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Autore: aakkiirraamm    26/04/2009    5 recensioni
Avere molti fratelli e sorelle non è facile. Con delle sorelle che inconsapevolmente la mettono in ombra e dei fratelli molto protettivi, Gabriella passa semplicemente inosservata. Ma quando in città arriva Troy Bolton, cerca di mostrarle che il suo passare inosservata non è sempre una buona cosa. TXG.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 – Meant to live

Ciao, questa fanfiction purtroppo non è mia (non sarei mai stata in grado di scrivere una cosa simile!), ma l’ho trovata su un altro sito. Ho chiesto all’autrice l’autorizzazione a tradurla e postarla qui. Spero piaccia anche a voi. J

M.

 

 

Capitolo 1 – Meant to live

 

We were meant to live for so much more
Have we lost ourselves?
Somewhere we live inside
Somewhere we live inside
We were meant to live for so much more

Meant To Live, by Switchfoot

 

 

Nella mia famiglia sono sempre stata quella che non riceveva tutte le attenzioni. A dire la verità, io non le volevo tutte le attenzioni. Non sono mai stata il tipo che ruba il palcoscenico. Era più il ruolo delle mie sorelle quello di contendersi il palcoscenico.

Questo finché non arrivò Troy Bolton. Lui ha cambiato ogni cosa. La mia vita era, per la maggior parte, semplice. Andare a scuola, tornare a casa, uscire con gli amici, fare i compiti, stare con la mia famiglia, e il giorno dopo si ricominciava da capo.

Non mi sono mai imposta agli altri.

Solo perchè non voglio tutte le attenzioni addosso, però non significa che non ne voglia affatto. Troy mi ha aiutato a rendermene conto. Mi ha aiutato a scoprire chi fosse in realtà Gabriella Carmen Montez.

Questa è la mia storia.

-

xoxo

-

Quando sei uno di otto fratelli, si otto, uno è sempre super controllato, non importa quanto cerchi di evitarlo. Quell'uno ero io.

Ok, forse super controllato non è la parola giusta. In realtà non so quale sia, ma comunque sono io. Mia madre mi chiama la figlia semplice. Credo che sia il modo migliore per descrivermi. Quella semplice.

Non so neanche perchè i miei genitori abbiano deciso di avere un altro figlio dopo mia sorella, Isabelle, o Belle. O Iz o Izzy, e così via. Lei è la più grande di tutti. È la melodrammatica della famiglia. Deve sempre ottenere quello che vuole, quando vuole. Non pensate male, voglio bene a mia sorella, ma è pesante.

Quindi viene mia sorella Serena. Lei è la figlia ribelle. Di nuovo, perchè i miei genitori sono andati avanti? Non lo so proprio. Dovrei esserne felice, sai com'è, perchè se non l'avessero fatto non sarei qui. Comunque, Serena deve sempre essere fuori dalle righe. Tutto iniziò quando aveva tredici anni e arrivò a casa con i piercing ai capezzoli... ma questo è un aneddoto per un altro momento.

Dopo Serena, c'è Felix. Il primo figlio maschio, perciò ovviamente lui riceve qualche attenzione extra da parte dei genitori. É un tipico ragazzo sportivo, fico, popolare, e, purtroppo per me, vive ancora a casa. Frequenta il primo anno all'Università di Albuquerque.

Serena e Isabelle sono entrambe al college in un altro stato. Isabella frequenta l'ultimo anno a Berkeley, e Serena è al terzo anno alla UCLA (University of California, Los Angeles).

Indovinate chi c'è dopo? I gemelli. Si, Marcus e Lucas, all'ultimo anno di liceo. Purtroppo anche loro hanno deciso di diventare dei leader, popolari e acclamati. Comandano la scuola. Sono i ragazzi più popolari: co-capitano della squadra di basket, Lucas è rappresentante degli studenti; Marcus uguale nel baseball. Non è facile quando parli con qualcuno e loro ti dicono “Tu sei sorella di Marcus e Lucas?? Davvero? Com'è?”. Eppure io ci vivo.

