Sospiro
soddisfatta.
Tutti gli sforzi fatti oggi, i capricci
petulanti di Chen, le richieste assurde della Kido, le occhiatacce
dei cavalieri...tutto questo porta direttamente a questo unico,
semplice, divino momento di appagamento.
Lo so.
Posso sembrare un tantino superficiale:
con tutti i casini che succedono là fuori io sto solo a
pensare a me, ma non mi importa assolutamente.
Probabilmente i miei occhi devono aver
assunto la forma di un cuoricino, come succede sempre nei cartoni
animati, mentre rimiro con occhi sognanti la mia opera.
Il sandwich al formaggio più
grande e calorico che sia mai stato creato su questa terra è
fra le mie mani!
Devo dire che il soggiorno alla Seconda
non sarà niente male: dovreste vedere che cucina si ritrova
Aldebaran, roba da professionisti! E il frigo e la dispensa sono
sempre straripanti, cosa da non sottovalutare.
Sento nettamente il mio colesterolo
applaudire soddisfatto e poi fare una bella ola quando, finalmente,
avvicino il panino alle labbra e do un bel morso.
“Micheeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeelle!!”
Per quanto è improvvisa e
indesiderata, l'intrusione di questa voce squillante mi fa andare di
traverso il boccone.
Chiudere sempre la porta della cucina a
chiave ad ore pasto, annoto mentalmente.
Mi alzo in piedi di scatto, in preda a
una vera e propria crisi respiratoria, e tossisco a più non
posso per riprendere possesso di tutte le mie facoltà.
Cosa tutt'altro che facile, per giunta.
L'ospite indesiderato batte
ripetutamente il piede per terra “Quando hai finito con
questa
pantomima dovrei parlarti!”
“Stavo soffocando, Victoria!”
sbotto risentita, non appena torno in grado di parlare.
La bionda si limita a sbuffare
sonoramente e fa cadere l'argomento con un raffinato gesto della mano
“Aldebaran è in casa?”
“E' di là che prepara la mia
stanza.- borbotto- Credo che la stia ricavando da un ripostiglio per
le scope.”
“Non credo ci sia mai stato uno
sgabuzzino per le scope, qua dentro...” riflette ad alta voce.
E lei come fa a saperlo?
“...Comunque- continua con tono
gioviale- ho una cosa importantissima da dirti.”
Con un movimento veloce si toglie la
maschera e la lancia senza attenzione sul tavolo.
“Che cosa stai facendo?!- sbraito
allarmata- E se arrivasse qualcuno?E se Al torna di qua e ti vedesse
in faccia?E se...”
Vic mi posa le mani sulle spalle “Datti
una calmata, Miki. Non arriverà nessuno. E poi non posso
dirti
una cosa come questa senza che tu possa guardarmi in faccia!”
La calmata non me la riesco a dare per
niente, però mi incuriosisce il tono della ragazza.
Cosa potrebbe mai dirmi di così
importante?
Analizzo con fare indagatore il bel
volto di Victoria.
I suoi occhi azzurri sembrano ancora
più belli del solito: allungati e stranamente lucenti.
Devo ammettere che non li avevo mai
visti così illuminati e trasognati.
Nemmeno durante uno dei suoi
innumerevoli periodi di innamoramento.
Che sia questa la volta buona?
“Ok, sputa il rospo.” le intimo
mentre mi siedo di fronte a lei.
Vic sbatte più volte le sue
insolitamente lunghe e curve ciglia nere “Sono
innamorata.”
sussurra.
Io faccio roteare gli occhi: non è
la prima volta che sento una cosa del genere.
“E?” faccio roteare la mano per
incitarla a parlare.
“E lui mi ricambia. Michelle, questo
è quello giusto, ne sono certa.”
Non so cos'è a stupirmi di più,
o la notizia in sé o il fatto che mentre lo dice mi
costringe
ad alzarmi e a saltellare in giro per la stanza.
Mi sento una completa deficiente ma non
avete idea di quanto può essere utile.
Scarica i nervi, fa passare di mente il
fatto di essere la galoppina della Kido e ti fa sentire spensierata
come una bambina di dieci anni.
Dopo cinque minuti buoni di questa
danza primordiale mi lascio cadere per terra e lei fa lo stesso.
“Ok, sei felice, ho capito- sospiro
cercando di calmare il mio respiro leggermente affannato- E lui chi
è?Lo conosco?”
Victoria sorride raggiante e annuisce
“E' Aldebaran del Toro” trilla entusiasta.
Io spalanco gli occhi, la bocca, lascio
cadere le braccia, sbatto le palpebre, cerco di respirare e formulare
una frase, ma dopo una notizia del genere mi risulta
pressoché
impossibile.
Cioè Victoria di Lucertola, la
mia amica, Miss Fashion del Santuario da quando aveva tredici anni,
insomma lei!, sta insieme ad Aldebaran del Toro, che nulla togliendo
al suo carattere amabile, è uno dei saint più
grezzi in
circolazione?
C'è una candid camera qui da
qualche parte?
Lei deve leggere la mia perplessità
dalla mia espressione e allora inizia a spiegare.
“Ci siamo conosciuti quando tu avevi
deciso di fare l'eremita, sai subito dopo che Takis
è...”
“Vai avanti.” le intimo, cercando
di cancellare le sue ultime parole. Non posso rovinarle questo
momento con i miei piagnistei.
Vic annuisce “Sai veniva tutti i
giorni a casa nostra per chiedere di te, ed era così gentile
che mi ha fatto una tenerezza incredibile, così l'ho
invitato
a restare a pranzo.”
Io spalanco la bocca “Tu l'hai
invitato?” chiedo scioccata.
Mai, Vic non aveva MAI fatto una cosa
del genere. Una persona civettuola come lei non desidera altro che
strappare appuntamenti, non fare il contrario!
Lei mi sorride radiosa “Da non
credere vero?E pensa che gli ho preparato una frittata e lui l'ha
mangiata tutta anche se era carbonizzata!”
“Tu hai cucinato?” praticamente
strillo, ma sono a dir poco confusa.
Sono questi i famigerati poteri
dell'amore?
Dei dell'Olimpo, Victoria, Miss
Nontiazzardareachiedermidifarequalcosaincasa ha cucinato!
Ok.
Ora ritorno a
cercare la Candid.
Deve essere uno
scherzo che ha architettato insieme a Pierre per farmi andare
completamente fuori di matto.
Mentre sono qua per
terra in stato di shock nella stanza entra Al in persona.
“Gliel'hai
detto?” esordisce con voce gioviale
Victoria non fa una
piega anche se è senza maschera, annuisce e si getta fra le
sue braccia e si danno un bacio.
E non un bacio
qualunque.
Un bacio con la B
maiuscola!
D'ora in poi non mi
stupirò più di niente.
Ecco!
Restare in imbarazzo con il
cavaliere
del Toro è impossibile.
Lo ammetto, però, ci ho messo
tutto il pomeriggio ad abituarmi all'idea di loro due insieme.
Ma vederli parlare, ridere e scherzare
mi ha convinta abbastanza.
“Ecco la tua stanza.” annuncia
Aldebaran aprendo con cautela un porta di legno che cigola
tremendamente.
Entro prima di lui nella stanza più
piccola in cui sia mai stata.
Mi domando come faccia a starci il
letto.
“Uhm...sì, ecco, è un
po' piccola e spartana ma...” borbotta imbarazzato, mentre si
passa
una mano dietro la nuca.
“E' perfetta- lo rassicuro- C'è
un letto e un comodino: cosa dovrei desiderare di
più?”
Il gold sembra leggermente sollevato,
anche se probabilmente sa che sto solo cercando di rincuorarlo.
Lancio ancora un'occhiata alla stanza.
Il letto altro non è che un materasso buttato su una rete di
ferro battuto. Il comodino sembra sia stato riesumato da poco e
l'armadio a muro pare proprio uno di quegli antri da cui i bambini
temono possa sbucare l'uomo nero.
“C'è una bella vista”
aggiungo sorridendo, additando la finestra.
E questo è vero.
“Già. L'unica cosa bella che
ti posso offrire- si lamenta- Queste stanze non sono fatte per gli
ospiti.”
Scrollo le spalle con noncuranza.
Spero di non dover rimanerci per molto.
Più resto, più Takis
rimane sospeso...
“Victoria ti piace davvero?” gli
domando di punto in bianco, cambiando drasticamente argomento.
La reazione che provocano queste tre
semplici parole mi stupisce.
Al arrossisce, poi impallidisce, infine
si irrigidisce e inizia a sudare.
“Sì, b-beh, ecco...io....” i
suoi balbettii sono sconnessi e scemano fino a diventare un delicato
brusio di sottofondo.
Allargo le gambe in una posa combattiva
e gli punto l'indice dritto sull'ampio petto “Sappi,
Aldebaran gold
saint del Toro- inizio con tono serio e determinato, cercando di non
stupirmi troppo che ad ogni colpo del mio dito questo enorme ragazzo
fa dei passi intimoriti all'indietro- che Victoria è la mia
migliore amica da quando avevamo sette anni. Non l'ho mai vista
così
innamorata e se solo avrai la malaugurata idea di farla soffrire non
ci sarà alcun luogo in cui potrai nasconderti dalla mia
furia
vendicativa!”
Quando sbatte rumorosamente la schiena
contro il muro del corridoio, Aldebaran raddrizza le spalle e la sua
espressione si fa determinata.
“Io amo Vicky.- dichiara con tono
solenne- E sono sicuro che questa cosa non cambierà
mai.”
I suoi occhi color cioccolato sono così
seri che faccio fatica a trattenere le risate. Riesco però a
camuffarle con un sorriso addolcito.
“Siamo quasi cognati allora.”
E a queste parole è lui che
inizia a ridere, facendo rimbombare la sua risata sguaiata per tutte
le stanze della Seconda Casa.
Apro gli occhi a fatica e ci metto
qualche secondo di troppo per rendermi conto di dove mi trovo.
La spartana stanza in cui mi ha
sistemato Aldebaran è illuminata dalla sola luce della luna,
che filtra dalle assi sbilenche delle griglie alla finestra.
Respiro a pieni polmoni l'aria fresca e
poi qualcosa di fianco alla porta dell'armadio attira il mio sguardo.
Ma non è qualcosa.
È qualcuno.
Sgrano gli occhi mentre riconosco
quelle iridi cerulee che mi fissano supplicanti.
Le belle labbra sottili di Takis si
muovono veloci ma non riesco a cogliere alcun suono.
Vorrei parlare ma anche la mia voce non
esce.
E poi mi alzo di scatto e mi ritrovo
seduta sul letto.
Il sudore freddo mi impregna il viso, i
capelli e il pigiama.
La stanza è uguale a quella che
ho visto qualche secondo fa, per tutto, tranne un piccolo e decisivo
particolare.
Sono sola.
“Un sogno. Era solo un sogno.” mi
sussurro, mentre il battito accelerato mi dà la spiacevole
sensazione di avere il cuore in gola.
Un sogno?
Un incubo...
Il mio respiro non riesce assolutamente
a ritornare regolare e non appena riprendo un minimo controllo delle
mie facoltà fisiche mi alzo e con passo tremante esco dalla
stanza.
Cerco di fare il minor rumore possibile
mentre passeggio per la Seconda Casa, deserta.
Il russare profondo e ritmato di Al,
tuttavia, mi fa capire che di certo non si cura di me, in questo
momento.
Il senso d'ansia non mi abbandona,
nemmeno quando metto piede all'aperto e la brezza notturna mi
solletica il viso, le braccia e le gambe, lasciate scoperte dal
pigiama estivo.
Con il passo barcollante di uno zombie
mi dirigo verso la Prima Casa e supero pure questa senza troppa
fatica.
Pochi minuti dopo sono sola nelle
vicinanze delle arene dove si svolgono gli addestramenti minori.
Ma che diavolo ci sono venuta a fare
qui?
Questo posto l'ho sempre odiato!
Trascino i piedi fino ad una delle
vasche piene d'acqua e lascio scorrere la mano sotto il getto gelido
e continuo.
Senza pensarci troppo metto la testa
sott'acqua, con l'intento di bagnare solo la faccia ma riuscendo
irrimediabilmente a schizzare capelli, braccia, pigiama e
quant'altro...
“Michelle?”
Mi volto di scatto al sentire chiamare
il mio nome e mi ritrovo davanti un assonnato Mu.
