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Autore: ElisabethPrime    31/07/2016    1 recensioni
Cybertron pianeta di esseri robotici intelligenti:i Transformers è messa a ferro e fuoco da una guerra tra due fazioni: Autobot che combattevano per la libertà e i Decepticon che volevano governare con la violenza che volevano ottenere l'All Spark per i propri principi e quando il pianeta stava per essere distrutto gli Anziani predirono una profezia riguardante undici ragazzi umani dotati di poteri avrebbero aiutato gli Autobot a vincere la guerra così partirono alla ricerca della Terra.
Anche sulla Terra c'era una profezia riguardante questi undici ragazzi che diceva che avrebbero protetto la Terra dal ritorno dei Demoni esseri malvagi senz'anima.
Una ragazza di nome Keira Barnes è ignara della profezia e fa una vita monotona in California ma un giorno qualcuno gli uccise i genitori e la sua strada si intreccia con quella degli Autobot appena giunti sulla Terra che devono cercare i loro salvatori e fermare Megatron prima che compia il suo piano malvagio:l'estinzione della razza umana.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bumblebee, Nuovo personaggio, Optimus Prime, Un po' tutti, William Lennox
Note: Lime, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era lunedì mattina, e odio il lunedì perché è il primo giorno di scuola dopo il week-end passato a riposare ma non è che stando a letto cambia qualcosa, così mi alzo dal letto e vado all’armadio e opto per: una canottiera bianca, giacca nera, jeans scuri e ballerine nere, poi mi fisso allo specchio e concordai con me stessa di aver scelto bene e poi mi sfiorai il ciondolo che questa volta si accese di una luce azzurra e la voglia improvvisamente cominciò a bruciarmi così tolsi la mano dal ciondolo sconcertata “Strano, non l’aveva mai fatto prima”, improvvisamente sentì la voce di mia madre da in fondo le scale –Keira tesoro la colazione è pronta, dopo devi andare a scuola-. Alzai gli occhi al cielo, deve proprio ricordarmelo?, poi gridai –Arrivo subito mamma!- e dopo aver preso la borsa con le mie cose di scuola scesi in cucina. Arrivata vidi Isabelle già seduta e mamma che metteva al mio posto del pane tostato con il burro d’arachidi e un bicchiere di latte, appena mi vide sorrise raggiante –Ben svegliata amore, tutto bene? Sei bianca come un lenzuolo-. Ero tentata di dirgli che avevo male alla voglia ma conoscevo mia madre e lei mi avrebbe spedita dal medico e io non ci volevo andare, mi avrebbe reputato una ragazza strana e ciò non mi serviva perché già pensavo di esserlo. Prima che potessi rispondere Isabelle disse –Sarà in ansia-. -Per cosa?-. -Oggi ha una verifica di matematica-. Lei mi guardò accigliata –E’ ver? Spero che…-. -Si mamma ho studiato ieri sera, non ti preoccupare-. Isabelle intervenne –Keira a ragione mamma, ieri Arienne gli ha chiesto di uscire e lei ha declinato l’invito perché doveva studiare-. -E tu come lo sai?-. -Ero in camera sua quando è arrivato l’SMS-. -An! Non lo sapevo-. Io un po’ ferita della sua poca fiducia dissi –Se invece di accusarmi mi chiedessi prima sarebbe un ottimo segno di fiducia nei miei confronti mamma-. Lei mi guardò un po’ accigliata –Certo che mi fido di te tesoro, che pensi-. -Bè si è vista la tua fiducia quando pensavi che non avessi studiato -. -Non accusarmi signorina, se non mi dici le cose come faccio a saperle? Se mi avessi detto che studiavi questa conversazione non ci sarebbe stata-. -Sarebbe colpa mia adesso?-. Ad un certo punto Isabelle disse –Keira! Mamma! La volete piantare? State discutendo per una cavolata-. Io la guardai –Non sto…-. Ad un certo punto sentì la voce di papà, che era appena entrato nella stanza, dire –Buongiorno alle mie donne!...Tutto bene?-. Forse vide le nostre facce imbronciate, che dico sicuramente le vide, e la mamma disse –Niente amore solo una discussione già risolta, non fai colazione?-. Lo vidi che era vestito con un completo grigio e cravatta rossa, lui la guardò con un cipiglio triste – Mi piacerebbe ma Thomas ha bisogno di una mano per i nuovi clienti e sinceramente credo che prima che vado prima finisco, Thomas come premio mi fa uscire alle dieci-. Il viso di mamma si illuminò –Sono contenta amore-. -Già e anzi ho pensato che quanto Keira ritorna possiamo passare il pomeriggio al mare, lei adora andarci-. Isabelle disse –Non possiamo andare a camminare in collina dove siamo andati il mese scorso?-. -Ci vogliono almeno cinque ore per arrivarci Isabelle e poi, non credi essendo che Keira va a scuola e tu oggi no che andiamo nel suo posto preferito? La prossima volta ci andiamo d’accordo?-. Lei annuì e lui continuò –Comunque tutto bene voi due?-. Isabelle disse –Si tutto bene papà -. -Tu Keira?-. -Si anche io tutto bene, devo fare una verifica ma per il resto va bene-. -Buona fortuna allora, io vado-. Mamma disse –Ti accompagno fuori – ed uscirono dalla cucina lasciandoci da sole. Finito il latte dissi –Grazie per avermi difeso prima Bells-. -Non c’è di che Key, se non lo facciamo noi che siamo sorelle chi lo fa-. -Hai ragione ma vorrei che mamma si fidasse di più di me-. -Ma si fida di te, solo che molte volte ti beccava che ti scrivevi con Arienne e…-. -Ci sentivamo per le verifiche, non per parlare di vestiti e trucchi-. -Ti credo ma lei non lo sa, non parlate molto ultimamente-. -Io tento di comunicare con lei ma ogni volta finiamo per litigare e…-. -Ti senti scoraggiata-. -Esatto proprio così-. -Non preoccuparti Key è capitato anche a me la settimana scorsa perché non ho voluto che mi aiutasse con chimica preferendo studiare con Emily e così abbiamo discusso, per fortuna papà a calmato gli animi-. -Per fortuna non sono l’unica, cambiando discorso hai visto le cinque comete ieri sera?