Dopo di loro, ci sono io. Gabriella. Al penultimo anno di liceo. Faccio parte della squadra di Decathlon scolastico. Ma comunque non vengo considerata, e cosa ti puoi aspettare quando sei classificata come una secchiona? Nonostante ciò, il mio migliore amico, Chad, è un tipico ragazzo popolare. É nella squadra di basket con Lucas. La sua ragazza, Taylor, è la mia migliore amica.

Il successivo nella lista è Vincent, ma lui vuole essere chiamato Vince. Ha due anni meno di me, un semplice primino del liceo. Nonostante ciò è più conosciuto di me. Ma questo è dovuto al fatto che fa parte della squadra di basket. Il basket è l'unica cosa che conta alla East High.

Il più giovane è Alejandro, ma noi lo chiamiamo Alex, soprattutto perchè Alejandro è troppo lungo.

É all'ultimo anno della scuola media. Lui è la causa della maggior parte dei danni in casa. E sempre per causa sua in cucina abbiamo un barattolo con sopra scritto il suo nome. Serve perchè ogni volta che rompe qualcosa, i soldi che ci sono dentro verranno usati per riparare il danno. I miei genitori lo chiamano “il barattolo delle parolacce” perchè ogni volta che ne diciamo una dobbiamo metterci un quarto di dollaro.

Bravi genitori vero?

Oggi era l'ultimo giorno di scuola prima del Ringraziamento. Ciò significa che le mie sorelle torneranno a casa, e questa volta Serena ha deciso di portare a casa il suo ragazzo. Lei lo chiama “Mr. Right” (quello giusto). Banale vero? Comunque il suo nome è Kris.

Così naturalmente mia madre sta correndo avanti e indietro per fare pulizie in casa. Non so perchè, tanto tra un paio d'ore sarà di nuovo in disordine, ma noi la lasciamo al suo divertimento.

Si, essere la meno popolare aiuta quando cerchi di sgattaiolare fuori di casa.

A casa mia tra 5 minuti?

Era il messaggio che avevo appena ricevuto da Chad: soppesai le mie opzioni. Stare a casa e far finta di pulire, o uscire con il mio migliore amico, che oltretutto vive dall'altra parte della strada.

Scelsi la seconda.

L'arrivo dell'automobile di mio padre, Carlos, mi portò a tuffarmi nei cespugli lungo il vialetto di casa. È in anticipo. Mia madre probabilmente deve averlo chiamato dicendo di essere sul punto di uccidere qualcuno perchè in questo momento tutti, si proprio tutti, i miei fratelli sono a casa. Felix, Marcus, Lucas, Vince e Alex. Il fatto che tutti loro siano a casa comprende un gran numero di mobili rotti, e il riempimento fino all'orlo del “barattolo delle parolacce”. Felix, Marcus e Lucas di solito ci mettono dentro qualche banconota sapendo che tanto ce le dovranno mettere dopo.

Appena mio padre si diresse verso la porta di casa io corsi dall'altra parte della strada e mi tuffai nei cespugli di Chad. Perché? Perchè sono un'idiota. Sentendo delle risate provenire dalla casa di Chad, scoprii che tutto il gruppo era lì, non solo Chad.

La porta d'ingresso si aprì e vidi Chad, Taylor, Sharpay e Ryan ridere.

“Vieni” disse Taylor, muovendo freneticamente le braccia.

Annuii e mi infilai in casa.

Taylor si copriva la bocca con le mani. “È stato fantastico, veramente” disse, commentando la mia impresa alla Tom Cruise in Mission:Impossible.

Roteai gli occhi. “Grazie mille” risposi, chiaramente seccata.

“Scusa, è solo che, capisco perchè ti sei nascosta nelle siepi di casa tua, ma perchè anche in quelle di Chad?” chiese Taylor mentre ci spostavamo nel salotto e ci mettevamo comodi, come al solito.

“Bè, non sapevo se no dei miei fratelli stava guardando dalla finestra” mi difesi.

