14 luglio 1993 - Hogwarts, sotterranei
Severus
Snape si svegliò abbagliato da una
luce argentea, spalancò gli occhi e mise a fuoco la stanza
in cui era. Davanti
a lui il patronus di Albus stava aspettando contrito,
“Severus, volevo solo
ricordarti che devi andare ad accompagnare i fratelli Gray a Diagon
Alley
quest’oggi. Buona Giornata”; la fenice
abbassò il collo e senza nessun altro
movimento sparì dalla stanza.
Snape alzò la testa
e si rese conto di essersi addormentato sul pavimento vicino al
caminetto,
accanto a lui giaceva inerme una bottiglia di FireWhiskey vuota.
Provò ad
alzarsi ma una fitta alla testa lo fece rimanere a terra. “Fantastico”
pensò “non
c’è
modo migliore di iniziare la giornata se non con un
dopo-sbronza”. Severus
osservò meglio la stanza e sbiancò; sembrava che
un ciclone avesse cercato
riparo nel suo salotto quella notte. I libri erano sparsi in disordine
per il
pavimento, le tende accanto alla finestra erano strappate, sul muro
accanto
alla porta per la camera da letto c’era un solco da cui
partivano innumerevoli
crepe che sembrava derivassero dalla scarica di un fulmine ed infine
tutta la
stanza era piena di piume che dovevano far parte dei ex-cuscini del
divano. “Si può sapere
che diavolo...” la sua
mente si bloccò ma riprese subito con una furia immane “BLACK.”. I ricordi
della notte precedente si accumulavano nella
sua testa: era arrivato come una furia dopo il colloquio con Albus e da
lì
aveva iniziato a distruggere ogni cosa gli arrivasse a tiro fino a
quando si
era buttato sull’alcool, da lì i suoi ricordi si
facevano più sfuocati e vaghi.
Snape con fatica si
tirò su e cercò per la stanza tra il casino la
propria bacchetta anche se dopo
pochi minuti stanco di cercare invano la appellò a
sé con un incantesimo NonVerbale
e SenzaBacchetta, anche se se ne pentì subito quando una
fitta gli attraversò
la testa per lo sforzo fisico e mentale durante ad un dopo-sbornia.
Ed ora doveva anche
prepararsi per andare a fare da baby-sitter a tre marmocchi per
un’intera
giornata.
Con un ringhio si
diresse in bagno e sbatté la porta dietro di lui.
“Che
fantastico inizio giornata”.
14 luglio 1993 –
Manchester
Chris stava
sfogliando un libro quando con la grazia di un'inquisizione spagnola
arrivò di
filato una dipendente dell'orfanotrofio ad urlare qualcosa che doveva
sembrare
come "Professore di ieri... Alzati da quel letto svogliata... ",
anche se la cara signora aveva articolato molto di più il
suo discorso.
La ragazza in
questione si alzò e si diresse alla porta con una calma ed
una tranquillità che
fecero inacidire e infuriare ancora di più quella che ormai
per i fratelli Gray
era soprannominata "la Suora".
Fissò negli occhi
la signora tarchiata davanti a lei: - Grazie, è sempre un
piacere vederla.
Penso di conoscere la strada.
Lei di risposta
emise uno sbuffo che era più simile ad un ringhio ma Chris
ormai era già in
cerca dei due scapestrati dei suoi fratelli.
Girò finché non
uscì in giardino dove vide i due che stavano cercando di
salire su un albero
vicino al recinto per riuscire a "evadere" dall'orfanotrofio.
"Mark e Nathalien!
Giù subito."
I due ragazzini
scesero sbuffando e seguirono la sorella che li portò
davanti al professore che
aveva uno sguardo omicida.
"Ancora più
simpatico e più di buon umore di ieri" pensò
sarcasticamente la maggiore.
-Professore, non la
aspettavamo con coì tanto preavviso, pensavamo di dover
aspettare una settimana
almeno. - constatò Mark.
-Già e posso
assicurarle Signor Gray che non è stata una mia scelta
tornare a rivederla con
così tanto preavviso. Ora se potete prepararvi in pochi
minuti avremo un treno da
prendere, che non voglio assolutamente perdere per poi prolungare
questo incantevole rendez-vous.
I tre si
scambiarono solo uno sguardo e scomparirono, senza chiedere
spiegazioni, alle
loro stanze; qualsiasi scusa per poter uscire da quella prigione era
valida per
loro. In pochi minuti erano davanti al portone che aspettavano in
trepidazione.
Severus fece strada
e camminando arrivarono in stazione centrale dove con stupore presero
un treno
per Londra.