“Mi dispiace. Ti ho svegliato mentre
sono passato dalla Prima?Non volevo...”
Il gold fa un gesto con la mano “Come
mai sei sveglia?”
“Non riuscivo a dormire...” dico,
con una scrollata di spalle.
Lui ricaccia dietro uno sbadiglio e si
passa una mano fra i capelli, leggermente arruffati.
Mi viene da sorridere: fa un sacco di
tenerezza così.
“C'è qualche problema?”
domanda premuroso.
Io mi aggrappo con forza al bordo della
vasca.
“Niente, a parte il fatto che
Aldebaran russa come un trombone.” scherzo, accennando a una
risatina.
Ma Mu è un osservatore troppo
attento...anche se ha gli occhi assonnati e sta per crollare
addormentato qui per terra.
“Se c'è qualcosa che non va
puoi parlarmene.” si propone volenteroso, mentre si siede su
un
gradino a qualche passo di distanza.
“Non è niente. È tutta
questa situazione così strana...” minimizzo,
sedendomi
accanto a lui.
“E a te con Chen come va?” chiedo,
per pura gentilezza verso il gold.
Sinceramente ne ho fin sopra ai capelli
di quel mostriciattolo divinatorio!
Mu si lascia sfuggire uno sbadiglio
soffocato “E' molto dotato come telecineta, ma è
impertinente, capriccioso, sbruffone e arrogante. E lui e Kiki si
odiano.”
Povero Mu.
Mi sento un po' in colpa per averlo
trascinato in questa situazione!
“Devi capirlo. Non è abituato
alla vita normale. Chen era in una gabbia d'oro, ma pur sempre una
gabbia.”
Lui annuisce serio.
“Vuol dire che te lo riprenderesti
almeno per un po'?” tenta fiducioso.
“No!” mi lascio scappare
immediatamente.
Ok, lo compatisco, è un buon
amico e tutto il resto...
...ma il marmocchio ormai se lo deve
gestire lui, eh!
E che sono matta a riprendermelo? Ho
già i miei problemi per conto mio.
“Ti prego Michelle, apri questa
porta!” urla per l'ennesima volta Al, battendo con forza il
pungo
sul legno.
Io sospiro.
Mi dispiace proprio fargli questo, ma
l'amicizia ha le sue priorità.
“Ho quasi finito!” grido in
risposta, mentendo spudoratamente.
Sento il cavaliere dall'altra parte
dell'uscio sbuffare sonoramente “Questo l'hai detto anche
mezz'ora
fa!”
Scrollo le spalle, ritornando a
ignorarlo come ho fatto fin'ora, e mi rimetto con
tranquillità
a leggere il giornale.
Per la quarta volta.
Victoria è stata chiara: devo
stare almeno un'ora e mezza in bagno per fare capire ad Aldebaran che
i suoi tempi di preparazione sono assolutamente normali per qualsiasi
ragazza di questo mondo.
Sarà...
Fatto sta che io sono pronta da un
sacco di tempo.
Mi sono lavata, vestita, profumata e
avrei potuto ripetere questo processo almeno una quindicina di volte!
“Che strazio...” mi lamento
affacciandomi alla finestra.
Dopo aver convinto Mu che potevo
gestire da sola una notte in bianco (anche perchè credo che
lui non sarebbe riuscito a restare sveglio un minuto di
più!...fare
da maestro a due ragazzini deve essere allucinante!) sono tornata
alla Seconda.
Ho fatto zapping per una buona ora alla
ricerca di programmi soporiferi che potessero farmi addormentare sul
divano, ma l'unico risultato è che ora so i nomi storpiati
di
una buona parte dei familiari dell'ultimo faraone ritrovato negli
scavi in Egitto.
Alla fine ho passato la notte a
rivoluzionare la casa di Al: ora c'è un ordine immacolato.
In cucina ho addirittura sistemato le
scodelle in ordine di grandezza sugli scaffali!
...poteva almeno dirmi grazie,
stamattina, quando ha visto la mia opera, però!
Fuori dalla finestra l'aria è
frizzante e gli uccellini cinguettano felici.
Ma chi l'ha detto che devo restare
chiusa qui dentro?
Basta che Aldebaran lo creda, poi io
posso fare tutto quello che voglio!
Mi affaccio ancora di più, per
calcolare l'altezza che devo saltare per evadere: fortunatamente non
sarà nemmeno un metro, ma già così a
me vengono
le vertigini!
Salgo in piedi sul davanzale “Non
guardare giù, non guardare giù, non guardare
giù.”
mi ripeto come un mantra.
Dopo aver raccolto sufficiente coraggio
spicco un salto, ma irrimediabilmente atterro di faccia, riuscendo a
sporcarmi la maglietta bianca.
“Perfetto!” borbotto mentre mi alzo
e cerco di scrollarmi di dosso la polvere.
Un po' mi dispiace per Aldebaran, che è
ancora lì a bussare alla porta del bagno senza sapere che io
me la sono svignata.
Ma è pur sempre ora di
colazione!
Cammino lungo il sentiero secondario
che mi porta alle residenze dei silver con un passo degno della vispa
Teresa, ma in realtà sono un po' preoccupata.
Insomma: sono diventata (di nuovo!) la
galoppina della Kido, Shaka sembra un tantino arrabbiato con me (di
nuovo!)e non so assolutamente quali siano i piani dei gold per
affrontare le Titanidi.
Più che altro mi domando quale
possa essere il mio ruolo nei loro piani...Febe ha distrutto le mie
tele in due secondi netti e senza il minimo sforzo...
“Buongiorno Michelle!” trilla una
voce alle mie spalle, strappandomi dai miei pensieri.
In meno di un secondo Aioros è
al mio fianco e mi rivolge un sorriso solare.
“Aioros.- lo saluto con un cenno del
capo- Che ci fai da queste parti?”
Il gold scrolla le spalle “Una
passeggiata. Tu non dovresti essere con Aldebaran?”
“E' impegnato, al momento,- mi
affretto a dire- per cui vado a visitare Kim e Victoria.”
“Che coincidenza!- trilla mentre gli
si allarga un sorriso ancora più radioso sul viso- Devo
andare
anche io da quella parte!”
Lo guardo sospettosa per qualche
secondo ma la sua espressione non tradisce niente, così mi
decido a riprendere a camminare.
Aiorios punta il naso in aria e inizia
a fischiettare tranquillo.
Tranquillissimo.
Molto tranquillo.
Troppo tranquillo!
“Mi stai seguendo!” esclamo
fermandomi di scatto.
Il gold sgrana i suoi grandi occhi
espressivi “Sì, te lo già detto- tenta
di
giustificarsi- Andiamo dalla stessa parte e allora io...”
“No, no, no, no, no.- lo interrompo
scuotendo la testa con energia- Tu mi stai pedinando, tallonando,
braccando, inseguendo, mi stai alle calcagna...”
Lui si porta alle mani alle orecchie
“Ok, ok!Hai passato il concetto e ho capito che hai un
dizionario
dei sinonimi e contrari!”
Assottiglio lo sguardo e mi metto le
mani sui fianchi “L'ultima volta che mi hai fatto una cosa
del
genere ho fatto una figura orrenda davanti ad Atena e ai
gold!”
sibilo.
Aiorios sostiene il mio sguardo
tranquillamente e, visto che non sembra intenzionato ad ammettere
niente, inizio a battere il piede al suolo come per fargli capire che
potrei stare qui a vita.
D'altronde, io nemmeno invecchio,
quindi tutti gli svantaggi li avrebbe lui.
Quando sospira e le le sue spalle si
incurvano, sorrido soddisfatta.
“Diciamo che Atena non è una
tua grande fan, e ti avverto che ho usato un eufemismo,- spiega
roteando gli occhi- quindi ha deciso che devi essere sempre tenuta
sotto controllo dato che non riesce a capire dove ti trovi dato che
non percepisce il tuo cosmo.”
“Oh.” è tutto quello che
riesco a commentare.
“Già: oh.- sospira rassegnato
lui- è piuttosto noioso non trovi?”
“Noioso?” rispondo innervosita,
tornando sui miei passi e dirigendomi di nuovo verso la Seconda.
Aioros mi corre dietro “Andiamo,
Miki. Non è mica la fine del mondo.”
“Oh, no, certo. Cosa vuoi che sia non
avere la libertà di andarsi a prendere un caffè
con le
amiche senza avere alle costole un cane da guardia?” sbotto
in
risposta.
“Michelle...” mi chiama di nuovo il
cavaliere del Sagittario, ma io sono troppo arrabbiata per
ascoltarlo.
Scalare una montagna di ottomila
metri?Ok.
Fare da babysitter ad un oracolo
petulante?Si può fare.
Tornare al servizio di una dea snob che
non sembra avere la minima voglia di aiutarmi?Va bene.
Ma dover chiedere il permesso di
respirare a lei non mi pare proprio il caso. Sto cominciando a capire
l'avversione di Mintha per questo posto. Qui le cose non le chiedono:
le prendono senza chiedere nemmeno per favore, e tanti saluti!
Entro nella Seconda con il passo
aggraziato di uno gnu sovrappeso.
“Ma tu non eri in bagno?” domanda
Al, raggiungendomi in cucina e guardandomi con sguardo interrogativo.
Io non rispondo, ma trascino
rumorosamente una sedia in un angolo e mi ci siedo incrociando le
braccia e mostrando il broncio.
Il cavaliere del Toro si volta verso ad
Aioros “Ma che le prende?”
“Diciamo che ha scoperto la faccenda
delle...uhm...guardie del corpo.” risponde imbarazzato.
Aldebaran sbuffa “Sapevo che si
sarebbe arrabbiata.” dice, parlando di me come se non fossi
presente.
“Non sono arrabbiata. Continuate pure
a fare i tiranni malfidati come se nulla fosse.” sbotto,
girando di
scatto la faccia verso la parete.
“Andiamo Miki!Non farne un dramma è
solo una forma di precauzione in caso se...”
Non lascio nemmeno il tempo ad Al di
finire la frase, che mi volto verso di lui lanciandogli un'occhiata
perforante.
Aioros agita i palmi verso di me “Ok,
ok. Non te la prendere. Chiederò udienza ad Atena e la
convincerò a darti più fiducia.”
Lo guardo sospettosa, aggrottando la
fronte “Davvero?”
Il gold annuisce, strizzandomi l'occhio
“Parola d'onore.”
“Grazie mille, Aioros!” trillo
felice, completamente dimentica delle mie preoccupazioni.
Strofino le mani e cambio drasticamente
argomento, almeno fin quando Atena non prederà la sua
decisione, è inutile preoccuparsi, no?
“Allora: chi vuol fare colazione?”
L'idea di una colazione cucinata da me
ha fatto scappare immediatamente sia Aioros che Aldebaran.
E questi sarebbero i cavalieri d'oro,
la schiera più forte e coraggiosa in difesa della Terra?
Non me la sono presa, però. In
effetti, dopo il mio “piccolo” spuntino di ieri e
la cena con Al
e Vic, nel frigorifero della Seconda è rimasto ben poco.
Giusto due uova per una frittata!
“Uh, immagino che ora la dovrei
girare...” mormoro, mentre osservo la poltiglia giallognola
nella
padella.
Uhm...direi che non hanno avuto tutti i
torti i due gold a svignarsela così!
Penso per qualche secondo come fare a
girare la mia frittata sghemba e poi decido di farla saltare.
In fondo, non deve essere poi così
difficile: Kim lo faceva sempre.
Impugno il manico della padella con
entrambe le mani e mi allontano di qualche passo dai fornelli.
Ok, un bel respiro e ci provo.
“Uno...Due...e Tre!”
Seguo con lo sguardo la frittata che
sale velocemente decisamente troppo vicino al soffitto.
Corro impacciata con la pentola in
mano, nel vano tentativo di riprenderla al volo, ma quella arresta la
sua caduta molto prima di arrivare a me.
“Oh, maledizione!” sibilo, mentre
guardo quell'infingarda girare bellamente sopra la mia testa,
comodamente appoggiata ad una pala del ventilatore a muro.
Sto muovendo qualche passo verso
l'interruttore quando Death Mask fa la sua entrata nella cucina, con
la faccia decisamente scocciata.
Perfetto: proprio lui dovevano mandarmi
come baby-sitter in attesa della sentenza della dea?
“Senti, mocciosa, io non piaccio a te
e tu non piaci a me...” inizia, con quel borbottio baritonale
che è
la sua parlata.
