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Autore: Grey Wind    27/04/2009    1 recensioni
Le Ojamajo non si conoscono, il mondo della magia non è mai esistito... le ragazze dovranno scontrarsi con la vita e con i problemi che questa comporta. Il rating è attualmente verde, ma non so se peggiorerà! XD
Pairings: OjamajoxFLAT4
Dedicato alle mie due splendide nee-chan + imotou-chan (rirettificato)! Arigatou...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4
Watashi Wa Segawa Onpu Desu


Splendente. Nessun altro aggettivo riusciva a descrivere meglio Segawa Onpu-chan.
Di lei colpiva tutto: il fisico minuto, le gambe lunghe, la pelle candida, gli occhi intensi, i capelli sempre perfetti... ma soprattutto la sua voce.
Quando parlava nessuno riusciva a non rimanere ammaliato da quel velluto che ricopriva ogni parola, dalla gestualità appena pronunciata quando era imbarazzata o in difficoltà, dalla accuratezza del suo parlato nonostante i suoi appena quattordici anni.
La critica la adorava, i ragazzi speravano di poter diventare il suo principe azzurro, le ragazze cercavano di emularla, i più grandi la amavano per la sua semplicità e per la sua solarità.

Apparenza.
Odiosa apparenza.
Non amava la gente, non amava andare ai talk-show, non le piaceva dover essere su tutti i cartelloni e tabelloni. Lei voleva cantare e recitare. Basta.
Ma sua madre non pareva capirlo, le scritturava ingaggi su ingaggi, ogni giorno aveva interviste e servizi fotografici ammassati l’uno sull’altro, incastrati alla perfezione.
Ma dopo 10 anni di luci dello spettacolo ad illuminarla come lei non voleva, la voglia di farsi vedere diventava troppo opprimente e spesso la voglia di scappare diventava più forte ogni giorno di più.

