Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    14/08/2016    3 recensioni
La vita di Ben è sottosopra... Semir è accusato di aver commesso un brutale omicidio, tutte le prove sono contro di lui.
Questa volta sarà Ben a dover ‘tirare fuori dai guai ’ il suo socio. Ma ovviamente c'è sempre qualcuno che vuole mettere il bastone fra le ruote e ostacolare il giovane ispettore nella ricerca della verità: una vecchia conoscenza:il commissario Bohm!
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attacco e difesa

Dieter e Jenny rientrarono al distretto verso le sei e mezzo di sera, dopo aver finito il turno di servizio per le autostrade limitrofe alla città.
“Finalmente possiamo andare a casa” disse Jenny esausta entrando al comando e lasciandosi cadere sulla poltroncina della sua scrivania.
“Signorina dobbiamo compilare i rapporti , inoltre  ti ricordo che abbiamo un  appuntamento stasera a casa di Hartmut” ribatté seccato Dieter che, distratto dalla conversazione con Jenny, non si accorse che stava quasi scontrandosi con il commissario Kruger.
“Bonrath, venga nel mio ufficio per favore” disse perentoria la Kruger schivandolo per un pelo e avviandosi verso il suo ufficio.
L’agente varcando la soglia della stanza si chiese che cosa volesse il commissario, e fortunatamente senza tanto farlo attendere la sua curiosità fu subito accontentata.
“Questi sono la pistola e il tesserino di Jager;  stasera quando lo vedrà glieli restituisca. Gli dica da parte mia di essere meno impulsivo la prossima volta, perché non ci sarà 'una prossima volta' intesi?” sentenziò abbastanza severa la donna.
“Certo commissario” rispose con un sorriso Dieter prendendo gli oggetti dalle mani di Kim.
“Ah Bonrath è anche meglio che lo metta in guardia non posso difendervi in eterno…e questo vale anche per tutti voi. Dica a Jager che se si comporterà ancora così la prossima volta inoltrerò le sue dimissioni immediatamente: Bohm e penso, a volte anche la Schrankmann, non aspettano altro. Sappiamo entrambi che come poliziotto vale molto, ma ci sono delle regole che vanno rispettate, che ci piacciano o no. Lo informi che può continuare pure la sua ‘personale indagine’ anche se ritengo che non serva che glielo dica io, è l’unico che può scagionare Gerkhan e tener testa a Bohm. Il commissario non piace nemmeno a me, ma come sempre non posso agire diversamente” disse seria e anche un po’ amareggiata per non poter far molto per poter aiutare i suoi ispettori.
“Va bene commissario glielo riferirò, grazie” e dopo averla salutata e augurato una buona serata uscì dall’ufficio.