“Ma tu mi piaci.” ribatto,
guardandolo ad occhi sgranati.
Certo, credo che sia uno psicopatico e
per anni è stato fra i miei incubi peggiori, per non parlare
di quando lo usavo io stessa come spauracchio per i bambini
capricciosi, però credo che sia una persona
simpatica...preso
a piccole dosi e saltuariamente...molto saltuariamente...
Lui, stupito, alza le sue sopracciglia
“Oh...Beh, non era questo che volevo dire, quello che stavo
dicendo
è che oggi sei sotto la mia tutela quindi o mi dici quali
sono
i tuoi programmi o...”
Splat.
Questo è più o meno il
suono della frittata che atterra sulla testa di Death Mask.
O cazzo.
Il gold punta i suoi occhi
fiammeggianti su di me.
“Midispiacemidispiacemidispiace...”
urlo, agitando le mani impacciata.
Lui non risponde.
Credo che non sia affatto disposto a
perdonami.
Anzi, da come vibra in modo violento il
suo cosmo, credo che non abbia affatto buone intenzioni.
Prima ancora che lui possa fare
qualsiasi cosa io mi giro e inizio a correre.
Se riesco ad arrivare alla Prima
abbastanza velocemente, forse Mu riesce a mettermi in salvo dietro al
Crystal Wall!
“Non correre!- mi ringhia dietro
Death che, accidenti a lui, corre come una lepre- Se ti stanchi non
riesco a farti soffrire abbastanza mentre ti ammazzo!”
“O miei dei!” strillo, e quando
intravedo un bagliore dorato per le scale che sto scendendo non ci
penso due volte e mi getto su quel cavaliere che non riconosco a volo
d'angelo.
“Aiutamiaiutamiaiutamiaiutamiaiutami!”
lo imploro stringendomi alle sue spalle muscolose.
“Michelle.”
E' più il tono gelido, piuttosto
che la voce, a farmi capire che sono in braccio al cavaliere
dell'Acquario.
È per questo che sento questo
freddo diffuso, allora?
“Camus!- sibila Death Mask- Mettila
giù: le stacco la testa e torniamo tutti a casa
tranquilli.”
Deglutisco a vuoto e mi aggrappo ancora
di più al gold, che è ancora rigido e immobile,
come se
non mi avesse per niente addosso contro la sua volontà.
“E' frittata quella che hai fra i
capelli?” domanda invece il francese con voce inflessibile,
senza
curarsi del fatto che c'è in gioco la mia vita qui.
Il custode della Quarta Casa emette un
suono gutturale che non promette nulla di buono.
Adesso ci ammazza tutti e due, mi
ritrovo a pensare.
“Placa la tua ira, Death Mask.-
ordina con fermezza una voce calma- E tu, Michelle, scendi da
lì.”
“Signorsì.” mi lascio
sfuggire mentre abbandono il mio rifugio sicuro, con sommo sollievo
di Camus, e mi volto per osservare in faccia Shaka.
“Si può sapere che cos'è
successo?” indaga, senza vera curiosità.
Io e Death Mask iniziamo a parlare
contemporaneamente.
“Questa cretina senza cervello ha
deciso che oggi vuole morire...”
“Non l'ho fatto apposta. È
stato un incidente: come potevo prevedere che...”
Il biondo alza una mano affusolata e
noi tacciamo immediatamente.
“Siete cavalieri, non bambini delle
elementari- ci ammonisce- dobbiamo collaborare e non infastidirci a
vicenda.”
Annuisco concorde e faccio una faccia
innocente rivolta al mio potenziale assassino, ma lui mi lancia
un'occhiata terrificante.
Al che non posso fare altro che
sgusciare dietro la schiena di Camus, che alza gli occhi e sospira
sconsolato.
“Ok. Facciamo finta che non sia
successo niente- esordisce Death con un ghigno- Ti riaccompagno a
casa e poi se c'è tempo di porto a vedere da vicino le
pareti
di casa mia. Molto da vicino.”
Un brivido mi scorre lungo la schiena.
“No, grazie.” pigolo dal mio
nascondiglio.
“Ti dispiacerebbe staccarti dal mio
braccio?” domanda con voce monocorde Camus.
Ma io guardo ancora una volta Death e
scuoto fortemente la testa. Shaka rimane immobile con il volto
contratto in un'espressione stranamente ostile.
“Fammi stare così ancora per
quattro, cinque anni...Giusto per essere sicura della mia
incolumità.”
Per pura curiosità lancio uno
sguardo a Shaka che sembra essere meno zen del solito, con quel
sopracciglio alzato e le labbra strette.
“Forse dovresti semplicemente
lasciare in pace Camus e tornare alla Seconda.” propone.
Se gli sguardi potessero ammazzare,
Death Mask mi avrebbe già sbudellato un centinaio di volte.
Deglutisco a vuoto “Non credo che
quello sia più un posto sicuro...”
Credo che ora potrei benissimo girare a
mio vantaggio il fatto di dover avere un babysitter!
“E poi- continuo con aria da martire-
Atena ha ordinato che ci sia sempre un gold a sorvegliarmi.”
Camus e Shaka si scambiano degli
sguardi perplessi mentre sulla faccia di Death Mask si allarga un
ghigno.
“Infatti. È il mio compito.”
“Oh, grande Zeus!” mi lascio
scappare, rifugiandomi impacciata dietro la schiena del biondo.
“Avrei un'altra idea...” inizia,
con tono pensieroso.
“Davvero?” domandiamo speranzosi io
e Camus.
Sospiro rumorosamente.
Ok, ora l'ho capito: Shaka non mi odia,
mi detesta semplicemente!
Non mi sono mai, MAI, annoiata tanto.
Forse, e dico forse perchè non
mi sembra affatto un buon paragone, una noia del genere mi ha colto
quando il mio maestro mi ha messa in punizione costringendomi a
starmene con un secchio d'acqua in equilibrio sulla testa per un
intero pomeriggio dato che mi ero rifiutata di combattere contro
Victoria.
Per inciso, il secchio l'ho rovesciato
dopo due minuti netti e dato che l'acqua era gelata mi sono presa una
tremenda bronchite a starmene lì, immobile e bagnata, per
tutto quel tempo.
Alzo lo sguardo e trovo Camus
esattamente nella stessa identica posizione in cui l'ho visto qualche
minuto fa.
Seduto elegantemente sulla poltrona, le
sopracciglia leggermente aggrottate e gli occhi fissi sulle pagine
del libro che stringe fra le mani.
Il mercante di Venezia di Shakespeare.
Il tentativo che ho fatto di intavolare
una conversazione civile basata su quel tema se ne è andato
in
malora.
“Ti piacciono le tragedie di
Shakespeare?” gli ho chiesto garbata, e lui mi ha risposto
“Sì.”
“Personalmente trovo molto
interessante il monologo di Shylock al terzo atto. Tu che ne
pensi?”
ho tentato di nuovo, mantenendo volutamente un tono un po' distaccato
come il suo. Al che lui mi ha risposto, dando sfoggio di una spiccata
loquacità e notevoli argomentazioni a favore della propria
tesi : “Concordo.”
Il fatto che entrambe le volte che gli
ho rivolto la parola non abbia nemmeno alzato gli occhi dal libro mi
ha fatto capire che forse non era poi così propenso a
conversare con me.
“Camus?” tento di nuovo.
Devo assolutamente fare qualcosa
altrimenti rischio di crollare addormentata...
Lui sospira scocciato “Che c'è
stavolta?”
I suoi occhi, belli ma freddi, si
puntano su di me.
“Posso andare in bagno?” domando
titubante.
Lui alza gli occhi al soffitto “Non
sei una bambina delle elementari, Michelle. Puoi alzarti e fare
quello che ti pare. Basta che non te ne vada da questa Casa senza
essere scortata da me.”
Sbuffando mi riaffloscio sulla sedia.
Forse dovrei semplicemente starmene qui
tranquilla ad aspettare che Aioros ritorni (magari incrociando anche
le dita per una risposta positiva della dea!), ma davvero non posso
farci niente.
Insomma, non dico che non mi piaccia
starmene a trastullarmi sul divano, anzi.
Ma quando mi sento costretta a starmene
in un posto senza alcun altra possibilità...beh, inizio a
scalpitare!
“Ehi, di casa?C'è nessuno?”
la voce di Milo irrompe nella stanza prima ancora che arrivi il gold.
Camus chiude definitivamente il libro
con un colpo secco “Pare che oggi ci sia una cospirazione
universale ai miei danni.”
Io invece sono scattata in piedi, ben
felice di avere la compagnia di un essere vivente socialmente attivo.
“Milo!Che bello vederti!” lo
accolgo, con un grande sorriso.
“Hey!Miki è vero che hai
rovesciato il contenuto di una padella in testa a Death Mask e che
Camus ti ha salvato appena in tempo da un viaggio fuori programma
all'Inferno?” domanda con tono gioviale.
Ora io e il cavaliere dell'Acquario
abbiamo la stessa identica espressione: labbra serrate, sopracciglio
alzato e fronte aggrottata.
“La storia è stata un po'
travisata.” commenta Camus.
Io sospiro rassegnata “Benvenuto nel
mio mondo!”
Milo scrolla le spalle e si lascia
sedere scompostamente sul divano “E allora Shaka ti ha messo
in
castigo?”
“Non sono in castigo!- borbotto
risentita- E poi avere un supervisore dorato al momento è
l'unico modo che ho per difendermi dall'ira funesta di Death!”
“Veramente dicevo a Camus.” ribatte
il gold di Scorpio con un sorrisetto sulle labbra.E anche sulle labbra
del mio irritato
ospite si allarga un sorriso. Incredibile!
“In effetti poteva tenersela in
custodia lui, se ci tiene tanto alla sua incolumità. Ma
conoscendo i precedenti...”
“Una volta per tutte- lo interrompo
allargando le braccia- quella del vaso è una leggenda
metropolitana!”
Milo fa roteare i suoi occhi blu “Sì,
certo, come no.”
“Non siete affatto carini.” sbotto,
incrociando le braccia.
Potrebbero almeno fingere di non
trovarmi ridicola, no?
Passano un po' di minuti in cui questi
due che si dicono cavalieri ma che non conoscono nulla di cavalleria
sghignazzano apertamente.
“Sai una cosa, Miki?- domanda di
punto in bianco il gold di Scoprio, come se si fosse ricordato
improvvisamente di qualcosa- Mi devi un allenamento.”
Lo guardo spaesata “Come?”
“L'ultima volta che ci siamo allenati
insieme non hai dato sfoggio a tutte le tue qualità: mi devi
una dimostrazione pratica, e penso che questo sarebbe un ottimo
momento.”
Apro la bocca per ribattere ma Camus è
più veloce di me.
“Mi sembra un'ottima idea.- concorda
-Portatela via. Subito.”
Che cos'è tutta questa smania di
sbattermi fuori da casa sua?
Non è per niente gentile, uffa!
“Ma...” tento di protestare.
Ma il gold mi spinge letteralmente
fuori da casa, le mani fredde ben piantate sulla mia schiena , mentre
Milo ci segue sghignazzando.
“Sapete dov'è l'uscita”
ribadisce, mentre mi sbatte fuori dalle sue stanze private, con un
bello spintone sui reni.
E poi sbatte la porta rumorosamente. E
potrei giurare di riconoscere il rumore di qualcuno indaffarato a
sprangare la porta...
“Stupido mangialumache!” sibilo
rivolta all'uscio.
Milo ride del soprannome che ho dato al
suo amico e, mettendomi una mano sulla spalla, mi inizia a guidare
verso l'uscita e poi giù dalle scale in direzione delle
arene.
“Camus non è così male-
spiega- è solo che ama la tranquillità.”
Gli rivolgo un sorriso tirato “Anche
io, se è per questo, perciò proporrei di tornare
indietro e lasciar perdere l'allenamento”
Ma quando tento di svicolare via,la sua
stretta sulla mia spalla si fa più forte.
“Miki, Miki...Non avrai paura di
combattere con me?” mi stuzzica.
“L'ultima volta che mi sono allenata
con te ho rimediato un trauma cranico.” gli faccio notare.
Ma il suo sorriso radioso non si spegne
“Che ti è passato in un secondo. E poi ora che sei
praticamente indistruttibile non può capitarti niente di
male,
no?”
Sto per trovare una scusa degna di
questo nome per evitare di combattere con lui, quando noto che
nell'arena c'è già qualcuno.
