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Autore: Natory28    11/08/2016    0 recensioni
Questa storia è basata prevalentemente sulla storia tra Marina e Esther.
Sono episodi con un filo conduttore.
L'avevo scritta tanto tempo fa e postata sul sito di terapia d'urgenza, alla fine mi sono decisa di pubblicarla ancche su EFP.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 14 – IL CUORE DELLA SITUAZIONE

Il sole illuminava Milano, che, ancora assonnata, faticava a prendere il suo ritmo giornaliero. I colori caldi della primavera stavano sbocciando, e trasformavano il panorama con delle sfumature mai viste: la rugiada mattutina impregnava l’erba dei parchi, gli alberi e i fiori sembravano parte di un dipinto, tutto faceva pensare al paradiso.
Dopo le intense emozioni della serata appena trascorsa, Marina ed Esther stavano ancora dormendo teneramente abbracciate l’un l’altra; la sveglia non era stata puntata, il turno sarebbe cominciato verso sera. La dottoressa aprì gli occhi e vide la sua principessa addormentata, le accarezzò il viso togliendole i capelli dal faccia, e poi sussurrò “Dio mio, quanto ti amo …”, poi delicatamente la svegliò con un bacio e disse  “Buongiorno amore mio …”. Esther aprì gli occhi e replicò “Buongiorno …”. Marina continuava a coccolarla accarezzandola. L’infermiera faticava a svegliarsi, sembrava un bimbo appena sveglio che aveva bisogno di un po’ più di tempo. “Stanotte mi sono svegliata molte volte … Avevo paura che fosse tutto un sogno e che ieri sera non fosse successo niente” esclamò Marina. Esther la guardava fissa negli occhi e sorridendo ribatté “E’ tutto vero tesoro … Io e te … Sempre insieme” fece un pausa e poi proseguì “Beh ora però abbiamo un problema da risolvere!”, la dottoressa la guardò con uno sguardo interrogativo “Qual è?” “Dobbiamo cercare casa …” “Hai ragione … Inizialmente però potremmo stare qui”. Esther un po’ imbronciata replicò ”Vedi Marina, a me piacerebbe avere un posto tutto nostro … Mio e tuo … Da creare ed arredare insieme … Anche se mi rendo conto che non è così semplice”, “Beh secondo me non è così complicato, ho capito cosa intendi amore … Sei dolcissima” Marina si avvicinò e la baciò intensamente.
 
La giornata era appena cominciata, le due donne dopo aver fatto colazione ed essersi preparate, decisero di non perdere altro tempo. Uscirono dall’appartamento e si diressero verso un’agenzia immobiliare nel centro di Milano, dove la dottoressa aveva delle conoscenze grazie alla sua famiglia.
Appena arrivate Marina si avvicinò a un donna dai capelli rossi ed esclamò “Ciao Stefania, come stai?” “Ciao Doc, quanto tempo! Io sto bene e vedo che anche tu sei in gran forma”, “Ti ringrazio … Ti volevo presentare Esther la mia fidanzata”, “Ciao Esther è un piacere conoscerti”, dopo un attimo di imbarazzo l’infermiera ricambiò il saluto “Il piacere è mio”. La dottoressa spiegò all’amica che volevano trovare un appartamento, anche in affitto per il momento, per poter andar a vivere insieme. Stefania prese nota di tutti i dettagli utili, poi fece un paio di ricerche sul suo terminale. Dopo qualche minuto esordì “Potrei avere qualcosa da mostrarvi … Dovrei però fare un paio di telefonate … Se per voi va bene potrei fissare l’appuntamento nel primo pomeriggio”, Marina guardò Esther e disse “Tu che ne dici?” “Per me va benissimo” replicò l’infermiera. “Allora Stefania siamo d’accordo, mi dai un colpo di telefono dopo pranzo ok?” “Tranquilla Marina a dopo ciao”. Esther prese la mano di Marina e disse “Che ne dici di una passeggiata nel parco? Ho voglia di fare due passi” “Tutto quello che vuoi amore” ribatté la dottoressa.
 
