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Autore: fiokw    07/08/2016    1 recensioni
La storia parte temporalmente dal terzo anno di Harry anche se i personaggi principali non sono i soliti. Ci sono tre fratelli che non hanno avuto la stessa iniziazione alla magia dei nostri cari personaggi e il nostro caro insegnate di pozioni che cercherà di capire chi sono questi ragazzi. Ho sempre adorato il personaggio di Piton ed in questa fanfiction cercherò di scriverci più approfonditamnete. Cercherò di non andare fuori personaggi anche se certi saranno visti da angolazioni diverse da quelle dl romanzo.
Genere: Angst, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Diagon Alley

14 luglio 1993 - Hogwarts, sotterranei

Severus Snape si svegliò abbagliato da una luce argentea, spalancò gli occhi e mise a fuoco la stanza in cui era. Davanti a lui il patronus di Albus stava aspettando contrito, “Severus, volevo solo ricordarti che devi andare ad accompagnare i fratelli Gray a Diagon Alley quest’oggi. Buona Giornata”; la fenice abbassò il collo e senza nessun altro movimento sparì dalla stanza.

Snape alzò la testa e si rese conto di essersi addormentato sul pavimento vicino al caminetto, accanto a lui giaceva inerme una bottiglia di FireWhiskey vuota. Provò ad alzarsi ma una fitta alla testa lo fece rimanere a terra. “Fantastico” pensò “non c’è modo migliore di iniziare la giornata se non con un dopo-sbronza”. Severus osservò meglio la stanza e sbiancò; sembrava che un ciclone avesse cercato riparo nel suo salotto quella notte. I libri erano sparsi in disordine per il pavimento, le tende accanto alla finestra erano strappate, sul muro accanto alla porta per la camera da letto c’era un solco da cui partivano innumerevoli crepe che sembrava derivassero dalla scarica di un fulmine ed infine tutta la stanza era piena di piume che dovevano far parte dei ex-cuscini del divano. “Si può sapere che diavolo...” la sua mente si bloccò ma riprese subito con una furia immane “BLACK.”. I ricordi della notte precedente si accumulavano nella sua testa: era arrivato come una furia dopo il colloquio con Albus e da lì aveva iniziato a distruggere ogni cosa gli arrivasse a tiro fino a quando si era buttato sull’alcool, da lì i suoi ricordi si facevano più sfuocati e vaghi.

Snape con fatica si tirò su e cercò per la stanza tra il casino la propria bacchetta anche se dopo pochi minuti stanco di cercare invano la appellò a sé con un incantesimo NonVerbale e SenzaBacchetta, anche se se ne pentì subito quando una fitta gli attraversò la testa per lo sforzo fisico e mentale durante ad un dopo-sbornia.

Ed ora doveva anche prepararsi per andare a fare da baby-sitter a tre marmocchi per un’intera giornata.

Con un ringhio si diresse in bagno e sbatté la porta dietro di lui.

“Che fantastico inizio giornata”.

14 luglio 1993 – Manchester

Chris stava sfogliando un libro quando con la grazia di un'inquisizione spagnola arrivò di filato una dipendente dell'orfanotrofio ad urlare qualcosa che doveva sembrare come "Professore di ieri... Alzati da quel letto svogliata... ", anche se la cara signora aveva articolato molto di più il suo discorso.

La ragazza in questione si alzò e si diresse alla porta con una calma ed una tranquillità che fecero inacidire e infuriare ancora di più quella che ormai per i fratelli Gray era soprannominata "la Suora".

Fissò negli occhi la signora tarchiata davanti a lei: - Grazie, è sempre un piacere vederla. Penso di conoscere la strada.

Lei di risposta emise uno sbuffo che era più simile ad un ringhio ma Chris ormai era già in cerca dei due scapestrati dei suoi fratelli.

Girò finché non uscì in giardino dove vide i due che stavano cercando di salire su un albero vicino al recinto per riuscire a "evadere" dall'orfanotrofio.

"Mark e Nathalien! Giù subito."

I due ragazzini scesero sbuffando e seguirono la sorella che li portò davanti al professore che aveva uno sguardo omicida.

"Ancora più simpatico e più di buon umore di ieri" pensò sarcasticamente la maggiore.

-Professore, non la aspettavamo con coì tanto preavviso, pensavamo di dover aspettare una settimana almeno. - constatò Mark.

-Già e posso assicurarle Signor Gray che non è stata una mia scelta tornare a rivederla con così tanto preavviso. Ora se potete prepararvi in pochi minuti avremo un treno da prendere, che non voglio assolutamente perdere per poi prolungare questo incantevole rendez-vous.

