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Autore: Cricrip    30/07/2016    1 recensioni
Zosan AU
L'Alleanza di Cappello di paglia è nei guai: Rufy è scomparso. Per prepararsi all'imminente attacco di Barbanera, Law (sostituto di Rufy) decide di allearsi con Water Seven. Per sancire tale alleanza però, Water Seven pretende un matrimonio: Roronoa Zoro dovrà sposare Califa della Galley-La. Le nozze sono fissate, ma non tutti ne sono entusiasti: Zoro infatti, all'insaputa di tutti, aveva una relazione segreta con un certo membro della ciurma... e ora Sanji è costretto a guardarlo andare all'altare senza poterlo fermare.
Dal testo:
"Il cuoco non sapeva staccare i suoi occhi da Zoro. Perché quelli erano gli ultimi istanti in cui poteva farlo liberamente: finita la cerimonia, lo spadaccino sarebbe stato della donna che stava per prendere in moglie. Che persona era? Come poteva Sanji definirsi un uomo? Lui che se ne stava lì buono, buono, applaudendo perfino, mentre cercava di ignorare quella sensazione di vuoto e mancanza che si sentiva crescere dentro, non volendo altro che sprofondare?
Che genere di persona poteva mai essere, Sanji, che trovava strategicamente accettabile che l’uomo che amava se ne andasse per sempre da lui?"
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kalifa, Roronoa Zoro, Sanji, Trafalgar Law | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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4.COOPERAZIONE
Quando Zoro e Califa entrarono nella sala riunioni, li accolse uno scroscio di applausi.
Lo spadaccino cercò di non mostrarsi seccato quanto si sentiva, considerato anche che la donna gli era rimasta arpionata al braccio da quando erano usciti dalla loro stanza.
Avevano dato l’immagine dei perfetti sposini a chiunque avevano incontrato: almeno per questo Trafalgar non aveva nulla di cui lamentarsi.
Molti di coloro che dovevano presiedere al briefing erano già arrivati e avevano preso posto attorno alla tavolata.
Anche Zoro si unì ad essi, sedendosi al suo solito posto, di fianco a Trafalgar e di fronte ai massimi esponenti di Water Seven, che lo spadaccino già conosceva in parte dalle trattative, in parte dal giorno prima: per la maggior parte erano funzionari o costruttori, solo alcuni di loro potevano dirsi combattenti, e tra essi spiccavano Rob Lucci e Kaku.
Si sorprese quando si accorse che Califa non si era messa (come aveva fatto fino a quel momento) accanto ad Iceburg, il sindaco di Water Seven e capo della Galley-la: invece, la donna aveva preso posto vicino a suo marito.
Ciò provocò in Zoro un fastidio sottopelle immediato. Certo, aveva tutto il diritto di mettersi lì e le era stato assegnato quel posto per dimostrare a tutti che l’accordo tra le loro fazioni era stabile ma…
Quello era il posto del cuoco.
Al suo fianco.
Zoro ingoiò l’ennesimo boccone amaro, lanciando un’occhiata a Trafalgar con cui sperò di fargli capire che quando quella storia fosse finita – perché sarebbe finita – gliel’avrebbe fatta pagare. Come al solito il capitano degli Hearts lo ignorò.
In attesa che i ritardatari arrivassero (una cosa nuova per Zoro quella: lui era di solito l’ultimo ad arrivare, dopo aver vagato per un tempo imprecsato, perso, tra i corridoi di quello stupido edificio labirintico in cui sembrava impossibile orientarsi) il suo sguardo fu attirato da Rob Lucci, il tizio col piccione, seduto di fronte a lui. Non sapeva bene cosa, ma c’era un non so che di strano in lui quella mattina… una sorta di aura di soddisfazione.
Lo spadaccino lo squadrò sospettoso.
Che fosse per il matrimonio? Era stato tra quelli più puntigliosi nel redigere il contratto, quindi immaginava potesse essere contento della riuscita del suo lavoro. Eppure…
Aveva sempre percepito qualcosa di sadico in lui, nel suo sguardo. Un qualcosa che portava Zoro a controllare per bene che tutto quello di cui a lui importava fosse al sicuro.
D’istinto si voltò alla sua destra, dove Califa occupava il posto del cuoco.
Ma lui dov’era?
Un brutto presentimento cominciò a farsi strada dentro allo spadaccino... fino a che il portone si aprì nuovamente, per far entrare gli ultimi due ufficiali: Chopper e il cuocastro.
Zoro lo osservò attentamente mentre prendeva posto. Notò la sua figura slanciata, le sue movenze eleganti mentre avanzava a passi decisi nella sala, quei capelli dorati che risplendevano nella luce del mattino…
Ma qualcosa non andava.
Mancava una certa fluidità in quei movimenti, la stessa che gli permetteva in battaglia di schivare gli attacchi più improbabili e sorprendere sempre l’avversario.
Cosa c’era di sbagliato?
