Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: nikita82roma    08/08/2016    3 recensioni
Un mese dopo la sparatoria al loft Kate riprende finalmente conoscenza. Ma lei e Rick dovranno ricominciare tutto da capo nel modo più imprevisto e difficile, con un evento che metterà a dura prova il loro rapporto e dovranno ricostruire il loro "Always", ancora una volta. Ma Rick avrebbe fatto tutto per lei, per loro, per riprendersi la loro vita e non avrebbe più permesso a niente e nessuno di separarli.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- Ciao Rick.
- Ciao Kate.

Castle attaccò il telefono e Kate rimase a fissare lo schermo con la sua immagine che spariva mentre la comunicazione si interrompeva. Non era andata male, era andata peggio.
Pensava di dover gestire la sua rabbia, non sapeva come gestire la sua delusione. Aveva voluto essere sincera con lui, pensava che lo avrebbe apprezzato, che avesse capito che se ci fosse stato qualcosa di male di certo non glielo avrebbe detto. Invece la sua delusione era oltre che nelle parole nel tono della sua voce, affranta, sfiduciata.
Avrebbe voluto potergli dire di più, avrebbe voluto che fosse lì, per accompagnare le parole dal suo sguardo e dai suoi gesti, per fargli capire quanto lui adesso fosse importante per lei e che proprio nella sua assenza lo aveva capito. 
In quei giorni aveva vissuto una vita normale, facendo le stesse cose che ricordava di aver sempre fatto, ma senza di lui era tutto diverso e proprio per questo aveva capito quanto era importante. Poteva superare le sue paure da sola, poteva vivere la sua vita da sola, tornare a lavoro, andare alle feste, conoscere un uomo ballarci e volendo anche qualche cosa in più, forse anche divertirsi e probabilmente avrebbe anche potuto gestire sua figlia da sola. Ma non lo voleva fare. Non era più bisogno di lui perché non sapeva cosa fare, non era più l’unica vita che conosceva quella in cui lui si prendeva cura di lei per ogni cosa che era sempre con lei per tutto. Era l’unica vita che era sicura di volere, perché dopo quella sera, dopo quel ballo aveva capito che non c’erano altre braccia che voleva che la stringessero che non fossero quelle di Castle. Dopo il tocco di quelle labbra estranee aveva capito che le uniche che voleva sulle sue erano quelle di Castle. L’unica spalla su cui voleva poggiare la sua testa era quella di Castle, l’unica che sembrava essere fatta apposta per lei, perfetta per incastrare il proprio volto e respirare l’unico profumo che inebriava la sua mente.
Avrebbe voluto dirgli tutto questo. Fargli capire quanto per lei, ancora di più adesso, lui era l’unico che voleva al suo fianco, ma non glielo aveva mai detto. Lo aveva sempre tenuto nel limbo in cui era anche lei stessa per non cedere ai suoi sentimenti. Voleva dirgli che lui era di più di qualsiasi cosa lei gli avesse detto fino ad ora. 
Pensò di richiamarlo, guardò a lungo il nome sulla rubrica sfiorandolo. Non sarebbe stata capace a dirgli quello che aveva dentro e non avrebbe sopportato un’altra telefonata di silenzi e nemmeno la sua voce distante, non sarebbe stata capace di alleviare la sua delusione e la sua tristezza, non avrebbe saputo come fare.
Si rese conto che erano tante le cose che non sapeva di lui, troppe forse. Quando sarebbe tornato avrebbe dovuto passare più tempo a parlare con lui, a chiedergli di lui. Avevano parlato sempre quasi solo di lei, di come era lei, di quello che faceva lei, di come era diventata lei. Lo aveva conosciuto di più dalle parole di Martha che dalle sue stesse. Lei invece adesso sentiva il bisogno di sapere tutto di lui, non solo le cose che poteva vedere ogni giorno e che aveva imparato a conoscere. Voleva scoprire le sue paure, le cose che lo rendevano felice, cosa lo preoccupava, come superava i suoi momenti difficili, quali erano i suoi ricordi più belli e quelli peggiori. Voleva conoscere la sua anima oltre quello che lui le aveva mostrato, oltre quello che era Richard Castle con lei. Avevano parlato tanto, tantissimo, ma mai di lui. Di tutto ma non di Rick. Lui aveva avuto qualche momento di cedimento, ma per il resto era sempre stato solo l’uomo perfetto al suo fianco, capace di soddisfare ogni suo desiderio. Lei, invece, ora sentiva la necessità di conoscere quello che c’era dietro, quando spegneva la luce e non riusciva a dormire e lei lo sapeva, ma lui le rispondeva sempre che andava tutto bene, ma non era vero.

