Un ultimo alieno
“Da
quando le ragazze se ne sono andate, sei sempre depresso”
disse
Brandon. Guardò Luca affondato nel divano davanti a lui. Il
vento faceva
tremare le pareti di lamiera e legno della rimessa e una serie di
macchinari con
lucine lampeggianti si illuminavano ritmicamente.
“Non
è che tu sia di morale migliore”
ribatté il moro, tenendo il capo
chino. Brandon lo raggiunse e gli diede una rumorosa pacca sulla spalla.
“Voglio
tornare ad esserlo” ribatté. Luca chiuse un occhio
e ci passò la
mano di sopra.
“Anche
io. E’ solo che, per tutta la vita ho desiderato avere un
contatto
con loro” esalò. Brandon ridacchiò,
scosse il capo e raggiunse il tavolinetto
davanti al divano.
“Lo
so che contatto volevi con Kiki. Lo stesso che volevo con
Zoey”
rispose, chiudendo lo schermo del portatile. Luca sbatté le
mani sulle
ginocchia con forza.
“Sei
sempre il solito spiritoso. Tu non capisci. Non è solo
questo!” si
lamentò. Brandon si grattò la guancia con
l'indice.
“E
se ti dicessi che hai ancora un alieno qui con te?” chiese.
Luca inarcò
le sopracciglia e alzò la testa.
“Un
alieno?” chiese, alzandosi in piedi.
Il
corpo di Brandon fu avvolto da un’energia violetta, scomparve
e al suo
posto rimase una creatura grande una mano di fulmini violetti.
Luca
si portò le mani ai capelli.
“Non
ci credo. Sei in grado di trasformarti! Questo… questo
è fenomenale!”
sussurrò. Si mordicchiò il labbro.
“Però
se ti tocco, prenderò la scossa” si disse. Si
guardò intorno, sorrise
e le sue iridi brillarono. “Ho un’idea”
disse. Si mise un guanto di gomma. “Con
questo posso” disse.
Si
avvicinò alla creatura, il bagliore che il mezzosangue di
Lumina emanava
si rifletteva negli occhi dell’umano.
Luca
lo accarezzò al centro con l’indice,
delicatamente, l’esserino tremò e
si alzò da terra dell’altezza un dito.
“Non
dovresti sai? Non possiamo caricarti qui, senza una
plasma-card”
spiegò il moro.
L’esserino
mandò un paio di fulmini lilla grandi l’unghia di
un mignolo, si
strofinò contro il dito e si ritrasformò.
Luca
arrossì, notando che la maglietta dell’altro era
sollevata e lasciava intravedere
i muscoli scolpiti, Brandon aveva le guance arrossate e le labbra
socchiuse.
"Sai,
è davvero piacevole essere toccato in quella forma. Dovremmo
farlo più spesso". Scherzò Brandon, passandosi la
mano tra i capelli.
"Ho
sempre amato gli alieni e i cavalli, passioni assurde per questo
posto. E tu, invece, sei sempre stato quello normale, affascinante,
amato dalle
ragazze e appassionato dal surf come tutti" disse Luca.
Avanzò e gli mise
una mano sulla spalla. "Eppure sei tu l'alieno" disse. Brandon
avvicinò il suo viso a quello dell'altro.
"Vogliamo
vedere se i baci mi ricaricano? Vorrei trasformarmi più
spesso" propose.
"No,
non ricaricano i poteri alieni, ma..." rispose Luca.
Socchiuse gli occhi e baciò l'altro che con un mugolio
ricambiò al bacio. Luca
si staccò.
"Penso
che avrà i suoi benefici lo stesso, magari potrò
studiare un
alieno anche in altre sue 'attività'" propose. Brandon lo
baciò a sua
volta.