I tre si scambiarono solo uno sguardo e scomparirono, senza chiedere spiegazioni, alle loro stanze; qualsiasi scusa per poter uscire da quella prigione era valida per loro. In pochi minuti erano davanti al portone che aspettavano in trepidazione.

Severus fece strada e camminando arrivarono in stazione centrale dove con stupore presero un treno per Londra.

Severus guardò i tre ragazzini davanti a lui, la maggiore stava guardando fuori dal finestrino seduta con una gamba incrociata dove il fratellino più piccolo ne stava facendo uso di cuscino per poter leggere un libro mentre l'altro ragazzo era seduto con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e fissava Severus. Non si erano scambiati meno di una dozzina di parole mentre raggiungevano il treno e ora, purtroppo per lui, era arrivato il momento di spiegare a quei marmocchi cosa sarebbe successo da lì a qualche giorno della loro vita.

-Signor Gray, se non mi è spuntata una seconda testa nel tragitto da qui ad Hogwarts la pregherei che la smettesse di fissarmi, se non lo sapesse è fonte di maleducazione.

-Beh volevo vedere quanto ci avrebbe messo a spiegarci che stiamo facendo, professore.

Severus alzò gli occhi al cielo.

-Ieri dopo la nostra fantastica visita ho parato con il Preside, ha acconsentito di istruirvi prima dell'inizio della scuola per riuscire ad iscrivervi nel vostro anno e per riuscire a recuperare tutta l'ignoranza che vi state portando dietro - qui Mark sbuffò e Severus ghignò di risposta - quindi stiamo andando a Londra per procurarvi il materiale necessario per la vostra educazione.

Qui la ragazza si riscosse e fissò il mago seduto davanti a lei: -Nat... Cioè Nathalien verrà con noi quindi?

-Si, il Preside ha acconsentito a tenerlo con voi fino all'inizio dell'anno scolastico, poi si vedrà. Anche se non sono a conoscenza di quali saranno le disposizioni o le condizioni per il bambino.

Il più piccolo si riscosse e si alzò a sedere e sorridendo al Potion Master disse contento: - Io glielo avevo detto che venivo anch'io. Ma dov'è questa Oggwert?

-Si dice Hogwarts e il luogo esatto è ignoto, si sa che è a nord in Scozia.

-Quindi fa freddo?

-Da quel che si può supporre.

-Nevica?

-Sì. - sbuffò irritato Snape.

-Wow, non ho praticamente mai visto la neve. Quanto nevica?

-Immagino normale per i canoni della Scozia.

-Quindi tanto. C'è un parco?

Severus alzò gli occhi al cielo e Chris ridacchiò, se il viaggio continuava così il bambino rischiava di essere sbattuto fuori dallo scompartimento da Severus stesso.

-Nat basta domande. - rise la maggiore.

-Ma Chris ... - ma ogni obbiezione fu spenta da uno sguardo della maggiore.

Il bambino abbattuto si ristese sulla sorella e iniziò a guardare fuori dal finestrino.

Severus la fissò per pochi secondi; aveva raccolto una parte dei capelli mentre il resto si allungava su una spalla, indossava un giubbotto di pelle liso dove sotto teneva una maglietta consumata di qualche band e dei jeans che dovevano essere usati per molti anni: un abbigliamento adattissimo ad una comunità magica, pensò sarcasticamente. La ragazza come se lo avesse sentito si girò e lo fissò. Severus evitò immediatamente il contatto con quegli occhi troppo famigliari.

-Professore? Avrei solo una domanda. Quello che dovremo comprare a Londra, quanto può venire a costare? Potremo prenderlo in condivisione io e mio fratello? Non penso di avere abbastanza soldi, soprattutto non so quanto costerà tutto.

-La scuola ha un fondo per i casi come voi. Non dovrà pagare nulla e per rispondere alla sua domanda; no non potrete condividere il materiale lei e suo fratello, sarebbe impossibile.

Chris lo stava guardando, ora, un po' a disagio: - Quindi è una specie di prestito? Tipo i prestiti per andare al college che ci sono in America?

Severus la guardò stralunato: - No, non è un prestito.

-Non vogliamo l'elemosina - interruppe Mark.

-Beh sembra, Signor Gray, che non abbiate molta scelta al riguardo. - rispose stancamente il mago.

-Ridaremo i soldi.

Severus fissò negli occhi il ragazzo che aveva davanti: - E in che modo di grazia? - chiese causticamente.

