Buona seraaa a tutti!
Iniziamo col dire che questo capitolo è un regalo per voi ( quattro o cinque lettori preziosismi) per farmi perdonare il mio mancato aggiornamento periodico, okay, il mio ritardo!
Piccola premessa, mentre scrivevo mi sono dovuta fermare per il tanto ridere, e sì, io mi faccio ridere moltissimo, spero che faccia ridere anche a voi, e se non fosse così, perdonate la mia ironia da quattro soldi.
Che altro dire ? mi sto avvicinando pian pianino al succo di questa nuova avventura....ci saranno delle sorprese, se continuerete a seguire!!!!
Tarantella20: Ah, solo tu mi capisci!!!! a casa mia sono convinti che non facevo un cavolo!!! va beh, prima cosa, per me: Crepi il lupo!!!!! Tonks, io ho adorato questo personaggio, e continuerò a farlo per sempre... quando ho saputo che lei e Remus si erano messi insieme sono morta dalla sorpresa e in men che non si dica mi sono elettrizzata, sono bellissimi insieme!!!! la mia " Tonks" bimba (mia nel senso di quella descritta nella storia, perché lei è della Row...che ringrazio ancora per averla inventata) è semplicemente, come me la sono sempre immaginata. un tipo allegro che dice quello che pensa senza farsi troppi problemi. felicissima che ti sia piaciuta. lo è stato anche per me! al dire il vero l'idea della sua lettera era un'altra,tuttavia, grazie ad una tua recensione la storia ha preso una strada diversa! ah, non te lo aspettavi vero? mi fermo qui, il mio lato logorroico di ha già inondato abbastanza.
Buona lettura a,
un bacione
Fanny 87
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Sirius Black, di sentimenti non ci capiva molto, e questo era un dato di fatto. Non aveva capito James, non aveva capito se stesso, Leila e Lily, non capiva proprio cosa muovesse le persone a giungere a determinate azioni.
Era convito di essere giunto ad una soluzione di quel rompicapo antico quanto il mondo; Nel momento stesso in cui poteva dire a se stesso, ah, so cosa significa, era punto a capo.
“Che c’è, Black? Non sforzarti di comprendere quello che non potrai mai capire.” Le consigliò beffarda Leila.
Gli stava dando della’insensibile... e già, ora sparava una di quelle frasette contro gli uomini, su quanto fossero scemi in fatto di sentimenti.
“Voi uomini non capireste neanche fra 100 secoli.”
Come volevasi dimostrare, la tesi era esatta. Oh, merlino quanto era scontata quella frase! Perché incolparli, soltanto per il loro modo di fare spensierato? Incolparli di cosa?
Uomini e donne parlavano una lingua tanto diversa da non poterci essere nessun tipo di dialogo? aveva sperimentato quanto non fosse vero, lui e Leila sembravano pensare al’unisono, quasi fossero davvero una persona sola, avevano sesso diverso eppure aveva in sé qualcosa da permettere loro di capirsi senza parlarsi... non sempre, ma, spesso sì.
Leila camminava in silenzio con lo sguardo dritto a se, e, non sembrava molto turbata da quello che era accaduto un attimo prima.
Lei non conosceva il piccolo problema peloso di Lunastorta Lupin. non aveva motivo di preoccuparsi, qualsiasi cosa quella gente volesse fare.
“Quando si tratta di questioni di cuore in generale le persone, non ragiono ,Sirius. Agiscono e basta. In fondo è quello che fai tu tutto il tempo. Sanno, ma fanno finta di nulla. E’ lo stomaco o il fegato, non lo so.”
Le parole di Remus, di quella notte insonne e silenziosa, finita poche ore prima, quando i dubbi assalgono anche al più sicuro e saggio mago, e rifletti sulle questioni che al giorno non sembrano minimante toccarti, ti domandi e ripeti a te stesso quanto sia stupido pensarci, vorticose precipitano alla coscienza senza un perché.
Il crepitio di quella candela stanca e ostinata insieme allo strusciare della piuma di Remus prendevano il posto delle loro parole lasciate a metà, riempiendo l’aria lasciando tutti i pensieri sospesi al vento.
“E’ in un certo senso egoistico. Che ti importa quello che potrebbe accadere? Quello che conta sono i sentimenti, i quali la fanno da padrone. Loro sussurrano qualcosa e non puoi fare a meno di seguirli e fare a modo loro.”
“Scusa, Remus, ma non ha senso. L’amore non può essere egoista. Non è forse darsi senza chiedere nulla in cambio?”
“Sì, ma è raro ottenerlo. Infondo nessuno a il diritto di prendere qualcosa senza dare niente in cambio.”
Remus si bloccò, scosse la testa come a cacciar via quel’ultimo pensiero dalla testa, l’amico si accorse e senza preamboli notò: “ Tu hai paura di lasciarti andare. Una paura tremenda.”
“Sarà perché non posso permetterlo.”
“Non essere scemo! Cosa cavolo centra? Smettila di fare la vittima!”
“Non stavamo certo parlando di me. Ma di quello che ti ha detto Lexi. Non dove essere facile innamorasi di qualcuno che non ti vede. Sapere di essere ignorata rispetto ad un'altra che credi un’amica. Era confusa, immagino.”
“Eppure, Sirius, accade anche questo. L’amore ha le sue ragioni che ragione non vuol capire.”
“Quindi solo sesso?”
“Oh, Sirius... cambierai mai?”
Accidenti, se fosse difficile... si voltò verso Leila per chiederle quale lezione avesse.
“quale... Leila? Ma dove è finita?”
