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Autore: F r u i t    23/04/2009    1 recensioni
Questa è la mia prima fic. Bella ed Edward si stanno per sposare. La mente di lei, mentre cammina verso l'altare, è affollata da mille pensieri, che, certamente, non vorrebbe avere. Forse troppo piccola. Forse troppo ingenua. Forse troppo realista, oppure troppo sognatrice. O forse semplicemente innamorata di un'altra persona. E l'unica cosa che rispecchia il suo stato d'animo, è la lacrima, o meglio, Le lacrime, che scendono così, inaspettatamente, senza aver ricevuto nessun invito. Spero vi piacerà.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Say i do



 Ecco. Sono qui. La vocina dentro di me continua a ripetere queste due parole. Devo fare, dopo un lunghissimo tempo, la mia scelta. La scelta, se così si può chiamare, che mi porterà a dire un semplicissimo "Lo voglio", che farà felici tutti. Beh, perlomeno, è la scelta che tutti si aspettano. Mio padre si è abituato all'idea che mi sposi con Edward. Non sono sicura che abbia preso bene questa decisione, ma, dopotutto, è la mia vita, e penso che ormai non voglia più ritornare sull'argomento, quindi, al posto di obbiettare qualcosa in contrario, ha preferito non dire nulla e farsene una ragione. Non penso che abbia mai creduto che la sua dolce e impacciata figlia potesse sposarsi a soli 20 anni. Ma è quello che volevo. Non riesco a credere che prima, chissà quando, lo volevo veramente. Stupida, stupida, stupida. Ormai tanto è fatta. E' tutto pronto. La chiesa è piena zeppa di gente. Intravedo mia madre che piange commossa sulla spalla del suo uomo. Questo complica le cose ancora di più. Non ho mai voluto vedere nessuno piangere, per nessuna ragione. E' organizzata la festa che verrà dopo, e perfino la luna di miele. Asia. Edward è affascinato dall'Asia. Io non tanto, ma non ho osato dire nulla al momento della scelta del posto. Sono come mio padre, accidenti. Lui sta zitto, perchè è la scelta più facile, ed io come lui. Tutta la mia vita ho pensato che, quando mi sarei sposata, avrei avuto un matrimonio da sogno, di quelli in un giardino sperduto, con poca gente, i miei cari più affezzionati, un matrimonio intimo insomma, ma molto molto romantico. Qualche sedia di qua e di la, e un gazebo pieno di rose rosse. Sospiro. Non lo potrò mai avere. Una lacrima mi scende, timida, rigando la guancia. Con una mano la asciugo velocemente. Chi l'ha chiamata? Chi ha chiamato una stupida goccia di sale, che rispecchi il mio stato d'animo? Nessuno. Io non voglio mostarmi e non voglio far vedere agli altri quel che provo davvero. E gli altri preferiscono di gran lunga vedere un matrimonio perfetto, senza lacrime ma con tanti bei sorrisi, senza importarsi se essi sono finti o veri. Un'altro sospiro. Mentre varco, a braccetto con Charlie, l'entrata della chiesa -cerco di rallentare il passo il più possibile- lancio un'occhiata triste a Edward, che mi aspetta là, davanti al prete, dall'altra parte della chiesa. Bello da far paura, impossibile. Ecco. Il nostro amore è impossibile. Forse all'inizio era credibile, la solita storia d'amore che si vede nei film, ma ora, sarò sincera, tutto quell'amore che provavo mi sembra una gran cretinata. Quasi quasi mi metto a ridere. Io, stupida e innocente ragazzina, innamorata di un vampiro. Dov'è finita quella ragazzina? Io non amo più Edward, non ricordo con precisione quando ho smesso di provare un qualsiasi sentimento che vada al di là della semplice amicizia, per lui. Tutto quel che ora voglio è scappare, sorprendere la gente, ma senza importarmene, e andare dal mio vero amore. Jacob. Lui, Giovane, sincero, bello e amichevole. E chissà con quanti altri aggettivi lo potrei definire. Penso ancora mille, poi mi stuferei e tornerei con i piedi per terra, alla realtà. Continuo a camminare. Oh no. Un'altra lacrima. Anzi. Altre due, tre e quattro. Che mi succede? Abbasso la testa arrossendo violentemente. Sento dei mormorii sorpresi. Una vecchia signora si gira e dice "Cara, si è commossa!". Si certo. Vorrei commuovermi. Vorrei attraversare questa chiesa piangendo di gioia. Vorrei vedere il mio unico e vero amore in Edward. Lo vorrei davvero. Ma non è così. Ormai le lacrime scorrono, e non faccio più niente per fermarle. Escono senza alcun permesso e mi rovinano il trucco. Che poi, detto tra di noi, chissene importa del trucco. Mamma era così contenta di vedermi per una volta ben vestita, pettinata e truccata. Anzi, è stata proprio lei a truccarmi. E io sono stata lì, in silenzio, lasciandola dipingermi la faccia quando non volevo assolutamente niente. E ciò mi riporta al discorso del "meglio in silenzio che fare obbiezioni". Le sento sulla guancia, quelle piccole e luccicanti