29/07/2016
3 recensioniLa notizia delle dimissioni del Ministro della Magia era esplosa come una bomba.
L’intero mondo magico era rimasto sconvolto e tutti i giornali, Gazzetta del Profeta in testa, avevano sguinzagliato i loro migliori segugi per conoscere le motivazioni vere della decisione di Kingsley.
La sempiterna Rita Skeeter si era appostata, come un avvoltoio, nei pressi del Ministero, ma fino a quel momento, con suo grande disappunto, non era riuscita ad avere il minimo straccio di notizia.
Dopo aver annunciato il suo ritiro dalla carriera politica, Kingsley se n’era andato da Londra, ritirandosi in un luogo remoto e neanche i suoi più stretti collaboratori sapevano dove fosse.
Aveva addotto delle ragioni personali, di salute, ma la sua fuga repentina aveva fatto subodorare alla stampa e all’opinione pubblica che i motivi veri fossero altri.
Prima di dimettersi, Kingsley aveva riunito l’intero Wizengamot e, insieme a Minerva McGranitt, aveva esposto a tutti i membri del Consiglio quello che era successo, aveva ammesso le sue colpe e aveva annunciato le dimissioni, che non sarebbero state revocate per nessun motivo.
I giudici avevano ascoltato in silenzio il lungo racconto che il Ministro e la Preside di Hogwarts avevano fatto, partendo dall’epoca del processo per finire alla missione che vedeva coinvolti Hermione Granger e Draco Malfoy.
“Come capirete, avevamo l’obbligo morale di fornire condizioni di vita più umane ad una persona che, in tanti anni, non aveva mai dato segni di ribellione e aveva affrontato l’idea della prigione a vita con rassegnazione. Ma non pensavo certo di trovare le prove del nostro, del mio fallimento, come Ministro della Magia e, soprattutto, come uomo.
Realizzare di essermi comportato come il più bieco inquisitore mi ha aperto gli occhi e fatto capire che, per me, era tempo di abbandonare i ruoli pubblici, avevo ingannato il popolo e me stesso per troppo tempo.
Sono diventato esattamente come avevo giurato di non diventare, ho chiuso gli occhi e il cuore all’evidenza e adesso ne pagherò tutte le conseguenze”.
Quando Kingsley tacque, per un lungo momento nessuno fiatò, il silenzio, nella sala tetra che tanti processi aveva visto, era assoluto.
Ma bastò un piccolo movimento di uno dei membri per scatenare un inferno di grida, domande, esclamazioni alle quali sia il Ministro, anzi ex-Ministro, che la Preside di Hogwarts non risposero, lasciando semplicemente l’assemblea.
Chiusa nel suo ufficio alla Scuola di Magia, Minerva McGranitt guardava sconsolata il piano della scrivania. I suoi occhi erano umidi, ma non piangeva, era ormai oltre il pianto, oltre ogni sentimento di rimpianto.
Si sentiva vecchia, enormemente invecchiata nel giro di pochi giorni e, in un momento di egoismo, si augurò di essere ormai arrivata alla fine della sua esistenza per non dover sopportare ancora quel peso.
“Minerva, mia cara, non angustiarti ancora. Il passato non si può aggiustare, ma il ragazzo è giovane, riuscirà a rifarsi una vita”
“Non capisci, Albus, non capisci. Mi sento una ladra, indegna del posto che ho occupato finora nel mondo magico. Con che coraggio potrò dire a Draco Malfoy, al suo ritorno, che ci siamo sbagliati, è stato tutto un errore, che ha passato 11 anni in prigione solo perché non è stato fatto un semplice incantesimo per provare la verità?
Tu avresti fatto di tutto per farla emergere, hai sempre sostenuto che Draco non fosse malvagio, noi siamo stati accecati dalla smania di giustizia”
A quella replica accorata anche Silente non riuscì a rispondere, si limitò a sedersi sulla sua poltrona dipinta, prendendosi la testa tra le mani.
“Quando dovrebbero tornare?”
“Il solstizio d’estate è fra tre giorni. Sono così vigliacca che non so cosa sperare”
“Sempre il meglio, Minerva, sempre il meglio, anche se non lo è per te”
L’intero mondo magico era rimasto sconvolto e tutti i giornali, Gazzetta del Profeta in testa, avevano sguinzagliato i loro migliori segugi per conoscere le motivazioni vere della decisione di Kingsley.
La sempiterna Rita Skeeter si era appostata, come un avvoltoio, nei pressi del Ministero, ma fino a quel momento, con suo grande disappunto, non era riuscita ad avere il minimo straccio di notizia.