Qualcuno di odioso e petulante.
Mi avvicino a Chen pestando i piedi e
sbuffando.
“Tu!- sibilo puntando l'indice contro
il cinesino- Piccolo primate glabro!Cosa ci fai qui?”
“Michelle, contegno!Stai parlando con
un oracolo.” mi rimbecca Milo.
Ma io lo ignoro.
“Ho chiesto a Mu il permesso di
venire a vedere il tuo allenamento-spiega con tono innocente- da
quello che ho visto sarà un evento spassosissimo!E tu sai
quanto adoro vederti mentre ti copri di ridicolo.”
Ok, Michelle. Calma e sangue freddo.
Lui è un marmocchio irritante
quanto la sabbia nelle mutande, ma tu sei una persona adulta e
posata: puoi tranquillamente affrontare la questione come un
qualsiasi essere umano civile e maturo.
“E cosa hai visto di così
spassoso?” domando, cercando di tenere l'irritazione sotto
controllo.
Tra l'altro, da come sghignazza Milo,
credo che abbia preso le parti del moccioso.
“Tu che fai la frana come al solito”
risponde, senza battere ciglio.
Io gli lancio un'occhiataccia “Come?”
Chen mi mostra un sorriso a trentadue
denti “Sei una frana e lo dimostrerai per l'ennesima
volta!”
“Ripetilo se hai il coraggio!”
ringhio con voce tenebrosa.
“Frana. Frana. Frana.” ripete, per
poi farmi la linguaccia.
Milo mi posa una mano sulla spalla
“Miki, è solo un bambino.” mi sussurra
all'orecchio.
Stranamente, gli do ascolto.
“Già, hai ragione... -
borbotto, giocandomi la carta della persona adulta e razionale-
è
solo un bambino viziato!”
Chen stringe i suoi occhi neri. Mi sa
che ho toccato il tasto giusto.
“E tu una frana di dimensioni
epocali!” ribatte con foga.
Scrollo le spalle “Mocciosetto.”
“Imbranata!” sibila, stringendo i
pugni e dando avvio a una scaramuccia infantile.
“Rompiscatole!”
“Befana!”
“Sgorbio!”
“Strega!”
“Mostriciattolo!”
Il gold che ha assistito a questo
scambio di amorevoli vezzeggiativi fino adesso, facendo saltare
continuamente lo sguardo dall'oracolo a me, decide di frapporsi fra
noi due.
“Adesso basta!”
“Ha cominciato lui/lei!” sbottiamo
all'unisono io e il prototipo in miniatura per l'essere più
odioso del mondo.
Milo alza gli occhi al cielo “Atena,
ti prego abbi pietà...”
Come richiamato dalle sue preghiere uno
sluccichio dorato ci avverte che è in arrivo un altro saint
nell'arena, che sta diventando decisamente affollata.
“Oracolo. Milo. Michelle.” saluta
Saga accompagnando le sue parole con un gesto del capo.
Ehy, perchè io ultima?
“Atena ha convocato una riunione
straordinaria. Vuole discutere con noi di alcune cose di massima
importanza.” spiega guardandoci con occhi seri seri.
Milo annuisce “Per quando ci
attende?”
“In realtà mancate solo voi.”
ribatte il cavaliere di Gemini.
“Allora andiamo!Sono proprio curioso
di sapere quali altri inutili giri di parole userà per
esprimere un semplice concetto!” sbotta Chen, muovendo
qualche
passo.
“Tu non puoi venire- dice con tono
duro Saga, mentre gli posa una mano sulla spalla per trattenerlo-
Atena ha detto che dovranno essere presenti solo i cavalieri d'oro e
Michelle.”
L'oracolo mette il broncio e pesta un
piede a terra “Ma non è giusto!!”
“Neanche che ci sia gente allergica
al cioccolato, ma la vita è ingiusta!” replica
Milo con una
scrollata di spalle.
“Ah!” esclamo soddisfatta prima di
fare una boccaccia al moccioso.
Saga sospira rumorosamente “Michelle,
sarà il caso che tu indossi l'armatura. Atena è
stufa
di vedere le tue bizzarre mise!”
Abbasso lo sguardo per osservare la mia
comunissima maglietta bianca e i pantaloncini militari: non mi sembra
che ci sia nulla di così male in me...
E poi, ammettiamolo: sentirsi dire che
ci si veste in modo bizzarro da una milionaria che veste solo pizzi e
merletti è piuttosto snervante!
Avete mai avuto di trovarvi fuori
posto?Come un pesce fuor d'acqua?Con l'irrefrenabile desiderio di
trovarvi in qualsiasi altro posto nel globo tranne che nel posto in
cui effettivamente vi trovate?
Ecco, allora dovreste capire come mi
sento in questo momento.
I gold sono praticamente perfetti nelle
loro armature dorate e luccicanti, seduti comodamente sulle loro
sedie, simmetricamente distribuiti intorno al lungo tavolo antico
nella sala in cui la dea, che è seduta a capotavola, ha
deciso
di tenere questa assemblea di condominio straordinaria.
Io, con i capelli pieni di nodi e
l'armatura nera, sono appoggiata contro la parete perchè, e
cito testualmente le parole della Kido “Purtroppo in questa
sala ci sono solo tredici sedie, non vuoi far ritardare l'inizio della
riunione per andare a prenderne una, vero Michelle?”.
Al ha simpaticamente commentato
dicendomi che sembro una pecora nera.
Beh, sapete una cosa?
Ho deciso che interverrò a
questa stupidissima conferenza della Kido soltanto a grugniti!
“La situazione è
grave...”inizia con voce solenne la Kido, che non si
dimentica di
fare smorfie di dolore per dimostrare quale grande sforzo sia per lei
trovarsi qui nonostante la costola incrinata.
Sinceramente la cosa non mi interessa.
Forse Chen non ha tutti i torti a
detestarla a pelle...sto perfino rimpiangendo che lui non ci sia...
“Le Titanidi non hanno più
provato ad attaccarci.” commenta Aioria, dopo che la dea ha
finito
di parlare.
Death sbuffa sonoramente “E
allora?Dovremmo starcene qui ad aspettare che si
ripresentino?Dovremmo agire e coglierle di sorpresa.”
“Non sappiamo nemmeno dove si
trovino.” commenta Shura con il suo forte accento spagnolo.
Aphrodite sbatte le lunghe ciglia
ricurve “E non c'è nessun modo per noi per
scoprirlo?”
chiede.
Saori scuote la testa, facendo
ondeggiare i lunghi capelli.
Mi lascio scappare un sospiro
frustrata.
Certo che ci sarebbe un modo: potrei
usare le mie capacità di cavaliere maledetto e scovarle
ovunque si trovino.
E ci ho provato, davvero.
Solo che i loro cosmi sono
così...fluttuanti...li percepisco per qualche secondo e poi
spariscono per ricomparire da un'altra parte.
È davvero frustrante.
E fastidioso.
Per non parlare del mal di testa che mi
fa venire.
“Forse dovremmo semplicemente
aspettare un nuovo attacco e non rischiare di lasciare sguarnite le
difese del Santuario.” è l'opinione di Aldebaran,
che
conclude con una scrollata di spalle, come se stesse parlando di una
partita di calcio e non della probabile distruzione del mondo.
Lascio che un sorriso stiracchiato mi
compaia sulle labbra, ma la cosa dura pochi secondi.
Sbarro gli occhi preoccupata per la
scossa elettrica che mi attraversa la spina dorsale.
Succede tutto all'improvviso: le parole
dei cavalieri e di Atena si sovrappongono, sfumandosi lentamente e
diventando solo un leggero ronzio di sottofondo, che mi tappa le
orecchie.
E finalmente lo sento: uno di quei
cosmi che ho tanto cercato.
Davanti ai miei occhi spalancati non
c'è più Atena e nemmeno i suoi dodici gold saint.
Vedo il globo terrestre e un cosmo
lucente, luminoso come il sole e altrettanto caldo, tanto da
bruciare, mi guida nel punto esatto in cui si trova una delle
Titanidi.
Finalmente la sento.
È vicinissima, più di
quanto credessi.
Scuoto la testa con forza e la cartina
che mi sono immaginata scompare dalla mia testa.
“A Ovest. In Turchia.” bisbiglio
senza voce.
Tutti si voltano verso di me, e
immancabilmente arrossisco come un peperone.
“Cosa?” mi domanda Saori, alzando
un sopracciglio scocciata.
“Teia. Si trova in Turchia.” spiego
con titubanza.
Shaka, che se ne era stato in silenzio
fino adesso, alza un sopracciglio, perplesso “E tu come fai a
saperlo?”
“Beh, perchè lo sento.”
borbotto imbarazzatissima per via di tutta l'attenzione che mi
prestano.
“Come è possibile?” rincara
la dose Doko, fissandomi stupito.
Io scrollo le spalle “E' una capacità
dei cavalieri maledetti: in teoria possiamo individuare il cosmo di
chiunque sul globo.”
I gold e Saori spalancano gli occhi
sorpresi.
“E perchè diavolo non l'hai
fatto prima?” sibila il cavaliere della Bilancia.
Io mi appiattisco contro il muro,
spaventata da tanta ostilità “La pratica non
è così
semplice.-spiego- Bisogna mantenere la giusta concentrazione, tenere
il controllo delle informazioni nonostante gli sbalzi di potere del
cosmo stesso, saper seguire il segnale che viene lanciato
e...”
“Perchè non riuscivi a farlo
prima?” mi domanda Mu, con più gentilezza.
Mi passo una mano sul braccio e
comincio a guardarmi le punte dei piedi “Non è
così
semplice.-ripeto con un mormorio- Ho ancora molto da
imparare...”
“Sei assolutamente certa di quello
che hai visto, allora?” mi chiede Atena.
Annuisco con convinzione “Teia è
in Turchia: saprei riconoscere il luogo in cui si trova.”
“Ed è sola?” continua la da
dea.
Annuisco di nuovo.
Saori aggrotta le sopracciglia fini e
tortura un fazzolettino di pizzo con le mani affusolate.
“Michelle, vai a chiamare i bronze,
che attendono nell'altra stanza.” mi ordina poco dopo.
La guardo confusa “Non dovremmo
decidere qualcosa sul da farsi?”
“Inizia ad andare a chiamare i
bronze, Michelle.” mi rimbecca, con tono di comando.
Abbandono la stanza trascinando i piedi
infastidita.
Insomma: Teia è lì, no?
Attacchiamola, rapiamola, facciamo
qualsiasi cosa!
È davvero necessario aspettare
con le mani in mano che siano loro a fare le loro mosse comodamente?
Va bene pensare prima di agire, ma
forse riflettere troppo potrebbe andare a nostro sfavore!
Apro la porta piano, ancora scocciata
per la mancata presa di posizione della Kido.
“Tu!”
Al sentire questo grido alzo la testa
di scatto e vedo il cavaliere di bronzo di Pegasus, lo stesso
ragazzino che avevo lasciato a Tokyo legato come un salame, puntarmi
addosso un indice tozzo.
“Tu sei il cavaliere che ha rapito
Atena!” sbraita di nuovo e parte alla carica, cercando di
attaccarmi.
Alzo il braccio verso di lui e subito
dopo verso l'alto, e in men che non si dica Seiya si ritrova a testa
in giù, tenuto appeso all'alto soffitto solo grazie ad una
mia
ragnatela che gli lega la caviglia.
“Chi non muore si rivede.”
commento, ancora indispettita per l'esito della riunione.
Gli altri tre bronzini mi accerchiano e
iniziano ad espandere i cosmi, combattivi.
In men che non si dica dalla stanza
dov'erano ad aspettare comodamente arrivano anche i gold.
“Che succede qui?” tuona Aldebaran,
guardando i tre con rimprovero.
Death Mask e Milo, invece, notano
immediatamente Seiya, appeso come un sacco di patate.
Probabilmente vorrebbe sgridarmi, ma
Atena è più veloce.
Al solo sentire la voce del suo
protetto si è fiondata fuori dalla stanza e ora mi guarda
lanciando fiamme dagli occhi.
È decisamente fuori di sé.
“Michelle!Quali erano i nostri
accordi?” sibila, riottosa.
Non mi lascio abbindolare dal suo tono
di comando “Che devo sottostare agli ordini dei gold e
vostri, o
divina, ed essere rispettosa con voi. Lui è un
bronze.”
Sorrido fra me e me, soddisfatta della
mia risposta.