Severus guardò i
tre ragazzini davanti a lui, la maggiore stava guardando fuori dal
finestrino
seduta con una gamba incrociata dove il fratellino più
piccolo ne stava facendo
uso di cuscino per poter leggere un libro mentre l'altro ragazzo era
seduto con
i gomiti appoggiati sulle ginocchia e fissava Severus. Non si erano
scambiati
meno di una dozzina di parole mentre raggiungevano il treno e ora, purtroppo per lui, era arrivato il
momento di spiegare a quei marmocchi cosa sarebbe successo da
lì a qualche giorno
della loro vita.
-Signor Gray, se
non mi è spuntata una seconda testa nel tragitto da qui ad
Hogwarts la
pregherei che la smettesse di fissarmi, se non lo sapesse è
fonte di
maleducazione.
-Beh volevo vedere
quanto ci avrebbe messo a spiegarci che stiamo facendo, professore.
Severus alzò gli
occhi al cielo.
-Ieri dopo la
nostra fantastica visita ho parato con il Preside, ha acconsentito di
istruirvi
prima dell'inizio della scuola per riuscire ad iscrivervi nel vostro
anno e per
riuscire a recuperare tutta l'ignoranza che vi state portando dietro -
qui Mark
sbuffò e Severus ghignò di risposta - quindi
stiamo andando a Londra per
procurarvi il materiale necessario per la vostra educazione.
Qui la ragazza si
riscosse e fissò il mago seduto davanti a lei: -Nat...
Cioè Nathalien verrà con
noi quindi?
-Si, il Preside ha
acconsentito a tenerlo con voi fino all'inizio dell'anno scolastico,
poi si
vedrà. Anche se non sono a conoscenza di quali saranno le
disposizioni o le
condizioni per il bambino.
Il più piccolo si
riscosse e si alzò a sedere e sorridendo al Potion Master
disse contento: - Io
glielo avevo detto che venivo anch'io. Ma dov'è questa
Oggwert?
-Si dice Hogwarts e
il luogo esatto è ignoto, si sa che è a nord in
Scozia.
-Quindi fa freddo?
-Da quel che si può
supporre.
-Nevica?
-Sì. - sbuffò irritato
Snape.
-Wow, non ho
praticamente mai visto la neve. Quanto nevica?
-Immagino normale
per i canoni della Scozia.
-Quindi tanto. C'è
un parco?
Severus alzò gli
occhi al cielo e Chris ridacchiò, se il viaggio continuava
così il bambino
rischiava di essere sbattuto fuori dallo scompartimento da Severus
stesso.
-Nat basta domande.
- rise la maggiore.
-Ma Chris ... - ma
ogni obbiezione fu spenta da uno sguardo della maggiore.
Il bambino
abbattuto si ristese sulla sorella e iniziò a guardare fuori
dal finestrino.
Severus la fissò
per pochi secondi; aveva raccolto una parte dei capelli mentre il resto
si
allungava su una spalla, indossava un giubbotto di pelle liso dove
sotto teneva
una maglietta consumata di qualche band e dei jeans che dovevano essere
usati
per molti anni: un abbigliamento
adattissimo ad una comunità magica,
pensò sarcasticamente. La ragazza come
se lo avesse sentito si girò e lo fissò. Severus
evitò immediatamente il
contatto con quegli occhi troppo famigliari.
-Professore? Avrei
solo una domanda. Quello che dovremo comprare a Londra, quanto
può venire a
costare? Potremo prenderlo in condivisione io e mio fratello? Non penso
di avere
abbastanza soldi, soprattutto non so quanto costerà tutto.
-La scuola ha un
fondo per i casi come voi. Non dovrà pagare nulla e per
rispondere alla sua
domanda; no non potrete condividere il materiale lei e suo fratello,
sarebbe
impossibile.
Chris lo stava
guardando, ora, un po' a disagio: - Quindi è una specie di
prestito? Tipo i
prestiti per andare al college che ci sono in America?
Severus la guardò
stralunato: - No, non è un prestito.
-Non vogliamo
l'elemosina - interruppe Mark.
-Beh sembra, Signor
Gray, che non abbiate molta scelta al riguardo. - rispose stancamente
il mago.
-Ridaremo i soldi.
Severus fissò negli
occhi il ragazzo che aveva davanti: - E in che modo di grazia? - chiese
causticamente.
Qui Mark si zittì e
evitò lo sguardo di scherno del mago davanti a lui: - In
qualche modo li
troveremo.
Severus alzò gli
occhi al cielo teatralmente e lo schernì: - Non ne faccia un
melodramma, non è
il primo e non sarà l'ultimo caso. Ora se le domande sono
finite pregherei un
po' di silenzio.
