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Autore: JoJo    23/04/2009    3 recensioni
Ecco la vita di una ragazza senza armatura al santuario, gente! Niente combattimenti, allenamenti da fanatici o epiche battaglie. Praticamente la cosa più emozionante che potrebbe capitarmi è quella che mi finisca la benzina prima della salita che porta all'entrata della zona sacra!
Genere: Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Doppio gioco

Sospiro soddisfatta.
Tutti gli sforzi fatti oggi, i capricci petulanti di Chen, le richieste assurde della Kido, le occhiatacce dei cavalieri...tutto questo porta direttamente a questo unico, semplice, divino momento di appagamento.
Lo so.
Posso sembrare un tantino superficiale: con tutti i casini che succedono là fuori io sto solo a pensare a me, ma non mi importa assolutamente.
Probabilmente i miei occhi devono aver assunto la forma di un cuoricino, come succede sempre nei cartoni animati, mentre rimiro con occhi sognanti la mia opera.
Il sandwich al formaggio più grande e calorico che sia mai stato creato su questa terra è fra le mie mani!
Devo dire che il soggiorno alla Seconda non sarà niente male: dovreste vedere che cucina si ritrova Aldebaran, roba da professionisti! E il frigo e la dispensa sono sempre straripanti, cosa da non sottovalutare.
Sento nettamente il mio colesterolo applaudire soddisfatto e poi fare una bella ola quando, finalmente, avvicino il panino alle labbra e do un bel morso.
“Micheeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeelle!!”
Per quanto è improvvisa e indesiderata, l'intrusione di questa voce squillante mi fa andare di traverso il boccone.
Chiudere sempre la porta della cucina a chiave ad ore pasto, annoto mentalmente.
Mi alzo in piedi di scatto, in preda a una vera e propria crisi respiratoria, e tossisco a più non posso per riprendere possesso di tutte le mie facoltà.
Cosa tutt'altro che facile, per giunta.
L'ospite indesiderato batte ripetutamente il piede per terra “Quando hai finito con questa pantomima dovrei parlarti!”
“Stavo soffocando, Victoria!” sbotto risentita, non appena torno in grado di parlare.
La bionda si limita a sbuffare sonoramente e fa cadere l'argomento con un raffinato gesto della mano “Aldebaran è in casa?”
“E' di là che prepara la mia stanza.- borbotto- Credo che la stia ricavando da un ripostiglio per le scope.”
“Non credo ci sia mai stato uno sgabuzzino per le scope, qua dentro...” riflette ad alta voce.
E lei come fa a saperlo?
“...Comunque- continua con tono gioviale- ho una cosa importantissima da dirti.”
Con un movimento veloce si toglie la maschera e la lancia senza attenzione sul tavolo.
“Che cosa stai facendo?!- sbraito allarmata- E se arrivasse qualcuno?E se Al torna di qua e ti vedesse in faccia?E se...”
Vic mi posa le mani sulle spalle “Datti una calmata, Miki. Non arriverà nessuno. E poi non posso dirti una cosa come questa senza che tu possa guardarmi in faccia!”
La calmata non me la riesco a dare per niente, però mi incuriosisce il tono della ragazza.
Cosa potrebbe mai dirmi di così importante?
Analizzo con fare indagatore il bel volto di Victoria.
I suoi occhi azzurri sembrano ancora più belli del solito: allungati e stranamente lucenti.
Devo ammettere che non li avevo mai visti così illuminati e trasognati.
Nemmeno durante uno dei suoi innumerevoli periodi di innamoramento.
Che sia questa la volta buona?
“Ok, sputa il rospo.” le intimo mentre mi siedo di fronte a lei.
Vic sbatte più volte le sue insolitamente lunghe e curve ciglia nere “Sono innamorata.” sussurra.
Io faccio roteare gli occhi: non è la prima volta che sento una cosa del genere.
“E?” faccio roteare la mano per incitarla a parlare.
“E lui mi ricambia. Michelle, questo è quello giusto, ne sono certa.”
Non so cos'è a stupirmi di più, o la notizia in sé o il fatto che mentre lo dice mi costringe ad alzarmi e a saltellare in giro per la stanza.
Mi sento una completa deficiente ma non avete idea di quanto può essere utile.
Scarica i nervi, fa passare di mente il fatto di essere la galoppina della Kido e ti fa sentire spensierata come una bambina di dieci anni.
Dopo cinque minuti buoni di questa danza primordiale mi lascio cadere per terra e lei fa lo stesso.
“Ok, sei felice, ho capito- sospiro cercando di calmare il mio respiro leggermente affannato- E lui chi è?Lo conosco?”
Victoria sorride raggiante e annuisce “E' Aldebaran del Toro” trilla entusiasta.
Io spalanco gli occhi, la bocca, lascio cadere le braccia, sbatto le palpebre, cerco di respirare e formulare una frase, ma dopo una notizia del genere mi risulta pressoché impossibile.
Cioè Victoria di Lucertola, la mia amica, Miss Fashion del Santuario da quando aveva tredici anni, insomma lei!, sta insieme ad Aldebaran del Toro, che nulla togliendo al suo carattere amabile, è uno dei saint più grezzi in circolazione?
C'è una candid camera qui da qualche parte?
Lei deve leggere la mia perplessità dalla mia espressione e allora inizia a spiegare.
“Ci siamo conosciuti quando tu avevi deciso di fare l'eremita, sai subito dopo che Takis è...”
“Vai avanti.” le intimo, cercando di cancellare le sue ultime parole. Non posso rovinarle questo momento con i miei piagnistei.
Vic annuisce “Sai veniva tutti i giorni a casa nostra per chiedere di te, ed era così gentile che mi ha fatto una tenerezza incredibile, così l'ho invitato a restare a pranzo.”
Io spalanco la bocca “Tu l'hai invitato?” chiedo scioccata.
Mai, Vic non aveva MAI fatto una cosa del genere. Una persona civettuola come lei non desidera altro che strappare appuntamenti, non fare il contrario!
Lei mi sorride radiosa “Da non credere vero?E pensa che gli ho preparato una frittata e lui l'ha mangiata tutta anche se era carbonizzata!”
“Tu hai cucinato?” praticamente strillo, ma sono a dir poco confusa.
Sono questi i famigerati poteri dell'amore?
Dei dell'Olimpo, Victoria, Miss Nontiazzardareachiedermidifarequalcosaincasa ha cucinato!
Ok.
Ora ritorno a cercare la Candid.
Deve essere uno scherzo che ha architettato insieme a Pierre per farmi andare completamente fuori di matto.
Mentre sono qua per terra in stato di shock nella stanza entra Al in persona.
Gliel'hai detto?” esordisce con voce gioviale
Victoria non fa una piega anche se è senza maschera, annuisce e si getta fra le sue braccia e si danno un bacio.
E non un bacio qualunque.
Un bacio con la B maiuscola!
D'ora in poi non mi stupirò più di niente.
Ecco!

Restare in imbarazzo con il cavaliere del Toro è impossibile.
Lo ammetto, però, ci ho messo tutto il pomeriggio ad abituarmi all'idea di loro due insieme.
Ma vederli parlare, ridere e scherzare mi ha convinta abbastanza.
“Ecco la tua stanza.” annuncia Aldebaran aprendo con cautela un porta di legno che cigola tremendamente.
Entro prima di lui nella stanza più piccola in cui sia mai stata.
Mi domando come faccia a starci il letto.
“Uhm...sì, ecco, è un po' piccola e spartana ma...” borbotta imbarazzato, mentre si passa una mano dietro la nuca.
“E' perfetta- lo rassicuro- C'è un letto e un comodino: cosa dovrei desiderare di più?”
Il gold sembra leggermente sollevato, anche se probabilmente sa che sto solo cercando di rincuorarlo.
Lancio ancora un'occhiata alla stanza. Il letto altro non è che un materasso buttato su una rete di ferro battuto. Il comodino sembra sia stato riesumato da poco e l'armadio a muro pare proprio uno di quegli antri da cui i bambini temono possa sbucare l'uomo nero.
“C'è una bella vista” aggiungo sorridendo, additando la finestra.
E questo è vero.
“Già. L'unica cosa bella che ti posso offrire- si lamenta- Queste stanze non sono fatte per gli ospiti.”
Scrollo le spalle con noncuranza.
Spero di non dover rimanerci per molto.
Più resto, più Takis rimane sospeso...
“Victoria ti piace davvero?” gli domando di punto in bianco, cambiando drasticamente argomento.
La reazione che provocano queste tre semplici parole mi stupisce.
Al arrossisce, poi impallidisce, infine si irrigidisce e inizia a sudare.
“Sì, b-beh, ecco...io....” i suoi balbettii sono sconnessi e scemano fino a diventare un delicato brusio di sottofondo.
Allargo le gambe in una posa combattiva e gli punto l'indice dritto sull'ampio petto “Sappi, Aldebaran gold saint del Toro- inizio con tono serio e determinato, cercando di non stupirmi troppo che ad ogni colpo del mio dito questo enorme ragazzo fa dei passi intimoriti all'indietro- che Victoria è la mia migliore amica da quando avevamo sette anni. Non l'ho mai vista così innamorata e se solo avrai la malaugurata idea di farla soffrire non ci sarà alcun luogo in cui potrai nasconderti dalla mia furia vendicativa!”
Quando sbatte rumorosamente la schiena contro il muro del corridoio, Aldebaran raddrizza le spalle e la sua espressione si fa determinata.
“Io amo Vicky.- dichiara con tono solenne- E sono sicuro che questa cosa non cambierà mai.”
I suoi occhi color cioccolato sono così seri che faccio fatica a trattenere le risate. Riesco però a camuffarle con un sorriso addolcito.
“Siamo quasi cognati allora.”
E a queste parole è lui che inizia a ridere, facendo rimbombare la sua risata sguaiata per tutte le stanze della Seconda Casa.

Apro gli occhi a fatica e ci metto qualche secondo di troppo per rendermi conto di dove mi trovo.
La spartana stanza in cui mi ha sistemato Aldebaran è illuminata dalla sola luce della luna, che filtra dalle assi sbilenche delle griglie alla finestra.
Respiro a pieni polmoni l'aria fresca e poi qualcosa di fianco alla porta dell'armadio attira il mio sguardo.
Ma non è qualcosa.
È qualcuno.
Sgrano gli occhi mentre riconosco quelle iridi cerulee che mi fissano supplicanti.
Le belle labbra sottili di Takis si muovono veloci ma non riesco a cogliere alcun suono.
Vorrei parlare ma anche la mia voce non esce.
E poi mi alzo di scatto e mi ritrovo seduta sul letto.
Il sudore freddo mi impregna il viso, i capelli e il pigiama.
La stanza è uguale a quella che ho visto qualche secondo fa, per tutto, tranne un piccolo e decisivo particolare.
Sono sola.
“Un sogno. Era solo un sogno.” mi sussurro, mentre il battito accelerato mi dà la spiacevole sensazione di avere il cuore in gola.
Un sogno?
Un incubo...
Il mio respiro non riesce assolutamente a ritornare regolare e non appena riprendo un minimo controllo delle mie facoltà fisiche mi alzo e con passo tremante esco dalla stanza.
Cerco di fare il minor rumore possibile mentre passeggio per la Seconda Casa, deserta.
Il russare profondo e ritmato di Al, tuttavia, mi fa capire che di certo non si cura di me, in questo momento.
Il senso d'ansia non mi abbandona, nemmeno quando metto piede all'aperto e la brezza notturna mi solletica il viso, le braccia e le gambe, lasciate scoperte dal pigiama estivo.
Con il passo barcollante di uno zombie mi dirigo verso la Prima Casa e supero pure questa senza troppa fatica.
Pochi minuti dopo sono sola nelle vicinanze delle arene dove si svolgono gli addestramenti minori.
Ma che diavolo ci sono venuta a fare qui?
Questo posto l'ho sempre odiato!
Trascino i piedi fino ad una delle vasche piene d'acqua e lascio scorrere la mano sotto il getto gelido e continuo.
Senza pensarci troppo metto la testa sott'acqua, con l'intento di bagnare solo la faccia ma riuscendo irrimediabilmente a schizzare capelli, braccia, pigiama e quant'altro...
“Michelle?”
Mi volto di scatto al sentire chiamare il mio nome e mi ritrovo davanti un assonnato Mu.
“Mi dispiace. Ti ho svegliato mentre sono passato dalla Prima?Non volevo...”
Il gold fa un gesto con la mano “Come mai sei sveglia?”
“Non riuscivo a dormire...” dico, con una scrollata di spalle.
Lui ricaccia dietro uno sbadiglio e si passa una mano fra i capelli, leggermente arruffati.
Mi viene da sorridere: fa un sacco di tenerezza così.
“C'è qualche problema?” domanda premuroso.
Io mi aggrappo con forza al bordo della vasca.
“Niente, a parte il fatto che Aldebaran russa come un trombone.” scherzo, accennando a una risatina.
Ma Mu è un osservatore troppo attento...anche se ha gli occhi assonnati e sta per crollare addormentato qui per terra.
“Se c'è qualcosa che non va puoi parlarmene.” si propone volenteroso, mentre si siede su un gradino a qualche passo di distanza.
“Non è niente. È tutta questa situazione così strana...” minimizzo, sedendomi accanto a lui.
“E a te con Chen come va?” chiedo, per pura gentilezza verso il gold.
Sinceramente ne ho fin sopra ai capelli di quel mostriciattolo divinatorio!
Mu si lascia sfuggire uno sbadiglio soffocato “E' molto dotato come telecineta, ma è impertinente, capriccioso, sbruffone e arrogante. E lui e Kiki si odiano.”
Povero Mu.
Mi sento un po' in colpa per averlo trascinato in questa situazione!
“Devi capirlo. Non è abituato alla vita normale. Chen era in una gabbia d'oro, ma pur sempre una gabbia.”
Lui annuisce serio.
“Vuol dire che te lo riprenderesti almeno per un po'?” tenta fiducioso.
“No!” mi lascio scappare immediatamente.
Ok, lo compatisco, è un buon amico e tutto il resto...
...ma il marmocchio ormai se lo deve gestire lui, eh!
E che sono matta a riprendermelo? Ho già i miei problemi per conto mio.

