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Autore: ineedofthem    09/08/2016    5 recensioni
Anita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospedale.
Qui conosce Lucia: una bambina rimasta orfana, con una grave disfunzione cardiaca, ricoverata nel reparto di pediatria.
Anita sente di provare per lei un affetto profondo e il loro diventa un rapporto viscerale.
Tutto procede bene, finché non arriva lui: Luca Franzese, il nuovo cardiochirurgo dell'ospedale, e Anita capisce che la sua vita non sarà più la stessa. Riconoscerebbe quella zazzera di capelli castani e quei lucenti occhi verdi tra mille. Sa che il ritorno in città del ragazzo porterà solo guai per lei. Il rapporto con Lucia li accomuna entrambi e la piccola sembra l'unica in grado di sciogliere il suo sguardo da duro e quel carattere burbero che lui si porta dietro.
Anita crede di averci messo una parola fine su quel capitolo, ci ha avuto a che fare in passato e non intende ripetere lo stesso errore. Ma se Lucia ci mettesse il suo zampino, cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricominciare'
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Capitolo 19
RICOMINCIAMO DA QUI

Capitolo 19



Ho bisogno di sapere chi sia quella ragazza. E questo prevale sul buon senso quando decido di seguirli. Resto un pò in disparte perchè non voglio davvero che Luca se ne accorga, come giustificherei il mio comportamento? Osservo da lontano i loro passi un pò cadenzati e flemmatici, ma non mi sfugge come lui tenga salda la sua mano.
La direzione che prendono è quella del bar e mi ritrovo a pensare che questo potrebbe rendere la mia presenza lì ancora più casuale, un bel caffè è quello di cui ho bisogno.
Mi impongo di mostrarmi indifferente a qualsiasi comportamento sospetto. Fingerò di essere lì per un caffè, atteggiamento disinvolto e disinteressato.
Ed è quello che faccio sedendomi ad un tavolo in cui posso essere sicura che non mi veda. C'è un giornale, un quotidiano, sul tavolo e fingo di leggere. Ma si rivela più interessante di quanto pensassi. Mi piace essere attenta e informata sulle notizie del giorno. Questo però non mi distrae dal mio obiettivo in quanto Luca lo tengo sempre d'occhio.
La mia attenzione viene catturata da quella strana e minuta ragazzina che gesticola nervosamente quasi come se lo stesse riproverando su qualcosa e Luca la osserva divertito. Alla fine mi viene da pensare che lei abbia la meglio, non mi è possibile vedere la sua espressione ma so che sia vittoriosa. E lui senza speranze, le sorride vedendola allontanarsi dal tavolo. E' a quel punto che noto il suo sguardo posarsi un pò ovunque quasi come se si sentisse osservato e mi ritrovo a coprimi la faccia con il giornale.
"Che stai facendo?!" è indubbiamente la sua voce a richiamarmi e non so a quel punto alzare lo sguardo o meno, ma lo faccio.
I suoi occhi mi scrutano severi e indispettiti tanto da farmi sentire sbagliata. Come se non dovessi trovarmi in questo posto in questo momento. Si prende un attimo per osservarmi con attenzione e io penso sia l'istante più lungo della mia vita poi riprende a parlare.
"Pensi che non me ne sia accorto? Che fai, adesso mi spii pure?".
Mi fingo disinteressata al suo discorso e penso a come abbia fatto a capire. Quanto sei scaltro...Eppure non posso dargli la soddisfazione di avere ragione.
"Sono qui per il tuo stesso motivo o almeno credo. Prendermi un buon e fortissimo caffè prima del lavoro"questo glielo dico continuando a leggere il giornale e questo mio comportamento non fa altro che peggiorare le cose.
Lo sento sbuffare, infastidito. Poi dalle sue labbra si propaga una breve e nervosa risata.
"Lo so che muori dalla voglia di sapere lei chi sia".
E quando lo dice il mio sguardo corre direttamente a lei, la protagonista di questa squallida situazione. La noto al bancone del bar, la posa un pò scomposta. Sembra alquanto a suo agio, nei gesti e nelle parole quando comincia una conversazione con la barista. Sento la sua allegria arrivarmi fino a qua e mi infastidisce.
"Cosa te lo fa pensare?" ribatto brusca questa volta guardandolo dritto negli occhi. Li noto spenti ed inespressivi e le parole che escono dalle sue labbra mi fanno vacillare di tutte le convinzioni.