“Ci sono tutti i tuoi fratelli a casa? Anche Felix?” chiese Sharpay, e subito si mise a cercare lo specchietto nella sa borsetta.

Roteai di nuovo gli occhi. “Si, Shar. Anche Felix. Hai una strana cotta per lui, più o meno dalla seconda media. Lui ci vive a casa mia, sai?” le ricordai.

“Lo so, Gab. Ma non c'è mai a casa. È sempre all'università per feste, allenamenti o lezioni” mi disse, in effetti era vero. Le uniche volte che veniva a casa era per cena. “Esce ancora con quella tipa alternativa?” chiese disgustata.

Risi. “Si Shar. Esce ancora con Jaymi” le risposi. Jaymi è la ragazza di Felix. Mi piace e piace anche ai miei genitori. Passo più tempo con lei di quanto ne passi con Felix. Triste, ma vero. “Se tu...”

“Ok, non vi ho chiamati tutti qui per sentire voi due spettegolare” ci disse Chad.

“Hey, sono solo felice di esser fuori di casa” risposi. Dopodiché, tutti ci zittimmo per ascoltarlo.

“Allora, vi ricordate quando vi avevo detto che il mio amico di trasferiva qui” ci chiese, noi annuimmo. In quei giorni non si parlava d'altro. “Ecco, si trasferisce questo weekend. I suoi genitori, stanno passando attraverso un brutto divorzio e non vogliono che lui resti lì ad assistervi.

Così sua madre lo manda qua perché è la migliore amica di mia madre...” Continuò ma dopo non lo ascoltai più. Non avevo bisogno di sapere altro.

Noi tutti praticamente sapevamo già chi era Troy. Era il migliore amico di Chad dalla nascita. Si era trasferito con i suoi genitori quando aveva otto anni. Quando Troy se ne andò, Chad si accorse che dall'altra parte della strada c'era una bambina della sua età, io. Io ero già amica di Taylor, così da allora siamo diventati migliori amici. Abbiamo conosciuto Sharpay e Ryan alle medie, così abbiamo iniziato a vederci sempre noi cinque insieme.

“Allora verrete tutti?” chiese, e io mi ricordai solo in quel momento della presenza degli altri nella stanza. Tutti quanti annuirono. Chad guardò verso di me. “Ella?” chiese, ovviamente aspettando una mia risposta.

“Oh, si, certo” risposi, supponendo che fosse quello che voleva sentirsi dire.

Chad sorrise. “Fantastico, domani alle tre” confermò.

Cosa? No! Esattamente l'ora in cui arriva l'aereo di Serena domani. Lei voleva che andassi a prenderla per poter conoscere Kris. Io e Serena siamo come migliori amiche, più che altro perchè io non cerco di rubarle il palcoscenico come fa Isabelle. Ogni volta che lei e Belle si trovano nello stesso posto per più di un certo tempo, scoppia la 3° Guerra Mondiale. Veramente, credo che a casa mia siamo arrivati alla 5° Guerra Mondiale ormai.

“Io non posso, Chad. Devo andare a prendere Serena alle tre” gli dissi.

Chad sospirò. “Ella, ho bisogno che tu ci sia, sei la persona di cui parlo di più dopo Taylor” piagnucolò.

“Oh, grazie tesoro” disse Taylor dal divano a fianco al suo.

“Prego, piccola” rispose lui con un ghigno.

Sospirai anch'io. Stava cercando di farmi sentire in colpa. Ma Serena si sarebbe arrabbiata. Nessuno sopravvive ad un attacco verbale di Serena Nicole Montez. “Che ne dici se vado a prendere Serena con Felix, faccio le solite cose del tipo “sei arrivata!”, e appena arrivo a casa corro qui e conosco Troy?” suggerii.

“Vai con Felix?”, chiese Sharpay, improvvisamente interessata.

Entrambi la ignorammo. “D'accordo”, rispose lui.