Un’ora dopo, l’avvocato della famiglia Ranieri del Colle entrò nella stessa agenzia di Milano. “Salve Stefania” “Buongiorno avvocato” rispose cortesemente l’impiegata. “Sono venuto per le pratiche sulle proprietà di Enrico Ranieri del Colle. A che punto siamo?” “Sono quasi pronte, le unità sono quasi tutte sistemate ne mancano solo due … Mi lasci andare a prendere i documenti … un attimo solo”. La donna si alzò e si diresse verso l’archivio e, rovistando fra le carte, continuò a parlare “Sa avvocato è andata via da poco la figlia del Signor Ranieri … Sta cercando un appartamento per andare a convivere”. L’uomo fu molto sorpreso da quell’affermazione “Ma chi? Barbara?” “No, sua sorella, Marina” rispose l’impiegata. “Ma che strano: ho parlato stamattina con suo padre e non ne sapeva niente! Di solito chiede a me di seguire queste pratiche …” “Non saprei, magari il Signor Ranieri non ne è ancora a conoscenza … Ah eccole qui, si esatto sono due unità non confermate … Ecco le carte” “Grazie Stefania la saluto” “Arrivederci avvocato”.
 
L’avvocato portò subito le pratiche al padre di Marina, che, come in tutti i suoi affari, doveva sempre supervisionare ogni cosa: non si fidava per niente della gente. “Signor Ranieri, ecco le pratiche che mi aveva chiesto”, “Grazie Mauro, sei stato molto veloce ed efficiente, come al solito” ribatté il “dittatore”. Mentre Enrico controllava le carte, l’avvocato interruppe il silenzio che si era creato dicendo “Signor Ranieri … Ho saputo che sua figlia va a convivere … Congratulazioni”, Enrico, tirando su lo sguardo dalle pratiche che stava consultando e rivolgendolo all’avvocato, replicò “Ma chi? Barbara?! Non credo proprio! E' troppo legata a sua madre …” “Beh io veramente mi riferivo alla dottoressa”. Il volto del signor Ranieri diventò di colpo buio, era irritato a dir poco, la rabbia gli usciva da tutte le parti. Alla fine acidamente replicò “Marina?! E scusa, tanto per sapere, chi te lo ha detto questo?”. L’avvocato aveva notato il suo cambiamento d'umore: il suo imbarazzo stava crescendo a dismisura “Beh ... Me l’ha detto l’impiegata dell’agenzia stamattina quando sono andato là per le pratiche … Sua figlia era passata qualche ora prima”. Enrico, un po’ sovrappensiero, congedò Mauro, ringraziandolo per il lavoro. Era veramente adirato con la figlia “Non è servito proprio a nulla quello che ho detto. Fa sempre tutto di testa sua … Adesso mi sono proprio stancato! E' ora che la faccia finita! Ne va del nostro buon nome” pensò.
 
Intanto le due innamorate erano ancora al parco, si erano sedute in una panchina davanti a una splendida fontana, e stavano chiacchierando del più e del meno guardandosi negli occhi e ridendo allegramente insieme. Però l’idillio venne interrotto dal suono del cellulare di Marina. “Sarà sicuramente l’ospedale” esordì. Cercò affannosamente il telefono nella borsa e alla fine lo trovò, sul display però c’era scritto Papà. Inizialmente non voleva rispondere, ma poi Esther la convinse “Dai Marina, magari è una cosa importante, forse vuol fare la pace …”. Così, con un tono decisamente freddo, rispose al cellulare “Pronto …” “Marina avrei bisogno di parlarti con molta urgenza … Ti aspetto stasera qui a casa” “Papà oggi non posso, ho già degli altri impegni …”. Esther la interruppe e le bisbigliò “I nostri impegni si possono rimandare …”  e poi le sorrise. “Al limite posso passare adesso … fra poco potrei essere lì” “Ti aspetto”. Marina, riagganciando il telefono, era sempre più perplessa non sapeva che pensare “Che cosa vuole ancora me? Dopo come ti ha trattato poi!”, Esther, prendendole la mano, si avvicinò a lei e disse “Tesoro mi hai promesso di non arrabbiarti ricordi?!” “Si si me lo ricordo, però solo se si comporta bene”.
“Marina io intanto vado a casa da mio padre, sto un po’ con lui … Ci vediamo dopo ok? …. Ti amo” “Ok amore mio a dopo. Ciao tesoro”. Le due donne presero le due direzioni opposte, girandosi diverse volte per salutarsi.
 
