Ringrazio anche solo chi
legge.
Cap.17 Al Tredici
Cap.17 Al Tredici
"Dobbiamo
ringraziare quelli del distretto Tredici, hanno depistato i droni"
sussurrò Cato. Katniss scrollò le spalle.
"Solo
per portarci da Capitol City al loro distretto" ribattè
secca. Cato strofinò le mani tra loro. Teneva le labbra
vicino all'orecchio della Everdeen.
"Certo
che non me lo aspettavo così il Tredici. Soffro
già di claustrofobia" sussurrò.
Osservò le pareti di metallo del montacarichi, che stava
scendendo per i vari livelli.
"Ci
guardano tutti, ed io che mi lamentavo di Capitol" bisbigliò
in risposta Katniss. Cato corrugò la fronte.
"Non
dirmi che non reggi la pressione, Ragazza in Fiamme. E' normale ti
guardino così, solo oggi hai salvato sedici persone dalle
grinfie di Capitol" le ricordò. Le sue iridi azzurre si
fecero terse. "Ritroveranno tua sorella, anche se in cambio penso
vorranno usarti. Ora sei un simbolo, la gente comune si ribella per
quello che rappresenti". Aggiunse.
Katniss
digrignò i denti e strinse un pugno.
"Voglio
solo salvare mia sorella" ribatté secca con tono acido.
Il
montacarichi si fermò all'ultimo livello. Cato
guardò le porte aprirsi.
"Mi
sa che qui avremo delle belle sorprese" disse. Katniss
sgranò gli occhi riconoscendo Haymitch, si
distanziò dai militari che la rincorsero e lo raggiunse.
"Vecchio
alcolizzato, allora anche tu ed Effie siete stati trascinati qui?" gli
domandò, gli occhi lucidi.
"Ragazzina,
smettila di essere così sdolcinata" ribattè
Haymitch. I soldati la spintonarono riportandola vicino a Cato e la
trascinarono lungo un corridoio.
"Che
maniere" ringhiò il biondo. Raggiunsero una saletta immersa
nell'ombra. Katniss sbatté le palpebre e riuscì a
scorgere al suo interno le figure di un uomo e una donna seduti a un
tavolo. Entrò, seguita da Cato.
"Signorina
Everdeen" parlò la donna, con voce serica. "Sono il
Presidente Alma Coin. Sono contenta che lei sia riuscita a
raggiungerci, rappresenta una speranza per tutti noi, esattamente come
sua sorella minore". Si alzò in piedi e strinse la mano a
Cato.
"Lei
era il tributo con cui la Everdeen è uscita dall'Arena,
esatto?" chiese. Cato annuì.
Katniss
socchiuse gli occhi e corrugò la fronte.
"Portandoci
qui mi avete impedito di riprendere mia sorella. Cosa volete?"
domandò, indurendo il tono.
"Lei
non si rende conto della sua importanza, signorina. Ora rappresenta la
ribellione in tutti i distretti. E' il volto della rivoluzione, lei che
ha cambiato le regole degli Hunger Games. Ci stiamo adoperando noi per
la ricerca di sua sorella" spiegò la Presidente.
"Non
mi sembra particolarmente equo. Voi trovate mia sorella e poi
potrò essere il vostro 'volto'" ribatté secca
Katniss. Alma strinse le labbra e il suo viso si riempì di
rughe.
"Non
è mio interesse che le appaia equo" disse secca. L'uomo
seduto alzò il capo tondo.
"Signorina,
io ho molta influenza a Capitol. Non si preoccupi. Stiamo cercando sua
sorella con ogni mezzo. Le nostre spie hanno occhi e orecchie ovunque.
La porteranno qui, dove sarà protetta" disse con tono dolce.
La Coin fece un mezzo sorriso.
"Mi
creda, non c'è niente che vorrei di più che
restituire a ciascuno qui la sua famiglia, ma tanti sono prigionieri
della Capitale. Sappiamo che sua sorella è viva ed
è stata vista con Mellark" spiegò. Katniss
impallidì.
"Peeta
è morto" disse Cato. Katniss negò con il capo.
"Il
fratello" rispose con voce roca. Cato annuì, abbassando lo
sguardo. Katniss diede le spalle alla Coin.
"Io
non sono interessata alla sua rivoluzione.
Mi
richiami quando sarà qui. Queste sono le mie condizioni, se
le faccia andare bene".
Si
affiancò a Cato.
"Cerchiamo
un posto dove stare nel frattempo" gli propose. Cato annuì
ed entrambi uscirono.
"Penso
dovresti valutarla l'idea" bisbigliò, mentre venivano
circondati nuovamente dai soldati. "Le cose qui funzionano solo se tu
fai qualcosa per loro. Se non fai niente, non fanno niente per te. E'
l'arte della politica, bisogna mercanteggiare, non minacciare" le
spiegò. Katniss avanzò a passo di marcia.
"Vogliono
organizzare una sollevazione dei distretti contro Capitol. Se non li
aiutiamo, moriranno ben più persone di quelle decedute in
tutti gli Hunger Games". Le fece osservare Cato.
"Ti
giuro che appena avrò mia sorella, mi farò
insegnare da te a mercanteggiare" gli disse Katniss, addolcendo il
tono. Cato le sorrise.
"Te
la riporteranno in capo a due giorni. Pensano ancora di poterti usare
facilmente" rispose. I soldati si arrestarono e una donna in camice si
mise dinnanzi ai due giovani. Porse loro dei camicioni marroni
porgendoli con una mano, con l'altra teneva dei bracciali elettronici
di metallo.
