Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    31/07/2016    3 recensioni
La vita di Ben è sottosopra... Semir è accusato di aver commesso un brutale omicidio, tutte le prove sono contro di lui.
Questa volta sarà Ben a dover ‘tirare fuori dai guai ’ il suo socio. Ma ovviamente c'è sempre qualcuno che vuole mettere il bastone fra le ruote e ostacolare il giovane ispettore nella ricerca della verità: una vecchia conoscenza:il commissario Bohm!
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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INSIEME PER FORZA

Il mattino seguente Ben si alzò di buon mattino.
Aveva dormito poche ore, ma solo il fatto di aver rivisto il suo collega lo aveva decisamente confortato, ricaricato  e anche rasserenato da sentirsi abbastanza in forma da poter affrontare il suo capo e per dare inizio alla sua personalissima ‘battaglia’ in difesa di Semir.
Arrivò in ufficio poco prima delle otto e non fece nemmeno in tempo a salutare i colleghi che il commissario con un tono che non ammetteva repliche lo chiamò in ufficio.
“Ecco ci siamo” pensò tra se l’ispettore “Prepariamoci alla ramanzina di ‘gonna di ferro ’ sulla disciplina, sul rispetto, sulle frasi appropriate quando ci si rivolge ad un superiore bla bla bla... che pizza...tanto vale che la saluti come avevo in mente di fare. L’avrei strozzata ieri…Semir nei guai e manco si è degnata di farmelo sapere subito”
Ben alzò gli occhi al cielo e seppur riluttante, entrò nell’ufficio del capo salutandola in maniera decisamente ironica, quasi strafottente:
“Buongiorno commissario, dormito bene?”
“Si risparmi le smancerie Jager e mi dica dov’è Gerkhan! E badi bene che non accetterò un ‘non lo so’ o cose del genere, perché non le crederò, anzi sono quasi sicura che lei lo abbia visto e gli abbia pure parlato” replicò severa Kim seduta dietro l’enorme scrivania.
Ben non voleva arrivare a tanto, ma non vedeva in quel momento alternative.
“Capo le assicuro che non so dove sia Semir e men che meno gli ho parlato” le rispose il ragazzo guardandola dritto negli occhi, doveva mentire in maniera convincente e la prima regola era guardare l’interlocutore dritto negli occhi.
“Come vuole Jager, farò finta di crederle, comunque questo che ho in mano è il referto dell’autopsia svolta sul corpo di Maja Dekker” e quasi con gesto stizzoso lo porse al giovane che cominciò a leggerlo con attenzione.
”Come le anticipavo ieri la ragazza è stata uccisa con un colpo alla nuca e la prova balistica ha evidenziato che il proiettile è uscito proprio dalla pistola d’ordinanza di Gerkhan. In casa della ragazza c’era anche il cellulare del suo collega, che a proposito continuava a squillare. I colleghi della scientifica mi hanno informato che lei avrà fatto minimo venti chiamate verso il cellulare del suo collega, senza contare i messaggi lasciati in segreteria” stavolta era lei che aveva un tono quasi ironico verso il suo ispettore.
Ben fece finta di niente, non alzò nemmeno lo sguardo dal referto che stava velocemente leggendo, ma si augurò che nessuno, tanto meno la Kruger avesse ascoltato i messaggi che aveva lasciato a Semir, autentici appelli più o meno replicabili in cui lo esortava a contattarlo.
“Suvvia capo, non crederà che sia stato Semir, è lampante, qualcuno lo vuole incastrare” Ben cambiò decisamente atteggiamento, indossando di nuovo i panni dell’avvocato difensore.
“Senta Jager, se sa qualcosa, se sa dov’è, la cosa più sensata che possa fare Gerkhan è quella di costituirsi, troveremo le prove per scagionarlo se è innocente”
“Se è innocente??? Semir è innocente!!!”  sbottò Ben che non aggiunse altro  guardando la Kruger quasi con odio.
“Molto bene Jager lei comportandosi così non mi lascia scelta” replicò a tono la donna incrociando le braccia e poggiandosi sullo schienale della poltrona.
Ben si aspettò una sospensione, ma a questo punto non gli interessava, anzi magari avrebbe avuto un raggio d’azione più ampio.
“Come vuole, questa è la pistola e il tesserino” replicò asciutto il giovane ispettore, mentre sfilava l’arma dalla fondina e il tesserino dalla tasca dei jeans.
“Non così in fretta Jager, non ho intenzione di sospenderla, sta venendo qui il commissario della omicidi André Bohm, sarà affiancato a lui e dovrà stare ai suoi ordini visto come disubbidisce ai miei” replicò ironica la donna.
“Cosa???”  Ben era incredulo restò per alcuni secondi con la bocca spalancata.
“Ma capo, si rende conto di cosa sta dicendo? Come l’è venuta un’idea così …così”
A Ben vennero in mente un sacco di aggettivi più o meno replicabili.
Ne cercò uno che potesse essere detto in presenza del suo capo, ma incredibile, assurdo, inconcepibile, idiota, folle, pazzesco o balordo gli sembrava troppo poco per rappresentare a pieno ciò che pensava in quel momento e pensandoci bene dirne anche uno solo davanti alla Kruger sarebbe stata una pessima idea, visto la brutta piega che stava prendendo quell’assurda conversazione.
“Jager sta forse cercando di chiedermi con parole meno offensive possibili come mi sia venuta in mente un’idea così stupida?” domandò ironica il commissario spiazzando ancora di più Ben.
“Beh ecco…decisamente direi di sì” asserì Ben che continuò “Con il dovuto rispetto, capo,  non mi sembra una buona idea…”
“Spiacente Jager, ma idee del genere, per vostra fortuna non vengono a me, ma alla procuratrice Schrankmann”  replicò secca.
“Capo “ la voce di Ben era più di un lamento, quasi una supplica “Ascolti ci impiegheremo cinque minuti al massimo a metterci le mani addosso, conosce i precedenti…dire che non ci sopportiamo…è un eufemismo! E poi se non se lo ricorda io ho chiesto il trasferimento per non lavorare più con quelli dell’LKA”
“Questo è un suo e vostro problema, anzi mi aspetto la sua collaborazione più … collaborativa che mai” replicò sempre più seria il commissario.
“Non se ne parla!” sbottò Ben.
“Jager non deve decidere lei. Le cose stanno così che le piaccia o no…la procuratrice ha deciso così” sibilò la donna “E non mi costringa a prendere provvedimenti di cui potremmo pentirci entrambi, sono stata abbastanza chiara?”

