Capitolo
2 - So Says I
In our darkest hours
We have all asked for some
Angel to come
Sprinkle his dust all around
So Says I, The Shins
Qualcosa stava squillando.
Fastidiosamente potrei aggiungere. Non sapevo cosa fosse e, francamente, non mi
importava. Ero stata sveglia tutta la notte a sentire la lite tra I miei
genitori, Serena e Kris. Appena Serena ci diede la sua, per così dire, bella
notizia ci fiondammo tutti verso la porta e quindi nelle nostre camere.
Da allora fino almeno alle
tre del mattino tutto quello che si sentiva era:
“MAMI! LO AMO!” gridato da
Serena. E mio Dio, ha dei gran polmoni quella ragazza.
Quindi mia madre che le
diceva:
“HAI SOLO VENT'ANNI! NON
SAI NEANCHE COSA SIA L'AMORE ANCORA!” Si, giusto. Mia madre ha sposato mio
padre quando aveva diciannove anni. Cosa che Serena continuava a ripetere. E
mia madre rispondeva dicendo: “LE COSE ERANO DIVERSE ALL'EPOCA!” Diverse? Negli
anni ottanta? È vero. Bè, si indossavano dei top di maglia. O quelli erano gli
anni novanta? Mah, non importa.
Oh, e poi mio padre sparò
la sua a Serena: “SEI INCINTA!”; e quindi a Kris: “HAI MESSO INCINTA MIA
FIGLIA!”. Ma Serena disse di non essere incinta.
Allora, “perchè cavolo vi
volete sposare?” Lei “perchè lo amo”. Fantastico. È Stupendo. Non si possono
sposare tra cinque anni? Ma no, stiamo parlando di Serena, e lei fa quello che
vuole quando vuole. Lei è la figlia ribelle. Non raccontavo storie.
Per un minuto, lo squillo
cessò, io sorrisi e mi accoccolai sul cuscino. Poi accadde di nuovo. Lo
squillo.
“Maledizione, Gab! Rispondi
al telefono!” gridò uno dei gemelli dalla sala. Oooh. Era il mio telefono. Ci
sono.
Tirai fuori la mano dalle
coperte alla cieca e lo presi. Lo aprii velocemente e smise di squillare. Siii.
“Pronto?” borbottai.
“Ella?” chiese Chad. Non
poteva che essere Chad la mattina così presto.
Grugnii un si. Credo.
“Sei viva, almeno?” chiese,
con un tono molto serio aggiungerei.
Sospirai. “Cosa vuoi Chad?”
chiesi. Avrei potuto essere cattiva e buttare giù il telefono, ma mi avrebbe
richiamato. So che l'avrebbe fatto, così decisi di vedere cosa voleva e quindi
di agganciare. Bel piano, eh?
“Ti ricordi ieri?” chiese
lui. Cominciai a fare mente locale. Ieri sono andata a prendere Serena e ho
conosciuto Troy. Stupido Troy, il cui pensiero mi ha tenuta sveglia ancora
un'oretta dopo il litigio. Ma sono arrivata alla conclusione che non mi piace.
Se gli piace il basket, è uno di quei bulletti sportivi e donnaioli. Io non ci
esco con gente così. Ne ho già quattro in casa. Posso essere loro amica, ma non
uscirci. Bel ragionamento, vero?
“Vagamente” farfugliai a
Chad. Non potrebbe semplicemente andare al sodo? No. Lui è Chad e come tale
deve comportarsi, a farmici lavorare su.
“TI ho chiesto di chiedere
a Marcus e Lucas se potevano guardare Troy giocare a basket e magari dargli un
posto in squadra. Avevi detto che gliel'avresti chiesto e poi mi avresti
chiamato, ma non l'hai fatto”, spiegò Chad.
Oh. Giusto. Mi sono fatta
un po' distrarre dalla storia del matrimonio di Serena. “Scusa, mi sono
dimenticata di chiederglielo” mi scusai.
“Puoi chiederglielo ora?”
mi chiese. Ora? È presto! Nessun Montez è di buon umore prima di una doccia e
di un caffè. Perciò, no. Non posso chiederglielo ora.
“Chad”, dissi con
esitazione “è troppo presto”, finii.
Lui si mise a ridere. Cosa
c'era da ridere? Basta! Subito. “Gabriella. È pomeriggio” mi disse.
