Cap.6 La gelosia del nano
Thranduil
si mise dietro il prigioniero e gli accarezzò i fianchi,
sentendolo rabbrividire sotto le sue dita. Gli avvicinò la
bocca alle labbra e
vi soffiò vicino.
“Destati,
ora. Ho dei dettagli da aggiungere alla nostra possibile
alleanza”
gli propose. Gli passò la mano sulla schiena, Thorin si
dimenò e l’altro
scivolò sul letto fino a metterglisi davanti.
“Non
c’è niente che mi possa interessante di quello che
puoi offrirmi”
soffiò. Digrignò i denti.
“E
non comportarti come se fossi realmente attratto da me.
Chissà quanti
amanti avrai, oltre me” lo accusò. Thranduil
inarcò un sopracciglio biondo
platino.
“Amanti?”
domandò. Thorin dilatò le narici ed
alzò il mento.
“La
vostra sposa è morta e mi è parso di capire che
per te gli uomini, non
sono dissimili dalle donne, quando si tratta di amoreggiare”
rimarcò il
concetto. Thranduil ridacchiò.
“Amoreggiare?”
chiese, raddrizzandosi la corona di rami e alloro che
indossava. Thorin digrignò i denti.
“Non
fate il finto tonto. Tra i vostri elfi alcuni hanno le pelli
più
abbronzate, altre i capelli neri. Sono convinto che molti di loro
vorrebbero
conoscervi approfonditamente” ringhiò. Thranduil
negò con il capo.
“Mi
duole far sfiorire le tue illusioni, ma ho contatti solo con le
guardie”
ribatté. Thorin schioccò la lingua sul palato.
“E
nessuna guardia vi è particolarmente vicina?”
chiese con voce roca.
Thranduil
si portò una mano alla bocca e ridacchiò.
“Siete
geloso, nano?” domandò. Thorin digrignò
i denti e cercò di
raggiungerlo con una testata, ma l’elfo si scansò
con un movimento fluido.
“Se
non sei geloso, non dovresti avvederti dei miei amanti”
sussurrò,
sfiorandogli le labbra con il pollice. Il nano cercò di
mordergli a sangue il
dito.
“Allora,
dimmi la tua nuova proposta” sibilò.