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Autore: Everian Every    31/07/2016    2 recensioni
(Per capire meglio gli eventi narrati in questa ff, è necessario aver letto Over Worlds - Total War) (Forte presenza di Autori)
L'Omino di mai, la Follia, ha cacciato con un subdolo stratagemma il Mastro dal suo Mondo, prendendone il controllo. Per poterlo dominare del tutto, ha scatenato l'esercito di Rovine affinché l'Universo fosse raso al suolo, così da poterlo ricreare a suo piacimento.
Per evitare che il Mastro tornasse e lo fermasse, ha rapito una ragazza da un altro Universo ed ora la tiene in ostaggio. Il Supremo non ha tuttavia fatto i conti con un certo gruppo di eroi che faranno di tutto per salvare la loro amica.
Enjoy this :D
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Over Worlds'
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Parsifal li fissò uno dopo l'altro. Poi voltò l'occhio (che si spostò sulla faccia con un suono viscido e ributtante) verso il portale aperto da Lyram. Ebbe un sussulto come se stesse ridendo sobbalzando, per poi rivoltare l'occhio verso di loro ed aprire le fauci, lanciando un grido rabbioso che smosse le Rovine, tutte alte almeno il doppio di lui, a muoversi verso gli eroi a passi pesanti e rapidi.
Gyber ringhiò, illuminando gli occhi di luce viola e ricoprendo le braccia dal buco viola che crebbe fin sui gomiti come delle grosse lame frastagliate.
"Non possiamo ancora affrontarli, Gyber!" gridò Lelq, ma l'ultra antracia non gli diede retta e si lanciò all'attacco con un ruggito animalesco.
Lucas digrignò i denti e guardò Randor. "Amico, ti prego, dagli una mano."
Il ragazzo lasciò cadere le braccia lungo i fianchi e fluttuò con rapidità all'inseguimento del megalodonte. Intanto Vincent si era messo di buon impegno a calmare Dz che era indietreggiato terrorizzato fino ad attaccarsi con la schiena alla parete del tempio ed ora guardava con gli occhi sbarrati e la bocca socchiusa ed ansante verso la Rovina più potente in assoluto. Shruikan digrignava i denti, mentre una lacrima gli rigava il volto e il sangue usciva a tratti dalla sua pelle come aculei sottilissimi per poi risparire nell'organismo. Litios attendeva l'ordine del loro leader. E Lucas non sapeva cosa fare.
"Dannazione!" gridò frustrato. Erano inermi contro quelle bestiacce. Sebbene Gyber fosse riuscito a farne a pezzi una decina e Randor non fosse da meno, non voleva dire che fossero in vantaggio, visto che Parsifal si limitava a guardarli, come se stesse aspettando qualcosa. Appena fosse entrato in battaglia li avrebbe fatti a pezzi. Inoltre era troppo vicino al portale loro unica via di fuga per poterlo aggirare.
Gyber afferrò tra le fauci il collo di un ciclope di otto metri e lo scosse come se fosse un cucciolo di tigre, spezzandoglielo. Guardò Parsifal. Parsifal guardò lui e il suo grande occhio violaceo fu percorso da un lampo di sfida e divertimento. L'ultra antracia ringhiò infuriata.
"Ti spezzerò le gambe. Poi divorerò le tue braccia e per finire ti caverò quell'occhio e la massa di fango che hai al posto del cuore!" gli ruggì contro, saettandogli contro con un poderoso colpo di gambe che sollevò una montagnetta di ghiaccio scoprendo umido terriccio sottostante. La Rovina allargò le braccia e strinse i pugni, facendo scrocchiare le nocche.
I due si scontrarono generando una sfera di una trentina di metri di diametro a malapena visibile entro la quale l'energia rilasciata dai loro corpi vaporizzò all'istante ogni cosa. Gyber sferrò un pugno tremendo, fracassando la struttura stessa della realtà, ma Parsifal parò con l'avambraccio. Il megalodonte si ritrasse, lasciando la Rovina il cui braccio era illeso, ma fumante nel punto d'impatto. Si misero a fluttuare e ripresero a scontrarsi, scambiandosi pugni che spezzavano la realtà, lasciando profondi squarci da cui colava la sostanza dell'Interstizio che, a contatto con qualcosa di esistente, svaniva in una nube di vapore. Erano così veloci che non le fratture che apparivano dopo ogni colpo si presentavano a gruppi di cento. Quando si scontravano creavano un frastuono assordante e le onde d'urto spezzavano il terreno e il cielo, mettendo in serio pericolo il gruppo di eroi.
