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Autore: Niomi    05/08/2016    0 recensioni
Sequel di "Who Do You Think You Are?"
Harry ritorna e la band comincia a lavorare sul nuovo album. Liam giura che è tutto a posto, ma sembra che per Louis non sia lo stesso.
Cosa succederà quando un segreto che Louis ha tenuto nascosto a Liam verrà rivelato?
[Lilo - Ziall]
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: OOC, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Who Do You Think You Are?'
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Capitolo 5:
Free (Final Chapter & Epilogue)




Le voci si erano placate. Non se n’erano andate – no, quello mai – ma si erano ammutolite. Harry si chiese se fosse dovuto all’iniezione fattagli dai dottori; avevano detto che avrebbe aiutato, ma ne dubitava. Per mesi, i dottori gli avevano passato delle medicine dicendogli che lo avrebbero aiutato. Ma non l’avevano fatto.
Poteva sentire ancora le voci nella sua mente, anche se distanti, eppure non riusciva a capire cosa stessero dicendo. Era contento che fossero più calme, ma non gli piaceva il fatto che non riuscisse a muovere gli arti. Si chiese se fosse stato legato al letto, perché aveva sentito parlare di contenimento quando era arrivato, ma non ne era certo perché gli arti erano semplicemente troppo pesanti per riuscire ad alzarli dalle coperte.
Sentì un leggero stridio, come se una porta fosse stata aperta. Spostò lo sguardo verso di essa, ma anche la testa era troppo pesante per riuscire a muoverla.
“Harold?” La voce raggiunse le orecchie di Harry pochi istanti prima che vedesse un uomo in piedi vicino al letto.
Il riccio deglutì e aprì la bocca, leggermente, ma non ne uscì un suono.
“È okay se non riesci a parlare,” gli rivelò l’uomo. La voce era pacata, gentile e calma, non come quelle che ancora stavano rannicchiate nel retro della sua mente. “Sai dove ti trovi? Sbatti le palpebre una volta per dire 'sì', due per dire 'no'.”
Harry sbatté le palpebre due volte.
L’uomo sparì per qualche secondo prima di ritornare, questa volta chinandosi di più e mettendosi più vicino. Harry dedusse che si fosse seduto: “Sei in ospedale, Harold,” disse. “I tuoi amici ti hanno portato qui e abbiamo chiamato il tuo contatto per le emergenze. Tua madre arriverà tra qualche giorno,” spiegò.
Sua mamma stava arrivando? Harry si sentì improvvisamente male, come se avesse avuto bisogno di vomitare. Non aveva più parlato con la sua famiglia dall’ultima volta che era andato a far loro visita, un mese prima. Non voleva che venissero a conoscenza di che razza di persona fosse. Era pazzo e cattivo, lo sapeva, e ora era in ospedale, completamente drogato e da solo.
“Riposa ora,” continuò il dottore e Harry si rese conto che le palpebre si stavano lentamente chiudendo. “Tornerò quando ti sarai svegliato e parleremo di un’ulteriore cura per la tua malattia.”
Subito dopo, l’uomo si alzò e se ne andò di nuovo.
Harry volle urlare: “No! Per favore, non se ne vada! Non mi lasci con loro,” ma la bocca rimase chiusa. E più le palpebre diventavano pesanti, e più le voci diventavano alte.

 


~
 

 

