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Autore: Evola Who    04/08/2016    1 recensioni
Dopo il caso di Antonio, Eva convive con John e Sherlock e si è ripresa dal lutto e ora vuole vivere una estate tranquilla. Ma il crimine e il male... sono sempre ad dietro l'angolo
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chi è JM?

 


Sherlock andò a vedere il dietro le quinte, in posto dove Eric vide la scena della caduta del riflettore e lo spazio tra l’oggetto e Eva.

“Sherlock, ti prego, dirmi che quello che hai appena detto li era veramente uno scherzo.” Disse John con tono un po’ speranzoso.

“No John, non è uno scherzo. L’ho detto solo per tranquillizzare e che non andassero in paranoia.” Rispose lui.

“Allora cosa era?” disse Eva guardandolo.

“Eva, forse è meglio che tu non sappia niente, non voglio tu sia colpita di qualcosa di pericoloso.” Rispose Sherlock.
“Un riflettore mi è quasi caduto in testa, qualcuno ci sta minacciando e una ragazza si è rotta una gamma in un modo misterioso. Credo che sono già un po’ sconvolta.” Disse lei con tono irritato. 

Sherlock alzò gli occhi al cielo e non rispose.

“Ma comunque, non ti avrebbe compito, anzi. Non ti avrebbe neanche sfiorata.”  Disse lui con tono serio.

“E come lo sai?” chiese John un po’ sorpreso.

Sherlock indicò il palco dove cera il riflettore prima di cadere e spiegò: “Il riflettore era sopra leggermente a sinistra ma accentrata. Eva in vece non era neanche sotto al riflettore ma comunque non molto lontano. E quando è caduto si è sposata ci è sempre che forse vicino, ma in realtà non lo era.”

“Ed era calcolato?” chiese John.

“Ovviamente, anzi, calcolato fino al minimo dettaglio. E anche se non forse stata presa, sembrava che il riflettore forse caduto vicino a lei.”

“Ma… se non voleva compimi, perché è stato manomesso?” chiese Eva perplessa e preoccupata.

“Per spaventati.” Rispose Sherlock con tono sicuro: “E per giocare…” pensò.

“E pensi che centra anche Sharon con questa storia?” chiese lei subito.

“Probabilmente, ma non doppiamo fare conclusioni affrettate, ma doppiamo…” cercò di spiegare il decetevn, ma fu interrotto da una voce maschile:
“Eva”

Loro si giuravano e videro che stava arrivando Eric da dietro le quinte e si avvicinò a lei.

“Eric” disse lei con tono un po’ sorpresa.

“Scusami se vi ho disturbarti, ma… volevo sapere se sapevi bene. Perché prima mi sembravi ancora un po’ scorsa.” Disse il ragazzo con tono normale ma con gli occhi ancora sconvolti della scena.

“No, no. Non scusati, stiamo solo parlando e cerando di traquliziarmi… ma ora sto bene, davvero e… grazie ancora per la presa.” E fece un piccolo sorriso per rassicuralo.

Lui guardò in basso, ricambiò il sorriso dicendo: “Ma di nulla! In somma... ho visto stava per cadere e per insito ho preso la persona ha rischio che eri tu ma… chiunque lo avrebbe fatto in quella situazione.” E continuò guardando in basso.

“Io non credo.” Rispose Eva con il suo piccolo sorriso.
Eric la fisò per un po’ ricambiandolo lo sguardo.

John si mise a braccia consorte e guardò Eric con aria perplessa e sospetta. Sherlock in vece con aria indifferente.

Il dottore fece finta di tossire per attirare l’attenzione dei due ragazzi.

Eva presentò subito Eric dicendo: “Ho! Emmh… John, Sherlock lui è Eric, recita qui da tre anni ormai.” Sherlock sentendo quella frase e alzò un sopracciglio di interesse.

“Eric, loro sono mio zio il dott. John Watson e il suo amico il decetin Sherlock Holmes.” E fece un piccolo sorriso imbarazzato.

“È un piacere conoscenti Eric. Eva parlava speso di te.” Disse John con voce normale ma con sguardo sorpreso.
“Anche per me, anche Eva parla speso di voi due, certo… volevo un'altra occasione ma… pazienza! E comunque sono venuto qui per dirti che ormai il riflettore è stato tolto, e che adesso stanno togliendo i rettiti. E visto che è uno vale ancora continuare con le prove, però… vuole sapere se stavi bene e se te la senti di continuare.”

“Certo, certo che me la sento e ho già detto che sto bene, ma come sta Linda?” disse subito Eva.

“Sta bene, beh… in fondo è solo sconvolta ma… sta bene.” Ripose Eric.

“Eva, sei sicura di continuare a provare?” chiese John un po’ incerto.

“Certo, in fondo sai come si dice: ‘Lo spettacolo deve continuare’, giusto?”

Eric non rispose ma sorrise, John la guardò con aria un po’ preoccupata e Sherlock (Quando capi che la discussione era finita) andò verso a Eric e chiese subito: “Sai dove abita Sharon?”

Eva e John rimasero sconvolti dal suo atteggiamento, da quando Eric è arrivato qui non aveva detto una parola, e adesso aveva chiesto una domanda cosi fuori luogo con tanta tranquillità.  

Eric rimase un po’ perplesso ma non si faceva tante domande rispose: “Si, abita Villeg Nord Stabilo numero 28. In pratica è solo una fermata di metro da qui. Io e gli altri ragazzi adiamo a provare a casa sua per provare fuori hai orari del tetro. Quindi… sappiamo dove abita.”

“Ma perché?” chiese Eric un po’ perplesso.

“Ho pensato di fagli visita e auguragli buona guarigione, anche se lo vista solo una volta, è stata gentile con me e ho pensato che forse giusto vedere assicurare che lo spettacolo va avanti e che non si deve preoccuparsi.”
Spiegò subito Eva sorridendo un po’ imbarazzata e continuò:
“Ma avvolte Sherlock non sa bene come chiedere le cose.”

E lui la guardò con aria perplessa.

“Ha, allora okay. È poi, è un bel gesto da parte tua.” Sorrise e guardò in basso.

“Beh… mi sembra giusto farlo.” Sorrise e guardò in basso anche lei rimarremo muti.

“Bene, allora io vado a dire al signor Edwir che stai bene e che sei pronta per provare.” E andò sul palco.

Eva spirò e anche il tempo per parlare con Sherlock, lui disse: “Devo andare.” E comico a camminare dritto fuori dalle quinte.

John e Eva si guardarono perplessi e il dottore chiese: “Dove vai?”

“A Nord di Stabilo. Tu rimani qui con Eva” rispose il deceten in lontananza.

John alzò gli occhi al cielo con aria paziente, Eva voleva rispondere ma capi che sarebbe stato inutile e sopirò.
“Pensi che dovremo preoccuparci?” chiese lei guardando l’ex medico militare.

“Di Sherlock o della situazione?” chiese John paziente ma sapeva già la risposta.

“Di Sherlock” rispose lei rassegnata.

“Beh… lo conosci, qualsiasi cosa che si tratta o faccia doppiamo sempre preoccuparci di lui. Ma sa sempre trovare una soluzione e penso che questa storia non sai così grande.” Cercò John di rassicurala con tono calmo.

Eva non rispose ma disse: “John?”

“Si?”

“Chi è Jim Moriarty?” chiese lei con tono un po’ perplessa.
John rimase sconvolto dal nome e poi la guardò con aria preoccupata.

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Note della autrice:
Si, un pò corto ma il prosimo sarà più lungo
però spero che vi sia piacuto.
alla prosima!
Ciao
Evola

 

   
 
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