Dopo neanche mezz’ora Marina arrivò a villa Ranieri. Lasciò la macchina nel vialetto, e suonò il campanello, come al solito venne ad aprire Orazio. “Buongiorno signorina” “Buongiorno Orazio, sai dov’è mio padre?” “Si, l’attende nello studio” “Grazie infinite”. Marina bussò alla porta. Una voce decisa ed autoritaria quasi le intimò di entrare. “Papà …” “Ciao Marina” borbottò l’uomo. Enrico, di spalle a sua figlia, stava guardando fuori dalla finestra. Nella stanza la tensione era veramente impressionante. Dopo qualche secondo di inquietante silenzio Marina esclamò “Allora papà di che cosa volevi parlarmi?”, l’uomo esitò e non rispose subito alla domanda, solo dopo un po’ di tempo si decise “Marina mi è giunta una voce all’orecchio … Ossia che vai a vivere con quella … Quell'infermiera … E’ forse la verità?” replicò in tono acido il padre girandosi verso la figlia. “Prima di tutto … Mio caro papà si chiama Esther … E sì, stiamo cercando casa per andare a vivere insieme … Se la cosa ti disturba … Mi dispiace, ma non è certo una tua scelta …”. L’irritazione di Enrico era sempre più alle stelle, tanto che il tono divenne quasi un urlo “Ma tu proprio non ci pensi alla tua famiglia, al suo buon nome? che dirà la gente? Ci hai pensato a tua madre a tua sorella?”. Le grida si sentivano fin fuori dallo studio tanto che la madre, che stava passando di lì, si avvicinò alla porta per capire cosa stesse succedendo.
Marina era veramente adirata dal comportamento del padre, non riusciva a stare calma, e alla fine gli rispose per le rime “Mia madre e mia sorella non le tirare in mezzo, è solo di te che ti preoccupi … Oddio, che dirà la gente? Beh sai che ti dico papà? Non me ne frega un bel niente! E ti dirò di più: non me ne frega niente neanche di come la pensi tu … Io sono felice e non ho intenzione di aspettare che tu mi dica come devo vivere la mia vita … Questo te lo puoi scordare … Poi, un’altra cosa papà, non ti azzardare mai più a trattare Esther in quel modo: corromperla per farla sparire dalla mia vita ... Sei proprio subdolo! Non credevo potessi cadere così in basso … Direi che non abbiamo più niente da dirci … Ti saluto” si girò astiosamente per andarsene. Enrico fece per ribattere “Marina, aspetta, non ho ancora finito …” e urlando sempre più forte continuò “Ti ho detto di aspett …”. Enrico non finì la frase si afferrò il petto dolorante e si accasciò per terra. Marina sentì il tonfò e buttò lo sguardo, vide il padre a terra e corse immediatamente a soccorrerlo, “Papà che  cos'hai?”. L’uomo non rispondeva continuava a tenersi il petto. La dottoressa vedendo la situazione, afferrò il telefono e chiamò subito l’ambulanza. Intanto la madre, avendo udito le urla del marito, era entrata nello studio. “Enrico, che cos'hai?” esclamò la donna. Dopo qualche istante l'uomo perse conoscenza. Marina stava facendo del suo meglio per rianimarlo. Lo sguardo della madre era preoccupato. La dottoressa gli fece la respirazione e il massaggio cardiaco; dopo qualche secondo il padre riprese a respirare. Le due donne tirarono un sospiro di sollievo, e rivolgendosi alla madre “Ha avuto un arresto cardiaco, adesso respira, però bisogna portarlo all'ospedale d’urgenza … L’ambulanza dovrebbe arrivare fra poco” “Oddio Marina” la figlia prese la mano della madre e la strinse forte “Non ti preoccupare mamma … Andrà tutto bene”. Dopo neanche 10 minuti arrivarono i soccorsi, la dottoressa ragguagliò i paramedici, e con le sirene spiegate partirono subito.
 