Chris sorrise e si
mise più comoda sui sedili, la divertiva il mago davanti a
lei. Era di un
caustico che faceva paura ma nel suo sarcasmo si poteva leggere
dell'intelligenza, chissà come sarebbe stato a scuola, forse
ancora peggio.
-Chris...
-Nat mi sembra dovessi
stare in silenzio.
-Beh non sto parlando
in teoria, è mentalmente.
-Scaltro. - si aggiunse
Mark.
-Si, infatti. Ho paura
di quando crescerà che combinerà. -
continuò
Chris
-Finitela sono solo il
meglio dei tre.
-Si ti piacerebbe
nanerottolo. - rispose Mark.
-Secondo voi sente
anche sta volta? - chiese Nat ignorando il fratello
e lanciando un’occhiata al professore davanti a lui.
Il professore li
guardò con sguardo omicida ma continuò a non dire
nulla.
-Quando distribuivano
gentilezza e gioia lui doveva essere in bagno.
-Beh si è
rifatto con il sarcasmo, Mark. Di quello ne ha in abbondanza.
- continuò Chris.
-Anche di ...
I pensieri si
interruppero di colpo da un gemito di dolore da parte dei tre ragazzi
mentre
Severus li guardava gelidamente.
-Per rispondere
alla vostra domanda; sì potevo sentire la vostra
conversazione.
-Dio... - imprecò
Mark massaggiandosi le tempie.
-Linguaggio Gray.
-È sempre così
amorevole o sta dando il meglio con noi tre? - continuò il
ragazzo.
-Allora mocciosi
arroganti ve lo dirò per una volta sola. IO SONO UN
PROFESSORE. Voi non oserete
a parlare in questo modo ad Hogwarts perché il Preside
potrà pure avervi preso
in simpatia ma io non sono così. IO SONO UN VOSTRO
SUPERIORE. Vi esprimerete
nei miei confronti chiamandomi professore
o signore. E sperate che io non vi senta più
parlare con questo tono a
nessuno ad Hogwarts perché finireste in punizione per il
resto della vostra
vita e posso assicuravi che non sarà per niente piacevole.
Quindi ora starete
in silenzio e non comunicherete fino all'arrivo in nessun modo. - Il
tono del
professore era calmo e gelido ma trasudava un potere che
immobilizzò i fratelli
sul posto -Sono stato abbastanza chiaro? -
I ragazzi
annuirono.
-Ho chiesto: sono
stato abbastanza CHIARO? - riprese velenosamente.
-Si, professore.
I tre si zittirono
e si scambiarono solo uno sguardo tra di loro; sarebbe stata una lunga
giornata.
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Quando il treno
arrivò a Londra Chris svegliò i due che si erano
addormentati uno sull'altro
dalla noia. Nat appena capito che erano arrivati scappò
giù dal treno come una
furia mentre Mark alzò gli occhi al cielo e lo
seguì. Chris scosse solamente la
testa, togliere il divertimento a Nat sarebbe stata una cosa
impossibile.
-Miss Gray.
Chris si girò, si
era quasi dimenticata di non essere sola.
-Le chiederei di
tenere a bada i suoi fratelli, soprattutto il più piccolo.
Se non vuole
separarli, oltre che oggi, anche ad Hogwarts dovrà tenere un
comportamento
impeccabile. - detto questo uscì brutalmente dal treno.
Chris era stupita,
prima mandava onde telepatiche per farle friggere il cervello poi si
preoccupava che i suoi fratelli non fossero separati. Scese dal treno e
raggiuse i suoi fratelli al binario dove Nat stava saltando come un
grillo per
l'eccitazione.
-Chris è enorme
qui! Guarda quello! Lì c'è un signore che suona
il violino andiamo? Guarda
quello ha un cappello stranissimo. Quel ragazzo sta andando in
skateboard! Dai
Chris, ti prego!
La maggiore rise
guardando la scena davanti a lei; il professore guardava a disagio il
bambino
davanti a lui che saltellava per l'esaltazione mentre Mark sbuffava
imbarazzato.
-Nat, Nat?
Nathalien!
Il bambino si
immobilizzò; -Nat sono felice che tu sia elettrizzato da
Londra ma ora ho
bisogno che tu stia buono e soprattutto che tu smetta di saltare
dappertutto.
-sospese la voce per dare più tono a quello che stava per
dire e guardò negli
occhi il fratellino -Oppure la prossima volta che ti ficchi nei guai in
orfanotrofio non ti recupero da qualsiasi punizione ti abbiano messo.
"Slytherin la
ragazzina" pensò Severus.
-Beh, ma non
torniamo più in orfanotrofio Chris. - sogghignò
il bambino - Non ti ricordi?
Andiamo assieme alla vostra scuola di magia!