Era arrivato il giorno del suo diploma alle scuole medie in un prestigioso istituto di Tokyo, poi avrebbe avuto un po’ di vacanze.
-Onpu-chan, eri sicuramente la più bella a ricevere il diploma!- si complimentò un giornalista mettendole il microfono sotto al naso, all’uscita della palestra.
La cerimonia era stata registrata da una troupe televisiva che aveva pagato fior fiori di quattrini per aggiudicarsi l’onore di filmare la cerimonia di molti futuri idol.
-Non credo, anzi... c’erano molte ragazze più belle di me!- rispose Onpu, col solito sorriso dall’apparenza spontaneo.
Poi non ascoltò più nulla dato che sua madre e due bodyguards la trascinarono in macchina, nascondendola dai flash e dai rumori che i giornalisti producevano.
-Tra poco avrai un’intervista radiofonica... poi la serata sarà libera.-
Quando sua madre, la manager, diceva “serata libera” non intendeva veramente un po’ di ore dedicate all’ozio, ma anzi allo studio di copioni o a provare canzoni.
Questo rendeva felice la ragazza.
-Finalmente!- sussurrò stirandosi braccia e gambe, chiudendo gli occhi e rilassandosi completamente.
-Poi il regista Fujiawara ha chiamato per sentire come stavi...-
-Davvero?! Spero che abbia in mente un nuovo film, mi piacerebbe lavorare ancora con lui.- sussurrò riaprendo gli occhi velocemente. Le piaceva quell’uomo dall’aria buona ma decisa, un vero regista di polso e fermezza; aveva lavorato molte volte con lui e ogni film che avevano prodotto era risultato un vero successo, infatti poteva vantare nel suo curriculum colossal del cinema giapponese per ragazzi.
-Sì, credo proprio che andremo a trovarlo tra pochi giorni...- esclamò la donna, scorrendo varie scritte da un palmare grigio metallizzato, l’agenda degli impegni della figlia.
-Come?- la ragazza fissò la madre, non capendo dove potesse trovare del tempo per andare a trovare il regista visto che non abitava a Tokyo.
-Sì, andremo nella cittadina di Misora... siamo già stati nella villa Fujiwara!- le ricordò sorridendo.
-Sì, sì... mi ricordo della figlia, quella ragazzina tanto carina...- sussurrò più a se stessa che alla madre.
-Credo che per un po’ andremo via da Tokyo... mi sembri troppo stressata... il signor Fujiwara ha avuto un ingaggio per un nuovo film e mi ha comunicato che vorrebbe collaborare con te anche quest’anno...-
La violetta si sistemò meglio sul seggiolino in pelle della macchina e pensò al possibile lavoro con il regista.
-Però a quel che so non sarà un lavoro “semplice” come gli altri... è un film impegnativo, anche perché molti attori sono locali e sai come sono fatti gli attori di provincia...- la voce della donna sfumò in maniera ironica, ricordandosi tutta la boria che i meno famosi tiravano fuori.
-Ci sono tanti attori di città che si comportano con la stessa identica arroganza.- la riprese la figlia, storcendo la bocca. Infondo nemmeno loro erano di Tokyo, venivano da una cittadina nel nord del Giappone e visto che aveva passato gli anni più belli lì non riusciva a parlar male dei provinciali.
Il resto del viaggio procedette in silenzio. Onpu leggeva i copioni con attenzione, preparandosi per il talk-show del giorno dopo, mascherando malamente il disgusto.
La signora Segawa invece leggeva una rivista in cui compariva la figlia in copertina, splendente come sempre.
-Come al solito i quelli travisano...- sbuffava indignata perché i giornalisti avevano messo in bocca alla figlia parole mai pronunciate.
-Però il servizio fotografico è molto interessante.- aggiunse compiaciuta.
Quando la macchina rallentò il suo corso fino a fermarsi, le due scesero e si diressero in casa per cenare; il padre di Onpu nemmeno per quella sera sarebbe tornato, poiché i turni si facevano sempre più lunghi con l’avanzare delle qualifiche ricevute.
Anche quella sera sarebbe stata la solita noia senza di lui.
“Kami-sama!” pensò la ragazza, notando un paparazzo malamente nascosto dietro un cespuglio. Non riusciva a sopportare gli avvoltoi assetati di scoop o di storie da storpiare.
Entrò in casa e si posizionò sul divano con un cuscino nel grembo, accendendo la TV su un programma a caso, giusto per tenerle compagnia mentre la madre si affaccendava in cucina alla meglio.
-E ora parliamo del nuovo album di Onpu-chan!- un giovane presentatore dalla faccia carina e i capelli pieni di gel cominciò ad elogiare l’ultimo lavoro della ragazza, dicendo un sacco di cose vuote.
“Non l’avrà nemmeno ascoltato!” si disse ripensando al tempo perso per studiare i testi e il canto, al sudore che aveva versato nello studio di registrazione. Una strana fitta di rabbia le infuocò lo stomaco e spense la TV ispirando forte.
-Che c’è?- domandò la donna, vedendo l’aria arrabbiata.
-Niente...- gracchiò Onpu, mettendosi a tavola; la mamma/manager aveva messo del pollo fritto riscaldato al microonde in una ciotola e aspettava solo che la figlia si servisse. Ma la violetta non fece altro che fissarsi le mani con le labbra arricciate.
-Mangia, su...-
La idol obbedì delicatamente portandosi un pezzo di pollo nel piatto, prima di spolparlo delicatamente con le mani.
La signora Segawa sospirò nel vedere tanta apatia in quei gesti... da piccola andava pazza per il pollo fritto. “Per fortuna staccherà la spina nei prossimi giorni!” pensò sollevata masticando delicatamente.