Leila non era più al suo fianco si voltò a destra e a sinistra senza trovar traccia della bionda. Avesse fatto qualcosa per farla arrabbiare? Che strazio la vita...
si voltò e la trovò subito qualche metro distante con le braccia conserte e le labbra aperte ad un ghigno sbalordito.
“ Che ci fai lì?”
“Me lo chiedi pure? Si può sapere che ti prende? Ti ho chiamato tre volte senza ricevere nessun segno di vita! Sei partito per marte? avverti la prossima volta, eh?”
Sirius scoppiò a ridere pensando di essere invecchiato come sosteneva James. Non voleva pensarci più di tanto.
“Non ho niente. Anche i cani pensano... e qualche volta vanno in paradiso.”
Cornelia si avvicinò curiosa chiedendo cose centrasse con il loro discorso, non ebbe una risposta, era una storia troppo lunga da raccontare. Incrociò gli esili bracci intorno al collo di lui, sorridendo alla espressione imbronciata e burbera di Sirius.
Il suo piccolo bambino viziato.
“Non indagherò oltre ho una interessante lezione di Antiche Rune da seguire, con permesso...”
Ah, quella espressione schifata era di nuovo di Black, del suo dannatamente amato Sirius Black.
Remus sedeva sempre davanti a lui sulla fila prima, accanto a Piter, mentre Sirius e James si sedevano vicini.
Dunque in quel momento Il ragazzo poteva osservare il lupacchiotto di spalle. Abbassava e rialzava la testa ritmicamente, per scrivere e seguire con lo sguardo l’ennesimo professore di Difesa contro le arti oscuro: quel posto era sfigato non poco; in pochi anni si erano succeduti molti insegnati.
Le arti oscure non erano solo pericolose, portando distruzione e morte. Erano anche iellate.
Non nascondeva a se stesso la sua preoccupazione, poiché, quella conversazione lo aveva sinceramente colpito.
Una corrispondenza falsa, se quella ragazza era lì a scuola... In ogni caso, perché non parlarne? Un pensiero passo nella mente di Black, e così come se ne era venuto... era rimasto.
Remus aveva taciuto perché temeva fosse preso in giro da loro, doveva essere così. O, se vogliamo un’ipotesi più realistica, poteva essere che Remus non la ritenesse una cosa di importanza tale da raccontare ai suoi più cari amici.
Poi penso, a come le lettere sarebbero dovute arrivare, per mano? O infilate in un libro ( molto plausibile visto il destinatario), su un buco nel tronco di un albero? O magari semplicemente via gufo?
Magari la ragazza fingeva di vivere nel Venezuela, cercando un mago intelligente con cui potersi scambiare idee e teorie, sulla trasfigurazione, o che so su qualche incantesimo.
“Noto con piacere, signor Black, che il suo interesse è sempre vivo e attento.”
“Ma, professoressa... come potrebbe essere diverso, con un tal fiore di bravura e bellezza come insegnate?”
La classe fu scossa dalla risate isteriche dei studenti, Remus gli lanciò un occhiata carica di, cosa? Quasi non riusciva più a vederlo come prima. Ogni volta i loro sguardi si incontravano sia per caso, sia per intimarlo non verbalmente, di non esagerare come al suo solito ( ed il caso di questo momento N.d.A.), Sirius ripensava al segreto. Oh, merlino glielo avrebbe chiesto, o chi se ne frega della discrezione!
“Mi ero dimenticato.”
....
Remus ripose il libro nella borsa e tornò a fronteggiare Felpato rimasto a bocca aperta.
“Siriuuus...” chiese cantilenando per ottenere attenzione dal’amico.
“Dimenticato? Cioè, tu hai una corrispondenza con una ragazza, e ti dimentichi?”
“ Nessuno dice che è una ragazza.” Notò quello con disappunto.
“Non sarai gay...” chiese James con due occhi a palline dalla sorpresa. Remus scrutò il cercatore con uno sguardo difficile da descrive per i migliori narratori. Uno di quelli, per capirci, che lanciano il comico quando la spalla dice una grande scemenza, e così il pubblico ride, poiché la successione di battute seguenti sono ancora più strampalate.
“Come ti vengono in mente certe cose, Ramoso? Cos'hai al posto del cervello? Un boccino?”
“Lunastorta... con chi vuoi avere una corrispondenza, scusa? Con me?”
“No di certo... altrimenti mi ritroverei a parlare di Lily, Quidditch, scherzi di vario genere, Lily, Quidditch, quello che hai mangiato a colazione, quanto ti sei annoiato, Lily, che sei stufo di fare i compiti, Quidditch, la lezione di pozioni è una noia mortale e... ho già detto Lily e Quidditch?”
Sirius e Piter si sbellicavano dalle risate, a volte Remus era uno spasso tremendo niente meno faceva parte di quel gruppo “out limit”.
“Oh Remus! Non sto scherzando! Una corrispondenza significa entrare in intimità con l’altra, dirsi tante cose, immaginarsi come sarebbe cosa direbbe se ti vedesse, cosa vi diresti non può essere un maschio!”
“James, sai cos’è un amico di penna?”
“Beh, sì è qualcuno con cui scambi delle lettere.”
“Appunto... mica te lo devi sposare! Dunque è plausibile che possa essere anche un mago.”
Remus molte volte aveva l’impressione di parlare con dei bambini del’asilo,e il brutto era che quei due scemi avevano intelligenza da vendere. Veri amici comunque.
“Dunque questo è... un amico di penna che viene dal Venezuela.”
James, Remus e Piter guardarono Sirius.
Oh per la barba di merlino, era solo una supposizione!