Crossover
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Autore: Crybaby    25/04/2009    2 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Saint Seya; Naruto]
Il principale avversario di Sailor Moon è tornato, ma questa volta le sue intenzioni vanno ben oltre il desiderio di vendetta. Sette squadre di guerrieri, provenienti da quattro diverse realtà, partono alla volta dei quattro angoli dell'universo nel tentativo di riportare la normalità e sventare l'ultima, definitiva, minaccia di Chaos.
PARTE 1: ANTEFATTO
1-7 Prima parte
8-15 Seconda parte
PARTE 2: LE SETTE SQUADRE
16-28 Ub, Minako, Rock Lee, Tenten, Ami, Kiba & Akamaru
29-40 Gaara, Haruka, Shiriu, Shino, Temari & Mister Satan
41-50 Makoto, Shun, Michiru, Hotaru, Choji & Ino
51-61 Setsuna, Kankuro, Hinata, Goten, Pan & Naruto
62-75 Shikamaru, Rei, Hyoga, Shaina, Trunks & Usagi
76-83 Gohan, Ikki, Sakura, Videl, Neji & Seya
84-88 Vegeta & Bulma
PARTE 3: TUTTI CONTRO CHAOS
89-103 La Città
104-115 La Fortezza
116-119 Resa dei conti finale
PARTE 4(cap. 120): EPILOGO
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Non Mi Servi Più

-Sta’ indietro, hai capito? Lo dico per il tuo bene, non avvicinarti!
Nonostante le belle parole di L, però, Gohan non accennava a fermare la sua corsa.
-Bene, se la metti in questo modo… Poi non dire che non ti avevo avvertito!
L’androide saltò in sella alla sua motocicletta e diede gas. Quindi partì a velocità folle, con l’intenzione di investire il suo avversario.
-L’hai voluto tu, amico! YAAAAAAAAAAAAaaaaaaaaahhh…
Al solo contatto con Gohan, moto e motociclista vennero sbalzati indietro e scagliati violentemente in aria. Disarcionato dal mezzo, L si raggomitolò su sé stesso e aspettò di ricadere in basso. Visto che ciò tardava ad accadere, lo scapestrato androide aprì lentamente gli occhi: si accorse solo in quel momento che stava librando parecchi metri sopra la città del Chaos.
-Aspetta… io sto volando! Ma perché quella cretina di Baby Bulma non me l’ha mai detto? Io posso volare!!!… Oh-oh, mi sa tanto che non sono l’unico.
Gohan lo raggiunse immediatamente e chiamò un pugno; L lo evitò e colpì duro il saiyan alla schiena con entrambe le mani, scaraventandolo di sotto. Gohan però fu lesto ad evitare l’impatto e si fermò un attimo prima di schiantarsi, atterrando senza danni sul tetto di una palazzina.
-È ora di vedere quanto vale davvero il cannone che mi hanno impiantato. Laser massima potenza!
Il bazooka uscì dallo stomaco di L e sparò un consistente raggio bianco addosso al ragazzo.
-KAMEHAMEHA!!!
Il saIyan rispose appena in tempo con la tecnica preferita dal padre Goku: da qui naque una prova di forza tra le due ondate d’energia, che sembrò volgere in favore di Gohan.
-Complimenti, ragazzo! Mi costringi a dar sfoggio della mia arma segreta!
L spalancò la bocca. Ne uscì un secondo laser, di colore giallo: avendo le mani impegnate, Gohan non potè far nulla per parare questo attacco e venne centrato in pieno volto. Approfittando di quel momento di empasse, l’androide scese e aggredì l’avversario con una scoordinata serie di pugni, colpendolo un po’ dove capitava. Più esperto nella lotta corpo a corpo, il saiyan parò un pugno e rispose con il suo repertorio di mosse tipiche delle arti marziali. Lo scambio tra i due sembrava dover decretare ancora vincitore Gohan, ma un colpo di fortuna dell’avversario ribaltò la situazione: L infatti, inciampando, rotolò tra le gambe del nemico e si portò alle sue spalle, dove lo colpì violentemente con un doppio pugno alla nuca che lo fece cadere in ginocchio. Quindi, il motociclista prese il volo e salì di un centinaio di metri.
