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Autore: Hamlet Moriarty    17/08/2016    3 recensioni
Niente uccide un uomo.
E' questo che riecheggia nel guscio vuoto e scheggiato a cui Dean è stato ridotto dal Marchio e dall'omicidio.
Continua a ripeterselo,
ogni volta che con la coda dell'occhio vede i suoi sguardi morire nell'occlusione buia dell'essenza demoniaca,
ogni volta che si sorprende a non pensare a null'altro che a quei petali temerari di sangue che colano dalla sua opera di macellaio,
ogni volta che diventa debole e si crepa un altro po' e la consapevolezza di quanto poco sia rimasto di lui lo assale,
Niente uccide un uomo.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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NOTHING KILLS A MAN


Di lui è rimasto poco più che un guscio vuoto e crepato, dai bordi taglienti e appuntiti che ti fanno sbocciare rose di sangue fra le dita se ti azzardi a toccarli.

Ma Dean ne è così sicuro, avvolto in quel torpore donatogli dal suo fardello primordiale, che niente uccide un uomo, men che meno un uomo che può uccidere tutto. Si è visto pararsi davanti chiunque e nessuno ha avuto il miracolo di ricevere un po' di pietà, ovvero l'ultima spiaggia di chi si è trovato sulla rotta di una violenza inaudita ed inarrestabile.

Sembrano tutti certi del fatto che, tuttavia, sia restio a ricordarseli, o che non gli interessi. Ma Dean Winchester se li ricorda molto bene, uno per uno, i loro occhi e le loro bocche storte in ghigni sprezzanti e braccia tese ad aspettarlo all'inferno, vede cadaveri e nomi e ignoranza dell'innocenza a infestare le sue notti come termiti. Sul fondo del suo guscio ci sono ancora frammenti della sua anima in cui si specchiano spettri e fantasmi.

Continua a ripeterselo,

ogni volta che con la coda dell'occhio vede i suoi sguardi morire nell'occlusione buia dell'essenza demoniaca,

ogni volta che si sorprende a non pensare a null'altro che a quei petali temerari di sangue che colano dalla sua opera di macellaio,

ogni volta che diventa debole e il guscio si crepa un altro po' e la consapevolezza di quanto poco sia rimasto di lui lo assale,

niente uccide un uomo.

Ma ogni volta, come una serpe covata nel grembo delle sue stesse azioni, dei suoi stessi assassinii e di quelle rare volte in cui la sua malata e morente umanità l'ha percepita, torna uno spiraglio di verità che lo riempie di paura. I pezzi scheggiati della sua anima pigolano debolmente e un misto di collera e disgusto si riversano in ruggenti maree per annegarli.

Non saranno mai i suoi nemici, disseminati sul suo cammino, ad ucciderlo, non sarà mai il suo precario e febbricitante stato fisico, non sarà certamente l'acqua santa di Sam o le sue terapie, non di certo una pallottola o un coltello nella carne, o un'arma speciale che possa far fuori quelli come lui. Nemmeno la Morte lo ucciderà mai.

Perché Dean lo sa troppo bene che la sua fine non si abbatterà su di lui da fuori; la sua fine non sarà mai lo strappo di un cappio attorno al collo a soffocarlo con la poca aria che gli rimarrà nei polmoni.

Saranno infestazioni di batteri e parassiti a mangiargli poco a poco i pensieri finché non ne rimarranno che urlanti brandelli.

Sente gli incubi bisbigliare, le allucinazioni cantilenanti muoversi e strisciare fra le ombre nel buio delle sue palpebre, e come un bambino rassicura l'abominevole omicida che freme sotto la sua pelle che niente uccide un uomo.

Infatti.

Niente uccide un uomo più in fretta della sua stessa mente.





NdA

non c'è nulla di più divertente che giocare con la psiche dei cattivi, perché non raccontiamoci balle, colpa sua o del Marchio che fosse DemonDean era decisamente un cattivo.

Grazie a Trapdoor dei Twenty One Pilots, in particolare al verso “nothing kills a man faster than his own head” che ha ispirato la fanfiction.

Sono pessimo, lo so. Non ne sono nemmeno così soddisfatto, sarà perché sono le tre di notte.

-James.

   
 
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