“Ti prego Michelle, apri questa porta!” urla per l'ennesima volta Al, battendo con forza il pungo sul legno.
Io sospiro.
Mi dispiace proprio fargli questo, ma l'amicizia ha le sue priorità.
“Ho quasi finito!” grido in risposta, mentendo spudoratamente.
Sento il cavaliere dall'altra parte dell'uscio sbuffare sonoramente “Questo l'hai detto anche mezz'ora fa!”
Scrollo le spalle, ritornando a ignorarlo come ho fatto fin'ora, e mi rimetto con tranquillità a leggere il giornale.
Per la quarta volta.
Victoria è stata chiara: devo stare almeno un'ora e mezza in bagno per fare capire ad Aldebaran che i suoi tempi di preparazione sono assolutamente normali per qualsiasi ragazza di questo mondo.
Sarà...
Fatto sta che io sono pronta da un sacco di tempo.
Mi sono lavata, vestita, profumata e avrei potuto ripetere questo processo almeno una quindicina di volte!
“Che strazio...” mi lamento affacciandomi alla finestra.
Dopo aver convinto Mu che potevo gestire da sola una notte in bianco (anche perchè credo che lui non sarebbe riuscito a restare sveglio un minuto di più!...fare da maestro a due ragazzini deve essere allucinante!) sono tornata alla Seconda.
Ho fatto zapping per una buona ora alla ricerca di programmi soporiferi che potessero farmi addormentare sul divano, ma l'unico risultato è che ora so i nomi storpiati di una buona parte dei familiari dell'ultimo faraone ritrovato negli scavi in Egitto.
Alla fine ho passato la notte a rivoluzionare la casa di Al: ora c'è un ordine immacolato.
In cucina ho addirittura sistemato le scodelle in ordine di grandezza sugli scaffali!
...poteva almeno dirmi grazie, stamattina, quando ha visto la mia opera, però!
Fuori dalla finestra l'aria è frizzante e gli uccellini cinguettano felici.
Ma chi l'ha detto che devo restare chiusa qui dentro?
Basta che Aldebaran lo creda, poi io posso fare tutto quello che voglio!
Mi affaccio ancora di più, per calcolare l'altezza che devo saltare per evadere: fortunatamente non sarà nemmeno un metro, ma già così a me vengono le vertigini!
Salgo in piedi sul davanzale “Non guardare giù, non guardare giù, non guardare giù.” mi ripeto come un mantra.
Dopo aver raccolto sufficiente coraggio spicco un salto, ma irrimediabilmente atterro di faccia, riuscendo a sporcarmi la maglietta bianca.
“Perfetto!” borbotto mentre mi alzo e cerco di scrollarmi di dosso la polvere.
Un po' mi dispiace per Aldebaran, che è ancora lì a bussare alla porta del bagno senza sapere che io me la sono svignata.
Ma è pur sempre ora di colazione!
Cammino lungo il sentiero secondario che mi porta alle residenze dei silver con un passo degno della vispa Teresa, ma in realtà sono un po' preoccupata.
Insomma: sono diventata (di nuovo!) la galoppina della Kido, Shaka sembra un tantino arrabbiato con me (di nuovo!)e non so assolutamente quali siano i piani dei gold per affrontare le Titanidi.
Più che altro mi domando quale possa essere il mio ruolo nei loro piani...Febe ha distrutto le mie tele in due secondi netti e senza il minimo sforzo...
“Buongiorno Michelle!” trilla una voce alle mie spalle, strappandomi dai miei pensieri.
In meno di un secondo Aioros è al mio fianco e mi rivolge un sorriso solare.
“Aioros.- lo saluto con un cenno del capo- Che ci fai da queste parti?”
Il gold scrolla le spalle “Una passeggiata. Tu non dovresti essere con Aldebaran?”
“E' impegnato, al momento,- mi affretto a dire- per cui vado a visitare Kim e Victoria.”
“Che coincidenza!- trilla mentre gli si allarga un sorriso ancora più radioso sul viso- Devo andare anche io da quella parte!”
Lo guardo sospettosa per qualche secondo ma la sua espressione non tradisce niente, così mi decido a riprendere a camminare.
Aiorios punta il naso in aria e inizia a fischiettare tranquillo.
Tranquillissimo.
Molto tranquillo.
Troppo tranquillo!
“Mi stai seguendo!” esclamo fermandomi di scatto.
Il gold sgrana i suoi grandi occhi espressivi “Sì, te lo già detto- tenta di giustificarsi- Andiamo dalla stessa parte e allora io...”
“No, no, no, no, no.- lo interrompo scuotendo la testa con energia- Tu mi stai pedinando, tallonando, braccando, inseguendo, mi stai alle calcagna...”
Lui si porta alle mani alle orecchie “Ok, ok!Hai passato il concetto e ho capito che hai un dizionario dei sinonimi e contrari!”
Assottiglio lo sguardo e mi metto le mani sui fianchi “L'ultima volta che mi hai fatto una cosa del genere ho fatto una figura orrenda davanti ad Atena e ai gold!” sibilo.
Aiorios sostiene il mio sguardo tranquillamente e, visto che non sembra intenzionato ad ammettere niente, inizio a battere il piede al suolo come per fargli capire che potrei stare qui a vita.
D'altronde, io nemmeno invecchio, quindi tutti gli svantaggi li avrebbe lui.
Quando sospira e le le sue spalle si incurvano, sorrido soddisfatta.
“Diciamo che Atena non è una tua grande fan, e ti avverto che ho usato un eufemismo,- spiega roteando gli occhi- quindi ha deciso che devi essere sempre tenuta sotto controllo dato che non riesce a capire dove ti trovi dato che non percepisce il tuo cosmo.”
“Oh.” è tutto quello che riesco a commentare.
“Già: oh.- sospira rassegnato lui- è piuttosto noioso non trovi?”
“Noioso?” rispondo innervosita, tornando sui miei passi e dirigendomi di nuovo verso la Seconda.
Aioros mi corre dietro “Andiamo, Miki. Non è mica la fine del mondo.”
“Oh, no, certo. Cosa vuoi che sia non avere la libertà di andarsi a prendere un caffè con le amiche senza avere alle costole un cane da guardia?” sbotto in risposta.
“Michelle...” mi chiama di nuovo il cavaliere del Sagittario, ma io sono troppo arrabbiata per ascoltarlo.
Scalare una montagna di ottomila metri?Ok.
Fare da babysitter ad un oracolo petulante?Si può fare.
Tornare al servizio di una dea snob che non sembra avere la minima voglia di aiutarmi?Va bene.
Ma dover chiedere il permesso di respirare a lei non mi pare proprio il caso. Sto cominciando a capire l'avversione di Mintha per questo posto. Qui le cose non le chiedono: le prendono senza chiedere nemmeno per favore, e tanti saluti!
Entro nella Seconda con il passo aggraziato di uno gnu sovrappeso.
“Ma tu non eri in bagno?” domanda Al, raggiungendomi in cucina e guardandomi con sguardo interrogativo.
Io non rispondo, ma trascino rumorosamente una sedia in un angolo e mi ci siedo incrociando le braccia e mostrando il broncio.
Il cavaliere del Toro si volta verso ad Aioros “Ma che le prende?”
“Diciamo che ha scoperto la faccenda delle...uhm...guardie del corpo.” risponde imbarazzato.
Aldebaran sbuffa “Sapevo che si sarebbe arrabbiata.” dice, parlando di me come se non fossi presente.
“Non sono arrabbiata. Continuate pure a fare i tiranni malfidati come se nulla fosse.” sbotto, girando di scatto la faccia verso la parete.
“Andiamo Miki!Non farne un dramma è solo una forma di precauzione in caso se...”
Non lascio nemmeno il tempo ad Al di finire la frase, che mi volto verso di lui lanciandogli un'occhiata perforante.
Aioros agita i palmi verso di me “Ok, ok. Non te la prendere. Chiederò udienza ad Atena e la convincerò a darti più fiducia.”
Lo guardo sospettosa, aggrottando la fronte “Davvero?”
Il gold annuisce, strizzandomi l'occhio “Parola d'onore.”
“Grazie mille, Aioros!” trillo felice, completamente dimentica delle mie preoccupazioni.
Strofino le mani e cambio drasticamente argomento, almeno fin quando Atena non prederà la sua decisione, è inutile preoccuparsi, no?
“Allora: chi vuol fare colazione?”