Dopo aver annunciato il suo ritiro dalla carriera politica, Kingsley se n’era andato da Londra, ritirandosi in un luogo remoto e neanche i suoi più stretti collaboratori sapevano dove fosse.
Aveva addotto delle ragioni personali, di salute, ma la sua fuga repentina aveva fatto subodorare alla stampa e all’opinione pubblica che i motivi veri fossero altri.
Prima di dimettersi, Kingsley aveva riunito l’intero Wizengamot e, insieme a Minerva McGranitt, aveva esposto a tutti i membri del Consiglio quello che era successo, aveva ammesso le sue colpe e aveva annunciato le dimissioni, che non sarebbero state revocate per nessun motivo.
I giudici avevano ascoltato in silenzio il lungo racconto che il Ministro e la Preside di Hogwarts avevano fatto, partendo dall’epoca del processo per finire alla missione che vedeva coinvolti Hermione Granger e Draco Malfoy.
“Come capirete, avevamo l’obbligo morale di fornire condizioni di vita più umane ad una persona che, in tanti anni, non aveva mai dato segni di ribellione e aveva affrontato l’idea della prigione a vita con rassegnazione. Ma non pensavo certo di trovare le prove del nostro, del mio fallimento, come Ministro della Magia e, soprattutto, come uomo.
Realizzare di essermi comportato come il più bieco inquisitore mi ha aperto gli occhi e fatto capire che, per me, era tempo di abbandonare i ruoli pubblici, avevo ingannato il popolo e me stesso per troppo tempo.
Sono diventato esattamente come avevo giurato di non diventare, ho chiuso gli occhi e il cuore all’evidenza e adesso ne pagherò tutte le conseguenze”.
Quando Kingsley tacque, per un lungo momento nessuno fiatò, il silenzio, nella sala tetra che tanti processi aveva visto, era assoluto.
Ma bastò un piccolo movimento di uno dei membri per scatenare un inferno di grida, domande, esclamazioni alle quali sia il Ministro, anzi ex-Ministro, che la Preside di Hogwarts non risposero, lasciando semplicemente l’assemblea.
Chiusa nel suo ufficio alla Scuola di Magia, Minerva McGranitt guardava sconsolata il piano della scrivania. I suoi occhi erano umidi, ma non piangeva, era ormai oltre il pianto, oltre ogni sentimento di rimpianto.
Si sentiva vecchia, enormemente invecchiata nel giro di pochi giorni e, in un momento di egoismo, si augurò di essere ormai arrivata alla fine della sua esistenza per non dover sopportare ancora quel peso.
“Minerva, mia cara, non angustiarti ancora. Il passato non si può aggiustare, ma il ragazzo è giovane, riuscirà a rifarsi una vita”
“Non capisci, Albus, non capisci. Mi sento una ladra, indegna del posto che ho occupato finora nel mondo magico. Con che coraggio potrò dire a Draco Malfoy, al suo ritorno, che ci siamo sbagliati, è stato tutto un errore, che ha passato 11 anni in prigione solo perché non è stato fatto un semplice incantesimo per provare la verità?
Tu avresti fatto di tutto per farla emergere, hai sempre sostenuto che Draco non fosse malvagio, noi siamo stati accecati dalla smania di giustizia”
A quella replica accorata anche Silente non riuscì a rispondere, si limitò a sedersi sulla sua poltrona dipinta, prendendosi la testa tra le mani.
“Quando dovrebbero tornare?”
“Il solstizio d’estate è fra tre giorni. Sono così vigliacca che non so cosa sperare”
“Sempre il meglio, Minerva, sempre il meglio, anche se non lo è per te”
Lo so, il capitolo è corto, ma ho voluto fare un saltino ai giorni nostri per vedere come stavano Minerva e Kingsley e anche per solleticare un po' la curiosità su cosa succederà ai nostri eroi, come reagirà Draco alla notizia e la nostra Hermione, alla fine, riuscirà a staccarsi dallo scozzese? Mah, chissà, visto quello che io so già cosa dovrà succedere, quasi quasi aggiorno dopo le ferie..................
(Sono un po' serpe, è vero.....................)
Tornando seria: grazie, un grazie grande grande per tutte le belle parole che mi dedicate, a tutti coloro che seguono la storia e la leggono, anche silenziosamente, è molto importante per me. GRAZIE.
(Sono un po' serpe, è vero.....................)
Tornando seria: grazie, un grazie grande grande per tutte le belle parole che mi dedicate, a tutti coloro che seguono la storia e la leggono, anche silenziosamente, è molto importante per me. GRAZIE.