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Autore: DrHouse93    27/04/2009    2 recensioni
"Ma è contro le nostre leggi" disse Ron. "Ron..." fece Harry, ma Ron lo ignorò. "L'allevamento dei draghi è stato dichiarato fuori legge dalla Convenzione degli Stregoni del 1709" "Ron..." "E' difficile non farsi notare dai Babbani se alleviamo un drago in giardino, e comunque non si possono addomesticare: troppo pericolo" "Ron..." "Dovreste vedere le bruciature che si è becca..." "RON!!!" "Che vuoi???" "ICEBEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEERG!!!!!!!!!!!!!"
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 15: Harry Potter vs Mary Sue -

Era una notte buia e tempestosa. Nel palazzo di vetro e acciaio l’uomo stava rimettendo a posto le sue cose. Abitando a Londra ci si abituava a quel tempo quasi costantemente freddo, ma comunque a Maggio una notte come quella era comunque strana. Stava chiudendo la sua cartelletta quando udì un bisbiglio, quasi impercettibile, fuori dalla porta del suo ufficio. Subito dopo vide un lieve bagliore, e la serratura scattò. L’uomo si allarmò.
Ladri, fu il suo primo pensiero. Non sapendo che fare, rimase inchiodato al pavimento, mentre la porta si aprì. Dapprima non vide nulla, ma poi riconobbe una sagoma nera, piccola, sulla soglia. Era l’inconfondibile figura di una bambina, di circa undici anni. L’uomo si fece prendere dal panico. Aveva già visto quella ragazzina, ma in un film…Non credeva che potesse esistere davvero…infatti non può esistere davvero, pensò fermamente l’uomo, mi sto solo facendo suggestionare dalla stanchezza. Ma, come se la ragazzina gli avesse letto nel pensiero, disse: «No, caro il mio avvocato. Questa non è una suggestione da stanchezza. Io sono reale». L’uomo si impietrì. Quella ragazzina sapeva che era un avvocato. E per giunta aveva una fredda voce spettrale.
Ecco, è arrivata l’ora della mia fine, deglutì l’uomo. La ragazzina si avvicinò. A metà strada un fulmine squarciò le nubi…

HARRY: Si può sapere perché mi sono beccato un fulmine stavolta?
Oh che palle, ma tu devi intervenire per forza? Lo capirai poi

…illuminando l’ingresso e rivelando all’uomo la ragazzina. Aveva dei capelli neri a caschetto, corti, occhi verdi, una corporatura normale e degli occhiali rotondi. L’uomo balzò dal terrore. Se la ricordava diversa, la ragazzina di The Ring, ma non gli sembrava il momento migliore per analizzarla meglio. Abbandonando il coraggio, iniziò a urlare: «Ti prego, no! Non mi uccidere! Ti prego, Samara, non mi uccidere! Ti darò tutto quello che vuoi in cambio!».
La ragazzina si fermò e scoppiò a ridere. «Tutto quello che voglio? Perfetto, era proprio quello che volevo»
L’uomo rimase inchiodato al pavimento, ma un piccolo barlume di speranza si accese dentro di lui. Se riusciva ad accontentare Samara, forse sarebbe sopravvissuto. «Signor Landrick, ho bisogno dei suoi servigi. Se lei farà una cosa per me, sarà salvo». Il signor Landrick deglutì, confermando il fatto che quella era proprio Samara dato che conosceva il suo nome, prima di rispondere: «S-servigi? V-va bene. I-in cosa posso e-esserle utile?»
«Vede, avrei bisogno che lei,» rispose Samara, «mi firmi alcuni documenti. Guardi, li ho già pronti» e mostrò dei documenti al signor Landrick.
«Posso?» chiese. La ragazzina annuì. Il signor Landrick si avvicinò solo quanto bastava affinchè le sue dita sfiorassero i documenti, dopodiché li afferrò e balzò indietro. Samara ghignò. Cercando di ignorarla, il signor Landrick lesse i documenti.
«Questi documenti,» esordì il signor Landrick, «dichiarano che una signora di nome Mary Sue, maltrattata ingiustamente da un certo Harry Potter, ha chiesto come condanna per l’imputato un allontanamento di almeno cinquecento metri dalla sua residenza attuale. A seconda delle leggi del Regno Unito, l’imputato deve obbedire a quest’ingiunzione senza infrazioni, pena il carcere. E inoltre questi documenti specificano chiaramente che l’ingiunzione è valida in qualunque luogo e in qualunque circostanza. Corretto?»
«Precisamente» rispose Samara.
«Ehm…se posso chiederlo…» iniziò il signor Landrick, ritrovato un po’ di coraggio, «perché mi ha portato questi documenti da firmare? Voglio dire, lei è un emissario di questa…» rilesse in fretta il documento «…Mary Sue?»
«Questi sono affari miei» disse Samara, e l’avvocato capì che era meglio non indagare oltre. «Ora li firmi»
Senza esitare, il signor Landrick prese i documenti, li firmò, e li riconsegnò, sempre tenendosi a distanza, a Samara, la quale prese i documenti e si avviò verso la porta. Il signor Landrick sospirò di sollievo. Arrivata sulla soglia, Samara si girò e guardò il signor Landrick dritto negli occhi
«Ah, a proposito» disse Samara. «Io non sono Samara. Sono io Mary Sue»
«C-checheche?» esclamò il signor Landrick. Fu come se avesse preso un ceffone in piena faccia. Aveva appena firmato dei documenti per favorire quella ragazzina, che l’aveva terrorizzato per tutto il tempo?
«Ora vado» riprese Mary, si girò in direzione del corridoio, poi disse: «Samara? E’ tutto tuo»

