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Autore: Aruko    14/08/2016    4 recensioni
STORIA IN REVISIONE – INFO SULLA MIA PAGINA
Kagome scrive articoli per una rivista al femminile, e non ha la minima idea di che argomento pubblicare nel mensile successivo! Una sera incontra Inuyasha, un neo geometra che vanta la sua infedeltà nei confronti della fidanzata. E' un attimo, la rabbia prende il sopravvento e tra una provocazione e un insulto, i due giungono a una strana scommessa..
Riuscirà Kagome a scrivere l' articolo perfetto? E Inuyasha diventerà finalmente un ragazzo fedele? Ma soprattutto.. cosa accadrà fra i due?
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scomparire.

Dissolversi.

Teletrasportarsi.

Eclissarsi.

Dileguarsi.

Sotterrarsi.

 

Sparire dalla faccia della terra.

 

Kagome pensò che avrebbe potuto trovare tanti altri modi per descrivere il desiderio impellente di fuggire da quel posto.

Non si era nemmeno accorta di aver iniziato a correre, per quanto le fosse possibile sui tacchi alti che indossava. Era quasi all’ uscita del palazzo, così bello e dannato, quando una voce la chiamò.

“Kagome, aspetta ti prego!”

Lei nemmeno si girò, e anzi accelerò il passo, finché una presa decisa non la costrinse a fermarsi.

“Aspetta!” con uno strattone Kouga la fece voltare, tenendola saldamente per il braccio, ma inaspettatamente Kagome reagì.

Con la mano libera lo schiaffeggiò, usando tutta la forza che aveva.

Lui mollò subito la presa, andando a massaggiarsi la guancia bruciante.

Strizzò gli occhi, e solo quando ebbe il coraggio li aprì per guardarla, trovandosi raggelato da uno sguardo furente, e insieme sconvolto.

“Tre anni insieme?” sibilò lei

Stava singhiozzando, senza ritegno, e per un attimo si detestò per questo. Non voleva mostrarsi così debole davanti a uno stronzo del genere, eppure quella situazione era così assurda e inaspettata da averla scombussolata nel profondo.

Ebbe la voglia di schiaffeggiarlo ancora, e lo fece.

“Tre anni insieme?” domandò più forte

“Come hai potuto.. mentre stavi con me pensavi a sposarti con un’ altra?”

“Kagome, mi dispiace..”

“Me ne frego di quanto ti dispiaccia!”

“Non credevo che tra di noi sarebbe durata così tanto..” Kagome s’ impietrì

“Che cosa vuoi dire?”

“Quando ti ho conosciuta ero già fidanzato con Ayame, e cercavo qualcosa.. qualcuno per uscire un po’ dalla monotonia. Ma non avrei mai pensato di conoscere una donna stupenda come te”

Kagome era senza parole. E se ne avesse trovate era certa che sarebbero state solo offese.

Era talmente imbambolata da quelle confessioni che non si accorse di lui, che avvicinatosi le aveva preso il volto fra le mani, inchiodandola con quello sguardo che per mesi aveva amato e cercato.

“Lo so che sembra assurdo, ma io mi sono innamorato veramente di te. Ti ho amata davvero Kagome! E anche ora che ti ho qui davanti..” a quelle parole Kagome si ribellò, spingendolo via

“Stai festeggiando il tuo fidanzamento con un’ altra!” gli urlò in faccia “Con che coraggio osi dirmi certe cose?”

“Io.. sono stato uno sciocco. Sposare Ayame mi avrebbe concesso una posizione di rilievo” si mise una mano nei capelli, lo sguardo sinceramente afflitto “E sono stato debole, ho scelto la fama e i soldi. Buttando via l’ amore” a Kagome sfuggì un altro singhiozzo

“Amore? La freddezza con cui ti sei dileguato, per poi mollarmi con un misero messaggio, questo lo chiami amore?”

“E’ vero, non ho avuto il coraggio di dirtelo guardandoti in faccia. Sono stato un vigliacco.. scusami Kagome” lei lo guardò, incapace di reagire di fronte a quello sguardo.

Si, era un vero vigliacco, un ignobile bastardo che si era preso gioco della sua compagna, e di lei. Senza saperlo era stata l’ amante, l’ altra, mentre lei sognava un amore duraturo e sincero.

Avrebbe preferito non sapere mai tutta la verità. Ora l’ umiliazione era ancora più forte, più intensa degli schiaffi che gli aveva mollato.

I soldi e la fama, erano più grandi di lei e del suo sentimento.

 

“Perché mi hai detto tutte queste cose? Non ti accorgi che così mi stai solo facendo più male? Non ti è bastato il modo in cui hai chiuso la nostra storia? Non ti è bastato che io sapessi che stai per sposarti?”

Lo guardò piangendo, cercando di vedere nei suoi occhi almeno un po’ del dolore che provava lei.

 

“Volevo solo che sapessi.. che dopotutto io ti amo ancora”  eccolo, il colpo di grazia. La beffa dopo il danno di cui ancora lei si portava dietro gli strascichi.

 

Per un attimo, sembrò vedere davvero la tristezza negli occhi di Kouga. E un tempo si sarebbe fatta impietosire, avrebbe ceduto, e avrebbe fatto di tutto pur di riaverlo.

 

“E’ difficile conviverci, quando non è più corrisposto, vero?” gli sussurrò rivolgendogli un ultimo sguardo.

“Addio”  gli diede le spalle e uscì dal palazzo.

 

 

Inuyasha rimase immobile ancora qualche minuto.

Nascosto dov’ era aveva potuto sentire tutta la conversazione. Avrebbe voluto interromperla e farsi avanti nel momento in cui aveva visto Kouga avvicinarsi a lei, e dichiararle il suo amore.

Che razza di uomo era uno che alla festa di fidanzamento dichiarava il suo amore a un’ altra?! Quello era proprio fuori di testa, e non poteva permettere anche solo che uno così svitato toccasse la sua.. la sua.. amica?