“Quindi è così, eh?” chiese Niall al dottore nel momento stesso in cui questi uscì dalla camera di Harry.
“Temo di non capire,” rispose il Dr Kenneth, sistemandosi il camice.
“Verrà rinchiuso qui dentro ora? Drogato a tal punto da non riuscire neanche a muoversi,” affermò il biondo in tono aspro.
“Niall…” sentì la voce di Zayn dietro di sé, ma lo ignorò.
“I sedativi sono temporanei e così anche il contenimento. Rimarrà sotto sorveglianza per 72 ore per prevenire altri tentativi di suicidio ed è la ragione per cui abbiamo preso tutte queste precauzioni,” spiegò il medico. “Non consideriamo i nostri pazienti come dei 'reclusi',” continuò con sincerità. “Signor Horan, il suo amico soffre di schizofrenia, non siamo ancora certi a quale livello. Le sue condizioni non possono essere curate con un’iniezione e qualche pillola.”
La mandibola di Niall si irrigidì, ma la mano di Zayn sulla sua spalla lo trattenne dallo scattare contro il dottore. Il biondo sapeva che Harry era in buone mani in quel posto, ma lo uccideva comunque vedere il migliore amico così sottomesso e legato al letto dell’ospedale. Nonostante quelle fossero le cose peggiori, vedere Zayn afferrare il riccio prima che si lanciasse verso morte certa era stato anche peggio.
“Cosa succederà ora?” chiese il moro dietro di lui, la mano ancora appoggiata delicatamente sulla spalla del fidanzato.
“Una volta arrivata la madre, sarà lei a prendere le decisioni relative alla cura. Suggerirò una terapia intensiva e da lì decideremo come procedere.”
“Per esempio?” lo pressò Niall.
“Molti medicinali hanno mostrato dei…”
“Pillole? Ha avuto già abbastanza pillole,” ribatté il biondo.
Il medico sospirò pesantemente: “Mi dispiace, ma non ci sono altre cure per la schizofrenia. Stiamo ogni giorno imparando qualcosa di nuovo su questa malattia. Non vi mentirò, c’è un’alta possibilità che il giovane Harold non riuscirà a guarire del tutto.”
“Quindi sarà rinchiuso qui per sempre,” borbottò Niall.
“Potremmo tenerlo in questo edificio per il resto della sua vita, sì, ma vi prego di ricordare che non è nostro desiderio tenerlo qui come un prigioniero. Verrà trattato con tutto il rispetto possibile.”
Niall sentì una risata dietro di sé e si girò per vedere Zayn ridacchiare. “Lo trovi divertente?”
Il ghigno sparì dal viso del moro in un istante: “No,” affermò con convinzione, togliendo la mano dalla spalla del fidanzato. Ma poi inclinò la testa, pensieroso: “In realtà, sì, è divertente, Niall,” disse. “Verrà trattato come un principino fragile qui e la cosa ti spaventa. Ma non dimenticare i danni che Harry ha causato prima di arrivare qui.”
Niall spalancò gli occhi per lo shock: “Stai dicendo che non sto pensando a Liam?” domandò, allibito.
“Sì, Niall, è esattamente quello che sto dicendo. Liam sta soffrendo ancora le pene dell’inferno per colpa di Harry.”
“Pensi che non lo sappia?” la voce del biondo si stava alzando.
I due ragazzi non si resero neanche conto che il dottore si stava allontanando.
“Non sembra,” borbottò Zayn prima di girarsi e dirigersi nella direzione opposta, verso l’uscita.
Niall lo seguì: “Scusa se mi preoccupo di entrambi i miei fratelli.”
“E io non lo faccio?”
“Ti comporti come se volessi che Harry bruciasse all’inferno.”
“Beh, si merita –“
“Si merita di non avere voci che gli urlino contro tutto il tempo e di stare meglio.”
“Meglio come?” Zayn si bloccò di colpo e si girò verso Niall. “Pensi davvero che Harry sentisse le voci sin dall’inizio?” Fissò il biondo, ma non lo lasciò rispondere: “Le voci sono nuove, Niall. Cazzo, Harry potrebbe essersele persino inventate.”
“Non ci credi davvero,” sussultò Niall, desiderando che fosse la verità.
“Non so più a cosa credo,” il moro scosse la testa. “Lasciami solo,” disse prima di girarsi di nuovo e uscire dall’ospedale.

 


~


 

Louis era seduto sul divano, accoccolato vicino a Liam mentre questi suonava la chitarra e cantava dolcemente:

“Everywhere I’m looking now
I’m surrounded by your embrace
Baby, I can see your halo
You know you’re my saving grace.”