Harry si svegliò di soprassalto. Aveva appena fatto un sogno decisamente bizzarro. Una ragazzina di undici anni che minacciava un uomo adulto di fare qualcosa…e l’uomo accettava. Harry deglutì.
Calma, Harry, calma, non è successo niente di male, tentò di rassicurarsi. Tentò di riaddormentarsi, ma senza successo. Quando poi stava per riprendere sonno, sentì una fitta lancinante alla testa: uno zaino, molto grande e pesante, gli era appena caduto addosso. Bestemmiando e lacrimando, guardò il contenuto della borsa e rimase perplesso: conteneva un mitra, una pistola, e diversi caricatori per entrambe le armi. E, cosa ancora più strane, un foglio. Allora capì come mai quel borsone gli era caduto in testa.

HARRY: Ma tu sei proprio un bastardo!
Frena la lingua e ascoltami, un giorno mi ringrazierai. Vai all’ingresso della Foresta Proibita, in prossimità della capanna di Hagrid, e sotterra questo borsone
HARRY: Cos…ma perché? Col cavolo!
KRAK-HOOM
HARRY: D’accordo, vado

Harry si caricò il pesante borsone sulle spalle, divenne invisibile e attivò il microchip. Gli sarebbe servito, e pure parecchio. Uscì dalla Sala Comune e si avviò furtivamente per i corridoi. Non incontrò nessuno, salvo Neville, che, vedendo un borsone fluttuare da solo alla velocità di un proiettile, trasalì, inciampò su un’armatura che gli cadde addosso, uccidendolo, e provocando un gran fracasso. Harry lo fanculizzò e si affrettò a correre. Grazie al microchip arrivò in fretta al portone d’ingresso, lo aprì piano piano ed uscì. L’aria stranamente fredda aggrediva il suo piccolo corpo nudo. Era nudo perché era lui a diventare invisibile, non i vestiti. Si avviò rapido verso la capanna di Hagrid, facendo solo dei lievi tonfi con i piedi. Arrivato alla capanna di Hagrid però, gli sorse un dubbio: come avrebbe fatto a scavare una buca per sotterrare il borsone? Ma si rispose da solo vedendo che Hagrid aveva lasciato una pala fuori dalla capanna. La prese e cominciò a fare una buca abbastanza profonda sull’ingresso della Foresta Proibita. Non sapeva perché stesse facendo questo, né a cosa gli sarebbe servito. Probabilmente era soltanto l’ennesima figura di merda. Finì di scavare la buca, si levò lo zaino dalle spalle e, con un sonoro tonfo, lo posò nella buca. Si affrettò a ricoprire la buca con la terra smossa, poi riposò la pala dove l’aveva trovata e si diresse in fretta verso Hogwarts. Rientrò ancora dal portone, ma stavolta, grazie al suo orecchio meccanico, udì un leggero fermento nei piani superiori. Era evidente che Neville e l’armatura avevano suscitato l’allarme generale di Gazza e dei professori. Col cuore che batteva a mille, sia per il nervoso che per il microchip, Harry tornò in fretta nel dormitorio, andando a cozzare contro Mrs Merd a metà strada. Tornato davanti al suo letto, prese a respirare con calma e disattivò il microchip. Allora si rivestì e poi tornò visibile. Ancora cercando di capire a cosa mai potesse servirgli quello che aveva fatto, si riaddormentò. Una settimana dopo, si svegliò con uno strano senso d’inquietudine. Si vestì cercando di calmarsi, ma non ci riusciva. Continuava a pensare che tra breve gli sarebbe successo qualcosa di terribile, e che quel qualcosa c’entra con Mary Sue. Dopotutto era già da una settimana che non si vedeva più in giro. Aspettò che anche Ron finisse di vestirsi, poi scesero nella Sala Comune e aspettarono Hermione. La ragazza arrivò poco dopo, e tutti e tre si diressero nella Sala Grande. Ron e Hermione erano allegri, invece Harry era ancora inquieto, fatto che suscitò negli altri un “Vaffanculo!” e se ne andarono per fatti loro. Arrivò in Sala Grande, si sedette, fece per fare colazione ma si sentì toccare da una spalla. Si girò e vide Silente che lo guardava. Non sorrideva.