-. -Si le ho viste-. -Bellissime non è vero?-. -Si ma hanno fatto danni e alla TV non si parlava d’altro: un campo c’è un solco enorme, uno stadio è in gravi condizioni, il retro di un’officina idem e la piscina di una famiglia più tosto ricca è senz’acqua nemmeno una goccia, indovina dove si sono schiantate-. -Non ne ho idea-. -A Los Angeles-. -Come fai a sapere tutte queste cose?-. -Quando le hai viste?-. -Ho finito di studiare verso le 22:00 e le ho viste verso le 22:30 quando mi sono cambiata per la notte perché?-. -Verso le 23:00 il telegiornale del New Time non parlava d’altro, come le hanno chiamate? Ah si! Le comete devaste-. Io risi –Veramente?-. -Si ma il bello è che le comete non sono state trovate nella zona d’impatto-. -E’ una cosa al quanto bizzarra-. Ad un certo punto la mamma tornò e disse –Keira sono le 08:00 ed è ora che parti-. Ecco! Ora entra in modalità autoritaria o come preferisco alla Terminator, mi alzai e dissi -Fretta di liberarti di me mamma?-. -Non è vero, che ti prende stamattina? Qual è il tuo problema?-. Alzai le sopracciglia –Qual è il mio problema?-. -Esatto Keira e voglio una risposta-. -Ti accontento, sei tu-. Lei sgranò gli occhi –Cosa? Io?-. -Si tu mamma-. -Cosa ho fatto per darti così tanto fastidio?-. -Veramente non lo sai?-. -No-. -Ho l’impressione che la tua fiducia in me non ci sia…-. -Lo sai che non è vero-. -Dopo sei troppo oppressiva, ho bisogno dei miei spazzi e tu a volte gli invadi-. -Anche tuo padre lo fa-. -Lui è diverso: viene, mi saluta, mi chiede della scuola, come sto e poi se ne va lasciandomi studiare in pace-. -Faccio anche io così-. -No invece: tu entri senza bussare, mi saluti con bacini e abbracci, mi chiedi della scuola e poi rimani ad aiutarmi anche quando ti dico che non ce ne è bisogno, non ho più cinque anni mamma ne ho sedici e vado al liceo ormai-. -Lo faccio perché ti voglio bene e non per farti un dispiacere-. -Sai a volte mi domando se mi vuoi veramente bene-. -Keira mi stai veramente facendo soffrire lo sai?-. Io non dissi niente perché troppo sconvolta e in colpa così lei continuò –Tesoro sono tua madre, ho portato te ed Isabelle in grembo per nove mesi e vi ho sempre amato e vi amerò sempre, come sapete ne io ne vostro padre abbiamo fratelli e quando ci hanno detto che aspettavamo due gemelle abbiamo fatto i salti mortali perché non sareste mai state sole come me e vostro padre, desidero solamente il vostro bene ma se il mio affetto ti reca fastidio io…-. Mi sentì un verme per come l’ho trattata così dissi –Mamma il tuo affetto non mi reca fastidio, anzi mi fa piacere e ti voglio un mondo di bene, non è colpa tua sono io-. -Che ti succede?-. -Mi sento nervosa e me la prendo praticamente con tutti, tutto qui-. -Sarà una cosa passeggera, ti passerà-. -Lo spero…scusa mamma- e l’abbracciai felice di aver capito il mio errore, ad un certo punto Isabelle disse –Finalmente! Non ne potevo più di sentirvi litigare-. Io la guardai –Già che stupida- poi guardai l’orologio sopra alla porta della cucina e vedendo che ora era dissi –Mamma è tardi sono le 08:07, a quest’ora dovrei già essere per strada-. Anche lei guardò l’ora e disse –Hai ragione, siamo state qui a discutere che non ci siamo accorte dell’ora-. Ad un certo punto Isabelle si alzò dalla sedia e disse –L’accompagno fino alla scuola se non ti dispiace mamma-. -No no vai pure, mi fa piacere che passiate del tempo insieme-. Io mi misi a tracolla la mia cartella che avevo posato sulla gamba della tavola dove mi siedo e dissi –Ciao mamma ci vediamo alle 02:00-. -Ciao tesoro, quando torni ci trovi tutti qui che dopo andiamo in spiaggia-. -Ci voleva dopo una giornata stancante- ci abbracciammo e prima di uscire dalla porta disse –Ti voglio bene tesoro-. -Anche io-. Poi si voltò verso Bells –Ti voglio bene Isabelle-. -Anche io mamma- e detto questo uscimmo di casa. Eravamo partite da casa da cinque minuti abbondanti quando Isabelle disse –Non credo alla tua storia-. -Quale storia?-. -Quella dopo la vostra litigata, quella in cui hai detto di essere nervosa ultimamente e che te la prendi con chiunque-. -Perché secondo te dovrei mentire?-. -Non lo so ma capisco quando menti spudoratamente, sono la tua gemella e ti sono attaccata dalla nascita quindi sputa il rospo-. Decisi di fargli uno scherzo e dissi –Lo vuoi proprio sapere?-. -Siii!-. -Va bene…sono incinta-. La vidi sgranare gli occhi e quasi urlando disse –Cosa? Come è successo?-. -Bells ti devo spiegare come si fanno i bambini?-. -So come si fanno ma non intendo quello, intendevo come diavolo è potuto accadere e chi è il rimbambito che ti ha messo incinta-. -Il rimbambito è David-. -Aspetta David Keller il figlio del Segretario della Difesa?-. -Si proprio lui-. -Come cavolo è successo?-. -Ti ricordi la festa di un mese fa a casa di Sophie Geller?