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Autore: aakkiirraamm    28/04/2009    2 recensioni
Avere molti fratelli e sorelle non è facile. Con delle sorelle che inconsapevolmente la mettono in ombra e dei fratelli molto protettivi, Gabriella passa semplicemente inosservata. Ma quando in città arriva Troy Bolton, cerca di mostrarle che il suo passare inosservata non è sempre una buona cosa. TXG.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 - So Says I

Capitolo 2 - So Says I

 

In our darkest hours
We have all asked for some
Angel to come
Sprinkle his dust all around

So Says I, The Shins

 

 

Qualcosa stava squillando. Fastidiosamente potrei aggiungere. Non sapevo cosa fosse e, francamente, non mi importava. Ero stata sveglia tutta la notte a sentire la lite tra I miei genitori, Serena e Kris. Appena Serena ci diede la sua, per così dire, bella notizia ci fiondammo tutti verso la porta e quindi nelle nostre camere.

Da allora fino almeno alle tre del mattino tutto quello che si sentiva era:

“MAMI! LO AMO!” gridato da Serena. E mio Dio, ha dei gran polmoni quella ragazza.

Quindi mia madre che le diceva:

“HAI SOLO VENT'ANNI! NON SAI NEANCHE COSA SIA L'AMORE ANCORA!” Si, giusto. Mia madre ha sposato mio padre quando aveva diciannove anni. Cosa che Serena continuava a ripetere. E mia madre rispondeva dicendo: “LE COSE ERANO DIVERSE ALL'EPOCA!” Diverse? Negli anni ottanta? È vero. Bè, si indossavano dei top di maglia. O quelli erano gli anni novanta? Mah, non importa.

Oh, e poi mio padre sparò la sua a Serena: “SEI INCINTA!”; e quindi a Kris: “HAI MESSO INCINTA MIA FIGLIA!”. Ma Serena disse di non essere incinta.

Allora, “perchè cavolo vi volete sposare?” Lei “perchè lo amo”. Fantastico. È Stupendo. Non si possono sposare tra cinque anni? Ma no, stiamo parlando di Serena, e lei fa quello che vuole quando vuole. Lei è la figlia ribelle. Non raccontavo storie.

Per un minuto, lo squillo cessò, io sorrisi e mi accoccolai sul cuscino. Poi accadde di nuovo. Lo squillo.

“Maledizione, Gab! Rispondi al telefono!” gridò uno dei gemelli dalla sala. Oooh. Era il mio telefono. Ci sono.

Tirai fuori la mano dalle coperte alla cieca e lo presi. Lo aprii velocemente e smise di squillare. Siii. “Pronto?” borbottai.

“Ella?” chiese Chad. Non poteva che essere Chad la mattina così presto.

Grugnii un si. Credo.

“Sei viva, almeno?” chiese, con un tono molto serio aggiungerei.

Sospirai. “Cosa vuoi Chad?” chiesi. Avrei potuto essere cattiva e buttare giù il telefono, ma mi avrebbe richiamato. So che l'avrebbe fatto, così decisi di vedere cosa voleva e quindi di agganciare. Bel piano, eh?

“Ti ricordi ieri?” chiese lui. Cominciai a fare mente locale. Ieri sono andata a prendere Serena e ho conosciuto Troy. Stupido Troy, il cui pensiero mi ha tenuta sveglia ancora un'oretta dopo il litigio. Ma sono arrivata alla conclusione che non mi piace. Se gli piace il basket, è uno di quei bulletti sportivi e donnaioli. Io non ci esco con gente così. Ne ho già quattro in casa. Posso essere loro amica, ma non uscirci. Bel ragionamento, vero?

“Vagamente” farfugliai a Chad. Non potrebbe semplicemente andare al sodo? No. Lui è Chad e come tale deve comportarsi, a farmici lavorare su.

“TI ho chiesto di chiedere a Marcus e Lucas se potevano guardare Troy giocare a basket e magari dargli un posto in squadra. Avevi detto che gliel'avresti chiesto e poi mi avresti chiamato, ma non l'hai fatto”, spiegò Chad.

Oh. Giusto. Mi sono fatta un po' distrarre dalla storia del matrimonio di Serena. “Scusa, mi sono dimenticata di chiederglielo” mi scusai.