“Ti amo,” sussurrò Louis quando il più piccolo terminò, appoggiando la chitarra da un lato. Fece scorrere le braccia intorno alla figura di Liam e lo avvicinò di più a sé; pochi minuti prima, Niall lo aveva chiamato raccontandogli cos’aveva cercato di fare Harry e che l’ambulanza l’aveva trasportato a un ospedale psichiatrico dall’altra parte della città. Una volta terminata la telefonata, aveva trovato il fidanzato a suonare la chitarra.
“Ti amo anch’io,” ricambiò Liam, appoggiando la testa sulla spalla del più grande.
“Liam? … mi ha chiamato Niall,” disse in modo cauto.
“Va tutto bene?” Il più piccolo si sedette dritto e Louis suppose che la sua voce non doveva essere sembrata molto ferma.
Annuì, ma poi allontanò lo sguardo da Liam quando sentì le lacrime formarsi: “Niall e Zayn sono andati a vedere come stava Harry e l’hanno trovato…” deglutì. “… mentre cercava di buttarsi giù dal cornicione,” terminò e si allontanò leggermente per guardare Liam elaborare ciò che gli aveva appena confessato.
Il più piccolo sembrava confuso all’inizio, come se non avesse capito perché il riccio avesse voluto lanciarsi, ma poi tutto gli apparve chiaro: la sua espressione cambiò in maniera talmente drastica che Louis se lo strinse immediatamente al petto, abbracciandolo e nascondendo il volto nel collo del fidanzato per non vedere lo sguardo di angoscia e dolore che si stava formando su quello di Liam.
“H-ha provato a-a…” Liam singhiozzò, ma Louis lo zittì.
“Sì, ma Zayn lo ha fermato. Sta bene.” Lo strinse ancora più forte quando lo sentì tremare, poi gli scappò un singhiozzo.
Continuarono a singhiozzare per un po’; Liam piangeva contro Louis, il corpo che tremava. Stava dicendo qualcosa, ma il più grande non riuscì a capire molto. L’unica cosa che fu in grado di cogliere fu: “Colpa mia.”
“No!” Louis lo abbracciò ancora più stretto. “Non è colpa tua e non provare neanche a pensare una cosa del genere! Harry è al sicuro ora, in un o-ospedale, okay?”
Liam respirò affannosamente, cercando di riprendere fiato dopo aver pianto così tanto. “O-ospedale?”
Louis annuì, allontanandosi leggermente dal fidanzato per guardarlo negli occhi: “Sì. Soffre di schizofrenia… sentiva delle voci. Sta davvero male, ma è così da tanto, okay? Assolutamente niente di tutto questo è colpa tua,” affermò con fermezza.
Il più piccolo chiuse gli occhi, rossi e ancora carichi di lacrime. Louis lo scosse dalle spalle: “Lo capisci, Liam? Sei al sicuro ora e anche Harry. Sta ricevendo l’aiuto di cui ha davvero bisogno e tu sei al sicuro! Hai capito?” lo implorò.
Liam aprì gli occhi e annuì: “S-sì,” disse e poi sorrise fra le lacrime prima di spingersi Louis addosso e baciarlo sulle labbra.
Il fidanzato ricambiò quel bacio casto prima di circondare Liam con le braccia e stringerlo forte.


 

~

 


Il Giorno Dopo

Zayn sussultò quando la mano di Niall sbatté sul bancone con dolore e frustrazione. Il fidanzato aveva trovato il moro intento a preparare le valige, passaporto e biglietto aereo in mano. Zayn aveva progettato di lasciare semplicemente un bigliettino, ma ormai era troppo tardi. Niall era andato a far visita ad Harry di nuovo, dando per scontato che il moro sarebbe andato da Liam, e invece stava impacchettando gran parte della sua roba nelle borse. Esteriormente, stava andando nel panico ed era irrequieto, ma dentro di sé sapeva che stava facendo la scelta giusta. In quel momento, mentre guardava il fidanzato – o, presto, ex-fidanzato – con quell’espressione ferita, dovette ricordare a se stesso che aveva bisogno di farlo.
“Avevi intenzione di andartene senza dire niente?! Senza dirlo a me o persino a Liam?” Niall era esterrefatto, la voce che tremava e si alzava allo stesso tempo.
Zayn annuì piano.
“È il tuo migliore amico!” gridò il biondo e la voce si ruppe quando continuò: “Sono il tuo fidanzato!”
“Vuoi sapere perché me ne vado?” chiese il moro debolmente.
“Sì! È esattamente quello che voglio sapere, Zayn!” urlò Niall.
Zayn lo fissò, il cuore che si spezzava sempre di più: “Ho bisogno di andarmene p-perché, ieri, per un momento, quando mi sono allungato per afferrare Harry –“ si strozzò sulle sue stesse parole, prima che riuscisse a sputare fuori, “Ho sperato che fosse troppo tardi.”
Gli occhi blu di Niall luccicarono mentre guardava il fidanzato. Zayn voleva che dicesse qualcosa, qualsiasi cosa, ma il ragazzo rimase immobile, fissando il moro come se non fosse del tutto sicuro su cosa fare in quel momento.
“È per questo che ho bisogno di andarmene,” disse Zayn. “Perché per un millesimo di secondo, ho desiderato la morte di una persona,” spiegò prima di girarsi e fece quello di cui aveva davvero bisogno: se ne andò.

