferirò a loro sempre al maschile (che sostituisce bene o male il neutro), anche se prenderanno sembianze diverse, nei vari capitoli (di uomo, ma anche di donna). Questi due personaggi sono nati altrove, non fra le pagine di Liberaci dal male, qualcosa di più dettagliato lo scriverò a fine capitolo. Ora è meglio leggere la prosecuzione della storia :) Buona lettura

 



 

Capitolo Ventiquattro - Il libero arbitrio

 

 

“Qualcuno guarda giù per te…”

Questo aveva appena detto Nicole, quando una figura sfumata apparve su un terrazzo in cima ad un palazzo.

“E non può neanche immaginare chi” sorrise ironicamente la sua voce, mentre lui fluttuava ancora senza prendere forma “Certo che la tua signora gli ha proprio spianato la strada…”

Un uomo seduto sulla balaustra si scostò dal viso i fluenti capelli bianchi, lambiti dal vento.

“Non è cortese non mostrasi al tuo interlocutore, Esse”
La figura prese forma concreta e, con un gesto teatrale, allargò le braccia, quasi fosse esasperato.

“Non mi si dà neanche il tempo di scegliere che cosa indossare!” esclamò con fare melodrammatico. Comparve con la forma di una donna bellissima, con la pelle scura e gli occhi verde chiaro, profondi e sibillini. Il trucco pesante li rendeva ancora più intensi. Aveva le labbra rosso sangue, rese lucide dal rossetto, che sarebbero parse volgari, se i suoi lineamenti non fossero stati perfetti.

“Che ne pensi?” chiese in modo seducente all’altro “Forse è un po’ esagerato, per gli umani” commentò, senza aspettare risposta. Ma a dispetto delle sue parole, il sorriso che gli comparve sul viso era lascivo e malizioso.

Si passò i polpastrelli della mano destra sul pollice avvicinando la mano alla bocca. Soffiò, attraverso le dita per emanare un profumo dolcissimo e poi voltò gli occhi ad osservare la reazione dell’altro. Reazione che non arrivò.

“Uff, sei così noioso, a volte” si lamentò Esse, avvicinandosi all’uomo coi capelli bianchi. Con le unghie perfettamente laccate di nero, tracciò una linea sulla guancia di quest’ultimo, ferendolo.

“Già, proprio noioso…” sussurrò, a pochissima distanza dal suo orecchio.
Dalla ferita non uscì sangue. Si rimarginò subito.

“Quando hai finito di giocare, puoi iniziare ad occuparti di ciò che ti spetta”.

Esse arricciò il naso contrariato: “Non che io abbia fretta…Tu poi” disse agitando leggermente il dito indice “non dovresti proprio averne, dato che sei qui solo per tenermi a bada.” Fece una brevissima pausa “Non è vero?” disse poi velocemente ampliando così tanto i suoi poteri da oscurare completamente il cielo per un istante.

“Smettila!” lo ammonì l’altro, reagendo a quel potere e arginandolo.

La donna alzò le spalle “Controllavo solo se mi ascoltavi” disse semplicemente, sporgendosi oltre la balaustra.

“Invece di perdere così tanto tempo, dovresti sbrigarti a fare il tuo dovere, così saresti libero”

“Vuoi che vinca io?”

L’uomo dai capelli bianchi sorrise “No, ovviamente. Ma che tu vinca o perda, il tuo Signore ti libererà dall’obbligo di Raccoglitore”
”Già” allargò gli occhi la donna “una vita d’Inferno!” scoppiò a ridere, divertito. Anche il bianco non riuscì a trattenere una lieve risata.

“L’ho fatto ridere” disse in modo seducente nella sua direzione, ma invece che continuare la frase, la interruppe bruscamente e si girò, a guardare la città sotto di loro:

“Sarai libero anche tu” disse asciutto.
”Non sono certo obbligato a stare qui”
”La volontà di Dio è la mia, bla bla…” cantilenò sarcasticamente Esse, sbeffeggiando chiunque avesse pronunciato quelle parole in passato.

Il bianco si limitò ad alzare le sopracciglia: “Sai che è così”

“Lo so fin troppo bene…” rispose sussurrando l’altro “Ma non mi hai ancora risposto.”

“Perché non mi hai ancora fatto nessuna domanda”
”Non sei felice ti tornare a ciò che eri solito fare?”

L’uomo scosse la testa “E’ stato un buon diversivo il… limitarti. Non è compito mio, di solito, occuparmi dei Raccoglitori, ma quando s’è saputo che Lucifero aveva condannato nient’altro che te ad esserlo, ho scelto io di farti da Angelo Custode”

La donna sorrise tristemente e non rispose.