«Seguimi» gli disse. Harry si alzò e seguì Silente, che lo condusse nel suo ufficio. Era formato da più stanze, ovali, tipo lo studio del presidente degli Stati Uniti. Nell’ufficio c’erano i quattro direttori delle case, un uomo con una bombetta verde acido e una sigaretta un bocca, e Mary Sue. Harry sentì lo stomaco ribaltarglisi. Fortunatamente non aveva mangiato nulla, altrimenti pensava che l’avrebbe vomitato. Cercò invece di sapere perché c’era tutta quella gente ad attenderlo. Cercò di capire qualcosa dai loro volti. Il professor Vitious, la professoressa Bamboocha, la McStrudel e l’uomo con la sigaretta avevano una faccia preoccupata. Silente era serio come non mai. Piton era come sempre imperscrutabile. L’unica che sorrideva era Mary Sue. Harry la guardò con odio: sapeva che tutta quella scenata era opera sua. Cercando di ignorarla, si girò verso Silente per chiedere spiegazioni, ma fu l’uomo con la sigaretta a parlare.
«Harry» iniziò. Avevo una voce rauca, tipica da fumatori. «Sono il Ministro della Magia, Claudius Camel. Infatti fumo solo sigarette Camel»
Harry fu tentato di dirgli: “E sti cazzi non ce lo metti?”, ma si trattenne.
«Comunque» riprese Camel. «Mi duole informarti che siamo qui su richiesta di Marcus. Ci ha appena informato che la signorina Sue, per ragioni note a lei solo, si è recata da un avvocato Babbano e, senza usare la magia, lo ha convinto a firmare dei documenti per una querela, che dichiara esplicitamente che, fino a nuova data, dovrai trovarti a una distanza pari e non minore di cinquecento metri. La pena, in caso di trasgressione, è il carcere. E per carcere intendo Arkatraz»
«Cosa?» protestò Harry. «Ma…le leggi Babbane non hanno valore qui!»
«Purtroppo sì, Harry» intervenne Silente. «Vedi, comunque ci troviamo in un paese dove è il Governo a decidere. E comunque, la querela in questione esplicita che è valida in qualunque, e sottolineo qualunque, circostanza. Quindi, a meno che tu non voglia far chiudere la scuola, devi rispettare la querela. E l’unico luogo sotto la giurisdizione di Hogwarts, ma che sia distante almeno cinquecento metri, è la Foresta Proibita. Mi dispiace, Harry»
Incazzato nero, Harry rovesciò tutto, ruttò in faccia ai presenti, si mise a piangere come un cretino, ma non servì a nulla. Rassegnato, si diresse verso una nuova vita: verso la Foresta Proibita. Solo ora si rese conto che quello che aveva sognato l’altra notte era quello che aveva fatto Mary Sue, quella notte. Ma non riusciva a spiegarsi come avesse fatto a vedere con certezza cosa stesse facendo Mary Sue in quel momento. Arrivato ai margini della Foresta Proibita, sospirò. Si sedette su un tronco e non pensò a nulla in particolare. Poco dopo vide Hagrid uscire dalla Foresta. Harry alzò lo sguardo mentre Hagrid si avvicinò.
«Ciao Harry» lo salutò. «Come mai qui? Non dovresti essere a lezione?»
Harry gli spiegò così l’accaduto. Ma la reazione che Hagrid fece fu diversa da quella che si aspettava: rise. Lì per lì si incazzò, ma poi si ricordò che Hagrid, essendo un rincoglionito, rideva per ogni cosa. Quindi non ci fece caso più di tanto.
«, Harry, io devo andare» si congedò Hagrid. «Devo dare da mangiare a Umberto. La cacca di Thor non gli piace»
«Perché scusa, hai dato della cacca da mangiare a un drago?» chiese Harry, stupido, cioè stupito.
