Serie TV > Grey's Anatomy
Segui la storia  |       
Autore: sad_eyes    29/07/2016    7 recensioni
Arizona Robbins segna la storia degli Stati Uniti d' America diventando il primo Presidente donna del paese. Con il peso del mondo libero sulle spalle, dovrà adattarsi alla sua nuova vita alla Casa Bianca, dove conoscerà il suo staff. E in particolare il nuovo Capo dei Servizi Segreti, Callie Torres che, sin dall' inizio, non la lascerà indifferente...
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buona lettura
 
 



 
Capitolo 25




 
 
 
Cristina si massaggiò la nuca dolorante, prima di lasciarsi andare contro una delle sedie della guardiola sita davanti agli appartamenti presidenziali che si occupava di sorvegliare.
Afferrò la tazza di caffè posta sopra la scrivania di fronte e se la portò alle labbra, poi aumentò il volume della radio per ascoltare le notizie del mattino.
 
Sono le 06:56. Ci ritroviamo con la notizia che è sulla bocca di tutti gli abitanti di Washington da ieri sera! Parlo ovviamente della magnifica dichiarazione d’amore proiettata sul Monumento della città questa notte. Dean, puoi dirci qualcosa di più?
 
Cristina accennò un sorriso mentre l’altro radio-cronista prendeva la parola:
 
Si, Jimmy. Come hai detto tu, ieri la città ha assistito alla meravigliosa sorpresa di vedere le luci della piazza del Washington Monument spegnersi per una ventina di minuti, per lasciare apparire sulla torre tre lettere che dichiaravano un "Ti amo" ...
Degna di un film strappalacrime, l’identità del misterioso fautore romantico rimane ancora sconosciuta, mentre le ricerche della polizia non si fermano ... Si starà sicuramente divertendo vedendo quanto scompiglio ha causato il suo gesto!

 
Il sorriso di Cristina si allargò pensando che il famoso Dean non si sbagliava per niente dato che il parere della città era l’ultima cosa a cui stava pensando quel famoso agitatore.
 
Infatti, a pochi metri dalla guardiola, negli appartamenti della Presidente, Callie si occupava di tutt’altro.
 
- Ne sono certa, disse Arizona con un respiro irregolare, ho perso l'uso delle gambe ...
 
Il volto di Callie immerso sul corpo di Arizona, semicoperto dalle lenzuola, si aprì in un grande sorriso quando sentì il petto della bionda riempirsi e sgonfiarsi, cercando di ritrovare il ritmo normale dopo il piacere che aveva appena provato.
 
- Peccato, sussurrò soavemente, perché io vivo solo per vederti muovere sotto di me...
 
Accentuò ogni parola accarezzandole, con le dita, le gambe nude che le stringevano i fianchi quando, contemporaneamente, si premurò di catturare con passione le labbra di Arizona.
 
Quest'ultima soffocò un gemito e avvolse le braccia intorno al collo di Callie per attirarla un po’ di più a sé.
 
- Tu - Arizona sottolineò le sue parola con un bacio - mi sei - la baciò di nuovo - davvero mancata ...
 
Quella volta, il bacio durò più a lungo, rendendolo volutamente più lento, più dolce.
 
Callie sentì le braccia, in quel momento tese per mantenersi ritta e non schiacciare troppo il corpo di Arizona, cedere davanti alla tenerezza di quel contatto.
 
Si allontanò lentamente e si immerse nei suoi occhi blu prima di far scivolare una mano in quei capelli dorati che avevano il dono di renderla folle tanto quanto la rendeva folle la persona a cui appartenevano.
 
- Anche tu mi sei mancata, mormorò con un sospiro. Più di quanto io potessi immaginare ...
 
Arizona notò i tratti del viso di Callie contrarsi facendo sparire ben presto quel sorriso.
 
Da quando avevano lasciato il Washington Monument poche ore prima per ritornare alla Casa Bianca, non avevano davvero parlato, totalmente ossessionate dalla loro reunion, e Arizona non era pronta per quel cambiamento.
 
Volendo far sparire il triste sguardo sul volto di Callie, la fece girare e si mise a cavalcioni su di lei prima di baciarla di nuovo.
 
- Mi piace il sapore delle tue labbra ... mormorò tra i baci.
 
Callie si sedette più comodamente senza lasciare le labbra della bionda, e fece scorrere le mani lungo la sua schiena nuda accarezzandola lentamente.
 
- E a me piace quello delle tue, rispose sorridendo fra i baci.
 
Aveva baciato e fatto l’amore con Arizona una moltitudine di volte, ma la forza, il magnetismo che sentiva ogni volta che la bionda la toccava, la faceva ardere. Le loro labbra sigillate insieme, le mani di Arizona sulla sua nuca, il suo percorrere la pelle nuda di quest’ultima e i loro corpi uniti che le davano l’impressione di essere una cosa sola; Callie era sicura di aver trovato l'equivalente al paradiso.
Si chiese come aveva potuto pensare di poterne fare a meno.
 