-. -Si quella che siamo rimaste fino a mezzanotte inoltrata-. -Mentre tu ed Emily eravate fuori a parlare con quei ragazzi che giocano a Baseball e Arienne era in piscina a divertirsi, io e Dave ci siamo stancati di quella monotonia e siamo andati in una camera degli ospiti e abbiamo fatto sesso-. -Non pensavo che li piacessi-. -Nemmeno io ma…-. -Siete stati degli incoscienti e imbecilli, ti rendi conto Key che hai 16 anni e vai ancora al liceo? Ora ti ritroverai madre a questa età e Dave dovrà fare il padre e dovrà esserci, ricordati di chi è il figlio diamine-. -Non era mia intenzione che succedesse Bells-. -Era logico questo ma tu prima agisci e poi pensi, comunque io ti appoggerò quando glielo dirai, vedrai noi penseremo a tutto e potrei consigliarti dei nomi: se è maschio Ronald, Samuel o Mark, mentre se è femmina Annabelle, Michela o Caroline se no…-. Credo di averla torturata abbastanza quindi dico –Isabelle è uno scherzo-. -Cosa? Che intendi dire?-. -Intendo dire che non sono incinta e che io e Dave non abbiamo fatto sesso-. Lei mi tirò un pugno sul braccio e disse –Sei una lurida stronza Keira veramente, perché l’hai fatto?-. Non ce la feci più a trattenere le risate quindi dissi –Per vendicarmi dello scherzo che mi hai fatto la settimana scorsa, mi hai gridato dal bagno che stavi male e quando sono accorsa ho visto la vasca piena e tu mi hai spinto in acqua, mi pare equa come vendetta anzi in tutta onestà avevo in mente di spargere il miele nei tuoi capelli quando ti saresti addormentata-. -Sei una sadica e vendicatrice sorellina, infondo me la merito-. -Ci mancherebbe altro-. -Non mettere alla prova la mia bontà Key-. -E tu la mia pazienza Bells- e ridemmo come delle pazze. Finito di ridere Isabelle disse –Ora torniamo serie, c’è qualcosa che ti turba vero? Dimmi la verità-. Io sospirai e dissi –Si c’è qualcosa-. -Racconta-. -Ti capita mai di sentirti fuori posto? Come se la vita che stai vivendo sia tutta una farsa e aspetti che qualcosa te la renda reale?-. -In tutta onestà no, io sento che la mia vita è completa qui ed è reale ma…-. -Ma?-. -Anche io a volte penso che la mia vita sia una farsa ma poi mi rinsavisco e dico che sono cosa da pazzi pensarlo-, ovviamente ora penserà che sono pazza e infatti mi guarda –Ma è la mia opinione, tu ti puoi sentire cosi e non sarò io a giudicarti, ma perché pensi delle cose del genere?-. -Mi sento strana e fuori posto qui-. -Strana? Perché?-. -Le nostre voglie e i nostri ciondoli, non ti pare strano che siano uguali e che quando i nostri ciondoli si sfiorano si accendono di una luce azzurra?-. -A volte ci penso si, c’è qualcosa che te lo fa credere?-. Io annuì –Si, stamattina mi guardavo allo specchio per guardare l’abbigliamento e quando mi sono toccata il ciondolo la voglia sul mio palmo ha cominciato a bruciarmi e tanto, ho dovuto togliere subito la mano per il dolore, a te è capitato?-. La vidi pensierosa e disse –Si, anche io stamattina prima di scendere mi sono toccata il ciondolo e la voglia mi bruciava da morire, pensavo di essere pazza ma a quanto pare è successo anche a te-. -Veramente strano, non ho voluto dire niente a mamma per non farla preoccupare-. -Si la mamma ci avrebbe spedite dal medico e lui ci avrebbe reputato sicuramente delle pazze, devo chiederti una cosa Keira-. -Certo Isabelle-. -Queste tue sensazioni di sentirti fuori posto tienile per te, già stamattina stava per farsi un pianto pensa te se sapesse questa cosa-. -Si allagherebbe la casa, va bene acqua in bocca-. -Sono contenta, non voglio asciugare la casa dalle sue lacrime-. -Stamattina ho esagerato?-. -Un pochino ma conosci mamma, li passa presto-. -Quando torni a casa chiedigli ancora scusa da parte mia se non ti dispiace sorella-. -Non preoccuparti riferirò-. Poi mi venne in mente una cosa –A proposito Annabelle?-. -Si- e la vidi grattarsi la nuca per l’imbarazzo. Risi e dissi –Non sarà per quel film che abbiamo visto sabato sera vero? Quello della Bambola Assassina?-. -Effettivamente si-. -Diamine Bells ti è piaciuto quel film del terrore? La mamma e papà si sono quasi cagati sotto dalla paura-. -Era carino dai-. -Se ti piacciono quel genere di film, scommetto che tua figlia la chiamerai Annabelle-. -Spiritosa Key, già che siamo in tema di film tu quale preferisci?-. Ci pensai e quando lo trovai risposi –The Avengers-. -Cosa? Il film con quel Piccolo Cervo?-. -Intendi Loki vero?-. -E’ lo stesso-. -Si mi piace quel film, qualche problema?-. -No ma non pensavo che ti piacesse quel genere-. Con un sorriso malizioso dissi –Credevi che lo guardassi per il genere? Chris Evans? Chris Hemsworth? Robert Downey Jr.? Non ti dicono niente?-. -Ecco come mai guardavi il film con occhi sognanti, che pervertita-. A forza di parlare siamo arrivate davanti a un negozio che vendono televisioni e quella grande era accesa e stava trasmettendo un servizio del telegiornale New Time, una giornalista bionda con un completo color panna si trovava in una base militare e io e Isabelle ci fermammo ad ascoltare “Buongiorno Martha, mi trovo nella base militare a Diego Garcia per aggiornarvi dell’ attacco subito ieri sera alla base militare in Qatar ad opera di qualcuno che voleva a quanto pare violare la rete militare ma l’attacco alla rete è stata fermata dai nostri militari, per quanto sono riusciti ad impedire a questo nemico di appropriarsi di informazioni militari non si sa se la base e gli uomini di stanza li siano sopravvissuti perché la comunicazione è stata interrotta all’ inizio dell’attacco, i militari hanno voluto mantenere il riserbo molto alto e per ora non ci è permesso si sapere altro e nemmeno l’attentatore, i militari sostengono che sia di matrice islamica ribelle che risiede in quella zona ma vi terremo aggiornati, per ora è tutto qui Claire Smith a voi la linea”, restammo agghiacciate a questa notizia e infatti la donna chiamata Martha disse che non c’è ancora una lista dei dispersi e che per ora le famiglie coinvolte possono solo aspettare e pregare, io dissi –Ti sei accorta di una cosa?