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Autore: kamy    04/08/2016    2 recensioni
(Wtf). A vincere gli Hunger Games sono sempre un maschio e una femmina di due distretti. In questo caso hanno vinto il favorito Cato e Katniss. L'unico modo per entrambi di continuare a vivere è dare in pasto al Distretto 1 la loro storia d'amore. Riuscirà davvero un sentimento a nascere tra questi due?
Scritta a quattro mani con Darcy Taserqueen Lewis..
Genere: Dark, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cato, Katniss Everdeen
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Cap.17 Al Tredici
"Dobbiamo ringraziare quelli del distretto Tredici, hanno depistato i droni" sussurrò Cato. Katniss scrollò le spalle.
"Solo per portarci da Capitol City al loro distretto" ribattè secca. Cato strofinò le mani tra loro. Teneva le labbra vicino all'orecchio della Everdeen.
"Certo che non me lo aspettavo così il Tredici. Soffro già di claustrofobia" sussurrò. Osservò le pareti di metallo del montacarichi, che stava scendendo per i vari livelli.
"Ci guardano tutti, ed io che mi lamentavo di Capitol" bisbigliò in risposta Katniss. Cato corrugò la fronte.
"Non dirmi che non reggi la pressione, Ragazza in Fiamme. E' normale ti guardino così, solo oggi hai salvato sedici persone dalle grinfie di Capitol" le ricordò. Le sue iridi azzurre si fecero terse. "Ritroveranno tua sorella, anche se in cambio penso vorranno usarti. Ora sei un simbolo, la gente comune si ribella per quello che rappresenti". Aggiunse.
Katniss digrignò i denti e strinse un pugno.
"Voglio solo salvare mia sorella" ribatté secca con tono acido.
Il montacarichi si fermò all'ultimo livello. Cato guardò le porte aprirsi.
"Mi sa che qui avremo delle belle sorprese" disse. Katniss sgranò gli occhi riconoscendo Haymitch, si distanziò dai militari che la rincorsero e lo raggiunse.
"Vecchio alcolizzato, allora anche tu ed Effie siete stati trascinati qui?" gli domandò, gli occhi lucidi.
"Ragazzina, smettila di essere così sdolcinata" ribattè Haymitch. I soldati la spintonarono riportandola vicino a Cato e la trascinarono lungo un corridoio.
"Che maniere" ringhiò il biondo. Raggiunsero una saletta immersa nell'ombra. Katniss sbatté le palpebre e riuscì a scorgere al suo interno le figure di un uomo e una donna seduti a un tavolo. Entrò, seguita da Cato.
"Signorina Everdeen" parlò la donna, con voce serica. "Sono il Presidente Alma Coin. Sono contenta che lei sia riuscita a raggiungerci, rappresenta una speranza per tutti noi, esattamente come sua sorella minore". Si alzò in piedi e strinse la mano a Cato.
"Lei era il tributo con cui la Everdeen è uscita dall'Arena, esatto?" chiese. Cato annuì.
Katniss socchiuse gli occhi e corrugò la fronte.
"Portandoci qui mi avete impedito di riprendere mia sorella. Cosa volete?" domandò, indurendo il tono.
"Lei non si rende conto della sua importanza, signorina. Ora rappresenta la ribellione in tutti i distretti. E' il volto della rivoluzione, lei che ha cambiato le regole degli Hunger Games. Ci stiamo adoperando noi per la ricerca di sua sorella" spiegò la Presidente.
"Non mi sembra particolarmente equo. Voi trovate mia sorella e poi potrò essere il vostro 'volto'" ribatté secca Katniss. Alma strinse le labbra e il suo viso si riempì di rughe.
"Non è mio interesse che le appaia equo" disse secca. L'uomo seduto alzò il capo tondo.
"Signorina, io ho molta influenza a Capitol. Non si preoccupi. Stiamo cercando sua sorella con ogni mezzo. Le nostre spie hanno occhi e orecchie ovunque. La porteranno qui, dove sarà protetta" disse con tono dolce. La Coin fece un mezzo sorriso.
"Mi creda, non c'è niente che vorrei di più che restituire a ciascuno qui la sua famiglia, ma tanti sono prigionieri della Capitale. Sappiamo che sua sorella è viva ed è stata vista con Mellark" spiegò. Katniss impallidì.
"Peeta è morto" disse Cato. Katniss negò con il capo.
"Il fratello" rispose con voce roca. Cato annuì, abbassando lo sguardo. Katniss diede le spalle alla Coin.
"Io non sono interessata alla sua rivoluzione.
Mi richiami quando sarà qui. Queste sono le mie condizioni, se le faccia andare bene".
Si affiancò a Cato.
"Cerchiamo un posto dove stare nel frattempo" gli propose. Cato annuì ed entrambi uscirono.
"Penso dovresti valutarla l'idea" bisbigliò, mentre venivano circondati nuovamente dai soldati. "Le cose qui funzionano solo se tu fai qualcosa per loro. Se non fai niente, non fanno niente per te. E' l'arte della politica, bisogna mercanteggiare, non minacciare" le spiegò. Katniss avanzò a passo di marcia.
"Vogliono organizzare una sollevazione dei distretti contro Capitol. Se non li aiutiamo, moriranno ben più persone di quelle decedute in tutti gli Hunger Games". Le fece osservare Cato.
"Ti giuro che appena avrò mia sorella, mi farò insegnare da te a mercanteggiare" gli disse Katniss, addolcendo il tono. Cato le sorrise.