Qui Mark si zittì e evitò lo sguardo di scherno del mago davanti a lui: - In qualche modo li troveremo.

Severus alzò gli occhi al cielo teatralmente e lo schernì: - Non ne faccia un melodramma, non è il primo e non sarà l'ultimo caso. Ora se le domande sono finite pregherei un po' di silenzio.

Chris sorrise e si mise più comoda sui sedili, la divertiva il mago davanti a lei. Era di un caustico che faceva paura ma nel suo sarcasmo si poteva leggere dell'intelligenza, chissà come sarebbe stato a scuola, forse ancora peggio.

-Chris...

-Nat mi sembra dovessi stare in silenzio.

-Beh non sto parlando in teoria, è mentalmente.

-Scaltro. - si aggiunse Mark.

-Si, infatti. Ho paura di quando crescerà che combinerà. - continuò Chris

-Finitela sono solo il meglio dei tre.

-Si ti piacerebbe nanerottolo. - rispose Mark.

-Secondo voi sente anche sta volta? - chiese Nat ignorando il fratello e lanciando un’occhiata al professore davanti a lui.

Il professore li guardò con sguardo omicida ma continuò a non dire nulla.

-Quando distribuivano gentilezza e gioia lui doveva essere in bagno.

-Beh si è rifatto con il sarcasmo, Mark. Di quello ne ha in abbondanza. - continuò Chris.

-Anche di ...

I pensieri si interruppero di colpo da un gemito di dolore da parte dei tre ragazzi mentre Severus li guardava gelidamente.

-Per rispondere alla vostra domanda; sì potevo sentire la vostra conversazione.

-Dio... - imprecò Mark massaggiandosi le tempie.

-Linguaggio Gray.

-È sempre così amorevole o sta dando il meglio con noi tre? - continuò il ragazzo.

-Allora mocciosi arroganti ve lo dirò per una volta sola. IO SONO UN PROFESSORE. Voi non oserete a parlare in questo modo ad Hogwarts perché il Preside potrà pure avervi preso in simpatia ma io non sono così. IO SONO UN VOSTRO SUPERIORE. Vi esprimerete nei miei confronti chiamandomi professore o signore. E sperate che io non vi senta più parlare con questo tono a nessuno ad Hogwarts perché finireste in punizione per il resto della vostra vita e posso assicuravi che non sarà per niente piacevole. Quindi ora starete in silenzio e non comunicherete fino all'arrivo in nessun modo. - Il tono del professore era calmo e gelido ma trasudava un potere che immobilizzò i fratelli sul posto -Sono stato abbastanza chiaro? -

I ragazzi annuirono.

-Ho chiesto: sono stato abbastanza CHIARO? - riprese velenosamente.

-Si, professore.

I tre si zittirono e si scambiarono solo uno sguardo tra di loro; sarebbe stata una lunga giornata.

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Quando il treno arrivò a Londra Chris svegliò i due che si erano addormentati uno sull'altro dalla noia. Nat appena capito che erano arrivati scappò giù dal treno come una furia mentre Mark alzò gli occhi al cielo e lo seguì. Chris scosse solamente la testa, togliere il divertimento a Nat sarebbe stata una cosa impossibile.

-Miss Gray.

Chris si girò, si era quasi dimenticata di non essere sola.

-Le chiederei di tenere a bada i suoi fratelli, soprattutto il più piccolo. Se non vuole separarli, oltre che oggi, anche ad Hogwarts dovrà tenere un comportamento impeccabile. - detto questo uscì brutalmente dal treno.

Chris era stupita, prima mandava onde telepatiche per farle friggere il cervello poi si preoccupava che i suoi fratelli non fossero separati. Scese dal treno e raggiuse i suoi fratelli al binario dove Nat stava saltando come un grillo per l'eccitazione.

-Chris è enorme qui! Guarda quello! Lì c'è un signore che suona il violino andiamo? Guarda quello ha un cappello stranissimo. Quel ragazzo sta andando in skateboard! Dai Chris, ti prego!

La maggiore rise guardando la scena davanti a lei; il professore guardava a disagio il bambino davanti a lui che saltellava per l'esaltazione mentre Mark sbuffava imbarazzato.

-Nat, Nat? Nathalien!

Il bambino si immobilizzò; -Nat sono felice che tu sia elettrizzato da Londra ma ora ho bisogno che tu stia buono e soprattutto che tu smetta di saltare dappertutto. -sospese la voce per dare più tono a quello che stava per dire e guardò negli occhi il fratellino -Oppure la prossima volta che ti ficchi nei guai in orfanotrofio non ti recupero da qualsiasi punizione ti abbiano messo.

