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Autore: Drinny_forever    11/08/2016    1 recensioni
in questa storia il nostro Derek scoprirà che è più facile sopravvivere ad una bomba nucleare che tornare a Beacon Hills
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Stiles se ne stava steso a pancia in su sul suo letto, avrebbe voluto gridare, piangere, strappare l’anello di sua madre dalle mani di Scott e scappare il più lontano possibile, invece rimase a guardare il suo migliore amico che annusava il piccolo cerchio dorato come uno strano segugio umanoide. Aveva chiamato lui e Lydia dopo essersi ripreso dallo shock e stava sperando che l’alpha avesse chiamato un certo lupo antipatico che sperava tanto di vedere. Ovviamente le sue speranze andarono a farsi benedire.

-Amico, io sento solo odore di terra e di mostri- disse Scott rassegnato e allontanando l’anello dal naso. Stiles annuì più abbattuto che mai, aveva tanto sperato che l’assassino avesse lasciato una qualche traccia del suo odore ma si sbagliava.

-Stiles, sei proprio sicuro che l’anello sia stato sepolto con tua madre?- chiese Lydia che era seduta vicino a lui e si stava attorcigliando una ciocca di capelli rossi attorno al dito. L’umano pensò distrattamente che una volta averla così vicino lo avrebbe fatto impazzire, invece adesso, chissà perché, non gli faceva più nessun effetto.

-Sicurissimo- rispose secco l’umano. Se solo ripensava al funerale di sua madre e alla sua tomba gli veniva da vomitare

Lydia aggrottò le sopracciglia e si mordicchiò il labbro pensierosa

-Ha disseppellito un cadavere senza farsi notare, quindi deve aver messo KO il custode del cimitero in qualche modo-  ipotizzò la Banshee.

Stiles si tirò a sedere di scatto –No, ho telefonato al cimitero prima, lui sta bene e mi ha anche mandato a quel paese- si alzò e incominciò a fare su e giù per la sua stanza. Aveva la stessa sensazione di quando cercava di risolvere un problema di matematica, come se avesse la soluzione davanti agli occhi ma non riuscisse a vederla.

Scott si grattò la nuca imbarazzato e assunse la sua caratteristica espressione confusa. –Quindi … come ha fatto a non farsi notare?- chiese titubante. Una lampadina si accese nella testa della rossa ancora tranquillamente seduta sul letto –Ha manipolato la Foschia- disse in un sussurro smettendo subito di giocare con i propri capelli.

-Questo vuol dire che … ?- chiese l’alpha, sempre più confuso.

-Che l’assassino non è umano-  concluse Stiles spalancando gli occhi.

 

Dopo essere giunti alla terrificante conclusione, Scott e Lydia si erano precipitare ad avvertire gli altri e il giovane Stilinski era rimasti da solo in camera sua, a riflettere. Doveva cercare di tenere fuori suo padre da quella storia, doveva preparare la cena e finire uno stupido saggio di storia per il giorno dopo. Pensò a cosa avrebbe potuto scrivere nella sua giustificazione falsa per il prof di storia, qualcosa tipo:

mio figlio non ha potuto studiare, doveva dare la caccia ad uno psicopatico che riesuma cadaveri e schiavizza mostri dell’antica Grecia 

distinti saluti

Dio, la sua vita era assurda

Il cellulare gli vibrò nella tasca distogliendolo dai suoi pensieri, era un messaggio

 Sourwolf: stai bene?

Oh mio dio, Derek Hale si stava preoccupando per lui! Il ragazzo sentì una strana stretta alla bocca dello stomaco. 

Stiles: mi riprenderò.

Sourwolf: Lucinda dice che non fa niente se non vuoi venire con lei domani al cinema, ma che le piacerebbe se stasera venissi a pattugliare la città. Dice anche che se vuoi può venire da te.

Stiles: Dille di non preoccuparsi, sto bene

Sourwolf: Non è vero, ma anche lei vuole stare sola quando sta male, quindi non se la prende.

Passarono alcuni minuti in cui nessuno dei due scrisse niente, il ragazzo pensò che forse Lu lo aveva costretto a mandargli un messaggio visto che lei non poteva usare il cellulare perché così abrebbe attirato i mostri. Il ragazzo sentì una lieve fitta di delusione, ma perché poi?.  Il cellulare vibrò di nuovo. 

Sourwolf: prenderemo quel bastardo.

Forse il cuore di Stiles potrebbe aver fatto una capriola e forse potrebbe aver sorriso come un rimbambito davanti allo schermo del cellulare.

Stiles: E poi gli strapperai la gola coi denti?

