Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: vitalyleto261271    28/07/2016    1 recensioni
Fu quella notte a cambiare la vita di Denise, piano piano tutte le cose che vedeva nei film dell'orrore le se presentavano come reali.
Lontana da casa e dagli affetti rimasti, stava cercando di ricomiciare a vivere e a cambiare la sua vita, ma nemmeno lei sapeva quanto sarebbe cambiata una volta giunta a Londra.
Mi hanno sempre detto che il modo migliore di superare una delusione è il metodo "chiodo schiaccia chiodo", e devo dire che nella mia vivace adolescenza di chiodi ne ho schiacciati abbastanza, forse perché non mi sono mai innamorata veramente.
Dicono che quando t'innamori provi sensazioni contrastanti tra cuore e cervello.
Lo stomaco è pieno di farfalle; una voragine si apre nel petto quando vieni lasciato; i continui litigi; il bello di far pace; gelosia, possessività e tante altre cose.
Ma io queste cose non le ho mai provate... Forse non sono normale, o forse lo sono troppo.
Ma adesso la mia domanda è un'altra: se il metodo C.S.C. funziona in amore, ci sarà un metodo per dimenticare una persona cara che ti ha lasciato per sempre?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Storsi il naso e dissi "No grazie, Ben. Devo fare colazione con caffè e latte anche a qualsiasi ora del giorno, anche se fosse sera. Ho un mal di testa terribile... Ma Donna si è già alzata?" "Sì, è sotto la doccia da mezz'ora. Aveva una faccia... Deve aver fatto scintille ieri sera." rispose Eloise. Mi diressi in cucina a preparare del caffè, poco dopo entrò donna in accappatoio e asciugamano in testa e riusciva ad essere sexy anche quel modo. "Buongiorno romana, e grazie per la serata. Sono sconvolta, però vedo che anche di là si fa seria la cosa" disse indicando il salotto, dove si trovavano Ben ed Eloise. "Chi l'avrebbe mai detto, sai che Seb ha una catena di alberghi in tutto il mondo? Vale a dire soldi a palate. Ed è anche il più bel dio del sesso che abbia mai conosciuto, ma non è che per caso piaceva a te?" La guardai e risposi "E' tutto apposto, è bellissimo... Ma non è il mio tipo." Donna mi guardò incredula e mi chiese: "E quale degli altri tre?" Risposi secca: "Non è che deve piacermi per forza qualcuno, e nel caso volessi domandarmelo: Nemmeno Ben." Lei si rilassò e disse: "Menomale! Anche perché Raven e Blake sono già impegnati. Lo sapevi? L'altro ti sta antipatico... Va bè, caffè all'italiana anche per me, così mi riprendo. Devo fare delle compere, vieni con me?" Dispiaciuta le dissi di no, "Sono di turno al pub stasera, e se non arrivo in tempo Leon... Mi striglierà a dovere." Donna uscì con Eloise che aveva bisogno di una guida agli acquisti, Ben se ne andò al lavoro. Mentre finivo di prepararmi suonarono alla porta: Era il fattorino del negozio di fiori, doveva consegnare un bouquet. "Wow, questi saranno di Donna per la performance di ieri sera. Sebastian è proprio un gentiluomo. Il fattorino mi sorprese facendo il mio nome, perplessa dissi "Sono io", mi lasciò i fiori e se ne andò senza prendere la mancia. Cavolo, erano per me. E da parte di chi? Aprii il biglietto e non potevo credere a ciò che c'era scritto; -Accetta le mie scuse. Damian- Cazzo, il cafone, prima mi tratta di merda e poi mi manda i fiori. Li misi in un vaso e mi sbrigai ad uscire, che ero già in ritardo per il lavoro. Leon aveva aperto da poco quando arrivai. La serata volò, Leon mi pagò e mi disse di stare attenta in giro con tutti quei soldi. Li misi nella tasca dei jeans e mi avviai verso la fermata. Accanto al locale c'era una macchina parcheggiata identica a quella di Sebastian. Di sicuro abiterà da queste parti, e se è uscito con donna a quest'ora saranno già in alta quota. Provai a chiamarli col cellulare, ma erano spenti entrambi. Quella sera la nebbia era fitta, e avevo paura che il bus non mi vedesse, così cercai di farmi notare accendendo la torcia lampeggiante del cellulare, ma attirai qualcos'altro, anzi, qualcun altro. Un gruppo di sbandati mi si avvicinò e iniziarono a girarmi intorno. Composi il numero di Sebastian facendo finta di parlare con qualcuno mi strattonarono e mi scipparono la borsa, facendomi cadere a terra. Volevo alzarmi e rincorrerli, ma avevo sbattuto il ginocchio e non riuscivo a muovermi. Dopo pochi minuti sentii