"E' la mia fidanzata"più che un'affermazione mi sembra una domanda e mi ritrovo a pensare se lui stesso sia sicuro delle sue parole. Eppure mi fanno male, mi colpiscono più di quanto dovrebbero. Mi fanno anche perdere la considerazione che avevo di lui. Da dove spunta questa insolita ragazza?.
Mi mordo forte il labbro inferiore sentendo la parte più vulnerabile di me venire a galla. "Vedo che tu non ci abbia messo molto a sistemarti. Sono felice per te"gli dico fredda e atona, ma sentendo un uragano manifestarsi dentro di me. Vorrei che lui non mi guardasse con così tanta insistenza.
E penso che non mi interessi sapere altro, non voglio perdere altro tempo dietro lui e faccio per alzarmi. Vorrei farlo se non sentissi le gambe farsi molli, finendo per accorgermi che sia stato la sua mano a stringere il mio braccio tenendomi ferma. Per quanto andremo avanti così?.
"Dove vai?"chiede, il tono divertito. E che lui sia divertito dalla situazione mi infastidisce.
Mi impongo di rivolgergli lo sguardo più cattivo che mi riesca. "Mi è passata la voglia di stare qui" eppure non lo guardo, non voglio che lui veda quanto mi abbia ferita, mi abbia resa vulnerabile.
Vorrei solo scappare da qui, se non fosse che l'arrivo di questa ragazza mi immobilizza sul posto. Quando la guardo mi sembra di avere un colpo al cuore. Tutto in lei mi dice che io l'abbia già vista ma non so dove. Capelli biondi, occhi verdi-azzurri, naso alla francese e labbra carnose, questa ragazza emana bellezza da ogni poro. Eppure il suo aspetto è trasandato, ha gli occhi di una persona che ha pianto, lievemente rossi e i capelli acconciati in una coda un pò scompigliata e poi quegli abiti che indossa sembra le stiano due taglie più grandi.
Però ha un bel sorriso, uno di quelli contagiosi.
"Ti ho trovato"lo guarda con quell'espressione dolce, sembra che abbia occhi solo per lui e quando posa lo sguardo di me, vorrei farmi piccola piccola.
"Oh ciao! Tu devi essere un'amica di Luca, giusto? Io sono Vanessa" mi porge una mano cordialmente, il tono di voce spontaneo e allegro. Sembra che sia una brava persona, che quasi mi pento di averla giudicata all'apparenza. Se solo sapesse che amo il suo ragazzo.
Ricambio il gesto, con meno enfasi e il mio sguardo si punta istantaneamente su Luca. Lo scopro ad osservarmi, quasi come se cercasse di prevedere il mio comportamento.
"Anita, piacere".
Lei corruccia la fronte buffamente, assomigliando ad una bambina e poi sorride dolcemente.
"Io e Luca pensavamo di prendere un caffè. Ti va di unirti a noi?"chiede carinamente. I suoi modi di fare, le parole che mi rivolge mi fanno sentire male con me stessa.
Prima che io possa solo dire qualcosa, è Luca a farlo per me. Le rivolge un'occhiata tenera e premurosa quasi come se prendersi cura di lei, farla star bene fosse il suo unico pensiero.
"Vane, Anita stava andando via, ha del lavoro da sbrigare".
Mentre le parla il suo sguardo incrocia il mio, i suoi occhi mi fissano con insistenza quasi come se mi parlassero e mi intimassero di stare al mio posto.
Lei fa un'espressione dispiaciuta. "Oh mi spiace"ma non si risparmia di concedermi un sorriso speranzoso mentre "sarà per un'altra volta?" mi chiede.
E io la osservo rigida sul mio posto, con le braccia strette al petto in modo protettivo."Si..."sussurro a disagio. Non ci sarà mai un'altra volta.
Non voglio che pensi il mio comportamento sia sgarbato o distaccato ma non mi resta che salutarla ed andare via frettolosamente. Avverto lo sguardo di Luca seguirmi, ma non mi volto, mi farebbe troppo male.
E' questo? E' questo il prezzo da pagare per aver creduto in qualcosa di impossibile?.
Lontana dai loro sguardi sento gli occhi farsi lucidi, le lacrime premono per scendere. Ho solo bisogno di stare sola, staccare la mente fino a quando mi sarà possibile.
E poi la noto Maria venirmi incontro con quel sorriso che sa tanto di premuroso, ma che si spegne all'istante alla vista del mio volto. Quando con ansia chiama il mio nome, sembra che lo ripeta all'infinito eppure io continuo per la mia strada, chiudendomi nel mio studio.