«No, ma sul copione c’è scritto così» e detto questo se ne andò. Harry rimase fermo imbambolato lì. Dopo un po’ però si stufò e, fregandosene altamente della querela, tentò di ritornare a Hogwarts. Ma andò a cozzare contro una barriera invisibile. Provò e riprovò, ma senza successo. Così scoppiò a piangere come un bambino cretino. E proprio mentre arrivava Camel, Silente e Mary Sue, per confiscargli la bacchetta. Harry pianse più forte che mai. Mary lo derise insolentemente. Harry smise immediatamente di piangere e si scagliò su Mary, ma lei balzò dietro la barriera magica e Harry ci andò a cozzare di nuovo contro. Mary rise. Silente e Camel se ne andarono, ma Mary rimase dov’era e disse: «Povero, piccolo Harry. Deve essere frustrante per te non potermi raggiungere, non poter raggiungere i tuoi amici e la tua vita eh? E ora voglio proprio vedere come farai a sopravvivere nella Foresta Proibita, senza la bacchetta, senza la tua unica arma»
A quelle parole Harry si ridestò. Non lo diede a vedere a Mary, ma in realtà lui aveva un’arma. Anzi due. Gliele avevo fatte sotterrare una settimana prima. Solo allora Harry si rese conto che per una volta nella vita l’avevo aiutato. Chiariamo che l’ho fatto perché se mi schiatta poi non ho più un protagonista. Immerso nei suoi pensieri, quasi non si accorse che Mary aveva ricominciato a parlare.
«Ma lasciamo perdere il povero piccolo cretino Harry Potter. I miei piani sono molto più grandi. Ora che tu, l’unico ostacolo al mio piano, se fuori dai piedi, mi occuperò del mio piano principale. Addio Harry» e detto questo se ne andò ghignando.
«Intanto io so quanto fa 2+2! E tu no!» gli gridò Harry dietro. Non per un particolare motivo, ma essendo scemo bisogna compatirlo. Rimase per un po’ appoggiato alla corteccia di un tronco finchè non sopraggiunse la notte. E allora furono cazzi per Harry. Ma cazzi veramente, e pure grossi. La Foresta si riempì di rumori. Scricchiolii, fruscii e molto altro. Strane creature strisciavano nell’ombra. In lontananza udì il nitrito di un cavallo e il ruggito di qualcosa di incomprensibile, e la cicatrice pizzicò. Pensò subito a come fare per riprendere le armi che aveva sotterrato una settimana prima. Ma, non avendo una pala a disposizione, l’unico modo per dissotterrarli era con le mani. Tentò di scavare, ma la terra era troppo compatta.
KRAK-HOOM
Ecco, ci mancava il fulmine adesso, pensò Harry. Quale colpo di scena sarà successo? Be’, se non altro peggio di così non può andarmi. In quel preciso istante, iniziò a piovere
D’oh!
, pensò Harry. La pioggia scendeva fitta, inzuppando Harry, che, incazzato, appoggiò la schiena sul tronco di un albero cercando di ripararsi con sotto ai rami. Ma, improvvisamente, il fogliame cedette e tutta l’acqua accumulatasi sopra cadde su Harry, che iniziò a piangere(ohilà, che notizia). Qualche ora dopo, finì di piovere. Harry si ricordò quindi delle armi e riprese a scavare. La pioggia aveva giocato a suo favore: aveva reso la terra smossa facilmente modellabile. Iniziò così a scavare. Dopo un’oretta buona, finalmente dissotterrò il borsone con le armi. Lo aprì, prese il mitra, ma rimase fermo: non sapeva come funzionava. Allora scorse il foglio. Lo aprì e lesse:
‘Caro Harry, qui ci sono un mitra, una pistola, un coltellino nella tasca esterna, e abbastanza caricatori per il mitra e la pistola. I proiettili, che normalmente sono di metallo, sono di gomma. Non avrai pensato di ammazzare qualcuno veramente, no? Per far funzionare il mitra: inserisci il caricatore nella sua apposita fessura. Lo puoi distinguere da quello della pistola perché è più grande. Dopodichè, una volta inserito il caricatore, tira la levetta sul lato sinistro del mitra. Così caricherai i colpi e toglierai la sicura. La stessa cosa vale per la pistola. Un caricatore di mitra ha dentro 50 colpi, mentre uno di pistola ne contiene 15. Saprai cosa fare col coltellino quando arriverà il momento. Buona fortuna,
DrHouse93