L’uomo dai capelli bianchi lasciò che, per un attimo, fosse il vento a parlare, e poi disse, più a quest’ultimo che al suo vero interlocutore: “Chissà che cosa deve avere fatto un Sobillatore di così terribile per meritarsi questa punizione…”
”Chissà” rispose il demone, lasciando che il vento facesse scomparire la sua voce al più presto.

 

Due figure s’avvicinarono al demone e all’angelo, quest’ultimo s’inchinò.

“Saluti, Mia Signora” disse, salutandola.

“Saluti a te, mio bel Ayel” rispose Maria con un sorriso dolcissimo. Poi proseguì, rivolta al demone: “Non interferire con lo scorrere degli eventi”

“Anche se la tentazione è tanta, immagino” sorrise ambiguamente Lucifero “Esse, devi solo assicurarti che Jude porti a compimento il suo dovere”

“Ho semplicemente favorito la fragilità dell’umano” si giustificò il demone.

“Creando il deserto intorno a lui e facendolo impazzire lentamente…” puntualizzò l’angelo.

“Era nel Patto che aiutassi Cain – o Jude se preferisci il suo nuovo nome” Esse non riuscì a trattenere una risatina di fronte a quel nome “a raggiungere il suo scopo”.

“Del resto, questo incontro fra Alec e Matthias è stato, per così dire, agevolato” sorrise Lucifero “Ma non ci si può spingere più in là di così! Bisogna lasciare che sia” e mosse delicatamente la mano mimando la forma di un’onda.

Maria lo guardò alzando le sopracciglia: “La tua remissività non ci trae in inganno” disse includendo anche Ayel nella sua affermazione.

Il sovrano dell’Inferno divenne improvvisamente serio: “Avere l’anima di Aaron nel mio regno  vorrebbe dire possedere uno dei gioielli più preziosi del Regno dei Cieli, ma è pur sempre compito di un umano portarmela. Se riuscirà o meno, questo dipenderà solo da lui. Non da me, da Esse o da voi” indicò la Madonna e l’angelo “Noi possiamo favorire alcuni eventi ma non altro. Sai bene che non ho alcun interesse a ricominciare la Guerra contro Cielo. Sovvertire l’unica legge imposta da Dio su questo mondo vorrebbe di sicuro dire questo. Anche se lo facessi per una singola ed insignificante persona”.

“Negare il libero arbitrio…” disse Ayel

“Negare il libero arbitrio” confermò Lucifero.

 

 

 

Il bagno della mostra era più bello di quello di casa sua: le piastrelle color crema  e gli asciugamani in tinta davano al luogo un’atmosfera calda. Alec pensò che avrebbe potuto nascondersi lì per un po’.

Si guardò intorno, aprendo il rubinetto dell’acqua fredda. C’erano anche diversi fiori secchi rossi e marroni in piccole ceste decorative: tutti quei colori così caldi, però, non lo tranquillizzavano. Aveva appuntamento con Matthias dopo pochi minuti, ed era agitatissimo.

Mise la mani sotto l’acqua scrosciante, per cercare di farle smettere di sudare e poi si sciacquò la faccia. Non aveva neanche avuto il tempo di andare a casa a cambiarsi, sarebbe uscito con quell’uomo col suo discutibile abbigliamento di una mattina qualunque.

Non sapeva esattamente cosa lo agitasse tanto, forse il fatto di uscire con un Cole – non sarebbe lui apparso fin troppo ordinario?. Forse il fatto di averlo appena conosciuto – e se dopo poco gli argomenti comuni fossero finiti? Più probabilmente, però, ciò che l’agitava più di tutti era il desiderio di sapere perché Matthias Cole avesse cercato quella foto, perché avesse avuto una reazione così intensa – quando Alec pareva l’unico a trovare l’immagine quasi angosciante.

Il biondo aveva sicuramente scattato fotografie più belle e di sicuro l’impatto emotivo di altre sue opere era stato superiore. Per quanto bella, quella foto sembrava bidimensionale nei suoi due colori.

Eppure non era così per lui. Eppure non era così per Matthias.

Si guardò nello specchio, aveva le punte dei capelli che sgocciolavano e gli davano un’aria da eroe tragico. Alec sorrise.

Non voleva neanche prendere in considerazione l’ipotesi di avere una delle sue crisi quand’era fuori con Matthias, ma sapeva che poteva succedere. Cosa sarebbe capitato se, d’improvviso avesse sentito il mondo parlare intorno a lui con una voce che non c’era? Che cosa sarebbe successo se avesse iniziato a non riconoscere che cos’era reale e che cosa, invece, era solo un’allucinazione?