"Beh anche il moccioso
non si fa prendere sottogamba."
-Si Nat. Grazie,
hai ragione. - rispose lei con tono fintamente dolce. - Ma ti avviso,
adesso,
che se tu oggi non riesci a comportarti da essere umano non vedrai
nessuna
scuola di magia. Siamo intesi?
Nat mise il broncio
e evitò di guardare la sorella: - Nathalien, siamo INTESI?
-Si, Chris. - disse
incrociando le braccia e sbuffando.
-Ok, ora che Nat
non sta cercando di prendere il volo saltando e tu Mark, per l'amor del
cielo,
smettila di essere in imbarazzo non ha fatto ancora nulla di eccessivo.
-Vorrei
sottolineare la parola ancora.
-Mark. -avvisò la
sorella e questo si zittì - Professore dove andremo ci
sarà la possibilità di
cambiare dei dollari? C'è una banca?
Severus si
riscosse: -Si, ce n'è una che fa al caso vostro ma non so
quanto vi convenga.
-Non fa niente
dobbiamo riuscire a cambiare questi soldi e ormai non fa differenza
dove.
Quindi - e alzò gli occhi sul Snape -andiamo, professore?
Severus sbuffò e
fece strada. Iniziarono a camminare dalla stazione al centro di Londra
finché
non entrarono in una strada chiamata Charing Cross Road dove era pieno
di
librerie, qui a Mark gli si accesero gli occhi. Anche se il professore
evitò
tutte le librerie fino ad arrivare in un angolo della strada dove c'era
un
locale particolarmente buoi e dismesso, un’insegna
particolarmente consumata
indicava che il posto si chiamava "Paiolo Magico". Il professore
aprì
la porta e la tenne aperta per fare entrare i ragazzi. Non c'era luce
nel
locale ed i clienti seduti erano troppo assopiti nei loro pensieri o
bicchieri
per far caso ai nuovi sconosciuti entrati.
Chris era stranita
da come fossero vestiti: c'erano cappelli a punta, vesti lunghe con
stelle e
rune. Anche se non ebbe molto tempo di osservare l'ambiente circostante
perché
Snape appena entrato aveva continuato verso il retro bottega del locale
dove si
fermò davanti ad un muro di mattoni con i tre ragazzi che
gli arrivano dietro.
-Questo è uno dei
modi per raggiungere Diagon Alley, il centro della Londra magica.
Dovete
colpire con la punta della vostra bacchetta in sequenza questi mattoni.
- dopo
la breve spiegazione il professore colpì velocemente una
serie di mattoni e il
muro si trasformò in un arco dove dall'altra parte apparve
Diagon Alley.
I tre ragazzini rimasero
basiti e Severus li guardò ghignando.
Chris non aveva mai
visto tanta magia in un solo luogo. Era incantata dalla confusione di
quei
negozi vivi e strapieni di oggetti, delle persone che si muovevano da
un luogo
all'altro come api. Dopo molto, troppo tempo, finalmente Chris si
sentì di
nuovo a casa, di nuovo accettata nel suo mondo e non sballottolata da
un
orfanotrofio all'altro cercando di crescere e tenere insieme i suoi due
fratelli. Girò lo sguardo verso l'uomo accanto a lei e gli
sorrise con gratitudine.
Severus si bloccò
mentre quella ragazzina gli stava sorridendo piena di gioia, si
sentì a disagio
di quel contatto e di quella felicità che lei gli stava
trasmettendo. La capiva
tutta quella felicità, l'aveva provata anche lui la prima
volta che aveva
superato l'arco ma non l'aveva mai condivisa con qualcuno, soprattutto
non con
una ragazzina scapestrata conosciuta da poco meno di una settimana.
Il contatto che si
era creato si spezzò quando il più piccolo preso
dall'euforia iniziò a saltellare
in giro dappertutto.
Chris si accovacciò
di fronte al fratellino e gli mise le mani sulle spalle: -So che in
questo
momento vorresti correre dappertutto per vedere ogni cosa nuova ma non
è il
momento giusto. Se ti comporterai bene forse avremo un po' di tempo per
girovagare ma ti prometto che un giorno ci verremo solo noi due e
potrai
conoscere ogni singolo angolo di questa via.
Il bambino la
guardò un po' abbattuto ma sorrise e annuì.
Mark che fino a
qual momento era sempre stato zitto regalò un raro sorriso:
- Ok, professore.
Faccia strada.
Severus scrollò le
spalle e senza dire nulla li condusse alla fine della via dove un
edificio di
un bianco immacolato troneggiava al di sopra dei negozi circostanti e
un’incisione
sulla porta diceva:
«Entra,
straniero, ma ti ricordo
cosa spetta a chi
è ingordo.