-*-*-*-

I giorni prima dell’imminente partenza per Misora, Onpu non riusciva più a contenere un certo sollievo nell’allontanarsi da quella città così caotica per poter respirare l’odore dell’acqua salmastra e per poter nuovamente far visita alla grande villa di casa Fujiwara odorosa di vecchio e nuovo allo stesso momento.
La voce della “vacanza” nella bella cittadina fece velocemente il giro di tutti i giornali costringendo la ragazza a ripararsi dai flash continui e insistenti, dalle mille domande inopportune e dai fans che la imploravano di non andare.
Tutto ciò fece aumentare il rigetto per il mondo giornalistico e non appena arrivò il giorno della partenza si sentì sempre più sollevata; aveva preparato i bagagli all’ultimo minuto per riuscire ad occupare tempo senza che la madre si accorgesse dell’impazienza che l’imminente “vacanza” le aveva procurato. Era conscia che i paparazzi e i giornalisti ci sarebbero stati comunque, ma ciò non la spaventava perché la prospettiva di una cittadina tranquilla le faceva vedere tutto rosa.
-Onpu porta giù la valigia!- la incitò sua madre, bussando rapidamente alla porta della stanza della ragazza.
La figlia non se lo fece ripetere due volte e trascinò il trolley fino alle scale, per poi prenderlo in mano e correre giù per la rampa attenta a non cadere.
-Ti vedo felice del viaggio!- notò suo padre, prendendole la valigia e dandole un lieve bacio sulla fronte.
-Oh, sì... mi fa piacere rivedere il regista Fujiwara-sama! È una grande opportunità lavorare con lui.- esclamò sorridendo.
Rapidamente si infilò le scarpe e si incamminò sul vialetto in cui era parcheggiata la grande macchina dai vetri oscurati.
-Onpu-chan! Onpu-chan!- si sentì chiamare dai soliti curiosi, ma la ragazza non degnò loro nemmeno di uno sguardo e si sedette sui sedili posteriori in pelle.

-*-*-*-

Il viaggio era durato qualche ora che per la ragazza erano sembrati giorni... aveva passato il tempo giocherellando con il cellulare, scambiandosi messaggi con delle sue “amiche” e a guardare il paesaggio che mutava forma ad ogni chilometro.
Quando arrivarono vicino a Misora, la idol riuscì ad intravedere uno squarcio brillante di mare e i palazzi più alti costruiti nelle vicinanze; il cuore le accelerò vertiginosamente, ma cercò di mascherare quell’euforia apparentemente senza senso.
-Tra poco meno di mezz’ora saremo a casa di Fujiwara-sama, mi raccomando cerca di parlare con la figlia... non come l’ultima volta...- la ammonì la madre.
Onpu ne rise, ma non riuscì a fare a meno di rivangare l’episodio in cui conobbe la figlia del regista: l’allora bambina le aveva parlato intensamente per dieci minuti buoni con l’intento di metterla a suo agio e lei cosa era stata in grado di dirle?! “Ho mal di testa, potresti lasciarmi sola?!”. Quella povera bambina se ne andò dalla stanza con le lacrime agli occhi... subito la violetta se ne pentì perché infondo quella Hazuki era piacevole... però il mal di testa era davvero insopportabile.
-Sì, sì...- esclamò rafforzando l’espressione con un assenso fatto con la testa.
-Sai già che progetto ha in mente?- domandò il signor Segawa, accarezzando la mano della moglie.
-Ho sentito dire che si tratterà di una storia di amore tra adolescenti che purtroppo finirà in maniera tragica, ma non ne sono convinta del tutto...- la donna si grattò il mento con la mano libera e si mise a pensare a dettagli più esaustivi riguardanti il film.
-E sai se ci saranno attori famosi?- chiese l’uomo, sempre più curioso.
-A parte la nostra Onpu?! Sì, Inagawa Yuuijiro e Tegawa Irina (nomi assolutamente a caso! XD ndS)... in più ci dovrebbe essere anche l’idol nascente Kounna Tooru-kun, ma sono solo voci.-
“Speriamo di no! Quel tipo è troppo... troppo!” pensò scocciata la violetta rigirandosi una ciocca di capelli tra le dita.
-So che non ti sta simpatico però nella recitazione non se la cava male...-
Onpu sbuffò forte prima di lasciarsi sfuggire un sorrisetto mesto che indicava la sua resa.