-Ora o mai più! Laser, massima potenzaaa!!!
Di nuovo il raggio bianco scese in picchiata pronto ad incenerire il saiyan.
-Di te non rimarrà nemmeno il ricordo, te lo posso assicurare! MA COSA…
Gohan spiccò anch’egli il volo e passò letteralmente attraverso il laser, facendosi scudo con le braccia. Raggiunto l’androide, gli assestò prima un gran pugno sotto al mento e subito dopo una ginocchiata, che scaraventò L verso la città e lo fece schiantare addosso alla palazzina, demolendola e sollevando una grossa nube di polvere.

-Si può sapere cosa accidenti vuoi dalla mia vita?- brontolò Goten, massaggiandosi le costole.
-E te lo chiedi pure? Ah già, F me l’aveva anticipato. Voi tutti siete atterrati qui senza nemmeno sapere dove come e perché- gli rispose l’androide -guarda, non ho voglia di sprecare del tempo a raccontarti tutta la storia dal principio. Comunque mi presento: S come sangue, componente del glorioso esercito di Chaos Goku.
Al solo sentire quel nome, come prevedibile, Goten venne preso da un misto di rabbia e costernazione.
-Aspetta… Chaos Goku… mi stai dicendo che inseguendo le sfere del drago siamo tutti caduti nella trappola del nemico?!
-Sì lo so, è una storia incredibile bla bla bla non posso credere che ci siamo cascati bla bla bla… Senti non ho molto tempo, altri tuoi amichetti di sopra aspettano solo che io li ammazzi, quindi vediamo di fare in fretta. Prendi questo!
S estrasse dalla scollatura del suo vestito tre coltellacci, che scagliò immediatamente in direzione dell’avversario. Questi li schivò senza problemi e grazia alla sua velocità si porto alle sue spalle, bloccandole il collo con un braccio.
-Eh no, non si fa così! Anch’io mi devo presentaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhh…
La rossa si liberò dalla presa con un calcio all’indietro, andando quindi a frantumare quanto Goten aveva di più caro.
-B-beh?- gli disse, trattenendo a stento le risate -avanti, presentati, in fondo di tempo ne abbiamo!
-Ahi ahi ahi ahi ahi ahi ahi…
-Come scusa, non ho capito… oh-oh, mi sa che l’ho combinata grossa.
Il corpo di Goten prese a tremare in maniera sempre più forte, coinvolgendo anche buona parte della galleria. Meccanicamente, il ragazzo si rimise in piedi, serrò i pugni e sprigionò tutta la sua energia, causando un violento spostamento d’aria che fece sbalzare l’androide parecchi metri indietro.
-Tu. Non. Dovevi. Farmi. ARRABBIAREEEEE!!!!
Il saiyan partì alla carica. S iniziò a correre il più in fretta possibile lungo il tunnel, ma il suo avversario era decisamente troppo veloce per lei. Stava per essere raggiunta, quando per sua fortuna giunse a una deviazione della galleria e ci si tuffò, evitando in extremis di essere colpita.
“Cavolo, c’è mancato poco! Devo riuscire a guadagnare tempo, almeno fino a quando i miei canini non si saranno rigenerati del tutto. Solo così potrò…”
Goten l’aveva già raggiunta, e ora la stava guardando dall’alto in basso con rabbia.
-Come stavo dicendo, prima che tu… si vabbè… il mio nome è Son Goten, saiyan, secondogenito di Son Goku.
-Secondogenito di…- S sbarrò gli occhi dallo sgomento -allora tu sei… il figlio del capo?!?
-No. Io sono figlio di Goku, non certo di Chaos. Coinvolgere mio padre in questa storia è stato un grosso errore da parte sua. Stai pur certa che “il tuo capo” la pagherà cara per questo!
-Certo. Prima però dovrai passare sui miei rottami, e non sarà una cosa facile!
La ragazza graffiò Goten agli occhi e si dileguò; quindi, estrasse dai suoi vestiti un paio di aghi appuntiti e li lanciò sul soffitto, contro i due tubi di neon: questi si ruppero al solo contatto, liberando il gas contenuto. In poco tempo, i cunicoli del sotterraneo vennero invasi da uno spesso fumo di colore rosso per un raggio di centinaia di metri.