"Che cazzo sta succedendo? Non vedo niente!" gridò Lucas, cercando di coprirsi vicino al tempio. Erano tutti aggrappati alle pareti di ghiaccio della struttura, in balia dell'uragano che Parsifal e Gyber stavano causando. Le Rovine erano state tutte spazzate via dalla foga dei loro attacchi, al contrario di Randor che apparve davanti ai suoi amici, imponendo le mani spalancate davanti a sé. Una barriera magica li avvolse, proteggendoli, ma ogni istante che il combattimento tra colossi si protraeva questa vibrava paurosamente e a riempirsi di crepe che il giovane faticava a rigenerare in tempo.
"Che facciamo, Lucas?!" gridò Litios, cercando di sovrastare il baccano, ma il leader non sapeva che pesci prendere. Non potevano muoversi, dannazione! Ad un tratto Gyber riapparve. Era stato colpito da una manata del ciclope dritto sul muso ed ora stava volando ad una velocità vertiginosa verso terra. Toccò il suolo da un'altezza di quasi trecento metri, sprofondando per una ventina, portandosi dietro quasi tutto il piazzale davanti al tempio. Gli effetti dello scontro si placarono, permettendo a Randor di abbassare le difese.
Parsifal precipitò a terra in piedi, senza subire alcun danno. Le sue gambe scomparvero nel terreno, perforandolo come fosse burro. Si risollevò senza fatica e osservò l'ultra antracia intenta a rialzarsi. Aveva diversi ematomi su tutto il corpo e uno dei buchi viola era stato rotto come fosse un vetro.
Gyber sputò un grumo di sangue e di denti rotti a terra, avvolgendo di nuovo le gambe e le braccia con la sostanza violacea. Sbatté tra loro i pugni e ruggì, lanciandosi di nuovo all'attacco. Ma Parsifal non si fece intimidire. Alzò un braccio e, più velocemente del lord, glielo abbassò sulla spalla, facendolo sprofondare nel terreno, creando una scossa sismica che fece tremare l'intera montagna. In cielo, oltre le nubi che coprivano la vetta del promontorio, si sentì un boato in risposta al fragoroso sisma, segno che una slavina era in arrivo. La Rovina fece per colpire di nuovo, ma un'onda sonora lo travolse di fianco, mandandolo a schiantarsi contro un edificio di ghiaccio, riducendolo ad un cumulo di polvere azzurrina.
"Diavolo, cinque minuti che spariamo e questo è il risultato? Ragazzi, tutto bene?" esclamò Rubens, apparendo da un varco spazio dimensionale creato apposta. Dietro di lui fece capolino Gwenn. La ragazza aveva il corpo avvolto da placche di magma e fiamme rosso acceso che scoppiettavano allegramente.
Gyber sputacchiò sangue e si appoggiò al generale eccentrico. Aveva diverse ossa rotte e qualche foro lo trapassava da parte a parte, bloccando perfino il suo ultra sviluppato potere rigenerativo.
"Che cos'ha mangiato quel coso? Concentrato di steroidi?" chiese Lelq, avvicinandosi di corsa.
"Era come... colpire adamantio senza usare poteri. Utile solo a spezzarti le ossa delle mani..." mugghiò a fatica il lord, tenendosi il fianco da cui colava una cascata di sangue.
"Cazzo, amico, hai un aspetto orribile!" commentò Lucas, cercando di aiutarlo, ma Gyber lo allontanò in malo modo, scacciando poi anche Rubens e chiunque volesse aiutarlo.
"S-sto bene. Non mi serve la vostra... compassione." disse tossicchiando.
Lelq scosse la testa.
"Forza, finché è a terra. Dobbiamo approfittarne per scappare!" li esortò Gwenn, voltandosi verso il portale e pietrificandosi.