Percependo la temperatura fra loro aumentare di nuovo e molto rapidamente, Arizona decise di rallentare il loro bacio perché, come aveva detto, se avessero continuato con quel ritmo non sarebbe più riuscita a camminare. Si allontanò leggermente dal viso di Callie e fece scorrere le mani fino a raggiungere le sue clavicole prima di accennare un sorriso felice immergendosi negli occhi scuri della Latina
 
- Ti amo, disse senza abbandonare quell’espressione serena.
 
Callie sentì una moltitudine di farfalle nello stomaco. Era la prima volta che Arizona ripeteva quelle parole da quando avevano lasciato il Washington Monument. Si rese conto che erano belle come la prima volta.
 
In passato le avevano detto di amarla. George gliel’aveva detto. Erica gliel’aveva detto … ed anche più e più volte… ma mai, proprio mai, aveva sentito tanta sincerità in quelle parole come quando le aveva pronunciate Arizona.  
 
- Ti amo anch’io, rispose Callie in un sussurro, prima di baciarla di nuovo.
 
Arizona le morse il labbro inferiore per poi ricominciare ad assaporare ogni piccola parte del suo viso. Riportò le mani sulla sua nuca e le diede un tenero bacio sul naso, poi si spostò verso gli zigomi, scendendo fino al mento.
 
- Potrei farlo in eterno, disse, riposizionando le labbra a pochi millimetri da quelle di Callie.
 
- Potrei lasciartelo fare in eterno, rispose Callie, sorridendo.
 
Lo sguardo le si posò sul comodino dietro Arizona; notò così l'ora visualizzata sulla sveglia.
 
- Ma a quanto pare durerà meno di quanto pensavamo, aggiunse con un lieve cenno del capo indicando l’apparecchio sonoro.
 
Arizona si voltò a guardare e si lasciò scappare un leggero lamento vedendo che erano già le 7:00.
 
- Non posso credere che siamo rimaste sveglie tutta la notte!  Esclamò, ritrovando il sorriso.
 
- Dovevamo recuperare il tempo perduto, rispose Callie.
 
Arizona la fece sdraiare e la baciò di nuovo.
 
- Sì, e ancora non basta ...
 
- Non sarà mai abbastanza, confermò Callie, accarezzandole teneramente il viso.
 
Un sorriso si disegnò sul volto della bionda che continuò a fissarla amorevolmente.
 
- Che ne dici di condividere una doccia prima che il dovere ci chiami? Propose dopo alcuni secondi.
 
Callie aprì la bocca per rispondere positivamente quando il suo telefono squillò. Accennò un sorriso di scuse e dopo qualche manovra riuscì a prendere il cellulare sul comodino, senza slacciare il loro abbraccio.
 
Arizona si raddrizzò un po’ e la guardò leggere, infastidita, il nome su display.
 
- Di cosa si tratta? Chiese preoccupata.
 
- Niente, rispose Callie rassicurandola, è solo che ho dimenticato che devo vedere Webber fra un'ora ...
 
- Webber? Ripeté Arizona sorpresa. Perché?
 
Si tirò un po’ più indietro fino a sganciare le ginocchia dai fianchi di Callie e afferrò il lenzuolo per coprirsi il seno.
 
Perché doveva vedere Webber se non aveva più bisogno di chiedere la riassegnazione?
 
- Vuole vedermi prima che io rientri a lavoro, rispose Callie. Con la mia assenza ingiustificata di questa settimana, devono verificare che sia tutto a posto ...
 
E c'era una buona probabilità che dovesse subire il protocollo di sicurezza, quello che veniva applicato ogni volta che qualcuno prolungava la propria assenza, per verificare che la persona in questione non fosse un infiltrato.
 
- Chiamerò Webber, disse Arizona, e gli dirò che sei giustificata da me e che non è necessario che verifichi nulla ... Io sono il Presidente, non potrà controbattere.
 
- Cosa? No! Esclamò Callie bruscamente.
 
Sospirò e si raddrizzò, sotto lo sguardo accigliato di Arizona.
 
- Perché? Chiese la bionda.
 
- Arizona, soffiò Callie dolcemente, se lo chiami e gli dici di fare un’eccezione per me, penserà che sta succedendo qualcosa.
 
Arizona la fissò a lungo, poco convinta.
 
Non capiva perché Callie non le permettesse di intervenire con Webber, soprattutto se poteva evitarle di farsi interrogare da una moltitudine di agenti. Se l'Agenzia per la sicurezza Nazionale (NSA) avesse scoperto la loro relazione, non osava immaginare quali sarebbero state le conseguenze ...
 
