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Autore: Robigna88    01/08/2016    1 recensioni
CROSSOVER TRA The Originals/The Vampire Diaries/Supernatural/Constantine
Terza parte della serie The Family Business, sequel di The Family Business - The coven
Sono passati tre mesi da quando Allison ha preso il comando della Strige, affiancata da Tristan che sembra esserle fedele in tutto e per tutto. Il suo cambiamento e le sue scelte hanno colto alla sprovvista la famiglia Originale che di lei si fidava ciecamente e che ora la considera una nemica. Il più toccato da tutta questa storia sembra essere Elijah che di Allison è innamorato, ricambiato, e che si sente responsabile per il profondo mutamento della bella cacciatrice.
Quanto della vecchia Allison è rimasto dentro la nuova? Basteranno l'amore di Elijah, l'amicizia dei Winchester e di Constatine, dei Salvatore, di Castiel e di chi le vuole bene, a riportare ogni cosa al proprio posto?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'The family Business'
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22.

 

 

 

 

 

Tristan appose l’ultima firma, poi si guardò intorno. Si trovava in quella specie di ristorante da ore, uno dei suoi vampiri di guardia sull’auto proprio fuori, un bicchiere di vino rosso poggiato sul tavolo e intatto, esattamente come la cameriera glielo aveva portato. Aveva trovato quattro possibili candidati in quella piccola città poco fuori la Louisiana, ed erano tutti e quattro ottimi. Non aveva trovato ancora una prova abbastanza valida a cui sottoporli ma ci avrebbe pensato. La storia dell’anello solare da ritrovare era oramai passata, Allison aveva ragione quando a capo della Strige aveva detto che bisognava rinfrescare alcune cose all’interno dell’organizzazione, alcuni metodi… Si possono trovare alleati validi senza bullizzare nessuno Tristan. Considerata Aya e il suo piccolo esercito di ribelli forse una prova di fiducia sarebbe migliore di una prova di forza, non credi?

Tristan aveva annuito senza staccarle gli occhi di dosso, ammaliato da quel tono rauco e dal movimento di quelle labbra rosate. Non gli mancava assolutamente nulla di New Orleans, nulla eccetto lei.

Sospirando afferrò il bicchiere e bevve il primo lungo sorso di vino da quando glielo avevano servito. Decise che era il caso di andare via, organizzare una prova di fiducia e poi allontanarsi dalla Louisiana, era arrivato il momento. Dopo mesi.

“Signore” gli disse Lucas avvicinandosi al tavolo. “Il telefono” aggiunse porgendoglielo.

“Avevo detto di non volere telefonate.”

“Lo so, ma è Lucien Castle” Lucas si fermò un attimo e fece un grosso respiro. “Si tratta di Allison.”

Lord Du Martel poggiò il bicchiere sul tavolo, allungò la mano e afferrò il cellulare. “Lucien se le hai fatto del male giuro che ti ucciderò, come avrei dovuto fare tanto tempo fa.”

“Che aggressività” rispose l’altro. “Non preoccuparti mio caro Lord, la tua bella è ancora viva. Ma non sarà così per molto.”

“Che cosa vuoi?” Tristan si alzò e lasciò il locale seguito da Lucas.

“Voglio Aurora e voglio che tu uccida Klaus e il resto degli Originali. Voglio tutto! Hai due ore, quindi ti consiglio di guidare in fretta. Ci vediamo nel posto in cui mi hai portato via ciò che amavo di più.”

“Lucien!” esclamò Tristan, ma lui aveva già riattaccato. “Portami alla tenuta dei Mikaelson” disse a Lucas salendo in auto. “Guida in fretta.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

 

Gladys lasciò la camera proprio mentre Allison riprendeva conoscenza e a fatica apriva gli occhi. Li sentiva pesanti, stanchi, ma la cosa peggiore era il mal di testa che sembrava stringerle le tempie in una morsa.

Will fu l’unica persona che vide nella stanza; la stanza che non era quella di Victor.

“Victor” mormorò scattando seduta sul letto.

“Hey hey” le sussurrò Will afferrandola piano per le braccia. “Rimettiti giù. Ordini del dottore.”

Allison lo fece. Non era convinta, ma quel cambio di posizione così repentino le aveva provocato la nausea. “Cos’è successo?” chiese chiudendo di nuovo gli occhi per un secondo.

“Hai avuto un collasso” le fece sapere lui. “Da quanto non mangi?”

“Da ieri mattina” la donna deglutì a vuoto. “Dov’è…”

“Victor?” concluse il detective per lei. “È nella sua stanza. Stabile.”

La donna sollevò una mano e si accarezzò il sopracciglio; le faceva male e non sapeva perché.

“Hai sbattuto quando sei svenuta” le disse Will mettendosi a sedere sul bordo del letto. “Ma niente di grave. La cosa non mi sorprende visto la testa dura che ti ritrovi.”

“Ah” sospirò lei. “Scommetto che la superficie contro cui ho sbattuto si è rovinata nell’urto.”

“Probabile” lui sorrise. “C’è il rischio che l’ospedale ti faccia causa per danneggiamento.”

Calò un attimo di silenzio, poi Will parlò di nuovo.

“Ho visto che non indossi più il tuo bell’anello” si sfiorò con le dita il labbro superiore. “Non è andata bene tra di voi?”