“Questo non è affatto neon” pensò Goten, tirando fuori da una tasca un fazzoletto per coprirsi naso e bocca “ma se pensa di mandarmi a nanna come prima si sbaglia di grosso. Se solo riuscissi a sentirne l’aura… a meno che non ce l’abbia perché è un’androide, in quel caso sono fregato!”
Il ragazzo fu buon profeta. Difatti non si accorse della presenza di S, lontana da lui solo pochi metri, e venne infilzato in diversi punti del corpo da una manciata di aghi. Non era finita lì: come legati ad un filo invisibile, gli aghi si estrassero e ritornarono nelle mani della legittima proprietaria; con disgusto, Goten osservò tra il fumo la figura di S intenta a leccare gli spilli intrisi di sangue per poi gettarli in terra.
-Tu hai davvero delle strane abitudini, lo sai?- le disse, alzando un sopracciglio.
“Sì sì, fai pure le tue considerazioni. Ancora cinque minuti e avrai finito di… ommamma!”
Il saiyan decise di fare sul serio e scagliò contro la nemica un raggio d’energia, di colore azzurro; l’androide si fece scudo appena in tempo con una sorta di piatto di metallo, estratto anche quasto dall’inesauribile vestito, e con esso rispedì l’attacco al mittente. Goten fu così colpito dal suo stesso raggio e venne sbalzato all’indietro. Senza lasciargli il tempo di riprendersi S gli lanciò contro lo stesso scudo ma il saiyan lo bloccò appena in tempo, non riuscendo però ad evitare qualche taglio alle mani.
-Una lama rotante, wow…
-Se permetti, me la riprendo con gli interessi.
S richiamò a sé l’oggetto e anche da questo ne leccò il sangue. Tenendo chiusi gli occhi per non vedere quello spettacolo, Goten si scagliò a tutta velocità contro l’androide e la colpì con una testata, facendole perdere il possesso dell’arma. Purtroppo, S riuscì ad approfittare del colpo per spingersi dentro il fumo rosso e sparire nuovamente alla vista dell’avversario. Goten preferì fermarsi e aguzzare bene l’udito, sperando così di captare un qualsiasi rumore che gli avrebbe rivelato la posizione della nemica. Ne udì diversi alla sua destra, e si abbassò appena in tempo per evitare una raffica di coltelli. Un altro rumore alle sue spalle, quello di cinque lame rotanti: invece di schivarle Goten le allontanò con dei calci, stando ben attento a non toccare la parte affilata. Altre armi affilate si scagliarono tutte insieme contro il giovane, ma questi o le schivò o le parò con le proprie mani. Esaurita la scarica di lame, si udì il grido di S.
-Tempo scaduto!!!
Goten la vide arrivare con la coda dell’occhio e le assestò un gran pugno in piena pancia.
-Peccato, S come sangue, non ce l’hai fatta…
-Oh sì invece- sibilò lei.
Solo in quel momento Goten si accorse che la ragazza lo aveva addentato al collo.
-Cosa… cosa significa questo?!
-I dieci minuti sono terminati. Hai perso.

Una volta che il polverone si fu completamente diradato, Gohan scese sulla città e si avvicinò con circospezione alle macerie della palazzina.
“Devo stare in guardia. Questo L non possiede un’aura, quindi non posso sapere con certezza se l’ho battuto o meno. Ad ogni modo, quando avrò finito qui è bene che raggiunga Seya e gli altri e li avverta. Non so esattamente come stanno le cose, ma avverto con certezza le aure di Pan, Ub e anche delle guerriere sailor, dei ninja e degli altri saints. È giusto che sappiano, soprattutto Videl…!”
Un rumore di sassi che rotolano distolse il saiyan dai suoi pensieri e lo costrinse a voltarsi. Quando lo fece, un sottile ma potente laser rosso lo colpì ad una spalla, ferendolo in maniera seria. Dalle macerie, l’androide L fece la sua ricomparsa: una lente dei suoi occhiali da sole si era infranta, rivelando a Gohan un occhio di colore rosso fuoco.