“Puoi chiederglielo ora?” mi chiese. Ora? È presto! Nessun Montez è di buon umore prima di una doccia e di un caffè. Perciò, no. Non posso chiederglielo ora.

“Chad”, dissi con esitazione “è troppo presto”, finii.

Lui si mise a ridere. Cosa c'era da ridere? Basta! Subito. “Gabriella. È pomeriggio” mi disse.

Mi alzai di scatto nel letto e guardai l'orologio. È pomeriggio! Come ho fatto a dormire finora? Io sono Gabriella, mi alzo alle nove durante I weekend (lo faccio veramente). “Pomeriggio?” sospirai.

“Cos'è successo ieri sera? Ti sei ubriacata o cosa?” chiese Chad.

Grugnii di nuovo. “No, Serena ha annunciato ai miei genitori che si sposerà con Kris. E la notizia ha portato alla 6° Guerra Mondiale in casa mia fino almeno alle tre di notte” risposi.

“Serena e Kris si sposano? Perchè?” domandò Chad.

Grazie! Esattamente quello che mi chiedo anch'io, ma non ho voglia di pensarci di nuovo adesso. “Vuoi che chieda a Marcus e Lucas di Troy adesso?” gli chiesi in risposta.

“Evitiamo la domanda eh? Comunque si, glielo puoi chiedere?”

Con calma mi alzai da letto e andai in camera dei gemelli. Aprii la porta, sbadigliando.

“Gab! Bussa la prossima volta!” esclamò Lucas. Aprii gli occhi e vidi che si stava cambiando. Anzi, stava finendo di cambiarsi. Gli mancava solo la maglia. Comunque, non un grande spettacolo.

“Si come vuoi” gli dissi. “Cos'è che gli devo chiedere?” chiesi a Chad al telefono.

Chad sbuffò infastidito. “Se possono guardare Troy giocare a basket, e magari metterlo in squadra.” ripeté.

“Giusto. Oggi tu e Marc potete guardare Troy giocare a basket? Perchè apparentemente è bravo. Chad pensa che potreste farlo entrare in squadra” dissi a Lucas.

La faccia di Lucas diventò quella tipica del capitano della squadra di basket. “Quanto è bravo?”

“Tieni,” dissi e gli lanciai il mio cellulare. “Parlaci tu. Rimetti il telefono in camera mia quando hai finito. Vado a farmi una doccia” aggiunsi e me ne andai. Alzò le spalle in risposta e prese il telefono.

-

Entrai in camera mia e trovai Serena sdraiata sul mio letto.

“Hey, chica. Credevo che non ti saresti più svegliata. Ho scelto i tuoi vestiti per oggi. Non c'è bisogno di ringraziarmi” disse Serena mettendosi a sedere.

Ringraziare? Ho diciassette anni. Posso vestirmi da sola se non sbaglio. “Dov'è Isabelle? Non arrivava oggi? Come mai non sei con lei?” le chiesi.

“La traditrice è di sotto con mamma e papà” la schernì Serena.

“Non avevi detto che lei sapeva già che sposavi Kris?” le chiesi esaminando i miei vestiti. Un paio di jeans corti a pinocchietto e una canottierina lunga, spalline invece delle maniche. Ma lo sa che siamo a novembre?

“Si” rispose Serena. “solo perchè casualmente mi ha chiamato quando Kris me l'ha chiesto, ero così felice che mi è semplicemente sfuggito di bocca” mi spiegò.

Mi infilai i jeans e la maglietta. “Lo ami davvero eh?” le dissi sottovoce sedendomi accanto a lei.

Serena fece un gran sorriso. “Si, Kris è fantastico. Devi solo conoscerlo meglio. Non giudicarlo”, mi disse Serena. Era seria.

“Serena” iniziai “Ho capito, ok? Ho capito che lo ami. Ma perchè adesso? Non potete aspettare finché non avrai più o meno venticinque anni?” le domandai.

“Perchè dovrei?” Chiese Serena, alzandosi e mettendosi davanti a me. “Voglio dire, lo amo adesso, e lo amerò tra cinque anni. Perchè aspettare?”

Feci un gran respiro. “Bè, contenta tu” le dissi.

Lei sorrise e si lanciò tra le mie braccia, abbracciandomi. “Grazie, Gabi!” strillò. “Ora” disse e prese un paio di scarpe col tacco da terra. No. Non va bene. Per niente. “Mettiti queste.”