“Mi sono resa conto che lui sapeva tutto di me, i miei segreti più profondi, il mio dolore più grande, abbastanza da poter riempire un milione di romanzi, ma con quello che sapevo io di lui non avrei riempito un opuscolo”

Il ricordo delle parole di Meredith tornò vivo in lei e si sentiva proprio così: di lui non sapeva nulla e questo non fece che aumentare il suo bisogno si sapere, la sua voglia di conoscerlo. Aspettava, adesso, il suo ritorno con ancor più impazienza, perché voleva cominciare quella nuova fase della sua vita con lui, perchè non voleva più trovarsi nella situazione di non sapere cosa dirgli.
Si buttò sul letto con le mani a coprirsi gli occhi, come se non vedere nulla potesse aiutarla a vedersi dentro. Malgrado tutto continuava a ritenere l’opzione di far finta di niente ed andare avanti da ora in poi come l’unica percorribile per non autodistruggersi. Doveva proteggersi, doveva proteggere sua figlia. Non poteva permettersi altri attacchi di panico, non voleva più sentire quel senso di soffocamento bloccargli lo stomaco e i polmoni. Poteva ricostruire una nuova vita con Castle, potevano farlo. Sentì la sua bimba muoversi in maniera più definita. Chissà se anche lei stava approvando la sua decisione.
Avrebbe voluto parlargli anche di quello, condividere con lui quei momenti, questo lo sapeva, lo avrebbe fatto immensamente felice. Come anche altre cose…

Aprì il comodino cercò nella sua scatola il sacchettino che le aveva dato Rick. Fece scivolare i due anelli nella sua mano e prese la sua fede e ripose quella di Castle. La guardò, fece correre il dito sul contorno esterno ed interno. Sentì un'incisione la guardò da vicino. Always. La strinse nel suo pugno, rabbiosamente, ed avvicinò la mano al suo petto. Quanto pesava quel sempre? Quanto era realmente importante? Sarebbe stato in grado di sconfiggere anche l’oblio resistere alle quella strana beffa del destino? Sempre era una promessa ma per quante volte lo ripeteva Castle era convinta, assolutamente convinta che per loro fosse molto di più. Era parte di loro e quel “Always” le sembrava un lasso di tempo ragionevolmente lungo per pensare a un impegno preciso e l’intenzione di portarlo avanti, malgrado tutto. Ci avrebbe provato, si sarebbe impegnata a farlo.
Aprì la mano e la guardò ancora. Sottile, lucente, semplice e perfetta. Non aveva mai pensato di comprare una fede, ma se lo avesse dovuto fare l'avrebbe voluta proprio così. Se la mise con un gesto che la fece rabbrividire. Guardò la sua mano ed era così diversa con quel cerchietto all'anulare: le sembrò più bella, le sembrò più giusta. Chiuse gli occhi e immaginò la sensazione delle mani di Castle che tenevano la sua e lentamente le facevano scivolare l'anello al dito e si chiedeva chissà quali parole aveva usato per i loro voti. È chissà cosa gli aveva detto lei. Provò un senso di vuoto nel toglierla, ma sapeva che non era il momento nè il modo. Sapeva che non era la cosa giusta da fare, adesso, presa dalle emozioni di quel giorno. Sarebbe stato un gesto di pancia ed invece quella doveva essere una cosa estremamente ragionata, perché sarebbe stato un’impegno per tutti e due, di nuovo. Un impegno importante che non si può prendere da soli, in una notte dove la sua mancanza era insistente e bussava alla sua mente ed al suo cuore in ogni forma. 
Le era chiaro, adesso, che lo voleva, perché in quei giorni aveva sentito la necessità di rivendicarlo come suo marito, con Eric come avrebbe voluto farlo con quelle della sua chat. Era sua moglie, lui era suo marito, non l’aveva lasciata e lei non voleva lasciare lui nè lo avrebbe fatto. E se un anello era così importante per tutti, era importante anche per lei. Perché non voleva più che ci fossero fraintendimenti, non voleva che nessuno si sentisse in diritto di mettere in dubbio la cosa, aveva provato un enorme fastidio ed il pensiero che nei prossimi giorni qualcun altra potesse provarci con lui per questo la faceva innervosire. Era gelosa, sì lo era. Era innamorata e gelosa. Non era un reato, in fondo, pensava. Lui era suo marito. Lo era.
Sarebbe stato bello ed emozionante dirglielo. Lo aveva aspettato per tanto tempo, ogni tanto le lanciava qualche battuta o prendeva la sua mano e le accarezzava il dito proprio lì, dove c’era quel vuoto per lui così significativo, in un gesto che poteva sembrare involontario ma che si era ripetuto troppe volte perché lo fosse. In lei ogni volta sopraggiungeva quel senso di inadeguatezza alla situazione misto a paura che le impediva anche di parlarne, preferiva che l’argomento non fosse proprio toccato e, quando lui lo faceva, lasciava cadere il discorso. Sarebbe stato come cosa, una sorta di richiesta di fidanzamento? Doveva essere lei a preparasi un discorso? “Castle, vuoi continuare ad essere mio marito?” non suonava proprio benissimo, ma il senso indubbiamente era quello. Avrebbe dovuto dire qualcosa in più, motivare la sua decisione? Oppure semplicemente dargli la sua fede e fargli capire che potevano ricominciare. Pensò che magari sarebbe stato bello se si fosse fatta trovare da lui con l’anello al dito e la sua ad attenderlo sul comodino. 
Non era da lei fare queste cose, ne avrebbero parlato, insieme, lei avrebbe provato a spiegargli quello che aveva capito in questi giorni e avrebbe sentito cosa ne pensava lui, poi eventualmente avrebbero deciso insieme cosa fare. Sì, le sembrava la situazione migliore, la meno romantica di certo, quella più lontana da ciò che avrebbe fatto lui probabilmente, ma la più sensata.