Non aveva con sé neanche le sue pillole… inutili, ma in qualche modo lo rassicuravano.

Sospirò e si fece coraggio. Era inutile fasciarsi la testa prima di essersela rotta.

Ora che forse aveva a portata di mano una soluzione per la sua malattia – Jude Dorley sembrava sicuro della sua cura - Alec si sentiva un po’ più sicuro.

 

Matthias lo stava già aspettando fuori dalla mostra, in piedi, con la schiena appoggiata ad un auto. Nonostante fosse vestito meno elegantemente di quanto non lo fosse stato la mattina, Alec trovò il suo abbigliamento così raffinato da farlo indugiare qualche istante di troppo sulla sua figura.

“Buonasera” gli disse il moro, quando lo notò avvicinarsi.

“Ciao”

Alec non riusciva a contenere il suo imbarazzo. Si sentiva un adolescente al suo primo appuntamento e più tentava di controllarsi, più peggiorava la situazione.

Entrati in macchina, il biondo si guardò in torno, cercando di abituarsi in fretta a quella situazione. Notò, vicino al cruscotto, un passpartout elettronico con il logo Cole inciso sopra e si fermò ad osservarlo.

“E’ solo un telecomando automatico per alcuni cancelli…” gli spiegò Matthias.

Alec, che per un istante s’era dimenticato di essere con qualcuno, sussultò.

“Scusami” si schermì.

“Sei a disagio?”
”Per niente” Alec non stava mentendo. Nonostante fosse agitato per un motivo poco chiaro, non si sentiva a disagio, anzi. L’odore all’interno di quella macchina e quella situazione gli piacevano.

Sorrise “Non sono a disagio, solo nervoso…anche se ti può sembrare una contraddizione”

Matthias rise “Spero che quel pass non aumenti il nervosismo…”
”No, no” si affrettò a dire Alec “è che…”
”…questa mattina non sapevi che fossi quel Cole?”
Alec si girò a guardare l’altro mentre guidava, per cercare di capire se ci fosse dell’astio o del vanto in quel nome. Non c’era nessuno dei due, sul viso dell’uomo.

“Già, non lo sapevo…”

“E…” Matthias lasciò scorrere la domanda, per vedere la reazione dell’altro e per capirla.

“Oh beh” si strinse nelle spalle Alec “ho solo pensato aiuto!”

Scoppiarono a ridere entrambi. Il tono buffo della voce di Alec sciolse qualcosa. Sembrò quasi che, un nodo fatto di preoccupazione ed incertezza si disfacesse lì, fra le risate e la sottile foschia sull’animo di Alec si sollevò.

“Sono così spaventoso?”

“Beh sì, un uomo sconosciuto che guida una grossa macchina nera e che mi sta portando in un luogo che non conosco… Direi che c’è da aver paura.”

 

Arrivarono al ristorante venti minuti dopo. Nel tragitto in macchina continuarono a chiacchierare di argomenti leggeri. Alec non osò chiedere perché Matthias avesse voluto così fortemente quella foto e avesse quindi pagato quella cifra esorbitante. E non fece domande personali, nonostante ci fosse qualcosa di noto in quell’uomo: la sua educazione prevalse sulla sua curiosità di farsi gli affari di quello che, in fin dei conti, era uno sconosciuto.

Lo era davvero?

Alec non sapeva rispondere, aveva paura ad interrogarsi troppo a fondo. Temeva che quella sensazione di familiarità non fosse altro che un fraintendimento della sua mente, un ennesimo gioco della sua malattia che gli faceva confondere il vero con l’irreale.

Ora era fuori a cena e non c’era altro posto dove avrebbe preferito stare. Era tutto quello che contava.

Solo dopo le ordinazioni, Alec osò chiedere il vero motivo dell’acquisto della foto.

“Perché ti sembra così strano?” chiese Matthias “E’ una gran bella foto”.

“E’ una bella foto, ma priva di qualunque intensità o colore. E’ la cattura, piatta, di un’immagine…”
“E non è forse questo il fine della fotografia? Il catturare un momento insignificante per renderlo unico?”