Inoltre - e per questo Arizona non poteva farci nulla - le parole di Callie risuonavano ancora nella sua testa ... Forse erano pronte a vivere la loro storia contro venti e maree, ma non era sicura che i dubbi di Callie fossero scomparsi completamente.
 
Quest'ultima sembrò percepire questa sua inquietudine, per questo la strinse a sé avvicinandola un po’ di più.
 
- Ascolta, disse con un tono rassicurante, andrò da Webber, gli permetterò di farmi una ramanzina e ci rivedremo qui, fra una o due ore, per tornare alla nostra solita routine, va bene?
 
Le spalle di Arizona si abbassarono, la bionda accennò un sorriso, nonostante la spiacevole sensazione.
 
- Va bene
 
Fece scivolare le mani tra i capelli castani di Callie e lentamente si avvicinò al suo volto.
 
- Non vedo l’ora di riavere il mio Capo della Sicurezza, rispose premendo il naso contro quello della donna, quindi fa in fretta ...
 
- Farò in modo di sbrigarmi, promise Callie.
 
L’attirò un po’ più a sé per darle un leggero bacio sulle labbra prima di sorridere a sua volta.
 
- E magari potremmo riprendere il discorso di quella doccia di cui parlavi? Suggerì la mora.
 
 
 
*
 
 

*
 

 
*
 
 
 
La mattinata passò abbastanza in fretta, fortunatamente per tutte le persone che lavoravano all’interno della casa Bianca.
Gli impiegati dell’Ala ovest avevano ritrovato la Presidente che erano abituati a frequentare prima del suo crollo emotivo. La Presidente simpatica, felice e pronta ad affrontare qualsiasi sfida. Tutti erano sollevati nel vedere che il suo malumore era sparito.
 
La Presidente di una volta.
 
Arizona aveva trascorso la mattina concatenando gli appuntamenti, recuperando così i ritardi che aveva accumulato negli ultimi giorni. Era appena uscita da un incontro con i membri dell'esecutivo -­ incontro che aveva rinviato per ben due volte ­- e stava per raggiungere il Senato, dove l’attendeva la Bailey che doveva aggiornarla su ciò che era accaduto il giorno prima.
 
Bailey l’aveva informata che Burke aveva approfittato della sua assenza per guadagnare importanza tra le persone che l’avevano sostenuto durante la sua campagna presidenziale, ma Arizona non rimpianse neppure  per un momento di aver saltato il meeting.
 
Dopo tutto, lei aveva ricevuto la più bella, la più romantica dichiarazione d'amore. Dichiarazione d'amore che era sulla bocca di tutti il mattino seguente e questo aveva contribuito al suo meraviglioso umore.
 
Perché la persona dietro le parole misteriose apparse sul Washington Monument era il motivo del suo sorriso, anche se non l’aveva vista per tutta la mattina ed era sempre più in pensiero per lei.
 
Avanzando, con un passo sicuro, nei corridoi che portavano al suo ufficio, Arizona fu intercettata dagli agenti Ross e Wilson che timidamente la raggiunsero.
 
- Signora Presidente, salutò Ross con rispetto, abbassando leggermente il capo.
 
- Agente Ross, Agente Wilson ...
 
- Il capo della sicurezza la attende nella sua auto, la informò il giovane agente. Dobbiamo scortarla lì ...
 
Arizona tirò un sospiro di sollievo e abbozzò un sorriso.
 
Finalmente avrebbe ritrovato il suo Capo della Sicurezza. Finalmente potè mettere via il suo telefono e ritrovare la sua totale serenità.
 
- Vi seguo, disse allegramente.
 
Lei li seguì verso l'esterno, dove l’attendeva la sua solita berlina. Tuttavia, si fermò pochi metri prima quando vide Mark appoggiato alla macchina invece di Callie … subito si rabbuiò.
 
Quest'ultimo si avvicinò a loro e ringraziò i due agenti prima di passare alla Presidente, che lo stava ancora fissando intensamente.
 
- E’ pronta?
 
- Dov'è Callie? Chiese, ignorando la sua domanda.
 
Mark si strinse nelle spalle prima di rispondere:
 
- Non lo so ... la segretaria di Webber mi ha chiamato per chiedermi di sostituirla ancora un giorno ...
 
Si accorse che la sua risposta non piacque a Arizona, la quale abbassò lo sguardo verso il telefono che tirò fuori dalla tasca.
 
- Non si preoccupi, disse, vedendo il viso della donna incupirsi, lei tornerà ... E’ normale che un agente venga trattenuto dal NSA quando torna da un'assenza ...
 