“Mettilo giù immediatamente!”
sibila, gli occhi neri ridotti a due fessure.
Ehi: tutti testimoni che è stata
lei a dirmelo, vero?
“Come volete.” mormoro mentre
faccio un gesto della mano che fa vaporizzare le mie ragnatele, unico
sostegno che tengono il bronzino appeso all'alto soffitto.
“Seiya!” urlano i suoi amici, che
corrono di qua e di là nel tentativo di afferrarlo.
Ha la peggio il cinesino, su cui il
cavaliere di Pegasus atterra di malagrazia, facendo cadere a terra
tutti e due.
L'allievo appiccicoso di Camus, tale
Hyoga, mi guarda con odio.
“Ho solo obbedito agli ordini.” Gli
faccio notare con una scrollata di spalle.
E poi ho la malaugurata idea di
voltarmi vero gli altri gold, trovandomi davanti tutte le loro
sfaccettate reazioni.
Aioria, Doko e Camus sembrano statue di
sale.
Mu, Aldebaran e Aioros invece
probabilmente una cosa del genere se l'aspettavano da una come me.
Milo sghignazza ancora e anche Shura
pare stia trattenendo qualche risatina.
Death mi guarda con sguardo
indecifrabile. Credo che stia ancora cercando di trovare un modo per
farmi fuori senza dare nell'occhio.
Lo sguardo di Saga è severo,
mentre quello di Aphrodite non si cura affatto di me, troppo
impegnato ad analizzarsi le unghie.
Per ultimo mi volto verso Shaka, ma non
ho affatto voglia di vederlo di nuovo in collera con me.
Addito la porta alle mie spalle,
indicandola col pollice da sopra la spalla.
“Forse è meglio che io vada-
balbetto, arretrando piano- Aldebaran mi farà sapere che
cosa
avete deciso.”
“Non ne combino una giusta- borbotto
rassegnata, appoggiando il mento sulle mani- Che cosa c'è
che
non va in me?”
La voce di Chen supera a malapena il
frastuono del videogame con cui sta giocando, una specie di massacro
globale in cui vince chi ammazza più nemici “Hai
tempo per
una lista?” mi domanda, senza staccare gli occhi dallo
schermo.
Storco la bocca infastidita “Kiki sa
che usi le sue cose?”
Il piccolo oracolo fa spallucce “In
realtà aveva provato a nasconderle, ma avevo previsto
esattamente una sua mossa del genere e non mi ci è voluto
molto a scoprire il nascondiglio!”
Questo bambino è un genio del
male.
Sono un po' preoccupata che un soggetto
come lui abbia il potere della preveggenza.
“Allora, che cosa sei venuta a
chiedermi?” continua, mettendo in pausa il gioco e girandosi
verso
di me.
Sospiro rassegnata “Non lo so nemmeno
io. Voglio dire: non ci vogliono i tuoi poteri da oracolo per capire
che Atena non ha alcuna intenzione di mandare i suoi guerrieri a
cercare Teia, e tantomeno per sapere che i gold di certo non
contraddiranno la loro dea!”
Sul visetto tondo del cinesino compare
un sorriso obliquo “Ma tu non sei un gold.” mi fa
notare.
Io aggrotto le sopracciglia confusa “E
con ciò?”
Chen alza gli occhi al cielo, come se
avesse a che fare con un essere particolarmente stupido.
“Poniamo il caso che tu abbia un
piano: nessuno ti potrebbe impedire di andare a realizzarlo.- spiega-
L'importante è che tu segua l'ordine di Zeus, no?E l'ordine
è
soltanto quello di stare dalla parte di Atena, non di farle da
zerbino.”
“Non hai tutti i torti.- lo assecondo
passandomi una mano sotto il mento- Ora devo solo farmi venire
un'idea geniale e trovare un modo per andarmene in Turchia senza dare
nell'occhio.”
“Potremmo saltare tutta questa parte,
se tu mi lasciassi rivelare cosa ti ho vista fare nel futuro.”
Spalanco gli occhi sorpresa “Tu l'hai
già visto?”
“Oh, sì!” ammette il
bambino, mentre un sorriso gli si allarga sulle piccole labbra.
“Io non ci vado in missione con
lei!!”
La voce di Seiya è irritante e
acuta, cosa che non ti aspetteresti ascoltando tutte le mirabolanti
imprese del bronze di Pegasus.
Ma che altro dovevo aspettarmi da un
ragazzino poco cresciuto?
“Questa è la volontà di
Atena.” spiega con calma Mu, ma quel tizio sembra essere
più
testardo di un mulo.
“Ma hai presente chi è lei?E'
quella che ha rapito Atena!Non possiamo fidarci!” blatera
come se
la propria opinione fosse l'unica da tenere in considerazione.
Il cavaliere di Aries sospira
stancamente “Intendi quella senza la quale Atena ora sarebbe
sopita
e non potrebbe salvare il mondo?”
Seiya apre bocca per dire qualcosa ma,
evidentemente, ha del buon gusto anche lui e decide di tacere. I suoi
amici lo guardano di sottecchi.
“Seiya non ha tutti i torti,
comunque- esordisce il cinese, tale Shiryu- Non avete detto anche voi
che la sua posizione in questa guerra non è
chiara?”
Ah,è così? Possibile che
non sia ancora riuscita a conquistare la fiducia di tutti i gold?
Con Mu, Aldebaran e Milo...uff, non
sono nemmeno alla metà!!
“Giusto!Come possiamo svolgere la
nostra missione se dobbiamo tenere conto del suo
comportamento?”
rincara la dose Seiya, probabilmente stanco di aver taciuto per
troppo tempo.
Mu prende fiato per rispondere a tono
ma lo interrompo io.
“In effetti, neanche io sapevo che
avrei dovuto fare da baby-sitter.” dico, sorridendo
candidamente.
Il mio piano è questo: vado in
Turchia, mi intrufolo nell'accampamento di Teia, conquisto la sua
fiducia e scopro tutti i piani delle Titanidi. Dopo di che avremo un
immenso vantaggio, sapremo quando e come attaccheranno e quando
giungerà il momento sapremo combatterle e sconfiggerle!
Davvero geniale.
Solo che Chen mi ha assicurato che
rivelarlo ai gold o a chiunque altro cambierebbe il corso del futuro,
quindi sono andata da Atena a proporle di mandarmi in avanscoperta.
Peccato che abbia deciso di mandare
anche i bronze con me...
I quattro ragazzini spalancano la bocca
evidentemente offesi dalla mia ultima affermazione, mentre Mu mi
guarda esasperato.
“Che c'è?” domando cercando
di non dare a vedere il fatto che sto sghignazzando sotto i baffi.
“Michelle, ti prego, non ti ci
mettere anche tu!” protesta debolmente, passandosi una mano
sulla
fronte.
“Noi noi siamo ragazzini!- sbraita
gesticolando come un pazzo il bronze di Pegasus- Abbiamo quasi tutti
diciassette anni!”
Io rido, girandomi verso di loro e
squadrandoli dall'alto e il basso “Ve ne avrei dati al
massimo
quindici!”
“Non è che anche tu ne
dimostri molti di più.” sibila Hyoga, e la sua
voce è
gelida come il suo sguardo.
Mannaggia a lui!Colta sul vivo!
Mi volto di nuovo verso Mu, ignorando
il suo commento “Che ne dici se andassi da sola?”
chiedo
speranzosa.
Il gold scuote la testa, facendo
ondeggiare i suoi lunghi capelli chiari “Troppo pericoloso.
L'hai
detto tu stesso che laggiù c'è...”
“Teia” concludo io per lui.
“Non credo tu possa affrontare una
Titanide e l'esercito che l'accompagna da sola, Michelle.”
ribadisce per l'ennesima volta.
Allargo le braccia “Ma non andrò
a combatterla. Cercherò solo di scoprire quali sono i suoi
piani e se si sposta verso la Grecia di nuovo.”
“Atena ormai ha deciso.” E con
questa frase per il cavaliere dell'Ariete pensa di avere chiuso
definitivamente il discorso.
“Ma...” tento di protestare di
nuovo.
Shun mi si avvicina piano,e mi posa la
sua mano diafana sul braccio “E' meglio anche per te se noi
ti
seguiamo- tenta si spiegarmi con convinzione- Teia ha un esercito
dalla sua e se ti scoprisse potrebbe mettersi male per te
sola.”
Gli rivolgo un sorriso conciliante “Le
mie ferite si rimarginano in un secondo. Le tue?”
L'entrata rumorosa di Chen nella stanza
non gli da la possibilità di rispondere.
“Michelle ti devo parlare!”
esclama, afferrandomi un braccio e cercando di trascinarmi verso la
porta.
Faccio roteare gli occhi esasperata
“Non vedi che sono occupata?”
Il piccolo oracolo mi strattona un po'
“E' molto, molto molto, importante!”
Alzo le spalle come segno di scusa,
ovviamente rivolgendomi solo a Mu, Shun e Shiryu (con Hyoga sono
ancora arrabbiata per quella battuta), e mi allontano seguendolo.
“Si può sapere che cosa c'è
ora?” chiedo esasperata, non appena svoltiamo l'angolo.
“Non devi portarli con te.” mi
intima, con sguardo serio.
“E' quello che stavo cercando di far
capire a Mu!” gli faccio notare.
Chen stringe i suoi grandi occhi neri
“Non ci riuscirai. Ma se loro verranno con te
all'accampamento di
Teia tutto il nostro piano se ne andrà in malora.”
“Che cosa proponi di fare, allora?”
Lui mi porge un sacchetto di plastica
che contiene una polvere sottile e mi rivolge un sorriso astuto
“Ricordati di mettere i bimbi a nanna prima di andare da
Teia.”
In Turchia, nella parte meridionale
dello stato, c'è una catena montuosa chiamata Toros Daglari.
Io lo ignoravo completamente, come
ignoravo che questa catena montuosa fosse divisa in tre parti:
Orientale, Centrale ed Occidentale.
Accompagnata, o meglio scortata, dai
quattro bronzini stiamo cercando Teia, che a quanto ho visto nella
mia visione si trova nel Tauro Orientale, detta anche Anti-Tauro, un
territorio inospitale dal profilo prevalentemente roccioso. E devo
dire che ritrovarmi qui a fare campeggio dei ragazzini che mi
guardano in cagnesco non è esattamente il massimo.
“Sei sicura che il posto sia questo?”
mi domanda Shiryu con espressione corrucciata.
Io allungo la mano e con il dito indice
punto a una serie di fili di fumo che si alzano verso il cielo e che
provengono tutti dallo stesso punto, a diversi chilometri di distanza
da noi.
“Allora che aspettiamo?- prorompe
Seiya- Attacchiamoli!”
Scuoto la testa con rassegnazione:
tenere a freno questi quattro si sta rivelando un'impresa
più
difficile del previsto.
“Non possiamo.-spiego, cercando di
essere più convincente possibile- Loro saranno almeno
cinquanta e i guerrieri di Teia raddoppiano le guardie durante la
notte.”
Lo sguardo color ghiaccio di Hyoga si
assottiglia “Che cosa intendi?”
“Teia è la titanide del Sole.
Durante la notte il suo potere si limita e perciò i suoi
guerrieri aumentano le difese.” continuo, cercando di
ricordarmi le
informazioni che il mio maestro ha cercato di inculcarmi nella testa
a forza da quando avevo quattro anni.
“Ma non possiamo aspettare oltre!”
scalpita di nuovo il saint di Pegasus, pestando un piede per terra.
“E' meglio non tirare troppo la
corda, Seiya- lo calma Shiryu-Aspetteremo fino a domani mattina
all'alba.”
Ma il giapponese non molla, e sbuffa
sonoramente “E' una totale perdita di tempo!”
“Che cosa dovremmo fare allora, o
maestro di strategia?Entrare con fragore dall'entrata principale con
le dita incrociate affinché loro siano più deboli
di
noi e sperando che l'effetto sorpresa ci dia una marcia in
più?”
sbotto, lasciandomi cadere su un tronco mozzato, proprio vicino al
fuoco che Shun ha appena acceso.
“Vedo che un piano ce l'hai, allora!”
ghigna il nano petulante.
Calma, Michelle, mi intimo, strappargli
i denti uno a uno sarebbe sconveniente, oltre che anti-igienico.