-. -Che cosa-. -Ieri sera sono cadute quelle cinque comete e la base militare in Qatar è stata attaccata-. -Pensi che ci sia un nesso?-. Io annuì –Io penso che i militari sappiano cosa li abbia attaccati ma vogliono insabbiare la cosa-. -Per quanto hai ragione non è affare nostro Keira, povere famiglie-. -Già…-. Ad un certo punto il mio sguardo si posò sull’altro lato della strada e vidi parcheggiata una Chevrolet Camaro SS del 1977 classe Z28 gialla con le strisce nere, la Chevrolet Camaro è la mia auto preferita e guarda caso gialla e nera e decisi di avvicinarmi per ammirarla meglio mentre Bells guardava il notiziario, arrivata posai la mia mano destra nel cofano e la trascinai fino ad arrivare hai tergicristalli e dissi euforica –Che fortuna ho avuto ad incontrarti Camaro, adoro quest’auto e appena ho la patente me ne compro una uguale a te bellissima-. Ad un certo punto sentì una voce maschile dietro di me e mi voltai di scatto –Scusi posso aiutarla in qualche modo?-, la voce proveniva da un ragazzo alto, muscoloso, capelli corti biondo grano, occhi azzurro mare, barba sfatta e vestito con giacca di pelle nera, maglietta blu scura, jeans chiari e stivali da cowboy marrone cioccolato e mi guardava sorridendo e dissi –N…No stavo s…solo guardando la vostra auto-. -Gli piacciono le Camaro?-. -Decisamente si-. -Anche a me, gli dispiacerebbe venire fare un giro?-. -C…Cosa? No grazie dovrei andare a scuola-. -Allora l’accompagno-. -Non si disturbi c’è mia sorella con me-. -Allora viene anche lei-. -Veramente…-. -Insisto-. Ero stufa della sua insistenza e dissi –Senta apprezzo la sua gentilezza ma non la conosco e io non vado in auto con uno che non conosco, quindi smetta di insistere-. Stava per ribattere quando sentì la voce di mia sorella provenire dall’altra parte della strada –Keira! Vieni qui!-. -Arrivo!- lo guardai e vidi che guardava Bells e dico –Ecco lei è mia sorella, ora arrivederci- e ritraversai la strada velocemente. Appena arrivata Isabelle disse –Come diavolo ti sei permessa di andartene senza dirmi niente e poi a parlare a un perfetto sconosciuto, sei uscita di senno Keira?-. -Ho solo attraversato la strada tutto qui, hai la mia stessa età Bells non puoi dirmi che cosa fare-. -Avrai la mia stessa età ma sono nata prima di te-. -Si di pochi secondi, non fare tanto la superiore-. -Tralasciando questo dettaglio che chiariremo in seguito dovevi dirmi dove andavi diamine e a vedere cosa poi-. -Una macchina-. -Una macchina? Tu e la tua fissazione per le auto, fammi indovinare è quella Camaro gialla con le strisce nere che seduto sul suo cofano un ragazzo biondo strafico-. -Si è quella, sai che voglio comprarmene una ma poi…perché guardi quel ragazzo?-. -Sei gelosa?-. -Io! Tienilo pure sorellina-. Lei rise –A proposito che voleva-. -Mi ha chiesto se mi piaceva l’auto e se volevo che facessi un giro con lui-. -E tu hai rifiutato?-. -Si cosa volevi che facessi, un bel giro in auto con un perfetto sconosciuto che potrebbe rivelarsi un pervertito?-. -Addirittura un pervertito, sentila-. -Chiudi il becco e andiamo che se no faccio tardi- e cominciammo ad avviarci lasciandoci alle spalle la Camaro con il “pervertito” quando mi venne in mente una cosa –A proposito, hanno detto altro sull’attacco in Qatar?-. -Ha parlato il padre di Dave dicendo che troveranno il colpevole dell’attacco e che ora sanno come comportarsi con loro se li catturano e poi ha consolato le famiglie coinvolte-. -Il padre di Dave è un brav’uomo e da quando è in carica i responsabili degli attentati all’America sono stati tutti presi-. -Già- e per tutto il tragitto non proferimmo parola anche se io pensavo ancora alla Camaro e il suo proprietario. Arrivati al liceo vedevo tutti i ragazzi correre verso l’entrata segno che fra poco dovevo essere in classe così dissi –Bè grazie della chiaccherata sorellina e anche di avermi accompagnato, ora devo sbrigarmi-. -Nulla di che Key, buona fortuna per la verifica-. -Grazie-. -Buona scuola-. Le vidi un ghigno stampato in faccia e dissi –Togliti quel sorrisetto da Joker dalla faccia, sarai pure a casa per uno stupido sciopero ma domani torni a scuola con me e sai una cosa?-. -Cosa sentiamo?