L'idea di una colazione cucinata da me ha fatto scappare immediatamente sia Aioros che Aldebaran.
E questi sarebbero i cavalieri d'oro, la schiera più forte e coraggiosa in difesa della Terra?
Non me la sono presa, però. In effetti, dopo il mio “piccolo” spuntino di ieri e la cena con Al e Vic, nel frigorifero della Seconda è rimasto ben poco.
Giusto due uova per una frittata!
“Uh, immagino che ora la dovrei girare...” mormoro, mentre osservo la poltiglia giallognola nella padella.
Uhm...direi che non hanno avuto tutti i torti i due gold a svignarsela così!
Penso per qualche secondo come fare a girare la mia frittata sghemba e poi decido di farla saltare.
In fondo, non deve essere poi così difficile: Kim lo faceva sempre.
Impugno il manico della padella con entrambe le mani e mi allontano di qualche passo dai fornelli.
Ok, un bel respiro e ci provo.
“Uno...Due...e Tre!”
Seguo con lo sguardo la frittata che sale velocemente decisamente troppo vicino al soffitto.
Corro impacciata con la pentola in mano, nel vano tentativo di riprenderla al volo, ma quella arresta la sua caduta molto prima di arrivare a me.
“Oh, maledizione!” sibilo, mentre guardo quell'infingarda girare bellamente sopra la mia testa, comodamente appoggiata ad una pala del ventilatore a muro.
Sto muovendo qualche passo verso l'interruttore quando Death Mask fa la sua entrata nella cucina, con la faccia decisamente scocciata.
Perfetto: proprio lui dovevano mandarmi come baby-sitter in attesa della sentenza della dea?
“Senti, mocciosa, io non piaccio a te e tu non piaci a me...” inizia, con quel borbottio baritonale che è la sua parlata.
“Ma tu mi piaci.” ribatto, guardandolo ad occhi sgranati.
Certo, credo che sia uno psicopatico e per anni è stato fra i miei incubi peggiori, per non parlare di quando lo usavo io stessa come spauracchio per i bambini capricciosi, però credo che sia una persona simpatica...preso a piccole dosi e saltuariamente...molto saltuariamente...
Lui, stupito, alza le sue sopracciglia “Oh...Beh, non era questo che volevo dire, quello che stavo dicendo è che oggi sei sotto la mia tutela quindi o mi dici quali sono i tuoi programmi o...”
Splat.
Questo è più o meno il suono della frittata che atterra sulla testa di Death Mask.
O cazzo.
Il gold punta i suoi occhi fiammeggianti su di me.
“Midispiacemidispiacemidispiace...” urlo, agitando le mani impacciata.
Lui non risponde.
Credo che non sia affatto disposto a perdonami.
Anzi, da come vibra in modo violento il suo cosmo, credo che non abbia affatto buone intenzioni.
Prima ancora che lui possa fare qualsiasi cosa io mi giro e inizio a correre.
Se riesco ad arrivare alla Prima abbastanza velocemente, forse Mu riesce a mettermi in salvo dietro al Crystal Wall!
“Non correre!- mi ringhia dietro Death che, accidenti a lui, corre come una lepre- Se ti stanchi non riesco a farti soffrire abbastanza mentre ti ammazzo!”
“O miei dei!” strillo, e quando intravedo un bagliore dorato per le scale che sto scendendo non ci penso due volte e mi getto su quel cavaliere che non riconosco a volo d'angelo.
“Aiutamiaiutamiaiutamiaiutamiaiutami!” lo imploro stringendomi alle sue spalle muscolose.
“Michelle.”
E' più il tono gelido, piuttosto che la voce, a farmi capire che sono in braccio al cavaliere dell'Acquario.
È per questo che sento questo freddo diffuso, allora?
“Camus!- sibila Death Mask- Mettila giù: le stacco la testa e torniamo tutti a casa tranquilli.”
Deglutisco a vuoto e mi aggrappo ancora di più al gold, che è ancora rigido e immobile, come se non mi avesse per niente addosso contro la sua volontà.
“E' frittata quella che hai fra i capelli?” domanda invece il francese con voce inflessibile, senza curarsi del fatto che c'è in gioco la mia vita qui.
Il custode della Quarta Casa emette un suono gutturale che non promette nulla di buono.
Adesso ci ammazza tutti e due, mi ritrovo a pensare.
“Placa la tua ira, Death Mask.- ordina con fermezza una voce calma- E tu, Michelle, scendi da lì.”
“Signorsì.” mi lascio sfuggire mentre abbandono il mio rifugio sicuro, con sommo sollievo di Camus, e mi volto per osservare in faccia Shaka.
“Si può sapere che cos'è successo?” indaga, senza vera curiosità.
Io e Death Mask iniziamo a parlare contemporaneamente.
“Questa cretina senza cervello ha deciso che oggi vuole morire...”
“Non l'ho fatto apposta. È stato un incidente: come potevo prevedere che...”
Il biondo alza una mano affusolata e noi tacciamo immediatamente.
“Siete cavalieri, non bambini delle elementari- ci ammonisce- dobbiamo collaborare e non infastidirci a vicenda.”
Annuisco concorde e faccio una faccia innocente rivolta al mio potenziale assassino, ma lui mi lancia un'occhiata terrificante.
Al che non posso fare altro che sgusciare dietro la schiena di Camus, che alza gli occhi e sospira sconsolato.
“Ok. Facciamo finta che non sia successo niente- esordisce Death con un ghigno- Ti riaccompagno a casa e poi se c'è tempo di porto a vedere da vicino le pareti di casa mia. Molto da vicino.”
Un brivido mi scorre lungo la schiena.
“No, grazie.” pigolo dal mio nascondiglio.
“Ti dispiacerebbe staccarti dal mio braccio?” domanda con voce monocorde Camus.
Ma io guardo ancora una volta Death e scuoto fortemente la testa. Shaka rimane immobile con il volto contratto in un'espressione stranamente ostile.
“Fammi stare così ancora per quattro, cinque anni...Giusto per essere sicura della mia incolumità.”
Per pura curiosità lancio uno sguardo a Shaka che sembra essere meno zen del solito, con quel sopracciglio alzato e le labbra strette.
“Forse dovresti semplicemente lasciare in pace Camus e tornare alla Seconda.” propone.
Se gli sguardi potessero ammazzare, Death Mask mi avrebbe già sbudellato un centinaio di volte.
Deglutisco a vuoto “Non credo che quello sia più un posto sicuro...”
Credo che ora potrei benissimo girare a mio vantaggio il fatto di dover avere un babysitter!
“E poi- continuo con aria da martire- Atena ha ordinato che ci sia sempre un gold a sorvegliarmi.”
Camus e Shaka si scambiano degli sguardi perplessi mentre sulla faccia di Death Mask si allarga un ghigno.
“Infatti. È il mio compito.”
“Oh, grande Zeus!” mi lascio scappare, rifugiandomi impacciata dietro la schiena del biondo.
“Avrei un'altra idea...” inizia, con tono pensieroso.
“Davvero?” domandiamo speranzosi io e Camus.

Sospiro rumorosamente.
Ok, ora l'ho capito: Shaka non mi odia, mi detesta semplicemente!
Non mi sono mai, MAI, annoiata tanto.
Forse, e dico forse perchè non mi sembra affatto un buon paragone, una noia del genere mi ha colto quando il mio maestro mi ha messa in punizione costringendomi a starmene con un secchio d'acqua in equilibrio sulla testa per un intero pomeriggio dato che mi ero rifiutata di combattere contro Victoria.
Per inciso, il secchio l'ho rovesciato dopo due minuti netti e dato che l'acqua era gelata mi sono presa una tremenda bronchite a starmene lì, immobile e bagnata, per tutto quel tempo.
Alzo lo sguardo e trovo Camus esattamente nella stessa identica posizione in cui l'ho visto qualche minuto fa.
Seduto elegantemente sulla poltrona, le sopracciglia leggermente aggrottate e gli occhi fissi sulle pagine del libro che stringe fra le mani.
Il mercante di Venezia di Shakespeare.
Il tentativo che ho fatto di intavolare una conversazione civile basata su quel tema se ne è andato in malora.
“Ti piacciono le tragedie di Shakespeare?” gli ho chiesto garbata, e lui mi ha risposto “Sì.”
“Personalmente trovo molto interessante il monologo di Shylock al terzo atto. Tu che ne pensi?” ho tentato di nuovo, mantenendo volutamente un tono un po' distaccato come il suo. Al che lui mi ha risposto, dando sfoggio di una spiccata loquacità e notevoli argomentazioni a favore della propria tesi : “Concordo.”
Il fatto che entrambe le volte che gli ho rivolto la parola non abbia nemmeno alzato gli occhi dal libro mi ha fatto capire che forse non era poi così propenso a conversare con me.
“Camus?” tento di nuovo.
Devo assolutamente fare qualcosa altrimenti rischio di crollare addormentata...
Lui sospira scocciato “Che c'è stavolta?”
I suoi occhi, belli ma freddi, si puntano su di me.
“Posso andare in bagno?” domando titubante.
Lui alza gli occhi al soffitto “Non sei una bambina delle elementari, Michelle. Puoi alzarti e fare quello che ti pare. Basta che non te ne vada da questa Casa senza essere scortata da me.”
Sbuffando mi riaffloscio sulla sedia.
Forse dovrei semplicemente starmene qui tranquilla ad aspettare che Aioros ritorni (magari incrociando anche le dita per una risposta positiva della dea!), ma davvero non posso farci niente.
Insomma, non dico che non mi piaccia starmene a trastullarmi sul divano, anzi.
Ma quando mi sento costretta a starmene in un posto senza alcun altra possibilità...beh, inizio a scalpitare!
“Ehi, di casa?C'è nessuno?” la voce di Milo irrompe nella stanza prima ancora che arrivi il gold.
Camus chiude definitivamente il libro con un colpo secco “Pare che oggi ci sia una cospirazione universale ai miei danni.”
Io invece sono scattata in piedi, ben felice di avere la compagnia di un essere vivente socialmente attivo.
“Milo!Che bello vederti!” lo accolgo, con un grande sorriso.
“Hey!Miki è vero che hai rovesciato il contenuto di una padella in testa a Death Mask e che Camus ti ha salvato appena in tempo da un viaggio fuori programma all'Inferno?” domanda con tono gioviale.
Ora io e il cavaliere dell'Acquario abbiamo la stessa identica espressione: labbra serrate, sopracciglio alzato e fronte aggrottata.
“La storia è stata un po' travisata.” commenta Camus.
Io sospiro rassegnata “Benvenuto nel mio mondo!”
Milo scrolla le spalle e si lascia sedere scompostamente sul divano “E allora Shaka ti ha messo in castigo?”
“Non sono in castigo!- borbotto risentita- E poi avere un supervisore dorato al momento è l'unico modo che ho per difendermi dall'ira funesta di Death!”
“Veramente dicevo a Camus.” ribatte il gold di Scorpio con un sorrisetto sulle labbra.E anche sulle labbra del mio irritato ospite si allarga un sorriso. Incredibile!
“In effetti poteva tenersela in custodia lui, se ci tiene tanto alla sua incolumità. Ma conoscendo i precedenti...”
“Una volta per tutte- lo interrompo allargando le braccia- quella del vaso è una leggenda metropolitana!”
Milo fa roteare i suoi occhi blu “Sì, certo, come no.”
“Non siete affatto carini.” sbotto, incrociando le braccia.
Potrebbero almeno fingere di non trovarmi ridicola, no?
Passano un po' di minuti in cui questi due che si dicono cavalieri ma che non conoscono nulla di cavalleria sghignazzano apertamente.
“Sai una cosa, Miki?- domanda di punto in bianco il gold di Scoprio, come se si fosse ricordato improvvisamente di qualcosa- Mi devi un allenamento.”
Lo guardo spaesata “Come?”
“L'ultima volta che ci siamo allenati insieme non hai dato sfoggio a tutte le tue qualità: mi devi una dimostrazione pratica, e penso che questo sarebbe un ottimo momento.”
Apro la bocca per ribattere ma Camus è più veloce di me.
“Mi sembra un'ottima idea.- concorda -Portatela via. Subito.”
Che cos'è tutta questa smania di sbattermi fuori da casa sua?
Non è per niente gentile, uffa!
“Ma...” tento di protestare.
Ma il gold mi spinge letteralmente fuori da casa, le mani fredde ben piantate sulla mia schiena , mentre Milo ci segue sghignazzando.
“Sapete dov'è l'uscita” ribadisce, mentre mi sbatte fuori dalle sue stanze private, con un bello spintone sui reni.
E poi sbatte la porta rumorosamente. E potrei giurare di riconoscere il rumore di qualcuno indaffarato a sprangare la porta...
“Stupido mangialumache!” sibilo rivolta all'uscio.
Milo ride del soprannome che ho dato al suo amico e, mettendomi una mano sulla spalla, mi inizia a guidare verso l'uscita e poi giù dalle scale in direzione delle arene.
“Camus non è così male- spiega- è solo che ama la tranquillità.”
Gli rivolgo un sorriso tirato “Anche io, se è per questo, perciò proporrei di tornare indietro e lasciar perdere l'allenamento”
Ma quando tento di svicolare via,la sua stretta sulla mia spalla si fa più forte.
“Miki, Miki...Non avrai paura di combattere con me?” mi stuzzica.
“L'ultima volta che mi sono allenata con te ho rimediato un trauma cranico.” gli faccio notare.
Ma il suo sorriso radioso non si spegne “Che ti è passato in un secondo. E poi ora che sei praticamente indistruttibile non può capitarti niente di male, no?”
Sto per trovare una scusa degna di questo nome per evitare di combattere con lui, quando noto che nell'arena c'è già qualcuno.
Qualcuno di odioso e petulante.
Mi avvicino a Chen pestando i piedi e sbuffando.
“Tu!- sibilo puntando l'indice contro il cinesino- Piccolo primate glabro!Cosa ci fai qui?”
“Michelle, contegno!Stai parlando con un oracolo.” mi rimbecca Milo.
Ma io lo ignoro.
“Ho chiesto a Mu il permesso di venire a vedere il tuo allenamento-spiega con tono innocente- da quello che ho visto sarà un evento spassosissimo!E tu sai quanto adoro vederti mentre ti copri di ridicolo.”
Ok, Michelle. Calma e sangue freddo.
Lui è un marmocchio irritante quanto la sabbia nelle mutande, ma tu sei una persona adulta e posata: puoi tranquillamente affrontare la questione come un qualsiasi essere umano civile e maturo.
“E cosa hai visto di così spassoso?” domando, cercando di tenere l'irritazione sotto controllo.
Tra l'altro, da come sghignazza Milo, credo che abbia preso le parti del moccioso.
“Tu che fai la frana come al solito” risponde, senza battere ciglio.
Io gli lancio un'occhiataccia “Come?”
Chen mi mostra un sorriso a trentadue denti “Sei una frana e lo dimostrerai per l'ennesima volta!”
“Ripetilo se hai il coraggio!” ringhio con voce tenebrosa.
“Frana. Frana. Frana.” ripete, per poi farmi la linguaccia.
Milo mi posa una mano sulla spalla “Miki, è solo un bambino.” mi sussurra all'orecchio.
Stranamente, gli do ascolto.
“Già, hai ragione... - borbotto, giocandomi la carta della persona adulta e razionale- è solo un bambino viziato!”
Chen stringe i suoi occhi neri. Mi sa che ho toccato il tasto giusto.
“E tu una frana di dimensioni epocali!” ribatte con foga.
Scrollo le spalle “Mocciosetto.”
“Imbranata!” sibila, stringendo i pugni e dando avvio a una scaramuccia infantile.
“Rompiscatole!”
“Befana!”
“Sgorbio!”
“Strega!”
“Mostriciattolo!”
Il gold che ha assistito a questo scambio di amorevoli vezzeggiativi fino adesso, facendo saltare continuamente lo sguardo dall'oracolo a me, decide di frapporsi fra noi due.
“Adesso basta!”
“Ha cominciato lui/lei!” sbottiamo all'unisono io e il prototipo in miniatura per l'essere più odioso del mondo.
Milo alza gli occhi al cielo “Atena, ti prego abbi pietà...”
Come richiamato dalle sue preghiere uno sluccichio dorato ci avverte che è in arrivo un altro saint nell'arena, che sta diventando decisamente affollata.
“Oracolo. Milo. Michelle.” saluta Saga accompagnando le sue parole con un gesto del capo.
Ehy, perchè io ultima?
“Atena ha convocato una riunione straordinaria. Vuole discutere con noi di alcune cose di massima importanza.” spiega guardandoci con occhi seri seri.
Milo annuisce “Per quando ci attende?”
“In realtà mancate solo voi.” ribatte il cavaliere di Gemini.
“Allora andiamo!Sono proprio curioso di sapere quali altri inutili giri di parole userà per esprimere un semplice concetto!” sbotta Chen, muovendo qualche passo.
“Tu non puoi venire- dice con tono duro Saga, mentre gli posa una mano sulla spalla per trattenerlo- Atena ha detto che dovranno essere presenti solo i cavalieri d'oro e Michelle.”
L'oracolo mette il broncio e pesta un piede a terra “Ma non è giusto!!”
“Neanche che ci sia gente allergica al cioccolato, ma la vita è ingiusta!” replica Milo con una scrollata di spalle.
“Ah!” esclamo soddisfatta prima di fare una boccaccia al moccioso.
Saga sospira rumorosamente “Michelle, sarà il caso che tu indossi l'armatura. Atena è stufa di vedere le tue bizzarre mise!”
Abbasso lo sguardo per osservare la mia comunissima maglietta bianca e i pantaloncini militari: non mi sembra che ci sia nulla di così male in me...
E poi, ammettiamolo: sentirsi dire che ci si veste in modo bizzarro da una milionaria che veste solo pizzi e merletti è piuttosto snervante!