 

Sospirò appoggiato al muro.

Che faccia tosta, proprio lui che aveva baciato Kagome quando aveva una fidanzata si metteva a decidere cosa fosse meglio per lei. Lei, che non sapeva nemmeno cosa fosse.

Perché qualcosa doveva pur essere per averlo spinto a baciarla.

Non era come tutte le altre volte, quando aveva tradito Kikyo. In quei momenti non c’era nulla se non una forte attrazione, e una voglia esclusiva di sesso.

Certo, doveva ammettere che in quel camerino gli erano venuti strani pensieri, e probabilmente se non fosse arrivata quella stupida commessa si sarebbe spinto anche oltre. Ma era diverso..

Semplicemente era diversa lei, da tutte le altre ragazze.

 

Gli piaceva il modo in cui si arrabbiava, assumendo quella tonalità simile a un pomodoro e scaraventando senza remore insulti e improperi al malcapitato, che spesse volte era proprio lui. Aveva un carattere apparentemente indomabile che lo stuzzicava terribilmente, facendolo ridere e incuriosire, ma dietro al quale si nascondeva una creatura timorosa e in cerca di qualcosa di grande.

Ed era dannatamente genuina e combattiva.

Anche di fronte all’ umiliazione e alla sconfitta ne era uscita con classe, mettendo a tacere quell’ idiota.

Ripensò alle ultime parole che aveva rivolto a Kouga.

 

- E’ difficile conviverci, quando non è più corrisposto, vero?-

 

Per un attimo pensò alla sua situazione con Kikyo. Da quanto tempo non era più felice accanto a lei?

Da quanto, nel profondo, sentiva che il sentimento di lei non era più pienamente corrisposto?

Certo, questo non era una giustificazione all’ averla tradita, eppure.. forse, se l’ avesse amata ancora, magari non avrebbe avuto altre avventure. Non avrebbe baciato Kagome.

In quell’ istante realizzò quanto volesse correre da lei più di ogni altra cosa e sincerarsi che stesse bene, farla sorridere e portarla a mangiare qualcosa ai quattro formaggi.

Ma in strada di lei non c’era più alcuna traccia.

 

 

Kagome aveva preso un taxi per tornare a casa sua.

Non riusciva a credere a tutto il casino che aveva intorno. Quel maledetto articolo, Inuyasha, e adesso Kouga e la sua fidanzata, Kouga e il matrimonio, Kouga e il suo amore per lei..

Prima di imbarcarsi in tutta questa storia dell’ articolo, non aspettava altro che un suo segnale, un messaggio, una chiamata. Non aveva mai chiuso del tutto quella porta.

Ma adesso era solo un rivangare inutile e doloroso, e tremendamente mortificante. Non si soffermò più di tanto sul motivo che potesse aver portato a un simile cambiamento.

 

Le ci volevano una doccia e una gran dormita, questo era certo.

Iniziò togliendosi le scarpe, quando qualcuno bussò alla porta.

Kagome si voltò di scatto verso l’ uscio, col cuore in gola e una strana sensazione addosso.

Lentamente si avvicinò alla porta e l’ aprì, trovandosi di fronte un Inuyasha col fiatone e un po’ bagnato.

“Sta arrivando un bel temporale” disse sorridendo

Kagome sentì indistintamente le guance infiammarsi. Non si aspettava che venisse da lei, così bello e rassicurante, come sempre, con la sua sola presenza.

“Cosa ci fai qui?” chiese facendolo entrare

“Beh, sei corsa via in quel modo.. volevo accertarmi che stessi bene” le mani in tasca, il sorriso sornione, e quei fili argentati intorno al volto. Kagome pensò di essere al cospetto di un angelo.

“Non dovresti essere dalla tua ragazza?” lo vide irrigidirsi.

“Sono dove voglio essere” le si avvicinò di un passo

 

Kagome deglutì, un po’ insicura su come dovesse interpretare quelle parole. Il fatto che lui volesse stare con lei la riempiva di gioia, provocandole le stesse sensazioni di un’ adolescente alle prime armi.

Ma oltre a quello, tutte le sensazioni e le aspettative che ne derivavano, erano una ragnatela così spinosa da spaventarla.

 

 

“So che c’è un milione di ragioni per cui non avrei dovuto farlo, ma c’è un motivo se ti ho baciata in quel camerino” la frase rimase nell’ aria per qualche secondo, lasciando a entrambi il tempo di assorbirne il significato.

“Inuyasha, non credo di essere in grado di continuare questo discorso adesso.. è stata una serata davvero difficile”

“Allora lascia che la renda più serena” un altro passo, le mani a sfiorarle le braccia

“Ho sentito tutto, poco fa” lei lo guardò, arrossendo ancora di più

“So che non avrei dovuto, ma ero preoccupato per te. E quello che ho sentito mi ha fatto pensare tanto.. alla mia relazione con Kikyo” a quel nome Kagome sentì un nodo stringersi nel petto. Che cosa voleva dirle, adesso?

Non era pronta, non voleva sentire quanto potesse essersi convinto che lei era la donna giusta per lui, o qualsiasi altra cosa che significasse la sua felicità senza contemplarla, almeno un pochino.

 

“Ti prego Inuyasha, non credo di voler sentire..”

“Ma tu devi ascoltarmi” la presa sulle braccia si solidificò, e in un secondo anche il corpo di lui s’ impose maggiormente avvicinandosi.

 

“Da quando ti conosco, qualcosa è cambiato in me..” Kagome lo guardò finalmente negli occhi, notando solo in quel momento quanto anche lui fosse imbarazzato e gli risultasse difficile parlarle così apertamente

“Il mio rapporto con Kikyo è già compromesso da tempo, oserei dire da sempre. E ora più che mai, mi sono accorto di quanto siamo diversi. Me lo hai fatto capire tu”

Kagome avvampò. Che cosa stava succedendo? Forse era già nel mondo dei sogni e stava immaginando l’ ennesimo finale lontano e impossibile?