Chi prende senza
meritare
molto cara la
dovrà pagare.
Quindi se cerchi nei
sotterranei qui da noi
tesori che non furono
mai tuoi,
sta' attento, ladro,
sei avvisato:
ben altro che un tesoro
ti è riservato.»
-Immagino sia la
banca di cui parlava giusto, signore? - riprese Mark.
-Si è questa. Anche
se non so quali sono le quote per cambiare una moneta straniera.
Quando entrarono
nell'edificio Chris trattenne il respiro, superato l'atrio entravi in
un’ampia
stanza con il pavimento in marmo e dei banconi che si estendevano per
tutta la
sua lunghezza. Dietro ai banconi sedevano degli ometti di bassa statura
con le
orecchie appuntite indaffarati a timbrare carte e a servire i clienti.
Il
professore restò accanto alla porta e Chris si fece coraggio
avvicinandosi al
bancone.
Una voce sgradevole
e annoiata appartenente alla creatura davanti a lei disse: - Desidera,
signorina.
Chris era messa in
soggezione dall’essere davanti a lei, le novità
che stava scoprendo quel giorno
stavano diventando un po' ingombranti da gestire.
-Ehm buongiorno...
Io avrei, nel senso... Cambiate i dollari americani in - qui si
interruppe non
sapendo in cosa doveva cambiarli, qual era la valuta dei maghi,
tenevano la
sterlina come i babbani oppure...
Finché una voce
dietro di lei chiese: - La signorina qui presente ha dei dollari
americani e
deve cambiarli in galeoni. Qual è l'imposta?
Chris si girò per
vedere Snape che si stagliava dietro di lei.
-La tassa di cambio
è del 2%, quanto deve cambiare?
-Ehm, 260 dollari
penso.
-Inizi a darmi i
soldi che faccio la conversione.
Snape osservava la
ragazzina tirare fuori dallo zainetto che dondolava su una spalla un
barattolo
piccolo di latta da dove uscirono una mazzetta di banconote tutte
consumate e
una miriade di monetine. Il Goblin davanti a lei la guardava con aria
di
sufficienza, Severus immaginò che quelli erano i risparmi di
una vita dei tre.
Il folletto iniziò a contare i soldi dopodiché
tirò fuori da dietro al bancone
il denaro magico, fece firmare una ricevuta e finalmente poterono
uscire dalla
banca. La ragazzina rimise tutti i soldi nel barattolo e
guardò l'uomo davanti
a lei: - Grazie per l'aiuto. Ora per noi ignoranti può
spiegarci chi sono
quegli esserini e che monete sono queste?
Severus la guardò
dall'alto con aria di superiorità: - Il tono ragazzina, mi
sono già espresso su
questo punto. - e riiniziarono a camminare per avvicinarsi ad un altro
negozio
- Quelli esserini, come ha definito barbaramente lei, sono i folletti,
una
razza non molto amabile del mondo magico. Riguardo alla moneta la
nostra valuta
è il galeone, il falce e lo zecchino. Le monete d'oro sono
galeoni. Diciassette
falci d'argento fanno un galeone e ventinove zellini fanno un falce. Un
galeone
vale un po' meno di 10 sterline, quindi più di 10 dollari.
Abbastanza esaustiva
come risposta, Gray?
-Si, mi scusi per
il tono.
Entrarono in un
piccolo negozio con l'insegna sbiadita che citava "Olivander: fabbrica
di
bacchette di qualità superiore dal 382 a.C.", il negozio
all'interno
sembrava ancora più minuscolo e c'erano migliaia di strette
scatole rettangolari
impilate in perfetto ordine fino al soffitto, dal retro bottega
uscì un signore
anziano con occhi grandi e scoloriti che illuminava la penombra del
negozio
come due astri lunari.
-Buongiorno. -
disse solamente e poi si accorse di Snape dietro ai ragazzi. -
Professor Snape,
è da anni che non ci vediamo. Betulla, Nucleo di crine di
unicorno, 12 pollici
e mezzo e Rigida, se non sbaglio?
Snape non batté
ciglio e annuì soltanto.
-E con chi ho il
piacere di avere a che fare qui invece?
-Signor Olivander
questi sono i fratelli Gray. I due maggiori sono venuti ad acquistare
la loro
prima bacchetta.
-Non siete un po'
grandi per la prima bacchetta?
-Ci siamo appena
trasferiti dall'America. - rilevò Chris.
Olivander si
accigliò ma non disse più nulla.
-Iniziamo da lei
signorina?
Chris annuì e face
un passo avanti.
-Con quale mano
impugna la bacchetta?
-Uso la sinistra,
signore.