dei passi da dove si era volatilizzata quella banda di balordi e pensai 'Oh mio dio, come faccio? Non posso nemmeno correre' quasi piangevo, ma presi il coraggio a due mani e preparai a difendermi. "Che cazzo volete ancora? Non ho un centesimo". Ma mi sbagliavo, non erano loro, era Damian. "Hey, tutto apposto? Ecco la tua borsa, guarda se manca qualcosa." sbalordita aprii la borsa e c'era tutto. "Grazie... Ma come hai fatto? Non ti ho visto nemmeno passare." Mi guardò e rispose: "Non hai visto la macchina? Ero qui da queste parti e ho visto quei balordi che scappavano con una borsa. Li ho maltrattati un po' e me l'hanno restituita. Tutto qui. Ti sei fatta male? Hai bisogno di cure mediche?" "No grazie. Ah, ecco il bus." "Ma quale bus -disse Damian- ti porto io a casa, almeno Sebastian non mi striglierà se arrivi a casa sana e salva." Accettai e mentre viaggiavamo verso casa gli dissi: "Scusa, non è per niente, ma a cosa è dovuto questo cambiamento? Stamattina i fiori, adesso mi porti a casa... Tu fai il bello e il cattivo tempo, ed io faccio fatica a starti dietro, se non è per Sebastian che fai questo." Lui sbigottito disse "Lo ha fatto ancora? Non posso crederci. Ma perché deve trovarmi per forza una donna? Posso trovarmela anche da solo, magari una che mi piace. Oh scusa, pensavo ad alta voce... Magari nemmeno io sono il tuo tipo, non sono così cafone di solito, ma non voglio seguire le regole della famiglia. Sono un solitario io, e non ho mandato i fiori. Anche se guardandoti così arruffata e sciatta, te li manderei quasi per pietà." Accesi la luce e aprii lo specchietto di cortesia, ero un disastro completo. E dissi: "Senti 'coso. Pensi di essere il meglio sulla piazza? Ho lavorato io, sono sudata e mi si è sciupato il trucco, ma non faccio certo pietà." Lui sorrise e disse "Ascoltami Denise. Tu sei diversa dalle persone che frequentano loro, nulla di personale, non voglio attaccarmi a nessuno. So di piacerti ma presto potresti cambiare idea; siamo tanto diversi io e te. Io non vado bene" Non lo lasciai finire, "Hey, frena! Che ne sai tu di quello che piace a me? Presuntuoso del cazzo, ferma la macchina, chiamerò un taxi." Lui non si fermò nonostante la mia insistenza. Arrivammo sotto casa e mentre mi accompagnavo alla porta inveivo contro di lui. "Stronzo, presuntuoso cafone, montato, cinico e chi più ne ha più ne metta. Spero di avere la fortuna di non vederti più." Lui si fece una risata e nonostante fossi arrabbiata non potevo dire che non fosse bello mentre rideva. "Buonanotte, e lavati i denti; quelle parole ti hanno sporcato la bocca. E ricorda, ti ho portato a casa solo per Sebastian." Ero furiosa, come non lo ero mai stata in tutta la mia vita e dissi "Ascoltami bell'imbusto, sarò anche sboccata, ma solo con chi lo merita. E tu meriti questo ed altro." Lui se la rideva alla grande e sembrava veramente divertito. E ancora di più quando vide il vaso con i fiori; "Cavolo, fiori di campo... Anche Seb ha capito che sei una provinciale. Ma guarda che stronzo, i nontiscordardimé. Questa volta ha proprio esagerato, chi manderebbe fiori di campo a una che vuole corteggiare. Va bè, buonanotte. Vado a dormire, e anche tu ne avresti bisogno, hai le occhiaie che si stanno salutando con i seni. Non va bene per niente, non sei un bel vedere. Il rossore della rabbia non ti dona. Allungò una mano per salutarmi, ma io me ne stavo con le braccia conserte e la faccia girata da un lato. "Addio Damian, era meglio quando non parlavi." Feci per chiudere la porta, ma lui la fermò con un piede. "Caspita, meno male che eri educata! Ah, vero... Solo con chi lo merita. Beh, io stasera l'ho meritato. Preferivi fossero tornati indietro quei ladruncoli? Erano in 5, sai? Potevano darmele di santa ragione, e invece sono stato coraggioso, un cavalier servente. E tu, donzella indifesa, mi tratti così? Non mi offri niente, non mi inviti ad entrare... Scherzo, non ho nessuna voglia di entrare o di colloquiare con te. Lo interruppi subito, "Ascolta, hai ragione. Meriti altro, scusami se non ti ho mandato subito a farti fottere. Adesso puoi andare." E lui con faccia ironica disse "A farmi fottere?" indietreggiò e io chiusi la porta. Avevo bisogno di un bagno caldo e di dormire.
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: vitalyleto261271