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Autore: musicislife17    11/08/2016    1 recensioni
In una New York confusa ed elettrizzante come sempre, le vite di tre ragazze cresciute insieme si mescolano e si confondono: Jackie, una giornalista in gamba, ambiziosa e indomabile, in lotta con il proprio caporedattore e con i suoi sentimenti; Autumn, innamorata della musica e dei musicisti, in fuga costante dalla paura di vivere, alla ricerca di tutto e di niente; Annie, innocente per definizione, attratta allo stesso tempo dall’acqua santa, uno studente diligente e amorevole, e dal diavolo, un tatuatore senza tatuaggi, con cui deve fare i conti per la prima volta nella sua vita.
Storie di amore e di amicizia si susseguono nella anormale quotidianità di una famiglia senza precedenti, mentre il passato dei protagonisti sfuma in un presente avvincente e in un futuro indeterminabile. E in mezzo a loro musica, arte, lavoro, sogni e desideri, paure e gelosie, in un crescendo infinito...
-ANCHE SU WATTPAD-
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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La mattina successiva Autumn si risvegliò molto presto, era da poco passata l’alba. Guardandosi intorno ebbe una piacevole sensazione di tranquillità che le trasmetteva la vista della sua vecchia camera, la stessa della sua adolescenza. Accanto a lei, anzi quasi avvinghiata a lei, dormiva anche Annie, che la sera prima le si era stesa accanto per ascoltare i racconti di tante esperienze e avventure trascorse. Si era poi addormentata lì e aveva trascorso la notte abbracciata ad Autumn come una bambina si aggrappa al proprio peluche. Ad Autumn non diede fastidio ritrovarla lì, perciò sorrise nel vederla ancora in pieno sonno e si divincolò con delicatezza dalla sua stretta per poter scendere dal letto.

Si stiracchiò pigramente, ancora non del tutto riposata dopo il lungo viaggio aereo del giorno precedente, e si avviò con calma al piano di sotto della casa. Al suo naso arrivò il profumo di caffè appena fatto e squisiti pancakes.

Jackie deve essere ancora qui, pensò Autumn felice.

E infatti, appena messo piede nella piccola cucina, vide subito Jackie indaffarata ai fornelli e Ray seduto al tavolo, nascosto dalla sua copia quotidiana del New York Times.

-Qualche buona notizia?- esordì Autumn con un sorriso, troppo estasiata dal rivivere quegli attimi di normalità.

Entrambi alzarono lo sguardo nel vederla arrivare. Ray le sorrise di rimando.

-A parte il matrimonio dell’ultima attrice presa di mira dai paparazzi, credo proprio di no- ribatté lui ironico.

Autumn ridacchiò e si sedette accanto a lui, chinandosi a baciargli la guancia ispida. Quindi si volse verso l’altra ragazza, di nuovo di spalle e armata di spatola, mentre impilava uno dopo l’altro i perfetti pancakes di cui si sentiva l'odore.

-Sto per uscire, devo fare presto oggi. La colazione è quasi pronta- annunciò Jackie. Prese il piatto pieno di prelibatezze e lo pose di fronte ad Autumn.

-Grazie mille- le disse lei grata, alzando gli occhi per incontrare quelli di Jackie. Ma quest’ultima le permise di incrociarli solo per un attimo prima di distogliere le sue iridi blu dal volto della più piccola. Fece solo un cenno con la testa e posò nel lavello gli utensili sporchi.

Fece per uscire dalla cucina e si fermò sulla soglia.

-Lasciatene un po’ ad Annie, altrimenti si mette a piagnucolare. Ci vediamo più tardi- salutò entrambi con un cenno della mano, sempre dando loro le spalle.

Quindi uscì e la sentirono richiudersi la porta alle spalle.

Autumn abbassò lo sguardo sul piatto fumante di fronte a sé. Guardò i pancakes ricoperti di dolce sciroppo e sospirò affranta. Le era quasi passata la fame.

