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Autore: cin75    30/07/2016    6 recensioni
Dalla storia: “..E so che mi vergognerò a vita anche di questo, ma…” e fece un respiro profondo. “…non era così che mi ero immaginato la prima volta nel tuo letto.” e Jared potè comunque notare un lieve rossore......
“Credimi, anche io mi ero fatto una o due idee su come sarebbe dovuta essere la tua prima volta nel mio letto. E non era certo così!” gli sussurrò amabilmente, mentre gli posava un bacio leggero , appena accennato, sulla bocca...."
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando salirono all’appartamento di Jensen, la prima cosa che fecero fu quella di chiamare Jim e Felicia.
 
Come stai?!
“Sto bene amico, tranquillo. Non mi è successo niente. Tranquillizza anche Felicia.”
Non mi stai prendendo per il culo , vero?
“Assolutamente!! Jared e la sua cavalleria sono arrivati giusto in tempo per arrestare i cattivi!”
Dì a Jared che gli devo una birra. Anzi due…anzi…
“Ok, basta! O finirà che gli intesterai la pensione!” disse vedendo Jared che usciva dal bagno con delle garze e del disinfettante. “Ok! Ora andatevene a casa . Ci vediamo domani pomeriggio!” e mise giù.

“Ehi, tu!” lo richiamò proprio Jared, indicandogli il divano. “Porta qui il tuo culo e vediamo di ripulire la ferita.”
“Cavolo , ma fai sul serio?!” si esasperò Jensen. “Non sanguina nemmeno più.”
“Non farmelo ripetere Jensen. O ce lo metterò con la forza il tuo bel didietro su questo divano!” lo minacciò ancora.
“Questo mi piacerebbe davvero vederlo!” lo provocò Jensen e Jared lo fulminò con lo sguardo. “Ok! Come sei permaloso!” si scusò alzando le mani in segno di resa e andandosi a sedere accanto a Jared che aveva già preparato tutto come un bravo infermiere.
“Togliti la camicia e…” poi guardò lo sguardo malizioso con cui Jensen lo stava fissando a causa di quell’ordine. “…e se provi a dire qualcosa ti prendo a pugni!” lo avvertì serio.
“Non credi che io ne abbia già prese abbastanza in quest’ultimo periodo?!” ironizzò Jensen anche se vide Jared incupirsi immediatamente e si pentì di quella battuta. Infondo sapeva che Jared si sentiva in colpa per quello che gli era successo e forse si sentiva in colpa anche per quello che stava per succedere quella sera. “Scusami, battuta infelice!” si scusò, poi mettendo le mani intorno a quelle di Jared che gli stavano medicando il taglio. Le fermò e costrinse il poliziotto a guardarlo. “Guardami, Jared! Per favore….guardami.”
“Mi dispiace…mi dispiace…io avrei dovuto proteggerti….settimane fa….e anche …anche stasera.” sembrò accusarsi mentre la sua voce diveniva sempre più emozionata. “E invece …invece…”
“Ascoltami, ora, ascoltami.” e la voce di Jensen , dolcemente bassa e tranquillizzante, fermò la colpa ingiustificata che provava Jared. “Smettila di accusarti di quello che mi è successo in quel vicolo. E soprattutto smettila di accusarti di quello che non è successo stasera. Mi hai salvato tu , Jared. Entrambe lo volte…mi hai salvato tu. E io non lo dimenticherò mai e te ne sarò sempre ed immensamente riconoscente.”
“Il fatto è che io non riesco ad accettare che tu soffra Jensen. Non riesco a concepire che qualcuno possa farti del male. E allora…”
“E allora promettimi che resterai sempre al mio fianco!” disse Jensen, che forse nemmeno si rese conto di averlo detto a voce alta. Arrossì e abbassò lo sguardo sentendosi in imbarazzo per quella confessione inaspettata.
Jared schiuse appena la bocca quando sentì quelle parole, ma non c’era disagio in quello che sentiva in quel momento, ma solo un immensa felicità e il suo cuore che quasi impazziva.
Il giovane deglutì e poggiando due dita sotto il mento di Jensen lo costrinse a guardarlo di nuovo.
“Non chiedo di meglio che stare al tuo fianco per sempre!” rispose a quella richiesta e poi lo baciò.
Lo baciò perché baciarlo era l’unica cosa che ora aveva senso fare.