“Serena!” piagnucolai. Ora, io non piagnucolo, ma questo è un problema serio. Gli stivali di ieri erano un'altra cosa, servivano affinché Serena non facesse il suo solito dannato discorso come ogni volta che mi vede.

“No, mettili. Stanno benissimo con quello che indossi”, spiegò.

Abbassai lo sguardo e mi accorsi solo in quel momento che avevo il seno praticamente di fuori. Fantastico, proprio quello di cui ho bisogno. Marcus, Lucas e Felix mi criticheranno per come mi vesto. E Troy penserà che sono una sgualdrina. Non che mi importi. Giusto? È solo un donnaiolo e io non esco con i donnaioli. Non mi piace nemmeno.

“Va bene” borbottai e mi sedetti per mettermi le scarpe.

Serena iniziò a saltellare su e giù. “Siii!” Già, siii. Wow.

-

“Gabi!” urlò Isabelle quando io e Serena arrivammo al piano di sotto e si catapultò tra le mie braccia.

“Belle!” esclamai e l'abbracciai anch'io.

Lo sguardo di Serena si fece torvo. “Isabelle” disse bruscamente.

“Serena” rispose Isabelle con lo stesso tono. Ecco, queste sono le sorelle che conosco e amo.

“Ah, ciao!” disse qualcuno.

Jaymi. “Hey” dissi con un sorriso e l'abbracciai. “Resti per il Ringraziamento allora?” le chiesi.

Lei annuì. “Si, tua mamma mi ha chiamato e invitato perchè I miei genitori hanno deciso di andare in crociera. Mi ha detto che dormirò in camera con te. Va bene, vero?” chiese Jaymi.

“Si, certamente” le risposi. Preferisco lei piuttosto che Serena o Isabelle. Lei sorrise.

“Dove sono i ragazzi e Kris?” chiese Serena, interrompendo la nostra conversazione. Ma che buone maniere.

Jaymi si guardò intorno un momento. “Fuori nel giardino sul retro. Chad e un tipo biondo sono arrivati con le ragazze. Marcus e Lucas li hanno trascinati fuori” rispose.

Serena annuì e con una lunga occhiataccia a Isabelle, se ne andò.

“Vado a cercare mamma” disse Isabelle stizzita e se ne andò anche lei.

“Ah, cosa succede a quelle due?” chiese Jaymi grattandosi la testa.

Le misi un braccio attorno alle spalle rassicurandola e iniziai a camminare con lei. “Sono solo Isabelle e Serena al naturale. Non ha niente a che fare con te, credimi” la rassicurai. Povera ragazza. Era una delle prime volte che vedeva Isabelle e Serena insieme.

Prima che potesse dire qualcosa mi scontrai con un altro corpo, e vi atterrai sopra. Aprii gli occhi e vidi... Troy. Il mio cuore cominciò a battere forte e I pizzicottini si espansero dal mio stomaco fino ad ogni parte del mio corpo che fosse a contatto con lui. Che poi era letteralmente tutto il corpo. Ero sopra di lui. Lo stavo fissando. Parla! Mi dissi.

“Ah, ciao” lo salutai imbarazzata.

“Ciao” mi rispose lui e gli sfuggì un sorriso malizioso. “Normalmente non mi dispiace stare sotto ad una ragazza, se sei tu in modo particolare. Ma tu hai, tipo, cinque fratelli che stanno girando per casa.” mi disse.

Arrossii di botto, ero sicura che tutto il mio corpo fosse rosso.

“Perciò questo significa che devi alzarti da sopra di me, prima che mi prendano a calci nel culo” aggiunse.

“Oh!” esclamai. “Giusto!” dissi e mi alzai velocemente. Gli porsi la mano per aiutarlo ad alzarsi.

“Grazie,” disse e si alzò, ma senza lasciarmi la mano. Perchè non lo fa? Rivoglio la mia mano. Non mi piace quanto la sensazione sia...perfetta.

“Co-come mai sei qua dentro? Cioè, gli altri sono tutti fuori” gli chiesi, senza fiato. Cosa stava succedendo? Non mi ero arrivata alla conclusione che non mi piaceva? Si. Donnaiolo cattivo.