 


~

 


Due Mesi Dopo

Per la prima volta dopo tanto tempo, Liam si sentiva al sicuro in presenza di Harry Styles. Non temeva più che la sua pelle si riempisse di lividi, che il suo corpo venisse abusato o che il suo cuore venisse spezzato. Per una volta, stava bene.
Quelle era la terza visita che faceva ad Harry. Durante la prima, non si era sentito così al sicuro; anzi, era spaventato, ma non per se stesso: era spaventato per il riccio. Allora, Harry era ancora pesantemente sedato e legato; sebbene l’effetto stesse scemando piano, doveva aver capito che Liam era affianco a lui, perché aveva continuato a scusarsi più e più volte.
Non era rimasto più di dieci minuti perché gli urli spezzati del suo vecchio amore erano stati davvero troppo da poter sopportare.
La seconda visita era andata meglio: Harry non era più legato e i sedativi erano stati ridotti. Aveva salutato Liam scusandosi di nuovo, ma il più grande lo aveva zittito immediatamente. Poi aveva chiesto al riccio com’era il cibo che veniva servito in ospedale.
Inizialmente Harry non aveva capito, ma dopo che Liam aveva continuato a porgli domande casuali e apparentemente non importanti sull’ospedale o sul tempo, il riccio si era adeguato. Liam era pronto a vedere Harry di nuovo, ma non a parlare di ciò che stava davvero succedendo.
Ora, in quella terza visita, Liam vide progressi non solo in Harry, ma anche in se stesso. Non era molto, ma se sentiva che non aveva più il bisogno di tremare convulsamente alla sola presenza del riccio, allora anche il più piccolo doveva provare qualcosa di simile. Non parlarono mai di ciò che era successo tra di loro o del fatto che Harry non sarebbe probabilmente mai uscito da quell’ospedale.
“Mia mamma mi ha comprato un biglietto per tornare a casa per Natale,” disse Liam, appoggiandosi allo schienale della sedia vicino al letto di Harry.
“Oh, davvero?” sorrise gentilmente il riccio.
“Sì, visto che mi sono perso il Natale scorso,” spiegò. “Ho sentito che tua mamma e tua sorella verranno qui.”
Harry annuì: “Già, faremo una piccola festa di Natale qui. Le infermiere mi stanno aiutando a comprare dei regali per loro.”
“È fantastico, Haz,” disse Liam e vide immediatamente il sorriso che si aprì sul volto del più piccolo.
“Mi hai chiamato Haz,” gli fece notare e il più grande sorrise.
“Sì, l’ho fatto.”
Harry si guardò le mani, sorridendo tra sé. Sembrava essersi perso nei suoi pensieri prima che rialzasse la testa di nuovo: “Oh, me n’ero quasi dimenticato. Ho già il tuo regalo,” esclamò.
“Non devi darmi niente,” affermò Liam immediatamente, anche se Louis e Niall avevano già contribuito con lui nel comprare delle lenzuola nuove da usare al posto di quelle bianche dell’ospedale.
Harry scosse la testa mormorando “che assurdità” e si girò, aprendo il cassetto del comodino. Ne tirò fuori un pacchettino che passò a Liam: “Aprilo ora,” lo incoraggiò.
Liam sospirò piano prima di scartare quel regalo dalla forma strana. Una volta tolta la carta, si ritrovò in mano una piccola montagna russa in legno; era intarsiata in maniera complessa e, anche se scritto in piccolo, si poteva leggere 'Liam' sulla prima vettura posizionata nel punto più alto dell’attrazione. “Sei stato tu –“
“A farlo? Sì. Fa parte della terapia. Mi era stato detto di costruire qualcosa che avesse un significato per me,” spiegò Harry e Liam rimase in silenzio. Era la prima volta che uno dei due parlava della terapia del riccio.
“E quale significato a questo per te, di preciso?” chiese alla fine. Cercò di ricordarsi di una volta in cui era andato in un parco di divertimenti con Harry, ma erano anni che non saliva su una montagna russa.
“Non molto tempo fa, mi hai detto che tutti e due stavamo affrontando una corsa su una montagna russa nel corso della nostra guarigione,” gli spiegò il riccio.
“Oh.” Liam ricordava quella volta al parco quando glielo aveva detto: aveva paragonato le loro battaglie agli alti e bassi fatti da una montagna russa. Si sorprese del fatto che Harry se lo ricordasse.
“Ma mentre lo facevo,” continuò il più piccolo, “mi sono reso conto di una cosa.”
Liam alzò lo sguardo su di lui.
“Non stiamo affrontando le stesse cose, Liam,” affermò. “Sei stato ferito, mentre io sono malato. Tu puoi guarire, so che lo farai, ma io? Non sarò mai com’ero prima.”
Il più grande fece un respiro profondo: era la prima volta che parlavano apertamente di tutto. “Io non –“
“Diciamo solo che ci troviamo in due parchi di divertimento diversi, okay?” aggiunse Harry con un ghigno.
Liam si lasciò scappare una risatina: “Sì, okay.”
Qualcuno bussò alla porta e si girò vedendo spuntare la testa di Louis: “È ora di andare, Li.”
Liam annuì e si alzò: “Ci vediamo presto, Haz,” disse al riccio, che annuì a sua volta, sorridendo.
“Ci vediamo.”
Il più grande prese la piccola montagna russa e lasciò la stanza con Louis.