Mi alzai di scatto nel
letto e guardai l'orologio. È pomeriggio! Come ho fatto a dormire finora? Io
sono Gabriella, mi alzo alle nove durante I weekend (lo faccio veramente).
“Pomeriggio?” sospirai.
“Cos'è successo ieri sera?
Ti sei ubriacata o cosa?” chiese Chad.
Grugnii di nuovo. “No,
Serena ha annunciato ai miei genitori che si sposerà con Kris. E la notizia ha
portato alla 6° Guerra Mondiale in casa mia fino almeno alle tre di notte”
risposi.
“Serena e Kris si sposano?
Perchè?” domandò Chad.
Grazie! Esattamente quello
che mi chiedo anch'io, ma non ho voglia di pensarci di nuovo adesso. “Vuoi che
chieda a Marcus e Lucas di Troy adesso?” gli chiesi in risposta.
“Evitiamo la domanda eh?
Comunque si, glielo puoi chiedere?”
Con calma mi alzai da letto
e andai in camera dei gemelli. Aprii la porta, sbadigliando.
“Gab! Bussa la prossima
volta!” esclamò Lucas. Aprii gli occhi e vidi che si stava cambiando. Anzi,
stava finendo di cambiarsi. Gli mancava solo la maglia. Comunque, non un grande
spettacolo.
“Si come vuoi” gli dissi.
“Cos'è che gli devo chiedere?” chiesi a Chad al telefono.
Chad sbuffò infastidito.
“Se possono guardare Troy giocare a basket, e magari metterlo in squadra.”
ripeté.
“Giusto. Oggi tu e Marc
potete guardare Troy giocare a basket? Perchè apparentemente è bravo. Chad
pensa che potreste farlo entrare in squadra” dissi a Lucas.
La faccia di Lucas diventò
quella tipica del capitano della squadra di basket. “Quanto è bravo?”
“Tieni,” dissi e gli
lanciai il mio cellulare. “Parlaci tu. Rimetti il telefono in camera mia quando
hai finito. Vado a farmi una doccia” aggiunsi e me ne andai. Alzò le spalle in
risposta e prese il telefono.
-
Entrai in camera mia e
trovai Serena sdraiata sul mio letto.
“Hey, chica. Credevo che
non ti saresti più svegliata. Ho scelto i tuoi vestiti per oggi. Non c'è
bisogno di ringraziarmi” disse Serena mettendosi a sedere.
Ringraziare? Ho diciassette
anni. Posso vestirmi da sola se non sbaglio. “Dov'è Isabelle? Non arrivava
oggi? Come mai non sei con lei?” le chiesi.
“La traditrice è di sotto
con mamma e papà” la schernì Serena.
“Non avevi detto che lei
sapeva già che sposavi Kris?” le chiesi esaminando i miei vestiti. Un paio di
jeans corti a pinocchietto e una canottierina lunga, spalline invece delle
maniche. Ma lo sa che siamo a novembre?
“Si” rispose Serena. “solo
perchè casualmente mi ha chiamato quando Kris me l'ha chiesto, ero così felice
che mi è semplicemente sfuggito di bocca” mi spiegò.
Mi infilai i jeans e la
maglietta. “Lo ami davvero eh?” le dissi sottovoce sedendomi accanto a lei.
Serena fece un gran
sorriso. “Si, Kris è fantastico. Devi solo conoscerlo meglio. Non giudicarlo”,
mi disse Serena. Era seria.
“Serena” iniziai “Ho
capito, ok? Ho capito che lo ami. Ma perchè adesso? Non potete aspettare finché
non avrai più o meno venticinque anni?” le domandai.
“Perchè dovrei?” Chiese
Serena, alzandosi e mettendosi davanti a me. “Voglio dire, lo amo adesso, e lo
amerò tra cinque anni. Perchè aspettare?”
Feci un gran respiro. “Bè,
contenta tu” le dissi.
Lei sorrise e si lanciò tra
le mie braccia, abbracciandomi. “Grazie, Gabi!” strillò. “Ora” disse e prese un
paio di scarpe col tacco da terra. No. Non va bene. Per niente. “Mettiti
queste.”
“Serena!” piagnucolai. Ora,
io non piagnucolo, ma questo è un problema serio. Gli stivali di ieri erano
un'altra cosa, servivano affinché Serena non facesse il suo solito dannato
discorso come ogni volta che mi vede.