Erano quasi le nove di sera quando Ben suonò al campanello di casa Freund.
“Ciao Ben, vieni accomodati” lo salutò il giovane tecnico facendogli cenno di entrare.
“Grazie Einstein” rispose Ben e con grande sorpresa vide che presenti in casa di Hartmut c’erano anche Susanne, Dieter e Jenny.
“Che sorpresa ragazzi” il ragazzo era orgoglioso e felice di vedere che c’era quasi tutta la ‘famiglia’.
“Non potevamo lasciare te e Semir soli” disse Dieter dandogli una vigorosa pacca sulle spalle.
“Grazie ragazzi” rispose, quasi commosso, il giovane ispettore.
“Ben, il capo mi ha detto di restituirti questi” continuò Dieter consegnandogli la pistola e il tesserino “Sono sicuro che sarebbe venuta volentieri anche lei qui, ma il ruolo che le compete, insomma sembriamo un gruppo di sovversivi in questo momento…”
“Sì, lo ritengo probabile e restituendomi questi…si è già esposta abbastanza” replicò prendendo dalle grandi mani di Dieter la pistola e il tesserino, sistemando la fondina  e riponendo il badge nella tasca dei jeans.
“Ti risparmio il resto, ma penso che tu possa immaginare…” continuò serio Dieter, e a Ben sembrò un po’ il ‘sostituto di Semir’, in quel momento non c’era il suo socio e quindi a fagli la ramanzina ci aveva pensato Bonrath.
“Sì lo so avrà detto che sono il solito indisciplinato e che prima o poi…bla bla bla…comunque ragazzi che dite se facciamo il punto della situazione?” propose Ben.
“Ben” chiese però Jenny “Come sta Semir?”
E nella stanza calò il silenzio.
“Non lo so Jenny dal giorno dell’omicidio non l’ho più visto” mentì spudoratamente Ben.
Tutti i presenti capirono subito al volo. Ben aveva detto loro una bugia colossale, non aveva guardato nessuno dritto negl’occhi, tutti però avevano capito che il ragazzo aveva detto così perché non voleva farli diventare ‘complici’ di un presunto assassino.
Già così rischiavano conseguenze disciplinari, se poi avessero saputo dove era Semir  le conseguenze sarebbero state peggiori.
“Ascolta Ben” disse Hartmut prendendo la parola e togliendolo da quel momentaneo imbarazzo “Ho riesaminato attentamente tutte le prove, purtroppo sono tutte contro Semir”
“Lo so ragazzi, ma io non credo, anzi non voglio credere che Semir sia colpevole, Hartmut ci sarà pure una traccia, un qualcosa … quel pezzo di carta, cosa sappiamo?”
“Purtroppo niente che ci possa aiutare” delucidò serio il tecnico “E’ un pezzo di carta di una comunissima risma, tipo quella che usiamo noi in ufficio, dove stampiamo i rapporti tanto per intenderci. Però cosa più importante e che ho scoperto dopo la tua uscita di scena e dopo che mi sono…levato dalle scatole il commissario Bohm è che sono riuscito a leggervi alcune lettere…o forse parole… ‘AUTO’ e ‘INFU’, ma non ho trovato nessun riscontro, ho pensato che stesse leggendo qualcosa tipo un libro, ma fare una ricerca basandoci su quello…se anche sapessimo il titolo, non so quanto potrebbe servirci”
“In ogni caso” intervenne Dieter “Se anche fosse, che senso avrebbe avuto strapparle di mano un libro dopo averla uccisa”
“Potrebbe esserle caduto” intervenne Jenny “La ragazza stava leggendo, volta la pagina nell’instante in cui viene colpita e un pezzo le rimane in mano”
“Ma allora il libro sarebbe stato ritrovato lì vicino al cadavere” ribatté Susanne.
“A meno che..." intervenne Ben “ Ragazzi scusatemi , ma devo andare a casa di Semir e subito”
“Ben vuoi che veniamo  con te?” chiese Jenny.
“No ragazzi vado da solo, se trovo qualcosa vi chiamo, ho un sospetto, ma devo avere la conferma” e dopo aver salutato tutti si precipitò a casa del suo migliore amico.

Mezz’ora dopo Ben si trovò all’interno della casa di Semir; era sicuro di non essere stato seguito da nessuno e quindi visto che le imposte erano tutte chiuse accese la luce.
“Dov’è lo hai  messo Semir? Dov’è lo hai messo …” si chiese il ragazzo guardandosi attorno.
Diede un’occhiata in sala, sotto il divano, sopra le varie mensole della cucina, in camera da letto, sopra il comodino, in bagno, ma niente.
Il manoscritto di Maja Dekker non era in casa di Semir, secondo Ben il possibile movente per cui avevano ucciso la ragazza. Ma ciò che non capiva era il perché. Cosa c’era scritto in quel manoscritto da arrivare ad uccidere una persona?
Mentre si chiedeva il perché gli venne in mente un film tratto da un famoso libro “Sarà come ne ‘Il nome della rosa ’, ma io non mi ci vedo tanto nei panni di Sean Connery”
Forse l’unico che poteva dirglielo era il suo socio, sperando che ne avesse letto almeno qualche stralcio.