Per un attimo pensò addirittura che fosse soltanto un tentativo di cambiare le carte in tavola, e far si che lei non scrivesse l’ articolo.

 

“Sto riscoprendo.. quanto si può stare bene accanto a una persona” fu un sussurro, e Kagome si ritrovò a pendere letteralmente dalle sue labbra, rubando ogni suo minimo movimento con sguardo avido.

 

“Accanto a te” un altro sussurro.

 

Poi Inuyasha decise che non ne poteva proprio più di quel silenzio, che non avrebbe aspettato di veder fiorire un rifiuto sul volto di Kagome, e che anzi non lo avrebbe accettato.

Si chinò quasi di corsa e s’ impossessò di nuovo di quelle labbra carnose, la cui visione gli faceva crescere un desiderio incontrollabile. Le sfiorò, le assaggiò, vi si introdusse alla ricerca di un bacio più intimo e passionale, al quale con sollievo sentì abbandonarsi anche Kagome.

Quando incontrò la lingua di lei in risposta alla sua, così incalzante e bisognosa, si lasciò sfuggire un gemito, più simile a un mezzo ringhio, e in poco tempo la incatenò sotto le sue mani.

Kagome non si aspettava tanta foga, ma accolse con entusiasmo il tocco caldo del giovane. Le sue mani si muovevano in modo lento e doloroso, contornando in modo estenuante prima il suo volto, che con la bocca non accennava a voler abbandonare, e poi lentamente il suo corpo.

Partendo dal collo pallido e liscio, fece scivolare le dita provocandole alcuni brividi che lui stesso sentì quando passò a toccarle le braccia nude.

Gli venne istintivo avvolgerla ancora di più, per scaldarla, e spostò le mani sui fianchi.

Kagome reagì allungando le braccia dietro al collo di lui, che non si fece attendere oltre e interpretò il gesto come un palese invito a continuare imperterrito.

 

Delicatamente avanzò fino a spingerla contro la colonna, le mani salde sui fianchi, e appena raggiunse la parete continuò la sua esplorazione, scendendo a tastare le gambe, che quel giorno erano fasciate da dei lunghi pantaloni neri.

Come se l’ impiccio lo infastidisse decise di risalire in alto, diretto alla pancia piatta, e poi poco più in alto, fino a saggiare le forme del seno tondo e pieno, ansante e fremente sotto il suo tocco.

Quella donna si stava schiudendo per lui, e ogni secondo sentiva il suo desiderio aumentare, incoraggiato dall’ accoglienza dolce di lei.

 

Dopo quel tempo che parve interminabile si accorse di non aver mai smesso di baciarla, e non lo avrebbe fatto, se non avesse avuto bisogno di prendere respiro. Ma solo per ricominciare con più foga, si promise.

Aprì gli occhi e la guardò, accorgendosi solo in quell’ istante degli occhi pieni di lacrime di lei. La cosa lo investì come una doccia fredda, e in un secondo ebbe paura.

 

Che cosa stava succedendo? Perché piangeva se evidentemente lo voleva anche lei?

Forse stava correndo troppo?

Oppure.. oppure stava male per quell’ idiota?

 

Si lasciò sfuggire un sospiro.

 

“Stai pensando a lui?” le chiese dolcemente, avendo un po’ paura della risposta.

Lei alzò gli occhi di scatto, arrossendo.

Era così vicino, così bello e così perso nei suoi occhi che per un attimo pensò che avrebbe potuto tacere e continuare a baciarlo, e prendersi ciò che voleva.

E lei voleva lui. Voleva Inuyasha con tutta se stessa.

 

“No, stupido” il tono offeso lo fece sorridere

“Allora perché piangi?”

 

Kagome pensò a tutti i motivi per cui avrebbe dovuto dirgli la verità. A tutte le cose che rendevano impossibile e sbagliato quello che stava succedendo fra loro.

A tutto quel che ne sarebbe derivato, poiché lei rimaneva un’ altra scappatella al di fuori della sua vita da compagno. Lei sarebbe rimasta l’ altra, una delle tante, ancora una volta.

Una lacrima sfuggì alle ciglia, solcando la guancia e scendendo fin sotto al mento.

 

Inuyasha la prese col dito e le asciugò la pelle, in un gesto molto tenero e delicato.

 

“Non è.. non sarà come tutte le altre volte. Voglio sistemare tutto, se anche tu lo vorrai.” Kagome lo guardò vedendolo arrossire. Anche lui era titubante e insicuro. Le sfuggì un mezzo sorriso

“Fidati di me, Kagome”

 

Le mani di lui tornarono a contornare il suo volto, spingendola a guardarlo.

Lei lo fece, incapace tuttavia di resistere a lungo al contatto con quegli occhi cangianti, così dolci e insieme famelici. Pensò che l’ unico modo per interrompere quel contatto così intenso fosse di trovarne un altro, e in uno slancio di coraggio si alzò sulle punte dei piedi, allungandosi fino a baciarlo.

 

Inuyasha non si fece certo pregare, e ci mise poco ad abbandonarsi a quel bacio coinvolgente. Avvolse il corpo esile di lei con le braccia e senza alcuno sforzo la sollevò.

Kagome emise un gemito di sorpresa, che lo fece sorridere e interrompere il loro bacio solo per un secondo, mentre con passo deciso camminava dirigendosi verso la camera da letto.

La mise giù ma senza fermarsi, e facendola arretrare la spinse piano verso il letto, dove l’ adagiò senza incontrare proteste.

Si fermò solo un secondo a contemplarla, deglutendo al pensiero di quello che stava per succedere. Non lo aveva previsto, non lo aveva calcolato.

Eppure il pensiero di lei si era fatto così intenso da quel giorno nel camerino, che ora non riusciva a pensare ad altro.

