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Autore: Liioisjustchemical    11/08/2016    1 recensioni
Sesto anno dei gemelli, nonché anno del famoso Torneo Tre Maghi.
Tra storie d'amore platonico e amore terreno, liti, scherzi e ripicche si avviluppano le vite di una ragazza irascibile, divertente e amante del Quidditch e quelle dei due gemelli Weasley.
"Nonostante tutto, l'amore, ma solo quello vero eh, trionfa sempre"
("Ma smettila con queste smancerie!")
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alicia, Spinnet, Angelina, Johnson, Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Lee, Jordan, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Mi svegliai con un mal di testa terrificante e, alzandomi, mi resi conto che faticavo a muovere il collo e che avevo la schiena incriccata come se avessi dormito sul cemento.
Tirandomi su mi lamentai ed attirai su di me lo sguardo di Angelina che si era svegliata anche lei da poco.
“Tutto bene?” chiese.
“Mh” fu la mia unica risposta mentre mi rigettavo con la testa sul cuscino e tiravo le coperte fin sopra la testa.
“Lo prendo per un no…” commentò, ma ebbe il buonsenso di lasciarmi stare.
Mi ci volle del tempo prima di riuscire a scendere a colazione assieme a lei e ad Alicia.
Mi sedetti e cominciai a fissare il toast al formaggio che avevo nel piatto, senza la minima voglia di assaggiarlo.
Sentivo lo stomaco brontolare, ma la sola idea di inghiottire qualcosa mi faceva venire da vomitare, è mai possibile?
Alla fine cominciai a dargli piccoli morsi, ma sempre senza convinzione.
Quando arrivarono i tre ragazzi, Lee si sedette di fronte a me e il solo vederlo ingozzarsi di pancetta mi fece passare anche quella misera voglia di cibo che avevo e lasciai il toast a metà.
Lanciai un paio di occhiate a George, seduto di fianco a lui, poi la smisi per paura di sembrare paranoica.
Avrei voluto proprio chiedergli che fine avesse fatto la sua bella biondina, ma me ne stetti zitta per ovvi motivi.
Oggi non avremo avuto lezioni e io contavo di potermi dedicare un po’ al libro che stavo leggendo da più di un mese e che ancora non ero riuscita a finire.
Così, fino alle 10 di quel mattino me ne stetti buona buona sulle rive del lago nero a farmi i fatti miei, ma verso quell’ora il mio stomaco cominciò a non poterne più e dovetti risalire al castello per mangiare qualcosa.
Scesi nelle cucine indecisa se prendere un panino con la marmellata di zucca o con quella alla menta, aprii la porta e sbam.
Colpii qualcuno che stava proprio dietro l’uscio.
“PER GODRIC!” gridai precipitandomi a vedere che danno avessi fatto.
Quando il malcapitato si voltò, notai, a parte il naso sanguinante, che si trattava di una faccia conosciuta.
“Travis, per la miseria! Mi dispiace, non sai quanto mi dispiace, mi dis…”
“Sarà destino che ci incontriamo sempre nelle cucine io e te” fece lui alzandosi da terra.
“Travis, io… per la miseria!” continuavo a ripetere periodicamente mettendomi le mani nei capelli blu per la pura e la vergogna assieme.
“Tranquilla, Leo, sto bene” disse sorridendomi mentre, con tovagliolino inumidito si tamponava il naso.
“No, io…”
“Leo, io soffro di epistassi, non è colpa tua, mi capita spesso”
“Ti capita spesso che ti vengano sbattute porte in faccia?” domandi.
Rise.
“No, mi capita spesso di perdere sangue dal naso”
Io non risposi.
“Davvero… siediti, per favore, mi fai venire l’ansia se continui a girare avanti e indietro”
Io obbedii sempre rimanendo in silenzio.
Dopo un attimo si sedette sulla sedia accanto alla mia.
“Allora, che eri venuta a fare qui?” chiese.
“Colazione”
“A quest’ora?” sorrise.
“Si, stamattina non avevo fame… tu?”
“Avevo voglia di ciambelle” rispose scrollando le spalle.
“CI SONO LE CIAMBELLE??” gridai.
Lui annuì.
Corsi a frugare tra la dispensa, le mensole e ogni angolo della cucina finché non le trovai; ne acchiappai un paio e mi sedetti al tavolo cominciando a divorarle.
“Avevi davvero fame…” commentò sorridendo divertito.
Io alzai lo sguardo e annuii appena continuando a masticare.
“Allora verrai a fare il tifo per me alla partita di oggi?” chiese una volta che ebbi finito di mangiare.
Giusto, mi ero dimenticata della partita.
“Certo!” affermai convinta “tiferò solo e soltanto per il mio amico Travis, ma non per la sua squadra. Devo ricordarti che se vincete questa partita contro Tassorosso rischierete di raggiungerci?”
“Come dimenticarlo…” soffiò.
Mi squadrò per un momento come se volesse dire qualcosa, poi scosse la testa e disse soltanto: “ci si vede più tardi alla partita, allora”
“A più tardi” lo salutai a mia volta.
Lui si alzò e si avviò fuori dalle cucine verso la sua Sala Comune, io rimasi a bere un bicchiere di latte, poi me ne andai a mia volta alla Torre di Grifondoro.





BUONSALVE!!!
Beh, non so davvero come scusarmi per questo ritardo, ma ormai è diventata routine, no?
(niente crucio, vi supplico)
L'unica scusante è che non so proprio come portare avanti questa storia, ahimè manco della tanta ispirazione che mi aveva spinta a postare i primi capitoli.
MA HO UNA BUONA NUOVA!
Il prossimo capitolo sarà più lungo (dovevano essere uniti, ma visto che sto pubblicando capitoli abbastanza corti, ho preferito lasciare questo microcapitolo e il prossimo un po' più lungo) e molto mooooolto interessante. Vedremo Leo alla partita di Quidditch di Serpeverde contro Tassorosso alla quale saranno presenti, ovviamente anche Angelina, Alicia, Lee ed i miei amati gemelli.
Aggiornerò presto! Prometto!!!
Per ora vi saluto.
Non dimenticatevi di recensire e fatemi sapere cosa ne pensate della storia e dei personaggi; accetto molto volentieri anche eventuali vostre idee.
Un bacio.
La vostra autrice ritardataria (Leo).
  
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