Arizona preferì non rispondere. Sperava che l'atteggiamento sereno di Mark riuscisse a rassicurarla un po’ ma non poteva farci niente, era strano che Callie non fosse ancora tornata o comunque che non avesse almeno cercato di contattarla. Molte domande non smettevano di torturarle la mente:
 
E se Webber aveva scoperto la verità su di loro? E se Callie aveva perso il lavoro a causa di questo? E se l’aveva licenziata per la sua assenza ingiustificata?
 
E se Callie aveva cambiato idea?
 
 

 
*
 

 
*
 
 

*
 
 


Callie finì, lentamente, di vestirsi, poi afferrò la giacca con altrettanta calma prima di indossarla, non riuscendo però a trattenere  un lamento di dolore che le sfuggì dalle labbra.
 
Aveva l’impressione che ogni particella del suo corpo andasse a fuoco e, purtroppo, non nel modo che amava. Cercò di sopportare i crampi e i muscoli infiammati dopo aver trascorso la giornata sotto tortura degli agenti della CIA a subire prove assurde, ma l’unica cosa che l’avrebbe potuta risollevare era Arizona.
 
Quando aveva incontrato Webber e l’aveva visto tergiversare sulla fiducia che riponeva su di lei e la mancanza totale di responsabilità che aveva dimostrato assentandosi per molto tempo per malattia, si aspettava che avrebbe subìto il classico interrogatorio, quello che avrebbe permesso all’Agenzia di assicurarsi che l’assenza era giustificata e che la mora non rappresentava alcun pericolo per la Nazione.
 
Solo che non si aspettava di subire IL protocollo. Quello che coinvolgeva la CIA, ed i loro metodi discutibili per farla parlare.
 
Sì, non si aspettava di essere bloccata per tutto il giorno nei sotterranei dell'Agenzia, sottoposta ad una serie di test e interrogatori, facendo di tutto per mantenere la stessa versione inventata per coprire se stessa e Arizona. Eppure questo era quello che era successo. E ora si ritrovava con la schiena a pezzi, le gambe doloranti e un labbro spaccato.
 
Ma almeno aveva superato la prova e a quel punto poteva andare a casa e crollare nel letto fino all’indomani.
 
Solo che non ne aveva alcuna voglia. Voleva ritornare alla Casa Bianca. Voleva vedere Arizona e guardarla fino a quando non le si fossero chiusi gli occhi per la stanchezza. Dopo una giornata così orribile, aveva bisogno di trovare la sola e unica persona che riusciva a farla sorridere come un’idiota, anche dopo aver trascorso oltre ventiquattro ore senza dormire.
 
Aveva bisogno delle braccia di Arizona ...
 
- Ben fatto Torres, lanciò una voce dietro di lei, riportandola alla realtà.
 
Callie si voltò verso la porta dello spogliatoio in cui si stava cambiando e si trovò di fronte Webber che le regalò uno dei sui rari sorrisi.
 
- Tutto ciò era davvero necessario? Domandò con un pizzico di amarezza mentre l’uomo avanzava all'interno della stanza. Pensavo si fidasse di me ...
 
- Certo che mi fido di lei, confermò, ma è il Capo dei Servizi Segreti, la CIA ha insistito. E conosce loro e tutte le loro paranoie…
 
Callie rispose con parole impercettibili e ghignò dal dolore quando si alzò dalla panchina dove era seduta.
 
- E’ cambiata moltissimo. Dal momento che è arrivata alla Casa Bianca ed è in carica, è diventata più matura ed efficiente ...
 
- Grazie Signore, Callie rispose solennemente.
 
- Continui così, aggiunse Webber, fissandola con sguardo fiero, e sarà lei quella che mi succederà come Capo del NSA ...
 
Un enorme sorriso apparve sul volto di Callie, ma scomparve quasi subito quando lo vide guardarla minacciosamente.
 
- Per contro, la mise in guardia, un altro colpo di testa come quello di questa settimana e farò in modo che  l'unico lavoro che le offriranno sarà quello della carceriera ...
 
Callie si limitò ad annuire e attese fino a quando l’uomo non lasciò lo spogliatoio, prima di far riapparire il suo sorriso pensando che alla fine la giornata non era stata poi così terribile.
 
E rischiava di migliorare nettamente.
 
Lanciò uno sguardo al suo telefono e notò che erano passate 20 ore. Webber le aveva dato la giornata libera e le aveva consigliato di andare subito a casa per riposarsi in modo da poter essere in forma per quando avrebbe ripreso servizio. Solo che non aveva la minima intenzione di tornare. Dopo tutto, lei avrebbe avuto il tempo di riposarsi più avanti. L'unica cosa che il suo cuore, la sua testa ed il suo corpo desideravano in quel momento, era Arizona Robbins ...
 