"Slytherin la ragazzina" pensò Severus.

-Beh, ma non torniamo più in orfanotrofio Chris. - sogghignò il bambino - Non ti ricordi? Andiamo assieme alla vostra scuola di magia!

"Beh anche il moccioso non si fa prendere sottogamba."

-Si Nat. Grazie, hai ragione. - rispose lei con tono fintamente dolce. - Ma ti avviso, adesso, che se tu oggi non riesci a comportarti da essere umano non vedrai nessuna scuola di magia. Siamo intesi?

Nat mise il broncio e evitò di guardare la sorella: - Nathalien, siamo INTESI?

-Si, Chris. - disse incrociando le braccia e sbuffando.

-Ok, ora che Nat non sta cercando di prendere il volo saltando e tu Mark, per l'amor del cielo, smettila di essere in imbarazzo non ha fatto ancora nulla di eccessivo.

-Vorrei sottolineare la parola ancora.

-Mark. -avvisò la sorella e questo si zittì - Professore dove andremo ci sarà la possibilità di cambiare dei dollari? C'è una banca?

Severus si riscosse: -Si, ce n'è una che fa al caso vostro ma non so quanto vi convenga.

-Non fa niente dobbiamo riuscire a cambiare questi soldi e ormai non fa differenza dove. Quindi - e alzò gli occhi sul Snape -andiamo, professore?

Severus sbuffò e fece strada. Iniziarono a camminare dalla stazione al centro di Londra finché non entrarono in una strada chiamata Charing Cross Road dove era pieno di librerie, qui a Mark gli si accesero gli occhi. Anche se il professore evitò tutte le librerie fino ad arrivare in un angolo della strada dove c'era un locale particolarmente buoi e dismesso, un’insegna particolarmente consumata indicava che il posto si chiamava "Paiolo Magico". Il professore aprì la porta e la tenne aperta per fare entrare i ragazzi. Non c'era luce nel locale ed i clienti seduti erano troppo assopiti nei loro pensieri o bicchieri per far caso ai nuovi sconosciuti entrati.

Chris era stranita da come fossero vestiti: c'erano cappelli a punta, vesti lunghe con stelle e rune. Anche se non ebbe molto tempo di osservare l'ambiente circostante perché Snape appena entrato aveva continuato verso il retro bottega del locale dove si fermò davanti ad un muro di mattoni con i tre ragazzi che gli arrivano dietro.

-Questo è uno dei modi per raggiungere Diagon Alley, il centro della Londra magica. Dovete colpire con la punta della vostra bacchetta in sequenza questi mattoni. - dopo la breve spiegazione il professore colpì velocemente una serie di mattoni e il muro si trasformò in un arco dove dall'altra parte apparve Diagon Alley.

I tre ragazzini rimasero basiti e Severus li guardò ghignando.

Chris non aveva mai visto tanta magia in un solo luogo. Era incantata dalla confusione di quei negozi vivi e strapieni di oggetti, delle persone che si muovevano da un luogo all'altro come api. Dopo molto, troppo tempo, finalmente Chris si sentì di nuovo a casa, di nuovo accettata nel suo mondo e non sballottolata da un orfanotrofio all'altro cercando di crescere e tenere insieme i suoi due fratelli. Girò lo sguardo verso l'uomo accanto a lei e gli sorrise con gratitudine.

Severus si bloccò mentre quella ragazzina gli stava sorridendo piena di gioia, si sentì a disagio di quel contatto e di quella felicità che lei gli stava trasmettendo. La capiva tutta quella felicità, l'aveva provata anche lui la prima volta che aveva superato l'arco ma non l'aveva mai condivisa con qualcuno, soprattutto non con una ragazzina scapestrata conosciuta da poco meno di una settimana.

Il contatto che si era creato si spezzò quando il più piccolo preso dall'euforia iniziò a saltellare in giro dappertutto.

Chris si accovacciò di fronte al fratellino e gli mise le mani sulle spalle: -So che in questo momento vorresti correre dappertutto per vedere ogni cosa nuova ma non è il momento giusto. Se ti comporterai bene forse avremo un po' di tempo per girovagare ma ti prometto che un giorno ci verremo solo noi due e potrai conoscere ogni singolo angolo di questa via.

Il bambino la guardò un po' abbattuto ma sorrise e annuì.