-Non ti fare troppi problemi, Jackie non ce l’ha con te- la consolò Ray indovinando i suoi pensieri.

-Ma se non riesce neanche a guardarmi in faccia…-

-Sai com’è fatta, ha bisogno di tempo per metabolizzare il tuo ritorno. Lasciala riflettere, vedrai che tornerà la stessa di prima-

Autumn lo guardò e Ray la accolse con un sorriso fiducioso ed incoraggiante.

-Tu dici?-

-Ne sono convinto- affermò lui con sicurezza. Ripiegò il giornale e lo posò sul tavolo.

-D’altra parte sappi che Jackie ha diversi pensieri per la testa al momento, perciò non credere di essere tu l’unica causa del suo nervosismo-

Autumn si stupì di quelle parole e attese che Ray andasse avanti.

-Penso che ci sia qualcosa che riguardi il lavoro che la turba particolarmente nell’ultimo periodo. Non so perché, ma ho l’impressione che la pazienza di Jackie sia stata messa a dura prova per qualche motivo. Beh, immagino che non scopriremo di cosa si tratta finché non sarà lei a decidersi a parlarne, vero?- concluse Ray gaio, impugnando la forchetta, pronto a mangiare.

Autumn meditò per un attimo sulle sue parole e decise che in effetti quando si aveva a che fare con Jackie era difficile capire cosa le passasse per la testa, almeno finché lei non avesse deciso di essere chiara.

Con l'appetito ritrovato ed un po’ meno di tristezza addosso avendo capito che era solo questione di tempo prima che Jackie la trattasse come prima, Autumn seguì l’esempio di Ray e afferrò le posate.

-Hai perfettamente ragione. Meglio mangiare, allora, prima che si raffreddi-

 

All’arrivo in redazione, Jackie era già irritata. La sua auto era in riparazione, perciò aveva dovuto servirsi dei mezzi pubblici, ma la metropolitana era tanto affollata a quell’ora del mattino che aveva dovuto aspettare per ben due volte il suo turno per salire in treno, pur facendosi largo a gomitate. Riaffiorò sulla superficie confusionaria della Eighth Avenue con già venti minuti di ritardo, arrivò alla sede della rivista quasi mezz’ora più tardi del previsto e la prima cosa che voleva fare dopo aver varcato le soglie dell’ufficio era strangolare la prima persona che le capitasse a tiro.

-Jackie, eccoti finalmente!-

Si voltò di scatto per aggredire il malcapitato di turno. Era Bill, il praticante assunto un paio di mesi prima, un ragazzino poco più che ventenne tremante e fuori posto in redazione. Per qualche strano motivo l’aveva scelta come suo mentore, diventando de facto il suo assistente personale.

-Hai dieci secondi per darmi un motivo buono per non staccarti la testa e giocarci a squash- sibilò a denti stretti.

Il povero Bill rabbrividì, sapendo bene quanto fosse suscettibile il suo capo i giorni in cui arrivava in ritardo. Beh, in realtà anche tutti i restanti altri…

-Ecco… il fatto è che…- esitò lui spaventato.

-Sto contando. Sette, sei…-

-Wilson ha convocato una riunione urgente per tutti i redattori delle varie sezioni!- urlò allora Bill, nascondendosi dietro alla cartella di documenti che trasportava.

Jackie sbatté velocemente le palpebre, incredula. Il tempo di elaborare la notizia e stava già correndo come il vento verso la sala riunioni, un sorriso stampato in volto e un praticante alle calcagna.

-Perché non me lo hai detto subito? È fantastico!- esclamò lei con una risata.

-Non… capisco…- rispose affannato Bill, facendo a slalom per evitare di investire le persone che gli si presentavano davanti nei corridoi affollati.

Jackie invece non si pose problemi ad urtare qualcuno, troppo esaltata per fermarsi a ricevere le occhiate irritate dei vari impiegati.

-Hanno nominato il nuovo caporedattore! La riunione è per questo!- lo informò Jackie. Frenò di scatto di fronte alla porta a vetri della sala e Bill quasi le andò a sbattere contro.