E in un moto di egoismo ammise a se stesso che non gli bastavano più la sua compagnia e il suo sorriso. Lui la voleva tutta.

 

Spinto da quel pensiero si abbassò fino a coprirla col suo corpo, facendo attenzione a non gravarle addosso. Sentì Kagome muoversi sotto di lui, spostandosi e aprendosi per incastrarsi meglio sotto di lui, e la cosa lo fece letteralmente andare in estasi.

Sentiva il seno di lei sotto il petto, e più in basso, la sua erezione trovava ristoro in quell’ incavo caldo e accogliente, purtroppo ancora ostruito dai vestiti.

Senza pensarci troppo iniziò a spogliarla, iniziando dalla camicetta. Kagome trovò estenuante il modo lento e cadenzato in cui slacciava ogni singolo bottone, ma l’ attesa fu ripagata dallo sguardo di lui, che una volta sfilato l’ indumento rimase incantato a rimirare il suo petto, scosso dal  respiro affannato.

Si chinò a baciarle il collo, aspettando quel lasso di tempo che rendesse lecito il poter realizzare tutti i pensieri che aveva per la testa, perché era certo che Kagome non avrebbe sopportato tutto quel che avrebbe voluto farle.

Ma tutti i suoi buoni propositi andarono a farsi benedire quando sentì le mani di lei sfilargli la camicia dai pantaloni e introdursi furtivamente fino a sentire il tocco caldo sugli addominali.

Gli sfuggì un ringhio, provocato a metà dal solletico per il tocco delicato e un po’ per l’ eccitazione. Era da troppo, per i suoi gusti, che nessuna lo toccava.

 

Beandosi di quel contatto scese con le labbra a baciarle l’ incavo fra le clavicole, togliendole un attimo il respiro, e poi giù fluido come un fiume, lasciandosi avvolgere dal calore e dalla morbidezza del seno, coperto da un reggiseno in leggero cotone.

Poteva vedere i capezzoli spingere attraverso la stoffa, e il solo realizzarlo lo spinse a muoversi con entrambe le mani sotto la schiena di lei. Sganciò in un secondo l’ ultimo strato che lo separava dalla sua pelle candida, e dopo averlo rimosso del tutto si fiondò sulle rotondità, gustandole in ogni centimetro.

Kagome ansimava sonoramente, mentre lui pizzicava e leccava quel punto così erogeno in cima al seno, grande e dannatamente invitante.

Continuò per un po’, finché non iniziò a sentire qualcosa spingere troppo dolorosamente fra le sue gambe. Il desiderio cresceva spudoratamente, e lui non riusciva a contenerlo. Non era da lui essere così frettoloso, dannazione.

Aprendo gli occhi si accorse di quanto fosse incantevole Kagome, così abbandonata e seminuda per lui. E capì che era solo colpa sua se ora si ritrovava questo bisogno impellente di farla sua, colpa della sua bellezza che gli toglieva il fiato.

Come a punirla, slacciò in tutta fretta la cerniera dei pantaloni, e in un’ unica mossa glieli sfilò, facendola sussultare. La guardò, rossa e vogliosa.

La cosa lo fece eccitare un sacco, e anche lui si denudò rapidamente, sfilandosi del tutto la camicia e i pantaloni.

Rimanevano solo i due indumenti più intimi, gli ultimi ostacoli a quell’ unione che desiderava con sofferta impazienza.

 

Tornò a coprirla col suo corpo, sentendo i capezzoli spingere sul petto e le braccia di lei avvolgerlo ancora, cercandolo in una muta richiesta.

 

I loro baci ora si erano fatti impazienti, come impellente era il desiderio di entrambi.

Senza nemmeno pensarci Inuyasha giunse con le mani fino agli slip di Kagome, giocherellando con il bordo e carezzandolo fino a giungere ai fianchi, dove tirò l’ elastico e lo ruppe senza il minimo sforzo, facendola nuovamente sobbalzare per la sorpresa.

La guardò negli occhi, eliminando del tutto la stoffa ormai rotta e abbassandosi in modo fulmineo i boxer.

 

Il contatto fra le pelli calde lo fece emozionare, e ancora di più lo fecero gli occhi di lei. Il modo in cui lo guardava lo fece sentire desiderato, e addirittura.. amato.

E gli piaceva un sacco che lei lo guardasse cosi.

Si chinò a baciarla, per poi tornare a guardarla negli occhi

 

“Sei stupenda” lei non disse niente, ma arrossì ancora di più, sentendosi in soggezione per quel complimento in un momento così delicato. Senza accorgersene un’ altra lacrima sfuggì ai suoi occhi, e prontamente lui l’ asciugò con le mani.

“Anche quando piangi” disse piano, e la fece sorridere “Ma io voglio vederti sempre sorridente”

Piano, combattendo con il desiderio ardente che gli intimava di prenderla con tutta la foga di cui era capace, si unì a lei, godendo di ogni singolo centimetro che il corpo di lei gli offriva, donandogli rifugio, calore. Amore.

 

“Voglio renderti felice”

 

 

 

 

 

 

Quando Kagome si svegliò aveva il viso affondato nel cuscino.

Cercò di voltarsi, ma la luce del sole la investì, e ci mise parecchio a decidersi ad aprire gli occhi. Quando lo fece si accorse delle lenzuola sfatte intorno a sé, e di qualcosa di scuro vicino a lei.

Stropicciò bene gli occhi, rendendosi conto che si trattava di una freccia, ritagliata da carta di giornale.

 

La freccia indicava come direzione la porta della sua camera, e non appena si alzò, nuda e curiosa come una bambina la mattina di Natale, si accorse che sul pavimento altre frecce segnavano tutto il percorso.

Le seguì sorridendo, trovandosi coi piedi di fronte alla colonna.

Davanti a lei, appoggiato per terra, un pacco chiuso da un enorme fiocco blu torreggiava invitandola ad aprilo. Lei non si fece attendere, e lo scartò in qualche mossa, scoprendosi a rimirare il vestito verde che aveva indossato solo qualche mattina prima.