Avete mai avuto di trovarvi fuori posto?Come un pesce fuor d'acqua?Con l'irrefrenabile desiderio di trovarvi in qualsiasi altro posto nel globo tranne che nel posto in cui effettivamente vi trovate?
Ecco, allora dovreste capire come mi sento in questo momento.
I gold sono praticamente perfetti nelle loro armature dorate e luccicanti, seduti comodamente sulle loro sedie, simmetricamente distribuiti intorno al lungo tavolo antico nella sala in cui la dea, che è seduta a capotavola, ha deciso di tenere questa assemblea di condominio straordinaria.
Io, con i capelli pieni di nodi e l'armatura nera, sono appoggiata contro la parete perchè, e cito testualmente le parole della Kido “Purtroppo in questa sala ci sono solo tredici sedie, non vuoi far ritardare l'inizio della riunione per andare a prenderne una, vero Michelle?”.
Al ha simpaticamente commentato dicendomi che sembro una pecora nera.
Beh, sapete una cosa?
Ho deciso che interverrò a questa stupidissima conferenza della Kido soltanto a grugniti!
“La situazione è grave...”inizia con voce solenne la Kido, che non si dimentica di fare smorfie di dolore per dimostrare quale grande sforzo sia per lei trovarsi qui nonostante la costola incrinata.
Sinceramente la cosa non mi interessa.
Forse Chen non ha tutti i torti a detestarla a pelle...sto perfino rimpiangendo che lui non ci sia...
“Le Titanidi non hanno più provato ad attaccarci.” commenta Aioria, dopo che la dea ha finito di parlare.
Death sbuffa sonoramente “E allora?Dovremmo starcene qui ad aspettare che si ripresentino?Dovremmo agire e coglierle di sorpresa.”
“Non sappiamo nemmeno dove si trovino.” commenta Shura con il suo forte accento spagnolo.
Aphrodite sbatte le lunghe ciglia ricurve “E non c'è nessun modo per noi per scoprirlo?” chiede.
Saori scuote la testa, facendo ondeggiare i lunghi capelli.
Mi lascio scappare un sospiro frustrata.
Certo che ci sarebbe un modo: potrei usare le mie capacità di cavaliere maledetto e scovarle ovunque si trovino.
E ci ho provato, davvero.
Solo che i loro cosmi sono così...fluttuanti...li percepisco per qualche secondo e poi spariscono per ricomparire da un'altra parte.
È davvero frustrante.
E fastidioso.
Per non parlare del mal di testa che mi fa venire.
“Forse dovremmo semplicemente aspettare un nuovo attacco e non rischiare di lasciare sguarnite le difese del Santuario.” è l'opinione di Aldebaran, che conclude con una scrollata di spalle, come se stesse parlando di una partita di calcio e non della probabile distruzione del mondo.
Lascio che un sorriso stiracchiato mi compaia sulle labbra, ma la cosa dura pochi secondi.
Sbarro gli occhi preoccupata per la scossa elettrica che mi attraversa la spina dorsale.
Succede tutto all'improvviso: le parole dei cavalieri e di Atena si sovrappongono, sfumandosi lentamente e diventando solo un leggero ronzio di sottofondo, che mi tappa le orecchie.
E finalmente lo sento: uno di quei cosmi che ho tanto cercato.
Davanti ai miei occhi spalancati non c'è più Atena e nemmeno i suoi dodici gold saint.
Vedo il globo terrestre e un cosmo lucente, luminoso come il sole e altrettanto caldo, tanto da bruciare, mi guida nel punto esatto in cui si trova una delle Titanidi.
Finalmente la sento.
È vicinissima, più di quanto credessi.
Scuoto la testa con forza e la cartina che mi sono immaginata scompare dalla mia testa.
“A Ovest. In Turchia.” bisbiglio senza voce.
Tutti si voltano verso di me, e immancabilmente arrossisco come un peperone.
“Cosa?” mi domanda Saori, alzando un sopracciglio scocciata.
“Teia. Si trova in Turchia.” spiego con titubanza.
Shaka, che se ne era stato in silenzio fino adesso, alza un sopracciglio, perplesso “E tu come fai a saperlo?”
“Beh, perchè lo sento.” borbotto imbarazzatissima per via di tutta l'attenzione che mi prestano.
“Come è possibile?” rincara la dose Doko, fissandomi stupito.
Io scrollo le spalle “E' una capacità dei cavalieri maledetti: in teoria possiamo individuare il cosmo di chiunque sul globo.”
I gold e Saori spalancano gli occhi sorpresi.
“E perchè diavolo non l'hai fatto prima?” sibila il cavaliere della Bilancia.
Io mi appiattisco contro il muro, spaventata da tanta ostilità “La pratica non è così semplice.-spiego- Bisogna mantenere la giusta concentrazione, tenere il controllo delle informazioni nonostante gli sbalzi di potere del cosmo stesso, saper seguire il segnale che viene lanciato e...”
“Perchè non riuscivi a farlo prima?” mi domanda Mu, con più gentilezza.
Mi passo una mano sul braccio e comincio a guardarmi le punte dei piedi “Non è così semplice.-ripeto con un mormorio- Ho ancora molto da imparare...”
“Sei assolutamente certa di quello che hai visto, allora?” mi chiede Atena.
Annuisco con convinzione “Teia è in Turchia: saprei riconoscere il luogo in cui si trova.”
“Ed è sola?” continua la da dea.
Annuisco di nuovo.
Saori aggrotta le sopracciglia fini e tortura un fazzolettino di pizzo con le mani affusolate.
“Michelle, vai a chiamare i bronze, che attendono nell'altra stanza.” mi ordina poco dopo.
La guardo confusa “Non dovremmo decidere qualcosa sul da farsi?”
“Inizia ad andare a chiamare i bronze, Michelle.” mi rimbecca, con tono di comando.
Abbandono la stanza trascinando i piedi infastidita.
Insomma: Teia è lì, no?
Attacchiamola, rapiamola, facciamo qualsiasi cosa!
È davvero necessario aspettare con le mani in mano che siano loro a fare le loro mosse comodamente?
Va bene pensare prima di agire, ma forse riflettere troppo potrebbe andare a nostro sfavore!
Apro la porta piano, ancora scocciata per la mancata presa di posizione della Kido.
“Tu!”
Al sentire questo grido alzo la testa di scatto e vedo il cavaliere di bronzo di Pegasus, lo stesso ragazzino che avevo lasciato a Tokyo legato come un salame, puntarmi addosso un indice tozzo.
“Tu sei il cavaliere che ha rapito Atena!” sbraita di nuovo e parte alla carica, cercando di attaccarmi.
Alzo il braccio verso di lui e subito dopo verso l'alto, e in men che non si dica Seiya si ritrova a testa in giù, tenuto appeso all'alto soffitto solo grazie ad una mia ragnatela che gli lega la caviglia.
“Chi non muore si rivede.” commento, ancora indispettita per l'esito della riunione.
Gli altri tre bronzini mi accerchiano e iniziano ad espandere i cosmi, combattivi.
In men che non si dica dalla stanza dov'erano ad aspettare comodamente arrivano anche i gold.
“Che succede qui?” tuona Aldebaran, guardando i tre con rimprovero.
Death Mask e Milo, invece, notano immediatamente Seiya, appeso come un sacco di patate.
Probabilmente vorrebbe sgridarmi, ma Atena è più veloce.
Al solo sentire la voce del suo protetto si è fiondata fuori dalla stanza e ora mi guarda lanciando fiamme dagli occhi.
È decisamente fuori di sé.
“Michelle!Quali erano i nostri accordi?” sibila, riottosa.
Non mi lascio abbindolare dal suo tono di comando “Che devo sottostare agli ordini dei gold e vostri, o divina, ed essere rispettosa con voi. Lui è un bronze.”
Sorrido fra me e me, soddisfatta della mia risposta.
“Mettilo giù immediatamente!” sibila, gli occhi neri ridotti a due fessure.
Ehi: tutti testimoni che è stata lei a dirmelo, vero?
“Come volete.” mormoro mentre faccio un gesto della mano che fa vaporizzare le mie ragnatele, unico sostegno che tengono il bronzino appeso all'alto soffitto.
“Seiya!” urlano i suoi amici, che corrono di qua e di là nel tentativo di afferrarlo.
Ha la peggio il cinesino, su cui il cavaliere di Pegasus atterra di malagrazia, facendo cadere a terra tutti e due.
L'allievo appiccicoso di Camus, tale Hyoga, mi guarda con odio.
“Ho solo obbedito agli ordini.” Gli faccio notare con una scrollata di spalle.
E poi ho la malaugurata idea di voltarmi vero gli altri gold, trovandomi davanti tutte le loro sfaccettate reazioni.
Aioria, Doko e Camus sembrano statue di sale.
Mu, Aldebaran e Aioros invece probabilmente una cosa del genere se l'aspettavano da una come me.
Milo sghignazza ancora e anche Shura pare stia trattenendo qualche risatina.
Death mi guarda con sguardo indecifrabile. Credo che stia ancora cercando di trovare un modo per farmi fuori senza dare nell'occhio.
Lo sguardo di Saga è severo, mentre quello di Aphrodite non si cura affatto di me, troppo impegnato ad analizzarsi le unghie.
Per ultimo mi volto verso Shaka, ma non ho affatto voglia di vederlo di nuovo in collera con me.
Addito la porta alle mie spalle, indicandola col pollice da sopra la spalla.
“Forse è meglio che io vada- balbetto, arretrando piano- Aldebaran mi farà sapere che cosa avete deciso.”
“Non ne combino una giusta- borbotto rassegnata, appoggiando il mento sulle mani- Che cosa c'è che non va in me?”
La voce di Chen supera a malapena il frastuono del videogame con cui sta giocando, una specie di massacro globale in cui vince chi ammazza più nemici “Hai tempo per una lista?” mi domanda, senza staccare gli occhi dallo schermo.
Storco la bocca infastidita “Kiki sa che usi le sue cose?”
Il piccolo oracolo fa spallucce “In realtà aveva provato a nasconderle, ma avevo previsto esattamente una sua mossa del genere e non mi ci è voluto molto a scoprire il nascondiglio!”
Questo bambino è un genio del male.
Sono un po' preoccupata che un soggetto come lui abbia il potere della preveggenza.
“Allora, che cosa sei venuta a chiedermi?” continua, mettendo in pausa il gioco e girandosi verso di me.
Sospiro rassegnata “Non lo so nemmeno io. Voglio dire: non ci vogliono i tuoi poteri da oracolo per capire che Atena non ha alcuna intenzione di mandare i suoi guerrieri a cercare Teia, e tantomeno per sapere che i gold di certo non contraddiranno la loro dea!”
Sul visetto tondo del cinesino compare un sorriso obliquo “Ma tu non sei un gold.” mi fa notare.
Io aggrotto le sopracciglia confusa “E con ciò?”
Chen alza gli occhi al cielo, come se avesse a che fare con un essere particolarmente stupido.
“Poniamo il caso che tu abbia un piano: nessuno ti potrebbe impedire di andare a realizzarlo.- spiega- L'importante è che tu segua l'ordine di Zeus, no?E l'ordine è soltanto quello di stare dalla parte di Atena, non di farle da zerbino.”
“Non hai tutti i torti.- lo assecondo passandomi una mano sotto il mento- Ora devo solo farmi venire un'idea geniale e trovare un modo per andarmene in Turchia senza dare nell'occhio.”
“Potremmo saltare tutta questa parte, se tu mi lasciassi rivelare cosa ti ho vista fare nel futuro.”
Spalanco gli occhi sorpresa “Tu l'hai già visto?”
“Oh, sì!” ammette il bambino, mentre un sorriso gli si allarga sulle piccole labbra.