Il più dolce dei sorrisi complici li accompagnò fino alla camera da letto di Jensen. Il barista, dopo che anche Jared fu entrato, si chiuse lentamente la porta alle spalle.
“Aspetti qualcuno?” ironizzò malizioso Jared a quel gesto.
“No. Nessuno. Ma stanotte sei solo mio. Non voglio che tu vada da nessuna parte. Ti voglio vicino a me fin quando non mi dirai di starti lontano.”
“Così rischi di starmi appiccicato per sempre!” lo provocò ammiccandogli, il poliziotto.
“Mai rischio fu così invitante.”
“Allora vieni qui e baciami!” disse e sembrò quasi un ordine.
“Vuoi solo che ti….baci?!” ribattè curioso Jensen che piano gli si avvicinava.
“Voglio che tu mi renda parte di te. Voglio sentirmi parte di te e voglio che tu sia una parte di me. Voglio amarti e farmi amare. Voglio sussurrare, ansimare e gridare affannato il tuo nome e voglio che tu faccia lo stesso con il mio.”
“Magnifico!”, esalò già pregno di desiderio, Jensen. “Allora cominciamo con il mandare al diavolo questi!” asserì conquistato dalla voglia che sentiva di Jared. Iniziò a spogliarsi con movenze non lente ma nemmeno veloci, il che rendeva tutto molto eccitante.
Jared non fu da meno e ne imitò i gesti sensuali. Camicia, maglietta. Le scarpe scalciate lontano con movimenti quasi nervosi. E poi i jeans lentamente calati come se dovessero scoprire lentamente ogni centimetro della loro pelle. Come se farlo velocemente  avesse tolto gusto a quello spogliarsi uno di fronte all’altro.
“Fermati!” disse ad un certo punto Jared, quando vide Jensen infilarsi due dita oltre l’elastico dei boxer , pronto a spogliarsi anche di quelli.
Il biondo lo guardò con aria interrogativa. Gli sorrise appena. Inarcò le sopracciglia e quel gesto gli fece brillare gli occhi verdi ancora di più.
“Non toglierli!” fece ancora Jared, avvicinandosi con passo lento verso il compagno che a quell’invito roco e colmo comunque di desiderio, alzò le mani come in segno di resa.
“Cosa vuoi che faccia, Jared?!” chiese con aria maliziosa.
“Lascia fare a me. Lascia che io ti tocchi ovunque il tuo fisico desideri essere toccato e soddisfatto. Lascia che la mia bocca saggi con cura ogni parte del tuo bellissimo corpo. Lascia che i miei occhi  imprimano a fuoco nella mia mente ogni lentiggine, ruga e lieve increspatura del tuo viso, delle tue mani, del tuo petto…di tutto te stesso.” quasi sibilò sfiorando appena con un dito il profilo del corpo di Jensen che si ritrovò a rabbrividire al quel tocco e a quelle parole.
“E poi…poi cosa accadrà!?” tentò ancora , cercando di stare a quel gioco così stuzzicante.
“ Poi, quando avrò avuto tutto questo, tu avrai tutto me stesso. Il mio corpo, la mia anima, ogni più piccolo e leggero soffio di fiato o gemito che sarò in grado di donarti mentre mi farai tuo!” gli confessò, un attimo prima di nascondere il suo viso tra la spalla e il collo di Jensen che piegò appena la testa per concedere più spazio alle labbra di Jared.
Le mani di Jensen gli carezzarono i fianchi e poi con un gesto accennato, lo invitò a seguirlo sul letto, poco dietro di loro.
Jensen vi si sedette e piano si lasciò scivolare verso il centro e più lui arretrava e più Jared gli andava incontro sovrastandolo con il suo corpo.
Quell’arretrare e quell’incedere così lento fu fatto nel più completo silenzio. O per lo meno un silenzio spezzato solo dai loro respiri e dal fruscio delle lenzuola e alle loro orecchie sembrò la più accattivante delle colonne sonore.

Jared , una volta, raggiunto l’altezza giusta che lo portava viso a viso con il compagno, iniziò a mettere in pratica la sua promessa d’amore. Lo guardò con occhi ammalianti e ammaliati su ogni dove. Le sue mani toccarono e carezzarono Jensen come se il ragazzo fosse stata una preziosa reliquia. Da proteggere e venerare sapientemente.
La sua bocca baciò ogni lembo di pelle che fremeva subito dopo il passaggio delle sue mani, come a portare sollievo per quel calore provocato.
E i respiri e gli ansimi e i gemiti di Jensen, uniti ai suoi di approvazione e piacere non fecero altro che accendere la fiamma di quel desiderio che altro non chiedeva che poter esplodere.
 E quando, quella stessa passione e quello stesso desiderio divenne decisamente doloroso da poter sopportare ancora, ai loro occhi,  ormai pregni di lascivo bisogno, bastò legarsi in una chiara richiesta di piacere.

Con un movimento repentino, Jensen ribaltò le loro posizioni e imprigionò Jared sotto di lui. Per un po’ ricambiò quella che era stata la più bella delle torture subite: baciando , carezzando, saggiando ogni parte di Jared che poteva raggiungere da quella posizione.
Con una mano, gentilmente, raggiunse la parte più intima del giovane compagno. La carezzò con delicatezza, fermandosi appena , quando sentì il corpo di Jared tendersi al suo tocco. Poi , piano, riprese la sua opera di arrendevolezza, scivolò piano dentro di lui. Le sue dita , premurose, cercavano spazio. Prendevano con delicata passione ogni centimetro che quello stretto anello di muscoli concedeva loro.
Jared si beava di quella sensazione e Jensen , di contro, godeva del piacere che gli stava procurando e che infiammava anche lui. Infondo Jared , arrossato e affannato e completamente preso e perso nel piacere era uno spettacolo che avrebbe potuto mandarlo al limite anche solo continuando a fare quello che stava facendo.
Ma fu solo l’appassionata richiesta di Jared e riportarlo ad una sorta di lucidità.