Quando arrivò alla Casa Bianca, si diresse direttamente verso le stanze personali della Presidente senza preoccuparsi di prendere le solite precauzioni per non farsi vedere. Cristina era di guardia quella notte quindi Callie non doveva pensare alla copertura; uno dei vantaggi acquisiti confessando la verità ai suoi amici ... Così avanzò nel corridoio che conduceva agli appartamenti di Arizona e trovò la sua compagna di stanza con il suo migliore amico, seduti nella guardiola.
 
- Ehi, lanciò, posizionandosi sulla porta.
 
I due agenti alzarono gli occhi verso di lei e la salutarono a loro volta.
 
- Non ci sono andati piano con te, commentò Mark notando la lesione al labbro.
 
Callie si portò una mano alla bocca e si strinse leggermente nelle spalle con nonchalance.
 
- Conosci quel bastardo di Johnson, rispose, è un vero e proprio torturatore ...
 
- A chi lo dici, confermò Mark con una smorfia.
 
Il biondo aveva un pessimo ricordo dei suoi test d’ingresso al NSA quando il famoso agente Johnson si era occupato di lui.
 
- Come è andata la giornata? Chiese Callie.
 
- A meraviglia, rispose Cristina dondolandosi sulla sedia. Suppongo si debba ringraziare te per aver saziato i bollenti spiriti della nostra Presidente, stava benissimo! Ed era quasi fastidioso ...
 
Nonostante l’ironia di cui aveva dato prova Cristina, Callie sapeva che era il suo modo di dimostrare che era in pensiero per lei, quindi sorrise nell’udire quelle parole. Dopo quello che la sua squadra aveva fatto per lei la notte precedente, era pronta a sopportare tutte le battutine che avrebbero fatto sulla sua relazione.
 
- Era preoccupata per te, la informò Mark. Continuava a lanciare occhiate al suo telefono per tutto il pomeriggio. Potevi mandarle un messaggio ...
 
- Sai come sono questi colloqui, rispose Callie sospirando.
 
Mark scrollò le spalle in risposta.
 
- Si, volevo solo dirtelo ...       
 
- E’ qui? Domandò.
 
- Sì, disse Cristina. Puoi andare ...
 
- Grazie per l’autorizzazione, rispose scherzosamente Callie abbozzando un gesto verso l'uscita.
 
Li ringraziò e augurò loro una buona serata prima di dirigersi verso la porta principale dell'appartamento di Arizona. Bussò e attese.
 
La porta si aprì pochi secondi dopo. Non riuscì a trattenere un sorriso quando la vide.
 
- Ehi, la salutò.
 
- Ehi, rispose semplicemente Arizona.
 
Quando il suo sguardo cadde sulle labbra di Callie perse immediatamente la disinvoltura che aveva giurato di adottare al ritorno della mora.
 
- Cosa è successo? Le chiese preoccupata, avvicinandosi.
 
Afferrò il viso di Callie per guardare meglio la ferita sul suo labbro. Quest’ultima prese le sue mani e le allontanò dal sul viso. Legò le loro dita prima di scuotere la testa come a dire che quel taglio era qualcosa di insignificante.
 
- Non è niente, rispose rassicurandola, il mio interrogatore era un po' agitato ...
 
- Calliope ...
 
- Ti assicuro che non è niente, la rassicurò Callie, sorridendole.
 
Sapeva che era ridicolo ma la preoccupazione evidente di Arizona per un piccolo infortunio le scaldò il cuore. Tuttavia, lei non voleva più vedere quell'espressione agitata sul viso della bionda.
 
Inclinò la testa di lato, lasciando la spalla appoggiata alla porta, senza slegare la mani da quelle di Arizona e allungò le labbra in un sorriso divertito quando notò la sua tenuta.
 
- Carina la maglia ...
 
Quando vide Arizona abbassare gli occhi e arrossire, avrebbe potuto giurare di essere tornata indietro di diversi mesi, in quella stanza d'albergo a Roma, quando aprì la porta e vide Arizona con quel pigiama con le farfalle rosa. In quella camera d'albergo dove lei le aveva prestato la famosa camicia che indossava la bionda in quell’istante.
 
Arizona risollevò lo sguardo e sentì le guance scaldarsi. Aveva dimenticato di averla addosso. Ma quella maglia era diventata così familiare che le uniche volte che non la indossava erano quando era a lavare o quando Callie era con lei. Aveva perso il suo odore col tempo, ma continuava a farle pensare alla Latina.
 
- Saranno mesi che la cerco, continuò Callie scherzosamente. Sai che tutto ciò può essere paragonato ad una rapina?
 
Arizona notò l’enorme espressione divertita crescere sul volto della Latina.
 
- Sta meglio con me ...
 
- Non ne ho alcun dubbio, disse Callie senza districarsi dal suo sorriso.
 
Arizona scosse la testa poi strinse la mora e la tirò all’interno stanza.
 