 

Era senza parole, e solo in quell’ istante si accorse che era sola in casa.

Talmente abituata a svegliarsi senza nessuno accanto, e totalmente rapita dal gioco delle frecce, non si era nemmeno domandata dove potesse essere finito Inuyasha. Il solo pensiero di lui la fece avvampare, riportandole alla mente la notte di passione che avevano condiviso.

Tornò poi a guardare il pacco, chiedendosi se fosse lui l’ artefice di tutto ciò.

Un’ altra freccia rapì la sua attenzione.

Sotto al pacco, e poi sulla colonna, ecco un altro percorso che saliva in alto, fra un disegno e una scritta, su in cima, costringendola ad alzarsi.

Dovette sollevarsi in punta di piedi per poter leggere il messaggio:

 

Ti dona davvero troppo per rimanere su uno scaffale.

Indossalo questa sera, per favore.

E scusa se ti ho lasciata sola, ma sarò tutto il giorno nel salone a organizzare l’ evento.

 

Ps. I bottoncini li ho chiusi tutti io.

Inuyasha

 

 

Kagome rise di gusto, notando solo in quel momento che li avesse davvero chiusi lui. Affondò il viso nel vestito, sperando che quel sogno non finisse mai.

 

 

 

 

 

Inuyasha era nervoso come non mai.

Mentre seguiva tutti i lavori per allestire il salone, e le tavolate per la cena alla quale avrebbero partecipato anche i nuovi collaboratori del suo studio, pensava e ripensava alla notte trascorsa con Kagome.

Il pensiero non lo faceva stare fermo, tanto si emozionava, e si ritrovava a camminare in giro come uno scemo, cercando di non farsi distrarre dal ricordo di quel corpo meraviglioso che ansimava per lui. Doveva aver preso un brutto colpo in testa, per essere ridotto così.

Ma ormai era fatta.

Aveva chiamato Kikyo, quella mattina, pregandola di raggiungerlo al salone prima che iniziasse l’ evento. Doveva parlarle, doveva dirle che non poteva continuare così.

Che non l’ amava più.

Il pensiero lo mise in agitazione, ma insieme gli diede una sensazione di libertà. Libertà di stare con Kagome e averla ancora accanto.

 

 

Attese con impazienza che arrivassero le uniche persone che per lui rappresentavano una svolta nella sua vita. Il suo passato, e il suo futuro.

 

 

Quel pomeriggio Rin si era dedicata insieme a Inuyasha e a Miroku al ricevimento. Anche Sesshomaru li aveva raggiunti, ma per lei costituiva più una distrazione che altro. Non perdeva occasione di avvicinarsi di soppiatto, abbracciandola da dietro o sussurrandole parole sdolcinate o addirittura sconce.

Pensava di aver sopperito a tutto quel periodo lontani, quando appena riconciliati si erano dedicati giorni di amore e passione nel suo appartamento. Ma a quanto pare ricordava male i bisogni del suo Sesshomaru.

Era davvero sorprendente che avesse resistito tutto quel tempo in cui si erano lasciati senza una donna. Comunque, era meglio per lei.

Verso le otto gli ospiti iniziarono a entrare numerosi, e lei si occupò di accoglierli insieme a Sango.

 

“Hai visto Kagome?”

“No, ma ho visto Sesshomaru” Rin la guardò di soppiatto, salutando e consegnando una brochure a un altro gruppo di invitati

“Che vuoi dire scusa?”

“Rin, è come un avvoltoio! Non ti molla un secondo!” disse guardando il demone dall’ altra parte del corridoio, apparentemente preso da una conversazione.

“Dannazione, quello ha voglia di sesso” Sango la guardò arrossendo

“M-ma cosa dici?”

“E’ tremendamente insaziabile..” sospirò. Sango era senza parole

“Comunque non ho visto Kagome, ma l’ ho sentita ieri. Sai, per la storia di Kouga”

“Sei stata una brava amica, e per poco eravamo riuscite a nasconderle tutto. Peccato per quell’ imprevisto”

“Già, ma ieri era.. non oserei dire serena, ma posso assicurarti che non era affatto triste come mi aspettavo”

Rin la guardò

“Beh, meglio così”

“Si. Anche se.. ho una strana sensazione, Rin”

“Di cosa parli?”

Sango soppesò mentalmente la questione. Forse un parere in più poteva rassicurarla.

 

“Sai, ho come il presentimento che Kagome e Inuyasha.. si insomma, che ci sia qualcosa fra loro. O per lo meno, da parte di Kagome”

Rin la fulminò con gli occhi

“Impossibile”

“Come fai a esserne così sicura?”

“Non lo sono, in effetti. Ma se quel ragazzo ha un po’ di sale in zucca non si complicherà la vita. C’è in ballo la sua reputazione, a ridosso di un’ attività appena iniziata. E nemmeno Kagome mi sembra così ingenua da assecondare i fini di un marpione come Inuyasha”

“Accidenti, lo vuoi proprio mettere in croce”

“Credimi, non ho nulla contro di lui. Ma purtroppo Inuyasha non riesce a essere fedele a nessuna. E questo, per i miei gusti, lo fa finire direttamente su una lista nera”

“Io credo che Kagome sia davvero presa da lui..” sussurrò ancora Sango, cercando lo sguardo di Rin.

La ragazza la guardò, stavolta un po’ più incerta.

“Allora, in quel caso, saremmo nella merda fino al collo”

 

 

Quando Kagome scese dal taxi fu tentata di tornare indietro per la millesima volta quel giorno. Si sentiva un pesce fuor d’acqua, in un vestito troppo bello per lei, a un evento al quale non era nemmeno sicura di voler partecipare, perché sapeva che avrebbe rivisto lui, e lei.

Maledicendosi pensò che avevano un nome.

Inuyasha e Kikyo.

