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Autore: graziiia    11/08/2016    1 recensioni
Klaus pensa veramente di poter ricominciare, di innamorarsi di Camille, pensa veramente di poter scordare la donna che gli ha scombussolato la vita. L’unica donna che gli ha insegnato ad amare, tutto questo prima che si presenti alla sua porta per chiedergli aiuto.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAMILLE.
C’è qualcosa tra di loro, non so dire esattamente che cosa, ma so che quei due non sono solo vecchi amici, sono qualcosa di più e questo non dovrebbe preoccuparmi considerato il modo in cui in passato Klaus si comportava con Genevieve, ma lo vedo dal modo in cui la osserva che Caroline è diversa per lui, è qualcosa di più profondo, di più vero, più forte.
- Caroline ti presento Camille, anche se già vi conoscete immagino.
Mi fa segno di entrare e di porgermi al suo fianco, eppure lo vedo nei suoi immensi occhi che al suo fianco non è me che vuole ma la donna che ho difronte.
- Già ci siamo conosciute, anche se in circostanze non molto belle.
Mi sorride, posso capire di cosa si sia innamorato principalmente Klaus, dal suo sorriso e dalla luce, che anche io posso notare. Emana così tanta luce da poter illuminare tutta New Orleans ed oltre, e questo mi fa paura perché finalmente potevo avere una possibilità con Klaus potevo stargli accanto ma con lei qui tutto si complica.
KLAUS.
Sono cosi simili, gli stessi capelli lo stesso spirito combattivo, anche se Caroline ha qualcosa che pensavo di poter affidare a Camille prima del suo arrivo qui, il mio cuore.
Pensavo di esserne tornato in possesso, pensavo di poterlo affidare ad un’altra donna forte come lei che se ne potesse prendere cura, tutto questo prima dell’arrivo della padrona del mio cuore, della fonte dei miei pensieri, della mia musa, di Caroline.
CAROLINE
Entrambi mi fissano, mi piacerebbe molto sapere a cosa stanno pensando, mi piacerebbe intrufolarmi nei loro pensieri ma non mi è possibile, anche se la cosa sarebbe veramente molto divertente.
- Ok, mi sento molto stanca e vorrei andare a dormire.
È inutile restare in una stanza in cui improvvisamente mi sento la terza incomodo, forse è meglio andare a dormire e riposarmi un po’ prima di domani.
- Ti indico la tua stanza.
- Non preoccuparti Klaus ci penso io a Caroline.
Una forte voce arriva dalle mie spalle, Marcel.
- Non vorrei fare il cattivo padrone di casa.
Cerca di recuperare terreno Klaus.
- Non preoccuparti, penso che tu e Camille vorrete restare un po’ da soli.
Mi guarda come se non mi capisse, come se lo stessi abbandonando, ma non posso restare nella stessa stanza insieme a loro, non posso restare li immobile fingendo di non sentire un pizzico di invidia per la donna che si trova al suo fianco.
Mi dirigo verso Marcel che mi sorride mentre mi avvicino a lui. Non so che faccia ha Klaus ma sicuramente non un viso sereno e contento.
- Penso di essere nei guai.
Attira la mia attenzione Marcel mentre ci avviciniamo ad una delle immense stanze della casa.
- Perché? Che hai combinato?
- Ti ho portata via da Klaus.
Mi fissa e comincia a ridere... Portata via a Klaus, se solo fossi mai stata veramente sua o meglio se io glielo avrei permesso.
- Non mi hai portata via da nessuno Marcel.
- Non ne sono cosi sicuro avresti dovuto vedere la sua faccia.
Già avrei voluto.
- Cosa farai adesso che ti rintanerai nella tua camera?
Mi chiede mentre mi trovo davanti la stanza che per qualche settimana sarà mia.
- Indosserò la veste che mi ha prestato Rebekah e andrò a dormire, poi mi sveglierò presto domani mattina e andrò a fare compere.
Al sentire il mio piano per domani mattina mi fissa.
- Hai per caso dimenticato i lupi che hanno distrutto la mia valigia e di conseguenza tutti i miei vestiti?
Gli chiedo in modo scherzoso.
- Scusa lo avevo dimenticato.
- Non ti preoccupare, anche io vorrei dimenticare questa giornata.