-. -La prossima volta che tocca a me accompagnarti a scuola anche io faro il tuo stesso ghigno sappilo serpe-. -Che minaccia, mi tremano le gambe-. -Dai ora fila via sbruffona a dopo-. Detto questo la vidi girare i tacchi e andarsene così io corsi verso scuola. Arrivata in classe mi posizionai nel banco in fondo e mentre aspettavo che arrivasse Arienne tirai fuori dalla borsa un paio di guanti senza dita di pelle nera e me li misi, i miei genitori dicevano che non dovevo vergognarmi della mia voglia e io gli davo ascolto quando ero a casa ma quando uscivo che loro non c’erano io mi mettevo i guanti per non mostrare la voglia, guardai i mei compagni di classe e vidi Dave seduto al primo banco con Glenn e alla fine vidi arrivare Arienne di corsa vestita con un giubbotto jeans scuro, maglietta gialla, sciarpa fucsia, gonna a balze nera e ballerine bianche che si posizionò al mio fianco e poco tempo dopo arrivo la professoressa di matematica Victoria Evans e cominciammo il compito. Dopo tre ore di compito che a mio parere svolto alla perfezione ci avviammo agli spogliatoi per tre ore di educazione fisica e ci cambiammo, io mi misi una canottiera blu, pantaloncini corti neri e scarpe da ginnastica bianche mentre Arienne si mise una canottiera gialla, braghe corte bianche e scarpe da ginnastica rosse e il professore Tyler Boyle ci portò al campo dietro alla scuola adibito alle corse per prepararci all’imminente corsa campestre a cui la nostra scuola avrebbe partecipato settimana prossima. Come prima cosa ci fece fare stretching e poi ci fece dividere in squadre di quattro persone per un giro di campo e la mia squadra fu composta da me, Arienne, Dave e Glenn, ci fece posizionare alla riga d’inizio e quando sentimmo scattare il via partimmo, io fin da piccola adoro correre in qualsiasi parte mi trovo ma non sono mai stata una tipa veloce e infatti per questo motivo finivo sempre tra gli ultimi insieme ad Arienne ma oggi stranamente sentivo qualcosa in me simile all’adrenalina che mi fece scattare e infatti ero in testa, mi voltai per vedere gli altri e vidi che anche la mia amica stava andando veloce e mi stava raggiungendo ma essendo che volevo mantenere la mia posizione spinsi il mio corpo al massimo della velocità. Dopo dieci minuti buoni che avevo finito di fare i miei sette giri e ricevuto i complimenti dal professore mi andai a sedere sulla panchina sotto il salice che si trovava di fianco al campo con le gambe doloranti e poco dopo mi raggiunsero anche Arienne e Dave anch’essi con le gambe doloranti e risi. Dave dopo essersi seduto chiese –Che cavolo hai da ridere Barnes?-. -Dovreste vedervi-. -Perché tu sei una rosa di campo-. Arienne intervenne –Dai Dave non essere così permaloso-. -Non sono permaloso-. -E allora che hai?-. -Di solito siete ultime nella corsa, invece ho visto Keira correre come un capriolo e anche tu poco dopo l’hai raggiunta, ho dovuto pregare le mie gambe perché vi raggiungessero-. Io e Arienne ci guardammo e scoppiammo a ridere e dissi – Si, il nostro Dave è geloso perché abbiamo scalfito il suo orgoglio maschile-. -Voi non avete scalfito il mio orgoglio e tanto meno non sono geloso e perché poi-. -Perché hai perso contro due donne-. -Sentite, punto numero uno: eravamo nella stessa squadra e punto due: siete mie amiche e se anche mi aveste scalfito il mio orgoglio ve lo direi-. Arienne disse –Scusa Dave, siamo due insensibili stronze-. Lui rise e disse –Si a volte lo siete ma sarò magnanimo oggi e vi perdono, vi voglio bene-. Io dissi –Anche io e Ary ti vogliamo bene-. Lui ci sorrise e disse –Quasi mi dimenticavo, tenete ho portato tre bottigliette d’acqua-. Me ne lanciò una e dissi –Grazie, ti adoro-. -Lo so!-. Bevo sei sorsi di acqua e sentì il mio corpo tornare fresco come prima e mi venne in mente una cosa –Avete sentito dell’attacco in Qatar?-. Ary dopo aver chiuso la bottiglietta disse –Si, stamattina a colazione mio padre ha acceso la TV e al telegiornale parlava proprio di quello ma non si sa chi abbia attaccato, pensano di matrice islamica-. -Io invece con mia sorella mentre stavamo venendo a scuola a un negozio che vendono TV e speriamo che scoprano chi sia stato, tu Dave?-. -Anche io l’ho scoperto a colazione-. -Tuo padre ti ha detto qualcosa?-. -Nulla che non abbia detto alla stampa, se mi dice qualcosa sarete le prime a saperlo okey?-. Noi annuimmo e poi Arienne disse –Qualcuno a visto la mia sciarpa?-. Dave chiese esterrefatto –La sciarpa? Dopo che hai fatto sette giri non hai caldo-. -Si ciò caldo ma non mi importa mi serve-, da quando la conosco l’ho sempre vista con una sciarpa legata al collo e non se ne separa mai e infatti oggi se l’è messa anche per fare ginnastica, quando gli chiedo spiegazioni è vaga e mi dice solo che le adora. Dave dopo essersi guardati in giro disse –Eccola li-. -Dove?-. -E’ in mezzo al campo, stai qui te la porto io- e lo vidi correre verso il campo, il mio occhio si posò sul collo della mia amica e vidi una cosa nera uscire dai suoi capelli biondo grano ancora sudati così guardai meglio e mi parve la mia stessa voglia ma sarò così stanca per colpa della corsa che mi immagino la mia voglia da per tutto così lasciai perdere. Dopo qualche minuto Dave tornò con la sciarpa –Eccotela, mi sono quasi fatto prendere sotto dai nostri compagni per questa stupida sciarpa-. Dopo averla presa vidi Arienne abbassare la testa mortificata e dissi –Fine come sempre è Dave?-. -Cosa ho detto?-. Alzai gli occhi al cielo e quando posai gli occhi su Arienne vidi oltre la sua spalla sulla strada una cosa che mi fece raggelare il sangue, sull’altro ciglio sulla strada d’avanti a un negozio di cucito era parcheggiata la Camaro gialla con le strisce nere del 1977 e vidi nitidamente il “pervertito” al suo interno che mi guardava con una faccia tra il severo e il rilassato così mi pietrificai sul posto a fissare la Camaro. Poco tempo dopo mi sentì scuotere così mi girai e vidi Dave che mi strattonava e disse –Keira! Tutto bene?-. -E’?-. -Ti ho chiesto se stai bene-. -Si perché?