Erano anche una coppia. Lui, stupendo e dannato dongiovanni, lei quella che nonostante tutto, ufficialmente figurava al suo fianco.

Non seppe se invidiarla o meno. Dopotutto, lui era appena stato con lei.

E cosa sarebbe successo ora?

Inuyasha avrebbe davvero sistemato tutto? E che cosa intendeva con.. sistemare tutto?

 

Entrò titubante nell’ edificio e poi seguì le indicazioni per il cortile, fermandosi nel portico spazioso.

I tavoli erano stati disposti all’ aperto, ma coperti da un enorme telone che riparava dalla calura del sole, ormai alto, e dalle eventuali intemperie.

Il vasto giardino era delizioso, illuminato dai raggi del sole e ricco di alberi fiorenti e panchine sparse qua e la. Vicino al grande telone, e a un palchetto con un microfono e un proiettore, Kagome vide un tavolino con un plastico.

Probabilmente il lavoro commissionato dall’ azienda partner di Inuyasha.

Facendosi largo tra la folla, fra cui incredula non riconobbe nessuno dei suoi amici, vi si diresse per darci un’ occhiata.

 

Si fermò a osservare il ripiano, scoperto sopra e da cui poteva vedere gli interni di uno studio. Sotto, sulla targhetta che riportava i nomi degli ideatori, scorse anche quelli di Miroku, Inuyasha e del fratello.

 

“Ti piace?” la voce di Inuyasha la fece trasalire. Sollevò lo sguardo, ed ebbe la sensazione che il tempo si fosse fermato.

Lui era li, in tutta la sua bellezza, intento a sorridere e a porgerle un calice pieno di una bevanda.

“Ti ho vista arrivare” disse quando lei, cocciutamente silenziosa, prese in mano il bicchiere e lo fece tintinnare sul suo. “Sei bellissima” sussurrò, bevendo poi un sorso dal bicchiere.

“G-grazie. Per il vestito, non dovevi”

“Si invece”

 

Lui continuò a guardarla, constatando con divertimento quanto fosse in imbarazzo. Avrebbe voluto prenderla e baciarla davanti a tutti, e farla rilassare nel modo che sapeva, avrebbe avuto un grand’ effetto su di lei.

 

“Come stai?” le domandò, cercando di scavare un po’ in quel turbinio di sensazioni che le vedeva dipinte sul volto

“Bene” disse lei abbassando lo sguardo

“E tu?” lo rialzò, e Inuyasha si sciolse un po’. Sembrava una bambina.

“Sono contento. Sta andando tutto più o meno come previsto” le sorrise

Lei si guardò intorno

“Beh, si prospetta una grande serata, in effetti” lui bevve un altro sorso

“Non mi riferivo a questo”

Kagome avvampò, incapace di reggere quello sguardo. Sentì una felicità inaspettata salirle dentro.

“Inuyasha!” entrambi si voltarono, e Kagome la vide per la prima volta.

 

Kikyo. Decisamente più alta di lei, ma con la stessa intensità di nero nei capelli, e due occhi più sottili e scuri.

Per un attimo le sembrò di vedere una se stessa più matura. Ma quando la vide sorridere guardando Inuyasha si accorse di quanto fosse diversa.

La vide avvicinarsi sui tacchi alti, le gambe snelle e lunghe.

 

Si rigirò in fretta, guardando Inuyasha.

In quel momento si sentì male. Ora era tutto reale. Kikyo era reale, quello che avevano fatto era reale. La realtà, era che lui era impegnato.

 

“Kagome” la richiamò “resta fino alla fine della serata. Ti prometto che ne varrà la pena” le sorrise rassicurante. Lei annuì appena col capo, vedendolo poi incamminarsi e superarla, per raggiungere la sua ragazza.

Ebbe la tentazione di voltarsi e guardare coi suoi occhi, ma in quel momento qualcuno venne a salvarla

 

“Kagome! Sei arrivata finalmente!” l’ allegria di Sango la investì, alleggerendo almeno un po’ il peso che sentiva nel petto.

“Ciao Sango, mi spiace per il ritardo. Non sapevo cosa indossare” buttò li

“Beh, vedo che hai risolto il problema egregiamente! Sei a dir poco meravigliosa!”

“Grazie. Come sta andando?”

“Per ora tutto bene, eccetto un piccolissimo particolare”

“E sarebbe?”

“Rin ha un problema con una”

“Con una? E chi è?”

“Non l’ ho ben capito. Pare una ex fiamma di Sesshomaru. Ma non capisco quale sia il problema, dato che lui muore dalla voglia di fare sesso con Rin”

“Ma.. ti sembrano cose da dire?!” chiese Kagome imbarazzata

“Me lo ha detto Rin”

“Ok, credo di essere confusa”

“Siamo in due. Forza, andiamo a sederci, fra poco inizia la cena!”

 

Vi erano almeno sette tavolate, e Kagome notò con piacere che nella sua non era prevista la presenza di Inuyasha, e conseguentemente della sua ragazza.

Erano in un altro tavolo, insieme ad altre persone che non conosceva.

Fu con un certo disappunto che notò di essere l’ unica single, ma in  fondo era coi suoi amici, e andava bene così. E poi, fra sé e sé, penso che forse, presto non sarebbe più stato così.

 

“Sicuro di non voler sedere con i dirigenti?”

“Certo, ci passerò tanto di quel tempo” Miroku sorrise a Sango, dandole un bacio.

Dall’ altro lato, Rin aveva uno sguardo assatanato, mentre Sesshomaru rimaneva impassibile come sempre.

“Potevi dirmi che avevi richiesto la sua presenza almeno”

“Non l’ho richiesta io”

“E allora chi?”

“Dimentichi che lei rimane una collaboratrice importante. Tutto il team che ho lasciato in questo periodo è in mano sua, ma per aiutare Inuyasha ho dovuto rivolgermi a loro. Kagura lo avrà saputo e starà dando una mano”

Rin sembrò non apprezzare quella risposta, e Kagome ebbe la sensazione di sentirla bofonchiare qualcosa come “Nessuno gliel’ ha chiesto”

Decisamente forse c’era chi era messo peggio di lei.