Sourwolf: ovvio

Forse Stiles potrebbe aver fatto uno screenshot alla conversazione, averlo inviato a Lydia e averci sclerato sopra due ore come una ragazzina esagitata, ma solo forse eh!

 

Il sole calò troppo lentamente per i gusti di Lucinda, era sempre così quando aspettava qualcosa con tanta ansia, il tempo si prolungava in un insignificante ticchettio di un orologio che andava sempre troppo lento. Le sembrò ancora più lento visto il silenzio dello zio, che leggeva tranquillamente sul divano del loft.  E in più era preoccupata per Stiles, le piaceva quel ragazzo, le somigliava un po’ . Quell’assassino psicopatico aveva giocato un tiro davvero molto in basso tirando fuori la madre del ragazzo, se avessero fatto lo stesso con sua madre … Lu scacciò il pensiero scuotendo la testa. Non doveva pensare a queste cose o altrimenti diventava triste, e lei era una guerriera, non una bambina che si piangeva addosso.

Gettò un occhiata allo zio seduto accanto a lei sul divano, stava leggendo tranquillamente uno di quei libri noiosi e scritti in piccolo e sembrava assolutamente concentrato,  quindi la ragazzina pensò che quello fosse un momento ideale per assillarlo 

- Dai fai coppia con Stiles stanotte- propose in tono lamentoso, aveva già provato ad affrontare quell’argomento, ma Derek si era limitato a ringhiare

- No- rispose lui senza nemmeno distogliere lo sguardo dal libro. Lu arricciò le labbra in un espressione seccata. Ora aveva capito da dove aveva ereditato la testardaggine!

Avevano deciso di organizzarsi in coppie per perlustrare l’intera città. Una persona avrebbe combattuto la Furia e l’altra gli avrebbe attaccato il localizzatore, e lei voleva fare assolutamente coppia con Nico. I due erano amici da quando avevano giocato insieme a mitomagia nei suoi primi giorni al campo mezzosangue e lei sentiva nostalgia dei combattimenti col suo amico.

-Dai, ti compro un pretzel- tentò di nuovo Lucinda, decisamente l’aria dei ricatti non le competeva

-perché dovrei farci coppia io?- domandò il lupo seccato.

-perché lui è imbranato, tu sei l’unico libero e io non credo che gli piacerà fare da terzo incomodo tra Percy e Annabeth- spiegò la ragazzina incrociando le braccia al petto e facendo la sua miglior faccia minacciosa. L’impresa non dovette riuscirle un granché, perché lo zio si limitò ad alzare le sopracciglia –Può restare a casa allora-

-Lo sai che non lo farà mai-

-Dio, quanto sei fastidiosa-

-Devo prenderlo come un si?-

Derek ringhiò e Lucinda lo prese definitivamente come un si.

 

Sua nipote se l’era svignata non appena aveva visto quel Di Angelo e lo aveva letteralmente mollato con Stilinski. A volte odiava quella nanerottola. 

Stavano camminando per strada e Derek aveva tutti i sensi da lupo in allerta, purtroppo l’umano sembrava non avere capito che per catturare un mostro ci vuole silenzio. Continuava a parlare ininterrottamente, gli faceva venire voglia di strangolarlo.

- E così il coach Finstock mi ha preso per l’orecchio e …-

- Stiles - ringhiò il lupo, interrompendo il suo sproloquio

- Si?-

- Sta’ zitto –

Il ragazzo serrò le labbra in un espressione offesa, anche se stava cercando di nascondere un sorriso. Derek trovava quell’espressione adorabile. 

Stiles lo fece riscuotere da quei pensieri smielati dando vita ad un altro monologo 

-comunque lo sai che quando fai quella faccia sembri proprio Grumpy cat? No giuro, sembrate fratelli separati alla nascita e…-

Derek aveva smesso di ascoltarlo. Il suo udito era stato catturato da altro: rumori viscidi, disgustosi. Una zaffata di sangue, paura e odore di mostro gli arrivò in pieno viso, proveniva dal vicolo che Stiles aveva appena imboccato. Il licantropo afferrò il ragazzo per la felpa e lo trascinò dietro un bidone della spazzatura. 

Dal loro nascondiglio improvvisato Derek riuscì a sbirciare da sopra il bidone. Il mostro non era una Furia, ma era un Lestrigone. Ricordava che Lucinda gli aveva detto che erano arrivati nella sua scuola. Il mostro era chino su quello che aveva tutta l’aria di essere il corpo di una donna.