-. -Ti abbiamo vista ferma immobile che fissavi la strada e abbiamo cominciato a preoccuparci sul serio-. -Non è niente-. -Vedi che c’è qualcosa, dicci cosa ti angoscia-. -Ragazzi veramente non…-. Arienne intervenne –Key noi ti vogliamo aiutare e soprattutto siamo tuoi amici, dicci cosà ti preoccupa-. Sospirai e dissi –Vedete la Camaro gialla con le strisce nere sull’altro lato della strada?-. Li vidi girarsi e quando la individuarono Ary disse –Si, che centra quella Camaro?-. -Vi ricordate che vi ho detto che io e Isabelle ci siamo fermati a guardare la notizia sul Qatar?-. Loro annuirono. -Ad un certo punto vidi quella Camaro parcheggiata e voi sapete che adoro le auto come quella così andai a guardarla ma quando arrivai il proprietario dell’auto, un ragazzo alto e biondo mi prese di sorpresa perché non sapevo che era li continuava a tormentarmi chiedendomi di fare un giro con lui e dopo aver rifiutato la proposta più volte me ne andai, ora mi ritrovo la stessa auto parcheggiata li e con il ragazzo che continua a fissarmi-. Li vidi scambiarsi uno sguardo preoccupato e riguardarono la Camaro ma quando anche io guardai l’auto non c’era più e Dave disse –Ora è sparita-. Arienne si girò verso di me e mi prese la mano –Keira devi andare dalla polizia a denunciarlo, questo è perseguitare una persona contro la sua volontà-. -Non voglio ricorrere a questa opzione, non ancora almeno, voglio vedere i prossimi giorni e se mi segue ancora allora andrò alla polizia-. -Keira ma…-. Dave intervenne –Per quanto sto dalla tua parte Ary devo dare ragione a Keira-. -Cosa?-. -Se d’avvero volesse fargli qualcosa sarebbe rimasto li ad aspettare che uscisse da scuola ma invece se ne è andato, però Key se ne i prossimi giorni torna all’attacco chiamaci che andiamo alla polizia insieme-. -Ve lo prometto, so quel che …-. Fummo interrotti dall’arrivo del professore che aveva dei fogli in mano che ci guardò –Spero di non aver interrotto niente-. Io sorrisi –Non ha interrotto niente professor Boyle-. -Ne sono contento, fra poco la campanella suona e tutte le squadre hanno finito così come le mie valutazioni quindi sarò breve, la settimana prossima alla corsa campestre porterò con me voi signorina Barnes, la signorina Burton e il signor Keller insieme alla signorina Green e il signor Porter, a voi va bene?-. Ci guardammo e dopo i consensi risposi –Per noi va pur che ben professore-. -Bene, oggi ho notato la vostra velocita Barnes e anche la vostra signorina Burton, Keller invece lei era già nella lista da settimana quindi non ho notato miglioramenti-. Ad un certo punto sentimmo la campanella che suonava per segnalare la fine della lezione e il professore disse –Bene ragazzi ora andatevi a cambiare e andate a casa, siete stati bravi-. Io dissi –Grazie…Professore?-. -Si signorina Barnes?-. -Per la corsa campestre hai miei genitori devo…-. -Non si preoccupi Keira manderò una circolare a casa dove scriverò tutto l’itinerario e gli orari e ovviamente la loro firma, ci vediamo lunedì prossimo per gli ultimi allenamenti-. In coro dicemmo –Arrivederci professore- e andammo tutti e tre insieme agli spogliatoi a cambiarci, finalmente la parte della giornata che detesto al mondo era finita e ora mi aspettava la spiaggia. Usciti come sempre c’era un pandemonio al cancello d’ingresso quindi per uscire integri almeno dopo il cancello cominciamo a rispondere agli spintoni che gli altri nostri coetanei ci riservavano e alla fine raggiungemmo la nostra meta, Dave dopo aver spinto uno del quarto anno e avergli lanciato un occhiataccia disse –Finalmente siamo usciti da questa mandria imbufalita-. Io dissi –Concordo con te, Ary tutto bene?-. -Si sono integra-. Ad un certo punto sentimmo una voce maschile dire –Signor Keller è pronto? Suo padre desidera parlarle-. Lui guardò nella direzione della voce e gridò –Arrivo subito!-. Poi ci guardò –Vorrei sotterrarmi-. Io divertita chiesi –Perché scusa?-. -Tutti qui sanno che sono il figlio del Segretario della Difesa e io voglio essere un normale ragazzo che frequenta il liceo, invece a prendermi mi manda i suoi gorilla proprio davanti a tutti i miei compagni di scuola facendomi vergognare a morte-. Arienne disse –Sarà colpa del tuo stato di celebrità, magari mio padre mi venisse a prendere o mandasse qualcuno-, Arienne ha una vita famigliare diciamo un pò…disastrata, sua madre morì quando aveva cinque anni per un incidente d’auto e suo padre che era nella polizia si congedò e inizio a bere per annegare il dolore nell’alcool, si occupa della figlia ma a volte la trascura e lei ci sta male. Dave dopo averci salutato si stava avviando verso l’auto quando improvvisamente si fermò e tornò da noi –Ragazze vi va di passare il pomeriggio da me? Dopo vi riaccompagno a casa-. Io dissi –Mi piacerebbe Dave ma oggi ho già un impegno con la mia famiglia, sarà per un altra volta-, nessuno mi rovinerà la mia giornata al mare. Lui annuì un po’ triste e poi guardò Arienne – Io…devo…- so quel che vuole fare, vuole accompagnarmi a casa per poi tornare a casa sua per stare con suo padre mezzo ubriaco quindi la precedo –Ary vai pure se vuoi, non mi offendo mica se vado da sola a piedi anzi ho tempo per pensare-. Lei mi sorrise –Sicura Key?-. -Sicurissima-. -Va bene io accetto, infondo starei sempre in camera mia-. Dave disse –Fantastico! A domani Key-. -A domani ragazzi-, vidi i miei amici avviarsi verso la macchina dei gorilla quando fermai un attimo la mia amica –Ary!-. -Si Keira?