“Sentite: so che non vi fidate di me
e forse non ne avete tutti i torti.- borbotto, cercando di giocarmi
la carta del momento strappalacrime-Ma questa ostilità non
ci
aiuterà nella battaglia. Dobbiamo fidarci gli uni degli
altri.”
“Non possiamo fidarci di qualcuno che
non conosciamo.” sibila il saint del Cigno.
Annuisco piano, mentre mi diletto nella
preparazione della sbobba da campeggio.
“Che cosa volete sapere?” domando,
mentre punzecchio con un bastone le braci sotto la pentola.
Shun mi si avvicina, sedendosi di
fianco a me “Ad esempio il motivo per cui sei tornata al
Santuario.”
“Voglio salvare una persona che mi è
cara.- taglio corto- Zeus mi ha promesso che lo farà se sto
dalla parte di Atena.”
Seiya storce la bocca, infastidito “Non
è un buon motivo per combattere.”
“Non importa il motivo per cui fai
una cosa- ribatto piccata- Alla fine quello che conta è
l'esito delle tue azioni, a prescindere dalle tue
motivazioni.”
O miei dei. E da quando sforno queste
perle di saggezza?
“Ma...” tenta di domandare di nuovo
Shun, ma io lo precedo cambiando drasticamente argomento.
“La sbobba è pronta.”
annuncio, prima di servire ai quattro delle porzioni piuttosto
abbondanti.
“Tu non mangi?” mi domanda il saint
di Andromeda, notando che io non ne ho presa.
Gli rivolgo un sorriso tirato “No,
non ho fame.”
Soprattutto non intendo mangiare
qualcosa che contiene una dose di sonnifero capace di stendere un
rinoceronte!!
“La pivellina sente l'ansia prima
della battaglia!” mi schernisce Seiya, senza curarsi del
fatto che
ha la bocca piena.
Storco il naso disgustata.
“L'altro bronze dov'è?”
domando, cercando di ignorare il giapponese.
Shiryu scrolla le spalle e Hyoga tiene
lo sguardo fisso sulla sua scodella.
“Ikki arriva solo se c'è
bisogno di lui.” mormora con un sospiro.
Di certo la cosa non mi riguarda, però
spero davvero che il bronze mancante non arrivi a mandare all'aria il
mio piano...
“Credi che quello che stai per fare è
saggio?”
“Certo che lo è” ribatto,
girandomi verso Shun.
Il ragazzo sbatte i suoi occhioni da
cucciolo “Come?”
“Cosa hai detto?” replico, alzando
le sopracciglia confusa.
Lui sgrana gli occhioni “Non ho
parlato.”
“Ma se mi hai appena...- i suoi occhi
smarriti mi convincono da andare oltre- ...niente, come non
detto.”
Ci manca solo che inizio a sentire le
voci!
Scuoto la testa con forza e punto gli
occhi all'orizzonte.
Il cielo è tinto di rosso per
via del tramonto, e la notte sta scendendo lentamente.
Non mi resta che aspettare che loro si
addormentino e poi darò il via al mio piano
Raggiungere il campo di
Teia non è
stato facile.
E nemmeno superare le prime guardie.
Il fatto è che ora che tutti gli
altri si sono svegliati, per via dell'allarme che una di loro
è
riuscita a lanciare prima che gli lanciassi una ragnatela a tapparmi
la bocca, la situazione non è poi così rosea come
avevo
previsto.
E di certo non posso star qui tutta la
notte dietro al mio scudo ad aspettare che si stanchino di cercare di
abbatterlo.
Devo iniziare con la mia recita e lo
devo fare immediatamente.
Non ci sono altre possibilità:
questa volta devo fare in modo che fili tutto liscio.
Sono la sola che può farlo.
Niente tentennamenti, gaffe
irreparabili o comportamenti sconclusionati.
Devo solo smettere di essere me stessa
per un po'...quanto può essere difficile?
Deglutisco rumorosamente, ricacciando
indietro il panico più totale.
“Ce la posso fare.” mormoro fra me
e me.
L'ennesimo guerriero al soldo di Teia
si scaglia contro la barriera che mi protegge, riuscendo solo a
guadagnarsi una grossa botta in testa.
Devo solo comportarmi come una di
quelle cattive di film e soap opere, che ci vorrà mai?, mi
ripeto con poca convinzione.
“Mwahahahah- la mia pessima
imitazione di una risata malvagia riesce ad ottenere la completa
attenzione dei guerrieri che mi stanno intorno- I vostri tentativi di
rompere la mia barriera sono adorabili oltre che inutili e sintomo
della vostra stupidità.”
I soldati non sembrano gradire il mio
commento, e intorno a me si alza un brusio scocciato e le occhiatacce
si sprecano.
Accidenti, sono davvero tanti...
“Chi sei?” ringhia un omaccione
nerboruto parandomisi davanti, e bloccandomi totalmente la strada
insieme ai suoi esimi colleghi.
Devo restare nella parte della cattiva.
Dite che il tremore di ginocchia e la vocetta debole erano un segno
distintivo di Crudelia DeMon?
“Non sono affari vostri.- rispondo
cercando di mantenere la voce dura- Sono qui per trattare con pesci
ben più grossi di voi.”
L'omaccione non sembra particolarmente
contento di essere stato definito un pesce piccolo.
Lo squadro dalla testa ai piedi,
cercando di darmi un'aria di sufficienza, ma in realtà sto
pensando che quello un pesce piccolo non lo è affatto. Anzi.
Direi che è più uno
squalo...o un'orca assassina.
Ricaccio indietro il groppo che mi si
forma in gola e mi decido a continuare a parlare
“Sarò
magnanima: se vi togliete dai piedi risparmierò le vostre
patetiche vite.”
“Forse hai parlato troppo presto!”
tuona di nuovo l'omaccione, facendo un cenno agli altri guerrieri e
lanciandosi all'attacco assieme a loro.
Mi lascio scappare un sospiro “Non
dite che non ve l'avevo detto.”
Alzo le braccia e lancio le mie
ragnatele che in pochi attimi li intrappolano tutti a qualche metro
da terra, lasciandoli sospesi come panni stesi.
Clap clap clap.
L'applauso mi arriva alle orecchie
insieme ad una risatina sommessa e subito dopo Teia fa la sua
comparsa.
“Davvero notevole.- mi elogia, con la
sua voce senza tempo- Posso avere l'onore di sapere chi sei e a cosa
devo l'onore della tua visita?”
L'aspetto della Titanide è
magnifico e regale, come quello di qualsiasi essere di natura divina.
Devo ammettere che non mi ci abituerò
mai. Certo, di solito davanti a persone dall'assoluta bellezza come
Miguel, Takis, Mintha o Shaka mi sento un po' fuori posto, ma questo
è decisamente peggio.
Teia è praticamente oro con
fattezze umane: che c'entri qualcosa con il fatto che è la
Titanide più legata al sole?
I suoi occhi di giada mi scrutano
attenti, ma io lascio vagare ancora un po' il mio sguardo sulla sua
pelle ambrata, le lunghe onde dorate che si ritrova al posto dei
capelli e l'abito giallo che le fascia il corpo scultoreo.
Ci si potrebbe sentire più
inadeguati di come mi sento io ora?
Sbatto gli occhi più volte prima
di ritornare in me e raccogliere le parole giuste per rispondere con
un po' di strafottenza, giusto per mantenere le apparenze.
“Sono Michelle, cavaliere di Aracne.
E non vedo l'ora di unirmi a te per distruggere quei moscerini dei
cavalieri di Atena!”
Teia mi osserva confusa, passeggiandomi
intorno “Ah: sei una di quei cavalieri maledetti che ci hanno
sbarrato la strada al nostro primo attacco al Santuario. Sbaglio o
eri dalla parte di Atena?”
Il cuore mi inizia a battere
all'impazzata.
Non deve scoprirmi.
O Zeus, ti prego, fa che non mi scopra.
Fingo una smorfia disgustata “Diciamo
che non è stata esattamente una mia scelta.”
La Titanide inclina la testa di lato,
incuriosita “Spiega.”
“Io e i miei compagni avevamo vedute
diverse su questa guerra- mi invento di sana pianta, cercando di
essere convincente- Ma gli esiti della prima battaglia hanno
dimostrato quanto io avessi ragione fin dal principio: loro si sono
ritirati, ma perchè non combattere quando si ha l'occasione
di
scegliere la parte vincente?”
“E tu credi che saremo noi a
vincere?” mi domanda deliziata.
Sorrido con convinzione “Certo, ora
che mi avete dalla vostra parte!”
Teia si lascia scappare una risatina e
mi fa cenno di seguirla verso un'entrata scavata sulla parete
rocciosa.
La osservo perplessa. Non è una
caverna naturale, piuttosto dalle fattezze sembra proprio che sia
stata scavata da poco.
“Sembri molto sicura di te.-commenta
sorridendo, e poi aggiunge, probabilmente notando la mia titubanza a
entrare- Tranquilla, non crollerà.”
Io?Sicura di me?
Se sono così convincente forse
dovrei darmi alla recitazione...
Alzo il mento e la sorpasso,
dipingendomi sul volto un'espressione strafottente “Allora,
che c'è
in palio?” domando, sedendomi su un masso, mentre Teia si
siede su
una sedia intagliata nella pietra, che fa parte dell'ultra raffinato
arredamento di quell'accampamento così rudimentale.
“Il mondo, per cominciare.” sorride
la dea, passandosi una mano fra i folti capelli dorati.
Faccio roteare gli occhi “Il solito
Risiko divino?”
Lei prorompe in una risata argentina
“Non esattamente.-specifica- Dopo aver eliminato tutti gli
esseri
umani e aver finalmente sconfitto le altre divinità potremo
passare alla fase costruttiva.”
La guardo interrogativa.
“Mnemosine, come sai, è la dea
della memoria: dopo secoli passati ad osservare gli umani e gli dei
combattersi fra di loro e avendo appurato la loro incapacità
di apprendere dai propri errori ha convenuto che una creazione ex
novo sarebbe l'ideale.- continua pensierosa- Oltretutto, noi e i
nostri fratelli Titani abbiamo un conticino in sospeso con chi ci ha
imprigionato per così tanto tempo.”
Improvvisamente capisco perchè
non riesco a individuare le altre Titanidi e perchè i loro
cosmi sono così fluttuanti “State liberando i
Titani?”
Teia annuisce solenne “Ogni alleato
in più ci darà la possibilità di
vincere questa
guerra il più presto possibile.”
“Questo è...”
Sleale?
Ignobile?
Un grosso problema?
“...perfetto.” concludo con un
sorrisetto, ricalandomi nel mio ruolo.
La dea si passa una mano sotto il mento
“Sai, trovo particolarmente strano questo tuo cambio di
posizione,
soprattutto dopo che mia sorella Febe ha ucciso il tuo
amichetto.”
Nel sentire queste parole il battito
del mio cuore inizia ad accelerare.
Non devo farmi cogliere dall'emotività.
Non ora! Non posso mandare tutto
all'aria!
“Già. Ed è stato quello
a farmi cambiare idea.- mormoro con tono cupo- Tenevo molto a Takis e
lui aveva accettato l'alleanza con Atena. Ma cosa hanno fatto i
nostri così detti alleati?Ci hanno lasciato in vostra balia
senza degnarsi di venire ad aiutarci!”
Mentre pronuncio queste parole stringo
i pugni con forza, riuscendo a conficcarmi le unghie nei palmi.
Mi fa un po' paura il fatto che penso
davvero quello che ho detto...
Teia mi sorride comprensiva “La
vendetta.- sussurra. E pronuncia questa parola come se la stesse
assaporando- Mi piace: benvenuta in squadra.”
“Benvenuta in squadra?!” ripete
strillando il saint di Pegasus, entrando nella grotta di corsa e
lievemente ammaccato.
Addio tentativo di risolvere questa
situazione usando il cervello invece che i muscoli.
“Non ti avvicinare” gli intimo in
un sibilo.
Ma secondo voi mi ascolta?
Ovvio che no.
“Che ci fa qui un saint di Atena?”
domanda con voce tenebrosa Teia.
Oh-oh.
Mi volto di nuovo verso di lei “Mi
avranno seguita, Teia. Io sono una senza dio, non servo alcuna
divinità, non hai nulla da temer...”
Un colpo violento mi fa alzare in volo
per atterrare malamente contro la parete della grotta causando una
leggera frana.
Ahia!
Abbasso lo sguardo verso lo stomaco:
c'è un enorme squarcio da cui il sangue esce a fiotti.