“No, mettili. Stanno
benissimo con quello che indossi”, spiegò.
Abbassai lo sguardo e mi
accorsi solo in quel momento che avevo il seno praticamente di fuori.
Fantastico, proprio quello di cui ho bisogno. Marcus, Lucas e Felix mi
criticheranno per come mi vesto. E Troy penserà che sono una sgualdrina. Non
che mi importi. Giusto? È solo un donnaiolo e io non esco con i donnaioli. Non
mi piace nemmeno.
“Va bene” borbottai e mi
sedetti per mettermi le scarpe.
Serena iniziò a saltellare
su e giù. “Siii!” Già, siii. Wow.
-
“Gabi!” urlò Isabelle quando
io e Serena arrivammo al piano di sotto e si catapultò tra le mie braccia.
“Belle!” esclamai e
l'abbracciai anch'io.
Lo sguardo di Serena si
fece torvo. “Isabelle” disse bruscamente.
“Serena” rispose Isabelle
con lo stesso tono. Ecco, queste sono le sorelle che conosco e amo.
“Ah, ciao!” disse qualcuno.
Jaymi. “Hey” dissi con un
sorriso e l'abbracciai. “Resti per il Ringraziamento allora?” le chiesi.
Lei annuì. “Si, tua mamma
mi ha chiamato e invitato perchè I miei genitori hanno deciso di andare in
crociera. Mi ha detto che dormirò in camera con te. Va bene, vero?” chiese
Jaymi.
“Si, certamente” le
risposi. Preferisco lei piuttosto che Serena o Isabelle. Lei sorrise.
“Dove sono i ragazzi e
Kris?” chiese Serena, interrompendo la nostra conversazione. Ma che buone
maniere.
Jaymi si guardò intorno un
momento. “Fuori nel giardino sul retro. Chad e un tipo biondo sono arrivati con
le ragazze. Marcus e Lucas li hanno trascinati fuori” rispose.
Serena annuì e con una
lunga occhiataccia a Isabelle, se ne andò.
“Vado a cercare mamma”
disse Isabelle stizzita e se ne andò anche lei.
“Ah, cosa succede a quelle
due?” chiese Jaymi grattandosi la testa.
Le misi un braccio attorno
alle spalle rassicurandola e iniziai a camminare con lei. “Sono solo Isabelle e
Serena al naturale. Non ha niente a che fare con te, credimi” la rassicurai.
Povera ragazza. Era una delle prime volte che vedeva Isabelle e Serena insieme.
Prima che potesse dire
qualcosa mi scontrai con un altro corpo, e vi atterrai sopra. Aprii gli occhi e
vidi... Troy. Il mio cuore cominciò a battere forte e I pizzicottini si
espansero dal mio stomaco fino ad ogni parte del mio corpo che fosse a contatto
con lui. Che poi era letteralmente tutto il corpo. Ero sopra di lui. Lo stavo
fissando. Parla! Mi dissi.
“Ah, ciao” lo salutai
imbarazzata.
“Ciao” mi rispose lui e gli
sfuggì un sorriso malizioso. “Normalmente non mi dispiace stare sotto ad una
ragazza, se sei tu in modo particolare. Ma tu hai, tipo, cinque fratelli che
stanno girando per casa.” mi disse.
Arrossii di botto, ero
sicura che tutto il mio corpo fosse rosso.
“Perciò questo significa
che devi alzarti da sopra di me, prima che mi prendano a calci nel culo”
aggiunse.
“Oh!” esclamai. “Giusto!”
dissi e mi alzai velocemente. Gli porsi la mano per aiutarlo ad alzarsi.
“Grazie,” disse e si alzò,
ma senza lasciarmi la mano. Perchè non lo fa? Rivoglio la mia mano. Non mi
piace quanto la sensazione sia...perfetta.
“Co-come mai sei qua
dentro? Cioè, gli altri sono tutti fuori” gli chiesi, senza fiato. Cosa stava
succedendo? Non mi ero arrivata alla conclusione che non mi piaceva? Si.
Donnaiolo cattivo.
Lui sorrise. “Tuo fratello,
credo Marcus, mi ha detto di entrare a cercarti” spiegò Troy.
Annuii e tirai indietro la
mano, ma lui non la lasciò e la seguì con la sua. “Dov'è la bionda?” mi
domandò.