“Sono pronto, Jensen. Ti voglio, ti desidero talmente tanto che potrei impazzire se adesso tu non…” ansimò sopraffatto dal piacere.
“Sssshh!!” lo zittì Jensen, facendolo con un semplice bacio che ebbe comunque un effetto galvanizzante sul più giovane che si ritrovò a fare più spazio tra le sua gambe al suo amante. A concedergli più potere. Ad esporsi e affidarsi completamente come infondo Jensen si esponeva e si affidava a lui.
Era un rapporto alla pari. Nessuno prevaleva sull’altro, nemmeno in camera da letto, Era solo la passione a suggerire il chi, il come e il quando.
Un attimo dopo le dita di Jensen lasciarono il posto alla sua virilità madida di piacere e ansiosa di avere e portare quella soddisfazione estrema.

Le mani del maggiore si strinsero sui fianchi del poliziotto per guidarne i primi affondi, lenti, cadenzati , ritmici.
Poi quando quella loro unione divenne profonda e piacevolmente calda, Jensen portò le braccia accanto alle spalle del compagno, mentre Jared lo incatenò a lui, cingendogli le gambe intorno alla vita.
Non ci fu bisogno di altro. Le menti si persero in quei momenti di pura soddisfazione fisica. I respiri si fecero affannosi, i loro nomi scivolarono via dalle loro labbra come preghiere da esaudire.
E più continuavano quella danza erotica ed eccitante e più i movimenti divenivano scoordinati, segno che il piacere più alto stava per conquistarli e vincerli.
Preso di sorpresa da un affondo più virile da parte di Jensen, Jared si ritrovò d’istinto a stringerlo nella presa delle sue gambe e questo sbilanciò la posizione del maggiore, che gli cadde letteralmente addosso.

Fu un attimo.
Pelle contro pelle, sudore con sudore, ansimo con ansimo. Frenesia contro frenesia….il piacere arrivò. Potente, avvolgente, a tratti doloroso tanto da essere accompagnato da un grido muto, trattenuto tra le loro labbra aperte in cerca disperata di aria. Gli occhi stretti per contenere tutto il resto. Tremore, caldo, freddo, piacere, dolore.
Poi , finalmente o purtroppo , la pace. Dei sensi. Della mente. Del corpo.

Ancora stretti uno all’altro, quando ormai il respiro non rincorreva più i tremiti dell’amore, Jared sentì Jensen che gli sbuffò sul petto su cui era disteso.
“Che c’è?...stai scomodo?!” scherzò.
Jensen per tutta risposta, si tirò su, coprendosi alla meglio con il lenzuolo che fino a poco prima copriva entrambi.
“No…. è che ..cioè non è..”
“Ok! Cosa è e cosa non è?!” chiese confuso Jared vedendo confusione o forse nervosismo sul volto dell’amante.
“Io …io ho un grande difetto, Jared. Devo dire sempre quello che mi passa per la mente!”
“L’ho notato una o due volte!” scherzò Jared accarezzandogli il fianco.
“E adesso sento il disperato bisogno di dirti una cosa, ma ho …ho paura di rovinare tutto!” disse nervoso.
“Va….bene.” replicò perplesso Jared. “Ma almeno che tu non mi stia per dire che ci hai ripensato e che vuoi che tutto finisca, non credo che ci sia qualcosa di….”
“Voglio stare con te…ufficialmente e voglio che tu stia con me….ufficialmente!” esordì con convinzione. “Voglio essere il tuo compagno e voglio che tu sia il mio. Solo mio.”
“Ma pensavo che ormai fosse assodato che tra noi fosse così!” convenne Jared anche se non capiva il perché di quella puntualizzazione da parte di Jensen.
“Voglio dare una festa. Al Bunker. Inviteremo tutti. I miei amici, i tuoi, quelli che frequentano il locale. Voglio che tutti sappiamo di noi. Non voglio più mani che si toccano di nascosto o baci dati nel buio o..” spiegò con enfasi.
“Ma Jensen , tra noi, non è mai stato così!” provò a capire Jared.
“Lo so, lo so, ma io…”
Jared , poi, capì. Ritornò al racconto della vita di Jensen. Al timore di non poter vivere una storia alla luce del sole. Al dover soccombere ad un giudizio insensato e ingiusto da parte di chi sapeva.
“Ho capito. Ho capito. Tranquillo. Per me va bene, anzi, va più che bene.” lo tranquillizzò Jared e sorrise sollevato quando vide Jensen sorridergli nello stesso modo. “Che ne dici di sabato prossimo. Ti va?”
“Perfetto.” fece abbracciandolo e spingendolo di nuovo verso il letto così da potersi di nuovo sdraiare su di lui. “Grazie. Grazie , Jared!”
“Tutto quello che vuoi, Jensen. Tutto quello che vuoi!” gli sussurrò dolcemente, sentendo che il respiro di Jensen si faceva via via sempre più regolare e tranquillo.
   
 
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