Mark che fino a qual momento era sempre stato zitto regalò un raro sorriso: - Ok, professore. Faccia strada.

Severus scrollò le spalle e senza dire nulla li condusse alla fine della via dove un edificio di un bianco immacolato troneggiava al di sopra dei negozi circostanti e un’incisione sulla porta diceva:

«Entra, straniero, ma ti ricordo

cosa spetta a chi è ingordo.

Chi prende senza meritare

molto cara la dovrà pagare.

Quindi se cerchi nei sotterranei qui da noi

tesori che non furono mai tuoi,

sta' attento, ladro, sei avvisato:

ben altro che un tesoro ti è riservato.»

-Immagino sia la banca di cui parlava giusto, signore? - riprese Mark.

-Si è questa. Anche se non so quali sono le quote per cambiare una moneta straniera.

Quando entrarono nell'edificio Chris trattenne il respiro, superato l'atrio entravi in un’ampia stanza con il pavimento in marmo e dei banconi che si estendevano per tutta la sua lunghezza. Dietro ai banconi sedevano degli ometti di bassa statura con le orecchie appuntite indaffarati a timbrare carte e a servire i clienti. Il professore restò accanto alla porta e Chris si fece coraggio avvicinandosi al bancone.

Una voce sgradevole e annoiata appartenente alla creatura davanti a lei disse: - Desidera, signorina.

Chris era messa in soggezione dall’essere davanti a lei, le novità che stava scoprendo quel giorno stavano diventando un po' ingombranti da gestire.

-Ehm buongiorno... Io avrei, nel senso... Cambiate i dollari americani in - qui si interruppe non sapendo in cosa doveva cambiarli, qual era la valuta dei maghi, tenevano la sterlina come i babbani oppure...

Finché una voce dietro di lei chiese: - La signorina qui presente ha dei dollari americani e deve cambiarli in galeoni. Qual è l'imposta?

Chris si girò per vedere Snape che si stagliava dietro di lei.

-La tassa di cambio è del 2%, quanto deve cambiare?

-Ehm, 260 dollari penso.

-Inizi a darmi i soldi che faccio la conversione.

Snape osservava la ragazzina tirare fuori dallo zainetto che dondolava su una spalla un barattolo piccolo di latta da dove uscirono una mazzetta di banconote tutte consumate e una miriade di monetine. Il Goblin davanti a lei la guardava con aria di sufficienza, Severus immaginò che quelli erano i risparmi di una vita dei tre. Il folletto iniziò a contare i soldi dopodiché tirò fuori da dietro al bancone il denaro magico, fece firmare una ricevuta e finalmente poterono uscire dalla banca. La ragazzina rimise tutti i soldi nel barattolo e guardò l'uomo davanti a lei: - Grazie per l'aiuto. Ora per noi ignoranti può spiegarci chi sono quegli esserini e che monete sono queste?

Severus la guardò dall'alto con aria di superiorità: - Il tono ragazzina, mi sono già espresso su questo punto. - e riiniziarono a camminare per avvicinarsi ad un altro negozio - Quelli esserini, come ha definito barbaramente lei, sono i folletti, una razza non molto amabile del mondo magico. Riguardo alla moneta la nostra valuta è il galeone, il falce e lo zecchino. Le monete d'oro sono galeoni. Diciassette falci d'argento fanno un galeone e ventinove zellini fanno un falce. Un galeone vale un po' meno di 10 sterline, quindi più di 10 dollari. Abbastanza esaustiva come risposta, Gray?

-Si, mi scusi per il tono.

Entrarono in un piccolo negozio con l'insegna sbiadita che citava "Olivander: fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C.", il negozio all'interno sembrava ancora più minuscolo e c'erano migliaia di strette scatole rettangolari impilate in perfetto ordine fino al soffitto, dal retro bottega uscì un signore anziano con occhi grandi e scoloriti che illuminava la penombra del negozio come due astri lunari.

-Buongiorno. - disse solamente e poi si accorse di Snape dietro ai ragazzi. - Professor Snape, è da anni che non ci vediamo. Betulla, Nucleo di crine di unicorno, 12 pollici e mezzo e Rigida, se non sbaglio?

Snape non batté ciglio e annuì soltanto.

-E con chi ho il piacere di avere a che fare qui invece?

-Signor Olivander questi sono i fratelli Gray. I due maggiori sono venuti ad acquistare la loro prima bacchetta.

-Non siete un po' grandi per la prima bacchetta?

-Ci siamo appena trasferiti dall'America. - rilevò Chris.