Zoro spostò il suo sguardo su Chopper, la piccola renna a capo della delegazione dei medici di Drum che gli zampettava al fianco: stava osservando il cuoco con occhi pieni di apprensione, la stessa che mostrava ogni volta che qualcuno ignorava le sue prescrizioni in seguito a delle gravi ferite.
Lo spadaccino tenne gli occhi addosso al biondo finché questi non si avvicinò al tavolo, ma il cuoco doveva essere sovrappensiero, perché non si accorse che il suo abituale posto era occupato fino a quando non fu ad un centimetro dalla sedia: a quel punto notò Califa. Rimase lì, con la sua tipica espressione da pesce lesso e la sigaretta fumante tra le labbra a guardare la donna.
Zoro vide la realizzazione nel suo sguardo quando capì, poi però quel cuoco da strapazzo abbassò la testa e anche il suo unico occhio visibile scomparve sotto la massa di capelli biondi.
Lo spadaccino, a braccia incrociate, strinse la presa attorno al proprio avambraccio, reprimendo l’istinto di assaltare il cuoco e immobilizzarlo per vedere che espressione gli stesse nascondendo.
Ma il biondo si riprese in fretta, il momento di incertezza durato poco meno di un istante: poi era già tutto sorridente, pronto a fare moine alla donna che era sua moglie.
-Ti prego di scusarmi, cara Califa- disse educato, accompagnando il tutto con uno stupido inutile inchino.- L’abitudine. E’ chiaro che il posto di un uomo è a fianco della propria moglie, specialmente se questa è bella quanto lo sei tu.
Zoro provò l’impulso di prenderlo a pugni, ma si trattene, limitandosi a fissarlo con uno sguardo truce.
Già non sopportava la galanteria del cuoco verso le donne in condizioni normali, figuriamoci adesso.
-Cuoco, piantala di flirtare con mia moglie e siediti.- lo ammonì con tono di sufficienza- Ci stai facendo perdere tempo, e sei già in ritardo.
Il biondo finalmente incrociò il suo sguardo, ma la sua espressione era indifferente.
No.
Non era quella l’espressione che avrebbe dovuto avere. Dov’era il fuoco con cui il cuoco lo affrontava ogni volta? Quella scintilla di passione capace di stupirlo sempre?
-Taci, Marimo.
In quegli occhi non vi era riflessa alcuna emozione, tant’è che Zoro si rifiutò di portare avanti la discussione, come abitualmente faceva. Se ne restò zitto, guardando davanti a sé mentre il cuoco prendeva il suo posto a fianco di Califa.
Ora sua moglie si trovava proprio in mezzo tra lui e il biondo.
Molto appropriato.
Trafalgar sospirò.
-Scusateli, fanno sempre così- disse con nonchalance- Possiamo cominciare?
Iceberg annuì, cominciando ad illustrare le nuove misure che Water Seven aveva pensato per rendere sicuro il confine, e che avrebbe esteso ai territori dei Mugiwara.
-Franky, ha progettato delle nuove… invenzioni, che permetteranno di tenere il confine con solo la metà degli uomini. Abbiamo stabilito di condividerle con voi, sebbene devo avvertirvi che gran parte di esse non sono state ancora ultimate. Il genio di Franky è di tipo… eccentrico. Perciò vi proporrei di andare lì di persona a controllare di cosa si tratta. E’ stato piuttosto vago con me…
Sebbene Iceburg fosse formalmente a capo dell’intera Water Seven, la divisione interna tra Galley-la e Franky Family restava, e quest’ultima manteneva una certa autonomia rispetto all’altra.
-E’ stato predisposto tutto perché a uno di voi sia consentito l’accesso al suo laboratorio.- continuò il sindaco- Il nostro treno lo condurrà direttamente lì.
-Capisco.- disse Trafalgar in tono riflessivo.-Sanji-ya, te ne occupi tu?
Il cuoco si prese il tiro di una sigaretta per rispondere.
-Certo, andrò subito oggi.- accettò in tono piatto.
-Molto bene.- concordò Iceberg- Ora rimane la questione…
-I nostri uomini sono pronti per partire.- lo anticipò Trafalgar- Raggiungeranno Water Seven entro questa giornata e ne presiederanno i confini, come già avevamo concordato.
-Mi sembra ottimo.- approvò Iceburg- ma vi ricordo che è essenziale che Roronoa Zoro e Califa li accompagnino. E’ la tradizione, e in nome dei miei concittadini non posso contravvenire.
Stupido paese tradizionalista.
Lo avevano già fatto sposare con quella e adesso doveva pure andare in passerella per farsi vedere.
-Non l’ho dimenticato, Iceburg-ya.- disse Trafalgar tranquillamente.- Zoro-ya guiderà la squadra. E’ già stabilito un viaggio di due settimane.
-I cittadini di Water Seven saranno soddisfatti- approvò Califa, in tono professionale, dandosi una sistemata agli occhiali.
-Bene.
Merda.
Zoro era fregato. Due settimane in compagnia forzata di quella donna a fare la bella statuina per le masse.
Digrignò i denti.
Dannato Trafalgar!
