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Autore: The_Storm    13/08/2016    4 recensioni
È risaputo da tutta la London High School l'odio viscerale che Daniel Morrison e Lily Reynolds provano l'uno per l'altra. Il primo non riesce a fare a meno di stuzzicarla con qualche battuta, la seconda non può impedirsi di rispondergli per le rime. Ma se un giorno Daniel decidesse di andare oltre le battute e proporle una scommessa?
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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-Ehi, Phoebe!-
Mi avvicinai rapidamente alla mia migliore amica, dopo essere scesa dalla moto di Daniel, ma sembrò non avermi notato dato che non mi guardò neanche. 
-Phoebe? Ci sei?-
Le passai una mano davanti agli occhi e lei sussultò, guardandomi quasi come se non mi riconoscesse. 
-Scusa, Lils, stavi dicendo?-
Mi sorrise, ma io decisi che era il momento di smetterla di far finta di nulla. 
-In realtà ti ho solo salutato. Sono arrivata ora-
Annuì e si guardò intorno, stringendo lo zaino con i libri. 
-Stai cercando qualcuno?-
Chiesi guardando nella direzione in cui sembrava essersi imbambolata con lo sguardo. 
-Come? No! No, assolutamente-
Scosse la testa e mi prese sotto braccio, trascinandomi letteralmente verso il cancello della scuola. Okay, quella storia doveva finire. 
-Phoebe, ora basta. Si può sapere che ti prende?-
Mi fermai e la costrinsi a fare lo stesso. Stava per parlare, ma la bloccai immediatamente. 
-E non ti azzardare a rispondere che non hai niente perché è evidente che non è così-
La vidi sospirare e poi annuire. 
-D'accordo, a pranzo ti spiegherò tutto-
Promise, ma io scossi la testa. Come se non avessi saputo che mi avrebbe evitata manco avessi la peste. 
-No, me ne parli adesso. Entreremo alla seconda ora-
La trascinai letteralmente fino al bar dove andavamo sempre. Forse misi un po' più forza del dovuto, ma non ne potevo più. Sono il tipo di persona che non insiste mai troppo per farsi raccontare qualcosa, ma che, al contrario, sa rispettare la riservatezza delle persone perché a me piacerebbe essere trattata così. Non avevo mai messo così tanto alle strette Phoebe come in quel momento, soprattutto perché di solito lei mi diceva immediatamente se qualcosa la turbava, per questo ero ancora più preoccupata. Non riuscivo più a tollerare quel comportamento da lei, era come se si stesse creando lentamente un muro composto da tutti i "sto bene", "non ho niente", "no, te lo sarai immaginata" che mi stava dicendo in quel periodo. Le volevo troppo bene per lasciarla stare ancora. 
Ordinammo entrambe una cioccolata calda con panna e cacao, bevanda che prendevamo solo quando dovevamo affrontare discorsi seri, ma io mi feci portare anche un pacchetto di Tuc. Ignorando il suo sguardo disgustato quando immersi un cracker nella cioccolata, puntai gli occhi su di lei. 
-Allora?-
La esortai e lei sospirò, girando il cucchiaino nella tazza. 
-Mi sto sentendo di nuovo con Jonah-
Sussurrò guardando la sua cioccolata come se stesse vedendo il futuro tra la polvere di cacao. Mi bloccai, tenendo il cracker grondante cioccolata e panna a mezz'aria e guardandola sbalordita. Jonah è stato il suo primo ragazzo al liceo. Era riuscito a far breccia nel cuore gentile della mia migliore amica, nonostante la timidezza di quest'ultima fosse più grande del castello di Hogwarts. Ero felice perché lei sembrava starci benissimo con lui. Era sempre di buon umore e i suoi occhi brillarono. Jonah ci mise un bel po' per farla diventare la sua ragazza, ma quando lo fece lei era innamorata persa. Certo, non mancarono i litigi per cose banali, com'era giusto che accadesse, però si risolvevano sempre in poco tempo. Sembrava andare tutto bene...finché scoprii che quel verme la tradiva con un'insulsa cagna da quattro soldi. Oh, la pagò cara per quello, ma dovetti comunque consolare per mesi interi Phoebe, che ne era uscita distrutta. 
Alla fine, era riuscita a farla tornare quella di sempre. La sua migliore amica era una ragazza forte, dopotutto. 
-Cosa? No! Non puoi!-
Sbottai lasciando cadere il cracker nella cioccolata. La vidi sospirare e mordersi il labbro inferiore. 
-Non stiamo uscendo insieme, ma solo...provando ad essere amici, credo-
Fece una piccola smorfia, come se non ne fosse del tutto convinta e io scossi la testa. 
-È cambiato, Lils. Non va più in giro cambiando una ragazza al giorno-
Si decise a rialzare lo sguardo, finalmente. 
-Phoebe, non puoi sul serio cascarci di nuovo-
La guardai negli occhi, quasi supplicandola con lo sguardo, ma lei sbuffò e il suo sguardo si indurì. 
-È per questo che non te ne ho parlato prima: sapevo che non avresti capito e che mi avresti trattata come una bambina-
Sospirai e strinsi i pugni sul tavolo. 
-Non ti sto trattando da bambina, semplicemente mi preoccupo per te dato che tu non lo fai. Oppure soffri di Alzheimer e non ricordi cosa ti ha fatto quello stronzo?-
Stavo tentando in tutti i modi di trattenermi dall'urlare e dare spettacolo, non tanto per me, dato che non potrebbe fregarmene di meno dell'opinione di quella matassa di pecore, quanto per Phoebe. Sapevo che si sarebbe sentita tremendamente in imbarazzo dopo e cercai di evitarlo. 
-Mi ricordo perfettamente tutti i dettagli anche senza il tuo aiuto, grazie-
Sibilò alzandosi dal tavolo e mettendosi di nuovo la borsa a tracolla. 
-Ho davvero sperato che mi avresti capita-
Mormorò prima di uscire dal bar a passo spedito. Emisi un gemito di frustrazione e mi accasciai sul tavolo, impotente. 
 