“E’ un bel modo di pensare, ma… Non riesco comunque a capire.”
”Del resto è proprio quella foto che è stata scelta per Freedom, mi sbaglio?”
”No, hai ragione. Però, in quel caso, quella era l’unica foto che ho inviato a Seth Nolan…E s’adattava perfettamente all’articolo che doveva andare in stampa di lì a breve. Per te, invece, dev’essere stato diverso. Sei venuto per quella foto e hai guardato solo quella foto. Hai comprato quella foto ad un prezzo che, detto sinceramente, è troppo alto.”
”Valeva quei soldi.”

“Ma avresti potuto comprare quella foto per molto meno…” Alec non riusciva a capire perché Matthias continuasse ad eludere la domanda. Non gli aveva forse detto che gli avrebbe spiegato tutto a cena?

“Le tue foto” disse il moro “non erano in vendita. Mi ero informato prima di venire a Londra e sapevo bene che quella era solo un’esposizione di un aspirante fotografo, ma non una vendita… Qualunque prezzo inferiore non avrebbe convinto Seth a darmela. Del resto immagino non fossi contento quando ti ha detto che aveva venduto quella foto…”

Alec corrugò la fronte “E tu come lo sai?”

“E’ stata l’espressione con la quale sei entrato nella stanza, la prima volta che ci siamo visti, ad essere come un libro aperto. Devi avere un legame particolare con quella foto, l’avevi scritto in faccia. Non avresti accettato così facilmente l’invito a cena con me, altrimenti…”

Alec guardò Matthias interdetto: quell’uomo sembrava in grado di dedurre e capire cose di lui con una facilità estrema.

“Sono così facile da capire?” chiese in un sospiro.

Il moro lo fissò per un istante e si morse le labbra, quasi fosse in cerca delle parole più adatte. Sospirò “Sì, per me lo sei” sorrise imbarazzato “perdonami per il clichè, ma è come se già ti conoscessi… Leggo la tua mimica facciale, il cambiamento del colore dei tuoi occhi come se ti avessi visto e parlato già prima di questa mattina…” Matthias lasciò in sospeso la frase, scuotendo leggermente la tesa.

Quel sentimento di estrema familiarità che Alec provava, allora, non era semplicemente i frutto della sua mente…

Gli istanti che passarono dopo parvero immoti, come se il tempo si fosse fermato, intrappolato in una rete che raccontava una trama ignota, quasi assurda, ma che sia Alec che Matthias sembravano percepire.

“Io…” disse sussurrando “ti capisco…”

Matthias sorrise, di quel sorriso bellissimo che Alec a volte aveva visto nei suoi sogni, ma che aveva scambiato per uno scherzo sciocco della sua mente.

 

***

Ciò che scrivo qui sotto è irrilevante ai fini della comprensione e della lettura di Liberaci dal Male. Se ci sarà tempo e modo, racconterò un'altra storia. Riporto qui sotto una breve nota per spiegare a chi è curioso - in breve- ci sono Ayel e Esse. Ma potete anche saltarla a piè pari.

Sugli angeli e sui demoni: L'universo di angeli e demoni che ha creato la vostra affezionatissima  è profondamente diverso da quello solito, a cui siamo abituati. Ayel e Esse (così come altri personaggi) sono stati creati prima di LdM, e insieme a loro una cosmogonia alternativa a quella, per così dire, classica. Sono così tanto affezionata a questo mondo che probabilmente scriverò qualcosa di completo a riguardo (quello che ho ora sono raccontini, stralci di idee, accozzaglia di cose illeggibili O_O), tuttavia per quanto riguarda Liberaci dal Male, bene o male tutto sarà spiegato all'interno del racconto stesso. Non mi piace mettere note esplicative (se non quelle strettamente necessarie). Dimenticatevi, quindi, i Serafini e i Cherubini, i duchi dell'Inferno e quant'altro, tutto è sovvertito e re-inventato (solo i grandi capi sono stati mantenuti nelle loro mansioni O_O). I demoni (per esempio), in questo mio mondo, non sono neanche più degni di portare il proprio nome. Quindi non possono essere nominati, a meno che siano demoni estremamente potenti. In questo caso conservano quindi o l'iniziale del proprio nome, oppure si chiamano con un numero... Inoltre ho sempre trovato bizzarro che i viaggi fossero unidirezionali. Perchè si può cadere e non risalire? Quindi anche questo è diverso... e così via. La smetto qui, il mondo in questione è complicato, fatto di gerarchie e storie e questo non è certo il luogo per raccontarle. A suo tempo e a suo modo, tutto troverà spazio (come anche spazio deve trovare su questo sito: una pagina con le curiosità e le note su Liberaci dal male...). Un bacio a tutti - ovvio, fatemi sapere se mi considerate un caso irrisolvibile di follia galoppante (C.I.F.G.) XD

  
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