“Qualcosa del genere” Allison si accarezzò istintivamente l’anulare sinistro. “È una lunga storia. Ad ogni modo, non sei costretto a rimanere, sto bene adesso e credo che tornerò da Victor.”

“Perché non ti riposi un po’ prima Ally? Mangi qualcosa e…”

“Sta male” la donna lo interruppe. Parlò senza sapere esattamente cosa sarebbe uscito dalla sua bocca.

“Lo so” l’uomo annuì. “Ho mostrato il mio distintivo e mi hanno detto quasi tutto. Mi dispiace Allison.”

“Non sono estranea alla morte, ho perso tutto quando avevo sedici anni. Ma lui, si è preso cura di me dopo che i miei genitori sono morti, mi ha trattata come una figlia e vederlo spegnersi lentamente mi strazia il cuore. Vorrei poter fare qualcosa ma non c’è niente che posso fare.”

Scoppiò in lacrime e Will la tirò piano verso di sé prima di stringerla in un abbraccio che lei ricambiò mentre finalmente quel singhiozzo che le pesava sul petto veniva fuori.

“Mi dispiace tanto” le sussurrò. Poi la lasciò piangere.

 

 

 

“Will, dove stiamo andando?”

Allison si sporse in avanti, sull’auto della polizia su cui Will Kinney l’aveva fatta salire dopo averla ammanettata. Quando avevano imboccato una via piuttosto che un’altra però, era stato chiaro che non stavano andando alla centrale. Il punto era che non aveva idea di dove fossero diretti. Se il suo amico era soggiogato come lei credeva che fosse allora potevano essere diretti ovunque, senza che il pover’uomo avesse il controllo delle sue azioni.

“Fai silenzio Allison, ti prego” fu la risposta che ricevette. “Non so cosa sto facendo, è come se non avessi il controllo del mio corpo. Sto impazzendo forse…” Will scosse il capo, poi si passò una mano sul viso svoltando a destra in direzione di una zona ferroviaria oramai in disuso da anni.

“Will, ascolta” riprovò la cacciatrice. “So come ti senti, ti senti confuso e ti fa male la testa perché provi con tutte le forze a resistere a qualcosa di cui non sai assolutamente nulla. Il tuo corpo fa una cosa ma la tua mente sa che dovrebbe farne un’altra. Sei soggiogato.”

“Cosa? Soggiogato? Che significa?”

“Ci sono cose… non umane nel mondo Will. Mostri; lupi, vampiri. Lucien è uno di essi ed è stato lui a farti questo.”

L’uomo si voltò a guardarla per un istante, infine guardò di nuovo la strada. “Ma di che parli? Allison…”

“Will, ferma l’auto!” lo interruppe lei. “Sei più forte di quello che Lucien ti ha fatto. Fermati e lascia che ti aiuti.”

“No” il detective allungò la mano e aprì il vano portaoggetti tirandone fuori una pistola. “Ti prego smetti di parlare o dovrò spararti.”

“Tu non vuoi spararmi.”

“No! Non voglio!” urlò lui. “Ma lo farò perché non riesco a controllarmi. Ti prego smetti di parlare.”

“Will” sussurrò di nuovo Allison e fu allora che un proiettile le attraversò il fianco.

“Maledizione!” gridò Will guardandola attraverso lo specchietto retrovisore. “Ti prego non morire Ally, ti prego.”

“Ferma l’auto Will” mormorò lei con un filo di voce. Poi perse i sensi.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Che diavolo significa che non era alla centrale di polizia?”

Matt allargò le braccia. “Esattamente quello che ho detto. Non c’era traccia né di lei né di Kinney alla centrale e quando ho chiesto al capo ha detto di non sapere assolutamente nulla di un’operazione che prevedeva l’arresto di Allison.”

“Era qui, l’ho visto portarla via sotto i miei occhi. Se non l’ha portata alla centrale, dove l’ha portata?”

“Io non ne ho idea Elijah!” sbottò Matt. “Non ero neppure a New Orleans quando è successo. Ma ti consiglio di smettere di parlarmi come se fossi l’unico ad essere preoccupato; c’è mia sorella lì fuori chissà dove nelle mani un tizio armato e soggiogato ed è tutta colpa tua.”

“Questo che vorrebbe dire? Credi che volessi questo?”

“Non importa cosa vuoi o no” l’altro si passò le mani tra i capelli. “La tua vita, la tua famiglia… finiranno sempre per metterla nei guai, finiranno per procurarle ancora più nemici di quanti non ne abbia già. Se la amassi tu l’avresti già lasciata andare tanto tempo fa.”

Elijah serrò i pugni, decise che gli avrebbe spezzato il collo per farlo stare zitto, per poter ragionare in pace. Stava per farlo quando Tristan entrò in casa con una dozzina di soldati della Strige che lo seguivano.

“So io dove trovare Allison” disse guadagnandosi gli sguardi confusi di tutti. “Lucien vuole che gli ridia Aurora o la ucciderà.”

“Allora ti suggerisco di dargli ciò che vuole” lo minacciò Elijah avvicinandosi a lui.

“Lo farei volentieri, ma non credo sia possibile” Tristan abbassò lo sguardo per un istante. “Mia sorella è morta.”

“Bene” intervenne Klaus dopo alcuni istanti di silenzio. “Non ci resta altro che fare alla vecchia maniera.”

Gli occhi gli si iniettarono di sangue mentre tutti si preparavano alla battaglia.

 

   
 
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