Fa un male assurdo, anche quando i
lembi di pelle si riavvicinano da soli e si ricongiungono, come se
niente fosse accaduto.
“Cosa diavolo...?” sussurra Teia
stupita, guardandomi rialzare.
Non faccio in tempo a dire qualche
frase ad effetto, o perlomeno, a cercare di dissuaderla a scatenare
la sua ira quando l'Idiota con manie di protagonismo, si lancia con
forza verso la titanide.
“Fulmine di Pegasus!” urla,
convinto che il suo colpo possa davvero farle qualcosa.
Teia alza una mano per bloccare il suo
colpo.
“Sei un personaggio interessante,
Aracne.- dice, senza togliere di dosso da Seiya il suo sguardo
assassino- Mi piacerebbe parlare di nuovo con te, in altre circostanze.
Ora il mio tempo qui si è concluso.”
Che cosa ha intenzione di fare?
“Sun's Explosion!” grida, con un
tono di voce che mi fa raggelare il sangue.
Senza nemmeno pensarci mi lancio verso
il bronze e gli do un perfetto calcio nelle budella, scaraventandolo
fuori dalla caverna, abbastanza lontano dove le sue immense
sopracciglia non potranno essere bruciacchiate dal colpo micidiale
della titanide.
Ovviamente io lo becco in pieno,
proprio sulla schiena.
Vengo scaraventata fuori a mia volta in
un vorticare di fiamme.
Ohi, ohi, ohi.
Perchè mi sono messa in testa di
salvare quel ronzino?
Non è che la pericolosissima
sindrome dell'eroe che gira al Santuario è contagiosa, vero?
Mi tasto un po' il corpo, ma sembra non
ci sia alcun danno.
L'armatura di Aracne ha fatto il suo
dovere anche questa volta!
Apro gli occhi lentamente, cercando di
ignorare l'incredibile senso di spossatezza che mi attanaglia.
Apro gli occhi e vedo...
Niente.
Buio totale.
Non può essere già notte,
vero?Perchè sarebbe strano dato che sento sulla pelle il
calore dei raggi solari.
Mi alzo in piedi lentamente, con
movimenti goffi e maldestri, e cerco di sfregarmi gli occhi con
forza.
Niente, tutto resta comunque nero.
Ok.
Niente panico.
Sono solo momentaneamente cieca e
circondata da imbecilli.
La situazione non è poi così
grave.
Sento una mano sulla spalla.
È grande, abbastanza ruvida e
decisamente poco delicata.
Deve essere il famoso Ikki, comparso da
chissà dove, constato riconoscendo un cosmo sconosciuto.
“Chi sei?” mi domanda minaccioso.
“Tranquillo-borbotto- Sto dalla
vostra parte.”
“Sei il guerriero maledetto?- chiede
scandalizzato- Tu?”
Faccio finta di ignorare il suo tono
eccessivamente stupito e annuisco.
“Tutto bene?” domanda di nuovo.
Certe domande dovrebbero essere vietate in situazioni del genere.
Come può anche solo venirgli in
mente che tutto vada bene?!
“Teia è scappata.” adduco
come risposta voltandomi verso di lui.
Almeno credo di essermi voltata nella
direzione giusta.
“Che stai guardando?” mi domanda
perplesso. Accidenti a me e al fatto che non riesco a capire da dove
vengono i suoni!
Sento un leggero spostamento d'aria
quindi presumo che il cavaliere di Phoenix si sia avvicinato.
“Hai...hai gli occhi opachi!”
constata, probabilmente guardandomi in viso.
“Già, e non vedo un
accidenti.” sbotto incrociando le braccia.
Sento un rumore secco e poi il suono di
milioni di sassolini che franano.
“Perfetto!Ci mancava anche questo.”
ringhia irato.
A proposito, che fine hanno fatto gli
altri infanti?
“Fa niente, entro domani mattina
andrà tutto a posto.- cerco di calmarlo- I tuoi
amici?”
C'è una breve pausa.
Odio non sapere che cosa sta facendo.
“Che c'è?” domando, per
ricordargli che la sottoscritta non dispone al momento delle
facoltà
necessarie ad analizzare da sola la situazione.
“L'onda d'urto del colpo di Teia li
ha colpiti in pieno. Sono svenuti.” sbuffa e poi sento un
tonfo
sordo.
Qualcosa mi dice che si è
seduto. Che ragazzo fine e delicato che è!
“E adesso?” chiedo, toccando la
parete dietro di me per darmi una guida e sedendomi.
“Aspettiamo.- risponde Ikki, con un
sospiro- Non possiamo certo lasciarli qui. E se tornassero i
guerrieri di Teia?”
Ah, quindi dopo il suo attacco c'è
stata pure una fuga in grande stile...
“Potrei restare qui io finchè
non si svegliano, e tu tornare al Santuario a comunicare gli esiti
della missione.” azzardo dopo qualche attimo di riflessione.
Il bronze si mette a ridere “Oh,
certo. E in caso di pericolo chi ti difende?”
“So difendermi benissimo da sola!”
sbotto contrariata.
Dannatissimo maschilista.
“Vedo. Sai che stai parlando con un
muro al momento, vero?” ride divertito.
Sto per pronunciare un insulto
decisamente irripetibile rivolto a quel ragazzino impertinente,
quando una voce mi interrompe.
“Michelle!Ikki!”
Riconosco la voce di Mu, e non credo
sia solo.
“Che cosa è successo?”
chiede infatti Aldebaran subito dopo.
“Abbiamo avuto qualche problema con
Teia, Michelle ha salvato per un pelo Seiya dall'essere
carbonizzato.” spiega il bronze con voce pressoché
monocorde.
Io scrollo le spalle e chiudo gli
occhi, dato che non ho affatto voglia che qualcun altro veda le mie
iridi opacizzate “L'avevo detto io che non so fare la
babysitter-
borbotto- Che questa cosa era una cosa da adulti e che...”
“Che cos'hai agli occhi?” domanda a
bruciapelo l'altro saint accorso all'evento della settimana.
Perchè Shaka nota tutto anche se
ha gli occhi chiusi?
“Niente” rispondo imbarazzata.
“Il colpo di Teia ha colpito lei al
posto di Pegasus.- spiega Ikki- L'ha accecata.”
Maledetto!
Perchè non tieni chiusa quella
ciabatta una buona volta?Non era lui quello taciturno fra queste
cinque piaghe che mi sono capitate?
“Ti ha colpito e ti ha solo
accecato?” chiede stupito Mu.
Solo accecato? Ma si sente quando
parla?
Come dire: ti ha solo staccato una
gamba o cose del genere...
“No. In realtà fino a dieci
minuti fa stavo bruciando viva ma ora va meglio, grazie.”
sibilo.
C'è una lunga pausa di silenzio.
Forse sono stata un po' brusca.
“Sentite- dico, accendendo la
modalità diplomatica- che ne dite di continuare la
conversazione al Santuario?”
“Vado a recuperare i bronzini.”
afferma Al con una nota di serietà nel suo vocione.
“Vengo con te.” si propone Ikki e i
due si allontanano verso chissà dove.
Rovescio la testa all'indietro e provo
a focalizzare qualcosa.
Inizio già a distinguere luci e
ombre, con molta fatica certo, e con un tremendo dispendio di energia
che mi fa girare la testa.
Mu mi si avvicina e mi posa le mani
sulle spalle.
Per quello che so potrebbe essersi
messo a osservarmi o a farmi le boccacce...
“Si può sapere che cosa hai
fatto?” mi domanda con tono grave.
Insomma, perchè quando succede
qualcosa deve essere per forza colpa mia?
“Avevo tutto sotto controllo.”
borbotto in risposta.
“Oh, sì, questo si vede.”
commenta Shaka con acidità.
Vorrei rispondergli a modo ma un nuovo
giramento di testa non me lo permette.
“Che ti succede?” chiede Mu
preoccupato, mentre io mi lascio andare fra le sue braccia.
“Guarire dal colpo di Teia stata
dura...-sussurro debolmente-...io non...ho più
forze...”
La mano del gold si posa sul mio capo
“Tranquilla. Ora ti riportiamo a casa.”
Annuisco piano e già riesco a
vedere il verde brillante dei suoi occhi.
La cosa mi rassicura, certo, ma non mi
impedisce di cadere in un sonno profondo.
“Ho detto che sto bene!” ripeto per
l'ennesima volta, quando il cavaliere dell'Ariete mi passa davanti
agli occhi l'indice, intimandomi di seguirlo con lo sguardo.
Non vorrei essere troppo brusca con
lui, che è sempre così gentile e paziente anche
se gli
ho sbolognato quella peste di Chen, ma l'idea di portarmi qui non
è
stata geniale.
Sono sdraiata comodamente sul letto
degli ospiti della Sesta Casa, ma nonostante ciò mi sembra
di
essere su uno di quei letti pieni di aghi dei fachiri.
“Posso tornare alla Seconda?”
domando di nuovo, ma Mu scuote la testa.
“Quando ti ho detto che Victoria era
estremamente arrabbiata con Al per il fatto che non si è
preso
cura di te a dovere- spiega leggermente imbarazzato- intendevo dire
che lei sta sfogando la sua furia di silver contro di lui. Non credo
sia saggio andare alla Seconda, per il momento.”
Sospiro rassegnata e mi lascio cadere
sul soffice cuscino.
Ok, sono sopravvissuta ad un attacco
divino, ho perso la vista e l'ho riacquistata nel giro di poche ore e
ora le mie energie sono praticamente sotto zero, ma sono
assolutamente sicura che preferirei trovarmi in qualsiasi altro luogo
tranne che qui.
Insomma, Shaka ha dimostrato già
parecchie volte di non potermi soffrire...
“Va tutto bene?” mi domanda il
gold, inclinando la testa di lato e scrutandomi con attenzione.
“Mu, te l'ho già detto...”
protesto debolmente.
Lui scuote la testa “Non intendevo
fisicamente.”
Sbatto le palpebre confusa “Che cosa
intendi?”
“Non lo so Miki. Mi sembri
strana...triste...”sussurra Mu.
“Una delle persone a cui voglio più
bene è quasi morta per causa mia, ho ingannato le uniche
persone che si fidavano ciecamente di me per proteggerle e ora sono a
chilometri di distanza e nonostante mi impegni e cerchi sempre di
fare la cosa giusta vengo guardata con sospetto, quindi: sì,
sono triste e confusa e stanca.- dico, passandomi debolmente una mano
sugli occhi- Ho solo bisogno che vi rendiate conto di questo, per il
resto me la caverò da sola.”
La mano delicata e fresca di Mu si posa
sulla mia testa, con un gesto talmente dolce che mi dispiace di
avergli spiattellato tutta l'inquietudine che ha accompagnato il mio
nuovo ritorno al Santuario.
“Senti mi dispiace. È stata
una settimana dura...” borbotto con una vocetta debole.
Il saint continua ad accarezzarmi i
capelli dolcemente “Il peso del mondo non deve per forza
stare
tutto sulle tue spalle, Michelle.”
Io lo guardo interrogativa, ma lui mi
strizza soltanto l'occhio e se ne va, giusto in tempo per incrociare
Shaka sulla porta.
Si bisbigliano qualcosa all'orecchio e
poi il cavaliere della prima casa mi fa di nuovo un cenno con la mano
e se ne va.
“Ti ho portato del tè.” dice
Shaka, avvicinandosi al mio letto e posando il vassoio con la tazza
fumante sul comodino.
Trattengo a fatica una smorfia
disgustata, al pensiero dell'amarissimo te che mi aveva propinato
l'ultima volta “Grazie...Lo berrò dopo.”
Sulle sue labbra sottili si dipinge un
sorriso “L'ho notato che non gradisci il mio tè
indiano.
Questo viene da una comunissima bustina preconfezionata e ci ho pure
messo del latte per addolcirlo.”
“Grazie.” ricambio il suo sorriso e
sorseggio la bevanda calda.
Certo, per i miei standard è
ancora piuttosto amaro, ma faccio finta di niente.
Quando mi volto per appoggiare sul
comodino la tazza, noto la faccia scura di Shaka.
“C'è qualcosa che non va?”
gli domando preoccupata.
Lui annuisce “Tu.”
E ora che ho fatto?
Forse non gradisce il fatto che io
usurpi la sua stanza degli ospiti...
“Se vuoi torno a casa di Al...”
propongo, mentre accenno ad alzarmi.