"Dovete
indossare questi. Servono a controllare che eseguiate la mansione che
vi verrà assegnata. Sono le regole per i residenti" disse.
Katniss
corrugò la fronte e si guardò intorno.
"Qui
è tutto sterilizzato?" chiese, prendendo il camicione. La
donna mise l'altro in mano a Cato e fece indossare ad entrambi i loro
bracciali.
"Ora
la Presidente Coin ci comunicherà sui display dei bracciali
le vostre mansioni, assegnate da un'elaborazione di dati dai nostri
computer" disse. Gli schermi si illuminarono e la donna lesse.
"Sono
pronte. Potete seguirmi, vi faccio vedere dove dormirete" disse gelida.
Cato e Katniss seguirono la dottoressa.
Katniss
osservò il proprio bracciale.
"Ovviamente?
Avete avuto delle epidemie?" chiese.
"Tubercolosi,
signorina Everdeen. Indi per cui teniamo alte le condizioni igieniche.
Il vero problema è il ricambio costante di aria"
spiegò la donna.
"Lei
ha parlato di mansioni" le fece notare Cato.
"Sì.
I braccialetti segnaleranno il vostro programma giornaliero, compresi
pasti e allenamenti. La vostra mansione, infatti, è
l'allenamento insieme all'esercito e degli incontri con la Presidente
Coin" rispose la dottoressa. Si fermò davanti a una porta
metallica automatica.
"La
vostra residenza è questa, in comune. Non abbiamo spazio da
sprecare e non possiamo permetterci di affidarvi due camere separate.
Non siete in un albergo" sibilò.
"Non
desideriamo che lo sia" rispose Katniss, entrando nella stanza. La
donna entrò insieme a lei, Cato le seguì e la
porta si richiuse automaticamente alle sue spalle.
"Anche
il letto, l'armadio e il bagno sono unici. L'acqua corrente
sarà disponibile solo per alcune ore del giorno.
L'elettricità si interrompe automaticamente ogni sera alle
22:00 e inderogabilmente non si riattiva prima delle cinque del
mattino. Per raggiungere la palestra del distretto, potete seguire il
soldato che sta nella stanza accanto alla vostra. Gli allenamenti
iniziano alle otto, non potete tardare" spiegò la
dottoressa. Si voltò, aspettò che la porta si
aprisse, uscì e la porta automatizzata le si richiuse alle
spalle.
"Non
è peggio che lavorare nelle miniere" disse Katniss,
sedendosi sulla brandina. La sentì scricchiolare.
"Sicura
che non ti crolli sotto il sedere quella cosa?" chiese Cato. Si sedette
per terra, accanto alla brandina.
"Non
hai né le mani né i polmoni di una che ha passato
la vita in miniera" la punzecchiò. Katniss si
sdraiò e osservò il soffitto sopra di lei.
"Ho
visto mio padre distruggersi giorno per giorno lì dentro.
Esiste anche l'esperienza indiretta" rispose con voce roca.
Cato
si morse il labbro.
"Lo
so che nel mio distretto siamo più agiati che nel tuo, ma
non per questo mio padre ha sofferto meno. Lui lavora in fabbrica, i
fumi tossici gli hanno rovinato i polmoni e ogni giorno tornava a caso
più vecchio, isterico, cieco. E l'unica cosa che mi ripeteva
era quanto fosse orgoglioso che io avrei partecipato ai giochi, negli
ultimi anni" spiegò con voce roca.
"Da
voi le fabbriche le gestiscono i robot. E diventate ciechi solo
perché non controllate adeguatamente le protezioni"
ribatté Katniss, voltandosi su un fianco. Cato fece una
risata gutturale.
"I
robot sono programmati, è vero, ma non a dare le protezioni.
I proprietari sono taccagni e programmano i loro robot a essere
più spilorci di loro. A cosa serve avere una tavola
imbandita, se non riesci neanche più a vederla? Se sputi
sangue mentre ti gusti la frutta fresca?" domandò, con voce
ringhiante.
Katniss
inarcò un sopracciglio.
"Da
noi dicono che i soldi vanno tutti a voi. Se non è
così, a chi vanno?" chiese.
"Dove
vuoi che vadano? A Capitol. Dove la gente li spende in bei vestiti. Al
due non moriamo di fame, ma di disperazione" disse Cato irriverente.
Katniss
tirò indietro le gambe e le abbracciò.
"Secondo
me vanno solo a Snow. La gente crede di averli", ma gli sfuggono tra le
dita. Cato appoggiò la mano sulla fiancata metallica della
branda.
"Snow
gestisce soldi e vite, questa cosa deve finire. Sai, al due abbiamo le
cure mediche, ma non ho mai visto un ospedale stabile. Chi è
malato, deve morire, altrimenti rovina l'aspetto della
città" ruggì. Katniss chiuse gli occhi.
"Non
è inquietante tutto questo?" le chiese Cato. Katniss si mise
su un fianco e affondò il capo sul materasso.
"Vieni
sul letto a riposare anche tu. Non abbiamo tempo per l'inquietudine".
"Se
i distretti si fossero inquietati un po' prima, non toccherebbe a noi
salvare il mondo" sussurrò Cato. Si sdraiò
accanto a lei, su un fianco a sua volta, dandole la schiena. "Dormi
anche tu. Ne hai più bisogno di quanto pensi".
Katniss
mugugnò e si addormentò profondamente.