Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Angie02bts    05/08/2016    1 recensioni
Una ragazza che piace a tutti i ragazzi della scuola, ma nessuno si dichiara anche il gruppetto più temuto.
Chiamato BTS.
Suo padre è il preside e senza che lei sapesse niente si vede con una donna siccome è divorziato, ma lui non sa che è la mamma di uno dei bulletti della classe della ragazza.
Che cosa succederà?
La povera ragazza si ritroverà un fratello poco gradito.
Ma qualcosa cambiera!...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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[Anghel pov]

Andai dall'estetista a farmi le mani e i baffetti, perché domani ser dovevo andare via con mio papà per un cena, ma penso che venissero anche Jungkook e sua mamma.
Appena uscii mi diressi verso casa mia, quando entrai trovai Jimin e Jungkook in camera a rovistare tra le mie robe.

«PARK!! JEON!! Uscite subito da camera mia ora!!»

«ma Angh-»

«Park non dovresti essere a scuola? E tu Jeon non fiatare»

«si ci vediamo Jungkook ti lascio con bambolina»

Tirai una sberla a Jimin e poi uscii di casa, mi girai verso Jungkook e lo fulminai con lo sguardo, gli presi la collana che aveva in mano e la riposi al suo posto, poi lo presi per il collo e lo buttai sul divano.

«scusa bambola»

«perché stavate rovistando tra le mie robe?»

«scusa»

«uff, io esco mi vedo con Mark prima che parta tu non toccare niente se no le prendi dopo»

«ti ho detto che non puoi più vederti con quel ragazzo, tu stai qua con me e non provare a varcare quella porta»
Si alzò e mi prese per il collo e mi buttò contro il muro, mi sollevò da terra ed incominciò a stringere la presi, a tal punto respirai a colpi, cercavo di levarmi dalla sua presa ma era ferrea, continuava a stringere finché non persi i sensi.

[Jungkook pov]
Cominciai a stringere sempre di più la stretta sul suo collo, inveaso dalla rabbia la feci svenire, quando mollai cadde di peso sul pavimento e sbatté la testa.

«cosi impari a non ascoltarmi»

Le restarono dei segni violecei sul collo, la lasciai li ed andai fuori di casa. Mi trovai con i ragazzi e andammo a controllare che Mark se ne andasse.
Poi restammo fuori fino ad ora di pranzo, quando rientrai in casa c'era ancora il corpo di Anghel sul pavimento.
Presi la forbice della cucina e gliela passai sull collo, poi le tagiali tutti i vestiti e rimase in intimo, la presi in braccio e la dustesi sul letto, le legai i polsi al letto e la bocca.
Ad un tratto il suo telefono squillo ed era mia mamma, le ripsosi al messaggio di non preoccuparsi che preparo io il pranzo per tutti i due, ma mi fingei lei che scrivesse.
Le baciai quelle labbra così piene di sapore e gustose soprattutto morbide, gliele leccai, morsi e succhiate, poi le procurai dei succhiotti sul petto e sullo stomaco.
Le baciai le gambe e le lasciai dei morsi sulll'interno coscia.
Ad ora di pranzo mi preparai solo un panino e mi distesi vicino a lei, le rimisi il pezzo di stoffa sula bocca e poi le feci una foto.
Quando vidi che si stava svegliando uscii dalla stanza facebdo finta di essere appena tornato.

«Anghelll!!!!»
Si dimenò sul letto, la slegai e quando fu libera mi buttò sul letto e si mise sopra, mi tirò un pugno sulla maschella e mi tirò i capelli.
Poi si rinchiuse in camera dei nostri.
Mi misi del ghiaccio dove ero stato colpito.

Sentii che piangeva così entrai in stanza e mi distesi vicino a lei, mi risalii di nuovo sopra ed aveva un coltello in mano e me lo puntò sul collo.

«sei stato tu a tagliarmi i vestiti ed a farmi questo?»

«come puoi pensare una cosa del genere? Siamo fratelli come potrei farti una cosa del genere»

«spalla che balla racconti una balla, idiota»

«ma io l'ho fatto con amore, perché ti amo, ti avrei potuto anche lasciarti nuda legata al letto, ti potevo fare quando eri svenuta, ma non l'ho fatto»

«ci hai provato brutto bastardo»

I suoi occhi diventarono rossi e gonfi, le tolsi il coltello e lo buttai in una parte della stanza, mi misi seduto e la presi in braccio la portai fino in stanza nostra, lei si rovestii e poi mangiò qualcosa, mi evitò tutta la sera fino al giorno dopo, anche quando stavamo andando alla festa non fiatò e non mi parlò.
   
 
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