-Sparo laser dallo stomaco e dalla bocca, perché non dagli occhi mi sono chiesto?- disse, forse più a sé stesso che al saiyan -e guarda un po’ che fortuna, ho appena scoperto che so fare anche questo! Vuoi un altro esempio?
Un secondo raggio partì dall’altro occhio, ruppe la lente nera e centrò una gamba del saiyan, che cadde in ginocchio con un gemito.
-Mpf, questi ormai non mi servono più.
Con disprezzo, L buttò via quel che restava dei suoi occhiali. Quindi, afferrò un grosso tubo che spuntava dalle macerie e lo sollevò sopra la propria testa.
-Non esiste che uno mi impedisce di andare a domire, mi distrugge la moto, mi rompe gli occhiali e la passi liscia. No no no. PRENDI QUEST…!
L’androide scagliò il tubo di ferro con tutte le sue forze, ma Gohan parò il colpo con una mano sola e, girando su sé stesso, riuscì a liberarsi del nemico e scaraventarlo in aria. Il saiyan partì nuovamente all’attacco, ma L aveva ancora il possesso del corpo contundente e con esso colpì prima allo stomaco, poi al petto e infine alla schiena dell’avversario. Gohan evitò all’ultimo di schiantarsi nuovamente al suolo e decise di attaccare con una seria di sfere d’energia. Che L rispedì indietro una dopo l’altra, facendo roteare il tubo di fronte a sé come fosse un’elica.
-Sto vincendo, chi l’avrebbe mai detto? Spero tanto che la mia cara F mi stia guardando... anche se non lo sta facendo bah, niente impedirà a questo buffone di ricevere il colpo di grazia!
L spalancò la bocca e sparò il suo laser giallo, il quale andò perfettamente a segno e causò una forte esplosione.

-C-che vuol dire che ho perso?
-Tra pochi secondi lo scoprirai da solo.
Goten provò a spingere S lontano da sé, ma l’androide pareva inamovibile. Nel frattempo i suoi affilati canini affondavano sempre di più nel collo del ragazzo.
-Che… cosa… mi stai… facendo?
-Bevo il tuo sangue, mi sembra ovvio.
Gradatamente, la pelle della ragazza da bianco pallido si fece a poco a poco più colorita. Segno che quello che aveva detto corrispondeva alla realtà.
-Sta’ tranquillo, Son Goten. Non ti trasformerai in vampiro una volta che ti avrò tolto i canini di dosso. Quando questo accadrà, tu sarai morto.
Il giovane si sentì mozzare il fiato. Un po’ per la paura, un po’ perché gli effetti della perdita di sangue iniziavano a farsi sentire. Goten si guardò una mano, scoprendo con orrore che questa non solo stava sbiancando ma anche raggrinzendo, come se stesse invecchiando di colpo. Il saiyan tentò un’ultima volta di reagire, ma le forze lo stavano davvero abbandonando. Così come la vista, che gli si faceva sempre più annebbiata.
-Bleah, il tuo non è sangue puro. Non fa niente, mi accontenterò. Quando avrò finito con te, mi dedicherò ai ragazzi che la mia odiosa collega V non è riuscita a battere. Prima mi gusterò il cagnolino, come antipasto. Poi passerò alle due guerriere sailor, la portata principale. Per secondo il ragazzino impellicciato, a vederlo si direbbe appetitoso. Infine, per dessert…
S mollò la presa prima del tempo. Mentre cadeva al suolo a peso morto, Goten riuscì a vedere, seppur molto sfocato, che la nemica era stata colpita alla testa da qualcosa di bianco. Una sfera, o…
-Un po’ avventato ma sicuramente efficace, ottimo lavoro, Gill! Adesso me ne occupo io!
A parlare fu un ragazzo dai capelli viola. Questi estrasse da una tasca una capsula, la lanciò in aria e ne ottenne una spada. Da terra, Goten lo vide lanciarsi con rabbia contro S e tagliarla in due, senza nemmeno darle il tempo di ragionare.
-C’è mancato poco. Scusami per il ritardo, Goten!- gli disse, con un sorriso.