Olivander si accigliò ma non disse più nulla.

-Iniziamo da lei signorina?

Chris annuì e face un passo avanti.

-Con quale mano impugna la bacchetta?

-Uso la sinistra, signore.

-Perfetto. - con un colpo di bacchetta apparì un metro che le iniziò a prendere le misure del braccio, Chris era immobile e fissava il signore anziano che girava per il negozio prendendo scatole dalle pile per depositarle sul tavolo al centro del negozio.

-Penso abbiamo finito con il metro - disse quando si accorse che stava misurando la distanza tra le narici di Chris - venga pure qui.

Chris si avvicinò all'uomo che gli stava porgendo una bacchetta, Chris la prese e non sapendo cosa fare la provò a muovere per istinto ma non aveva nemmeno iniziato il movimento che Olivander gliel'aveva già strappata di mano. Continuò a mettere in mano a Chris una bacchetta dopo l'altra ed una dopo l'altra erano rimesse nelle proprie scatole e si andavano a depositare ai loro posti nelle pile di scatole.

-Una cliente difficile vedo. Stia tranquilla tutti hanno la propria bacchetta che lo aspetta. Americana ha detto?

-Abbiamo abitato in America si.

-Ma non è di origine, giusto?

-No, siamo di origini bulgare.

Il signore si blocco e con uno sguardo strano si concentrò su Chris per poi spostarsi dietro ai suoi fratelli.

Snape si era riscosso dal dormiveglia per concentrarsi sulla scena davanti a lui.

-Bulgari ha detto? Sarete mica... - ma si interruppe subito per girarsi e dirigersi di colpo verso una pila di scatole nell'angolo più sinistro del negozio da dove prese tre scatole mentre barbottava tra sé.

-Non penso, però... provi questa. Ebano, Crine di Thestral, 10 pollici e mezzo, Flessibile.

Chris prese in mano la bacchetta e un'onda di energia le passò attraverso il corpo e la bacchetta spuzzò scintille blu scuro.

-Interessante.

-Che cosa è interessante, se posso chiedere signore?

-La bacchetta, signorina Gray. Queste tre bacchette che vede sul bancone sono le eccezioni che confermano due mie regole, le uniche infrazioni in questo negozio. I crini di Thestral non sono nuclei usati per molte bacchette, anzi di solito si evita completamente. I Thestral sono animali solitari e dalle capacità magiche incredibili ma incanalare il loro potere è un’arte difficile e rara. Si narra che la bacchetta più potente del mondo abbia il nucleo di crine di Thestral. -fissò negli occhi la ragazza davanti a lui e poi riprese:

- Queste bacchette inoltre infrangono un’altra regola che mi ero prefissato, cioè quella di non usare lo stesso nucleo per più di una bacchetta, cioè di non crearne due identiche con la stessa anima. C'è solo un’altra eccezione a questa regola e riguarda una fenice. Mi ricordo di ogni bacchetta che ho venduto signorina Gray e tutte sono diverse da loro, questa bacchetta la ha scelta ma ha un destino che non riesco a leggere. Spero non le si rivolti contro.

Chris era gelata e fissava il legno nero e lucido con più consapevolezza.

Severus aveva fissato la scena senza dire nulla ma gli interrogativi rimanevano. Chi diavolo erano quei ragazzi?

-Bene. Signor Gray, vuole fare un passo avanti? Penso, di averla già trovata la bacchetta per lei; possiamo saltare la cerimonia del metro suppongo.

Olivander prese un’altra scatola delle ultime tre che aveva recuperato prima e porse la bacchetta all'interno al ragazzo.

-Pioppo Bianco, Crine di Thestral, 10 pollici, Rigida.

Mark prese la bacchetta e la agitò, un fiotto di luce uscì dalla punta. La mano gli tremò per la novità dell'energia che trasudava in nuovo oggetto e guardò la sorella con aria scioccata.

- Se non fossi arrestato se vendessi la terza bacchetta ad un mago minore di 11 anni potrei lasciarvi anche questa immagino. Sono 23 galeoni e 25 falci per le due bacchette.

Qui Severus intervenne: - Metta sul conto di Hogwarts, signor Olivander. Penso che abbiamo finito. Arrivederci.

I ragazzi salutarono ma prima di uscire Olivander fissò la maggiore e chiese ironicamente: - Immagino che anche Gray sia un tipico cognome bulgaro, signorina.

Chris lo guardò turbata: -Immagina bene. Grazie per le bacchette, arrivederci signor Olivander.

-Arrivederci ragazza.