lacrime, riflesso della mia paura, insicurezza, ma sopratutto, tristezza. E poi, come se questo non bastasse, lo vedo. Eccolo li. Jacob. Sorride, con il suo sorriso perfetto e quei denti bianchissimi, ma capisco che ciò è solo una maschera. Non è affatto contento. Lui, e solo lui, sa cosa provo realmente. Abbiamo passato la notte insieme. Gli ho confidato tutto, i miei pensieri, le mie paure, la voglia di stare con lui tutta la mia vita. Ho passato la notte più bella degli ultimi tempi, stretta a quel suo corpo, così maledettamente perfetto, solo ed unicamente mio. Forse non sarà il tipo di ragazzo che quando passa tutte le ragazze si voltano a guardare, come invece Edward è, ma Jacob è la persona che incarna alla perfezione il mio ragazzo ideale. Appena incontra il mio sguardo, però, si toglie per un attimo la maschera, e smette di sorridere. Vedo la luce nei suoi occhi, quella luce irrequieta. Appena lo vedo, provo qualcosa di indescrivibile. Non so spiegarlo, ma è come se qualcuno mi avesse pugnalato la pancia. E' una sensazione strana, ma indescrivibilemente bella. Questa notte, mi ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere. Non ha detto nulla del tipo "Devi seguire il tuo cuore" o "Fuggiamo insieme", frasi che di certo non mi avrebbero aiutato. No, nulla di tutto questo. Mi ha detto che dovevo fare la scelta giusta, mi ha detto che era mio dovere fare la cosa che mi avrebbe fatto stare meglio, così che anche lui sarebbe stato bene. Insomma, mettiamo che mi sarei accorta improvvisamente di amare Edward con tutta me stessa, e avessi scelto di sposarlo per questo motivo -e non perchè così facendo avrei avuto il mio matrimonio perfetto, il matrimonio da sogno che tutti vorrebbero avere- lui mi avrebbe comunque amato. E' difficile da capire per me. Lui prova un sentimento così forte per me -non ho il coraggio di definirlo amore, anche se l'ho fatto fino ad ora, 'valli a capire i pensieri di una stupida ragazza come me'- che qualunque cosa avessi fatto, a lui sarebbe andata bene, ma solo se era la cosa che mi rendeva più felice "in assoluto", parole sue. Piega leggermente la testa, in quel modo che mi fa impazzire. Oh! Sono arrivata all'altare, neanche me ne ero accorta. Edward mi fissa intensamente. Chissà a cosa pensa. Probabilmente a quanto sarà bella la nostra vita in coppia. Poverino, mi fa quasi compassione. Anche lui, come tutti -tranne Jacob-, mi vedono come una ragazzina indifesa bisognosa dell'amore. Forse, più che per lui, dovrei provare compassione per me. Ma, insomma. E' così innamorato di me che ha fatto quel che gli avevo chiesto, e cioè smettere di leggere nel pensiero. Ovvero. Non so se si possa riuscire, ma dato che è stato più volte in compagnia di Jacob senza dirmi nulla -e io so che pensieri fa Jacob quando mi vede- devo ammettere che forse c'è riuscito. Mio padre mi lascia, stringendomi goffamente il braccio, penso per darmi un pò di sicurezza, ed io rimango da sola con lui. Il prete inizia la predica. Sento un brivido lungo la schiena quando penso Jacob al posto di Edward. Che bello sarebbe, troppo bello. Mi andrebbe bene perfino la chiesa così affollata, e non più il giardino sperduto con un gazebo pieno di rose. Chissà perchè, però, questa volta penso a delle rose nere, e non più rosse. Poco importa, tanto non le avrò mai. Lancio un'occhiata a Edward. Sorride, come al solito. Pare felice. "Non farlo" ancora questa insopportabile voce. Puah. Chi la vuole sentire? Si sarà sicuramente alleata con le mie stupide lacrime, per rendere la mia esistenza ancora più difficile. Al diavolo tutto. I minuti passano, ed io mi sento sempre peggio. Eccola, la domanda finale, quella che al cinema ti fa sempre tenere il fiato sospeso, anche se sai già che la protagonista, o il protagonista, risponderà con un perfetto "Lo voglio", oppure correrà fuori dalla chiesa, abbracciando il suo vero amore. Il secondo è il finale che più preferisco. "Lo voglio" sento, in lontananza, dire queste parole da Edward, con la sicurezza che lo contraddistingue da sempre. E ora, il prete si rivolge a me, formulando la domanda. Non ce la faccio. Proprio no. Non riesco neppure a parlare. Sento gli sguardi di tutti i presenti lacerarmi la schiena, sopratutto il suo. Perdonami, perdonami Jacob. Per una volta ti mentirò. Ogni volta che lo facevo tu mi scoprivi sempre, ma ora io sarò più brava di te. Nessuno dubiterà niente. Forse, un giorno, ti confesserò tutto, e sarà il giorno che potrò finalmente baciare di nuovo le tue labbra, risentire il tuo profumo e scompigliarti i capelli. Ma quel giorno è troppo lontano. E, con un filo di voce, odiandomi più di quanto mi sia mai odiata, ripeto le parole di Edward: "Lo voglio".



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