Ma Shaka si lascia scappare un sospiro
“Non sto parlando di questo, Michelle...”
“Di cosa stai parlando allora?”
chiedo, aggrottando le sopracciglia.
“Del fatto che tu abbia pensato di
andartene da sola ad affrontare una divinità!”
ribatte
serio, e io abbasso lo sguardo mortificata.
Faccio roteare gli occhi: questa
conversazione mi dà un forte senso di deja-vu!
“Non è successo niente di
male...”inizio con tono baldanzoso, ma poi faccio il
madornale
errore di guardare in faccia il cavaliere e tutta la mia sicurezza se
ne va.
“...cioè...era tutto sotto
controllo...-tento di giustificarmi- Chen aveva detto che sarebbe
filato tutto liscio e poi...davvero, non c'era nessun pericolo
e...”
“Dovevi lavorare con i bronze, non
creare un piano alternativo raggirandoli!” continua con tono
di
rimprovero.
Io sbuffo sonoramente “Ma il loro era
un piano assurdo!-dico per poi iniziare a imitare la voce di Seiya-
Oh, sì, noi siamo i cavalieri più forti del mondo
e
Atena dalla nostra parte!Andiamo senza indugio
nell'accampamento nemico anche se loro sono in soprannumero e hanno
dalla loro una dea belligerante e letale: sono sicuro che avremo la
meglio!”
E sapete cos'è la cosa
frustrante di tutto ciò?Che sono sicura che Milo o Aldebaran
si sarebbero messi a ridere per la mia imitazione.
Shaka si limita ad alzare un
sopracciglio “Non credo che il loro piano fosse
questo...”
Ma io gli lancio un'occhiata eloquente
“Volevano entrare con fragore, magari mandando prima una
raccomandata, per seguire uno strano codice cavalleresco,
probabilmente il nome in codice con cui loro chiamano il
suicidio!”
Incrocio le braccia e lascio
sprofondare la schiena fra i cuscini “Non mi stupisco che
Ikki non
passi con loro più del tempo necessario...”
“E il tuo piano invece qual era?”
mi domanda qualche secondo dopo.
Io lo guardo perplessa “Come?”
“Dopo aver convinto Teia che eri
intenzionata a combattere contro di noi, cosa contavi di
fare?”
Mentre riformula la domanda, Shaka ha
l'aria soddisfatta di chi sa di avere la vittoria in pugno.
“Uhm...ecco-balbetto un po', nel
tentativo di prendere tempo per trovare una risposta
decente-I-io...avrei trovato qualcosa...Insomma, una volta capito i
loro piani avrei potuto comunicarveli e...”
Il cavaliere della Vergine sospira
rassegnato “Vedi?Non ti sei fermata a pensare alle
conseguenze
delle tue azioni per nemmeno un secondo!”
“Mi dispiace. Non volevo starmene con
le mani in mano, ecco tutto.” borbotto mortificata.
Shaka scuote la testa rassegnato “Non
capisci?Se ti avessero scoperto avrebbero potuto...”
“Cosa?- lo interrompo, con un
sorrisetto senza allegria sulle labbra- Uccidermi?Non credo
proprio.”
“La morte non è la cosa
peggiore che potrebbe capitarti.” continua con tono piatto.
Io sbuffo “Le ferite si rimarginano.”
“Non tutte.-ribatte fissandomi
intensamente da sotto le palpebre- Non è forse una ferita
non
ancora rimarginata che ti fa agire in modo così
irresponsabile?”
Sgrano gli occhi scioccata, cercando di
sostenere il suo sguardo ma desisto dopo pochi secondi.
“Il fatto è che...”lascio
cadere la frase, e mi passo una mano fra i capelli.
Shaka non si scompone nemmeno davanti
alla mia reticenza “Se c'è qualcosa che ti turba,
e ti fa
fare cose tanto stupide da mettere in pericolo noi tutti, forse
dovresti dirmi cos'è.”
“E' Takis.” mormoro, trovando
particolarmente interessante il ricamo sul bordo del lenzuolo.
Il biondo non risponde, ma credo che
voglia che io continui.
“E' che è solo colpa mia se si
trova in quello stato ed ora che so che sono l'unica che può
fare qualcosa, la cosa mi tormenta.- spiego, parlando sempre
più
veloce- E poi mi sembra sempre che lui sia con me, che mi osservi. A
volte sento perfino la sua voce...Ho una tale paura di fallire e
deludere tutti...”
“Michelle, nessuno ti ha mai accusato
di niente. La ruota del Karma gira al di là delle nostre
capacità di comprenderla...”
Abbasso lo sguardo, affranta.
Che cosa ne vuole sapere lui?Lui è
così perfetto, di certo non ha mai sbagliato nemmeno il
candeggio.
“Devi smettere di pensarci.” la sua
voce è ferma e non ammette repliche.
“Non posso farci niente, è più
forte di me.”
Shaka serra le labbra per qualche
secondo.
“Da quand'è che non dormi?”
Il repentino cambio di argomento mi
spiazza un po'.
“Non so....” borbotto guardandolo
stranita.
E poi inaspettatamente, riuscendo a
bloccarmi il cuore per diversi secondi tanto da farmi venire il
dubbio di aver bisogno di un defibrillatore, allunga la mano verso di
me, scostandomi dal viso diversi ciuffi ribelli.
“Hai una pessima cera. Dovresti
riposare.” spiega, ritraendo la mano velocemente.
“Non ho sonno.” mento decisa.
In realtà, da quando ho quegli
incubi ricorrenti, la sola idea di dormire mi crea degli attacchi di
panico.
“Michelle...”mi richiama
leggermente scocciato.
Serro le labbra “Ti ho detto che non
voglio dormire- ripeto, forse troppo brusca- E poi da quando la cosa
ti riguarda?”
Sembra quasi che stia pensando davvero
a una risposta da darmi, come se non lo sapesse con sicurezza.
“Da quando la mancanza di riposo ti
fa comportare in questo modo.- risponde con tono duro- Non è
rispettoso verso i tuoi compagni ed è totalmente irrazionale
Mi domando per quale motivo tu debba agire senza totalmente
preoccuparti delle conseguenze... ”
Mi mordo le labbra, fino a farle
sanguinare “Perchè...perchè fa male!-
sbotto, fra dei
singhiozzi che avevo trattenuto fino ad ora- Perchè se
iniziassi a pensare sono sicura che impazzirei completamente
e...e...”
Mi porto una mano al petto e lascio che
le lacrime scivolino lungo le mie guance.
Shaka non mi guarda in faccia “Tutto
questo per il cavaliere di Prometheo?”
Tiro su col naso, e decido di avvalermi
della facoltà di non rispondere.
E restiamo così in silenzio per
minuti...o forse ore...
“Ti lascio riposare.” si congeda
dopo un po' il biondo, alzandosi in una nuvola del suo profumo
soffice.
Non so per quale motivo ma l'idea che
lui se ne vada mi manda in panico.
“Shaka!” lo chiamo velocemente,
prima che chiuda la porta.
Il gold si ferma e gira il volto in mia
direzione, come per incitarmi a parlare.
E ovviamente io non so cosa dire...
Che stupida che sono, cosa mi è
saltato in mente di fermarlo?
“Sì, Michelle?” mi incalza.
“T-tu...-balbetto dicendo la prima
cosa che mi viene in mente- sei arrabbiato con me?”
Shaka sospira e poi scuote la testa con
rassegnazione.
“Buonanotte Michelle” sussurra
prima di andarsene.
Michelle...
La voce di Takis mi chiama. Mi sembra
anche di vederlo tendermi una mano, ma io non riesco a muovere la
mia. Non riesco ad afferrarlo.
“Michelle...”
“Sono sveglia!” urlo, alzandomi di
scatto, ritrovandomi da sola, seduta e con dei brividi che mi
scorrono lungo la schiena.
Il battito del mio cuore non rallenta
nemmeno quando mi ricordo del perchè mi trovo alla Sesta
invece che alla Seconda Casa.
Faccio qualche respiro profondo e
scosto con un gesto le lenzuola leggere.
Mi muovo velocemente lungo il dedalo di
corridoi guidata da un cosmo sereno e caldo, che mi affretto a
raggiungere.
Shaka è nella posizione del
loto, gli occhi chiusi e l'espressione serafica.
Trasuda pace e tranquillità.
Non ho idea di come sia possibile ma il
solo guardarlo mi fa sentire stranamente calma e rilassata.
Potrei rimanere qui per ore.
“Ti serve qualcosa?”
Stavolta nemmeno la sua voce vellutata
riesce strapparmi da questo stato.
“Uh?” e tutto quello che riesco a
rispondere.
Shaka torna a terra con un movimento
fluido e elegante e con passi misurati mi si avvicina.
“Ti senti bene?” mi domanda, e
mentre lo fa aggrotta leggermente la fronte candida.
“Io...”
Vorrei dirgli qualcosa ma la voce
decide di non collaborare.
Il mio sguardo invece, vaga dalle sue
palpebre chiuse fino alle lunghe ciglia, per poi scivolare lungo
tutto il suo profilo perfetto e...
Scuoto la testa con forza.
Troppo pericoloso, Michelle: non farlo
mai più!
“Devo andare.” butto fuori tutto
d'un fiato e più che correndo, volando, mi lancio fuori
dalla
Sesta e cerco di mettere più distanza possibile fra me e il
biondo.
Hey! Ammettetelo: credevate che
mi fossi dimenticata di voi e di Michelle, giusto?
Ahime non mi ero affatto dimenticata solo che ho avuto davvero una
montagna di cose a cui pensare. Come se lo studio e la vita di tutti i
giorni non bastasse, in più devo anche lavorare ad un
progetto per potere saltare una parte di esame (che sono terribilmente
vicini!) quindi ogni volta che accendevo il pc lasciavo da parte Miki e
i suoi casini per dedicarmi al mio mantra ricorrente
lavoro-lavoro-lavoro-studio-studio-sonno-sonno.
Per farmi perdonare dei miei tremendi ritardi nell'aggiornare ho
pubblicato un capitolo lungo lungo. Che ne pensate?La vita di Michelle
sta diventando sempre più complicata...Meno male che ha
degli amici veri su cui può contare!
Fatemi sapere che cosa ne penate di questo capitolo!
E (incrociamo le dita affinchè io aggiorni alla svelta) alla
prossima!
Baci baci JoJo
Snow Fox: ...le tue minacce mi
spaventano perchè non so come nè
perchè ma si realizzano...quindi a proposito del pacco
speciale per Miki e le visite indesiderate per me, la mia mente malata
ha partorito ciò:
--Santuario di Atena.
Casa del Toro.
Ore 9.30
Michelle entra tutta eccitata in
cucina con in braccio un pacco postale.
“Al, guarda che bello!Snow Fox mi
ha mandato questo pacco. Guarda quante cose interessanti che ci sono
dentro!”
Aldebaran spalanca la bocca
scioccato e gli toglie la scatola dalle mani mettendola nell'anta
più
alta dell'armadio da cucina e chiudendo il tutto con un lucchetto in
titanio.
“Ma...ma...”
“Te li ridarò quando sarai
più grande!”
Stessa ora a diversi chilometri di
distanza.
Jojo si porta le mani al volto, in
una imitazione perfetta dell'urlo di Munch.
“Nooooooooooooooo!”
I muratori, trapanando ignari il muro della stanza dove lei studia (o
cerca di studiare, o finge di cercare di studiare), continuano a
fischiettare serafici!
-- E questo è quanto. Basta maledizoni please XD ! Alla
prossima, baci!
anzy: Beh un pò di scintille ci sono state, no? Chen è la mia creatura più cara: credo che sia la personificazione del mio spirito infantile!Sono davvero contenta che ti piaccia. E per quanto riguarda Takis...conto di farlo ricomparire il più presto possibile!Anche se in questo capitolo un piccolo cammeo lo ha fatto. eh eh! Al prossimo capitolo. Baci
whitesary: Eh già, alla fine non ce l'ho fatta a Takis...direi che di sfighe Miki ne ha già abbastanza da sola, senza bisogno che io gli accoppi il pretendente...In più le ho anche tolto dai piedi il mocciosetto!Direi che sono stata buona, no?Al prossimo capitolo, baci
Megarah_witch: Come hai potuto vedere da questo capitolo Shaka il suo fascino non l'ha perso per niente, anzi...Diciamo che Michelle ne ha di cosette con cui arrovellarsi le meningi...Alla prossima, baci