“Io non ci vado in missione con lei!!”
La voce di Seiya è irritante e acuta, cosa che non ti aspetteresti ascoltando tutte le mirabolanti imprese del bronze di Pegasus.
Ma che altro dovevo aspettarmi da un ragazzino poco cresciuto?
“Questa è la volontà di Atena.” spiega con calma Mu, ma quel tizio sembra essere più testardo di un mulo.
“Ma hai presente chi è lei?E' quella che ha rapito Atena!Non possiamo fidarci!” blatera come se la propria opinione fosse l'unica da tenere in considerazione.
Il cavaliere di Aries sospira stancamente “Intendi quella senza la quale Atena ora sarebbe sopita e non potrebbe salvare il mondo?”
Seiya apre bocca per dire qualcosa ma, evidentemente, ha del buon gusto anche lui e decide di tacere. I suoi amici lo guardano di sottecchi.
“Seiya non ha tutti i torti, comunque- esordisce il cinese, tale Shiryu- Non avete detto anche voi che la sua posizione in questa guerra non è chiara?”
Ah,è così? Possibile che non sia ancora riuscita a conquistare la fiducia di tutti i gold?
Con Mu, Aldebaran e Milo...uff, non sono nemmeno alla metà!!
“Giusto!Come possiamo svolgere la nostra missione se dobbiamo tenere conto del suo comportamento?” rincara la dose Seiya, probabilmente stanco di aver taciuto per troppo tempo.
Mu prende fiato per rispondere a tono ma lo interrompo io.
“In effetti, neanche io sapevo che avrei dovuto fare da baby-sitter.” dico, sorridendo candidamente.
Il mio piano è questo: vado in Turchia, mi intrufolo nell'accampamento di Teia, conquisto la sua fiducia e scopro tutti i piani delle Titanidi. Dopo di che avremo un immenso vantaggio, sapremo quando e come attaccheranno e quando giungerà il momento sapremo combatterle e sconfiggerle!
Davvero geniale.
Solo che Chen mi ha assicurato che rivelarlo ai gold o a chiunque altro cambierebbe il corso del futuro, quindi sono andata da Atena a proporle di mandarmi in avanscoperta.
Peccato che abbia deciso di mandare anche i bronze con me...
I quattro ragazzini spalancano la bocca evidentemente offesi dalla mia ultima affermazione, mentre Mu mi guarda esasperato.
“Che c'è?” domando cercando di non dare a vedere il fatto che sto sghignazzando sotto i baffi.
“Michelle, ti prego, non ti ci mettere anche tu!” protesta debolmente, passandosi una mano sulla fronte.
“Noi noi siamo ragazzini!- sbraita gesticolando come un pazzo il bronze di Pegasus- Abbiamo quasi tutti diciassette anni!”
Io rido, girandomi verso di loro e squadrandoli dall'alto e il basso “Ve ne avrei dati al massimo quindici!”
“Non è che anche tu ne dimostri molti di più.” sibila Hyoga, e la sua voce è gelida come il suo sguardo.
Mannaggia a lui!Colta sul vivo!
Mi volto di nuovo verso Mu, ignorando il suo commento “Che ne dici se andassi da sola?” chiedo speranzosa.
Il gold scuote la testa, facendo ondeggiare i suoi lunghi capelli chiari “Troppo pericoloso. L'hai detto tu stesso che laggiù c'è...”
“Teia” concludo io per lui.
“Non credo tu possa affrontare una Titanide e l'esercito che l'accompagna da sola, Michelle.” ribadisce per l'ennesima volta.
Allargo le braccia “Ma non andrò a combatterla. Cercherò solo di scoprire quali sono i suoi piani e se si sposta verso la Grecia di nuovo.”
“Atena ormai ha deciso.” E con questa frase per il cavaliere dell'Ariete pensa di avere chiuso definitivamente il discorso.
“Ma...” tento di protestare di nuovo.
Shun mi si avvicina piano,e mi posa la sua mano diafana sul braccio “E' meglio anche per te se noi ti seguiamo- tenta si spiegarmi con convinzione- Teia ha un esercito dalla sua e se ti scoprisse potrebbe mettersi male per te sola.”
Gli rivolgo un sorriso conciliante “Le mie ferite si rimarginano in un secondo. Le tue?”
L'entrata rumorosa di Chen nella stanza non gli da la possibilità di rispondere.
“Michelle ti devo parlare!” esclama, afferrandomi un braccio e cercando di trascinarmi verso la porta.
Faccio roteare gli occhi esasperata “Non vedi che sono occupata?”
Il piccolo oracolo mi strattona un po' “E' molto, molto molto, importante!”
Alzo le spalle come segno di scusa, ovviamente rivolgendomi solo a Mu, Shun e Shiryu (con Hyoga sono ancora arrabbiata per quella battuta), e mi allontano seguendolo.
“Si può sapere che cosa c'è ora?” chiedo esasperata, non appena svoltiamo l'angolo.
“Non devi portarli con te.” mi intima, con sguardo serio.
“E' quello che stavo cercando di far capire a Mu!” gli faccio notare.
Chen stringe i suoi grandi occhi neri “Non ci riuscirai. Ma se loro verranno con te all'accampamento di Teia tutto il nostro piano se ne andrà in malora.”
“Che cosa proponi di fare, allora?”
Lui mi porge un sacchetto di plastica che contiene una polvere sottile e mi rivolge un sorriso astuto “Ricordati di mettere i bimbi a nanna prima di andare da Teia.”