-

xoxo

-

“Gab, andiamo!” mi gridò Felix da in fondo alle scale. Eravamo un po' in ritardo. Soprattutto per colpa sua. Veramente. È colpa mia se Jaymi lo ha chiamato e poi ha voluto parlare con me per, tipo, dieci minuti, posponendo quindi il momento in cui sarei dovuta andare a prepararmi per andare a prendere Serena?

No, era colpa sua. Perchè lui le ha dovuto parlare per altri venti minuti, e io non ho avuto altro tempo per prepararmi. Ora, normalmente era esattamente quello che mi serviva, ma non per andare a prendere Serena. Quest'anno avevo finalmente deciso di evitare il solito discorso sul fatto che sono una ragazza e dovrei mostrarlo.

Quest'anno mi sarei vestita, bè, come lei. Di solito mettevo un paio di jeans comodi e una t-shirt con qualche frase divertente, o qualche gruppo musicale.

Allora, misi un paio di jeans aderenti, una maglietta bianca, semplice, ma stava bene con i jeans scuri. Sopra una giacchettina nera col cappuccio, preso da American Eagle, di quelli che arrivano a metà pancia, e non fino alla vita come i vestiti delle persone normali.

“Arrivo, trenta secondi!” gli urlai, tirando su la zip dei miei stivali neri e rimettendoci sopra i jeans.

“Sto contando” sentii da in fondo alle scale, il che mi fece saltare in piedi dal letto e uscire di corsa dalla mia camera.

Corsi giù per le scale e indovinate cosa successe? Scivolai sull'ultimo scalino. L'ultimo! Che ingiustizia. Prima che sbattessi contro il pavimento, Felix aprì le braccia e mi prese.

“Ti voglio bene. Ti ho mai detto che sei il mio fratello preferito?” gli dissi, liberandomi dal suo abbraccio e rimettendomi in piedi.

Lui rise. “Anch'io ti voglio bene.” rispose. Poi se ne accorse. Lo sguardo del fratello. Quello sguardo di quando stanno guardando cos'hai addosso e ti dicono di cambiarti. “Vai a cambiarti” disse in tono monotono.

Lo sapevo. “Fe-lix”, mi lamentai, il che mi fece uno strano effetto. Io non ero il tipo che si mette a piagnucolare. “Dobbiamo andare adesso. Vuoi che Serena si incazzi perchè siamo in ritardo?” gli chiesi, ben sapendo che la risposta era no. A nessuno piace stare insieme a Serena quand'è arrabbiata.

“Gabi, parolaccia!” disse Alex entrando di corsa nella stanza. “Ha detto 'che si incazzi'!” ci informò. Cosa vuoi aspettarti dal più piccolo?

Felix sospirò. “Andiamo” borbottò aprendo la porta.

Sorrisi e uscii dopo di lui.

“Hey! Dove sono i 25 cent?” ci gridò Alex, ed entrambi lo ignorammo. Tanto è il più piccolo.

-

“Devi proprio farlo?” chiese Felix mentre aspettavamo che Serena uscisse dal terminal e ci trovasse.

Ero confusa. “Fare cosa?” chiesi. Tutto quello che stavo facendo era stare lì seduta, a fianco a lui.

“Accavallare le gambe in quel modo!” si spiegò.

Ero ancora confusa. “In quale modo? Come una ragazza?” chiesi, ridendo.

“Si!” esclamò. “Ti stanno guardando tutti” mi disse. “Non ci posso credere che tu ti sia messa dei pantaloni come quelli.”

Alzai lo sguardo, nessuno mi stava guardando. Erano tutti occupati nella tipica fretta del Ringraziamento aspettando i loro cari. “Felix, nessuno mi sta guardando” lo corressi “e poi cos'hanno i miei pantaloni?” chiesi. Sono pantaloni fatti per una ragazza?

“Sono... aderenti. Hai solo 15 anni” disse lui.

Quindici? Quindici! “Felix, prima di tutto, ho diciassette anni, non quindici. Secondo, questi sono gli stessi pantaloni che indossano Jaymi, e Serena, e Izzy...” iniziai ma fui interrotta.

