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Autore: saffyj    15/08/2016    7 recensioni
Bella, una ragazza con la testa sulle spalle e dedita allo studio, si troverà nel bel mezzo di un gioco... molto pericoloso!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cotta Pericolosa'
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CIAO A TUTTE E BUON FERRAGOSTO!!!
 
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Giovedì 21 gennaio 

Cosa dire di ieri sera? Tutti ne siamo rimasti entusiasti.
Lo so che è solo commedia quella di Edward, ma non ho voluto rovinarmi la serata continuando a ripetermi che lo faceva solo per un secondo fine, e mi sono gustata la sua compagnia.
Non sono mancati sfioramenti e frasi ambigue, e mi sono crogiolata in quelle emozioni come fossero vere. Sono una donna e mi piace sentirmi bella… e Edward ci riesce benissimo!
E adesso sono qui, nel solito bar, con il solito caffè che continuo a mescolare con la testa stancamente appoggiata alla mano mentre rivivo ogni singolo momento della serata.
Le risate, le prese in giro, i discorsi seri… i gesti galanti come aprirmi la portiera, salutarmi con un bacio sulla fronte e la sua domanda, quasi timorosa di un rifiuto, se potevamo ripetere la serata.
“Ricordati che è tutta finzione” mi risveglia come una doccia fredda Rose sedendosi accanto a me seguita da tutti gli altri.
“Lo so” ammetto triste “Ma devo ammettere che è stata veramente una bella serata” rispondo sconfortata.
“Ci sa fare il ragazzo… ma tu non devi farti ingannare!” mi ricorda Jacob stampandomi un bacio sulla guancia.
“Lo so, lo so. Tranquilli! E’ solo che non riesco a essere falsa, e se dobbiamo portare a termine il nostro piano devo lasciar andare un po’ le emozioni” ammetto sapendo che sto giocando troppo vicino al fuoco.
“Chi deve rimanerne ferito è lui, non tu!” mi ricorda Rose ed io sento uno strano e inappropriato senso di colpa che mi fa dolere il petto.
Che poi non è detto che il nostro piano lo ferisca… sarà già abbastanza arrabbiato per aver perso la scommessa… 9 giorni… 9 giorni e tutto sarà finito!
“Voi statemi vicino e continuate a seguire il piano… io cercherò di non bruciarmi troppo”
“Sta arrivando!” esclama Jasper indicando la macchina di Edward che sfreccia davanti al bar “Andiamo e lasciamoli soli, mi mancano ancora alcune parti” e dopo avermi salutato e fatto le dovute raccomandazioni mi lasciano sola.
Edward entra nel bar dopo pochi minuti e il suo volto si illumina nel vedermi sola.
“Ciao” mi saluta con un sorriso che gli attraversa il viso.
“Ciao” lo saluto con altrettanto entusiasmo.
“Sola? Posso farti compagnia?” annuisco spostandogli la sedia per invitarlo a sedersi vicino a me.
“Hai già mangiato?” mi chiede chiamando il cameriere.
“Sì, ma ho ancora un leggero languorino e quella torta al cioccolato è da quando sono entrata che mi chiama” rido indicando un pezzo di torta nella vetrinetta dei dolci.
“E allora rispondi al richiamo!”
E come la cena, anche la colazione scorre piacevole, così piacevole che arriviamo in classe in ritardo. Edward si prende le colpe mentre si siede al banco vicino al mio.
“Ma tu non sei all’ultimo anno?” gli chiedo quando il professore inizia a spiegare.
“Sì” risponde tranquillo continuando a guardare verso la lavagna, anche se il suo sorriso sghembo mi fa capire che mi sta prendendo in giro.
“E… non dovresti seguire le lezioni dell’ultimo anno?”
“Le compagne di classe del primo anno sono più interessanti” e mi fa l’occhiolino riportando subito l’attenzione al professore che ci sta guardando.
“Se non segui le lezioni ti abbasserai la media… o perderai l’anno” gli bisbiglio.
“Tranquilla ho tutto sotto controllo” e con un gesto della mano dichiara chiusa la discussione.
Finita l’ora mi bacia sulla tempia e mi dà appuntamento per il pranzo.
Non lo vedo per le ore successive, nemmeno nella classe di letteratura dove l’ho sempre visto dall’inizio dei corsi… forse ha seguito il mio consiglio! Naaahhh!!!
 
