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Autore: Morgana89Black    08/08/2016    1 recensioni
Severus Piton accetta di tornare a fare la spia per Silente. Va dal Signore Oscuro per riconquistare la sua fiducia. Cosa accadrebbe se dopo questi fatti qualcuno dal passato tornasse nella sua vita?
Dal primo capitolo:
Un lampo di luce ed un taglio poco profondo, ma doloroso si apre sul mio viso, sento il sangue sgorgare lentamente. Al primo se ne aggiungono altri, su ogni parte del mio corpo: gambe, braccia, petto. Non sono così profondi da uccidermi, ma lo sono abbastanza per torturarmi.
Dal quarto capitolo:
Non riuscivo ad evitarmi di tornare regolarmente ad osservare la sua figura armoniosa dalla quale, nonostante tutto, mi sentivo attratto. La contemplai a lungo mentre, sicura di sé, con gesti precisi e misurati portava a compimento una delle pozioni più complicate con cui una ragazza della sua età poteva venire a contatto.
Dal settimo capitolo:
"Sei ubriaco, Severus! Solo per questo ti dirò quel che sto per dirti: in un altro mondo, forse, ti avrei concesso almeno una notte con me", sorrideva placidamente mentre pronunciava quelle parole.
Dall'ottavo capitolo:
Lei non risponde, mi volta le spalle. Sta tremando, è evidente. Ed io non so cosa fare. Se ora l'avvicinassi mi respingerebbe...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Draco/Astoria, Lily/Severus, Lucius/Narcissa, Lucius/Severus, Severus/Narcissa
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Amore di ieri, odio di domani – Pov Cassandra.

 

Esco dalle sue stanze piangendo, come non ho mai pianto negli ultimi anni della mia vita. Non riesco a togliermi di mente i suoi occhi delusi, il suo viso distorto dal dolore e dalla rabbia. Quasi corro dirigendomi nel mio ufficio. Sento le lacrime continuare a sgorgare dai miei occhi, ormai arrossati. Solo dopo aver chiuso la porta dietro di me ed aver insonorizzato la stanza, mi lascio andare ai singhiozzi.

Mi lascio scivolare contro il muro e mi rannicchio con le mani intorno alle ginocchia. Non riesco a fermare i singulti. Non posso credere che mi abbia schiaffeggiato. Non Severus. Sento ancora la guancia bruciare dove la sua mano si è scontrata con la mia pelle. Fa male. Non fisicamente. Non è stato un colpo forte. No. È la mia anima che duole. Il mio cuore è spezzato. Rimango qui, in questa posizione scomoda, così a lungo che quando alzo il viso il sole è ormai alto in cielo.

Mi dirigo verso il mio letto e mi lascio cadere sul materasso. Incapace di muovermi ancora, mi raggomitolo su me stessa. Non ho neanche la forza di coprirmi con la coperta. Davanti ai miei occhi i suoi d'onice. Continuo a vedere l'orrore che vi ho intravisto scappando. So di avergli fatto male, molto più di quanto ne ha fatto lui a me.

Passano ancora ore, il mio stomaco brontola, ma io lo ignoro, convinta che se fingo di non aver fame, allora non dovrò necessariamente alzarmi a mangiare qualcosa. Nel pomeriggio qualcuno bussa alla mia porta, ma non mi alzo e non lo lascio entrare. Non so se sia Severus o qualcun altro, ma non mi interessa. Non mi importerebbe neanche se fosse Antares. Semplicemente non voglio vedere nessuno. Voglio rimanere da sola, raggomitolata sulle mie pregiate lenzuola di seta a maledirmi per la mia stupidità.

Perchè io sapevo quale sarebbe stata la sua reazione e la verità è che volevo semplicemente una scusa per potermi allontanare da lui. Scoprire del suo rapporto con Narcissa mi ha ferito così tanto. Non pensavo di poter odiare un altro uomo, dopo mio marito. Ma sapere che hanno un rapporto così intimo e stretto mi ha turbata. Non ho mai neanche sospettato che fossero così tanto amici, sempre che di semplice amicizia si tratti. Lui ha detto di non essere andato a letto con lei, ma dovrei credergli? Con me non si è mai fatto troppi scrupoli. Perché con lei avrebbe dovuto?

Mi rendo conto che la verità è che l'idea che lui non l'abbia sfiorata, considerato il tipo di rapporto che ho capito hanno, mi ferisce ancora di più. Possibile che per Severus, Narcissa conti più di me? Che lei sia così importante da rispettarla così tanto, nonostante lei sia una donna bellissima, molto più di me. E di sicuro, da quel che ho sentito, lui avrebbe avuto occasione per approfittare di lei e del suo affetto.

Sono d'avvero così sciocca da essere più ferita dall'idea che lui non abbia fatto sesso con mia cugina, piuttosto che dal contrario?