 


~

 


“Hai sentito Zayn?”
Liam alzò lo sguardo dalla TV e guardò Niall, rannicchiato dall’altro lato del divano rispetto a Louis.
“L’ho chiamato ieri sera,” rispose Louis. “Non ha risposto.”
Il biondo sospirò e annuì, cercando di nascondere il fatto che sentisse ancora il cuore spezzato per colpa di quella rottura brusca della sua relazione con Zayn. Ma Liam poté vedere quanto stesse male.
“Gli ho parlato qualche giorno fa,” disse. “Non penso avesse avuto intenzione di rispondere e ha riagganciato quando ha capito che ero io,” ammise e deglutì. “Ma sua mamma mi ha telefonato subito dopo. Sta bene, Ni. Ha solo bisogno di tempo.”
Una lacrima rotolò sulla guancia di Niall. “Lo so,” disse e poi fissò lo sguardo sulla televisione, come se questa potesse fermare le lacrime.
Liam si accoccolò più vicino a Louis; desiderava poter rendere felice Niall. E desiderava lo stesso per Zayn. Ma per ora, si era sentito dire più volte dal fidanzato di non preoccuparsi per loro: doveva sistemare ancora molte cose in se stesso. Le visite ad Harry stavano rendendo le cose più facili, ma ogni volta che andava da lui, rimaneva poi stressato per qualche giorno. Sapeva che il riccio non sarebbe stato sempre allo stesso livello.
I dottori lo avevano chiamato quella mattina dicendogli di non andare perché Harry stava avendo uno dei suoi episodi. Non gli avevano spiegato cosa significasse, ma avevano dichiarato che era troppo pericoloso per Liam stare vicino al riccio quel giorno.
Perciò le cose non erano perfette. In realtà, erano ancora un pochino nella merda, ma stavano migliorando e quello era ciò che gli importava davvero: il fatto che fosse di nuovo al sicuro e tra le braccia di Louis.