Un’ora dopo il giovane ispettore uscì dall’appartamento di Semir, sfortunatamente davanti a lui si parò di nuovo l’odiosa presenza del commissario Bohm.
“Jager che piacere vederla” lo salutò ironico “Come mai esce dalla casa del suo amichetto turco? Scommetto che ha pure le chiavi. E’ venuto a controllare se il suo ‘ex’ collega ha lasciato il gas aperto? Se il rubinetto dell’acqua perde? Qualche luce accesa? Andiamo, mi dica dov’è, tanto lo so che lei lo sa. E’ troppo tranquillo” disse con aria di sfida Bohm.
Ben alzò gli occhi al cielo, quanto avrebbe voluto toglierselo dai piedi una volta per tutte.
“Primo: non le dirò un bel niente. Secondo, come vede, ho le chiavi. Terzo, come dice lei potrei…ah ecco, lo sa che il mio socio ha uno stupendo orticello? Dovrebbe vederlo, ci tiene molto e quando va in vacanza con la famiglia ci bado io. Sono venuto ad annaffiare le piante, sa non vorrei che soffrissero la sua assenza, sa coltiva diversi tipi di ortaggi, anche le zucche, non quelle vuote però…”
“Ah ah ah spiritoso, lo sa che potrei arrestarla? Offesa a pubblico ufficiale, che ne pensa ispettore…ops  adesso non lo è più” lo interruppe mellifluo Bohm.
“Dovrebbe aggiornarsi commissario, non sono più un civile, le mie dimissioni sono state…respinte” disse esibendo il tesserino e mostrandogli la fondina fissata alla cintura dei jeans.
“Comunque sta inquinando una possibile scena del crimine…” replicò Bohm cercando di rispondere a tono al giovane poliziotto.
“Non vedo sigilli alla porta e come vede ho le chiavi” replicò prontamente Ben.
“Glielo ripeto Jager, dove si trova il suo amichetto” Bohm si stava alterando, mentre Ben conservava una calma quasi olimpionica.
“Sa una cosa Bohm, ho intenzione di non dirle nulla, a meno che lei non valuti la possibilità che l’ispettore capo Semir Gerkhan potrebbe anche essere innocente” replicò acido Ben.
“Suvvia Jager, se Gerkhan non fosse suo amico lei lo avrebbe già sbattuto in galera. Pensi per un attimo se al posto suo ci fossi io” sibilò Bohm.
Ben se lo immaginò dietro le sbarre, magari circondato da detenuti che lui stesso aveva messo in prigione. In fondo una bella lezione se la sarebbe meritata, anche se effettivamente sarebbe stato troppo. In fondo Ben era sempre un ragazzo di sani e nobili principi, ‘buono’ anche con chi non se lo meritava, certo che l’idea lo stuzzicava e parecchio.
“Può essere, forse…anzi sicuramente ha ragione lei Bohm, ma prima voglio essere sicuro che sia colpevole anche se le ripeto che per me è innocente e adesso mi scusi, ma devo andare” ma Bohm gli si parò davanti impedendogli di passare.
“Comunque ero venuto qui a perquisire la casa, fra poco arriveranno anche i colleghi della scientifica” lo informò il commissario.
“Cosa spera di trovare?” lo sfidò il giovane ispettore.
“Sta cercando di farmi credere che non sa nulla?” chiese tronfio il commissario.
“Riguardo a cosa, sentiamo” lo sfidò nuovamente Ben.
“Vuole farmi credere che non ha sentito il suo ‘ex’ collega?” chiese arrogante Bohm.
“No!” replicò Ben guardandolo dritto negl’occhi, adesso quel botta e risposta cominciava a dargli veramente su i nervi.
“Allora forse è stato di nuovo lui, anzi sicuramente” e un sorriso beffardo comparve sul volto del commissario.
“A fare cosa?” chiese ora sospettoso il giovane ispettore.
“Non lo so, me lo dica lei”
“Mi lasci passare Bohm ho da fare, lei non mi sta dicendo niente, vuole solo sapere se so qualcosa io, così mi sta solo facendo venir su i nervi e perdere tempo”
“Gerkhan ha ucciso di nuovo” replicò lapidario il commissario.
“Cazzate” sbottò Ben lasciando da parte le buone maniere. Oltretutto non riusciva a capire in quel momento se Bohm stesse mentendo o no.
“Il suo collega ha freddato il fidanzato di Maja Dekker” continuò.
Ben restò per un attimo scioccato, ma poi trovando lucidità:
“E il movente? Perché lo avrebbe fatto? Mi dica ‘signor so tutto io’, pendo dalle sue labbra” chiese Ben ancora non sapendo se la notizia fosse vera o no o forse solo uno dei tanti sotterfugi di Bohm per far uscire allo scoperto Semir e reputare lui complice di un assassino.
“Sa ho una bella teoria” continuò sempre più tronfio Bohm “Secondo me il suo ‘ex’ collega è stato sorpreso dal fidanzato della Dekker mentre stava cercando di molestare la ragazza o mentre la uccideva, ma il suo socio non è riuscito ad uccidere anche lui quella sera, lo ha fatto appena ne ha avuto la possibilità e cioè oggi pomeriggio”
Ben si passò una mano tra i capelli, questa non ci voleva. Tutti compreso lui stavano brancolando nel buio e l’assassino aveva avuto la possibilità di uccidere ancora, ma perché? Quale era il vero movente? Perché adesso uccidere due persone per un manoscritto gli sembrava un movente che non poteva reggere.