Mi lascio scivolare contro la porta, coprendomi il viso con le mani e finalmente piango. ll mio è un pianto silenzioso ma liberatorio.
E quando avverto Maria bussare, rimango lì con la testa appoggiata, lo sguardo perso al soffitto e il corpo scosso da singhiozzi.
"Anita, apri subito questa porta!"questa volta lo ripete con più fermezza e la paura di attirare attenzione su di me, mi fa cedere. Maria è lì sulla soglia della porta, con le mani portate sui fianchi. Mi fissa con apprensione. "Oh piccola..."
La cosa più giusta da fare è di abbracciarla, so che lei potrebbe darmi conforto ed è quello che faccio. Lei lo capisce, non dice nulla, mi stringe soltanto carezzandomi la schiena e mi sta bene. Maria ha quel potere, ti infonde quel calore tale da farti sentire sicura e protetta ed è cosi che credo di essere tra le sue braccia. Piango fin quando non sento di non avere più lacrime.
"Oh Anita, dimmi che ti è successo?"mi domanda guardandomi rassicurante ma non rispondo.
Lei a quel punto mi alza il mento con un dito. "Non sarà mica quel Franzese a farti stare così male?" mi osserva con apprensione.
Il singhiozzo che ne segue le fa capire tutto, quasi come se le avessi dato conferma.
Lei fa finta di imbronciarsi gesticolando nervosa. "Lo sistemo io a quello lì" poi rivolge lo sguardo a me premurosa e dolce.
"Ce la fai a stare qui? Vuoi andare a casa?"chiede.
Scuoto la testa sentendomi così sciocca mentre tiro su con il naso.
"Oh tesoro, asciuga quei lacrimoni. Sei così bella, non mi piace vederti piangere. E poi guardati avevi fatto anche i capelli"mi lascia una carezza sul capo. Mi viene da ridere e poi da piangere, non l'ha nemmeno notato.
Mi stringe una spalla, per infondermi coraggio. "Sistemati e vieni con me. Conosco una persona che ti farà stare meglio". Mi guarda complice, come se fossimo entrambe a conoscenza di chi essa sia.

Lucia è al suo posto, la fronte corrucciata, il labbro inferiore sporto leggermente in avanti e un quadernino che scruta attentamente tra le mani.
"Lucia"la richiama dolcemente Maria accarezzandole i capelli.
Lei si desta sorridendo entusiasta e la sua attenzione si posa su di me.
"Oh Anita, ciao!"ride lei e mi trovo a sorridere per la sua espressione buffa.
"Che stai facendo birbante?"le domando incuriosita facendo cenno al quadernino e noto il suo sguardo illuminarsi, e poi perdersi in quelle pagine piene di numeri e scritte.
"La maestra dell'ospedale è venuta a trovarmi, sai? Abbiamo fatto un sacco di cose insieme. Ho ripassato le tabelline e adesso devo fare queste operazioni. Mi aiuti? Ti prego, ti prego, ti prego!" mi supplica con lo sguardo e alla fine ridere mi viene naturale. Questa piccolina è una forza di natura.
Maria sorride complice, un pò commossa e mi dà una pacca sulla spalla. "E' di lei che hai bisogno, per essere felice" e con queste parole va via lasciandomi sola con Lucia.
"Mi aiuti?"ripete per conferma, entusiasta.
Le sorrido amorevolmente. "Certo che ti aiuto".
Lucia annuisce facendomi spazio sul letto in modo tale che io possa sedermi accanto a lei.
"Passiamo a vedere queste operazioni, su su!"la incito e lei batte le mani allegra.
"E' così divertente. Voglio andare a scuola tutti i giorni". E mentre la guardo, noto la luce nei suoi occhi e penso che mi fa bene vederla così. E' spontanea, vivace mentre racconta di questa giornata e ammette che vorrebbe anche le altre fossero così. E mentre lo fa penso che mi piaccia passare momenti con lei. Mi piace guardarla corrucciarsi mentre fa i compiti, mi piace che chieda il mio aiuto e che chieda la mia approvazione quando non è sicura di quello che sta facendo. Mi piace accorgermi poi di quanto sia invece intuitiva e apprenda velocemente. Vorrei che diventasse una quotidianità nella mia vita, nelle nostre vite.