-. -Volevo chiederti se hai visto le comete ieri sera verso le 22:30?-. Lei ci pensò e poi rispose –Si, non riuscivo a dormire così mi sono messa a guardare le stelle e le ho viste, bellissime-. -Veramente bellissime-. -Perché me lo chiedi?-. -Niente di che, volevo solo sapere se non ti fossi persa quello spettacolo-. -No che non me lo sono perso, a domani e salutami Bells-. -Lo farò e cerca di divertirti a casa di Dave va bene?-. -Si Grande Capo-. -Smettila!- ridemmo e poi la vidi salire in macchina e partire mentre io mi avviai verso casa impaziente di andare a divertirmi in spiaggia. Mentre passeggiavo verso casa pensai alle cinque comete e all’attacco in Qatar, mi sembrava strano che alle 22:30 avessi visto delle comete cadere facendo danni e poco dopo qualcuno ha attaccato la base militare in Qatar, che quelle comete nascondano qualcosa di strano e che abbia attaccato i soldati in Medio Oriente? Che fossero state loro? Era una cosa al quanto bizzarra che fosse successo questo e anche che IO lo pensi, non credo alle apparenze da sempre e adesso mi metto a fare teorie su un possibile collegamento dei due fenomeni, sono veramente pazza e scacciando questo pensiero aumentai il passo. Arrivata d’avanti alla porta di casa mi venne un brivido alla schiena e mi voltai, non vidi nessuno quindi portai la mia attenzione sulla porta di casa, stavo per prendere le chiavi quando mi accorsi che la porta era stata forzata ed era aperta, mi assalì il panico più totale perché sapevo che qualcuno era entrato in casa ma non si sapeva se era ancora all’interno ma soprattutto se i miei genitori e mia sorella erano all’interno, così presa da un coraggio che non avevo mai provato con la mano destra aprì la porta attenta a non farla sbattere contro il muro e con la mano sinistra presi la statua della Torre Eiffel sopra il comodino all’entrata e mi avventurai all’interno dell’abitazione. Perlustrai con gli occhi l’interno della casa e vidi le pareti ricoperte della carta da parati color pesca squarciate da tagli come fossero stati degli artigli a provocarli e questo fenomeno si ripete per tutto il corridoio e tutti i mobili erano per terra e gli oggetti distrutti, arrivata alle scale che portavano di sopra decisi di perlustrare le nostre camere e arrivata nelle camere mia e quella dei miei genitori vidi le camere ridotte come il corridoio e i letti erano completamente distrutti come se fossero stati tagliati e strappati, poi andai nella camera di Bells e quando aprì la porta mi trovai davanti una scena scioccante, oltre ad essere distrutta come nelle altre camere la finestra era distrutta come se fosse stata rotta da fuori ed era veramente un buco enorme, perlustrai la stanza e sul davanzale della finestra c’era un foglietto piegato così lo presi e lessi: “Carissima signorina Barnes, come vede la sua casa è distrutta e voglio informarla che abbiamo preso vostra sorella gemella Isabelle Barnes, se vuole rivederla viva deve dire hai suoi amici Autobot di consegnarci le coordinate per l’All Spark, altrimenti la sua cara sorellina pagherebbe il prezzo del loro rifiuto con la vita quindi non faccia scherzi. PS. Di sotto c’è un regalo per lei. Cordiali saluti Decepticon”. Rimasi a fissare quel foglietto incapace di ragionare, questi Decepticon avevano rapito Bells e se la rivolevo dovevo convincere questi Autobot ad aiutarmi, poi rilessi quel PS e mi fiondai di sotto nell’unica stanza che non avevo perlustrato, la cucina. Arrivata sulla soglia della cucina mi si presentò d’avanti una scena terribile e mi sentì come se uno mi avesse dato un pugno in pieno stomaco, vidi i corpi dei miei genitori distesi per terra in una pozza di sangue che non finiva di espandersi e mi assalirono le lacrime che le lasciai scorrere senza sosta per il dolore, mi avvicinai hai corpi dei miei genitori barcollando e lasciai cadere a terra la Torre Eiffel per poi cadere in ginocchio e con tutto il fiato che avevo in corpo gridai con tutto il dolore che avevo in corpo e quando il grido cessò abbracciai i corpi senza vita dei miei genitori sperando che in qualche modo fosse tutto un sogno e che quando mi sveglio me li trovo li sorridenti a dirmi che va tutto bene, quando mi rialzai dai corpi capendo che non torneranno più mi accorgo di avere la maglietta e i pantaloni sporchi di sangue così non volendo avere il loro sangue appiccicato addosso mi stavo avviando verso la mia camera quando vidi sopra alla tavola una mia canottiera blu e un mio paio di jeans chiari così mi cambiai con le mani che tremavano e sporche di sangue. Finito di cambiarmi mi lavo le mani sporche e poi ritorno dai miei genitori e solo allora mi accorsi che c’era un altro biglietto sull’isola della cucina così lo presi e lessi il contenuto: “Se legge questo biglietto vuol dire che ha trovato i corpi, la loro morte non era contemplata nel piano ma erano a casa e si sono anche opposti di consegnarci voi e vostra sorella, quindi sono morti per salvarvi. Le mie condoglianze e…non sarebbe dovuto accadere”, fui percorsa da una rabbia incontrollabile così accartocciai il foglio e lo buttai addosso al muro –CONDOGLIANZE! VE LE DO IO LE CONDOGLIANZE, QUANDO VI TROVERO’ SARA’ IL VOSTRO FUNERALE, VE LO GIURO SU I MIEI GENITORI E SU MIA SORELLA! CAPITO BASTARDI?