“Bohm non dica idiozie lei sta saltando come sempre a conclusioni affrettate. E poi il ragazzo poteva venire subito da lei, sa che è il titolare delle indagini, poteva chiederle protezione, denunciare Semir…sarebbe stato un testimone oculare…” replicò Ben assumendo di nuovo le difese del socio.
“Magari era spaventato, un poliziotto che uccide, avrà pensato che siamo tutti corrotti” sentenziò Bohm.
“Allora mi ascolti, razza di deficiente che non è altro” sbottò Ben perdendo letteralmente le staffe e rischiando seriamente di essere denunciato da Bohm per offese a pubblico ufficiale “Mettiamo per ipotesi che l’assassino uccida un’altra persona con la pistola d’ordinanza di Semir, di fatto noi saremmo portati a creder che sia lui l’assassino, ma non ha mai considerato che qualcuno avrebbe potuto prendergli la pistola…”
“Lei lo crede innocente e si sta arrampicando sugli specchi. Se è come dice lei perché non si costituisce?” replicò duro Bohm di fatto interrompendolo.
“Come vuole Bohm, allora io le ripeterò fino all’infinito che sono convinto che il mio collega sia innocente, questo nuovo omicidio non fa che avvalorare la mia ipotesi, l’assassino uccidendo ancora con la sua pistola sta cercando non solo di incastrarlo, ma anche di farlo uscire allo scoperto, magari per uccidere pure lui”
“E secondi lei perché l’assassino vorrebbe uccidere il suo socio? Così le accuse cadrebbero…dovremmo cercare un altro assassino…”
“Questo non fa che confermare la mia di ipotesi, siamo in presenza di un altro assassino che vuole uccidere Semir perché ha visto o sentito qualcosa…cerca di farlo venire allo scoperto commettendo altri omicidi…” ma fu bruscamente interrotto da Bohm.
“Jager la faccia finita e mi dica dov’è Gerkhan, maledizione” sbottò alquanto irritato Bohm, il commissario stava letteralmente uscendo di se, cercava di fronteggiare il giovane ispettore dell’autostradale, senza concludere niente.
L’ispettore era veramente un osso duro.
 “Si rende conto che sta intralciando un’indagine? Sta coprendo un assassino” Bohm cercava di farlo desistere, ma senza successo.
Ben decise che ne aveva abbastanza, aveva ascoltato fin troppo le conclusioni affrettate, sconclusionate e assurde di Bohm.
Inoltre lui sapeva benissimo che Semir non poteva aver ucciso il fidanzato di Maja Dekker, visto che sapeva dove si trovava e considerato che la pistola d’ordinanza non era in mano sua. Certo se lo avesse detto a Bohm lui gli avrebbe risposto che Semir gli stava mentendo…
Il giovane poliziotto tentò di andarsene, ma Bohm  lo prese per un braccio.
“Jager, ci pensi bene, ne vale davvero la pena? Sta rischiando la carriera, la libertà, tutto ciò per cosa??? Per un poliziotto che si è trasformato in un assassino senza scrupoli, ragioni prima di agire…” Bohm cercava di pungerlo sul vivo, ma Ben conservava una calma in quel momento per lui quasi straordinaria.
“Dovrebbe saperlo che Semir per me è molto più di un semplice collega” confermò sicuro Ben.
“Lo so è per quello che glielo chiedo…le ripeto la domanda Jager: ne vale davvero la pena?”
“Per un amico ne vale sempre  la pena, ma lei non penso sappia cosa vuol dire averne uno” replicò convinto il giovane.
“Sa questo non fa che avvalorare un’altra mia ipotesi…”
Ben avrebbe voluto rispondergli che non vedeva l’ora d’ascoltare l’ennesima cavolata, ma si limitò a fare la faccia più o meno interessata.
“Secondo me voi due potreste essere davvero complici. Gerkhan ha ucciso la ragazza, lei lo sta coprendo, ma il fidanzato della Dekker lo ha visto uccidere e quindi lei lo ha eliminato. Niente testimoni”
“Lei sta dicendo un sacco di cazzate e io come un idiota la sto pure ad ascoltare, vada a quel paese Bohm! Mi disgusta…se non fossi un poliziotto, anzi uno che si fa scrupoli l’ammazzerei seduta stante”
Ben in quel momento si stava davvero scaldando. Meglio battere in ritirata prima di commettere qualche imprudenza che avrebbe potuto costargli cara.
“Stia attento a ciò che dice Jager, potrei farla arrestare per oltraggio a pubblico ufficiale” replicò l’altro puntandogli un dito contro.
“No stia attento lei Bohm, sta oltrepassando ogni limite e quando questa storia sarà finita, quello che dovrà guardarsi le spalle sarà lei”
E detto questo con uno strattone si liberò di Bohm, salì sulla sua auto dirigendosi versa casa.
L’indomani sarebbe andato da Semir per aggiornarlo, ma per raggiungere la casa del padre sull’Eifel questa volta Ben avrebbe preso un’altra strada.
Avrebbe aspettato l’alba, scalato la montagna situata dietro al cottage, nessuno avrebbe potuto seguirlo a meno che fosse un esperto scalatore quanto lui.