Ben ne ebbe abbastanza e questa volta uscì dall’ufficio della Kruger senza sbattere la porta, ma una volta entrato nel suo batté violentemente la sua e cacciò un urlo di rabbia.
Si mise a gironzolare per l’ufficio come se fosse un leone inferocito dentro a una gabbia di due metri quadrati, poi afferrò la sua chitarra, si sedette e cominciò a suonare qualche accordo; doveva calmarsi e cominciare a ragionare in ballo c’era la vita di Semir e quello era l’unico modo che al momento poteva rilassarlo un po’.
“Maledizione, non posso dimettermi…Semir sarebbe in balia di quell’incompetente pallone gonfiato, ma lavorarci assieme, questo è davvero troppo…mi viene già la nausea” pensò tra se furibondo.
Poco dopo sentì bussare alla porta e sulla soglia dell’ufficio comparve Susanne.
“Ben il capo ti vuole immediatamente nel suo ufficio, è arrivato il commissario Bohm. Quando me lo ha detto il commissario non era molto…accomodante quindi è meglio se…” ma la segretaria venne interrotta da Ben.
“Neanche da morto collaborerò con quel pallone gonfiato, incipriato da sembrare un damerino da operetta ” replicò Ben guardando Susanne e poggiando la chitarra al muro.
Lui e Semir conoscevano il commissario André Bohm da qualche anno e la sua presenza era sempre presagio di enormi grane.
Per loro il commissario della omicidi era solo un arrivista, arrogante incompetente. I due ispettori erano certi che Bohm avrebbe voluto fare l’attore poi, per loro sfortuna era diventato poliziotto, ma questo non gli aveva impedito di voler diventare famoso a tutti i costi. Faceva in modo di farsi affidare casi con il maggior impatto mediatico, gli piaceva apparire in televisione e ogni scusa era buona.
E secondo Ben quello di Semir era un caso molto…allettante, da prima pagina.

