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Autore: Mistralia    02/08/2016    2 recensioni
"Il mondo si è diretto verso la rovina da quando la parola "gay" è stata intesa come un insulto" Lady Gaga.
All'interno dei libri dei libri della nostra cara Cassandra Clare è palese il rispetto che ogni Nephilim nutre nei confronti di Alec e della sua famiglia, nonostante le sue scelte di vita, dati i suoi trascorsi nella Guerra Oscura ed il suo valore di guerriero. Ma cosa succederebbe se una delle più grandi paure di Alec si avverasse? Se amare quel qualcuno diventasse improvvisamente motivo di scherno? Come reagirebbe uno degli shadowhunters più dotati della sua generazione?
Ambientata dopo "Città del Fuoco Celeste", ma prima degli eventi di "The Dark Artifices" o comunque prima che Alec e Magnus mettessero su famiglia.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il vento soffiava forte e impetuoso quel giorno di Marzo, e portava con sè una violenta e fitta pioggia di fine inverno, che strappava ai poveri malcapitati newyorkesi ombrelli e foulard, rendendo impossibile anche il solo attraversare la strada per dirigersi al supermarket all'angolo.


In quel cupo e gelido quadro della Grande Mela, si aggiravano cauti e incerti, venti loschi individui vestiti d'una nera cappa col capo coperto, i quali, furtivi e lesti, si dirigevano verso una diroccata e apparentemente abbandonata chiesa.


A capo di quella singolare comitiva v'era una figura piú esile e minuta, indiscutibilmente una ragazza, attorno ai vent'anni circa, caratterizzata da una insolita capigliatura color carota, arricciata sulle punte da mano sapiente e esperta.


Nonostante la sua mole, che i ragazzi intorno a lei avrebbero facilmente potuto sovrastare, intorno al mantello della ragazza si respirava una pesante aria di rispetto e alta considerazione, quasi una cupola grigia e imponente di timore reverenziale.


Nemmeno che quella giovane donna avesse salvato il mondo.

Oddio. Forse l'aveva anche fatto.

I ragazzi che trascinava con sè erano diversi, per età e aspetto, accomunati solo da un sottile e flebile filo di paura, timore e una sorta di trepidazione, la quale continuava a oscillare nella bilancia tra felicità e preoccupazione.


Non si capiva bene se quello che li spettava fosse un premio o un'umliazione, la consegna dell'oro o il cammino verso la ghigliottina.


Se da un occhio esterno potevano apparire come un'unica macchia scura compatta e unita che attraversava le diverse avenue, guardando piú da vicino in realtà si era in grado facilmente di notare come fossere tutt'altro che un unico corpo; era palese che nessuno di loro si conoscesse intimamente e che nemmeno sapesse dove fossere diretti.


V'erano 17 maschi e 3 femmine, d'età compresa tra i 15 e i 19 anni, newyorkesi e non; le ragazze ricalcavano l'immagine monotona e dettata dai canoni cosmopolitani delle riviste europee. Tutte e tre bionde, tuttavia di gradazioni diverse, occhi nocciola scuro e linea dei fianchi sinusosa e perfetta; erano l'esempio lampante dell'apparire per essere.


I ragazzi, invece, erano assai diversi per bellezza e carattere, o perlomeno cosí sembrava. Ce n'erano di mori, di biondi cenere, di castani, pel di carota, addirittura uno aveva rasato tutti i capelli, rimanendo quasi calvo; sotto i cappucci spuntavano ansiosi iridi verdi, azzurre cielo, blu tempesta, marroni cioccolato, terra di siena, nero alieno, grigio atena, indaco.


Magri, piú robusti, alti, bassi, per tutti i gusti e tutti i palati.


Aleggiava un animo solenne, tipico di un'iniziazione o qualcosa di simile, e tutti, da quello che sembrava piú estroverso, al lampante esempio del macho da commedia americana, o al topo da biblioteca, mantenevano una condotta impeccabile e austera.


Silenziosi scivolavano per le strade, a coppie di tre, e una foschia bianca pareva seguirli, come a voler nascondere la loro insolita spedizione.

Nessuno doveva saperlo.

L'edificio che si ergeva davanti ai loro volti poteva essere scambiato facilmente per una diroccata chiesa, ormai in disuso, che nessun restauratore s'era preso la briga di riportare al suo antico splendore.


Tetra e nera, con pezzi di tetto che si staccavano solo a guardarli, persiane cigolanti e strani uccelli che si aggiravano intorno alle guglie con fare triste e cupo incedere.La croce in cima era distorta e l'intonaco cadeva non appena il vento diveniva un po' piú forte

Chi mai avrebbe sospettato di un luogo simile.

La ragazza aranciata si fermó improvvisamente davanti al portone scardinato che recava una piccola finestrella in quello che si poteva credere cristallo; infiló la mano in tasca e turó fuori una specie strana e inusuale di penna.Era lunga e d'argento, con strani disegni a linee spezzate curve e una pietra trasparente in cima.


Alzó il pallido braccio e con fare maestro, come se lo facesse da tutta una vita, traccio uno strano disegno sul vetro, lasciamdo una scia blu cobalto.


La porta si aprì con uno scatto secco e sulla soglia apparve un giovane, anch'egli intorno ai vent'anni, la cui capigliatura biondissima spiccava sul buio della strada.


Mormorii si sparsero tra i ragazzi.

«E questo chi è?»

«Sará lui..?»

«Ommiddio quanto è carino!» 

«Se tutti in questo posto sono come lui, credo che mi divertiró molto.»

«Ma cos'è questa tuta?»

«Ma si vestono tutti cosí?» 

«Questo tizio mi fa paura.»

«Ma in che guaio mi sono andato a cacciare?» 

«Perchè sta zitto e ci guarda?»

«Che fai fissi?»

«Vorrei quelle mani in certi posti...»

«Ragazzi ma siamo sicuri di aver fatto la scelta giusta?»

«Io non mi sento molto sicuro.»

«Ho paura.»

«Ma sono biondo naturale quei capelli?»

«Perchè nessuno dice niente?»

«Qualcuno faccia qualcosa!»

«Amen...»

«Aspetta... Ma quello è...»

«Ragazzi oh mio dio lui è...»

 

«Mi chiamo Jace Herondale Lightwood Wayland Morgenstern. E questa è l'Accademia Shadowhunters. »




Ora ragazzi, capisco che sono abbastanza stronza nelle bio e che vi sto altamente sul cazzo, ma se mi lasciate 'na recensioncina ogni tanto mica m'offendo.

Così per dire eh.

Pace e amore.

Mistralia.
   
 
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