-Questo vuol dire… che tu…- chiese lui affannato, gli occhi spalancati.

Jackie alzò le spalle, la mano pronta sulla maniglia, un sorriso malcelato sulle labbra.

-Lo spero proprio- disse solo ed entrò nella stanza, lasciando fuori il suo stupito assistente, che non poteva accedere alla riunione.

Erano già tutti seduti intorno al lungo tavolo scuro, una quindicina di persone che si voltò a guardare il suo arrivo irruento nella stanza.

-Ma bene, Miss Carter, aspettavamo proprio lei. Dopotutto le dive si fanno sempre attendere, no?- la accolse freddamente alla fine del tavolo una donna arcigna, in piedi, rigida nel suo tubino nero, gli occhi color pece a fulminare Jackie con un’unica occhiata scoccata oltre gli occhiali sottili. Donna Anderson era sicuramente la persona più maligna a cui Jackie potesse pensare, avida di potere e disposta a tutto pur di ottenere i propri obiettivi. La sua posizione di assistente personale del direttore non contribuiva certo a renderla più simpatica agli occhi dei dipendenti della rivista. Come molti altri lì dentro Jackie non la sopportava, ma era piuttosto sicura che il suo odio fosse ricambiato in pieno.

-Grazie per l’attesa, Anderson. Per fare prima la prossima volta prenderò un elicottero. Non ti dispiacere se ti farò pervenire il conto a casa-

Risatine sparse percorsero il tavolo mentre Jackie prendeva posto, tra Robert, il capo della sezione “Arte e Spettacolo” e Stella, responsabile della sezione “Moda”.

-Ben detto, ragazza- le sussurrò Robert, un sorriso soddisfatto nascosto dai folti baffi grigi.

Jackie gli strizzò l'occhio e si rivolse a Donna, in attesa di parlare mentre ingoiava la battuta di Jackie con un’espressione omicida in volto.

-Ora che siamo tutti riuniti, per grazia concessa dalla cara Miss Carter- esordì sarcastica -passiamo all’argomento del giorno. Immagino che molti di voi sappiano già o sospettino il motivo per cui è stata convocata questa riunione di urgenza e non posso che confermare le vostre ipotesi. Il Direttore mi ha richiesto di comunicarvi in sua vece il nominativo della persona scelta per ricoprire il nuovo incarico di caporedattore-

Alla notizia ufficiale diversi bisbigli si sparsero fra i giornalisti e più di un’occhiata si posò su di Jackie, che tentava di nascondere la forte speranza con un’espressione neutra e lo sguardo fisso davanti a sé.

-Sapete che la carica è vacante da quando qualche settimana fa James Cutter è stato promosso a Vicedirettore. Le proposte avanzate dal neo vicedirettore su un possibile successore sono state tutte vagliate dal direttore in persona, che ha tenuto conto del curriculum, dell’operato e della reputazione di ognuno dei candidati. La decisione che ha preso, pienamente approvata dalla Direzione e da Cutter stesso, è quella che vi riferirò adesso. La persona scelta per ricoprire il ruolo di nuovo Caporedattore è…-

Jackie si spostò quasi sino alla punta della sedia tanta l’emozione di sentire quella notizia. Stella si girò verso di lei e le sorrise in anticipo, Robert le diede una pacca sulla spalla per complimentarsi.

-...il capo della sezione “Esteri”, Mister Daniel Hilbert. Congratulazioni, Daniel- applaudì con eleganza Donna, seguita da tutti gli altri presenti.

Jackie per poco non cadde dalla sedia per la delusione. Spalancò gli occhi, immobilizzandosi all’istante, le mani a stringere i bordi del tavolo come se li volesse sbriciolare. Molti degli altri redattori non nascosero il proprio stupore, voltandosi a guardare Jackie con sconcerto. Stella borbottava indignata, da sempre sostenitrice della candidatura di Jackie, e si rigirava fra le dita una delle sue ciocche fucsia nervosamente; Robert le strinse una spalla per riscuoterla.