Si voltò verso il tavolo di Inuyasha, vedendo Kikyo sporgersi e baciarlo sulla guancia.

Ok, forse quella messa peggio era lei.

 

“Kagome” Sango la richiamò  “Come procede il tuo articolo?”

“Già, a quanto ne so il mio amico stavolta sta facendo le cose per bene” s’ intromise Miroku.

Eh, già, proprio.

Gli sguardi tornarono su di lei

“Beh, ecco.. lo sto terminando”

“Kagome, guarda che la consegna è settimana prossima” disse Rin

“Lo so, lo so, manca davvero poco” disse lei arrossendo

“E puoi anticiparci qualcosa?” continuò sorridendo Miroku “Alla fine che cosa scriverai?”

Kagome era in seria difficoltà

“Voglio dire, pare che Inuyasha sia rimasto fedele a Kikyo” disse facendo un cenno alla coppia qualche tavolo più in la

“In questo caso che cosa pensi di scrivere?”

“Ho già calcolato tutto. Ma.. non posso dirvi niente”

“Fai bene, e poi manca ancora un giorno e qualcosa” s’ impose Rin “tutto può succedere!”

“Parlando di Inuyasha non posso che darti ragione” rise Miroku.

 

In quel momento sentirono un fischio e un signore iniziò a parlare al microfono, introducendo alcuni altri ospiti, fra cui Inuyasha e Miroku e dando inizio alla cena, alla fine della quale avrebbero spiegato nei dettagli in cosa consisteva il progetto.

 

A Kagome sembrò che le ore non finissero mai, e l’ ansia cresceva a ogni minuto, mentre lo stomaco le si chiudeva e non riusciva a smettere di domandarsi che cosa sarebbe accaduto alla fine di quella serata.

Perché Inuyasha le aveva detto di restare? Sperò che si trattasse di qualcosa di veramente importante, perché iniziava a non tollerare più il fatto che a pochi passi da lei, il ragazzo con cui aveva appena fatto l’ amore fosse circondato dalle attenzioni di un’ altra donna.

 

 

 

Inuyasha era disperato.

L’ agitazione per l’ affare era solo lo sfondo di una preoccupazione ben più grande. Da quando Kikyo era arrivata non aveva fatto altro che discutere di particolari futili e insignificanti, commentando gli addobbi scialbi e poco interessanti che Rin aveva scelto per l’ occasione. Poi era passata ai vestiti di alcune collaboratrici.

E quando Inuyasha aveva insistito per parlare con lei, si era imposta dicendo che doveva assolutamente assaggiare il buffet, che all’ apparenza era anche peggio delle decorazioni.

Insomma, non era riuscito a procedere secondo i suoi piani, che poi tanto certi a quanto pare non erano. Sperava davvero di riuscire a liquidarla così?

Due anni di storia racchiusi in cinque minuti prima dell’ inaugurazione del lavoro che avrebbe dato una svolta alla sua vita

 

“Non ti amo più, siamo troppo diversi. Ora però ho da fare”

 

Si sentiva un idiota, e per giunta non aveva concluso un accidente. Quella sera, dopo la festa, aveva organizzato una sorpresa per lei, per Kagome.

E sperava con tutto il cuore di riuscire a mostrargliela. Doveva trovare quei dannatissimi cinque minuti.

 

 

Il dessert arrivò come una ventata d’aria fresca, sia perché si trattava di gelato che perché rappresentava, forse, la fine di quella serata infinita e ansiogena.

Rin si guardava intorno irrequieta, attirando l’ attenzione degli amici

“Rin, che ti prende?” chiese Kagome

“Non capisco che fine abbia fatto Sesshomaru”

“Sarà andato in bagno” disse Miroku per poi guardare verso il palchetto “in effetti temo che a breve avremo bisogno anche di lui. Vado a vedere” e il ragazzo si alzò prontamente

“Non è necessario. Vado io” il tono di Rin sembrava irremovibile.

 

Si alzò e si diresse verso l’ edificio, salendo i pochi gradini per accedere al porticato, e poi dentro. Le venne automatico dirigersi verso i bagni, e per farlo passò di fronte a una serie di corridoi. Fu proprio da uno di quelli che sentì provenire la voce di Sesshomaru

 

“Non ho tempo per queste cose adesso”

“E quando ne avrai? Quando troverai cinque minuti per parlare di quello che c’è stato fra di noi?”

 

Rin sentì una stilettata al cuore. Si sporse lentamente oltre il muro e osservò i due, l’ uno davanti all’ altra.

 

“Credevo di essermi già spiegato in merito. Evidentemente abbiamo vissuto la cosa in maniera completamente diversa”

“Di cosa stai parlando?” Rin decise di non poter davvero più rimanere nascosta

Sesshomaru si voltò, guardandola quasi infastidito.

“Nulla che ti interessi, andiamo via” si diresse verso di lei e cercò di prenderle un braccio

“Non toccarmi!” gli urlò in faccia, per poi guardare la donna a qualche passo di distanza

“Che cosa c’è stato fra voi?” chiese poi con tono mesto

“Rin, non c’è stato nulla”

“Non ti credo!” gli occhi erano pieni di lacrime, che a fatica represse

 

Guardò ancora la donna, aspettando che qualcuno le desse le spiegazioni che meritava

 

“Avanti, diglielo Sesshomaru. Tanto anche se lo tenessi nascosto, non ti crederebbe comunque” a quelle parole Sesshomaru ringhiò sonoramente

“Sta zitta Kagura!”