- Vieni, intimò la bionda, mi prenderò cura di quel brutto taglio ...
 
- Non è necessario, assicurò Callie lasciandosi comunque guidare.
 
- Lascia giudicare me ...
 
La portò in soggiorno e la fece sedere sul divano. Poi scomparve in bagno per tornare pochi secondi più tardi con un kit di pronto soccorso.
 
Callie la guardò fare il giro intorno al divano per poi accovacciarsi di fronte a lei prima di aprire una garza e imbeverla di antisettico.
 
- Non sapevo che i presidenti avessero il loro personale kit di pronto soccorso, commentò Callie.
 
- Bisogna che la smettiate di sottovalutarci, rispose ridendo Arizona.
 
Tenne dolcemente il viso della mora per il mento, poi poggiò con delicatezza la garza sulla ferita prima di tamponarla leggermente.
 
- Non sarebbe difficile immaginarti medico, dichiarò Callie con un sorrisino malizioso. Saresti stata davvero sexy in camice bianco.
 
- Beh, peccato per te che ho cambiato la mia vocazione, rispose Arizona.
 
- La divisa da Presidente ti sta ancora meglio ...
 
Arizona ridacchiò prima di inviarle uno sguardo di disapprovazione.
 
- Smettila di muoverti! Le ordinò senza smettere di sorridere.
 
- Ai suoi ordini, Madame!
 
Fece una pausa e lasciò che i suoi occhi seguissero ogni centimetro del viso concentrato di Arizona. Il suo stomaco si strinse come al solito e non poté smettere di domandarsi come fosse possibile che una persona potesse essere talmente bella.
 
Arizona era bellissima. Così bella che era quasi irreale.
 
Arizona sentì lo sguardo dell’altra su di sé, ciò la spinse ad alzare il suo per immergercisi. Fermò i suoi movimenti e lasciò la mano cadere sulle ginocchia poste davanti a lei, senza abbandonare per un solo secondo gli occhi scuri che la fissavano intensamente e nei quali poteva annegare per ore.  
 
Era in momenti come quello che sentiva che l’amore che provava per Callie era fantastico. Aveva l'impressione che la forza con cui il cuore le batteva in petto non poteva portarle che un attacco di cuore; si rese conto che l'intensità, la forza dei suoi sentimenti, era quasi dolorosa.
 
Ma si trattava di un dolore che desiderava ancora e ancora, senza sosta, perché semplicemente non poteva vivere senza.
 
- Ti ho già detto quanto ti trovo bella? Chiese Callie in un sussurro.
 
- Molte volte, rispose Arizona sorridendo. Ma non riesco ad abituarmici...
 
Arizona disse ciò scherzosamente ma Callie continuò a fissare il suo sguardo ardente fino a che perse il sorriso.
 
- Meglio così, continuò Callie accarezzandole il viso, perché io non sono pronta a smettere di dirtelo ...
 
Arizona non rispose, semplicemente approfittò di quel contatto per chiudere gli occhi. Si concentrò sul tocco della mano di Callie. Le sue carezze avevano il dono di regalarle un senso di pace che non poteva trovare in nessun altro luogo. Erano di una delicatezza quasi magica. La aiutavano a far sparire ogni dubbio, ogni incertezza che potesse avere.
 
Callie, per lunghi secondi, fissò il viso angelico che aveva davanti prima di decidere di rompere il confortevole silenzio che si era creato.
 
- Mark mi ha detto che eri preoccupata, disse lentamente.
 
Arizona aprì gli occhi e sospirò. Si raddrizzò e ruppe il contatto tra di loro prima di allontanarsi giusto un po’. Quella reazione sorprese Callie che non si mosse e la osservò deliberatamente evitare il suo sguardo.
 
- Non mi hai dato tue notizie, rispose Arizona, nonostante mi avevi detto che non sarebbe durato a lungo ...
 
- Di solito non dura così a lungo, confermò Callie, ma a quanto pare quando sei il Capo della Sicurezza hai diritto ad un trattamento speciale ...
 
Arizona le lanciò un’intensa occhiata, facendole capire che non era in vena di scherzare.
 
- Non è divertente Callie, la rimproverò. Ti hanno ferita!
 
- Arizona, non è niente!
 
- So che non volevi che intervenissi, ma se avessi fatto quella telefonata a Webber come ti avevo suggerito, non avresti subìto tutto quello che hai patito oggi ...
 
Callie si alzò dal divano e si mise in piedi di fronte a lei.
 
- Non è stato niente di insormontabile, la rassicurò, e poi almeno adesso siamo tranquille ... E soprattutto, io sono qui ...
 
Sentendo quelle parole, Arizona nervosamente si morse le labbra. Quella reazione non passò inosservata a Callie che aggrottò la fronte.
 
- Cosa c'è che non va? Domandò.
 