Il nauseabondo profumo del dopobarba anticipò l’arrivo del commissario dell’ LKA che fece la sua comparsa alle spalle di Susanne che stava ancora sulla soglia.
La giovane segretaria arricciò il naso con fare disgustato, stava per dire qualcosa e confessare il suo disappunto a Ben quando venne spostata letteralmente dall’entrata dell’ufficio.
“Ma che modi da cafon…” Bohm non le lasciò nemmeno finire la frase, rivolgendosi a Ben con un mezzo sogghigno.
“Il fatto che lei non voglia collaborare ispettore Jager, mi creda è reciproco, odio che la mia persona venga, come dire infastidita da un incompetente come lei” disse arrogante Bohm entrando nell’ufficio di Ben.
“Stia attento a come parla Bohm” sibilò Ben cercando di mantenere un po’ di contegno, saltagli subito al collo, strozzarlo o piantargli un colpo in testa non avrebbe giovato a lui e soprattutto nemmeno a Semir. Certo la cosa lo avrebbe fatto momentaneamente felice, ma non era quello il modo per togliersi dai piedi Bohm una volta per tutte.
“Senta mi dica subito dove si trova il suo amichetto turco, lo arrestiamo e così saremo tutti contenti, che dice ispettore? Fine della collaborazione”
Ben fece un respiro profondo, bastava un colpo solo, in mezzo alla fronte, aveva una mira da cecchino, non avrebbe mancato quella zucca vuota.

“Ben respira, non fare cavolate, pensa invece a tirarmi fuori dai guai, lascia da parte i dissapori con quel pallone gonfiato” sussurrò Semir con voce tranquilla, in versione ‘Grillo Parlante’ all’interno della sua testa “Dai respira, ti ricordi il dottor Markwart? Fluommmmmm”

“Fluommmmmm??? Che cazzata…un calibro 34 in mezzo agli occhi!” sbroccò mentalmente Ben, poi tornando a rivolgersi a Bohm.
“A lei non interessa se l’ispettore Gerkhan è innocente o no, lei ha già deciso che è colpevole. Lo troverà e lo sbatterà in prigione, punto e basta, caso chiuso. Non è così forse? Commissario Berlino, Oldenburg , Heidelberg, Monaco”  lo sfottè Ben accennando un mezzo sorriso e scandendo bene le città che con le loro iniziali formavano il suo cognome.

Tra i due era in corso una guerra di nervi, Ben era sicuro che Bohm volesse arrivare allo scontro fisico, il commissario sicuramente sarebbe uscito sconfitto, ma si sarebbe tolto dai piedi una volta per tutte l’ispettore dell’autostradale.
“Suvvia ispettore apra gli occhi, le prove sono tutte contro di lui e lei sa benissimo dov’è” lo stuzzicò Bohm.
“Certo come no, trovo strano che la procuratrice non mi abbia estromesso dal caso, in fondo sono decisamente coinvolto, secondo me è stato lei ad avere questa brillante trovata …e mettendoci in collaborazione forzata lei spera che io la porti da lui vero? Beh sa che le dico Bohm? Dica alla procuratrice e al mio capo che mi prendo le ferie arretrate …” disse alzandosi stizzito dalla sedia.
“Jager” disse dura la Kruger entrando anche lei nell’ufficio  “Non si azzardi a contravvenire ai miei ordini”
“Non si preoccupi commissario, da questo momento non sono più un poliziotto” e gettando il tesserino e la pistola sopra il tavolo uscì dal distretto, andando volutamente a sbattere contro la spalla del commissario Bohm avviandosi verso casa sua a piedi.

Angolino musicale: che dite uno a zero per Bohm? Comunque quando Semir verrà a sapere che Ben si è dimesso…prometto che non vi lascerò tanto tempo senza sapere nulla. Prima delle ferie vere e proprie ci sarà un altro aggiornamento…
Kè ‘Strange World’ (strano mondo)
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=St2UinD59PI
Questa è l'ultima possibilità che abbiamo di dire tutto ciò che abbiamo da dire
Nascondendoci dentro noi stessi viviamo questa vita di paure Allora chiudi gli occhi e semplicemente credi in tutto ciò che hai detto Perché in questo mondo di grande confusione E' facile perdere il controllo Strano mondo, la gente parla e dice solo bugie Strano mondo, la gente uccide occhio per occhio Strano mondo, sognare un giorno che vedremo la luce Strano mondo, credere e ogni cosa sarà giusta…


 
 
  
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