Arrivati al Morandini Franco aggiornò Malosti sullo stato del paziente “Maschio 65 anni arresto cardiaco rianimato …”,  Marina era di fianco alla barella e girandosi disse “E’ mio padre, ha avuto un infarto mentre stavamo discutendo …”, “Ok ora ci pensiamo noi” esclamò Riccardo. La dottoressa era decisamente preoccupata, non faceva altro che rimuginare sulla discussione col padre: un po' di senso di colpa le sfiorò la mente, ma poi pensò alle cose orribili che suo padre aveva fatto e detto e tutto svaniva. Cercava di tener tranquilla sua madre, ma la cosa era decisamente difficile, “Papà è in ottime mani … I miei colleghi sono molto bravi”. Marina abbandonò per un attimo sua madre e si diresse in sala medici per telefonare. “Esther mio padre ha avuto un infarto … Sono al pronto soccorso con mia madre”, l’infermiera era incredula “Che cosa? Arrivo subito”.   
 
Dopo neanche mezz’ora Esther arrivò. Cercò subito Marina, che stava aspettando con la madre, che  il padre uscisse dalla sala operatoria. “Ciao Marina … Signora Ranieri …” “Ciao Esther” la dottoressa le corse incontro, Caterina tirò su lo sguardo e disse “Salve signorina Bruno”. “Marina, ci sono novità?” “No … Nessuna purtroppo”. L’infermiera le prese la mano e la strinse forte e poi le sorrise ”Andrà tutto bene ne sono sicura”, la dottoressa si limitò ad annuire senza replicare. Esther continuò il discorso “Senti, tu stai qui con tua madre io comincio il turno, vado a dire a Danieli della situazione, così puoi stare qui, ok?” “Grazie Esther sei proprio un angelo”.
Dopo qualche ora Malosti uscì dalla sala operatoria e ragguagliò Marina e sua madre “E’ andato tutto bene, abbiamo dovuto fargli un bypass aortocoronarico, il cuore non riceveva più abbastanza ossigeno, e si è sviluppata un'ischemia miocardica, ora è tutto sotto controllo … I valori sono tornati nella norma”, “Grazie” replicò Caterina commuovendosi “Mio dovere signora … Ora se mi volete scusare, arrivederci” rispose burberamente Riccardo. “Hai visto mamma? E' andato tutto bene” esordì Marina.
 
La dottoressa Ranieri era ancora un po’ turbata da tutto quello che era successo: naturalmente era contenta che il padre stesse bene, ma non poteva dimenticare come si era comportato, e questo le provocava decisamente tanta rabbia. Non riusciva a perdonarlo. Se pensava a come aveva trattato la sua donna le ribolliva ancora il sangue.
 
Intanto Daniele e Cristiana avevano appena finito il turno. Il ragazzo aveva deciso di portarla a cena fuori per farle una sorpresa. Salirono sulla macchina del tirocinante e si diressero verso la meta. “Ma dove mi stai portando?” esordì la Gandini, “E’ una sorpresa, aspetta e vedrai” rispose il giovane. Il tempo era peggiorato notevolmente, pioveva molto forte con tuoni e lampi. Mentre andavano per la loro strada, un fulmine squarciò un albero che precipitò sulla strada. “Attento!!!”, Daniele inchiodò di colpo ma non fu sufficiente per evitare l’impatto: la macchina si schiantò contro l’albero.  La botta fu molto violenta, Cristiana era incosciente, nonostante la cintura, aveva sbattuto violentemente la testa contro il parabrezza, mentre il ragazzo aveva picchiato la faccia contro il volante. Daniele, dopo un piccolo svarione si riprese e si preoccupò subito della compagna, la chiamò più volte ma niente. Prese il cellulare dalla tasca e chiamò subito l’ambulanza.
Intanto Riccardo aveva  finito il turno e stava per uscire, “Teresa io per oggi ho terminato, ci vediamo domani”, mentre stava salutando arrivò la telefonata dell’unità mobile, informando dell’incidente di Cristiana e di Daniele. Teresa rimase di sasso: a stento riuscì a mettere giù il telefono. “Dottor Malosti?” “Teresa, te l’ho già detto, sono fuori servizio” “Sì lo so ... Ma c’è stato un incidente” “Beh di solito qui ce ne sono sempre, o sbaglio?” “Si ma stavolta sono coinvolti la dottoressa Gandini e il tirocinante  Guidi …”. Riccardo si girò verso l’accettazione con la faccia veramente sconvolta “Cosa hai detto?”.
                                                                               
   
 
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