Il cancello della villa Fujiwara si aprì lentamente e cigolando un paio di volte prima che fosse possibile il passaggio con la macchina. Alla soglia della casa c’era la famiglia del regista al completo, tutti sorridenti e tutti con la mano alzata in un cenno cordiale di saluto.
C’era anche la figlia, che sembrava rilassata.
-Non mi odia...- commentò sollevata la violetta.
-Oh, è successo così tanto tempo fa!- le rispose la madre.
Non appena l’autista della macchina si fu fermato per permettere alla famiglia Segawa di scendere, una donna anziana dall’aria pimpante aprì la portiera per far scendere la star.
-Oh, arigatou...- sussurrò perplessa Onpu, vedendo la signora in kimono guardarla in maniera strana.
-Si figuri Onpu-san... mi segua!- senza attendere i genitori della ragazza, la vecchia trascinò la idol davanti ai tre.
-Konnichiwa!- prese fiato mentre faceva un inchino profondo e continuò a parlare. –Grazie per avermi invitata a casa vostra! Grazie per la vostra generosità, mi comporterò bene e se avete bisogno di me in qualunque modo vi prego di farmelo sapere senza esitazioni.-
Hazuki fissò gli occhi ardenti di determinazione della star e per poco non le venne da sorridere, ma si trattenne perché sarebbe stato maleducato.
-Onpu-chan, come sei carina! Ma per noi è un onore averti in casa nostra e poi è solo per il nuovo film di mio marito che ci sarà bisogno di te...- aveva esclamato la moglie del regista, mettendole una mano sulla spalla.
-Esatto! Mia moglie non avrebbe potuto dire niente di più preciso... adesso entra che Hazuki e Baaya ti faranno vedere la tua stanza!- disse il regista sorridendo bonariamente.
Gli occhi di Onpu non si fecero lucidi per poco, e fu sorpresa nel sentire la mano calda di Hazuki stingersi intorno alla sua.
-Vieni pure...- con delicatezza la spinse ad entrare e le sorrise dolcemente.
-Non ce l’hai con me!- esclamò sospirando di sollievo.
-Perché?! Ah, per quella frase di qualche anno fa! Figurati... è stata colpa mia, della mia lingua lunga!- senza pensarci molto, Onpu fu condotta al piano superiore e le fu mostrata una stanza verso metà di un lungo corridoio.
La porta era socchiusa e non appena la aprì per poco non si mise a ridere.
-Lo so, mia madre ha un gusto un po’ “particolare”!- gracchiò Hazuki, notando la bocca storta di Onpu.
-Non... preoccuparti... è... originale!- la voglia di ridere davanti al trionfo del rosa e dei merletti fu tanta, ma riuscì a trattenersi non appena sentì la dolce voce della donna.
-Allora Onpu-chan, che ne dici?- chiese notando le ragazze davanti alla porta.
-Graziosa! Davvero molto... graziosa!- rispose sfoderando fuori le sue arti di attrice.
-Lo sapevo che ti sarebbe piaciuta! Hadzuki mi h fatto notare che è troppo rosa! Ma non credo! Ho evitato di far fare delle stampe sui muri, perciò non mi sembra di aver esagerato... no?-
-No, no...- rispose più seria che poté.
“Stampe?” si domandò notando il letto a baldacchino, le tende e i tappeti tutti dello stesso colore rosa acceso che la faceva quasi ridere.
La donna, accompagnata dalla madre di Onpu, si mosse velocemente trafficando con un’altra porta.
-Scusala... domani Baaya farà qualche cambiamento!- le sussurrò Hazuki, sorridendo delicatamente come al solito.
-Questa qui...- con il pollice le indicò la porta alle loro spalle -è la mia stanza, se hai bisogno di me basta che bussi!-
-Arigatou...- la ragazza dai capelli viola sorrise ad Hazuki e si voltò per entrare in quel mondo rosastro, quasi accecante.
Il padre le appoggiò la valigia a terra e sorrise divertito del rosa, per poi portare il resto delle valige in camera della moglie. Lui non sarebbe rimasto, il giorno dopo sarebbe ripartito per Osaka ed aveva potuto prendere un solo giorno di ferie.
Ben presto sistemò i vestiti che si era portata e cominciò a chiedersi quanto sarebbe rimasta in quel luogo; di certo se volevano girare un film impegnativo non sarebbe bastata una settimana.
Non riusciva a capire a che gioco stesse giocando sua madre rimanendo così vaga, visto che solitamente le diceva anche le virgole di ogni singolo progetto.
-Onpu-san, scusa il disturbo...- la voce di Hazuki si diffuse nella stanza facendo sussultare appena la violetta, immersa in pensieri tutti suoi.
-Sì?- chiese voltandosi.
-Tra un’ora sarà pronta la cena, se vuoi fare un bagno stavo giusto andando...-
-Certo! Prendo le mie cose e arrivo...- “Onpu-san...” pensò poi, incuriosita e contenta di quella formalità inaspettata.