-Resta qui finché non lo vedi abbastanza ferito, poi mettigli il segnalatore.-  bisbigliò l’uomo all’orecchio dell’ umano. Derek provò a non fare caso all’odore che Stiles emanava. Stiles annuì, beandosi per un attimo della vicinanza del corpo accanto al suo.

Un rumore di stoffa strappata, il ragazzo si voltò di scatto e affianco a lui non c’era più Derek Hale, ma un enorme, spaventoso lupo nero. L’animale saltò sul bidone della spazzatura che avevano usato come nascondiglio  e si lanciò sul mostro.

La testa di Stiles fece capolino dal bidone per osservare la scena. Derek aveva colto il Lestrigone di sorpresa e aveva immediatamente puntato ai polpacci, trascinandolo in una zuffa coi fiocchi. Quando il mostro provò a sferrare un pugno e il lupo quasi gli staccò un braccio con un morso, Stiles decise che era arrivato il momento di intervenire.

Strisciò lungo il muro, coperto dall’ombra e si portò alle spalle della creatura. Con il tocco più leggero che riuscì a trovare appiccicò il micro-cip alla giacca del mostro, che sfortunatamente si accorse lo stesso di Stiles e si voltò. Il lupo lo afferrò prontamente alle spalle e lo scagliò lontano.

Il Lestrigone non si fece scappare l’occasione e se la diede a gambe levate.

Stiles guardò Derek con gratitudine, poi postò lo sguardo sul corpo inerte della donna aggredita dal mostro, ma non fece in tempo a guardarla sul serio perché il lupo prese una manica della sua felpa tra i denti e lo fece girare bruscamente. Il messaggio era chiaro: non voleva che vedesse quel corpo martoriato. Poi il licantropo picchiettò col muso sulla tasca dei jeans dove teneva il telefono.

-vuoi che chiami un ambulanza?- chiese il ragazzo

Derek annuì

-è ancora viva?-

Altro cenno di assenso.

Stiles rilasciò un lungo respiro di sollievo. Chiamò il 911 e, seguito dal lupo, se la svignò prima che arrivassero i soccorsi.

I due camminarono per un paio di isolati prima che una macchina accostasse di fianco a loro. Il finestrino anteriore si abbassò rilevando Nico Di Angelo. Lucinda li salutò dal sedile del passeggero agitando la mano.

Stiles fece un altro sospiro si sollievo. –oh, menomale siete qui- 

Pausa di realizzazione.

-ehi! Ma tu non sei troppo giovane per guidare?-  chiese scandalizzato il ragazzo, puntando un dito accusatorio contro Nico. Derek emise un verso che poteva somigliare a una risata quanto a un ringhio esasperato.

Il ragazzo nell’auto fece spallucce. –ho incontrato il fantasma di Ferrari- rispose con tono disinteressato.

-forza sali. Di Ferrari ci si può fidare- intervenne Lucinda con tono divertito.

Anche se perplesso, Stiles aprì la portiera e scivolo sui sedili posteriori, seguito da Derek. Vedere un enorme lupo sedere composto sui sedili di un auto era uno strano spettacolo.

-Dove sono gli altri vostri amici?-  chiese l’umano mentre Nico metteva in moto.

-Tornano a piedi, il motel non è lontano da qui. Percy ci ha presto la macchina- rispose Lu guardando fuori dal finestrino. Sentendo il nome di Percy, Nico serrò impercettibilmente le labbra. Lei gli sfiorò le dita della mano, ancorata al cambio, con le proprie.

-come è andata con la Furia?- chiese la ragazzina cambiando discorso.

Stiles allora si cimentò nel racconto, specificando che non avevano incontrato le Furie ma che molto probabilmente quel mostro lavorar ava per lo stesso tizio che comandava le Benevole.

-Derek è stato spettacolare- si lasciò sfuggire a un certo punto. Osò lanciare uno sguardo al lupo al suo fianco e lo trovò già intento a osservarlo in modo indecifrabile, con la coda che spazzava timidamente a destra e a sinistra.

La suoneria del cellulare di Stiles interruppe quello scambio di sguardi.

Lucinda lanciò loro un occhiata saputa.

Stiles rispose, era suo padre. –Ehi pa’ – lo salutò, già avendo il vago sospetto del motivo della chiamata.