In Turchia, nella parte meridionale dello stato, c'è una catena montuosa chiamata Toros Daglari.
Io lo ignoravo completamente, come ignoravo che questa catena montuosa fosse divisa in tre parti: Orientale, Centrale ed Occidentale.
Accompagnata, o meglio scortata, dai quattro bronzini stiamo cercando Teia, che a quanto ho visto nella mia visione si trova nel Tauro Orientale, detta anche Anti-Tauro, un territorio inospitale dal profilo prevalentemente roccioso. E devo dire che ritrovarmi qui a fare campeggio dei ragazzini che mi guardano in cagnesco non è esattamente il massimo.
“Sei sicura che il posto sia questo?” mi domanda Shiryu con espressione corrucciata.
Io allungo la mano e con il dito indice punto a una serie di fili di fumo che si alzano verso il cielo e che provengono tutti dallo stesso punto, a diversi chilometri di distanza da noi.
“Allora che aspettiamo?- prorompe Seiya- Attacchiamoli!”
Scuoto la testa con rassegnazione: tenere a freno questi quattro si sta rivelando un'impresa più difficile del previsto.
“Non possiamo.-spiego, cercando di essere più convincente possibile- Loro saranno almeno cinquanta e i guerrieri di Teia raddoppiano le guardie durante la notte.”
Lo sguardo color ghiaccio di Hyoga si assottiglia “Che cosa intendi?”
“Teia è la titanide del Sole. Durante la notte il suo potere si limita e perciò i suoi guerrieri aumentano le difese.” continuo, cercando di ricordarmi le informazioni che il mio maestro ha cercato di inculcarmi nella testa a forza da quando avevo quattro anni.
“Ma non possiamo aspettare oltre!” scalpita di nuovo il saint di Pegasus, pestando un piede per terra.
“E' meglio non tirare troppo la corda, Seiya- lo calma Shiryu-Aspetteremo fino a domani mattina all'alba.”
Ma il giapponese non molla, e sbuffa sonoramente “E' una totale perdita di tempo!”
“Che cosa dovremmo fare allora, o maestro di strategia?Entrare con fragore dall'entrata principale con le dita incrociate affinché loro siano più deboli di noi e sperando che l'effetto sorpresa ci dia una marcia in più?” sbotto, lasciandomi cadere su un tronco mozzato, proprio vicino al fuoco che Shun ha appena acceso.
“Vedo che un piano ce l'hai, allora!” ghigna il nano petulante.
Calma, Michelle, mi intimo, strappargli i denti uno a uno sarebbe sconveniente, oltre che anti-igienico.
“Sentite: so che non vi fidate di me e forse non ne avete tutti i torti.- borbotto, cercando di giocarmi la carta del momento strappalacrime-Ma questa ostilità non ci aiuterà nella battaglia. Dobbiamo fidarci gli uni degli altri.”
“Non possiamo fidarci di qualcuno che non conosciamo.” sibila il saint del Cigno.
Annuisco piano, mentre mi diletto nella preparazione della sbobba da campeggio.
“Che cosa volete sapere?” domando, mentre punzecchio con un bastone le braci sotto la pentola.
Shun mi si avvicina, sedendosi di fianco a me “Ad esempio il motivo per cui sei tornata al Santuario.”
“Voglio salvare una persona che mi è cara.- taglio corto- Zeus mi ha promesso che lo farà se sto dalla parte di Atena.”
Seiya storce la bocca, infastidito “Non è un buon motivo per combattere.”
“Non importa il motivo per cui fai una cosa- ribatto piccata- Alla fine quello che conta è l'esito delle tue azioni, a prescindere dalle tue motivazioni.”
O miei dei. E da quando sforno queste perle di saggezza?
“Ma...” tenta di domandare di nuovo Shun, ma io lo precedo cambiando drasticamente argomento.
“La sbobba è pronta.” annuncio, prima di servire ai quattro delle porzioni piuttosto abbondanti.
“Tu non mangi?” mi domanda il saint di Andromeda, notando che io non ne ho presa.
Gli rivolgo un sorriso tirato “No, non ho fame.”
Soprattutto non intendo mangiare qualcosa che contiene una dose di sonnifero capace di stendere un rinoceronte!!
“La pivellina sente l'ansia prima della battaglia!” mi schernisce Seiya, senza curarsi del fatto che ha la bocca piena.
Storco il naso disgustata.
“L'altro bronze dov'è?” domando, cercando di ignorare il giapponese.
Shiryu scrolla le spalle e Hyoga tiene lo sguardo fisso sulla sua scodella.
“Ikki arriva solo se c'è bisogno di lui.” mormora con un sospiro.
Di certo la cosa non mi riguarda, però spero davvero che il bronze mancante non arrivi a mandare all'aria il mio piano...
“Credi che quello che stai per fare è saggio?”
“Certo che lo è” ribatto, girandomi verso Shun.
Il ragazzo sbatte i suoi occhioni da cucciolo “Come?”
“Cosa hai detto?” replico, alzando le sopracciglia confusa.
Lui sgrana gli occhioni “Non ho parlato.”
“Ma se mi hai appena...- i suoi occhi smarriti mi convincono da andare oltre- ...niente, come non detto.”
Ci manca solo che inizio a sentire le voci!
Scuoto la testa con forza e punto gli occhi all'orizzonte.
Il cielo è tinto di rosso per via del tramonto, e la notte sta scendendo lentamente.
Non mi resta che aspettare che loro si addormentino e poi darò il via al mio piano

Raggiungere il campo di Teia non è stato facile.
E nemmeno superare le prime guardie.
Il fatto è che ora che tutti gli altri si sono svegliati, per via dell'allarme che una di loro è riuscita a lanciare prima che gli lanciassi una ragnatela a tapparmi la bocca, la situazione non è poi così rosea come avevo previsto.
E di certo non posso star qui tutta la notte dietro al mio scudo ad aspettare che si stanchino di cercare di abbatterlo.
Devo iniziare con la mia recita e lo devo fare immediatamente.
Non ci sono altre possibilità: questa volta devo fare in modo che fili tutto liscio.
Sono la sola che può farlo.
Niente tentennamenti, gaffe irreparabili o comportamenti sconclusionati.
Devo solo smettere di essere me stessa per un po'...quanto può essere difficile?
Deglutisco rumorosamente, ricacciando indietro il panico più totale.
“Ce la posso fare.” mormoro fra me e me.
L'ennesimo guerriero al soldo di Teia si scaglia contro la barriera che mi protegge, riuscendo solo a guadagnarsi una grossa botta in testa.
Devo solo comportarmi come una di quelle cattive di film e soap opere, che ci vorrà mai?, mi ripeto con poca convinzione.
“Mwahahahah- la mia pessima imitazione di una risata malvagia riesce ad ottenere la completa attenzione dei guerrieri che mi stanno intorno- I vostri tentativi di rompere la mia barriera sono adorabili oltre che inutili e sintomo della vostra stupidità.”
I soldati non sembrano gradire il mio commento, e intorno a me si alza un brusio scocciato e le occhiatacce si sprecano.
Accidenti, sono davvero tanti...
“Chi sei?” ringhia un omaccione nerboruto parandomisi davanti, e bloccandomi totalmente la strada insieme ai suoi esimi colleghi.
Devo restare nella parte della cattiva. Dite che il tremore di ginocchia e la vocetta debole erano un segno distintivo di Crudelia DeMon?
“Non sono affari vostri.- rispondo cercando di mantenere la voce dura- Sono qui per trattare con pesci ben più grossi di voi.”
L'omaccione non sembra particolarmente contento di essere stato definito un pesce piccolo.
Lo squadro dalla testa ai piedi, cercando di darmi un'aria di sufficienza, ma in realtà sto pensando che quello un pesce piccolo non lo è affatto. Anzi.
Direi che è più uno squalo...o un'orca assassina.
Ricaccio indietro il groppo che mi si forma in gola e mi decido a continuare a parlare “Sarò magnanima: se vi togliete dai piedi risparmierò le vostre patetiche vite.”
“Forse hai parlato troppo presto!” tuona di nuovo l'omaccione, facendo un cenno agli altri guerrieri e lanciandosi all'attacco assieme a loro.
Mi lascio scappare un sospiro “Non dite che non ve l'avevo detto.”
Alzo le braccia e lancio le mie ragnatele che in pochi attimi li intrappolano tutti a qualche metro da terra, lasciandoli sospesi come panni stesi.
Clap clap clap.
L'applauso mi arriva alle orecchie insieme ad una risatina sommessa e subito dopo Teia fa la sua comparsa.
“Davvero notevole.- mi elogia, con la sua voce senza tempo- Posso avere l'onore di sapere chi sei e a cosa devo l'onore della tua visita?”
L'aspetto della Titanide è magnifico e regale, come quello di qualsiasi essere di natura divina.
Devo ammettere che non mi ci abituerò mai. Certo, di solito davanti a persone dall'assoluta bellezza come Miguel, Takis, Mintha o Shaka mi sento un po' fuori posto, ma questo è decisamente peggio.
Teia è praticamente oro con fattezze umane: che c'entri qualcosa con il fatto che è la Titanide più legata al sole?
I suoi occhi di giada mi scrutano attenti, ma io lascio vagare ancora un po' il mio sguardo sulla sua pelle ambrata, le lunghe onde dorate che si ritrova al posto dei capelli e l'abito giallo che le fascia il corpo scultoreo.
Ci si potrebbe sentire più inadeguati di come mi sento io ora?
Sbatto gli occhi più volte prima di ritornare in me e raccogliere le parole giuste per rispondere con un po' di strafottenza, giusto per mantenere le apparenze.
“Sono Michelle, cavaliere di Aracne. E non vedo l'ora di unirmi a te per distruggere quei moscerini dei cavalieri di Atena!”
Teia mi osserva confusa, passeggiandomi intorno “Ah: sei una di quei cavalieri maledetti che ci hanno sbarrato la strada al nostro primo attacco al Santuario. Sbaglio o eri dalla parte di Atena?”
Il cuore mi inizia a battere all'impazzata.
Non deve scoprirmi.
O Zeus, ti prego, fa che non mi scopra.
Fingo una smorfia disgustata “Diciamo che non è stata esattamente una mia scelta.”
La Titanide inclina la testa di lato, incuriosita “Spiega.”
“Io e i miei compagni avevamo vedute diverse su questa guerra- mi invento di sana pianta, cercando di essere convincente- Ma gli esiti della prima battaglia hanno dimostrato quanto io avessi ragione fin dal principio: loro si sono ritirati, ma perchè non combattere quando si ha l'occasione di scegliere la parte vincente?”
“E tu credi che saremo noi a vincere?” mi domanda deliziata.
Sorrido con convinzione “Certo, ora che mi avete dalla vostra parte!”
Teia si lascia scappare una risatina e mi fa cenno di seguirla verso un'entrata scavata sulla parete rocciosa.
La osservo perplessa. Non è una caverna naturale, piuttosto dalle fattezze sembra proprio che sia stata scavata da poco.
“Sembri molto sicura di te.-commenta sorridendo, e poi aggiunge, probabilmente notando la mia titubanza a entrare- Tranquilla, non crollerà.”
Io?Sicura di me?
Se sono così convincente forse dovrei darmi alla recitazione...
Alzo il mento e la sorpasso, dipingendomi sul volto un'espressione strafottente “Allora, che c'è in palio?” domando, sedendomi su un masso, mentre Teia si siede su una sedia intagliata nella pietra, che fa parte dell'ultra raffinato arredamento di quell'accampamento così rudimentale.
“Il mondo, per cominciare.” sorride la dea, passandosi una mano fra i folti capelli dorati.
Faccio roteare gli occhi “Il solito Risiko divino?”
Lei prorompe in una risata argentina “Non esattamente.-specifica- Dopo aver eliminato tutti gli esseri umani e aver finalmente sconfitto le altre divinità potremo passare alla fase costruttiva.”
La guardo interrogativa.
“Mnemosine, come sai, è la dea della memoria: dopo secoli passati ad osservare gli umani e gli dei combattersi fra di loro e avendo appurato la loro incapacità di apprendere dai propri errori ha convenuto che una creazione ex novo sarebbe l'ideale.- continua pensierosa- Oltretutto, noi e i nostri fratelli Titani abbiamo un conticino in sospeso con chi ci ha imprigionato per così tanto tempo.”
Improvvisamente capisco perchè non riesco a individuare le altre Titanidi e perchè i loro cosmi sono così fluttuanti “State liberando i Titani?”
Teia annuisce solenne “Ogni alleato in più ci darà la possibilità di vincere questa guerra il più presto possibile.”
“Questo è...”
Sleale?
Ignobile?
Un grosso problema?
“...perfetto.” concludo con un sorrisetto, ricalandomi nel mio ruolo.
La dea si passa una mano sotto il mento “Sai, trovo particolarmente strano questo tuo cambio di posizione, soprattutto dopo che mia sorella Febe ha ucciso il tuo amichetto.”
Nel sentire queste parole il battito del mio cuore inizia ad accelerare.
Non devo farmi cogliere dall'emotività.
Non ora! Non posso mandare tutto all'aria!
“Già. Ed è stato quello a farmi cambiare idea.- mormoro con tono cupo- Tenevo molto a Takis e lui aveva accettato l'alleanza con Atena. Ma cosa hanno fatto i nostri così detti alleati?Ci hanno lasciato in vostra balia senza degnarsi di venire ad aiutarci!”
Mentre pronuncio queste parole stringo i pugni con forza, riuscendo a conficcarmi le unghie nei palmi.
Mi fa un po' paura il fatto che penso davvero quello che ho detto...
Teia mi sorride comprensiva “La vendetta.- sussurra. E pronuncia questa parola come se la stesse assaporando- Mi piace: benvenuta in squadra.”
“Benvenuta in squadra?!” ripete strillando il saint di Pegasus, entrando nella grotta di corsa e lievemente ammaccato.
Addio tentativo di risolvere questa situazione usando il cervello invece che i muscoli.
“Non ti avvicinare” gli intimo in un sibilo.
Ma secondo voi mi ascolta?
Ovvio che no.
“Che ci fa qui un saint di Atena?” domanda con voce tenebrosa Teia.
Oh-oh.
Mi volto di nuovo verso di lei “Mi avranno seguita, Teia. Io sono una senza dio, non servo alcuna divinità, non hai nulla da temer...”
Un colpo violento mi fa alzare in volo per atterrare malamente contro la parete della grotta causando una leggera frana.
Ahia!
Abbasso lo sguardo verso lo stomaco: c'è un enorme squarcio da cui il sangue esce a fiotti.
Fa un male assurdo, anche quando i lembi di pelle si riavvicinano da soli e si ricongiungono, come se niente fosse accaduto.
“Cosa diavolo...?” sussurra Teia stupita, guardandomi rialzare.
Non faccio in tempo a dire qualche frase ad effetto, o perlomeno, a cercare di dissuaderla a scatenare la sua ira quando l'Idiota con manie di protagonismo, si lancia con forza verso la titanide.
“Fulmine di Pegasus!” urla, convinto che il suo colpo possa davvero farle qualcosa.
Teia alza una mano per bloccare il suo colpo.
“Sei un personaggio interessante, Aracne.- dice, senza togliere di dosso da Seiya il suo sguardo assassino- Mi piacerebbe parlare di nuovo con te, in altre circostanze. Ora il mio tempo qui si è concluso.”
Che cosa ha intenzione di fare?
“Sun's Explosion!” grida, con un tono di voce che mi fa raggelare il sangue.
Senza nemmeno pensarci mi lancio verso il bronze e gli do un perfetto calcio nelle budella, scaraventandolo fuori dalla caverna, abbastanza lontano dove le sue immense sopracciglia non potranno essere bruciacchiate dal colpo micidiale della titanide.
Ovviamente io lo becco in pieno, proprio sulla schiena.
Vengo scaraventata fuori a mia volta in un vorticare di fiamme.