Guardai nel punto in cui si
sarebbe dovuta trovare. Dov'è andata Jaymi? È tutta colpa sua. Se non se ne
fosse andata tutto questo non sarebbe successo. Scrollai le spalle in risposta.
“Comunque, è stato bello...
cadere con te, Brie” mi disse Troy avvicinandosi per darmi un bacio sulla
guancia. “Dovremmo farlo di nuovo” aggiunse sottovoce e si allontanò.
Mi appoggiai al bancone e
mi appoggiai sul petto la mano che lui teneva. Iniziai letteralmente ad
iperventilare.
“Brie” disse lui, spuntando
di nuovo in cucina con la testa, sorridendo compiaciuto alla vista della mia
posizione. Tolsi immediatamente la mano dal petto e cercai di rallentare il
respiro. “Vieni?” mi chiese.
Brie? Cos'era ora questo.
Nessuno mi chiamava Brie. Non so perchè, ma non lo faceva nessuno. “Ah, si”
borbottai ed esitando feci un passo avanti.
“Bene, andiamo” disse e mi
prese la mano, intrecciando le nostre dita. Non so perchè ma dentro mi sentivo
sciogliere. Il mio corpo mi si stava ribellando.
Appena uscimmo fuori la sua
mano si staccò dalla mia. Sentii il bisogno di mettere di nuovo la mia mano
nella sua, ma lo respinsi. Dovevo smetterla. Devo cercare di non girargli
intorno. Sarà difficile, visto che vive a casa di Chad, dove a volte nel
weekend vado a dormire. Bè adesso non ci andrò più. Fantastico. Ora potrò
andare solo da Sharpay o da Taylor. Non che mi dispiaccia, solo che da Chad era
meglio perchè Sharpay si diverte a vestirmi mentre Taylor parla sempre di
scuola o di Chad.
“Come mai ci avete messo
tanto?” chiese Serena, abbracciando Kris.
La fissai, anche se non
aveva fatto quella domanda per un motivo particolare. “Ci stavamo solo
conoscendo un po'” intervenne Troy. I miei fratelli sembrarono accontentarsi e
annuirono. Idioti.
Perchè l'ha fatto? Si è preso
la briga di darmi un bacio sulla guancia, di mettermi in agitazione e anche di
flirtare con me, per poi fare finta di niente davanti ai miei fratelli?
All'improvviso ebbi la risposta, è un donnaiolo.
È un dongiovanni. Sapevo
che lo era. Vivo con due persone così (perchè sembra che Felix si sia calmato
per ora). Troy faceva queste cose di proposito. Avrebbe giocato un po' con me
per poi mollarmi per la prima cheerleader. Ma non gliel'avrei lasciato fare.
Non esco con i donnaioli. E Troy Bolton era decisamente un tipico sportivo,
donnaiolo fissato col basket.
“Bene, allora vediamo
quanto è bravo il nuovo arrivato” disse Marcus tirandogli la palla. Troy la
prese facilmente e la riportò sul campetto da basket.
Io strisciai fino al tavolo
da picnic su cui erano sedute Sharpay e Taylor. Guardai oltre e vidi Ryan
parlare con Serena e Kris. Strano, Serena e Ryan hanno un particolare senso
della moda.
Taylor mi diede una gomitata
in un fianco. “Come mai ci avete messo tanto tu e Troy?” chiese. Lei era più
perspicace degli altri. A volte mi chiedo per quale motivo stia insieme a Chad.
Non è bello, considerando che sono entrambi i miei migliori amici. Sono uno
l'esatto opposto dell'altro. Lei tira fuori il lato serio di lui, mentre lui
tira fuori quello divertente di lei. Un po' come Felix e Jaymi.
Non conosco Kris abbastanza
per dire se possa compensare il carattere di Serena, ma penso che l'unica
persona sia il papa. Sembra un bravo ragazzo e Alex lo adora. I miei genitori
probabilmente no, dopo la bomba del matrimonio, ma era solo perchè stava per
sposare la loro figlia ventenne e neanche lo conoscevano.
“Gab” Taylor mi diede
un'altra gomitata.
“Eh?” le chiesi quando mi
distolse dai miei pensieri.
Lei sospirò. “Come mai
c'hai messo tanto con Troy?” ripeté.
