Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: hooligan9819    09/08/2016    2 recensioni
"Quando smetterai di chiamarmi boss?"
"Quando smetterai di voler avere il controllo su tutto."
"Vorrei avere davvero il controllo su tutto."
"Su cosa non ce l'hai?"
"Su di te e quello che mi fai sentire."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La cena proseguì nel migliore dei modi nonostante il breve momento di imbarazzo causato dalle parole spese troppo impulsivamente da mia sorella.

Tutto sommato, Justin era senza dubbio il (finto) fidanzato perfetto.

Finito di consumare il dessert, mia mamma picchiettò delicatamente sul bicchiere per attirare l’attenzione, affermando che mia sorella avesse qualcosa da dirmi.
La guardai, cercando di decifrare la sua espressione enigmatica.
Partirono dei risolini al notare la mia faccia che ormai aveva preso la forma di un punto interrogativo.
Feci spallucce quando Justin mi chiese sottovoce di cosa si potesse trattare.

-“Meg, io e Brian abbiamo deciso di celebrare qui il matrimonio, il mese prossimo.”

Rimasi impietrita per pochi secondi.
Lei aveva le lacrime agli occhi, non l’avevo mai vista così felice. Mi alzai poco dopo, correndo ad abbracciarla e dicendole quanto fossi felice che loro avessero deciso di festeggiarlo proprio dove vivevo io.
Poi mi avvicinai a Brian, dandogli un bacio in guancia.
Lanciai un’occhiata a Justin, il quale era rimasto seduto, osservandomi con un sorrisone stampato in volto.
Gli feci segno di alzarsi e così fece, congratulandosi con entrambi.

-“Ovviamente saremmo felicissimi anche di avere te con noi quel giorno, Justin!”-

Era un punto considerevolmente importante che avevo completamente sottovalutato: la presenza di Bieber al matrimonio di mia sorella come mio compagno. Al solo pensiero di tutta la famiglia a fargli domande rabbrividivo.

Si sarebbe comportato bene?
E soprattutto, avrebbe accettato di aiutarmi fino in fondo?

Lo guardai, mentre cercava di rispondere all’invito implicito di mia sorella.
Abbozzò un sorrisetto nervoso, assicurando la sua presenza.
Sospirai, continuando a pensarci fino alla fine della cena.

*****

Ci salutammo al di fuori del locale, lasciando che tutti tornassero alle proprie case.
Io e Justin rimanemmo lì, appoggiandoci al cofano della mia auto.
Dopo qualche attimo di silenzio da parte di entrambi, finalmente decise di rompere il ghiaccio.

-“Quindi.. Nella tua famiglia c’è qualche mia fan?”-

Le sue domande senza senso generate dall’imbarazzo erano un misto fra la cosa più idiota e tenera che avessi mai sentito e visto.

-“Si, le mie cugine, più che altro la più grande.”-

-“Quanto grande? E’ carina?”-

Gli diedi un colpo sulla spalla, assumendo un’espressione irritata.

-“Sei gelosa?”-

Sogghignò, cominciando a girarmi attorno e prendendomi in giro.
Gli dissi di no senza nemmeno guardarlo in faccia.

Mi prese le braccia e le mise dietro al suo collo, posando le sue mani sui miei fianchi.

-“Tranquilla, sarò il finto ragazzo migliore del mondo.”-

Inarcai le sopracciglia, schiudendo di poco le labbra e quindi tenendo la bocca leggermente aperta –“Aspetta, mi stai dicendo che verrai?”- sorrisi.

-“Certo che verrò, non posso lasciarti sola in una situazione del genere.”-

Mi stava davvero sorprendendo, era diventato tremendamente gentile e… carino.

Lo abbracciai forte, ringraziandolo.

Quando ci staccammo, i nostri visi rimasero a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro.
I respiri si facevano sempre più pesanti, mentre sentivo da parte di entrambi un trasporto che chiamerei quasi eccezionale.
Non so se si trattasse solo di un trasporto fisico o emotivo, sta di fatto che due calamite si sarebbero attratte meno.
Mi accarezzò la guancia con due dita, mentre lo sentivo avvicinarsi sempre di più.
Mi spinse delicatamente, facendo per baciarmi quando d’un tratto l’allarme dell’auto si attivò, facendoci sobbalzare.

Ci guardammo, scoppiando a ridere.

-“Ok, credo che sia ora di tornare a casa, boss.”- afferrai le chiavi dalla borsetta, salutandolo e salendo in auto.

Lui rimase di fronte a me fino a quando non mi allontanai, mentre con una mano mi salutava e l’altra era tenuta dentro la tasca.
Arrivata al primo semaforo decisi di accendere la radio, sentendo trasmettere una delle mie canzoni preferite.
Alzai il volume, cominciando a canticchiare e picchiettando sul volante.
Più ne ascoltavo il ritmo e le parole, più non potevo fare a meno di pensare a Bieber.
Non so cosa mi stesse succedendo esattamente, ma so che non era niente di buono, considerando che non avevo di certo dimenticato chi lui fosse davvero, un donnaiolo.

“Mi sto cacciando nei guaiii uuuh”

Cantai, cambiando le parole della canzone e continuando ad emulare il ritmo.