"Te la riporteranno in capo a due giorni. Pensano ancora di poterti usare facilmente" rispose. I soldati si arrestarono e una donna in camice si mise dinnanzi ai due giovani. Porse loro dei camicioni marroni porgendoli con una mano, con l'altra teneva dei bracciali elettronici di metallo.
"Dovete indossare questi. Servono a controllare che eseguiate la mansione che vi verrà assegnata. Sono le regole per i residenti" disse.
Katniss corrugò la fronte e si guardò intorno.
"Qui è tutto sterilizzato?" chiese, prendendo il camicione. La donna mise l'altro in mano a Cato e fece indossare ad entrambi i loro bracciali.
"Ora la Presidente Coin ci comunicherà sui display dei bracciali le vostre mansioni, assegnate da un'elaborazione di dati dai nostri computer" disse. Gli schermi si illuminarono e la donna lesse.
"Sono pronte. Potete seguirmi, vi faccio vedere dove dormirete" disse gelida. Cato e Katniss seguirono la dottoressa.
Katniss osservò il proprio bracciale.
"Ovviamente? Avete avuto delle epidemie?" chiese.
"Tubercolosi, signorina Everdeen. Indi per cui teniamo alte le condizioni igieniche. Il vero problema è il ricambio costante di aria" spiegò la donna.
"Lei ha parlato di mansioni" le fece notare Cato.
"Sì. I braccialetti segnaleranno il vostro programma giornaliero, compresi pasti e allenamenti. La vostra mansione, infatti, è l'allenamento insieme all'esercito e degli incontri con la Presidente Coin" rispose la dottoressa. Si fermò davanti a una porta metallica automatica.
"La vostra residenza è questa, in comune. Non abbiamo spazio da sprecare e non possiamo permetterci di affidarvi due camere separate. Non siete in un albergo" sibilò.
"Non desideriamo che lo sia" rispose Katniss, entrando nella stanza. La donna entrò insieme a lei, Cato le seguì e la porta si richiuse automaticamente alle sue spalle.
"Anche il letto, l'armadio e il bagno sono unici. L'acqua corrente sarà disponibile solo per alcune ore del giorno. L'elettricità si interrompe automaticamente ogni sera alle 22:00 e inderogabilmente non si riattiva prima delle cinque del mattino. Per raggiungere la palestra del distretto, potete seguire il soldato che sta nella stanza accanto alla vostra. Gli allenamenti iniziano alle otto, non potete tardare" spiegò la dottoressa. Si voltò, aspettò che la porta si aprisse, uscì e la porta automatizzata le si richiuse alle spalle.
"Non è peggio che lavorare nelle miniere" disse Katniss, sedendosi sulla brandina. La sentì scricchiolare.
"Sicura che non ti crolli sotto il sedere quella cosa?" chiese Cato. Si sedette per terra, accanto alla brandina.
"Non hai né le mani né i polmoni di una che ha passato la vita in miniera" la punzecchiò. Katniss si sdraiò e osservò il soffitto sopra di lei.
"Ho visto mio padre distruggersi giorno per giorno lì dentro. Esiste anche l'esperienza indiretta" rispose con voce roca.
Cato si morse il labbro.
"Lo so che nel mio distretto siamo più agiati che nel tuo, ma non per questo mio padre ha sofferto meno. Lui lavora in fabbrica, i fumi tossici gli hanno rovinato i polmoni e ogni giorno tornava a caso più vecchio, isterico, cieco. E l'unica cosa che mi ripeteva era quanto fosse orgoglioso che io avrei partecipato ai giochi, negli ultimi anni" spiegò con voce roca.
"Da voi le fabbriche le gestiscono i robot. E diventate ciechi solo perché non controllate adeguatamente le protezioni" ribatté Katniss, voltandosi su un fianco. Cato fece una risata gutturale.
"I robot sono programmati, è vero, ma non a dare le protezioni. I proprietari sono taccagni e programmano i loro robot a essere più spilorci di loro. A cosa serve avere una tavola imbandita, se non riesci neanche più a vederla? Se sputi sangue mentre ti gusti la frutta fresca?" domandò, con voce ringhiante.
Katniss inarcò un sopracciglio.
"Da noi dicono che i soldi vanno tutti a voi. Se non è così, a chi vanno?" chiese.
"Dove vuoi che vadano? A Capitol. Dove la gente li spende in bei vestiti. Al due non moriamo di fame, ma di disperazione" disse Cato irriverente.
Katniss tirò indietro le gambe e le abbracciò.
"Secondo me vanno solo a Snow. La gente crede di averli", ma gli sfuggono tra le dita. Cato appoggiò la mano sulla fiancata metallica della branda.
"Snow gestisce soldi e vite, questa cosa deve finire. Sai, al due abbiamo le cure mediche, ma non ho mai visto un ospedale stabile. Chi è malato, deve morire, altrimenti rovina l'aspetto della città" ruggì. Katniss chiuse gli occhi.
"Non è inquietante tutto questo?" le chiese Cato. Katniss si mise su un fianco e affondò il capo sul materasso.
"Vieni sul letto a riposare anche tu. Non abbiamo tempo per l'inquietudine".
"Se i distretti si fossero inquietati un po' prima, non toccherebbe a noi salvare il mondo" sussurrò Cato. Si sdraiò accanto a lei, su un fianco a sua volta, dandole la schiena. "Dormi anche tu. Ne hai più bisogno di quanto pensi".
Katniss mugugnò e si addormentò profondamente.
  
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