- Bene Kate, questo è suo. Ne ho giù inviato una copia anche al distretto. - Burke le diede il certificato che attestava che poteva riprendere servizio. Fu quasi commossa nell’avere tra le mani quel pezzo di carta. Era un passo in più verso quella normalità che adesso cercava disperatamente. - È felice Kate?
- Sì, molto. Sono felice ma anche preoccupato ed un po’ impaurita.
- È normale. Se non avessi saputo che questo le causava anche paura e preoccupazione, non le avrei mai firmato quel foglio. - Le sorrise benevolo e Kate ricambiò il sorriso. Si spostarono dalla scrivania agli abituali divani. Kate trovò il bicchiere con l’acqua suo fedele compagno per scaricare la tensione.
 - Ha riflettuto su quello che ci siamo detti l’altra volta? - Le chiese il dottore.
- Sì, credo di sì. - Rispose Kate decisa dopo aver bevuto un sorso d’acqua.
- E questo ha portato a qualche cosa?
-Sì. Ho preso una decisione. - Burke la guardò interessato, non credeva che Kate riuscisse ad uscire dal suo guscio protettivo così velocemente. - Ho deciso che non mi interessa ricordare nulla di più del mio passato.
Il dottore si tolse gli occhiali e la guardò adesso preoccupato.
- Perché? - Le chiese semplicemente e non era una domanda retorica, di quelle che le poneva spesso per farle tirare fuori sentimenti che già conosceva. Non la riusciva veramente a capire e voleva comprendere come era arrivata a quella decisione di negazione e rimozione che per lui andava contro tutti quei progressi che sembrava aver fatto.
- Voglio ricominciare a vivere. A guardare oltre. Non voglio più chiedermi cosa sono stata, ma quello che sarò.
- Questo è positivo, certamente. Ma guardare al futuro non vuol necessariamente dire rinunciare al passato.
- Tutto quello che ricordo del mio passato mi fa solo male. 
- E Castle? Lui c’è nella sua idea di futuro?
- Certo che c’è! - La sua risposta fu piccata e decisa e procurò un sorriso pronunciato al dottore
- Quindi vuol dire che ha capito cosa è che la lega a lui - chiese con un pizzico di malizia
- Sono innamorata di Castle. Non so se lo ero prima, cosa c’era tra noi, so che lo amo, ora.
- Come la fa sentire questa cosa? La spaventa come diceva l’altra volta? La fa sentire meno forte?
- No. Perché in questi giorni da sola ho capito che sono forte e che posso farcela, anche a superare le mie crisi, da sola. Però voglio farlo con lui, perché stare con lui mi fa stare meglio, mi fa stare bene. Avevo paura che il mio fosse solo bisogno ma non è così.
- Questo si lega in qualche modo con la sua decisione di non voler più ricordare il suo passato?
- Non voglio che se tra noi c’erano delle ombre, dei problemi, delle difficoltà, queste rovinino quello che provo adesso per lui.
- Se è un sentimento così forte, non lo rovinerà.
- Non so cosa mi sono lasciata alle spalle. Potrebbero essere degli ostacoli che non so superare, delle cose troppo grandi che non ci permetterebbero di proseguire insieme. Io non voglio perderlo adesso.
- Kate, lei parla degli ostacoli insormontabili che pensa di trovare sul suo cammino, ma da dove è ora, ferma, non ne ha visto nemmeno uno di questi ostacoli. Magari quello che a lei sembrava un precipizio in realtà è solo una buca che può superare allungando il passo, ma se non si avvicina per controllare non lo scoprirà mai e sarà sempre bloccata dalla paura di quello che può trovare, senza sapere se è veramente così spaventoso. Le cose più spaventose sono quelle che non affrontiamo, perchè rimarranno sempre nella nostra mente come ostacoli insormontabili. Castle come ha preso la cosa?
- Non gliel’ho detto.
- Cosa? Che lo ama o che non vuole ricordare?
- Nessuna delle due. Lui non c’è.
- E non ha pensato che magari lui potrebbe non essere felice della sua decisione? In fondo coinvolge anche lui, sono gli anni che avete vissuto insieme che non ci sono più, quelli che vi hanno portato a questo punto, a formare una famiglia.
No, Kate a questo non aveva pensato. Aveva dato per scontato che Castle la potesse capire, la amasse come le aveva ripetuto molte volte, e che questo sarebbe bastato, quando gli avrebbe detto che lo amava anche lei, per andare avanti insieme.
- Io non sono pronta. Non sono pronta ad accettare quella che ero, a cambiare tutto di nuovo, non adesso che ho capito cosa voglio, chi voglio, che ho ammesso i miei sentimenti per Castle. Se dovessi scoprire che non è così, che ci eravamo fatti cose che non riuscirei a perdonargli, ricordare cose che lui non mi perdonerebbe.
- E se l’unica cosa che non le perdonerebbe fosse non accettare quello che era? Il cambiamento non è una cosa semplice ed indolore. Non la illudo. Il cambiamento è un conflitto con se stessi per staccarsi da una zona di comfort nel quale ci siamo rifugiati. Potrebbe arrivare un momento in cui non sarà più lei a decidere se cambiare la sua decisione o no, che ci sarà qualcuno che cambierà le carte in tavola ed allora sarà costretta a cambiare. E sarà più doloroso e traumatico, perché non sarà più una scelta e dovrà farlo in modo repentino, accettando anche di pagare le conseguenze ed un conto salato.
- Quindi lei mi sta dicendo che qualunque cosa io scelga di fare dovrò per forza soffrire. Non posso vivere serenamente la mia vita. - Kate era più arrabbiata che amareggiata nel dire questo, con il dottor Burke, con la sua situazione, con il destino.
- Non sto dicendo questo. Ma che se lascia delle situazioni irrisolte dietro di se, perché pensa che sia la cosa più semplice da fare, queste prima o poi torneranno e le presenteranno il conto. Sofocle diceva dolore più difficile da sopportare è quello che fa riconoscere noi stessi come la causa dei nostri mali. La sua, Kate, è una scelta molto difficile, non solo da fare, ma anche da portare avanti e deve essere consapevole che non riguarda solo lei, ma tante altre persone, tutte quelle persone che sono orbitate nella sua vita in questi anni e che poi ne potrebbe soffrire, sapendo che è stata lei a causarselo.
- È sbagliato pensare prima a se stessi e poi agli altri? Voler stare bene?
- No, non è sbagliato Kate. Però ogni decisione ha delle conseguenze, deve solo saperlo.