Avverto con un messaggio i miei amici che a pranzo sarà con Edward, e Jasper, in pochi messaggi, prepara l’intera organizzazione.
Appena esco dalla classe dell’ultima ora trovo Edward appoggiato al muro di fronte alla porta. Bello come un Dio. Ha gli occhi che brillano e un sorriso smagliante. Ovviamente un’ochetta sta parlando con lui accarezzandogli il braccio, ma lui non la degna nemmeno di uno sguardo. Appena mi vede mi viene incontro allontanando con un gesto della mano la stangona rossa che fino a pochi secondi prima lo guardava in adorazione e adesso brontola offesa scomparendo nel corridoio. Sorrido nel pensare che questa scommessa non mi farà trovare l’amore della mia vita, ma sicuramente per i prossimi nove giorni mi farà avere tante piccole vendette verso le oche-Masen che mi hanno sempre guardato come fossi un inutile scarafaggio!
“Era la tua ultima lezione vero?” mi chiede Edward ed io risposto lo sguardo su di lui.
“Sì. Oggi pomeriggio devo fare la relazione per lunedì e poi sono libera per tutto il week end” esclamo felice.
“Anche per me non ci sono lezioni oggi pomeriggio e se mi permetti vorrei onorare la prima regola aiutandoti con la relazione!” e mi prende i libri che tenevo in mano.
Rimango imbambolata nel guardarlo mentre si allontana. Cavolo! Perché non può essere tutto reale?
“Andiamo?” mi chiede Edward appena si accorge che non lo sto seguendo. Annuisco e affretto il passo per raggiungerlo.
“E dato che oggi sono in vena vorrei onorare anche la terza regola stupendoti” sorride mentre camminiamo nel corridoio.
“Lo hai già fatto di questa settimana” gli rispondo anche se sono curiosa di sapere come vuole stupirmi.
“Non fare la pignola Swan! E avvisa i tuoi amici che per pranzo Masen ti rapisce!” e facendomi l’occhiolino affretta il passo fino ad arrivare fuori dalla facoltà.
 