Uscirono dal negozio turbati ma continuarono a fare compere, passarono in ogni negozio dove acquistarono attrezzatura di ogni tipo; Snape non disse quasi nulla se non le richieste ai commessi mentre erano nei negozi, la maggior parte del tempo ignorava i ragazzi. Si accese di più mentre erano nel negozio per l'attrezzatura per Pozioni dove mise un po' più di attenzione e un po' più di cura negli acquisti. L'ultimo negozio fu quello per le uniformi dove i ragazzi furono esentati dalla presenza del professore, i due uscirono completi di uniformi anche se ancora più confusi dopo che la titolare li aveva chiesto in che Casa erano per mettere l'identificativo sulle uniformi.

A Chris e Mark in ogni negozio che erano entrati si erano moltiplicate le domande ma appena vedevano il professore di umore sempre più nero evitavano di chiedere; invece Nat era troppo preso dalle novità di quel posto per notare l'imbarazzo dei fratelli.

Finiti le compere richieste per la scuola i tre erano affamati, stanchi e scombussolati al contrario Snape era solo più irritato.

-Professore se abbiamo finito posso chiederle solo più mezz'ora? Volevamo solo fare un giro in un negozio di libri. - chiese per spezzare il momento Chris.

Ai due fratellini si illuminarono subito gli occhi mentre Severus alzò gli occhi al cielo.

-Vi concedo 20 minuti. Ci incontriamo al Paiolo Magico, non un minuto di ritardo o vi lascio qui.

Chris sospirò e vide il mago vestito di nero scomparire tra le persone.

I ragazzi entrarono in una libreria lì accanto chiamata Obscurus Books un posto dove tra poco non c'era posto per le persone da quanti libri c'erano. Lì i ragazzi si rilassarono un attimo e cercarono qualcosa di utile da comprare. Mark trovò un libro in sanscrito sulla Magia d'Oriente ed un manuale di Occlumanzia e Legimanzia più completo e approfondito mentre Chris fu catturata dalla sezione di Guarigione, alla fine comprò un libro sulle tecniche base di guarigione ed un sulla Guarigione legata alle Pozioni. Nat invece curiosò in giro ma era più interessato al negozio davanti dove c'era in esposizione in vetrina una scopa tirata a lucido.

Appena ebbero pagato il più piccolo si buttò davanti alla vetrina dove c'era già un’altra persona ad ammirare la scopa.

-Secondo a te a cosa serve Chris? È bellissima!

Un ragazzino occhialuto e con una cicatrice in fronte che era quasi spalmato sulla vetrina per ammirare la scopa si girò verso Nat e gli disse dolcemente: -Serve a volare, è una scopa da corsa. Tu ci cavalchi e le ti porta in giro.

-Cioè come le streghe di Halloween?

Il ragazzo un po' incerto: - Si immagino di sì.

-Wow. Grazie! Chris ne voglio una, ti prego!

-Nat non penso tu sia abbastanza grande, ci penseremo. - rispose esasperata lei.

-Togli tutto il divertimento così però. - si lamentò il piccolino.

Chris gli arruffò i capelli e ringraziò il ragazzino per poi dirigersi di corsa all'appuntamento con Snape; lo trovarono ad un tavolo che leggeva un manuale con davanti una tazza di the.

Appena vide i ragazzi rimpicciolì il libro e lo fece scomparire in una delle tasche del suo mantello per poi uscire dal locale. Si diressero di nuovo alla stazione e presero il primo treno per Manchester. Nat collassò quasi subito sulla sorella per la stanchezza della giornata e Mark lo seguì quasi subito appoggiato alla parete dello scompartimento.

Chris tirò fuori il libro sulla Guarigione che aveva preso e lo iniziò a sfogliare. Snape la guardava di sfuggita finché Chris dopo essersi stancata di sentirsi osservata iniziò ad attaccare discorso.

-La ringrazio per oggi, anche se immagino avesse preferito fare altro.

Severus si stupì che dopo tutta la giornata che ignorava quei ragazzini e li riprendeva per qualsiasi cosa lei avesse ancora il coraggio di parlargli.

-È il mio lavoro, per quanto spiacevole sia a volte.

-Beh era molto ovvio. Immagino che Nat sia stato il più difficile da sopportare. - rise lei.

-Si, l'ho scoperto a mie spese. - disse cinicamente.

-Lei sa perché la mia bacchetta è così diversa?

-Il nucleo di Thestral è uno dei più rari ma anche uno dei più potenti, la sua magia è particolare però.