“Oh, niente. Come ha detto
lui, ci stavamo solo conoscendo un po'. Veramente ci siamo solo detti ciao”
mentii. Cosa c'è? Non voglio che lei lo sappia. Taylor è una convinta
sostenitrice delle teorie delle anime gemelle e del vero amore. Io non ero
sicura di esserlo. Una persona per il resto della propria vita? Cosa si fa se
non si trova questa persona? Se glielo dicessi inizierebbe subito a fare
comunella con Sharpay e farebbe in modo che io e Troy ci mettessimo insieme.
Cosa che io non voglio, credo. Male Gabriella!
“Come dici tu, Gabi”
farfugliò, e tornò a guardare i ragazzi giocare.
Ok, dovetti ammettere che
Troy era bravo a basket. Superò facilmente Marcus e Lucas e segnò un canestro.
“Dove hai preso quelle
scarpe?” chiese Sharpay, appena accavallai le gambe. Guardai le scarpe nere col
tacco. “Serena”, risposi aggrottando la fronte.
“Sei sempre vestita meglio
quando c'è Serena” disse Sharpay con un cenno. Hey! Non è vero. Mi vesto
abbastanza bene anche da sola, almeno pensavo di farlo.
“Antipatica” dissi a
Sharpay e le feci una linguaccia.
Lei rise. “Perchè? Non
indossi mai top come quello a meno che Serena non sia a casa” si difese.
Abbassai lo sguardo e di
nuovo fui salutata dal mio seno che era ben visibile dal mio decolleté; questo
mi fece realizzare che bella visuale avesse avuto Troy quand'eravamo per terra.
Fantastico. Ora sapeva come fossero fatte le mie tette. Più o meno.
“Mi sembra strano che i
suoi fratelli lascino che lo indossi” aggiunse Taylor. È vero. Stavo per
rispondere quando sentii che una mano si era appoggiata su un mio fianco per
prendere una bottiglia dietro di me.
“Scusami” mi sussurrò Troy
all'orecchio e si allontanò con la bottiglia in mano. Sono io o ce l''ha
lasciata un pochino più del necessario quella mano? DONGIOVANNI! Urlò la mia
testa e mi ritrovai ad approvare annuendo. Sto impazzendo, mi disse la mia
testa.
Alzai lo sguardo e vidi
Marcus e Lucas, che, sudati, cercavano di far entrare un po' d'aria nei
polmoni.
“Accidenti” iniziò Marcus.
“Il ragazzo...” disse Lucas
tra un respiro e l'altro.
“.. ha talento.” finì
Marcus. Oh, odio quando parlano da gemelli.
Chad sorrise come un
bambino di cinque anni. Dovetti ammettere che era tenero. “È in squadra?”
chiese.
“Possiamo chiedere al
coach. Ci serve uno starter perchè Cameron s'è rotto una gamba la settimana
scorsa.” rispose Lucas.
“È una possibilità”
aggiunse Marcus. “Una possibilità molto buona.”
Venimmo interrotti da mia
madre che, spuntata nel portico fuori casa con un sacchetto in mano, urlò
“Serena Nicole Montez vieni qui. E sarà meglio che ti scappi la pipì”.
Serena rispose scocciata
“Mami! Non sono incinta!” urlò in risposta e tirò Kris verso casa.
“Di cosa stavano parlando?”
chiese Vince uscendo di casa con un casco in testa. Si, lui fa sport, ma è
anche uno skater.
“Hai ascoltato qualcosa
delle lezioni di biologia l'anno scorso Vinny?” gli chiesi ironica.
Vince mi guardò male. “Non
chiamarmi Vinny, Gabi Wabi” rispose bruscamente. Sentii delle risate intorno a
me.
Oh! Gioca sporco.
Strabuzzai gli occhi. “Non chiamarmi così mai più e non ti chiamerò più Vinny,
d'accordo?” chiesi. Sharpay stava ancora ridendo a fianco a me. Maledetta. È
stata lei a darmi quel soprannome così infantile.
Lui annuì e se ne andò sul
suo skateboard. “Antipatica” farfugliai a Sharpay.
“Cos'era la storia della pipì?”
chiese Marcus guardandomi. Parla sul serio?
“Marc, mamma aveva un test
di gravidanza nel sacchetto. E per avere il risultato Serena deve farci la pipì
sopra” gli dissi come a un bambino.