Bohm vide la Mercedes di Ben sparire dalla sua visuale  “Povero pivello, troverò il tuo amichetto turco. Vi sbatterò in galera per sempre, posso assicurarvi che farò in modo che buttino via le chiavi” e con un sogghigno estrasse dalla tasca della giacca un piccolo congegno: era un localizzatore per tracciare e controllare la posizione di persone, auto o altro. E una parte del congegno era saldamente ancorata sotto la Mercedes di Ben.

Angolino musicale: Intanto comincerei con un BENritrovati e Buon Ferragosto!
Dunque passettino falso di Ben o il ‘nostro’ Mister simpatia forse non è così…come sembra? Guai in vista per la coppia d’oro? Vedremo ai posteri l’ardua sentenza! Canzone di incoraggiamento…
Lighthouse Family High (in alto)
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=zqQS9PCZ8dA
Quando stai per piangere ricorda Che un giorno finirà tutto Un giorno riusciremo ad arrivare in alto Sebbene tutto sia più oscuro di dicembre Quello che c’è avanti a noi è un colore diverso Un giorno riusciremo ad arrivare in alto E alla fine del giorno ricorda i giorni In cui eravamo vicini alla fine E chiediti come ce l’abbiamo fatta Ad attraversare la notte Alla fine del giorno ricorda il modo In cui siamo stati così vicini alla fine Ricorderemo che eravamo io e te Perché noi saremo sempre io e te Perché anche l’impossibile è facile Quando siamo l’uno con l’altro Un giorno riusciremo ad arrivare in alto…



 
 
 
  
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