-Perfetto. - con un
colpo di bacchetta apparì un metro che le iniziò
a prendere le misure del
braccio, Chris era immobile e fissava il signore anziano che girava per
il
negozio prendendo scatole dalle pile per depositarle sul tavolo al
centro del
negozio.
-Penso abbiamo
finito con il metro - disse quando si accorse che stava misurando la
distanza
tra le narici di Chris - venga pure qui.
Chris si avvicinò
all'uomo che gli stava porgendo una bacchetta, Chris la prese e non
sapendo
cosa fare la provò a muovere per istinto ma non aveva
nemmeno iniziato il
movimento che Olivander gliel'aveva già strappata di mano.
Continuò a mettere
in mano a Chris una bacchetta dopo l'altra ed una dopo l'altra erano
rimesse
nelle proprie scatole e si andavano a depositare ai loro posti nelle
pile di
scatole.
-Una cliente
difficile vedo. Stia tranquilla tutti hanno la propria bacchetta che lo
aspetta. Americana ha detto?
-Abbiamo abitato in
America si.
-Ma non è di
origine, giusto?
-No, siamo di
origini bulgare.
Il signore si blocco
e con uno sguardo strano si concentrò su Chris per poi
spostarsi dietro ai suoi
fratelli.
Snape si era
riscosso dal dormiveglia per concentrarsi sulla scena davanti a lui.
-Bulgari ha detto?
Sarete mica... - ma si interruppe subito per girarsi e dirigersi di
colpo verso
una pila di scatole nell'angolo più sinistro del negozio da
dove prese tre
scatole mentre barbottava tra sé.
-Non penso, però...
provi questa. Ebano, Crine di Thestral, 10 pollici e mezzo, Flessibile.
Chris prese in mano
la bacchetta e un'onda di energia le passò attraverso il
corpo e la bacchetta
spuzzò scintille blu scuro.
-Interessante.
-Che cosa è
interessante, se posso chiedere signore?
-La bacchetta,
signorina Gray. Queste tre bacchette che vede sul bancone sono le
eccezioni che
confermano due mie regole, le uniche infrazioni in questo negozio. I
crini di
Thestral non sono nuclei usati per molte bacchette, anzi di solito si
evita
completamente. I Thestral sono animali solitari e dalle
capacità magiche
incredibili ma incanalare il loro potere è un’arte
difficile e rara. Si narra
che la bacchetta più potente del mondo abbia il nucleo di
crine di Thestral.
-fissò negli occhi la ragazza davanti a lui e poi riprese:
- Queste bacchette
inoltre infrangono un’altra regola che mi ero prefissato,
cioè quella di non
usare lo stesso nucleo per più di una bacchetta,
cioè di non crearne due
identiche con la stessa anima. C'è solo un’altra
eccezione a questa regola e
riguarda una fenice. Mi ricordo di ogni bacchetta che ho venduto
signorina Gray
e tutte sono diverse da loro, questa bacchetta la ha scelta ma ha un
destino
che non riesco a leggere. Spero non le si rivolti contro.
Chris era gelata e
fissava il legno nero e lucido con più consapevolezza.
Severus aveva
fissato la scena senza dire nulla ma gli interrogativi rimanevano. Chi
diavolo
erano quei ragazzi?
-Bene. Signor Gray,
vuole fare un passo avanti? Penso, di averla già trovata la
bacchetta per lei;
possiamo saltare la cerimonia del metro suppongo.
Olivander prese un’altra
scatola delle ultime tre che aveva recuperato prima e porse la
bacchetta
all'interno al ragazzo.
-Pioppo Bianco,
Crine di Thestral, 10 pollici, Rigida.
Mark prese la
bacchetta e la agitò, un fiotto di luce uscì
dalla punta. La mano gli tremò per
la novità dell'energia che trasudava in nuovo oggetto e
guardò la sorella con
aria scioccata.
- Se non fossi
arrestato se vendessi la terza bacchetta ad un mago minore di 11 anni
potrei
lasciarvi anche questa immagino. Sono 23 galeoni e 25 falci per le due
bacchette.
Qui Severus
intervenne: - Metta sul conto di Hogwarts, signor Olivander. Penso che
abbiamo
finito. Arrivederci.
I ragazzi
salutarono ma prima di uscire Olivander fissò la maggiore e
chiese
ironicamente: - Immagino che anche Gray sia un tipico cognome bulgaro,
signorina.
Chris lo guardò
turbata: -Immagina bene. Grazie per le bacchette, arrivederci signor
Olivander.
-Arrivederci
ragazza.