Minchia! Pensò Harry.

UNA SETTIMANA DOPO

Era una notte buia e tempestosa. La Foresta Proibita pullulava di rumori e fruscii, ma anche di strani colpi: colpi di mitra. Ron e Hermione si avvicinarono impauriti ai margini della Foresta. Erano entrambi nascosti sotto il Mantello dell’Invisibilità di Harry. Non sapevano dove avrebbero trovato Harry, ma quella era una situazione veramente critica. Entrarono nella Foresta, si tolsero il Mantello e iniziarono a chiamare a gran voce Harry. Per un po’ non si fece vedere, ma poi comparve dagli alberi. Aveva un aspetto orrendo, più del solito: i capelli più arruffati del solito, tutto sporco e puzzolente, gli occhiali un po’ storti e con una lente semirotta, e i vestiti ridotti a brandelli. Hermione fu lì per mettersi a piangere alla vista di Harry conciato in quel modo per colpa di quell’arpia di Mary Sue. Harry li guardò poi chiese: «Come mai qui? Vi aspettavo domattina»
«Lo so, Harry» rispose Hermione. «Ma la situazione è più critica del previsto. Ricordi che Mary Sue è riuscita a cacciare Silente e a diventare Preside tre giorni fa?»
«Sì, e allora?»
«E allora sta tiranneggiando tutti da là sopra» disse Ron. «Sta proibendo di fare ogni cosa. Ha anche proibito i fidanzamenti Gay! Malfoy infatti è distrutto. Prima adorava Mary, ma adesso la odiano tutti. Si sta comportando come un tiranno spietato. Ma la cosa peggiore è che…» Ron esitò.
«…che ha firmato un documento per farti uccidere. I professori stanno arrivando qui» concluse Hermione.
«Cosa?» protestò Harry. «Non mi farò uccidere dai quei fetenti puzzolosi!(puzzolosi?
«Lo sappiamo Harry, ma c’è una buona notizia» proseguì Hermione. «Dato che era Silente che aveva eretto la barriera magica contro di te, su ordine di Mary, e ora non c’è più, puoi muoverti liberamente. Per questo siamo venuti. Per avvisarti e per chiederti di cacciare Mary Sue. Tu sei l’unico in grado di farlo»
«E non potevate dirmelo subito?» esclamò Harry, felice. Si precipitò verso il castello.
«Forse dovevamo dirgli che ci ha costretto Mary Sue a farlo venire» disse Hermione, di nuovo sull’orlo delle lacrime.
«Non potevamo. Ce l’aveva proibito» spiegò Ron.
«Davvero?»
«No, ma sul copione c’è scritto così»