"Nessuno fugge. Nessuno si salva." disse il ciclope, ritto in piedi con le braccia penzoloni lungo i fianchi e l'occhio privo di pietà puntato su di loro. Era proprio davanti al portale di Lyram. E sembrava molto più pericoloso di prima.
 
Gwenn, Rubens, Randor e Gyber si stavano scontrando contro il generale supremo delle Rovine. Parsifal riusciva perfettamente a tener loro testa con una sola mano, tenendo l'altra dietro la schiena. Era talmente veloce da essere impercettibile anche per i quattro che avevano raggiunto il limite massimo. Ogni colpo che riceveva lo incassava senza indietreggiare di un millimetro e senza riportare danni. Il suo frac si rompeva e si rigenerava come fosse parte del suo corpo, ad una velocità tale che, appena tagliato, era subito come nuovo, come se lo strappo non ci fosse mai stato.
Lucas guardava preoccupato l'ultra antracia. Era ferito, ma non c'era stato verso di trattenerlo dal farlo entrare in battaglia. Era animato da una furia omicida che non gli faceva sentire dolore, ma si vedeva che avrebbe retto ancora per poco.
"Devo, devo, devo fare qualcosa!" andava ripetendo, osservando lo scontro da dietro la barriera creata per loro dai quattro super esseri. Shruikan stava in ginocchio, osservando cupo lo svolgersi del combattimento. Litios e Victus erano in piedi e cercavano di calmare Donatozzilla, caduto in preda ad una crisi di panico di fronte al ciclope che aveva ucciso uno dei suoi migliori amici.
Lelq invece camminava avanti e indietro, buttando un occhio di quando in quando per vedere come procedeva lo scontro. Sempre peggio. Gwenn aveva aumentato la temperatura delle sue fiamme fino a renderle blu, più incandescenti di qualsiasi altro fuoco esistente. Rubens generava un campo di onde sonore continuo che avrebbe sradicato l'intera montagna, ma che sembrava sufficiente a far fluttuare appena le due code del frac del mostro. Randor imperversava con scariche di un tipo di energia magica che non avevano mai visto prima, dando aiuto a Gyber qualora questi fosse caduto per via delle molteplici ferite. Parsifal, dal canto suo, con una sola mano li aveva già stremati a furia di pugni o colpi simili a vere e proprie badilate che ogni volta producevano tanta energia da annichilire gli attacchi dei quattro. Il portale era inavvicinabile.
Il musicista digrignò i denti e gli occhi gli si inumidirono. Pensò a Giuly e ad Anna. A Mirrus, a Nelly, a Junior, a Deadpool, a Wesker, a tutti quelli che voleva rivedere. Pensò che di quel passò non li avrebbe rivisti mai più. Lanciò un grido di rabbia e di dolore al cielo. Litios lo guardò per un istante con pietà, per poi tornare ad occuparsi di Litios, mentre Lucas appoggiava le mani alla barriera. Fu a quel punto che Lelq si ricordò. Gli occhi gli si illuminarono d'un colpo e prese a rovistare in tasca. Toccò un foglio di carta e poi fissò Lucas.
"Daniel!" gridò. Guardò Shruikan e Litios. "Kishin, Litios, svelti, venite qui!"
I tre lo guardarono con un misto di curiosità mista a rassegnazione e gli si accostarono.
"Che c'è, Lelq?" chiese cupo BlackClaw.
"Le carte." rispose quello, tutto eccitato.
"Ti pare il momento di pensare ai soldi che ti devo a poker? Eddai!" sbottò Lucas.
"No, che capisci. E si, mi devi ancora cinquanta euro. Parlo dei doni! I doni degli Entes! Li avete anche voi tre, no? Usateli, così sarete forti quanto Randor e Gyber!"
I tre lo fissarono con nuova attenzione, ma ancora dubbiosi.
"Non so se fidarmi." commentò secco il Kishin, incrociando le braccia.
Litios mormorò qualcosa, riflettendo.
"Potrebbe essere la nostra sola chance di battere quel colosso! Ragazzi, dovete farlo, oppure quello ci ammazzerà tutti!" replicò il musicista.