Lo sapeva già e non gli aveva detto niente. Inoltre, aveva scelto proprio il cuoco per la visita alla Franky Family: l’aveva fatto apposta. Robin sarebbe stata altrettanto qualificata per quel compito, senza contare che, con la reputazione di Franky, il biondo si sarebbe messo a litigare in tempo zero, scatenando un parapiglia che non sarebbe stato di nessun aiuto.
E non l’avrebbe visto per due settimane.
La discussione continuò su altri punti, in particolare i sistemi di logistica e di trasporto. Zoro ascoltò solo distrattamente: stava ancora ripensando al cuoco, a come gli era sembrato quando era entrato e a come si era rivolto a lui… doveva parlargli.
Prestò di nuovo attensione a quello che gli altri stavano dicendo solo quando Robin prese la parola: fece il punto della situazione sulle notizie che le erano trapelate attraverso la loro rete di spionaggio, di cui lei era a capo. E per un buon motivo: quella donna sembrava avere occhi e orecchie ovunque. Non c’era molto che già non sapevano: l’unica novità fu la notizia di un certo movimento intorno a Sabaody, ma con l’entrata del quartiere dell’Isola degli Uomini Pesce nell’Alleanza quello non era più un punto caldo.
Una volta finita la riunione, Zoro si alzò di corsa, congedandosi in maniera sbrigativa dalla sua appiccicosa moglie con una scusa.
Doveva trovarlo e parlargli prima della partenza. Ma il cuoco era stato veloce: il tempo di voltarsi e non era più in vista.
Zoro lo cercò per un po’ invano, scostando tutti i tentativi di coloro che cercavano di fermarlo (probabilmente per fargli gli ennesimi stupidi complimenti per il matrimonio), poi individuò Chopper.
Lo spadaccino lo chiamò, attirando l’attenzione della piccola renna parlante.
-Ciao, Zoro!- lo salutò il dottore felice- Mi dispiace di non essere potuto venire al matrimonio…
Sono io che non avrei voluto esserci.
-Non preoccuparti, Chopper. Hai visto il cuoco?
-Mm…- sul musetto della renna si dipinse un’espressione imbarazzata e incerta.- Sanji…
-Gli è successo qualcosa?
-N-no… perché lo chiedi?
Il medico stava mentendo: come Rufy, anche la renna non le sapeva dire le bugie.
-Chopper- la voce di Zoro si fece tagliente- Dov’è il cuoco?
-Zoro, lui…- incapace di sostenere l’intensità dello sguardo dello spadaccino, il medico capitolò- E’ uscito da quella porta un attimo fa.
Zoro corse verso la porta indicatagli prima che fosse troppo tardi: se il cuoco si fosse inoltrato troppo in quel labirinto, non l’avrebbe più raggiunto.
Una volta nel corridoio, lo spadaccino vide il profilo del biondo che camminava via svelto.
-Oi, cuoco!- lo chiamò senza troppe cerimonie.
Quello non si voltò, ma lo spadaccino vide le sue gambe fermarsi.
-Marimo- disse quello buttando la sigaretta per terra e schiacciandola sotto il piede con forza- non dovresti lasciare sola la novella sposa.
-Che si fotta.- fu la risposta piccata di Zoro- che ti è successo?
Un momento di silenzio.
-A che ti riferisci?
-Non mi prendere per il culo. Che ci facevi con Chopper?
-Mm… niente di ché.
Ok, Zoro si stava incazzando. Avanzò a grandi passi verso il cuoco ancora di spalle.
-E guardami quando ti parlo!
Fece per prendergli il braccio e voltarlo verso di lui, ma il biondo si scostò di scatto, non permettendo all’altro di toccarlo.
-Scusa, Marimo, non ho tempo: devo andare.-disse il cuoco, sempre senza voltarsi- Goditi la luna di miele!
Che cosa???
-Io adesso ti…- le mani dello spadaccino erano già sulle sue katane, quando una voce femminile li interrupe.
-Zoro!
Merda.
Era Califa.
Comparve sulla soglia del corridoio, e Zoro si ricompose.
-Dobbiamo andare, la spedizione sta per partire.
Stupido viaggio. Stupido matrimonio. Stupido…
-Bene, non ti trattengo allora, Marimo- si congendò il cuoco, allontanandosi a grandi passi- Hai dei doveri a cui attendere...
Il biondo scomparve appena girato l’angolo.
Maledizione.
Aveva voglia di fare a pezzi qualcosa.
Spero che attacchino. Non mi interessa chi. Li farò a pezzi.
Rinfoderò le katane, e con quei pensieri in testa raggiunse sua moglie.
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Ciao a tutti! Questo era il quarto capitolo! I nostri due protagonisti hanno ricominciato a parlarsi... a modo loro. Un grazie a tutti coloro che stanno continuando a leggere la storia (in particolare a Orfeo_kun per averla messa tra le preferite e a Alle97 e cassandra76 per averla messa tra le seguite). Nel prossimo capitolo torneremo al punto di vista di Sanji...
Alla prossima! Ciaociao!:)
   
 
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