*****

Arrivai di fronte casa, spegnendo l’auto.
Estrassi dalla borsetta le sigarette, mettendone una in bocca e rovistando successivamente per trovare l’accendino.
Poco dopo averlo trovato, sentii lo sportello dell’auto aprirsi e mi voltai di scatto, trovandomi Bieber davanti, il quale mi afferrò il viso e mi baciò con foga.
Risposi al bacio, buttando la sigaretta sull’altro sedile ed uscendo dall’auto grazie al fatto che mi stesse tirando lui stesso da un braccio.
Chiusi lo sportello senza staccarmi, così mi spinse su di esso.
Lo sentivo toccarmi un po’ ovunque, mentre i nostri respiri si facevano sempre più affannosi. Ma non ci staccavamo, stavamo entrambi aspettando da troppo quel momento. Posai le mani sul suo petto, sentendo i suoi muscoli muoversi in base a come ci spostavamo.
Ci staccammo dopo 10 minuti buoni, fissandoci.

-“Non so perché io l’abbia fatto, ma ne sentivo il bisogno.”-

Sussurrò, accarezzandomi i fianchi. Io rimasi in silenzio, sorridendo leggermente.
Sentivo lo stomaco stringersi come sulle montagne russe durante un vuoto d’aria potente, mentre le mani mi tremavano.
Non sapevo a che pensare, se non al fatto che stavo meravigliosamente bene di fronte a lui. Alla fine, forse, se continuava a trattarsi di una sfida, aveva vinto. Magari non era riuscito a portarmi a letto, ma era riuscito a fare molto di più.
Mi stavo spogliando dell’orgoglio che fin’ora avevo cercato di mantenere nei suoi confronti e dei pregiudizi di cui continuavo a convincermi pur di non caderci.
Forse la verità era che l’avevo sempre saputo e non volevo riconoscerlo, forse invece me ne stavo rendendo conto solo dopo quel bacio perché solo quello aveva dato una svolta.

Continuavo ad interrogarmi, ma ogni domanda trovava risposta in quello che c’era di fronte a me: lui che mi guardava, sorridendo.

-“Credo che sia ora di andare, ora..”-

Mugugnai con un filo di voce. 
Annuì, dandomi un altro bacio veloce ed allontanandosi senza dire una parola.
 
***Justin***

Quella era la prima ragazza che dopo tanto tempo stava riuscendo a scatenarmi qualcosa dentro. Ma non potevo, non avrei mai potuto.
La mia immagine, la mia carriera e la mia stessa coscienza ne avrebbero risentito.

Perché? Perché non stavo facendo tutto ciò spontaneamente. Certo, ogni singolo sguardo o parola non erano studiati, ma quello non ero io.

E solo ora mi rendevo conto che quella situazione mi stava sfuggendo di mano.

Avrei potuto evitare quel bacio? Probabilmente.
Avrei voluto farlo? Assolutamente no.

La verità è che avevo paura, una paura fottuta di quello che mi faceva provare.

Non era come le altre, ed anche se sembra una frase fatta, era davvero così.
Aveva quello sguardo così profondo che ti faceva capire poco e niente, un po’ perché enigmatico un po’ perché ti faceva perdere la testa, e quel sorriso così vero, non dispensato per circostanza. Lei per circostanza non sorrideva mai, adoravo questo di lei, sputava fuori tutto ciò che pensava senza scrupoli e le sue espressioni parlavano anche senza che lei lo volesse.
Era così sarcastica, riusciva a tenermi testa in una maniera che fin’ora difficilmente ero riuscito a trovare. Tutte le altre davano l’idea di farlo per poi mostrare la loro natura e corrermi dietro, ma lei no. Se lei si incazzava, rimaneva incazzata, e se provavi a contraddirla quando aveva ragione era capace di scatenare l’inferno.
Era un’orgogliosa testa di cazzo, più di me.
E questo mi faceva diventare pazzo.

Tornai a casa, sdraiandomi sul divano ancora interamente vestito. Non riuscivo a togliermi dalla testa quel bacio, nonostante fosse qualcosa di insolito dato che dimenticavo tutto ciò che avevo fatto con le altre quasi subito.
Portai le mani al viso, sospirando.

“Che cazzo stai combinando..?”

Dissi fra me e me, per poi fissare il soffitto.
Ma adesso capivo, non potevo giocare a qualcosa che per me non era più un gioco.
Sarebbe stata la prima ed ultima volta, me lo giurai.

*****

Così cominciai ad ignorarla per come avevo sempre fatto, non scrissi più, non mi soffermai alla fine delle prove a scambiarci due chiacchiere, non feci più niente.

Lei, come immaginavo, non fece niente per farmelo notare: appena notò il mio cambio di comportamento, si allontanò a sua volta.

Era troppo fiera per permettersi di pregarmi.

Nonostante stessi male non potevo far niente.

Lei probabilmente era tornata a pensare che io fossi una merda, e non aveva tutti i torti.

D’altra parte l’avevo baciata, ed era bastato per vincere la scommessa con i miei amici. 





 

Holaa, mi scuso con tutti voi per l'assenza ma mi son ritrovata senza pc e quindi modo di pubblicare la storia per un pò di giorni, spero che questo capitolo sia all'altezza di poter dare nuovamente il via alla pubblicazione degli altri. Buona lettura e scusate ancora!:)

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: hooligan9819