28/07/2016
5 recensioniAutore: eleCorti. Sul forum Elettra.C
Fandom: Digimon Adventure
Personaggio: Taichi Yagami
Rating: Verde
Genere: Introspettivo
Note e Avvertimenti: Nessuno
Introduzione: Che cosa avrà pensato Taichi quando va a salvare Sora prima di attraversare il reticolato?
Note dell’autrice: Ovviamente essendo Taichi il mio personaggio preferito, ho scelto lui da analizzare, scegliendo, ovviamente, una delle mie scene preferite della prima serie: quando Taichi va a salvare Sora!
Fandom: Digimon Adventure
Personaggio: Taichi Yagami
Rating: Verde
Genere: Introspettivo
Note e Avvertimenti: Nessuno
Introduzione: Che cosa avrà pensato Taichi quando va a salvare Sora prima di attraversare il reticolato?
Note dell’autrice: Ovviamente essendo Taichi il mio personaggio preferito, ho scelto lui da analizzare, scegliendo, ovviamente, una delle mie scene preferite della prima serie: quando Taichi va a salvare Sora!
Fear
Il reticolato: eccolo, era lì di fronte a lui; con i suoi occhi poteva percepire l’alta tensione che lo percorreva. Un brivido di freddo gli salì su per la schiena, facendolo tentennare.
Ma che gli prendeva? Dietro quella rete c’era una cosa cui teneva tanto, no anzi due: una era il suo coraggio, l’altra... l’altra era lei, Sora, la sua migliore amica, una delle persone più importanti della sua vita. Non poteva, non doveva tentennare.
“Andiamo Taichi!” Agumon, il suo fido Digimon, lo superò. Taichi, però, lo fermò mettendogli la mano davanti.
“No! Lo devo fare io! Dietro quella parete c’è qualcosa a cui tengo molto...” spiegò, non smettendo di fissare quella rete, pervasa da scariche elettriche. Quella era una sfida, la sua di sfida. Una sfida tra lui e la sua codardia.
“Sora?” domandò il piccolo dinosauro, come se fosse la cosa più ovvia a quel mondo. Tutti sapevano il legame che c’era tra i due prescelti dell’amore e del coraggio.
“Anche...” stava ammettendo a se stesso che la giovane Takenouchi fosse qualcosa di assai importante per lui. E lo era davvero: era come la sua seconda sorella. Forse qualcosa di più.
Tese la mano in avanti verso quel concentrato di elettricità. La sua sfida stava iniziando. Paura: il giovane Yagami aveva paura. Paura di non farcela, paura di non ritrovare mai più il suo coraggio, paura di perdere per sempre Sora. Se così fosse stato, si sarebbe maledetto a vita, di questo era sicuro.
No, non poteva farsi prendere dal panico: dietro quella parete c’era una delle persone più importanti della sua vita e lui doveva salvarla. Basta avere paura, basta essere codardi: lui era Taichi Yagami il digiprescelto del coraggio non della codardia.
“Coraggio Taichi! Siamo tutti con te!” il piccolo Agumon stava incitando il suo partner. Anche lui voleva essergli, in qualche modo, d’aiuto.
Strinse la mano. Non poteva deludere il suo amico digitale. Chiuse gli occhi e urlò: così forse la scossa sarebbe stata meno indolore. Nulla, però, accadde; quando riaprì gli occhi, la sua mano era scomparsa oltre il reticolato, mentre il suo petto si era illuminato, la sua digipietra finalmente si era attivata. Taichi Yagami era tornato.
Ma che gli prendeva? Dietro quella rete c’era una cosa cui teneva tanto, no anzi due: una era il suo coraggio, l’altra... l’altra era lei, Sora, la sua migliore amica, una delle persone più importanti della sua vita. Non poteva, non doveva tentennare.
“Andiamo Taichi!” Agumon, il suo fido Digimon, lo superò. Taichi, però, lo fermò mettendogli la mano davanti.
“No! Lo devo fare io! Dietro quella parete c’è qualcosa a cui tengo molto...” spiegò, non smettendo di fissare quella rete, pervasa da scariche elettriche. Quella era una sfida, la sua di sfida. Una sfida tra lui e la sua codardia.
“Sora?” domandò il piccolo dinosauro, come se fosse la cosa più ovvia a quel mondo. Tutti sapevano il legame che c’era tra i due prescelti dell’amore e del coraggio.
“Anche...” stava ammettendo a se stesso che la giovane Takenouchi fosse qualcosa di assai importante per lui. E lo era davvero: era come la sua seconda sorella. Forse qualcosa di più.
Tese la mano in avanti verso quel concentrato di elettricità. La sua sfida stava iniziando. Paura: il giovane Yagami aveva paura. Paura di non farcela, paura di non ritrovare mai più il suo coraggio, paura di perdere per sempre Sora. Se così fosse stato, si sarebbe maledetto a vita, di questo era sicuro.
No, non poteva farsi prendere dal panico: dietro quella parete c’era una delle persone più importanti della sua vita e lui doveva salvarla. Basta avere paura, basta essere codardi: lui era Taichi Yagami il digiprescelto del coraggio non della codardia.
“Coraggio Taichi! Siamo tutti con te!” il piccolo Agumon stava incitando il suo partner. Anche lui voleva essergli, in qualche modo, d’aiuto.
Strinse la mano. Non poteva deludere il suo amico digitale. Chiuse gli occhi e urlò: così forse la scossa sarebbe stata meno indolore. Nulla, però, accadde; quando riaprì gli occhi, la sua mano era scomparsa oltre il reticolato, mentre il suo petto si era illuminato, la sua digipietra finalmente si era attivata. Taichi Yagami era tornato.
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