 
-We don't have to talk, we don't have to dance, we don't have to smile, we don't have to make friends. It's so nice to meet you, let's never meet again. We don't have to talk, we don't have to dance, we don't have to dance-
In quel momento sembravo una perfetta deficiente dato che stavo saltando mentre lavavo i piatti. Le note movimentate di "We don't have to dance", canzone di quella bellezza di Andy Black, risuonavano per tutta la cucina e non potevo fare a meno di muovermi come una spastica mentre tentavo di non far cadere niente dal lavandino. La riproduzione casuale del mio cellulare non sbagliava mai. 
Dopo quella discussione con Phoebe, ci ignorammo per tutto il giorno a scuola. Non mi rivolse nemmeno uno sguardo e, all'uscita, fui quasi certa che fosse proprio Jonah quello che la stava accompagnando a casa. 
Mi faceva una tale rabbia...Perché si comportava così? Mi ero solo preoccupata per lei, era tanto grave? Jonah non l'aveva lasciata perché non l'amava più, ma l'aveva tradita. Come aveva potuto perdonarlo? La storia del "siamo amici" poteva raccontarla a qualcun altro, ma non a me. Ho passato l'inferno per farla tornare quella di prima, anche se non ho potuto fare nient'altro che starle accanto. 
Ad un certo punto, sentii qualcuno prendermi la mano bagnata e sporca di detersivo per piatti e farmi girare con una specie di piroetta. 
-Sai, non sei male come cantante, ma la danza lascia a desiderare-
Inarcai un sopracciglio e lo guardai negli occhi, senza riuscire a fare a meno di notare che erano davvero belli. Di uno strano blu, sembrava quasi lo stesso colore di un fondale marino. 
-Mi stai sfidando, Morrison?-
Lo vidi sorridere beffardamente e mi strinse a se. 
-Può darsi, Reynolds-
Sussurrò a pochi centimetri dal mio viso. Quel suo solito profumo mi annebbiò il cervello per un istante, ma mi ripresi subito e mi staccai da lui. 
-Guerra sia, allora-
Più che passi di danza, i nostri sembrarono dei movimenti totalmente casuali, tipo scimmie con le crisi epilettiche. Però, dovevo ammettere che mi divertii da pazzi. 
Quando la terza canzone finì, mi fermai un secondo per riprendere fiato. La maggior parte delle canzoni sul mio telefono erano rock, quindi ci era voluta un bel po' di energia per ballarle tutte dall'inizio alla fine ed entrambi avevamo il fiato corto. 
-Okay, direi che adesso è il momento di tornare al lavoro-
Proprio quando finii di parlare, la l canzone successiva partì. La riconobbi dalla prima nota: era "Thinking out loud" di Ed Sheeran. 
Ho sempre amato alla follia questa canzone. In realtà, tutte le canzoni di Ed Sheeran mi piacevano, sono così dolci e profonde, ma questa mi è rimasta dentro, non ho mai capito il motivo. 
