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Autore: sister_of_Percy    03/08/2016    2 recensioni
STORIA INTERATTIVA | ISCRIZIONI CHIUSE | CROSS-OVER
I più grandi eroi del Campo Mezzosangue sono scomparsi e nessuno sa cosa ne sia stato di loro. È stata indetta un'impresa per partire alla loro ricerca, ma chi avrà l'onore di partecipare?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Semidei Fanfiction Interattive
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di un nuovo inizio'
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Traversata

Europa

 

RICHARD MARIEN

 

Aaron stava disteso ai suoi piedi e non faceva che contorcersi. La colonna di fuoco aveva completamente investito il suo fianco sinistro, lasciando bene in vista la carne viva ricoperta di sangue.

Richard, sentendolo gridare, si era subito precipitato ad aiutarlo, cantilenando in greco antico un inno ad Apollo che, però, sembrava non avere effetto.

Il ragazzo ferito continuava a gridare, mentre la battaglia intorno a loro infuriava.

Dopo qualche secondo Aaron perse i sensi.

Richard corse nella sua stanza, dove teneva uno zaino con vari medicinali.

Cosparse una pomata sulla ferita del Grifondoro con lo scopo di almeno attutire il suo dolore.

"Non ho i mezzi per curarlo. Dobbiamo portarlo ad Hogwarts." Disse il figlio di Apollo con tono risoluto ai semidei e ai maghi che, intanto, avevano sconfitto i mostri.

Arthur si avvicinò e fece per prendere per un polso il ragazzo.

Richard lo bloccò: "Potrebbe non sopravvivere ad un viaggio nell'ombra."

"Se non riusciamo a curarlo morirà comunque!" Rispose Arthur.

Il figlio di Apollo sapeva che era rischioso, ma non avevano altra scelta.

Nel frattempo dei mortali, sentendo tutto quel trambusto, erano usciti in strada.

"Ragazzi, dobbiamo sbrigarci. A me non va di spiegare ai babbani perchè ci sia un ragazzo ustionato in strada." Commentò nervosamente Giorgie.

Richard acconsentì: "Va bene, ma se lo facciamo qui rischiamo di essere visti.

Arthur annuì e, seguito da dei preoccupati Alexander ed Emy, aiutò il figlio di Apollo a portare il Grifondoro sul retro.

"Come avete intenzione di portarlo ad Hogwarts?" Chiese nervoso Alexander.

"Essendo un figlio di Ade posso viaggiare nell'ombra. Non sono in grado di superare le difese della scuola, ma posso portarli molto vicino." Rispose schietto Arthur.

"Oh..." Commentò sorpreso il Tassorosso.

"Io resto là. Avranno bisogno di qualcuno che sia in grado di dare dettagli medici riguardo l'accaduto. Vi raggiungerò una volta che Aaron sarà stabile." Disse Richard.

Arthur acconsentì, ma prima che potessero partire spuntò da dietro l'angolo Sebastian.

"Appena prima dell'attacco sono stato contattato in sogno da Kayla. Mi ha detto che si trovano all'Acropoli di Atene, perciò è lì che ci dirigeremo. " Spiegò il figlio di Ermes.

"Come ha fatto a comparire nel tuo sogno?" Domandò Emy aggrottando le sopracciglia.

"È figlia di Fobetore." Rispose Sebastian come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Sentendo Aaron mugolare, Richard liquidò in fretta la questione: "Va bene, vi raggiungerò là. Adesso dobbiamo andare."

Vedendo tutti acconsentire, Arthur, Richard e Aaron si diressero verso un muro, fondendosi con l'oscurità.

 

EMILY "EMY" FROST

 

Emy era sempre più convinta di odiare i babbani. Notando una dozzina di ragazzi in strada, avevano pensato bene di informarsi sull'accaduto.

Con grande sorpresa e sollievo di Emy i corpi delle creature, appena morte, si erano dissolti in polvere, risparmiando loro la fatica di spiegare perchè ci fossero dei "cosi" morti per terra.

Lukas e Vivienne avevano cercato di allontanarli accampando scuse assurde a cui ovviamente nessuno credeva.

Per questo motivo erano rientrati nel B&B con la scusa di dover prendere le loro cose, per poi farsi trasportare da Arthur a qualche città di distanza.

A quel punto Emy si trovava sul ponte di un traghetto che li avrebbe portati in Francia. Per qualche motivo che non aveva capito, quella traversata era particolarmente pericolosa per Vivienne e Arthur, ma il ragazzo non aveva le forze per un altro viaggio-ombra, perciò si erano rassegnati all'idea di dover passare alcune ore su quel traghetto.

Emy cercò di concentrarsi sulla missione, ma i suoi pensieri continuavano a dirigersi verso il suo amico che, in quel momento, era in pericolo di morte.

Emy si sentì terribilmente egoista: dieci semidei erano in una situazione ben peggiore e lei si preoccupava di Aaron.

La ragazza sbuffò, pensando che tutti quei pensieri negativi non erano di alcun beneficio alla riuscita dell'impresa.

Sentì qualcuno appoggiarsi al parapetto vicino a lei e, senza nemmeno guardare, seppe che si trattava di Alex.

"Aaron se la caverà." Esordì il Tassorosso con voce sicura.

"Come fai a saperlo?" Domandò lei con voce bassa.

"Semplice. Speranza. Se non ne avessimo avuta credi che ci saremmo lanciati in una missione suicida come questa?"

La ragazza non rispose.

Guardando verso Alex non poté fare a meno di pensare che, con l'espressione beata e i capelli scompigliati dal vento, trasmettesse veramente un senso di speranza.

 

TESSA GREEN

 

Tessa si trovava sdraiata per terra con i piedi alzati contro il muro della sua cabina. Stava leggendo per la quindicesima volta il suo libro preferito. Lo conosceva così bene che ormai nemmeno la dislessia riusciva a fermarla.

Sì, probabilmente era una cosa bizzarra da portarsi in un'impresa, ma la lettura, insieme alla natura e alla musica, era una delle poche cose in grado di distrarla dai suoi pensieri.

Sentendo bussare alla porta, Tessa posò la sua copia de "La bussola d'oro."

"Avanti." Disse senza nemmeno degnarsi di cambiare posizione.

Vide entrare nella sua cabina l'ultima persona che mai si sarebbe aspettata: Lukas.

Tessa si sedette in maniera più normale e ascoltò ciò che il figlio di Borea doveva dirle: "C'è un treno che parte due ore dopo il nostro arrivo. Ci porterà in Croazia e da là prenderemo un altro traghetto per la Grecia."

La ragazza annuì. Probabilmente il figlio di Borea notò la delusione dipinta sul suo volto, perchè si avvicinò a lei e chiese: "Tutto bene?"

Tessa fece di nuovo segno di sì con la testa.

Stavolta Lukas si sedette di fronte a lei: "Riguarda Kayla?"

Nel sentire il nome della sua migliore amica, la figlia di Clori provò come una pugnalata al petto.

"Sono solo preoccupata." Rispose secca la ragazza, facendo chiaramente capire che non voleva più parlare dell'argomento.

Lukas annuì e si alzò, dirigendosi verso l'uscita.

Quando udì la porta sbattere, Tessa si sentì più sola che mai.

   
 
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