- Niente ...
 
Se Arizona pensava che quella sua risposta sarebbe bastata a Callie, si sbagliava, si sbagliava di grosso. La mora in pochi passi la raggiunse e poggiò le mani sulle sue spalle costringendola a guardarla.
 
- Arizona, dimmi che succede
 
Solo che Arizona non ne aveva nessuna voglia. Voleva seppellire nel passato tutta quella storia una volta per tutte.
Oramai Callie era lì. Lei era lì e loro erano finalmente insieme. Non voleva mettere a rischio quello che avevano ritrovato per alcuni dubbi che l’avevano perseguitata durante quel pomeriggio.
 
Tuttavia, lei avrebbe potuto obiettare quanto voleva ma, quella vocina sgradevole nella sua testa, non si era zittita per un solo secondo da quando Callie l’aveva lasciata per andare al suo appuntamento con Webber. Si era fatta sempre più forte durante la giornata. E anche se in quel momento Callie era con lei e la voce era diventata un sussurro appena udibile, era comunque ancora lì. E sapeva che l'unico modo per metterla a tacere era parlare.
 
- Quando ho visto che non mi davi alcuna notizia e non tornavi, confidò lentamente, ho pensato per una frazione di secondo che forse avevi cambiato idea ...
 
Il viso di Callie si contorse in una smorfia, udendo la rivelazione.
 
- Oh ...
 
Ritirò le mani dalle spalle di Arizona e se le passò fra i capelli, metabolizzando poco a poco la confessione che aveva appena ricevuto.
 
Pensava che la serata precedente fosse stata sufficiente a dimostrare ad Arizona che non aveva alcuna intenzione di defilarsi nuovamente. Lei era lì, presente e pronta ad investire nella loro storia. Pensava che la bionda avesse capito, ma dovette ricredersi constatando che non era abbastanza ...
 
- Mi dispiace, si scusò Arizona, non avrei dovuto -
 
- Non c'è bisogno di scusarti, la interruppe Callie, sono io che ...
 
Fece una pausa, non sapendo come finire la frase. Lasciò cadere le braccia lungo il corpo, disarmata, poi fece un passo avanti e guardò Arizona con occhi pieni di convinzione.
 
- Sono qui Arizona, sono qui per sempre ... E ti posso assicurare che non vorrei essere da nessun altra parte ... ho bisogno che tu ti fidi di me ...
 
Arizona alzò la testa per guardarla negli occhi e sospirò.
 
- Mi fido di te, assicurò, e non ti biasimo. E' solo che…  questa settimana senza di te ... è stata orribile Callie.
 
Quando non riuscì più a sostenere il suo sguardo, Arizona lo distolse e lo lasciò cadere sul divano alle sue spalle.
 
Callie la osservò per qualche secondo prima di raggiungerla e inginocchiarsi davanti a lei. Le prese le mani e le accarezzò con la punta delle dita, mentre cercava i suoi occhi.
 
- Lo so che ho sbagliato e ne sono davvero, davvero dispiaciuta, disse. Non ho mai voluto farti del male, mai. E farei qualsiasi cosa per farmi perdonare, farei di tutto per dimostrarti che ciò che viviamo è la cosa più importante per me ...
 
Arizona slacciò le mani da quelle di Callie e le lasciò scivolare sulla nuca della mora per attirarla a sé e baciarla teneramente.
 
- Non devi scusarti, soffiò contro le sue labbra. Ciò che è accaduto ... avremmo dovuto parlarne ... avremmo dovuto dirci quello che provavamo veramente piuttosto di evitare l'argomento ogni volta, e so che è colpa mia…
 
- Non eri l'unica a evitare l'argomento, ribatté Callie. Non volevo rischiare di farmi troppe domande...
 
- Lo so, disse Arizona. So anche che la nostra situazione è molto complicata, è un vero disastro, e se non stiamo attente presto potrebbe diventare pericolosa, ma ...
 
Fece una pausa e pensò al modo migliore per esprimere quello che sentiva, ciò che voleva dire.
 
- Non ho mai esitato a sacrificare le mie relazioni passate per la mia carriera, disse infine, non ho mai avuto ripensamenti quando c’era da fare una scelta, ma ora mi rendo conto che è perché non sono mai stata innamorata ... mai prima che arrivassi tu, Calliope, e ora questo è accaduto, non riesco a immaginare di sacrificare te per nulla al mondo ...
 
Il cuore di Callie sembrò stesse per balzare fuori dal petto da un secondo all'altro per quanto batteva forte.
 
Non era abituata ad essere scossa dalle parole. Non era abituata a perdere il controllo delle proprie emozioni a vantaggio di qualcuno, se non per rabbia.
 