-Ehi figliolo- lo salutò l’uomo di rimando, aveva un tono di voce stanco, come se non avesse smesso di lavorare tutto il giorno. - Senti c’è stato un nuovo omicidio e devo rimanere in centrale tutta la notte. Non voglio che tu stia a casa da solo, potresti andare da Scott?- chiese lo sceriffo

-Oh- rispose Stiles, cercando di non far trasparire la sua delusione. Da quando era iniziata questa storia vedeva il padre sempre meno. –Si starò da Scott non preoccuparti- rispose in fretta. Lo sceriffo sospirò, evidentemente il suo tentativo di non sembrare deluso non era andato a buon fine –Senti, quando torno mi farò perdonate con una maratona di Star Wars, okay?-

-Okay papà, ma non mangiare troppe ciambelle mentre sei in ufficio. ‘Notte- 

Stiles riattaccò con la certezza che il padre sarebbe diventato l’incubo di ogni ciambella quella notte.

-Non poi stare da Scott, l’ho visto rientrare con Alison- lo informò la vocetta sottile di Lucinda. Il ragazzo fece un verso sconsolato, perché tutte le sfighe sempre a lui? A quest’ora il suo migliore amico probabilmente adesso se la stava spassando con Alison e lui invece sarebbe dovuto stare a casa da solo in balia delle paranoie.

Lu si girò verso di loro torcendo il busto in modo innaturale. Ancora prima che potesse aprire bocca però Derek le lanciò un occhiataccia, che equivaleva al suo umano: Lucinda Talia Hale non osare. Ma questo non la fermò.

-potresti stare da noi-  propose sorridendo la ragazzina. Un profondo sbuffo provenne da Derek, che guardò la nipote con rimprovero.

-oh e dai Der, è solo una notte. Per favore- chiese Lu con gli occhi da cucciolo bastonato. Il lupo resse quello sguardo supplichevole per dieci secondi, poi alzò gli occhi al cielo. Anche quello fu uno strano spettacolo.

Nico si fermò sotto il palazzo dove abitavano gli Hale.

-grazie del passaggio Nico – disse Lucinda allungando la mano per scompigliare i capelli del guidatore.

-lo odio quando fai così- borbottò il semidio senza sottrarsi al tocco dell’ amica.

-non è vero, lo adori- rispose lei. Nico non la contraddisse.

Quando furono tutti e tre nel familiare ambiente del loft l’atmosfera iniziò a farsi più rilassata. Lu si tolse i pochi pezzi di armatura che aveva addosso (non la usava mai completa, la rallentava troppo) e si scaraventò sul divano, Stiles si sedette accanto a lei. Derek andò al piano di sopra e tornò in forma umana, vestito con un paio di jeans e una maglietta logora.

-domani dovreste chiamare Parrish, sta tenendo d’occhio il mostro tramite il GPS alla centrale- disse Lucinda stiracchiandosi come un gatto. 

- e tu dovresti mandare un messaggio-iride a Cora e ai tuoi fratelli- replicò il mannaro dalla cucina.

-oh miei dei, è vero!- strillò la ragazzina schizzando su per le scale, lasciando Stiles da solo. Quando sentì il rumore dei passi svanire decise di vedere come se la stava cavando Derek ai fornelli perché, insomma, non è che Derek Hale sia tanto un tipo casalingo.

L’immagine del uomo con addosso un grembiule da cuoco e nient’altro gli attraversò la testa. Stiles la scacciò immediatamente. Trovò il lupo che frugava nel frigo mettendo in bella mostra le sue grazie. Stiles si riprese quando Derek borbottò: -non abbiamo niente di decente, dovremo ordinare una pizza. Smettila di guardarmi il culo e passami il telefono-

Superato l’imbarazzo, il nostro giovane umano scoprì che Lu aveva dei fratelli psicopatici. Parlò di due gemelli, Trevis e Connor, e di come avessero brillantemente rapinato una cioccolateria di Miami.  Poi raccontò di una certa Clarisse che gli regalò  un bel po’ di botte per avere metà della refurtiva.

-vorrei tanto convincerti a frequentare gente più tranquilla, tipo i figli di Demetra- commentò Derek a un certo punto, Lu finse di vomitare nel cartone della pizza.

Arrivò il momento di andare a letto e si decise che Stiles avrebbe preso il divano. Derek ordinò a sua nipote di andare a letto (non ne voleva proprio sapere), presto al suo ospite una maglietta e un pantalone della tuta e finalmente, si infilò sotto le coperte. Con il pensiero di Stiles a solo un piano di distanza si addormentò.  

 

 

Ciao amori della mia vitaaa.

Sono imperdonabile, mi merito le bastonate sui denti finché non mi cadono tutti, ma voi perdonatemi perché ho avuto un blocco dello scrittore e la vita mi fa schifo.

Il capitolo è stato una faticaccia, fatemi sapere cosa ne pensate e non siate troppo cattivi.

Vi addddoro.

Drinny_forever

   
 
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