Uscirono dal
negozio turbati ma continuarono a fare compere, passarono in ogni
negozio dove
acquistarono attrezzatura di ogni tipo; Snape non disse quasi nulla se
non le
richieste ai commessi mentre erano nei negozi, la maggior parte del
tempo
ignorava i ragazzi. Si accese di più mentre erano nel
negozio per
l'attrezzatura per Pozioni dove mise un po' più di
attenzione e un po' più di
cura negli acquisti. L'ultimo
negozio fu
quello per le uniformi dove i ragazzi furono esentati dalla presenza
del
professore, i due uscirono completi di uniformi anche se ancora
più confusi
dopo che la titolare li aveva chiesto in che Casa erano per mettere
l'identificativo sulle uniformi.
A Chris e Mark in
ogni negozio che erano entrati si erano moltiplicate le domande ma
appena
vedevano il professore di umore sempre più nero evitavano di
chiedere; invece
Nat era troppo preso dalle novità di quel posto per notare
l'imbarazzo dei
fratelli.
Finiti le compere richieste
per la scuola i tre erano affamati, stanchi e scombussolati al
contrario Snape
era solo più irritato.
-Professore se
abbiamo finito posso chiederle solo più mezz'ora? Volevamo
solo fare un giro in
un negozio di libri. - chiese per spezzare il momento Chris.
Ai due fratellini
si illuminarono subito gli occhi mentre Severus alzò gli
occhi al cielo.
-Vi concedo 20
minuti. Ci incontriamo al Paiolo Magico, non un minuto di ritardo o vi
lascio
qui.
Chris sospirò e
vide il mago vestito di nero scomparire tra le persone.
I ragazzi entrarono
in una libreria lì accanto chiamata Obscurus Books un posto
dove tra poco non
c'era posto per le persone da quanti libri c'erano. Lì i
ragazzi si rilassarono
un attimo e cercarono qualcosa di utile da comprare. Mark
trovò un libro in
sanscrito sulla Magia d'Oriente ed un manuale di Occlumanzia e
Legimanzia più
completo e approfondito mentre Chris fu catturata dalla sezione di
Guarigione,
alla fine comprò un libro sulle tecniche base di guarigione
ed un sulla
Guarigione legata alle Pozioni. Nat invece curiosò in giro
ma era più interessato
al negozio davanti dove c'era in esposizione in vetrina una scopa
tirata a
lucido.
Appena ebbero
pagato il più piccolo si buttò davanti alla
vetrina dove c'era già un’altra
persona ad ammirare la scopa.
-Secondo a te a
cosa serve Chris? È bellissima!
Un ragazzino occhialuto
e con una cicatrice in fronte che era quasi spalmato sulla vetrina per
ammirare
la scopa si girò verso Nat e gli disse dolcemente: -Serve a
volare, è una scopa
da corsa. Tu ci cavalchi e le ti porta in giro.
-Cioè come le streghe
di Halloween?
Il ragazzo un po'
incerto: - Si immagino di sì.
-Wow. Grazie! Chris
ne voglio una, ti prego!
-Nat non penso tu
sia abbastanza grande, ci penseremo. - rispose esasperata lei.
-Togli tutto il
divertimento così però. - si lamentò
il piccolino.
Chris gli arruffò i
capelli e ringraziò il ragazzino per poi dirigersi di corsa
all'appuntamento
con Snape; lo trovarono ad un tavolo che leggeva un manuale con davanti
una
tazza di the.
Appena vide i
ragazzi rimpicciolì il libro e lo fece scomparire in una
delle tasche del suo
mantello per poi uscire dal locale. Si diressero di nuovo alla stazione
e
presero il primo treno per Manchester. Nat collassò quasi
subito sulla sorella
per la stanchezza della giornata e Mark lo seguì quasi
subito appoggiato alla
parete dello scompartimento.
Chris tirò fuori il
libro sulla Guarigione che aveva preso e lo iniziò a
sfogliare. Snape la
guardava di sfuggita finché Chris dopo essersi stancata di
sentirsi osservata
iniziò ad attaccare discorso.
-La ringrazio per
oggi, anche se immagino avesse preferito fare altro.
Severus si stupì
che dopo tutta la giornata che ignorava quei ragazzini e li riprendeva
per
qualsiasi cosa lei avesse ancora il coraggio di parlargli.
-È il mio lavoro,
per quanto spiacevole sia a volte.
-Beh era molto
ovvio. Immagino che Nat sia stato il più difficile da
sopportare. - rise lei.
-Si, l'ho scoperto
a mie spese. - disse cinicamente.
-Lei sa perché la
mia bacchetta è così diversa?
-Il nucleo di
Thestral è uno dei più rari ma anche uno dei
più potenti, la sua magia è
particolare però.
-Particolare?