-. Ad un certo punto dietro di me sentì dei ringhi acuti e profondi e quando mi girai mi pietrificai sul posto, davanti a me ci stavano degli esseri oscuri assomiglianti a cani: erano molto grossi, la loro schiena era curva con delle spine appuntite sul dorso, avevano delle code simili a quella dei leoni, avevano la pelle nera, sulle zampe avevano lunghi artigli e per completare il tutto avevano delle zanne lunghe e appuntite con una lingua biforcuta con cui si leccavano i baffi, poi l’essere a destra parlo –Abbiamo un altro spuntino, gli adulti erano squisiti ma la ragazza deve essere ancora più buona- le mie orecchie avevano sentito bene, quegli esseri avevano ucciso i miei genitori così presa da una rabbia improvvisa dissi –VOI ESSERI SUDICI AVETE UCCISO I MIEI GENITORI!-. Quell’altro disse –Si ed erano veramente buoni-. -Vi ucciderò con le mie mani!-. -Sei solo una sporca umana, non abbiamo paura di te-. Ad un certo punto il cristallo appeso alla catenina si illuminò e mi sentì invadere da una forza stana e sovrannaturale e poi dalle mani si formarono dei fulmini, cosa mi stava succedendo e non lo capivo ma vidi i due esseri indietreggiare e il primo che aveva parlato disse allarmato –E’ una di loro! E’ una delle ragazze della profezia!-. Profezia? Una di loro? Non ci stavo capendo più niente, ma ad un certo punto lo vidi correre verso di me con le zanne in bella vista così con le due mani puntai verso di lui e i fulmini lo colpi riducendolo in polvere, esultai ma mi accorsi che i fulmini erano spariti e che l’altro essere mi stava per saltare addosso così mi preparai alla mia imminente morte quando una trave di legno lo trapassò riducendolo in polvere come il suo amico. Ripresomi dallo stupore vidi che la trave era sorretta dal ragazzo della Camaro che disse disgustato –Voi esseri mi fate schifo non avete un briciolo di galanteria, attaccare una ragazza indifesa, non si fa-. Se fosse in circostanze migliori avrei riso della battuta ma ero distrutta dal dolore e tutto il resto, il ragazzo disse –Tutto bene?-. Lo guardai e risposi –Potrei stare meglio-. -Complimenti, ho avuto la conferma-. -Conferma di cosa?-. -Sei una di noi-. -Aspetta ho avuto una giornata pessima oggi, in che senso sono una di voi? Anche quell’essere l’ha detto-. -Ti spiegherò tutto ma ora dobbiamo andare prima che arrivino degli altri-. -Non vado da nessuna parte!-. -Si che vieni-. -No e poi, tu come hai fatto a trovarmi? Mi hai seguito?-. -Diciamo di si e ho fatto bene se no ha quest’ora saresti morta, dai vieni-. -No! Prima devo occuparmi dei miei genitori e poi devo trovare i carnefici così da ucciderli-. -I tuoi genitori sono morti per salvarti e se ora non vieni il loro sacrificio sarà stato vano e poi io so chi è stato a fare questo e posso darti la vendetta che cerchi-. -Veramente? Chi sono questi stronzi?-. -Se lo vuoi sapere devi venire con me, non posso dartele se stai qui e tu non avrei le risposte che cerchi e poi…ci sono delle persone che ti vogliono incontrare e che ti possono dare una mano-. -Se vengo con te avrò la mia vendetta? Non mi prendi in giro vero?-. -Non ti sto prendendo in giro te lo giuro, fidati di me- e mi porse la mano destra come un invito a seguirlo, tutta la mia vita ora era completamente distrutta dalla morte dei miei genitori e non c’era più niente per me qui ma potevo ancora salvare mia sorella dalle grinfie di questi Decepticon, il ragazzo poteva aiutarmi in questo e io volevo appagare la vendetta che si stava diffondendo in me come se fosse alimentata da un fuoco che da quando scopri i carnefici si era diffusa in tutta me stessa quindi andai dai miei genitori e dissi –Non è giusto che abbiate sacrificato la vostra vita per la mie e giuro su me stessa e di tutto quello che amo che ucciderò chi vi a fatto questo e troverò Isabelle- accarezzai le loro facce per l’ultima volta e poi presi i foglietti del carnefice e la Torre Eiffel regalatami da papà quando tornò da una conferenza a Parigi e me li misi nella borsa svuotata di tutto il materiale scolastico. Preso tutto quello che mi serve mi voltai verso il ragazzo che aveva ancora la mano destra tesa verso di me e la presi con convinzione, poi lo fissai nei suoi occhi azzurro mare e dissi –Mi sto fidando di te e della tua parola ma voglio quelle risposte che mi hai promesso ma soprattutto…la mia vendetta-. -L’avrai te lo giuro-. -Bene, portami da queste persone che desiderano tanto conoscermi-. -Vedrai loro sapranno aiutarti, l’anno fatto anche con me-. Da come parla gli deve essere successo qualcosa che queste persone hanno saputo risolvere e speravo con tutta me stessa che siano in grado di aiutare anche me, quindi annuì e uscimmo dalla mia casa ormai distrutta con la consapevolezza che non ci sarei più tornata e questo mi creava tanto dolore ma ormai una parte di me, quella ancora non colpita dal dolore che per me qui ormai non c’è più niente, solo sofferenza e nient’altro. Quindi attraversata la strada salimmo sulla Camaro e sfrecciammo via lontano lasciandoci alle spalle la mia casa per scappare da quegli esseri rivoltanti che sicuramente sarebbero tornati più numerosi, in quella casa ho lasciato una parte di me ma non quella che reclama vendetta perché quella mi resterà finché non avrò ucciso con le mie mani le persone che hanno fatto questo a me togliendomi tutto quello che amo. Nascondetevi pure nullità quali siete perché io vi stanerò e vi ucciderò.
   
 
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