-Questo è inaccettabile- bisbigliò, ricevendo l’assenso di qualcun altro.

Ma tutta l’attenzione di Jackie era ora rivolta solo ad un un’unica persona, quell’uomo che ora si stava alzando dal suo posto per ricevere gli applausi e gli auguri dei colleghi.

Daniel Hilbert era piuttosto giovane, poco oltre la soglia dei trent’anni, alto ed fisicamente in forma, splendente nel suo completo firmato, impeccabile in ogni fibra del suo essere. Nascosti nei tratti del suo viso si notavano però dettagli che gli conferivano un’aria di eterna fanciullezza. A partire dalle lentiggini sparse che lo ricoprivano, per poi passare ai grandi occhi scuri e al piccolo sorriso sulle labbra sottili che rivolgeva agli altri sommesso. La linea decisa del naso e della mascella insieme ai capelli biondo scuro tagliati in modo corto e mascolino non contribuivano più di tanto a rendere l’immaginario di quel viso più maturo, dato che il rossore sulle guance e la timidezza malcelata negli occhi attenuavano l’aura di sicurezza che altrimenti sarebbe sprizzata da ogni suo poro.

Ma quella riservatezza con cui accoglieva gli applausi, quel senso di umiltà che traspariva negli occhi e la finta modestia che Jackie gli attribuiva con disprezzo annebbiarono l’immagine che tutti gli altri avevano di Daniel, per lasciare impressa nella sua mente solo due parole: nemico e bastardo.

Lui attese che gli applausi sparsi si spegnessero, prima di rivolgere un breve discorso ai colleghi.

-Non… non so davvero cosa dire. Questa notizia mi coglie di sorpresa, credetemi. Sono molto onorato di essere stato scelto per questa posizione e ringrazio tutti quelli che hanno proposto il mio nome. So che altri erano i nominativi più attendibili per la promozione- e detto questo il suo sguardo e quello di tutti gli altri si diresse su Jackie, ancora congelata nella sua cocente delusione -e so che erano tutti candidati altamente qualificati a ricoprire questo incarico, perciò sono davvero lusingato di aver potuto essere stato scelto, nonostante la mia breve permanenza in questa redazione. Vi assicuro che farò del mio meglio per poter compiere il mio incarico in modo adeguato e competente, in linea con l’operato del mio predecessore. Mi auguro la collaborazione da parte di tutti, per il bene della rivista e dei nostri fedeli lettori. Vi ringrazio ancora della fiducia riposta in me-

Daniel sorrise timidamente ancora una volta, rivolgendo uno sguardo grato a tutti i presenti, che rinnovarono gli applausi. Molti di loro si alzarono per stringere la mano al nuovo caporedattore, sommerso dalle parole di congratulazioni dei più zelanti e ruffiani redattori, già in cerca di nuovi appoggi ai piani alti della direzione.

Jackie rimase seduta al proprio posto, ignorando le occhiate dispiaciute di Robert, Stella e gli altri che la supportavano, mentre anche loro andavano a scambiare una parola col nuovo capo. Non vista dagli altri, impegnati in noiose cerimonie formali, nascosta al sorriso trionfante che Donna le aveva spesso indirizzato nel corso del discorso di Daniel, si alzò silenziosamente ed uscì dalla sala, senza fare alcun rumore.

Fuori trovò Bill ad attenderla trepidante. Appena la vide sorrise ampiamente porgendole un grosso bicchiere di caffè celebrativo.

-Congratulazioni per la nomina!- esclamò lui, beatamente all’oscuro delle ultime novità.

Jackie lo fulminò con lo sguardo, e il sorriso dell’altro si sciolse come neve ad agosto. Afferrò il bicchiere e prese un sorso.

-È amaro- fu l’unico commento, mentre voltava le spalle al ragazzo e si dirigeva a passo svelto nel proprio ufficio, il restante caffè finito fra le cartacce del cestino più vicino.
   
 
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