-Particolare?

Il professore raddrizzò la schiena e spiegò: -Il Thestral è un animale che possono vedere solo chi ha visto la morte in faccia o qualcuno morie, è sempre raccontato in modo sinistro ma le sue proprietà e poteri magici sono incredibili. È una delle anime più potenti quella delle vostre bacchette ma è vista in modo sinistro per via della storia che ha alle spalle il Thestral.

-Grazie, il negoziante era un po' inquietante al riguardo.

-Olivander è un individuo singolare. - ammise Snape.

-Come faceva a sapere che non eravamo di origini americane?

Severus concentrò tutta l'attenzione ora sulla ragazza: -Questo forse potrebbe dirmelo lei.

-Se l'è presa perché non gli abbiamo detto di essere bulgari?

Severus fece una smorfia: -Stia tranquilla che il mio interesse per voi è dettato completamente dal lavoro che faccio.

Chris sorrise tra sé e sé: -Non ha risposto comunque alla mia domanda.

Snape sospirò: -Una bacchetta dice molto della personalità di una persona, soprattutto le bacchette di Olivander. Il suo scopo è sposarne una per la vita, non può usare una bacchetta di un altro mago, non le risponderebbe. Lui da anni di questo lavoro è riuscito ad imparare a leggere le persone grazie alle bacchette, l'avrà capito dal continuo rifiuto delle bacchette che le aveva portato.

-Non capisco che differenza ha fatto se siamo o no bulgari. Sbuffò lei

-Questo, penso, lo potrà dire solo lei a me.

Chris evitò di guardarlo e spostò lo sguardo fuori dal finestrino; senza quasi farsi sentire e con la voce più bassa di prima biascicò: -Nulla, nessuna differenza.

La conversazione si era chiusa, Chris era assorta nel paesaggio fuori dal finestrino persa nei ricordi passati e Severus annuì guardandola.

Rimase il silenzio nello scompartimento per qualche minuto finché Chris non si riscosse e chiese al Potion Master quando sarebbero dovuti andare ad Hogwarts.

-Vi verrà a prendere un dipendente della scuola domani nel pomeriggio, l'orfanotrofio è già stato avvisato. Da dopo domani inizieranno le lezioni di recupero per voi. Spero per voi che siate più svegli di quello che ho visto io, avete anni da recuperare in poche settimane.

Chris ghignò: - Stia tranquillo, professore. Dovremmo farcela. - dopo di che si rimise a leggere e ritornò il silenzio.

Arrivarono a Manchester che erano passate le nove di sera e la città si stava addormentando per dare posto alla notte.

Chris si caricò Nat in spalle che era esausto e dormiva ancora mentre Mark ancora mezzo addormentato si caricò le borse degli acquisti della giornata sbadigliando ad ogni passo.

Chris si girò verso il professore: -La ringrazio ancora professore per averci accompagnato, è tardi se vuole da qui possiamo arrivare all'orfanotrofio da soli. Non deve per forza accompagnarci.

Severus si sentì di nuovo a disagio, i ringraziamenti non facevano mai per lui e si nascose di nuovo dietro alla sua maschera di indifferenza: -Come le ho già detto me l'ha dettato il mio lavoro, al massimo deve ringraziare il Preside. Ed il mio lavoro mi detta di non abbandonare due studenti minorenni di sera, prima iniziamo ad andare prima io posso esonerarmi dalla vostra presenza.

Chris scosse la testa sorridendo beffardamente, non aveva ancora incontrato una persona così caustica e cinica.

Severus gli scortò a piedi fino all'orfanotrofio dove i tre ragazzi scomparvero all'interno e Chris non fece nemmeno in tempo a girarsi per vedere l'ultima volta il mago che era già scomparso con un sonoro pop.

**********************NOTE AUTRICE**********************

Eh si sono di nuovo in ritardo, mi scuso immensamente. Sto lavorando moltissimo in questo periodo e il tempo per scrivere non è un granché.

Questo capitolo non mi convinceva molto, l'ho scritto a tratti ed il risultato finale non so com'è venuto.

Ringrazio tutti voi che avete messo la storia nelle seguite, preferite o ricordate e ringrazio chi ha avuto pietà di me e mi ha recensito la storia.

Spero che questo capitolo non vi dispiaccia e se aveste voglia di commentare o lasciare anche un consiglio ve ne sarei immensamente grata.

Detto questo un abbraccio e ci vediamo al prossimo capitolo che dovrebbe essere puntuale.

Namasté, fiok

   
 
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