Rin era allibita, passando lo sguardo prima da uno e poi sull’ altro

“No, io non voglio più stare zitta. Non ho fatto altro che aspettare il momento in cui mi avresti degnata di uno sguardo, accorgendoti di me, ma tu avevi occhi solo per lei. Esisteva soltanto Rin”

Sesshomaru sospirò, resistendo alla tentazione di fare del male a qualcuno. Aveva la sensazione che nulla però avrebbe ricolmato il vuoto che stava spargendosi intorno a lui.

 

“Poi quella sera ero riuscita ad averti tutto per me. Sapevo che con la scusa del lavoro non ti saresti mai sottratto a una qualsiasi riunione extra. E quando lei ci vide insieme dubitò subito delle tue intenzioni” lo sguardo rivolto verso Rin

“Pensasti subito che ti aveva tradita. Ma non era vero. Peccato che per la frustrazione e la rabbia, fu proprio quel che accadde poco dopo.” Tornò a guardare Sesshomaru

“Non ci hai messo molto a consolarti con me tutta la notte”

“Basta, taci” le intimò il demone

“Quello che non riesco a tollerare è il modo in cui tu mi abbia usata e scaricata, per poi tornare da una sciocca ragazzina che nemmeno si fida di te!”

“Bada a come parli!” il demone si avvicinò di un passo alla donna, ringhiando sonoramente e pronto a uno scontro verbale senza pietà

 

“Avevi detto che non c’era stato niente fra di voi..” la voce di Rin gli giunse sottile e rotta dal pianto.

Lui sembrò perdere tutto l’ interesse per Kagura e il loro bisticcio, e in pochi passi fu di nuovo davanti a Rin, che prontamente si allontanò.

“Mi hai mentito..” le guance ricoperte di lacrime e l’ espressione tormentata.

“Rin, cerca di capire, se ti avessi detto quello che è successo tu non ti saresti mai convinta di quanto io e te potessimo ancora stare bene insieme”

“E avrei fatto bene” sussurrò “mi hai spezzato il cuore. Di nuovo. Non meriti neanche la metà dell’ amore che provo per te” si voltò e tornò indietro

“Rin, aspetta!”

 

Sesshomaru la seguì, cercando di fermarla, ma quando la raggiunse si accorse di essere già nel portico, dove Inuyasha stava tenendo un discorso.

Si fermò, guardando la ragazza tornare al tavolo, e attese di capire la sua prossima mossa. Non l’ avrebbe lasciata andare via da li senza averla prima convinta che si era trattato di uno stupido, immondo errore e che lui era sempre lo stesso.

Che loro due, potevano essere ancora gli stessi.

 

 

Rin prese la borsa dalla sedia e fece per andarsene, quando Kagome la fermò

“Rin” sussurrò per non farsi udire ”Che cosa ti è successo?”

Anche Sango e Miroku si voltarono, allarmandosi subito nel vederla in quello stato.

“E’ tutto sotto controllo. Vi chiedo scusa, ma un contrattempo..”

“Rin” Kagome si alzò in piedi “Ma quale contrattempo, di che parli? Che ti è successo?” andò con lo sguardo oltre di lei, vedendo un Sesshomaru parecchio nervoso e irrequieto osservarle da lontano

“Kagome, scusa ma devo proprio andare..”

 

Un sonoro colpo di tosse le fece voltare verso il palco

 

“Scusate, scusate l’ interruzione” Kagome per poco non sbiancò vedendo Kikyo prendere il posto di Inuyasha, che di certo non aveva finito il suo discorso, e iniziare a parlare al microfono.

“So che questa sera è da dedicare al lavoro che il mio amoruccio e il suo amico stanno realizzando”

“Kikyo per cortesia..” Inuyasha cercò di riprendere possesso del microfono

“Tesorino lasciami finire. Stavo dicendo, questa sera abbiamo un grandissimo evento da festeggiare, e così ho pensato, perché non festeggiarne due?” si voltò sorridendo a Inuyasha, che invece appariva più spaventato e sorpreso che mai.

“Kikyo, che cosa stai facendo?”

Lei ignorò la sua domanda, e si rivolse nuovamente a tutti gli ospiti

“Siamo lieti di annunciarvi, che il mese prossimo ci sposeremo!”

 

Per parecchi secondi rimasero tutti in silenzio, Inuyasha compreso.

Poi qualcuno iniziò titubante ad applaudire, trascinando anche gli altri ospiti. Kikyo sorrise soddisfatta, battendo da sola le mani e guardando felice Inuyasha.

Ma lo sguardo di lui era rivolto unicamente a Kagome.

 

La ragazza lo fissava attonita, incapace di formulare qualsiasi pensiero che non fosse

-Inuyasha sta per sposarsi-

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!
Chiedo immensamente venia per il ritardo mostruoso ;_;
Scusate davvero, ma è stato un periodo pieno e difficile e non ho avuto molto tempo da dedicare alle mie storie!
Mi auguro almeno che il capitolo possa essere di vostro gradimento, così per perdonarmi un pochino :D

Come forse avevo annunciato già un po’ di tempo fa, questa storia non sarà particolarmente lunga, ma anzi, posso dire senza problemi che (sempre che riesca a scriverla ^_^”) non manca molto alla fine.

Ho voluto scompaginare un po’ le cose, e così ci ritroviamo davanti a qualche situazione sgradevole. Rin ha scoperto il “tradimento” di Sesshomaru, Kagome, che è una gran credulona devo dire, ha ceduto al suo sentimento, per poi scoprire che lnuyasha sta per sposarsi. E beh, non era il modo che si aspettava da parte sua di sistemare le cose :D soprattutto dopo aver visto come il suo caro Kouga l’ avesse presa per i fondelli.

Rimangono Sango e Miroku, il quale è un marpione risaputo, ma alla fine Sango è quella messa meglio XD

Cosa succederà adesso? E questo benedetto articolo?

 

Spero di aggiornare presto! Intanto grazie a tutti per i commenti, le letture, i messaggi e il supporto, come sempre graditissimi!

Per chi non le avesse ancora fatte, buone vacanze e a presto!
Aruko

 

  
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