Improvvisamente sgranò gli
occhi. Oh-oh. Ricordate lo “sguardo del grande fratello” si cui vi ho parlato?
“Cosa cavolo hai addosso?” strillò Marcus. Visto? Ora si accorge di me, dopo
più di dieci minuti che sono uscita.
Chad fece un passo
indietro, furbo il ragazzo, mentre Troy ci guardava confuso.
“Cosa c'è che non va con
te, Gabriella?” chiese Lucas, spuntando dietro Marcus. Oh-oh, sono in due.
“Te l'avevo detto” mi
sussurrò Taylor.
“Io non volevo mettere
queste cose! Me le ha fatte mettere Serena!” mi difesi. Non ero il tipo che
scaricava la colpa sugli altri, ma non potevo discutere con Marcus E
Lucas, non insieme.
Mi derisero all'unisono.
Oddio, è un'altra cosa da gemelli? “E ti aspetti che ci crediamo?” chiese
Lucas.
“Si, me l'aspetto” dissi
alzandomi in piedi e incrociando le braccia al petto. “Perchè poi vi preoccupate
di come io mi vesto?”
“Sei la nostra sorella
minore” iniziò Marcus.
Lucas annuì. “Non ci va che
tu ti vesta... così” continuò.
“Parliamoci chiaro” dissi
avanzando tanto da arrivare quasi faccia a faccia con loro. “Sono più piccola
di voi di un anno. Uno!” Gridai. “Questo non vi da il diritto di dirmi quello
che devo fare”, dissi loro. Mi sentii meglio. Non avevo mai risposto loro.
Soprattutto perchè non avevo mai indossato vestiti come questi, così non
avevano avuto modo di dirmi niente.
“Tu sei nostra sorella più
piccola e fai quello che ti diciamo di fare” esclamò Marcus.
Rimasi a bocca aperta. Mi
avevano veramente detto una cosa del genere? A me?! Stavo per lanciarmi e dare
uno schiaffo a uno di loro quando sentii che qualcuno mi aveva circondato con
le sue braccia. Doveva essere Troy. Doveva perchè il mio corpo mi stava
tradendo e il mio cuore batteva forte. Sentivo di nuovo i pizzicottini e avevo
il respiro pesante. Forse questo poteva essere dovuto al fatto che ero così
arrabbiata.
“Calmati, Brie” mi sussurrò
nell'orecchio. Brie! Visto, era Troy.
“Cosa succede qua fuori?”
gridò una voce dal portico. Alzai gli occhi e vidi mio padre.
“Niente, Papi” dissero
Marcus e Lucas, dopodiché si girarono e se ne andarono. Vigliacchi!
Mio padre annuì, si girò e
seguì i miei fratelli dentro casa. Io mi liberai dalla presa di Troy. “Perchè
l'hai fatto?” mi girai fremente di rabbia per guardarlo in faccia.
“Guarda, non volevo che
facessi qualcosa di cui di saresti pentita. Sono i tuoi fratelli” rispose Troy,
alzando le braccia in segno di resa. Gli conviene farlo!
“Esattamente! Sono i miei
fratelli” gli dissi. “Non avresti dovuto farlo. Sono diciassette anni che ho a
che fare con loro. Credo di farcela benissimo anche adesso” risposi
bruscamente. Non sapevo come mai ero così arrabbiata. Probabilmente era perchè
lui aveva fatto questa cosa. Se l'avesse fatto Chad, non mi avrebbe dato
fastidio. O anche Ryan. Tutti loro probabilmente sono scappati via quando hanno
visto che iniziavo a rispondere a Marcus e Lucas comunque, perchè quando mi
guardai intorno non c'erano. O che volevano lasciare me e Troy da soli, o che
da furbi se ne sono andati. Anche il fatto che se ne siano semplicemente andati
mi dava un po' fastidio.
“Non ho detto che non ce la
fai. Stavo solo cercando di aiutarti” cercò di difendersi Troy.
Scossi la testa. “Io non
avevo chiesto il tuo aiuto” dissi a bassa voce, mi girai e mi diressi verso
casa.
Potrei giurare di aver sentito dire alle mie spalle “Non c'è
bisogno che tu lo faccia”. Ma ero sicura che stavo solo
sentendo le voci.
Originale: http://www.fanfiction.net/s/4477513/2/Meant_To_Live