Lucas si passò una mano sul collo nervosamente. "Non so, amico. Hai visto quanto hanno cambiato i nostri compagni quelle carte. Randor è diventato... freddo e insensibile peggio di Victus. E Gyber, beh... non devo nemmeno dirlo, no?"
"Preferisci morire a cambiare un po', o preferisci sopravvivere ed essere magari lievemente peggiore di adesso? Pensaci, Daniel. Vuoi dire addio a Aj, alle tue figlie, ai tuoi amici per questo?"
"Non lo so, amico..."
"In fondo, tanto vale provare." si intromise Litios "Facendo due calcoli, le nostre attuali possibilità di sopravvivere sono inferiori. A zero. Quindi..."
Lucas lo guardò indeciso, al contrario di Shruikan che fece una smorfia disgustata.
"Mi hai convinto." ammise alla fine il biondo, afferrando la carta della Rabbia e stringendola al petto. Litios lo imitò e tutti e tre fissarono il Kishin in attesa. Ma questi storse la bocca e li guardò freddamente di rimando.
"Non intendo usare questo pattume. Non mi farò aiutare da chi ha ucciso Mirrus." sibilò, voltandosi ed allontanandosi in silenzio.
I tre lo guardarono preoccupati. Poi Litios e Lucas annuirono l'uno verso l'altro e strinsero con più forza le carte, spingendole verso i loro petti. Una luce abbagliò la zona. Una luce viola e potente da cui emersero due figure splendenti di energia. Il primo a tornare visibile fu Litios. Il ragazzo si guardò le mani. Avrebbe voluto vederle avvolte da guanti metallici d'oro coperti da una ragnatela di fili d'acciaio in cui era incanalata elettricità, ma quello che i suoi occhi incontrarono furono le sue mani normali. Non era cambiato di una virgola.
"Strano..." mormorò, girando la testa per guardarsi meglio, un po' deluso.
Al contrario, quando Lucas emerse, Lelq non poté non guardarlo ammirato. Il ragazzo era completamente vestito di bianco, che jeans e giacca di pelle candidi come la neve, maglietta sempre bianca e scarpe dello stesso non colore.  I capelli erano diventati letteralmente d'oro, così come gli occhi, mentre la carnagione si era fatta chiarissima, quasi luminosa. Le mani e probabilmente anche i piedi, erano così luminosi da essere inguardabili senza ferirsi gli occhi. Dietro la schiena apparivano due grandi paia d'ali che fluttuavano, prive di attacchi col resto del corpo, a qualche centimetro dalle sue scapole. Le piume d'argento riflettevano la luce emanata dal giovane rendendola ancora più ridondante.
"Wow. Questo è forte." commentò Lucas saggiando i pugni. Ogni volta che chiudeva le dita, un po' di energia crepitava creando un momentaneo campo elettrico tutt'intorno.
"Perfetto. Ora resta da capire cosa sia successo a lui." fece Lelq, indicando Litios, che ancora si fissava stranito.
"Penso che io sia cambiato interiormente." borbottò poco convinto.
"Che detto in maniera umanamente comprensibile?" chiese il leader esasperato.
"Uhm..." si limitò a bofonchiare l'altro. Aprì e chiuse le dita di una mano un pio di volte, poi volse lo sguardo verso Parsifal. Puntò le dita socchiuse su di lui e restò immobile per un istante. Poi le spalancò, e la Rovina esplose con fragore. "Bingo." disse con pacata soddisfazione l'alieno androide.
"Ma che, ma cosa, ma che, ma come, ma che cazzo?!" esclamò Lucas gesticolando come un matto.
Lelq fissava invece incredulo il ciclope ancora intatto che barcollava scuotendo il testone, lievemente intontito, dando il tempo ai quattro che lo stavano attaccando di colpirlo ripetutamente. "Direi... Spumeggiante!" disse infine.
"Spiegami. Spiegami. Spiegami." Lucas mise il braccio intorno alle spalle di Litios.
Il ragazzo lo fissò, facendo lampeggiare l'occhio bionico. "È molto semplice. Ho ottenuto il potere di controllare..."
"L'etere." concluse per lui Johara.