Una consapevolezza mi colpisce in pieno, come un pugno nello stomaco, crudele e preciso. Narcissa quest'estate mi raccontò della sua intenzione di rivolgersi a Silente di diventare una spia per l'Ordine della Fenice. Mi disse che voleva proteggere la sua famiglia. Ma... è possibile che non fosse quello il suo vero intento? O non solo quello? È possibile che lei lo abbia fatto per protegge anche Severus? Mi sono chiesta per mesi il senso delle sue azioni, ed ora eccolo qui, chiaro e coerente: l'unico modo che Narcissa aveva per proteggere contemporaneamente suo figlio ed il suo caro amico era passare dalla parte di Silente.

Solo in tarda nottata riesco ad alzarmi, farmi una doccia e cambiarmi. Esco dalle mie stanze dopo aver preso solo alcuni oggetti essenziali e mi dirigo verso l'esterno del castello. Ho lasciato un messaggio a Silente, avvisandolo che sarei stata via per alcuni giorni.

Mi smaterializzo e mi ritrovo nuovamente in questo luogo inospitale e temibile. Nessuno vorrebbe stare qui, nessuno verrebbe spontaneamente in queste terre brulle. La fortezza si staglia dinanzi a me, orribile e impenetrabile. Mi trasformo ed i miei sensi si acuiscono. Ora sono parte della natura. Mi sento libera. Adoro la mia forma animale. In questo stato posso fare ciò che voglio ed andare dove voglio, senza essere controllata, guardata e giudicata. Così posso entrare in qualsiasi stanza, senza che ogni uomo si volti a guardarmi perché sono oggettivamente una bella donna.

Con grazia entro dalla finestra, perennemente aperta sul vuoto. Non servono sbarre per tenere un prigioniero rinchiuso in questo angolo d'inferno. Mi adagio sul pavimento, leggiadra e sicura. Lui è sveglio e mi osserva. Sembra sorpreso di vedermi.

"Sei tornata", non è una domanda la sua, ma una semplice affermazione. Una certezza sussurrata al vento. Mi crogiolo ancora un pò nel sentire la brezza leggera fra le piume, poi mi trasformo e mi siedo di fronte a lui, sul pavimento sudicio, incurante di ciò che mi circonda.

"Sono tornata", neanche la mia è una domanda.

Mi guarda negli occhi ed io non riesco a reggere il suo sguardo per molto. Mi imbarazza e non posso evitare di distogliere i miei occhi blu dai suoi, verdi come il muschio sul tronco degli alberi.

"Non sembri felice, bambina", vorrei dirgli che non sono una bambina, ma tra di noi vi sono forse ottant'anni di differenza, quindi posso ben comprendere perché utilizzi quell'epiteto.

"Mi sono solo svegliata bruscamente da un bel sogno", un sorriso triste si dipinge sul mio viso.

"Immagino che non stiamo parlando di tuo marito", la sua frase mi colpisce. Cosa sa lui di mio marito?

"Dai per scontato che sono sposata, vecchio!", non posso trattenere l'astio nella mia voce.

"No, do per scontato che lo fossi. In passato. Un passato non troppo lontano direi", mi osserva, poi continua ed è come se mi leggesse dentro, "lui non era un bel sogno, vero?".

"Come fai a sapere che sono stata sposata e che non è stato un matrimonio felice?", mentre lo dico mi sento veramente una bambina e comprendo pienamente perché lui venga considerato uno dei maghi più potenti degli ultimi secoli.

"So che sei stata sposata perché, anche se ormai quasi invisibile, un sottile cerchio di pelle più chiara si intravede sul tuo anulare sinistro. So che non era un matrimonio felice perché nei tuoi occhi non vedo il dolore di una vedova innamorata, e, perché sei una Black, quindi posso immaginare che il tuo matrimonio sia stato combinato". Una Black. Sei una Black. Non mi sono mai presentata. Come può sapere chi sono? Comincio a pensare che sia davvero un mago pericoloso ed astuto.

"Smettila di pensare, io posso leggerti dentro anche senza una bacchetta. Non ti ho, forse, avvertita durante la tua visita passata?".

"Lo hai fatto", vorrei chiedergli spiegazioni, ma il mio orgoglio mi impedisce di risultare debole.

"Conoscevo tua nonna, Melania. Era una donna così bella. Molto più giovane di me. La vidi ad una festa, tanti anni fa. In quel periodo io ero già conosciuto, in alcuni ambienti, per le mie idee. Lei era in viaggio con suo padre, in Bulgaria. Le somigli molto, ma non puoi essere una McMillian, c'è qualcosa di diverso in te. Fisicamente siete molto simili, anche se i suoi occhi erano di un caldo color nocciola, mentre i tuoi ricordano un mare burrascoso. Seppi diversi anni dopo che avrebbe sposato un Black, quindi ho immaginato chi fossi", mi guarda, come studiando ogni mio centimetro, "sì, siete diverse. Lei era un cerbiatto impaurito, tu sei un lupo fiero. Simili all'apparenza, ma diverse come il giorno e la notte".

Non posso non sorridere quando mi paragona ad un fiero lupo. Ma le mie labbra tornano quasi subito in una posizione neutra, quando realizzo che Severus mi fa sentire un cerbiatto, impaurita, insicura e in balia delle sue azioni, "sbagli. Non penso di essere né fiera, né forte come un lupo".