***

Harry arrivò davanti al Portone d’Ingresso e si nascose dietro un muro. Da dentro sentiva dei passi. Qualcuno si avvicinava. Ma che speranza aveva, armato di bacchetta, contro Harry, armato di mitra? Il portone si aprì e dapprima Harry non vide nulla. Poi lo riconobbe: era il professor Vitious. Harry non avrebbe voluto farlo, ma sapeva che non potevano esitare agli ordini di Mary, così uscì allo scoperto e scaricò alcuni colpi su Vitious, che cadde a terra. I proiettili, essendo di gomma, non l’avrebbe ucciso, ma gli avrebbero fatto male per un bel po’. Harry entrò così nel portone e iniziò a salire le scale, diretto verso lo studio di Silente. Ma fu troppo incauto: arrivato al Terzo Piano fu scorto da Piton, che prese a scagliargli maledizioni a raffica. Le evitò solo grazie al microchip. Si appostò quindi dietro a una colonna e attese.
«Vieni qui, Potter» disse Piton. «Il professor Silente non vorrebbe che io ti facessi del male. Ma il professor Silente non c’è più ora, e posso farti quello che voglio»
«Ma manco per le balle!» esclamò Harry, uscendo allo scoperto e scaricando una raffica di mitra su Piton. Riuscì a schivare alcuni colpi, altri li bloccò tramite magia. Harry quindi digrignò i denti e, incurante del pericolo, gli si lanciò addosso. Gli sferrò un colpo sul petto col mitra, e Piton cadde a terra e ansimò, senza fiato. Harry estrasse la pistola dalla cintura e gli piantò un colpo sul petto. Piton sussultò e svenne. Harry lo guardò un po’, poi proseguì. Ma aveva appena fatto qualche passo che Mrs Merd spiccò un balzo e, estratti gli artigli, si diresse in direzione della faccia di Harry. Ma non si fece coglione…voglio dire cogliere impreparato e, dopo aver attivato il microchip, sparò cinque sei colpi su Mrs Merd, che ricadde a terra.
«Brutto pezzo di sbrudolosky!(sbrudolosky?)» inveì Gazza, giunto sul posto. Ma non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò con un proiettile di gomma piantato in testa. Gazza svenne. Harry proseguì con la sua avanzata. Ormai voleva solo vendetta, e niente poteva fermarlo. Continuò a salire per le scale, liberandosi anche della McStrudel e della Bamboocha, finchè non arrivò davanti al fatidico gargoyle che conduceva allo studio di Silente. Harry non fece neanche in tempo a fare qualcosa che il gargoyle si spostò.
«Finalmente qualcuno che caccerà quella strega da quattro soldi» gli disse, giustificando il fatto che si era spostato senza parola d’ordine. Harry salì in fretta le scale e, arrivato davanti alla porta. Si fermò, col cuore che batteva a mille. La resa dei conti, finalmente. Spiò dalla serratura della porta. All’interno vide Mary Sue, intenta a scrivere qualcosa. Sembrava ignara di quello che stava per succedere. Harry prese un bel respiro, poi sferrò un calcio alla porta.
«Ahia ma porca BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED. Porta di merda!» e gli sferrò un secondo calcio. Ma appena la porta cadde a terra con un tonfo, un incantesimo sibilò verso di lui. Anche col microchip l’incantesimo lo colpì di striscio e lo lasciò senza fiato per un po’. I sensi gli calarono per qualche secondo, e il suo campo visivo prese a galleggiare.
Uno Stupefacente, pensò, quando si riprese. Si appostò dietro la porta, con dentro Mary che rideva.
«Vieni fuori, caro Harry! Ti aspetto» lo provocò.
«Magari muori di dolori alle ovaie!» sbraitò Harry e, attivando il microchip, uscì allo scoperto. Mary subito gli scagliò un secondo Stupefacente, ma stavolta Harry lo schivò, premette il grilletto e cominciò a scagliare una raffica di mitra su Mary Sue. La ragazzina si buttò di lato e prese a indietreggiare verso la finestra. Harry rise e fece per dargli il colpo di grazia, ma aveva finito le munizioni.
D’oh!, pensò Harry, mentre Mary Sue gli lanciava un terzo Stupefacente, che però colpì il mitra e lo fece volare via. Harry si tuffò di lato, dietro la scrivania, e attese. Intanto, Mary ricominciò a ridere. Harry a quel punto non ci vide più. Caricò l’ultimo colpo di pistola che gli era rimasto e uscì allo scoperto gridando: «Ci si vede all’inferno, Mary Sue!» il proiettile la colpì in pieno petto e lei cadde pesantemente addosso al vetro, che si ruppe. Mary scivolò oltre il bordo e cadde nel vuoto. Harry rimase fermo, un po’ malconcio, stanco, e dolorante. Poi guardò la finestra e disse:
«Hippy-Ya-Yhey, figlia di puttana»