 

Andò via dallo studio di Burke con l’animo più inquieto di quando fosse arrivata, come sempre. L’idea che Castle non potesse accettare la sua decisione era una cosa che non aveva per niente messo in conto ed ora la stava tormentando. Però lui glielo aveva detto, l’amava, l’avrebbe fatto sempre. Always. Doveva essere così. Gli avrebbe detto che anche lei, finalmente aveva capito che lo amava. Si amavano, quindi. Ora le era chiaro. Avrebbero avuto una bambina, sarebbero stati una famiglia. Sarebbero stati felici. Dovevano esserlo. Camminò un po’ prima di prendere un taxi per tornare al loft ancora troppo vuoto senza di lui.
Notò una busta bianca sul bancone della cucina indirizzata a lei. Il suo nome e l’indirizzo erano scritti con una calligrafia elegante e precisa, maschile, pensò, ma non era quella di Castle.
Dentro c’era un foglio di una carta pregiata, con un monogramma filigranato. EV. La stessa calligrafia aveva vergato le poche righe presenti sul foglio

Mi dispiace per il fraintendimento, Signora Castle. Non è mia intenzione creare problemi a lei e a suo marito ed essere la causa della fine della sua promettente carriera politica per uno scandalo di così poco conto. Sono i dispositivi originali, mi sono assicurato che non ci fossero altre copie in circolazione.
Eric Vaughn

Dalla busta uscirono anche 3 memory card. Prese il suo computer e ne inserì una per esaminare il contenuto. Erano tutte le foto della festa della sera prima, tra le quali c’erano anche le loro, del ballo e del bacio. Lo stesso contenuto, con angolature diverse anche nelle altre due. Ringraziò mentalmente Vaughn per quel gesto, avrebbe almeno evitato l’umiliazione pubblica sua e di Castle. Però niente cambiava il giudizio impietoso che si era data di se stessa nè la delusione provocata a suo marito e rivedersi aveva solo amplificato quella sensazione così sconveniente.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: nikita82roma