Ohi, ohi, ohi.
Perchè mi sono messa in testa di salvare quel ronzino?
Non è che la pericolosissima sindrome dell'eroe che gira al Santuario è contagiosa, vero?
Mi tasto un po' il corpo, ma sembra non ci sia alcun danno.
L'armatura di Aracne ha fatto il suo dovere anche questa volta!
Apro gli occhi lentamente, cercando di ignorare l'incredibile senso di spossatezza che mi attanaglia.
Apro gli occhi e vedo...
Niente.
Buio totale.
Non può essere già notte, vero?Perchè sarebbe strano dato che sento sulla pelle il calore dei raggi solari.
Mi alzo in piedi lentamente, con movimenti goffi e maldestri, e cerco di sfregarmi gli occhi con forza.
Niente, tutto resta comunque nero.
Ok.
Niente panico.
Sono solo momentaneamente cieca e circondata da imbecilli.
La situazione non è poi così grave.
Sento una mano sulla spalla.
È grande, abbastanza ruvida e decisamente poco delicata.
Deve essere il famoso Ikki, comparso da chissà dove, constato riconoscendo un cosmo sconosciuto.
“Chi sei?” mi domanda minaccioso.
“Tranquillo-borbotto- Sto dalla vostra parte.”
“Sei il guerriero maledetto?- chiede scandalizzato- Tu?”
Faccio finta di ignorare il suo tono eccessivamente stupito e annuisco.
“Tutto bene?” domanda di nuovo. Certe domande dovrebbero essere vietate in situazioni del genere.
Come può anche solo venirgli in mente che tutto vada bene?!
“Teia è scappata.” adduco come risposta voltandomi verso di lui.
Almeno credo di essermi voltata nella direzione giusta.
“Che stai guardando?” mi domanda perplesso. Accidenti a me e al fatto che non riesco a capire da dove vengono i suoni!
Sento un leggero spostamento d'aria quindi presumo che il cavaliere di Phoenix si sia avvicinato.
“Hai...hai gli occhi opachi!” constata, probabilmente guardandomi in viso.
“Già, e non vedo un accidenti.” sbotto incrociando le braccia.
Sento un rumore secco e poi il suono di milioni di sassolini che franano.
“Perfetto!Ci mancava anche questo.” ringhia irato.
A proposito, che fine hanno fatto gli altri infanti?
“Fa niente, entro domani mattina andrà tutto a posto.- cerco di calmarlo- I tuoi amici?”
C'è una breve pausa.
Odio non sapere che cosa sta facendo.
“Che c'è?” domando, per ricordargli che la sottoscritta non dispone al momento delle facoltà necessarie ad analizzare da sola la situazione.
“L'onda d'urto del colpo di Teia li ha colpiti in pieno. Sono svenuti.” sbuffa e poi sento un tonfo sordo.
Qualcosa mi dice che si è seduto. Che ragazzo fine e delicato che è!
“E adesso?” chiedo, toccando la parete dietro di me per darmi una guida e sedendomi.
“Aspettiamo.- risponde Ikki, con un sospiro- Non possiamo certo lasciarli qui. E se tornassero i guerrieri di Teia?”
Ah, quindi dopo il suo attacco c'è stata pure una fuga in grande stile...
“Potrei restare qui io finchè non si svegliano, e tu tornare al Santuario a comunicare gli esiti della missione.” azzardo dopo qualche attimo di riflessione.
Il bronze si mette a ridere “Oh, certo. E in caso di pericolo chi ti difende?”
“So difendermi benissimo da sola!” sbotto contrariata.
Dannatissimo maschilista.
“Vedo. Sai che stai parlando con un muro al momento, vero?” ride divertito.
Sto per pronunciare un insulto decisamente irripetibile rivolto a quel ragazzino impertinente, quando una voce mi interrompe.
“Michelle!Ikki!”
Riconosco la voce di Mu, e non credo sia solo.
“Che cosa è successo?” chiede infatti Aldebaran subito dopo.
“Abbiamo avuto qualche problema con Teia, Michelle ha salvato per un pelo Seiya dall'essere carbonizzato.” spiega il bronze con voce pressoché monocorde.
Io scrollo le spalle e chiudo gli occhi, dato che non ho affatto voglia che qualcun altro veda le mie iridi opacizzate “L'avevo detto io che non so fare la babysitter- borbotto- Che questa cosa era una cosa da adulti e che...”
“Che cos'hai agli occhi?” domanda a bruciapelo l'altro saint accorso all'evento della settimana.
Perchè Shaka nota tutto anche se ha gli occhi chiusi?
“Niente” rispondo imbarazzata.
“Il colpo di Teia ha colpito lei al posto di Pegasus.- spiega Ikki- L'ha accecata.”
Maledetto!
Perchè non tieni chiusa quella ciabatta una buona volta?Non era lui quello taciturno fra queste cinque piaghe che mi sono capitate?
“Ti ha colpito e ti ha solo accecato?” chiede stupito Mu.
Solo accecato? Ma si sente quando parla?
Come dire: ti ha solo staccato una gamba o cose del genere...
“No. In realtà fino a dieci minuti fa stavo bruciando viva ma ora va meglio, grazie.” sibilo.
C'è una lunga pausa di silenzio. Forse sono stata un po' brusca.
“Sentite- dico, accendendo la modalità diplomatica- che ne dite di continuare la conversazione al Santuario?”
“Vado a recuperare i bronzini.” afferma Al con una nota di serietà nel suo vocione.
“Vengo con te.” si propone Ikki e i due si allontanano verso chissà dove.
Rovescio la testa all'indietro e provo a focalizzare qualcosa.
Inizio già a distinguere luci e ombre, con molta fatica certo, e con un tremendo dispendio di energia che mi fa girare la testa.
Mu mi si avvicina e mi posa le mani sulle spalle.
Per quello che so potrebbe essersi messo a osservarmi o a farmi le boccacce...
“Si può sapere che cosa hai fatto?” mi domanda con tono grave.
Insomma, perchè quando succede qualcosa deve essere per forza colpa mia?
“Avevo tutto sotto controllo.” borbotto in risposta.
“Oh, sì, questo si vede.” commenta Shaka con acidità.
Vorrei rispondergli a modo ma un nuovo giramento di testa non me lo permette.
“Che ti succede?” chiede Mu preoccupato, mentre io mi lascio andare fra le sue braccia.
“Guarire dal colpo di Teia stata dura...-sussurro debolmente-...io non...ho più forze...”
La mano del gold si posa sul mio capo “Tranquilla. Ora ti riportiamo a casa.”
Annuisco piano e già riesco a vedere il verde brillante dei suoi occhi.
La cosa mi rassicura, certo, ma non mi impedisce di cadere in un sonno profondo.