Ok ragazzi, finisce qui un nuovo capitolo. Mi scuso per il ritardo, ma avevo finito le idee, e comunque volevo scrivere qualcosa di originale. E l’ispirazione mi è venuta vedendo, in questi ultimi giorni, tutti e quattro i film di Die Hard. Non so se sia comico come gli altri, ma non sono riuscito a resistere alla tentazione di scrivere un capitolo alla Die Hard/John McClane. Anche l’ultima frase che Harry grida a Mary l’ho presa in prestito da McClane in persona, che usa ogni volta che ammazza il suo principale nemico, e la frase per la quale ormai sono andato in fissa. Ma bando alle ciance, perché è il momento di rispondere alle recensioni:

Sakurahime949: Già strano, anche stavolta sei stata la prima. Sono contento che il capitolo ti sia piaciuto, e spero che ti piaccia anche questo, che anche se è ricco d’azione non mi sembra tanto comico quanto gli altri. Ma in fondo, chi se ne fut! xD
kamy
: Il piacere di proseguire la fan fic è tutto mio, e non importa per la recensione in ritardo, a me una volta hanno riformattato il pc perché hanno trovato 99 virus! Ma lasciamo perde i miei 99 virus perché…ah Silè, te l’ho detto che non ce l’ho il gatto, smettila di rompermi. E comunque sono contento che ti sia piaciuta la fan fic, e spero che ti piaccia anche questo di capitolo.
gelb_augen
: Ed ecco qui la mia cara fan numero uno! Considera che ti sto rispondendo sentendo i Nazgul che devastano Minas Tirith(sì, perché sentire le colonne sonore del Signore Degli Anelli mi concentra u.u). Comunque chi se ne frega del ritardo imperdonabile, l’importante è che ogni tanto ti fai viva xD. E poi non penso esista un pc più lento del mio, considerato che ha 5 o 6 anni e ogni tanto ha il brutto vizio di spegnersi da solo. Poi non è proprio una cosa di essere festaioli, è che avevo finito le idee, però comunque non mi sarebbe dispiaciuto che il compleanno durasse di più xD. Purtroppo Mary Sue qui se ne va, ma spero che non ti dispiaccia, tanto non ci vuole molto a far sembrare Harry un idiota. Quanto a Hermione, eheh, aspettate che arrivo a scrivere Harry Potter e il Prigioniero di Arkatraz, poi vedrete.

Bene, ora che ho finito con le recensioni vi lascio. Ora che ci siamo finalmente tolti Mary Sue dalle palle, si prosegue con gli ultimi capitoli di HP 1. Perciò non perdetevi il terzultimo fantasmagorico capitolo: La Foresta Proibita! Ciao ragazzi/e, a Lunedì!

 

  
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