Lui sorrise. “Tuo fratello, credo Marcus, mi ha detto di entrare a cercarti” spiegò Troy.

Annuii e tirai indietro la mano, ma lui non la lasciò e la seguì con la sua. “Dov'è la bionda?” mi domandò.

Guardai nel punto in cui si sarebbe dovuta trovare. Dov'è andata Jaymi? È tutta colpa sua. Se non se ne fosse andata tutto questo non sarebbe successo. Scrollai le spalle in risposta.

“Comunque, è stato bello... cadere con te, Brie” mi disse Troy avvicinandosi per darmi un bacio sulla guancia. “Dovremmo farlo di nuovo” aggiunse sottovoce e si allontanò.

Mi appoggiai al bancone e mi appoggiai sul petto la mano che lui teneva. Iniziai letteralmente ad iperventilare.

“Brie” disse lui, spuntando di nuovo in cucina con la testa, sorridendo compiaciuto alla vista della mia posizione. Tolsi immediatamente la mano dal petto e cercai di rallentare il respiro. “Vieni?” mi chiese.

Brie? Cos'era ora questo. Nessuno mi chiamava Brie. Non so perchè, ma non lo faceva nessuno. “Ah, si” borbottai ed esitando feci un passo avanti.

“Bene, andiamo” disse e mi prese la mano, intrecciando le nostre dita. Non so perchè ma dentro mi sentivo sciogliere. Il mio corpo mi si stava ribellando.

Appena uscimmo fuori la sua mano si staccò dalla mia. Sentii il bisogno di mettere di nuovo la mia mano nella sua, ma lo respinsi. Dovevo smetterla. Devo cercare di non girargli intorno. Sarà difficile, visto che vive a casa di Chad, dove a volte nel weekend vado a dormire. Bè adesso non ci andrò più. Fantastico. Ora potrò andare solo da Sharpay o da Taylor. Non che mi dispiaccia, solo che da Chad era meglio perchè Sharpay si diverte a vestirmi mentre Taylor parla sempre di scuola o di Chad.

“Come mai ci avete messo tanto?” chiese Serena, abbracciando Kris.

La fissai, anche se non aveva fatto quella domanda per un motivo particolare. “Ci stavamo solo conoscendo un po'” intervenne Troy. I miei fratelli sembrarono accontentarsi e annuirono. Idioti.

Perchè l'ha fatto? Si è preso la briga di darmi un bacio sulla guancia, di mettermi in agitazione e anche di flirtare con me, per poi fare finta di niente davanti ai miei fratelli? All'improvviso ebbi la risposta, è un donnaiolo.

È un dongiovanni. Sapevo che lo era. Vivo con due persone così (perchè sembra che Felix si sia calmato per ora). Troy faceva queste cose di proposito. Avrebbe giocato un po' con me per poi mollarmi per la prima cheerleader. Ma non gliel'avrei lasciato fare. Non esco con i donnaioli. E Troy Bolton era decisamente un tipico sportivo, donnaiolo fissato col basket.

“Bene, allora vediamo quanto è bravo il nuovo arrivato” disse Marcus tirandogli la palla. Troy la prese facilmente e la riportò sul campetto da basket.

Io strisciai fino al tavolo da picnic su cui erano sedute Sharpay e Taylor. Guardai oltre e vidi Ryan parlare con Serena e Kris. Strano, Serena e Ryan hanno un particolare senso della moda.

Taylor mi diede una gomitata in un fianco. “Come mai ci avete messo tanto tu e Troy?” chiese. Lei era più perspicace degli altri. A volte mi chiedo per quale motivo stia insieme a Chad. Non è bello, considerando che sono entrambi i miei migliori amici. Sono uno l'esatto opposto dell'altro. Lei tira fuori il lato serio di lui, mentre lui tira fuori quello divertente di lei. Un po' come Felix e Jaymi.

Non conosco Kris abbastanza per dire se possa compensare il carattere di Serena, ma penso che l'unica persona sia il papa. Sembra un bravo ragazzo e Alex lo adora. I miei genitori probabilmente no, dopo la bomba del matrimonio, ma era solo perchè stava per sposare la loro figlia ventenne e neanche lo conoscevano.

“Gab” Taylor mi diede un'altra gomitata.

“Eh?” le chiesi quando mi distolse dai miei pensieri.