Tutti e tre si voltarono verso di lei, colti alla sprovvista. La donna incedeva lentamente verso di loro, circondata da un pulviscolo lampeggiante, come composto da miriadi di brillantini.
"L'etere. Bella cosa. E che cos'è?" chiese Lucas.
"Una sostanza simile alla polvere, per certi aspetti. Non conosco molto a riguardo, sono davvero pochi i manipolatori dell'Etere. La forma originale della Paura era composta da etere. So solo che con questo pulviscolo si può manipolare la realtà a livello sub atomico. Creare esplosioni, barriere letteralmente impenetrabili, lame infallibili... è più o meno come una dimensione extra, oltre a spazio e tempo. Ma solo Nero sa precisamente come funzioni. L'etere è tra i dieci elementi più potenti e pericolosi che esistono, insieme al fuoco di sole oscuro e alla Substantia che compone l'Abisso. C'è chi pensa che il bastone di Nero sia un composto di questi dieci materiali uniti insieme." spiegò la donna.
"Interessante. Quindi posso far esplodere le cose?" chiese Litios.
"Si. Puoi creare esplosioni di qualsiasi portata. Potresti far saltare in aria pianeti, che io sappia. Non ho mai apprezzato l'uso violento dell'etere, ma so che alcuni suoi maestri sono in grado di creare esplosioni così potenti che quello che voi chiamate Big Bang al confronto sembrerebbe lo scoppio di un palloncino."
I tre restarono basiti.
"Quindi è una vittoria gratuita, no?" chiese speranzoso Lelq, che già pregustava la scena della definitiva distruzione di Parsifal.
"Frena gli entusiasmi." Johara lo tacitò. Aveva uno sguardo terribilmente freddo e triste "Parsifal è abbastanza forte da sconfiggere tutti voi. Se anche foste in cento e aveste tutti il vostro potere più grande, come voi due, per dire... Parsifal sarebbe comunque così potente da potervi uccidere con un semplice pugno. Nemmeno i ventuno generali delle Rovine sarebbero in grado di sconfiggerlo."
"Così forte? Tch. Eppure non ha ancora battuto quei quattro." ribatté Lucas spavaldo.
"Primo, sta usando una sola mano. Secondo... Indossa, sotto il frac, un sistema meccanizzato che lo trattiene. Letteralmente, è come una prigione che blocca i suoi movimenti limitandone infinitamente la forza. Se non avesse quell'armatura addosso, sareste già defunti." rispose pacatamente Johara.
Lelq scrollò le spalle. "L'importante non è battere lui, ma fuggire da qui con Giuly, no? Non c'è un modo per aggirarlo, per evitare di combatterlo?"
"Si. Dobbiamo chiedere a mio padre di trattenerlo." concluse lei.
I tre restarono un attimo fermi.
"Beh, allora tanto vale andare a chiamarlo. Lelq, vai tu. Noi lo tratterremo."
"Ma non mi darà mai ascolto."
"Va! Vai a chiamare Lyram." ordinò il leader.
Il musicista sbuffò, ma si voltò e corse verso il tempio. Johara guardò Lucas, imitata da Litios.
"Sei veloce, capo. Non credevo saresti riuscito ad entrare, parlare con l'Ens e tornare senza che me ne accorgessi." commentò il ragazzo, stiracchiandosi. "Per sapere, che hai chiesto all'amicone?"
"Non l'ho trovato. Volevo chiedergli di salvare almeno Lelq. Doveva aiutarlo a trovare Giuly, ecco tutto. Insomma, ormai mi sembra chiaro che creperemo qui, ma... se almeno uno deve vivere qualche giorno in più, voglio che sia Lelq."
"Alla fine l'Omino lo troverà e lo farà a pezzi, lo sai, vero?" chiese Johara, cupa.
"Si." rispose Lucas sorridendo, guardando il cielo vuoto e infinito. La valanga stava arrivando, iniziava a sentirsi come un rombo lontano "Si, ma voglio che prima possa almeno rivedere la sua ragazza. Almeno lui che può farlo un'ultima volta."
Gli altri due annuirono. Poi il trio si diresse verso Parsifal, il quale aveva iniziato ad usare due mani.
   
 
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