-*-*-*-

I giorni trascorsi a Misora erano già tre.
Tutti gli studenti andavano a scuola già da una settimana e tre giorni, mentre Onpu rimaneva chiusa nella grande villa Fujiwara con le mani in mano a non fare assolutamente nulla. Sua madre se ne stava tutto il giorno al cellulare o a parlare con la madre di Hazuki, mentre quest’ultima andava a scuola sempre più entusiasta.
“Perché? Che sta succedendo?” si domandava spesso, risistemando più volte la disposizione degli abiti nell’armadio senza mai trovare l’equilibrio.
Quel giorno Baaya non c’era, aveva preso un giorno di ferie per andare a trovare un nipote e la villa sembrava così vuota senza le sue urla e la sua camminata pesante. C’erano altre domestiche, ma non erano rumorose come l’anziana, e si sentiva veramente sola; dalla “sua” stanza si poteva vedere il giardino enorme e il cancello nero, stranamente aperto.
“Ci sarà qualcuno?!” guardò velocemente nella strada ma non vide nessuna macchina e nessuno a piedi.
Lasciò perdere mettendosi a sedere sul letto soffice, incrociando le belle gambe e guardando un quadro di arte astratta attaccato alla parete.
Il dolce bussare la ridestò dall’osservazione attenta ed esclamò: -Avanti!-
Una donna di circa trent’anni entrò sorridendo: -Signorina Onpu-san, è desiderata in salotto.- fece un breve inchino e attese che la ragazza si avvicinasse.
La violetta seguì incuriosita la cameriera, chiedendosi chi fosse a desiderarla di mattina. La risposta arrivò subito, non appena giunsero nella stanza più grande della casa, arredata in maniera sfarzosa ed elegante, con tre divani al centro e un tavolo di legno tra questi: appoggiata vi era una teiera con dei bicchierini e dei biscotti al cioccolato. Il suo sguardo vagò fino al divanetto centrale, in cui era seduto un ragazzo.
“Oh no...” pensò scrutando la chioma blu e gli occhi verdi-acqua di Kounna Tooru.
-Onpu-san!- esclamò agitando una mano e alzandosi gioviale, col sorriso dolce che piaceva a tutte le ragazzine.
-Ciao!- rispose lei, sorridendo forzatamente. Si avvicinò e gli strinse la mano mostrando la maturità di sempre.
-Hai saputo?! Faremo il film insieme!-
-Avevo sentito dell’idea...- rispose lei alzando le spalle.
-Sono così contento di poter lavorare con te! Non sai quanto ti ammiro! E non solo per la tua voce, ma anche per la tua professionalità e per...- il ragazzo continuava a parlare, ma Onpu non ascoltava.
Sarebbe stata dura.

Tremendamente dura.

Fine Quarto Capitolo

Grazie a tutti coloro che leggono... ^^ Ale03, tranquilla! Momoko stavolta ci sarà! E sarà anche in dolce compagnia! XD Continua a seguirmi... ^^ Bacioni!
  
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