 



~~~



 

 

Epilogo


Niall era rimasto in città e alla fine era riuscito a superare la rottura con Zayn, che non era più tornato a casa da loro.
La madre del moro li chiamava ogni tanto per aggiornarli: Zayn era andato avanti; si era sposato e aveva avuto una bambina. Liam avrebbe giurato che Niall avrebbe sofferto di nuovo per colpa di quella notizia, ma invece era stato felice per lui. Anche il biondo era andato avanti con la sua vita: aveva una relazione con un giovane informatico che amava Nando’s anche più di lui.


 

~
 

 

Per un po’, Liam aveva provato a far visita ad Harry ogni settimana. Ma quando lui e Louis avevano finalmente deciso di trasferirsi fuori dalla città e avevano trovato una casa in campagna, ogni settimana era diventata una volta al mese. Poi, quando Louis gli aveva chiesto di sposarlo, una volta al mese era diventata una volta ogni tre mesi. Quando poi il marito lo aveva portato all’agenzia di adozione per compilare i documenti, ogni tre mesi era diventato una volta all’anno.
Era sempre durante il Natale che Liam andava a far visita ad Harry. Era il periodo migliore per il riccio: si divertiva a dire che alle voci piaceva l’atmosfera delle vacanze e gli davano una pausa. Ogni volta che andava da lui, Liam gli portava un regalo. All’inizio erano cose materiali, come una radio o la collezione dei libri di Harry Potter. Poi i regali avevano iniziato a essere accompagnati da foto incorniciate del bambino di Liam e Louis. Successivamente anche i lavoretti del figlio erano stati aggiunti nei biglietti.
Harry aveva sempre avuto un regalo da dare a sua volta. Non aveva mai niente per Louis, per il figlio o per Niall: solo per Liam. Era sempre qualcosa che il riccio aveva creato durante la terapia, ognuno di essi con un personale significato dietro.
Liam teneva quei piccoli lavoretti in una vetrinetta nella sala da pranzo. Una volta il marito gli aveva chiesto se fosse una buona idea: si preoccupava del fatto che potessero costantemente ricordargli il suo doloroso passato.
Liam gli aveva detto che non era così: gli ricordavano solo che ora la sua vita era migliorata. Amava il ragazzo che lo aveva salvato e quel ragazzo lo amava a sua volta.
Una sera, dopo aver messo il bambino a dormire, Louis gli chiese: “Come ti senti, Li?”
E la sua risposta fu: “Mi sento libero. So che qui è dove dovrei essere ed è tutto grazie a te.”
Louis sorrise e lo baciò: “Ti amo,” gli disse sulla labbra.
“Ti amo anch’io,” sussurrò Liam. “Grazie a te, so finalmente chi sono.”









.Angolo "Traduttrice".
Salve gente! Sono tornata e puntuale come al solito!!
Sì, siamo arrivati all'ultimo capitolo di questa storia, nonché di tutta la serie: sono triste, devo ammetterlo!! Vi avevo lasciato con Harry che tenta quasi il suicidio e il salvataggio in extremis di Zayn e ora vi offro un bel happy ending... per i Lilo. Già, tecnicamente solo per loro, ma in fondo erano i due veri protagonisti della storia, no? Mi è dispiaciuto un po' per gli Ziall, ma è andata così, non potevo cambiare il finale (anche se avrei voluto!). Insomma, su!!! I Lilo sono un aMMMMMore!! Mi piace un sacco il punto dove Liam canta/suona Halo di Beyoncé: gioia e gaudio per il bel finale Lilo!!
Ok, stop, ho finito, lo giuro!
Mi spiace un sacco che la storia sia finita: ho amato leggerla e ancora di più tradurla. Ringrazio tutti quelli che l'hanno letta e chi l'ha messa tra le preferite, le ricordate o le seguite: ho apprezzato davvero il vostro supporto silenzioso!! (sembra un po' un discorso da Oscar, vero?) 
Ricordo, per l'ultima volta (ahimé!!), che questa storia non è mia, si tratta di una traduzione e che la versione originale la trovate su AO3 (link alla fine del primo capitolo). Potete contattare Dassy1407, cioè l'autrice, sia su AO3 (link sempre alla fine del primo capitolo) che su tumblr (stesso username).
Vi ringrazio ancora un'ultimissima volta: GRAZIE, MERCI, THANKS, DANKE, GRACIAS!!
Lots of love,
Niomi

 
 

   
 
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