Il professore raddrizzò
la schiena e spiegò: -Il Thestral è un animale
che possono vedere solo chi ha
visto la morte in faccia o qualcuno morie, è sempre
raccontato in modo sinistro
ma le sue proprietà e poteri magici sono incredibili.
È una delle anime più
potenti quella delle vostre bacchette ma è vista in modo
sinistro per via della
storia che ha alle spalle il Thestral.
-Grazie, il
negoziante era un po' inquietante al riguardo.
-Olivander è un
individuo singolare. - ammise Snape.
-Come faceva a
sapere che non eravamo di origini americane?
Severus concentrò
tutta l'attenzione ora sulla ragazza: -Questo forse potrebbe dirmelo
lei.
-Se l'è presa
perché non gli abbiamo detto di essere bulgari?
Severus fece una
smorfia: -Stia tranquilla che il mio interesse per voi è
dettato completamente
dal lavoro che faccio.
Chris sorrise tra sé
e sé: -Non ha risposto comunque alla mia domanda.
Snape sospirò: -Una
bacchetta dice molto della personalità di una persona,
soprattutto le bacchette
di Olivander. Il suo scopo è sposarne una per la vita, non
può usare una
bacchetta di un altro mago, non le risponderebbe. Lui da anni di questo
lavoro
è riuscito ad imparare a leggere le persone grazie alle
bacchette, l'avrà
capito dal continuo rifiuto delle bacchette che le aveva portato.
-Non capisco che
differenza ha fatto se siamo o no bulgari. Sbuffò lei
-Questo, penso, lo
potrà dire solo lei a me.
Chris evitò di
guardarlo e spostò lo sguardo fuori dal finestrino; senza
quasi farsi sentire e
con la voce più bassa di prima biascicò: -Nulla,
nessuna differenza.
La conversazione si
era chiusa, Chris era assorta nel paesaggio fuori dal finestrino persa
nei
ricordi passati e Severus annuì guardandola.
Rimase il silenzio
nello scompartimento per qualche minuto finché Chris non si
riscosse e chiese
al Potion Master quando sarebbero dovuti andare ad Hogwarts.
-Vi verrà a
prendere un dipendente della scuola domani nel pomeriggio,
l'orfanotrofio è già
stato avvisato. Da dopo domani inizieranno le lezioni di recupero per
voi.
Spero per voi che siate più svegli di quello che ho visto
io, avete anni da
recuperare in poche settimane.
Chris ghignò: -
Stia tranquillo, professore. Dovremmo farcela. - dopo di che si rimise
a
leggere e ritornò il silenzio.
Arrivarono a
Manchester che erano passate le nove di sera e la città si
stava addormentando
per dare posto alla notte.
Chris si caricò Nat
in spalle che era esausto e dormiva ancora mentre Mark ancora mezzo
addormentato si caricò le borse degli acquisti della
giornata sbadigliando ad
ogni passo.
Chris si girò verso
il professore: -La ringrazio ancora professore per averci accompagnato,
è tardi
se vuole da qui possiamo arrivare all'orfanotrofio da soli. Non deve
per forza
accompagnarci.
Severus si sentì di
nuovo a disagio, i ringraziamenti non facevano mai per lui e si nascose
di
nuovo dietro alla sua maschera di indifferenza: -Come le ho
già detto me l'ha
dettato il mio lavoro, al massimo deve ringraziare il Preside. Ed il
mio lavoro
mi detta di non abbandonare due studenti minorenni di sera, prima
iniziamo ad
andare prima io posso esonerarmi dalla vostra presenza.
Chris scosse la
testa sorridendo beffardamente, non aveva ancora incontrato una persona
così
caustica e cinica.
Severus gli scortò a piedi fino all'orfanotrofio dove i tre ragazzi scomparvero all'interno e Chris non fece nemmeno in tempo a girarsi per vedere l'ultima volta il mago che era già scomparso con un sonoro pop.
**********************NOTE
AUTRICE**********************
Eh si sono di nuovo in ritardo, mi
scuso immensamente. Sto
lavorando moltissimo in questo periodo e il tempo per scrivere non
è un
granché.
Questo capitolo non mi convinceva
molto, l'ho scritto a
tratti ed il risultato finale non so com'è venuto.
Ringrazio tutti voi che avete messo
la storia nelle seguite,
preferite o ricordate e ringrazio chi ha avuto pietà di me e
mi ha recensito la
storia.
Spero che questo capitolo non vi
dispiaccia e se aveste
voglia di commentare o lasciare anche un consiglio ve ne sarei
immensamente
grata.
Detto questo un abbraccio e ci
vediamo al prossimo capitolo
che dovrebbe essere puntuale.
Namasté, fiok