“Gabriella!” gridò qualcuno ed entrambe le nostre teste si voltarono, vedendo Serena abbracciata ad un ragazzo.

“Serena!” strillai. Cosa c'è? Sono una ragazza, e anche se non sono un tipo melodrammatico non vuol dire che non senta la sua mancanza quando non c'è. Saltai in piedi e le corsi incontro, ci incontrammo a metà strada e ci abbracciammo.

Dopo che finalmente mi ebbe lasciato ci salutammo. “Chica, come sei sexy. Sono contenta che finalmente mi abbia dato ascolto e ti sia messa i pantaloni che ti ho dato” mi salutò. Si, questa è mia sorella.

“Aspetta, le hai dato tu quei pantaloni?” chiese Felix, senza neanche dirle ciao. Si vogliono bene.

Serena si allontanò di un passo. “Si, sono stata io, fratellino” rispose lei “lasciala stare, è sexy ma di classe. Io vesto roba peggiore. Cavoli, ho roba peggiore anche adesso” mi difese.

Guardai cos'aveva addosso. Jeans aderenti come me e un maglioncino che le arrivava sotto il seno, lasciando scoperta tutta la pancia, con il piercing all'ombelico. Non stava male, comunque.

“Ma credo di avere una camicetta in valigia che ti starebbe meglio di quella” aggiunse, guardandomi. Finalmente si accorse di cosa stesse fissando Felix. Kris. “Oh, si. Ragazzi questo è il mio ragazzo, Kris. Kris questi sono la mia sorellina Gabriella e il mio fratellino Felix” disse Serena presentandoci.

“Ciao” disse lui stringendo le mani a tutti e due. Indossava una maglietta nera e dei jeans larghi. Aveva due tatuaggi, uno su ogni braccio. Era un passo avanti per Serena. Il suo ultimo ragazzo, Simon, aveva la cresta verde e all'incirca una cinquantina di piercing. Giuro. Bisogna anche dare un punto a Kris perchè non guarda mia sorella come un pezzo di carne. O me, per quello che importa. Di solito i suoi ragazzi mi guardano e mi fanno sentire molto a disagio.

“Hey, piacere di conoscerti” gli dissi, e lui sorrise di rimando. Potrebbe anche durare questa storia.

Felix lo salutò con la tipica stretta di mano tra uomini. “Hey amico” disse. “Ah, dobbiamo andare” aggiunse guardando l'orologio. “Mamma diventa matta se arriviamo in ritardo.”

Serena annuì, sapendo che era vero. Prese la mano di Kris e mi abbracciò con l'altro braccio.

-

Appena arrivammo fuori di casa mia madre volò fuori dalla porta d'ingresso, lungo il marciapiede.

“Mami!” disse Serena correndo per abbracciarla.

Kris la seguì, imbarazzato.

“Felix, devo correre da Chad per un po'. Mi chiami quando è pronta la cena?” gli chiesi uscendo dalla macchina.

Annuì. “Si, come vuoi” disse e lo ringraziai.

Camminai velocemente verso casa di Chad. Avevo anche i tacchi. Entrai in casa senza bussare. Non l'ho mai fatto, i genitori di Chad erano i miei secondi genitori. Mi hanno sempre vista come la figlia che non hanno mai avuto. E trattavano così anche Sharpay e Taylor.

“Chad!” chiamai, non sapendo dov'erano.

Sharpay arrivò con una mezza corsetta con i suoi tacchi. “Gabi!” mi chiamò sottovoce. “Devi vederlo questo ragazzo, è veramente sexy. Non quanto Felix, ma va bene!” mi disse e mi tirò fino al salotto dove c'erano tutti gli altri.

“Ahi Shar, mi hai rotto un braccio!” esclamai, ritirando il mio braccio dalla sua presa. Sentii delle risate intorno a me e Chad mi corse incontro e mi prese in braccio.

“Gabi, sei arrivata!” disse contento.

Risi. “Chad, te l'avevo detto che sarei venuta dopo essere andata a prendere Serena” gli ricordai.