-Ma… figurati… Trunks…

Gohan era stato colpito, sì, ma non abbastanza da finire all’altro mondo. Con la sua velocità si portò alle spalle di L e preparò un attacco, sperando che il nemico non se ne accorgesse per tempo. Ma aveva fatto male i calcoli.
-Ti ho sentito, sai?
L si girò di scatto e lanciò dagli occhi i letali raggi rossi, che centrarono in pieno quelli del saiyan e lo accecarono.
-Poveretto, non ci vedì più? Sentiti fortunato, comunque: non ho intenzione di farti soffrire ancora, chiuderò la questione con un solo colpo ancora, sei contento? LASER MASSIMA POTENZA!!!
-Non cantare vittoria! KAMEHAMEHA!!!
Per la seconda volta, i migliori attacchi dei due combattenti si scontrarono e diedero vita ad un’altra prova di forza. Indebolito com’era, però, il primogenito di Goku non aveva più forza a sufficienza per contrastare la più potente offensiva del rivale. Il raggio bianco di L si stava pericolosamente avvicinando, spazzando via la Kamehameha come niente, quando…
“Pronto? Prova uno due tre, L mi senti?”
L’androide sentì dentro la sua testa la voce di una donna.
-F, sei tu mia adorata?
“Ti piacerebbe, vero? Sono il tuo superiore, Baby Bulma.”
-Superiore? E da quando? Solo perché ci hai creati non significa che tu abbia il controllo sull’esercito di Chaos, e soprattutto sul sottoscritto!
“Taci. Ti sto chiamando dal mio laboratorio. Ero, e sono, intenta a perfezionare l’ultima invenzione che Chaos Goku mi ha commissionato; la serata stava trascorrendo nella più assoluta tranquillità, quando ho ricevuto una telefonata dalla mia più fedele sottoposta, B.”
-E allora?
“Sono venuta a sapere che TUTTE E SEI le squadre dei nemici di Chaos sono giunte in città e hanno distrutto buona parte degli altri androidi…”
-Che cosa?! Ti prego, dimmi che F non è…
“Per favore sta’ zitto, certi discorsi mi fanno vomitare. Ho commesso un grosso errore nel conferirvi una personalità e dei sentimenti. Così come è stato un errore affidarti il compito di distruggere le navicelle e coloro che stavano all’interno.”
-M-ma… posso rimediare! Se mi dai il permesso, posso far fuori i nemici di Chaos! Proprio ora sto…
“È troppo tardi. Avevo in mente un piano grandioso, spedire gli androidi dell’esercito nei quattro angoli dell’universo e conquistarlo per me. Senza quegli scocciatori come Sailor Moon o Vegeta tra i piedi tutto ciò sarebbe stato possibile. Ma per colpa tua niente di questo si avvererà mai!”
-Beh, mi dispiace tanto! Non ci posso fare niente!
“Appunto. Proprio per questo, non so più cosa farmene di te.”
-Cosa… cosa vuoi dire con questo?!?
“Un tuo amico, R, proprio come te ha fallito la sua missione e sperava che io gli concedessi una seconda opportunità. Per tutta risposta, ho ordinato ad H di farlo fuori. Per tua “fortuna”, H non c’è più e non può massacrarti come ha fatto con quell’altro. Però, conosco un altro modo per punire chi non porta a termine i compiti.”
-Sa-sarebbe a dire?
“Finora l’ho rivelato solo alla tua adorata F. Le ho detto che mi basta premere un tasto per porre fine alle vostre esistenze. E non scherzavo. In questo istante sono di fronte al computer che vi controlla e vi rifornisce costantemente di energia. In questo istante il puntatore del mouse sta oscillando tra due opzioni, SI’ e NO. Sopra c’è scritta questa frase: desideri davvero interrompere il flusso d’energia all’androide targato L?”
-N-no. No. No! NO! Non puoi farlo, vecchia babbiona che non sei altro! NON PUOI FARMI QUESTO!!!
“Lo posso fare e lo faccio. Nonostante ci abbia impiegato molto a costruirti, non mi pento affatto di doverti cestinare in questo modo. Addio.”
Un CLIC fu l’ultimo rumore che arrivò alle orecchie di L.

  
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