Aveva sempre cercato di essere forte per proteggersi, soprattutto dopo il disastro delle sue storie passate. La sua testa, la sua mente, avevano sempre avuto la meglio sul suo cuore.
 
Ma non con Arizona ... con Arizona sembrava che qualsiasi parola, qualsiasi sguardo, la facessero innamorare di più di quanto già non lo fosse; e quella volta non si fecero strappi alle regole.
 
- La nostra storia ne vale la pena Calliope, Arizona continuò, ignorando completamente le emozioni  che provocò nella Latina.
 
Un sorriso apparve sul volto di Callie che fece risalire le sue mani lentamente lungo le cosce della bionda.
 
- Tu ne vali la pena, ribatté. E te lo dimostrerò tutti i giorni, se è necessario ...
 
- Lo fai già ...
 
- Quindi è tutto risolto? Chiese Callie. Niente più dubbi?
 
- Tutto risolto, affermò Arizona affettuosamente, accarezzandole la nuca.
 
Si sporse verso il viso di Callie e lentamente le catturò le labbra in un bacio profondo. Tuttavia, una volta che iniziò ad approfondirlo, morse dolcemente il labbro inferiore della mora, un lamento sfuggì dalla bocca di quest'ultima. Arizona si allontanò subito, ricordando che era esattamente in quel punto che si era ferita.
 
- Oh mio Dio, Callie, mi dispiace! Si sentì orribile. Le sfiorò il labbro spaccato con la punta delle dita . Dimenticavo!
 
- Non è niente, le assicurò Callie abbozzando un sorriso prima di posare un leggero bacio sulle sue labbra. Ne valeva la pena.
 
Arizona ridacchiò e scosse la testa divertita.
 
- E se mi lasciassi prendermi cura di te? Suggerì. Farò in modo di farti dimenticare quest’orribile giornata ...
 
Callie sentì il suo corpo rispondere con entusiasmo alla proposta. Tuttavia, sospirò dolcemente quando la sua schiena dolorante si fece sentire.
 
- Mi piacerebbe, disse, ma sono completamente esausta ...
 
Lasciò cadere la testa sulle ginocchia della bionda poi prese un respiro profondo prima di aggiungere:
 
- Ti ricordo che a parte questa giornata lunghissima, abbiamo avuto una notte ancor più piena!
 
Una nuova risata sfuggì dalle labbra di Arizona che le passò le dita tra i capelli.
 
- Non mi riferivo al sesso, rispose, hai pensato male!
 
- Scusami, è che ti desidero tanto anche se il mio corpo non ce la fa più, ribatté Callie alzando leggermente la testa.      
 
- Sei davvero insaziabile, scherzò dolcemente Arizona.
 
- E’ un rimprovero? Domandò Callie pigramente.
 
Per quanto amasse il sesso con Arizona, per quanto amasse lei più di ogni altra cosa, adorava quei momenti quando erano l’una tra le braccia dell’altra e la loro connessione andava ben al di là della fisicità. Callie era sicura che ci sarebbe voluto meno di un minuto per addormentarsi in quella posizione, anche se era scomoda. La pace, la calma e, soprattutto, la felicità che le offrivano le braccia di Arizona erano uniche.
 
- Lungi da me l'idea, rispose più seriamente Arizona, ma stasera possiamo accontentarci solo di dormire ... posso farti un massaggio se vuoi, aggiunse in tono seducente chinandosi verso il suo orecchio.
 
Si tirò indietro in modo che la schiena poggiasse contro il bracciolo del divano, poi fece avvicinare Callie. Attese che si mettesse comoda, distesa sul sofà, con la testa sul suo addome, prima di far scivolare le mani tra i suoi capelli scuri e accarezzarla.
 
- La tua idea è semplicemente fantastica, rispose Callie sbadigliando. Ma per ora, voglio solo rimanere così ...
 
Arizona sorrise quando sentì il tono della sua voce abbassarsi, notando come chiudesse e aprisse gli occhi sempre più lentamente.
 
- Tutto ciò che desideri, sussurrò.
 
Callie rispose con un suono tra un sospiro ed un gemito, prima di chiudere lentamente le palpebre regalandole un sorriso.
 
Arizona continuò ad accarezzarle i capelli dolcemente, senza smettere di osservarla, pensando a quanto amore provasse per quella donna.
 
Era pazza d'amore per colei che stringeva tra le braccia e sentiva che era la cosa più facile, la più naturale che potesse fare nella sua vita ...













 

Ma se io ti guardo vedo oltre queste ombre
e mi accorgo che in questo mio disordine

è con te che tutto quanto acquista un senso
hai cambiato i miei giorni per stravolgerli d'immenso

non mi resta che abbassare ogni mia difesa adesso

che non voglio più partire, resto.

E' con te- Francesca Michielin

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Grey's Anatomy / Vai alla pagina dell'autore: sad_eyes