Quando Luca entra in stanza ci trova così, una distesa affianco all'altra. Un mio braccio che le circonda le spalle mentre la osservo premurosa. Lei che attorciglia i miei capelli tra le dita e parla a bassissima voce quasi fosse un segreto. "Sei così bella oggi Anita, mi piacciono i tuoi capelli".
E quando lui ci guarda, mi convinco che non mi importa cosa pensi di me, io ho bisogno di lei, così come Lucia di me.
La piccola punta l'attenzione su di lui, sorride ma rimane accocolata al mio petto e ne sono felice.
Non voglio che lui rovini il nostro momento.
"Ciao Lucia"la richiama lui. "Come stai oggi?".
"Sto bene, benissimo"risponde lei allegra.
Lui la scruta curioso, lievemente divertito. "Sono contento"le dice eppure il suo sguardo si posa su di me e mi sembra che la sua mascella si contragga.
"Anita mi ha aiutato a fare i compiti, le operazioni. E' proprio brava. La dottoressa migliore del mondo"gli racconta a quel punto Lucia, come se volesse attirare la sua attenzione e le sue parole suscitano infatti non poco interesse in lui.
"Ah sì?" lui finge di sentirsi offeso mettendo un broncio. "Anche migliore di me?".
Lucia si porta una mano al mento pensierosa e il suo sguardo si alterna tra me e Luca quasi come se le fosse difficile da dire.
"Si..."ammette intimidita accocolandosi contro il mio petto ed il mio primo impulso è di stringerla dandole protezione.
Beccati questa Franzese!.
Lui rimane lì impalato, le braccia portate al petto e un'espressione pensierosa in viso.
"Ed io che ti avevo portato una bella cosa..."le lancia uno sguardo divertito lasciando di proposito la frase in sospeso volendo catturare la sua attenzione. Alla fine è quello che succede, perchè Lucia alzo lo sguardo curiosa. "Cosa?cosa?"trilla entusiasta.
Lui sorride soddisfatto e io non posso fare a meno di osservarlo indispettita. Fa finta di guardarsi intorno quasi come se avesse paura di essere scoperto e poi le si avvicina cauto sussurrandole qualcosa all'orecchio e facendole ridere divertita. Insomma siamo un bel quadretto.
Cerca qualcosa nella tasca del camice estraendone una barretta al cioccolato e Lucia l'osserva con gli occhi che brillano.
"Grazie, grazie!"sorride lei allegra portando le braccia all'aria.
Lui ride scompigliandole i capelli. "Resta un segreto tra me e te"le lancia uno sguardo facendole segno di stringere un patto e le tende il mignolino. E io mi ritrovo a pensare che la loro sintonia mi infastidisce e mi induce ad agire di impulso.
"Pensi di comprartela così, viziandola?" lo sfido indispettita afferrando la barretta tra le mani.
Lui a quel punto punta lo sguardo su di me, sorpreso e rammaricato. "Cosa?certo che no!".
Le sue parole mi fanno ridere nervosamente. "Sono sicura sia uno dei tuoi dispetti. Vuoi portamela via?!".
Lucia punta lo sguardo su di me e poi su di lui continuamente. "E' mia Anita, ridammela", tenta di riprenderla ma io non glielo permetto.
"Anita"la voce di Luca è ferma, assomiglia molto ad un rimprovero.
"Forse è meglio che io me ne vada..."ammetto a quel punto abbassando lo sguardo. Mi rendo conto che non voglio che un mio capriccio rovini il rapporto tra me e Lucia. Andare via eviterà problemi.
"Non andare..."il modo in cui insieme pronunciano quelle parole mi fa sobbalzare.
 Arresto i miei passi e mi volto a guardarli, così vicini che mi immagino noi tre come una famiglia e il pensiero mi fa male. Luca è l'uomo che amo, ma una relazione tra noi è impossibile a maggior ragione ora che lui è felicemente fidanzato. Non mi resta che farmene una ragione.

Non voglio e non posso più dare ascolto al mio cuore. Franzese è ufficialmente off limits. Ha una ragazza...😂  scrivo quella sera quanto torno a casa. Decido di aggiungere un' emoticon che ride per non far trapelare quanto la situazione mi abbia distrutta.
Tesoro, come stai?domanda a quel punto Lottie e io vorrei davvero risponderle che sto bene ma non ci riesco.
Sto così...ma passerà.
Vorrei abbracciarti interviene Cristina, e io sorrido intenerita. Sono contenta di averle accanto.