Mi avvicinai al cellulare posato sul tavolo, ma venni bloccata dalla mano di Daniel, che si posò sul mio braccio. Lo guardai confusa, chiedendogli tacitamente cosa volesse e lui, in risposta, sorrise, facendo comparire una fossetta sulla guancia sinistra. 
-Credo che possiamo concederci un altro ballo. Non credi?-
Propose facendomi sgranare gli occhi, stupita. Non mi aspettavo una proposta del genere, ma, infondo, non ci sarebbe stato nulla di male, no? 
Scrollai le spalle e gli cinsi il collo con le braccia, mentre lui poggiava le mani sui miei fianchi. 
-Allora, ti va di dirmi cos'è che ti preoccupa?-
Nel giro di pochi minuti, era riuscito a stupirmi per ben tre volte. Incredibile come riuscisse sempre a prendermi alla sprovvista, spiazzandomi ogni volta che credevo di averlo capito almeno un po'. 
-Come?-
Balbettai irrigidendomi leggermente. Daniel mi strinse di più a se e mi accarezzò la schiena delicatamente, facendo partire piccole scariche elettriche dalla mia colonna vertebrale. 
-Se non vuoi parlarmene non importa, ma è da questa mattina che sei giù di morale e più pensierosa del solito. Non che mi dispiaccia il tuo improvviso mutismo, ma, sai, mi divertivo di più a stuzzicarti-
Lo fulminai con lo sguardo a quell'ultima frase, ma poi sospirai. 
-Ho litigato con Phoebe-
Borbottai abbassando lo sguardo sui nostri piedi, immobili. In quel momento ci limitavamo a ondeggiare lievemente sul posto, senza quasi muoverci. 
-Ed è una cosa che può essere risolta in poco tempo?-
Mi strinsi nelle spalle e poggiai la testa sulla sua spalla. Non me la sentii di raccontargli una parte così importante della vita di Phoebe, non perché non mi fidassi, ma piuttosto per il fatto che erano affari della mia migliore amica e non potevo spiattellarli in giro come se niente fosse. 
Sentii le braccia del moro stringermi con più forza dopo aver sospirato leggermente. Chiusi gli occhi, lasciando che mi accarezzasse i capelli e mi cullasse come se fossi stata una bambina. 
-Grazie-
Sussurrai impercettibilmente contro il suo petto. Non potevo esserne certa, ma sentivo che stava sorridendo. 
 
 
 
SPAZIO AUTRICE
 
Hola, pandacorni! Si, lo so, ho lasciato passare un bel po' di giorni prima di aggiornare, ma ultimamente non ho molto tempo per scrivere. D'ora in poi, quindi, i capitoli saranno pubblicati con un po' di giorni di distanza l'uno dall'altro. Non posso dirvi esattamente quanti giorni dato che non lo so nemmeno io, ma proverò comunque a metterci il meno possibile. 
Poi, volevo anche annunciarvi che ho deciso di cambiare il tempo verbale della storia. Come avete potuto notare, sono passata alla prima persona al passato perché ho scoperto che mi riesce meglio scrivere così. 
Infine, volevo dirvi che siete i miei biscotti preferiti. 
Fatemi sapere cosa ne pensate. A presto! 
  
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