***
Stupire mi ha stupito! Mi ha portata a casa sua… e cavoli che casa!
Beh! Per essere corretti è un appartamento poco distante da quello di Alice e Rose. E’ luminoso, arredato con ottimo gusto e ordinato. E’ un’unica immensa stanza, con cucinino diviso dal salotto da un’isola attrezzata ed immensa. Una libreria divide la zona giorno dalla zona notte, dove un letto futon fa bella mostra di sé. Ci sono solo due porte. Una vicino al frigorifero a doppia anta e una tra il salotto e la camera da letto.
I colori principali sono il bianco e il rosso, con particolari neri. Molto moderno e di lusso.
“Mi hai portato nella tua tana?” gli chiedo entrando preoccupata senza smettere di guardare il letto disfatto.
“A casa mia” mi corregge prendendomi la giacca e appendendola a uno strano appendiabiti.
“Sei la prima che ha l’onore di entrarci” continua credendomi un’ingenua.
“Sì, la prima a entrarci per studiare marketing e non anatomia” rispondo tagliente.
Lui sorride scuotendo la testa.
“Anatomia la studio nell’appartamento vicino all’università. Non è intelligente far sapere a certe donne dove abito” sciabola le sopracciglia come se avessi capito il motivo.
“Certo!” taglio corto mentre con lo sguardo ispeziono la casa. E’ veramente bella. Anche se non vedo fotografie o qualche oggetto che possa farmi capire qualcosa di più di scommessa-Masen.
“E’ poco personalizzato per essere un appartamento abitato” esclamo ancor prima che il mio cervello mi dia l’input di parlare.
“Lo so. Ma è momentaneo. Appena ho finito l’università voglio lasciare Seattle…” e la sua affermazione stranamente mi rattrista, non so perché ma sento che mi mancherà. Ma cosa stai pensando? Dopo il 30 tornerai ad essere invisibile per lui!
“Quindi questo è l’ultimo anno a Seattle?” gli chiedo nascondendo il mio disagio nel pensare che l’amicizia che ha finto di bramare tanto ha una data di scadenza.
“Ti mancherò?” mi chiede con una strana luce negli occhi ed avvicinandosi oltre il consentito a due amici.
“Speravo di poter utilizzare i tuoi servigi anche il prossimo anno” scherzo facendo una smorfia.
“Ti mancheranno solo i miei servigi?” mi chiede roco avvicinandosi sempre di più e appoggiandomi le sue grandi e vellutate mani sulle spalle.
“E anche i nostri battibecchi?” gli chiedo ormai con la voce che trema.
“Nient’altro?” mi soffia ormai a pochi millimetri dalle labbra.
“Nient’altro…” sussurro chiudendo gli occhi mentre le sue labbra si appropriano delle mie.
Mi mancheranno anche i suoi baci, le sue mani, la sua voce roca, il suo sguardo che mi fa sentire desiderata e bella… mi mancheranno molte cose di lui… anche la scommessa?
Ed il mio cervello mi fa riprendere in tempo, mentre le sue mani sono già infilate sotto la mia maglietta e le mie stringono le sue spalle per farlo aderire meglio al mio corpo.
Mi stacco velocemente e faccio un passo indietro per aumentare le distanze.
“Perché resisti a ciò che provi?” mi chiede con una voce che mi fa accaldare e annullando nuovamente le distanze.
“Sei tu…” provo a difendermi “… che continui a baciarmi.”
“E tu rispondi…” ribatte stringendomi nuovamente a sé e affondando i suoi smeraldi nei miei occhi.
“Se mi hai portato qui per studiare anatomia… è meglio che vada” e con non so quale forza riesco ad allontanarlo da me e dirigermi verso la giacca. Ma lui si appoggia alla porta di entrata impedendomi di uscire.
“Ti stai comportando come un’adolescente frigida” mi attacca facendomi stringere i pugni per non prenderlo a sberle “Dimmi che sbaglio quando penso che tu provi una forte attrazione per me ed io ti lascio andare” mi chiede senza malizia o ironia. Sento il cellulare vibrarmi nelle tasche, ma lo ignoro.
Scuoto la testa cercando di mettere insieme i pensieri e trovare una frase che smorzi il suo ego… “Sarei una bugiarda se ti dicessi che i tuoi baci non mi toccano o se ti dicessi che non sei un ragazzo attraente e sexy, ma sarei altrettanto una bugiarda se mi lasciassi andare con te. Non sono un’adolescente frigida, ma sono una ragazza che ama sè stessa a cui non piace donare il suo corpo a un uomo per il quale non prova nulla… e con la mente e il cuore rivolti verso un altro uomo.” Affondo il coltello con l’ennesima bugia, ma sono sola nel suo appartamento e devo smorzargli l’ego nell’unico modo che conosco.
“Quindi reputami pure un’adolescente frigida, non mi interessa il tuo giudizio.” guardo il letto ancora disfatto “Sei pieno di donne pronte a scaldarti il letto e molto vogliose… vai da loro, sbollenta le tue voglie e cercami solo se sei realmente interessato ad aiutarmi con la relazione!” lo strattono perché mi liberi il passaggio ma lui mi blocca tenendomi per il polso.
“Il tuo cuore e la tua mente saranno rivolti a Garrett… ma adesso sei qui con me e il tuo corpo mi desidera” lo schiaffo parte ancor prima di pensare. Il cellulare ricomincia a vibrarmi nella tasca, ma sono troppo arrabbiata per rispondere e non permetterò a nessuno di combattere le mie battaglie.
“Io non ti desidero! Il pensiero che mille mani abbiano toccato il tuo corpo mi disgusta! L’unica cosa che mi affascinava di te e che mi attraeva era la tua compagnia, il tuo essere brillante, colto e ironico, ma dopo le tue ultime affermazioni penso solo che sei un ottimo attore, e che saresti pronto a tutto pur di scoparti l’unica ragazza che non te l’ha servita su un piatto d’argento!”
“Non sono un attore, e cancellerei ogni singola donna che ho avuto pur di poter stare con te! Quando ti bacio il mondo svanisce, il mio corpo prova sensazioni che non ho mai provato e dal nostro primo bacio continuo a immaginare come è essere dentro di te, baciarti, accarezzarti, perdendomi nel tuo profumo e sentire la tua pelle sulla mia… credo che tu sia la porta del paradiso e lo ammetto voglio toccarlo… voglio toccarlo con te. E non sono l’unico che prova la scarica elettrica che attraversa il mio corpo ogni volta che ti sfioro…” lo dice così convinto che quasi gli credo… sembra una dichiarazione d’amore, ma se si legge tra le righe si può intuire che ha ammesso la scommessa. Sono la porta del paradiso? No, sono la chiave per vincere la scommessa.
“Dammi la possibilità di farti capire cosa provo per te e lasciati andare…” mi accarezza la guancia guardandomi con occhi “sinceri”. Nego con il capo “Non farò nulla che tu non voglia… ma ti prego non negarmi la tua compagnia e le tue labbra” mi chiede sfiorando con il pollice la mia bocca e allacciando il braccio intorno alla mia vita.
“Sono solo una semplice ragazza… non c’entro nulla con le modelle con il quale ti accompagni solitamente.” Ammetto.
“Non c’entri nulla perché tu sei molto più bella. Non hai bisogno di trucchi o vestitini striminziti per farmi questo effetto” mi strofina la sua eccitazione sulla coscia “Mi basta guardarti negli occhi, sentire la tua risata o vederti mordere il labbro quando sei concentrata o in imbarazzo… tu sei bella dentro e fuori… e io voglio essere il fortunato che potrà godere della tua compagnia e della tua bellezza”
“Ma andrai via da Seattle” sussurro ormai stregata dalle sue parole. Nemmeno la mente che continua a ricordarmi le parole che ha detto negli spogliatoi riesce a non farmi sentire amata e bella.
“No, se tu me lo chiederai”
“Non voglio intralciare i tuoi piani… e non voglio prendere un’insufficienza per la relazione che non stiamo facendo” riesco a smorzare il momento romantico ritrovando la retta via.
Mi guarda stupito scoppiando a ridere con la sua risata cristallina, che mi fa sciogliere ancor più che il suo sorriso speciale “Sai sempre come stupirmi” sussurra mentre mi bacia sulla fronte e, prendendomi per mano e portandomi in cucina.
  
 
!! ATTENZIONE SPOILER !!
“Ma sei impazzita?” mi strilla Leah appena faccio capolino in sala.
“Cosa ho fatto?” le chiedo cercando di capire perché tutti i Quielutes sono radunati alle sue spalle e mi guardano in cagnesco.
“Alice è qui e ci ha detto chi è Edward! E’ il bastardo della scommessa e tu stavi per fargliela vincere!!!...


 
   
 
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