Starò bene  scrivo per rassicurarle ma mi viene da pensare a quanto questo si dimostrerà vero. Riuscirò mai a guardarlo con occhi che non siano d'amore?.

Dopo pochi minuti ricevo una telefonata da Maria, sua figlia minore sta festeggiando il ventesimo compleanno. Ho avuto modo di vederla qualche volta quando si è trovata a passare per un saluto veloce a sua madre. Ne è la fotocopia, nell'aspetto, nei gesti e nelle parole. Riesco a percepire gli schiamazzi fino a qui eppure mi fa piacere che Maria abbia trovato un minuto per me, mi chiede come stia ed io fingo di star bene. Non le ho raccontato cosa mi fosse successo, ma sono consapevole che lei si sia fatta una teoria tutta sua. A quel punto però le parole mi escono naturali, e comincio a spiegarle tutta la storia.
Lei mi ascolta tranquilla e comprensiva e non si risparmia di affibbiare strani nomignoli a Luca e questo mi provoca una risata. Parlare con lei mi fa sentire un pò meglio. Mi chiede alla fine di unirmi a loro, eppure non ho la voglia di partecipare ad una festa, quindi declino l'invito.
Mi addormento presto, stanotte ho bisogno di spegnere la mente.

Quella mattina Maria ha una cera strana, quasi come se avesse scoperto qualcosa e le provocasse inquietudine. Ho paura di sapere cosa la turbi. Mi vede arrivare, e penso a come io le possa sembrare indifesa stretta nel mio parka, le braccia portate al petto. Mi rivolge uno sguardo premuroso mentre si passa ripetutamente le mani sulla casacca e mi intima di seguirla. Alla fine raggiungiamo il mio studio e Maria si chiude la porta alle spalle con flemma, guardandosi intorno quasi temesse di essere vista. Nel frattempo mi tolgo il cappotto e indosso il mio camice.
"Anita"la sua voce è ferma e io mi volto a guardarla un pò sulle spine. E' agitata e io accenno ad un sorriso per rassicurarla. Vorrei davvero non tremare al pensiero di quello che lei stia per dirmi.
"Quella ragazza..."lascia la frase in sospeso lasciandomi intendere di chi stia parlando. Si ferma a riflettere quasi avesse bisogno di soppesare le parole da usare.
"Quella ragazza che hai visto ieri. Lei beh, è incinta".
Nel momento in cui lo dice desidero che quelle parole non siano mai uscite dalle sue labbra. Mi appoggio alla scrivania dietro di me, sentendomi come schiacciata da un peso.
"Stai b-bene?"domanda a quel punto preoccupata, alzo lo sguardo per puntarlo nel suo. Vi leggo apprensione, agitazione.
Mi mordo forte il labbro trai denti. "Sei sicura?"chiedo titubante, sento che le gambe hanno incominciato a tremarmi.
Lei si passa una mano sul viso, mi sembra che tiri un respiro esasperata. "Le voci circolano e anche in fretta, tesoro. Prima di dirtelo però mi sono accertata di quanto esse siano veritiere. La verità è questa Anita..."
Maria non è una che crede alle dicerie, odia i pettegolezzi. So quanto sia sicura di quello che dice, metabolizzare la cosa mi risulta difficile. All'improvviso nella mia mente tutti i tasselli di questo intrigato puzzle giungono al loro posto. Questa ragazza Vanessa, aspetta un bambino, che risulta essere figlio di Luca e lui ha deciso di assumersi le sue responsabilità, il che gli fa onore. D'un tratto vedo tutti i miei progetti, tutte le mie convinzioni sfumare quasi fossero castelli di sabbia. Sento quel peso schiacciarmi completamente.
"Oddio..."sussurro portandomi una mano al viso.

ANGOLO AUTRICE:
In una calda e afosa serata di agosto, mi ritrovo a postare un nuovo capitolo della storia. Questa volta sono stata brava, non è passato un mese prima che io mi facessi di nuovo viva😂😂
State passando bene queste vacanze? Siete al mare? Io ci andrò in questi giorni e quindi è probabile che non possa aggiornare per un pò. Cercherò di dedicare del tempo alla storia nonostante tutto ma non vi assicuro niente.
Questo capitolo è pieno di sorprese, ma non aggiungo altro. Lascio a voi i commenti. Intanto ringrazio le ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e chi ha aggiunto la storia tra le preferite/seguite/ricordate.
Buona estate a tutte, alla prossima!
 
  
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