Lei sospirò. “Come mai c'hai messo tanto con Troy?” ripeté.

“Oh, niente. Come ha detto lui, ci stavamo solo conoscendo un po'. Veramente ci siamo solo detti ciao” mentii. Cosa c'è? Non voglio che lei lo sappia. Taylor è una convinta sostenitrice delle teorie delle anime gemelle e del vero amore. Io non ero sicura di esserlo. Una persona per il resto della propria vita? Cosa si fa se non si trova questa persona? Se glielo dicessi inizierebbe subito a fare comunella con Sharpay e farebbe in modo che io e Troy ci mettessimo insieme. Cosa che io non voglio, credo. Male Gabriella!

“Come dici tu, Gabi” farfugliò, e tornò a guardare i ragazzi giocare.

Ok, dovetti ammettere che Troy era bravo a basket. Superò facilmente Marcus e Lucas e segnò un canestro.

“Dove hai preso quelle scarpe?” chiese Sharpay, appena accavallai le gambe. Guardai le scarpe nere col tacco. “Serena”, risposi aggrottando la fronte.

“Sei sempre vestita meglio quando c'è Serena” disse Sharpay con un cenno. Hey! Non è vero. Mi vesto abbastanza bene anche da sola, almeno pensavo di farlo.

“Antipatica” dissi a Sharpay e le feci una linguaccia.

Lei rise. “Perchè? Non indossi mai top come quello a meno che Serena non sia a casa” si difese.

Abbassai lo sguardo e di nuovo fui salutata dal mio seno che era ben visibile dal mio decolleté; questo mi fece realizzare che bella visuale avesse avuto Troy quand'eravamo per terra. Fantastico. Ora sapeva come fossero fatte le mie tette. Più o meno.

“Mi sembra strano che i suoi fratelli lascino che lo indossi” aggiunse Taylor. È vero. Stavo per rispondere quando sentii che una mano si era appoggiata su un mio fianco per prendere una bottiglia dietro di me.

“Scusami” mi sussurrò Troy all'orecchio e si allontanò con la bottiglia in mano. Sono io o ce l''ha lasciata un pochino più del necessario quella mano? DONGIOVANNI! Urlò la mia testa e mi ritrovai ad approvare annuendo. Sto impazzendo, mi disse la mia testa.

Alzai lo sguardo e vidi Marcus e Lucas, che, sudati, cercavano di far entrare un po' d'aria nei polmoni.

“Accidenti” iniziò Marcus.

“Il ragazzo...” disse Lucas tra un respiro e l'altro.

“.. ha talento.” finì Marcus. Oh, odio quando parlano da gemelli.

Chad sorrise come un bambino di cinque anni. Dovetti ammettere che era tenero. “È in squadra?” chiese.

“Possiamo chiedere al coach. Ci serve uno starter perchè Cameron s'è rotto una gamba la settimana scorsa.” rispose Lucas.

“È una possibilità” aggiunse Marcus. “Una possibilità molto buona.”

Venimmo interrotti da mia madre che, spuntata nel portico fuori casa con un sacchetto in mano, urlò “Serena Nicole Montez vieni qui. E sarà meglio che ti scappi la pipì”.

Serena rispose scocciata “Mami! Non sono incinta!” urlò in risposta e tirò Kris verso casa.

“Di cosa stavano parlando?” chiese Vince uscendo di casa con un casco in testa. Si, lui fa sport, ma è anche uno skater.

“Hai ascoltato qualcosa delle lezioni di biologia l'anno scorso Vinny?” gli chiesi ironica.

Vince mi guardò male. “Non chiamarmi Vinny, Gabi Wabi” rispose bruscamente. Sentii delle risate intorno a me.

Oh! Gioca sporco. Strabuzzai gli occhi. “Non chiamarmi così mai più e non ti chiamerò più Vinny, d'accordo?” chiesi. Sharpay stava ancora ridendo a fianco a me. Maledetta. È stata lei a darmi quel soprannome così infantile.

Lui annuì e se ne andò sul suo skateboard. “Antipatica” farfugliai a Sharpay.

“Cos'era la storia della pipì?” chiese Marcus guardandomi. Parla sul serio?

“Marc, mamma aveva un test di gravidanza nel sacchetto. E per avere il risultato Serena deve farci la pipì sopra” gli dissi come a un bambino.