“Ho detto che sto bene!” ripeto per l'ennesima volta, quando il cavaliere dell'Ariete mi passa davanti agli occhi l'indice, intimandomi di seguirlo con lo sguardo.
Non vorrei essere troppo brusca con lui, che è sempre così gentile e paziente anche se gli ho sbolognato quella peste di Chen, ma l'idea di portarmi qui non è stata geniale.
Sono sdraiata comodamente sul letto degli ospiti della Sesta Casa, ma nonostante ciò mi sembra di essere su uno di quei letti pieni di aghi dei fachiri.
“Posso tornare alla Seconda?” domando di nuovo, ma Mu scuote la testa.
“Quando ti ho detto che Victoria era estremamente arrabbiata con Al per il fatto che non si è preso cura di te a dovere- spiega leggermente imbarazzato- intendevo dire che lei sta sfogando la sua furia di silver contro di lui. Non credo sia saggio andare alla Seconda, per il momento.”
Sospiro rassegnata e mi lascio cadere sul soffice cuscino.
Ok, sono sopravvissuta ad un attacco divino, ho perso la vista e l'ho riacquistata nel giro di poche ore e ora le mie energie sono praticamente sotto zero, ma sono assolutamente sicura che preferirei trovarmi in qualsiasi altro luogo tranne che qui.
Insomma, Shaka ha dimostrato già parecchie volte di non potermi soffrire...
“Va tutto bene?” mi domanda il gold, inclinando la testa di lato e scrutandomi con attenzione.
“Mu, te l'ho già detto...” protesto debolmente.
Lui scuote la testa “Non intendevo fisicamente.”
Sbatto le palpebre confusa “Che cosa intendi?”
“Non lo so Miki. Mi sembri strana...triste...”sussurra Mu.
“Una delle persone a cui voglio più bene è quasi morta per causa mia, ho ingannato le uniche persone che si fidavano ciecamente di me per proteggerle e ora sono a chilometri di distanza e nonostante mi impegni e cerchi sempre di fare la cosa giusta vengo guardata con sospetto, quindi: sì, sono triste e confusa e stanca.- dico, passandomi debolmente una mano sugli occhi- Ho solo bisogno che vi rendiate conto di questo, per il resto me la caverò da sola.”
La mano delicata e fresca di Mu si posa sulla mia testa, con un gesto talmente dolce che mi dispiace di avergli spiattellato tutta l'inquietudine che ha accompagnato il mio nuovo ritorno al Santuario.
“Senti mi dispiace. È stata una settimana dura...” borbotto con una vocetta debole.
Il saint continua ad accarezzarmi i capelli dolcemente “Il peso del mondo non deve per forza stare tutto sulle tue spalle, Michelle.”
Io lo guardo interrogativa, ma lui mi strizza soltanto l'occhio e se ne va, giusto in tempo per incrociare Shaka sulla porta.
Si bisbigliano qualcosa all'orecchio e poi il cavaliere della prima casa mi fa di nuovo un cenno con la mano e se ne va.
“Ti ho portato del tè.” dice Shaka, avvicinandosi al mio letto e posando il vassoio con la tazza fumante sul comodino.
Trattengo a fatica una smorfia disgustata, al pensiero dell'amarissimo te che mi aveva propinato l'ultima volta “Grazie...Lo berrò dopo.”
Sulle sue labbra sottili si dipinge un sorriso “L'ho notato che non gradisci il mio tè indiano. Questo viene da una comunissima bustina preconfezionata e ci ho pure messo del latte per addolcirlo.”
“Grazie.” ricambio il suo sorriso e sorseggio la bevanda calda.
Certo, per i miei standard è ancora piuttosto amaro, ma faccio finta di niente.
Quando mi volto per appoggiare sul comodino la tazza, noto la faccia scura di Shaka.
“C'è qualcosa che non va?” gli domando preoccupata.
Lui annuisce “Tu.”
E ora che ho fatto?
Forse non gradisce il fatto che io usurpi la sua stanza degli ospiti...
“Se vuoi torno a casa di Al...” propongo, mentre accenno ad alzarmi.
Ma Shaka si lascia scappare un sospiro “Non sto parlando di questo, Michelle...”
“Di cosa stai parlando allora?” chiedo, aggrottando le sopracciglia.
“Del fatto che tu abbia pensato di andartene da sola ad affrontare una divinità!” ribatte serio, e io abbasso lo sguardo mortificata.
Faccio roteare gli occhi: questa conversazione mi dà un forte senso di deja-vu!
“Non è successo niente di male...”inizio con tono baldanzoso, ma poi faccio il madornale errore di guardare in faccia il cavaliere e tutta la mia sicurezza se ne va.
“...cioè...era tutto sotto controllo...-tento di giustificarmi- Chen aveva detto che sarebbe filato tutto liscio e poi...davvero, non c'era nessun pericolo e...”
“Dovevi lavorare con i bronze, non creare un piano alternativo raggirandoli!” continua con tono di rimprovero.
Io sbuffo sonoramente “Ma il loro era un piano assurdo!-dico per poi iniziare a imitare la voce di Seiya- Oh, sì, noi siamo i cavalieri più forti del mondo e Atena  dalla nostra parte!Andiamo senza indugio nell'accampamento nemico anche se loro sono in soprannumero e hanno dalla loro una dea belligerante e letale: sono sicuro che avremo la meglio!”
E sapete cos'è la cosa frustrante di tutto ciò?Che sono sicura che Milo o Aldebaran si sarebbero messi a ridere per la mia imitazione.
Shaka si limita ad alzare un sopracciglio “Non credo che il loro piano fosse questo...”
Ma io gli lancio un'occhiata eloquente “Volevano entrare con fragore, magari mandando prima una raccomandata, per seguire uno strano codice cavalleresco, probabilmente il nome in codice con cui loro chiamano il suicidio!”
Incrocio le braccia e lascio sprofondare la schiena fra i cuscini “Non mi stupisco che Ikki non passi con loro più del tempo necessario...”
“E il tuo piano invece qual era?” mi domanda qualche secondo dopo.
Io lo guardo perplessa “Come?”
“Dopo aver convinto Teia che eri intenzionata a combattere contro di noi, cosa contavi di fare?”
Mentre riformula la domanda, Shaka ha l'aria soddisfatta di chi sa di avere la vittoria in pugno.
“Uhm...ecco-balbetto un po', nel tentativo di prendere tempo per trovare una risposta decente-I-io...avrei trovato qualcosa...Insomma, una volta capito i loro piani avrei potuto comunicarveli e...”
Il cavaliere della Vergine sospira rassegnato “Vedi?Non ti sei fermata a pensare alle conseguenze delle tue azioni per nemmeno un secondo!”
“Mi dispiace. Non volevo starmene con le mani in mano, ecco tutto.” borbotto mortificata.
Shaka scuote la testa rassegnato “Non capisci?Se ti avessero scoperto avrebbero potuto...”
“Cosa?- lo interrompo, con un sorrisetto senza allegria sulle labbra- Uccidermi?Non credo proprio.”
“La morte non è la cosa peggiore che potrebbe capitarti.” continua con tono piatto.
Io sbuffo “Le ferite si rimarginano.”
“Non tutte.-ribatte fissandomi intensamente da sotto le palpebre- Non è forse una ferita non ancora rimarginata che ti fa agire in modo così irresponsabile?”
Sgrano gli occhi scioccata, cercando di sostenere il suo sguardo ma desisto dopo pochi secondi.
“Il fatto è che...”lascio cadere la frase, e mi passo una mano fra i capelli.
Shaka non si scompone nemmeno davanti alla mia reticenza “Se c'è qualcosa che ti turba, e ti fa fare cose tanto stupide da mettere in pericolo noi tutti, forse dovresti dirmi cos'è.”
“E' Takis.” mormoro, trovando particolarmente interessante il ricamo sul bordo del lenzuolo.
Il biondo non risponde, ma credo che voglia che io continui.
“E' che è solo colpa mia se si trova in quello stato ed ora che so che sono l'unica che può fare qualcosa, la cosa mi tormenta.- spiego, parlando sempre più veloce- E poi mi sembra sempre che lui sia con me, che mi osservi. A volte sento perfino la sua voce...Ho una tale paura di fallire e deludere tutti...”
“Michelle, nessuno ti ha mai accusato di niente. La ruota del Karma gira al di là delle nostre capacità di comprenderla...”
Abbasso lo sguardo, affranta.
Che cosa ne vuole sapere lui?Lui è così perfetto, di certo non ha mai sbagliato nemmeno il candeggio.
“Devi smettere di pensarci.” la sua voce è ferma e non ammette repliche.
“Non posso farci niente, è più forte di me.”
Shaka serra le labbra per qualche secondo.
“Da quand'è che non dormi?”
Il repentino cambio di argomento mi spiazza un po'.
“Non so....” borbotto guardandolo stranita.
E poi inaspettatamente, riuscendo a bloccarmi il cuore per diversi secondi tanto da farmi venire il dubbio di aver bisogno di un defibrillatore, allunga la mano verso di me, scostandomi dal viso diversi ciuffi ribelli.
“Hai una pessima cera. Dovresti riposare.” spiega, ritraendo la mano velocemente.
“Non ho sonno.” mento decisa.
In realtà, da quando ho quegli incubi ricorrenti, la sola idea di dormire mi crea degli attacchi di panico.
“Michelle...”mi richiama leggermente scocciato.
Serro le labbra “Ti ho detto che non voglio dormire- ripeto, forse troppo brusca- E poi da quando la cosa ti riguarda?”
Sembra quasi che stia pensando davvero a una risposta da darmi, come se non lo sapesse con sicurezza.
“Da quando la mancanza di riposo ti fa comportare in questo modo.- risponde con tono duro- Non è rispettoso verso i tuoi compagni ed è totalmente irrazionale Mi domando per quale motivo tu debba agire senza totalmente preoccuparti delle conseguenze... ”
Mi mordo le labbra, fino a farle sanguinare “Perchè...perchè fa male!- sbotto, fra dei singhiozzi che avevo trattenuto fino ad ora- Perchè se iniziassi a pensare sono sicura che impazzirei completamente e...e...”
Mi porto una mano al petto e lascio che le lacrime scivolino lungo le mie guance.
Shaka non mi guarda in faccia “Tutto questo per il cavaliere di Prometheo?”
Tiro su col naso, e decido di avvalermi della facoltà di non rispondere.
E restiamo così in silenzio per minuti...o forse ore...
“Ti lascio riposare.” si congeda dopo un po' il biondo, alzandosi in una nuvola del suo profumo soffice.
Non so per quale motivo ma l'idea che lui se ne vada mi manda in panico.
“Shaka!” lo chiamo velocemente, prima che chiuda la porta.
Il gold si ferma e gira il volto in mia direzione, come per incitarmi a parlare.
E ovviamente io non so cosa dire...
Che stupida che sono, cosa mi è saltato in mente di fermarlo?
“Sì, Michelle?” mi incalza.
“T-tu...-balbetto dicendo la prima cosa che mi viene in mente- sei arrabbiato con me?”
Shaka sospira e poi scuote la testa con rassegnazione.
“Buonanotte Michelle” sussurra prima di andarsene.

Michelle...
La voce di Takis mi chiama. Mi sembra anche di vederlo tendermi una mano, ma io non riesco a muovere la mia. Non riesco ad afferrarlo.
“Michelle...”
“Sono sveglia!” urlo, alzandomi di scatto, ritrovandomi da sola, seduta e con dei brividi che mi scorrono lungo la schiena.
Il battito del mio cuore non rallenta nemmeno quando mi ricordo del perchè mi trovo alla Sesta invece che alla Seconda Casa.
Faccio qualche respiro profondo e scosto con un gesto le lenzuola leggere.
Mi muovo velocemente lungo il dedalo di corridoi guidata da un cosmo sereno e caldo, che mi affretto a raggiungere.
Shaka è nella posizione del loto, gli occhi chiusi e l'espressione serafica.
Trasuda pace e tranquillità.
Non ho idea di come sia possibile ma il solo guardarlo mi fa sentire stranamente calma e rilassata.
Potrei rimanere qui per ore.
“Ti serve qualcosa?”
Stavolta nemmeno la sua voce vellutata riesce strapparmi da questo stato.
“Uh?” e tutto quello che riesco a rispondere.
Shaka torna a terra con un movimento fluido e elegante e con passi misurati mi si avvicina.
“Ti senti bene?” mi domanda, e mentre lo fa aggrotta leggermente la fronte candida.
“Io...”
Vorrei dirgli qualcosa ma la voce decide di non collaborare.
Il mio sguardo invece, vaga dalle sue palpebre chiuse fino alle lunghe ciglia, per poi scivolare lungo tutto il suo profilo perfetto e...
Scuoto la testa con forza.
Troppo pericoloso, Michelle: non farlo mai più!
“Devo andare.” butto fuori tutto d'un fiato e più che correndo, volando, mi lancio fuori dalla Sesta e cerco di mettere più distanza possibile fra me e il biondo.

Hey! Ammettetelo: credevate che mi fossi dimenticata di voi e di Michelle, giusto?
Ahime non mi ero affatto dimenticata solo che ho avuto davvero una montagna di cose a cui pensare. Come se lo studio e la vita di tutti i giorni non bastasse, in più devo anche lavorare ad un progetto per potere saltare una parte di esame (che sono terribilmente vicini!) quindi ogni volta che accendevo il pc lasciavo da parte Miki e i suoi casini per dedicarmi al mio mantra ricorrente lavoro-lavoro-lavoro-studio-studio-sonno-sonno.
Per farmi perdonare dei miei tremendi ritardi nell'aggiornare ho pubblicato un capitolo lungo lungo. Che ne pensate?La vita di Michelle sta diventando sempre più complicata...Meno male che ha degli amici veri su cui può contare!
Fatemi sapere che cosa ne penate di questo capitolo!
E (incrociamo le dita affinchè io aggiorni alla svelta) alla prossima!
Baci baci JoJo

Snow Fox: ...le tue minacce mi spaventano perchè non so come nè perchè ma si realizzano...quindi a proposito del pacco speciale per Miki e le visite indesiderate per me, la mia mente malata ha partorito ciò:
--Santuario di Atena.
Casa del Toro.
Ore 9.30
Michelle entra tutta eccitata in cucina con in braccio un pacco postale.

Al, guarda che bello!Snow Fox mi ha mandato questo pacco. Guarda quante cose interessanti che ci sono dentro!”
Aldebaran spalanca la bocca scioccato e gli toglie la scatola dalle mani mettendola nell'anta più alta dell'armadio da cucina e chiudendo il tutto con un lucchetto in titanio.

Ma...ma...”
Te li ridarò quando sarai più grande!”
Stessa ora a diversi chilometri di distanza.
Jojo si porta le mani al volto, in una imitazione perfetta dell'urlo di Munch.

Nooooooooooooooo!”
I muratori, trapanando ignari il muro della stanza dove lei studia (o cerca di studiare, o finge di cercare di studiare), continuano a fischiettare serafici!
-- E questo è quanto. Basta maledizoni please XD ! Alla prossima, baci!

anzy: Beh un pò di scintille ci sono state, no? Chen è la mia creatura più cara: credo che sia la personificazione del mio spirito infantile!Sono davvero contenta che ti piaccia. E per quanto riguarda Takis...conto di farlo ricomparire il più presto possibile!Anche se in questo capitolo un piccolo cammeo lo ha fatto. eh eh! Al prossimo capitolo. Baci

whitesary: Eh già, alla fine non ce l'ho fatta a Takis...direi che di sfighe Miki ne ha già abbastanza da sola, senza bisogno che io gli accoppi il pretendente...In più le ho anche tolto dai piedi il mocciosetto!Direi che sono stata buona, no?Al prossimo capitolo, baci

Megarah_witch: Come hai potuto vedere da questo capitolo Shaka il suo fascino non l'ha perso per niente, anzi...Diciamo che Michelle ne ha di cosette con cui arrovellarsi le meningi...Alla prossima, baci

   
 
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