"Lui chi è?"

"E' importante?", anche se gli dicessi il suo nome, non credo che per lui farebbe alcuna differenza.

"Non lo è. Ma non dovresti lasciarlo andare se ti fa stare così male...".

"Non dovrei rincorrerlo. Non lo merita", sospiro, triste e sconsolata, "comunque non sono qui per questo".

"Lo so. Mi dirai perché sei qui?".

Sorride divertito. Si sta prendendo gioco di me, di nuovo. Un pensiero fugace attraversa la mia mente. Forse gli fa bene che io sia qui. Lo distraggo. Le giornate in questa cella devono essere monotone.

"L'altra volta non sono potuta rimanere, ma ti ho detto che avevo bisogno di informazioni".

"Ma non mi hai detto che genere di informazioni", mi interrompe sospettoso. È la parte più difficile per me. Sono qui per un motivo ben preciso, ma non so come lui reagirà.

"Posso farti una domanda, Gellert?", non so se sia il caso di chiedere. Ma è da quando abbiamo parlato l'altra volta che ci penso ed ho veramente bisogno di sapere. Devo capire chi ho davanti.

"Immagino tu possa farmi una domanda, come immagino che io potrei non rispondere", è furbo, ma questo lo sapevo già. Bene. Visto che per lui sono un lupo, sarà il caso di tirare fuori la mia anima fiera e selvaggia.

"Sono qui perché Albus Silente mi ha detto che avrei potuto fare affidamento su di te, nel caso avessi avuto bisogno. Mi ha detto che tu mi avresti aiutata, se te lo avessi chiesto".

"Mi hai già detto che ti ha mandato lui", mi interrompe stizzito, sembra quasi che la mia frase l'abbia infastidito in qualche modo.

"E' vero. Quello che non so, però, è perché un mago come Silente mi mandi dal mago oscuro più famoso degli ultimi cento anni".

"Non so perché sei qui, come posso sapere come mai lui ti ha mandato da me?", mentre mi pone questa domanda sposta il suo sguardo verso la finestra. Sembra cerchi di non guardarmi in viso, ma anche nella penombra di questa lurida cella, posso vedere i suoi occhi velarsi di lacrime. È un attimo, ma è sufficiente a far sorgere in me un dubbio, seppur lieve.

"Tu conoscevi Silente?", mi guarda confuso, allora cerco di spiegarmi meglio, "intendo prima del vostro famoso scontro nel 1945".

"Cosa ti aspetti che ti risponda?", la sua domanda mi sorprende.

"La verità?", la mia più che una domanda è un'affermazione e credo che lui l'abbia capito, perché i suoi occhi si posano sul pavimento e rimane in silenzio per un tempo che mi sembra lunghissimo, mentre io attendo, con ansia, una risposta.

"Sì. Lo conoscevo", sospira, ed è un sospiro così triste, che mi si ferma dritto al cuore, "ci siamo conosciuti da ragazzi. Avevamo appena finito entrambi la scuola. Eravamo maggiorenni, ma poco più che bambini. Due ragazzi intelligenti, che si erano trovati a condividere le vacanze estive...".

Si ferma, ma sento che il suo racconto non è finito. Si è solo bloccato, incapace di proseguire.

"Avete avuto una relazione?", mentre lo dico la mia voce è un sussurro e dentro di me mi sento una stupida anche solo per averlo pensato.

"Eravamo innamorati", è un sussurro, ma lo sento ed i miei occhi si spalancano per la meraviglia. Albus Silente innamorato di Gellert Grindelwald. Non me l'aspettavo. "Non far uscire questa mia confessione da questa cella", sembra un ordine più che una richiesta. Quasi una minaccia. "Ora, Black, perché non mi dici che cosa vuoi da me?", anche questo è un ordine.

"Voglio che mi aiuti a sconfiggere Voldemort", lo dico con tutto il coraggio che riesco a trovare nel mio corpo. Solo una lieve nota di timore attraversa la mia voce.

"Lo farò, ma ad una condizione", dovevo immaginarlo. Cosa potrebbe volere? E, soprattutto, io posso accontentarlo?

"Quale condizione?".

"Te lo dirò solo dopo che avrai promesso di portare a compimento la mia richiesta".

Tentenno. Promettere, senza sapere cosa mi chiederà non è saggio. Lo so bene. Silente mi ha detto di chiedere aiuto a lui. Mi ha detto che solo lui può aiutarci. Devo fidarmi e sperare che non mi chieda troppo. "Va bene. Lo prometto. Cosa vuoi in cambio?". I nostri occhi si incrociano per qualche istante, ma mi impongo di non abbassare lo sguardo.

"Quando avrai ottenuto ciò che vuoi, voglio che mi uccidi".


 

***

Prima di tutto vi ringrazio per le recensioni positive e mi scuso per il ritardo nel pubblicare il capitolo, ma è un periodo proprio pieno. Altro che vacanze!
Vi regalo un altro Pov di Cassandra, che spero tanto apprezziate!

   
 
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