Improvvisamente sgranò gli occhi. Oh-oh. Ricordate lo “sguardo del grande fratello” si cui vi ho parlato? “Cosa cavolo hai addosso?” strillò Marcus. Visto? Ora si accorge di me, dopo più di dieci minuti che sono uscita.

Chad fece un passo indietro, furbo il ragazzo, mentre Troy ci guardava confuso.

“Cosa c'è che non va con te, Gabriella?” chiese Lucas, spuntando dietro Marcus. Oh-oh, sono in due.

“Te l'avevo detto” mi sussurrò Taylor.

“Io non volevo mettere queste cose! Me le ha fatte mettere Serena!” mi difesi. Non ero il tipo che scaricava la colpa sugli altri, ma non potevo discutere con Marcus E Lucas, non insieme.

Mi derisero all'unisono. Oddio, è un'altra cosa da gemelli? “E ti aspetti che ci crediamo?” chiese Lucas.

“Si, me l'aspetto” dissi alzandomi in piedi e incrociando le braccia al petto. “Perchè poi vi preoccupate di come io mi vesto?”

“Sei la nostra sorella minore” iniziò Marcus.

Lucas annuì. “Non ci va che tu ti vesta... così” continuò.

“Parliamoci chiaro” dissi avanzando tanto da arrivare quasi faccia a faccia con loro. “Sono più piccola di voi di un anno. Uno!” Gridai. “Questo non vi da il diritto di dirmi quello che devo fare”, dissi loro. Mi sentii meglio. Non avevo mai risposto loro. Soprattutto perchè non avevo mai indossato vestiti come questi, così non avevano avuto modo di dirmi niente.

“Tu sei nostra sorella più piccola e fai quello che ti diciamo di fare” esclamò Marcus.

Rimasi a bocca aperta. Mi avevano veramente detto una cosa del genere? A me?! Stavo per lanciarmi e dare uno schiaffo a uno di loro quando sentii che qualcuno mi aveva circondato con le sue braccia. Doveva essere Troy. Doveva perchè il mio corpo mi stava tradendo e il mio cuore batteva forte. Sentivo di nuovo i pizzicottini e avevo il respiro pesante. Forse questo poteva essere dovuto al fatto che ero così arrabbiata.

“Calmati, Brie” mi sussurrò nell'orecchio. Brie! Visto, era Troy.

“Cosa succede qua fuori?” gridò una voce dal portico. Alzai gli occhi e vidi mio padre.

“Niente, Papi” dissero Marcus e Lucas, dopodiché si girarono e se ne andarono. Vigliacchi!

Mio padre annuì, si girò e seguì i miei fratelli dentro casa. Io mi liberai dalla presa di Troy. “Perchè l'hai fatto?” mi girai fremente di rabbia per guardarlo in faccia.

“Guarda, non volevo che facessi qualcosa di cui di saresti pentita. Sono i tuoi fratelli” rispose Troy, alzando le braccia in segno di resa. Gli conviene farlo!

“Esattamente! Sono i miei fratelli” gli dissi. “Non avresti dovuto farlo. Sono diciassette anni che ho a che fare con loro. Credo di farcela benissimo anche adesso” risposi bruscamente. Non sapevo come mai ero così arrabbiata. Probabilmente era perchè lui aveva fatto questa cosa. Se l'avesse fatto Chad, non mi avrebbe dato fastidio. O anche Ryan. Tutti loro probabilmente sono scappati via quando hanno visto che iniziavo a rispondere a Marcus e Lucas comunque, perchè quando mi guardai intorno non c'erano. O che volevano lasciare me e Troy da soli, o che da furbi se ne sono andati. Anche il fatto che se ne siano semplicemente andati mi dava un po' fastidio.

“Non ho detto che non ce la fai. Stavo solo cercando di aiutarti” cercò di difendersi Troy.

Scossi la testa. “Io non avevo chiesto il tuo aiuto” dissi a bassa voce, mi girai e mi diressi verso casa.

Potrei giurare di aver sentito dire alle mie spalle “Non c'è bisogno che tu lo faccia”. Ma ero sicura che stavo solo sentendo le voci.

 

Originale: http://www.fanfiction.net/s/4477513/2/Meant_To_Live

 

  
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