“Vieni” disse e mi tirò in mezzo al salotto. “Troy!” gridò e sentii dei passi dietro di me.

Mi girai e lo guardai. Ero bloccata. I miei occhi si fissarono sui suoi. Non mi ero mai incantata così prima. Avevo dei fratelli maggiori che portavano a casa amici carini. Mi comportavo in modo un po' strano con loro, ma non mi ero mai sentita scioccata come adesso. Anche io mio cuore stava battendo fortissimo. Deve averlo sentito, o almeno Chad. Come nel racconto di Edgar Allan Poe.

Deve essere passato solo un secondo perchè mi porse la mano e sorrise. “Ciao, io sono Troy” si presentò. I suoi occhi non si staccarono dai miei e involontariamente rabbrividii; sorrise più di prima. Non se ne era accorto vero?

Parla! Gridai a me stessa. “Ah, ciao. Gabriella. Sono io. Voglio dire, il mio nome è Gabriella” dissi. Sei un'idiota! Urlai nella mia testa. “Si.”

Sentii uno strano verso, sapevo che Sharpay e Taylor stavano ridendo di me. Sentire il mio telefono vibrare contro la mia coscia mi riportò alla realtà. Lasciai la sua mano e lo presi.

Serena.

Lessi. Corrugai la fronte. Perchè mi stava già chiamando? Sono andata via cinque minuti fa.

“Pronto?” risposi al telefono.

“Gabriella!” gridò Serena, e io allontanai il telefono dall'orecchio.

Chad, dietro di me, rise. “Serena è a casa”, annunciò, anche se tutti già lo sapevano.

Sospirai seccata. “Cosa c'è?” le chiesi.

“Perchè non sei a casa? Dove sei? Da Chad? Devo venire a prenderti chica?” chiese velocemente.

Respirai profondamente. “Non sono a casa perchè sono con Chad, si da Chad, e no non devi venire a prendermi perchè l'ultima volta che ho controllato non avevo cinque anni. Perchè vuoi che venga a casa?” le chiesi di rimando.

Sentii una risata nuova, sapevo che era Troy. Sentii una strana sensazione, come dei pizzicottini, esplodermi nello stomaco. Cos'era? Non era mai successo prima.

“Perchè si” fu tutto quello che mi disse dopodiché buttò giù.

Chiusi il telefono e risi imbarazzata. “Oh-oh” mormorai più a me stessa che agli altri.

“Prima che arrivi e ti strattoni via come una bambola di pezza, possiamo venire da te domani per parlare con Lucas e Marcus?” chiese velocemente Chad.

“Possiamo chi?” chiesi, temendo la risposta.

Chad scrollò le spalle. “Probabilmente tutti noi. Voglio che Troy giochi a basket con loro, perché Troy ha un gran talento. E Sharpay vorrà venire a molestare Felix, e Taylor e Ryan vorranno venire anche loro perchè è sempre divertente stare in casa Montez”, rispose sorridendo. Era davvero contento di vedere Troy, era tenero in un certo senso.

No! Non volevo Troy a casa mia. O con i miei fratelli, o sorelle. Perchè domani ci saranno anche loro, le mie sorelle. Isabelle arriverà alle 8 del mattino. Nemmeno lo conoscevo, e non volevo averlo intorno finché non avessi capito cosa significassero i battiti accelerati e i pizzicottini nella pancia.

Prima che potessi rispondere, Serena aprì la porta di ingresso e marciò rumorosamente verso di noi con i suoi tacchi. “Salve, signora e signor Danforth, e tutti gli altri,” salutò e mi prese per un braccio iniziando a trascinarmi via.

“Ah, si, poi ti chiamo!” Gridai a Chad e mi lascia tirare. “Perchè vuoi che venga a casa?” Ripetei la domanda di prima.

“La cena è pronta”, rispose.

Roteai gli occhi. Non avevo chiesto a Felix di chiamarmi quand'era pronta la cena? Si. “Non potevi semplicemente dirmelo?” chiesi.

“Devo parlare a tutti a cena”, disse semplicemente.