Sono intenta ad aprire la porta della mia stanza quando mi ritrovo la sua mano sulla mia.
- Spero che tu trovi il modo di aiutare i tuoi amici e che vada via il primo possibile. New Orleans è una città in continua lotta e non vorrei che ti accadesse qualcosa, sebbene ti conosca da poco mi stai simpatica.
Gli sorrido, stranamente mi sta simpatico anche lui.
- Vedrò cosa posso fare.
E dopo avergli sorriso mi intrufolo nella stanza e chiudo la porta alle mie spalle.
Come tutta la casa, la stanza è arredata in modo elegante e antico, infinitamente antico, ogni cosa esprime antichità da ogni punto da cui lo si osserva.
Mi avvicino al, grande, letto su cui Rebekah ha steso la vestaglia che indosserò per la notte.
Mi affretto a togliermi gli abiti che indosso e a mettermi la vestaglia leggera colore avorio che si modella al mio corpo come una seconda pelle.
Ad un tratto qualcuno bussa alla mia porta e annoiata mi dirigo per aprire.
Dietro la porta mi ritrovo Marcel con il suo sorriso a trenta due denti che si spegne non appena nota la mia sottoveste.
- Scusami se ti disturbo, Rebekah mi ha chiesto di portarti i vestiti per domani.
- Non ti preoccupare.
Allungo le mani per prendere i vestiti dalle sue mani, e non appena li prendo mi volto e li lascio sul comò proprio accanto alla porta.
Non appena riappoggio il mio sguardo su di lui, noto una figura alle sue palle, Klaus.
- Sei ancora sveglia?
Mi chiede avvicinandosi, fingendo di non vedere Marcel, di fronte a me.
- È colpa mia, sono venuto a portargli il cambio per domani.
- Bene ora puoi andare.
Lo mette sugli attenti come è solito fare e senza ribattere Marcel mi sorride e va via senza farselo ripetere due volte.
- Non avresti dovuto trattarlo in questo modo .
Lo rimprovero.
- E tu non avresti dovuto aprire la porta vestita in questo modo .
Mi risponde indicandomi.
- Stai scherzando?
Il suo volto tutto esprime tranne il divertimento.
- Sono stanca Klaus voglio dormire.
Cerco di chiudergli la porta in faccia ma me lo impedisce.
- Devi smetterla, smettila di allontanarti da me, smettila di provarci con il mio braccio destro.
Apro la porta così velocemente da farla sbattere con il muro.
- Cosa? Che dovrei smetterla di fare? io non ci sto provando con nessuno e sicuramente non ho nessun motivo per scappare da te, ma si può sapere che cosa….
Ad un tratto un fortissimo dolore all’addome mi porta a piegarmi in due.
- Caroline.
Mi richiama mentre mi tiene stretta tra le sue braccia.
Mi conduce al letto facendomi sedere per stare più comoda, ma il dolore lancinante non mi lascia.
- Che ti succede Caroline, dimmelo.
Mi impone anche se la sua voce esprime preoccupazione più che un ordine.
- Sto bene.
Cerco di allontanarlo da me, ma non ci riesco.
- Tu non stai bene, la tua pelle sta diventando grigia, ti sei nutrita oggi?
Mi chiede preoccupato.
- Si
Improvvisamente lo vedo mordersi il polso.
Le forze mi mancano sempre di più tanto da non riuscire ad impedire al suo polso ferito di posarsi sulle mie labbra.
- No, Klaus non puoi, fermo non farlo.
Cerco di impedirgli di nutrirmi con il suo sangue ma è tutto inutile, lui e mille volte più forte di me.
Il suo sangue mi scorre dolce in gola, e un po’ alla volta la mia pelle torna del suo colore naturale.
Non appena sento di avere abbastanza forza, mi allontano da lui il più possibile.
- Cosa hai fatto?
Gli chiedo piangendo, lui non po’ averlo fatto, non può avermi nutrita con il suo sangue, non può.
- Cosa sta succedendo Caroline? Cosa mi stai nascondendo?
Mi fissa indagando.
- Esci dalla mia stanza, SUBITO.
Gli urlo e senza farselo ripetere va via, senza riposare più il suo sguardo su di me.
Piango inginocchiata sul pavimento freddo, non può averlo fatto, non può.
  
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