“Non dovresti aspettare Izzy se è una conversazione per tutta la famiglia?” chiesi mentre entravamo in casa.

“Bell lo sa già”, mi disse.

Sembra che Kris si sia già ambientato. Stava giocando con l'Xbox con uno dei gemelli,e Alex era stravaccato sulla sua schiena incitandolo nel gioco. A volte, anzi quasi sempre, Alex si comportava come un bambino di quinta elementare.

“Ragazzi! La cena è pronta. Gabi è arrivata”, all'annuncio di mia madre tutti smisero di fare quello che stavano facendo e corsero a tavola.

“Si, Gabi è a casa. Avremmo potuto iniziare a mangiare cinque minuti fa se lei non fosse dovuta correre da Chad”, disse Lucas per provocarmi.

Gli feci una linguaccia. “Non ci sarei neanche andata se non avessi dovuto conoscere Troy” ribattei e il suo sguardo si concentrò su di me dall'altra parte del tavolo. Oh-oh, brutto segno. Lo “sguardo del Grande Fratello”, come lo chiamo io. Lo fa sempre quando parlo di un ragazzo che non sia Chad o Ryan.

Era l'unico momento in cui i miei fratelli si accorgevano di me. Quando parlavo di un ragazzo. Altrimenti per loro c'era solo la ragazza di turno o il basket.

“Chi è Troy?” chiese Marcus.

“Già, chi è Troy?” ripeté Lucas.

Sentii il sangue affiorare sulle guance e arrossii. Ah! Perchè faccio così adesso? Ho parlato con quel ragazzo per quanto, dieci secondi? Cosa cavolo mi sta succedendo?

“È un amico di Chad di Phoenix o qualcosa del genere. Si trasferisce qua da lui fino alla fine della scuola perchè il divorzio dei suoi genitori sarà piuttosto brutto. Poi sua madre verrà a vivere qua con lui” risposi, guardando il mio piatto.

“Oh, era quel ragazzo biondo che ti fissava vicino a Chad?” chiese Serena.

Male! Male Serena! Non conosce lo “sguardo del Grande Fratello” e soprattutto non sa cosa significa? No, ovviamente no. Perchè lei è più grande e loro non hanno molta voce in capitolo sulle sue decisioni in fatto di ragazzi. Inoltre sembra che Kris piaccia ai miei fratelli.

“La stava fissando?” chiese Vince, improvvisamente interessato a me. Hey! Lui è più piccolo! Non è giusto. Io dovrei discutere sulle ragazze che piacciono a lui, non il contrario. Con i ragazzi ovviamente. Cosa? Mi piace Troy? E questo da dove salta fuori?

“Avreste dovuto vedere quelli che la fissavano all'aeroporto” aggiunse Felix.

Iniziarono a parlare tutti insieme, escluso Alex. “Basta!” esclamai. “Prima di tutto, Troy non mi stava fissando, e secondo, nessuno mi fissava all'aeroporto, Felix. E il mio fratello preferito adesso è Alex” dissi loro.

Alex era l'unico che non era coinvolto nella conversazione. Fece un gran sorriso. Almeno qualcuno era felice in questo momento.

“Ragazzi, lasciate stare vostra sorella. Nessuno la stava fissando” disse mio padre in mia difesa. Ah! Almeno lui stava dalla mia parte.

“Io e Kris ci sposiamo!” esclamò Serena e tutti smisero di mangiare. Qualche forchetta cadde nel piatto e io sputai l'acqua che avevo in bocca addosso a Lucas.

“Gab!” si lamentò... dopodiché i miei genitori iniziarono a urlare.

 

 

Personaggi:

Serena: Francia Raisa
Felix: Micheal Copon
Marcus and Lucas: Marcus Coloma (duplicated)
Isabelle: Amber Stevens
Vince: Taylor Lautner
Alex: Jake T. Austin
Jaymi: Kaley Cuoco
Kris: Ross Thomas

 

Originale: http://www.fanfiction.net/s/4477513/1/Meant_To_Live

 

 

 

  
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