Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: MandyCri    17/08/2016    7 recensioni
Francesca è una ragazza di venticinque anni.
Impulsiva e pasticciona, caratteristiche che le hanno creato più di un problema in passato, è dotata però di un cervello acuto e di un grande senso del dovere.
Originaria di Casette D’Ete, piccolo paesino nelle Marche, si è trasferita a Milano, dopo aver trovato lavoro presso una grande multinazionale inglese.
Adam ha trent'anni ed è il rampollo di una delle famiglie più in vista della Londra bene.
Rimasto orfano di padre, ha dovuto maturare presto e abbandonare la bella e scapestrata vita piena di eccessi a cui era abituato, per affiancare sua madre Isabelle nella direzione della ditta creata dal nonno e lasciatagli in eredità dal padre.
Cos’hanno in comune Francesca e Adam?
Un incontro burrascoso, bugie, un lavoro in comune e… Andrea.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti!
Portate pazienza, ma per me i mesi estivi sono particolarmente duri dal punto di vista lavorativo e ciò significa che non ho proprio tempo per scrivere.
Spero che questo capitolo vi piaccia e aspetto i vostri commenti, se vi fa piacere lasciarli.
Grazie a chi leggerà ancora questa storia.
Un bacione e buona lettura.
MandyCri

 
§§§

CAPITOLO 13 – PUNTI DI VISTA
 
- Mamma, papà era un pirata?
Lei mi guarda e annuisce.
Io sorrido – Uno di quelli bravi e forti? - chiedo ancora.
- Certo, il più bravo e il più forte di tutti!
Tra poco inizia la scuola.
Milano non mi piace, vorrei tornare a Casette e giocare con i miei amici, ma la mamma ha detto che non si può, ho provato solo una volta a chiederle di tornare a casa, ma è diventata nervosa e ha cominciato a sgridarmi per qualsiasi cosa.
Ha detto anche che questo lavoro che ha trovato è importante e le fa guadagnare tanti soldini.
I soldini servono per mangiare e per vivere, lo so, me l’ha spiegato un sacco di volte e la mamma non vuole che ci si scherzi sopra.
Quindi adesso non le dico più che mi mancano i miei amici.
So che lo fa per comprarmi le cose che mi piacciono tanto e poi, se protesto, diventa lunatica e mi sgrida.
- Qui ci sono bambini senza papà? - domando.
Lei mi guarda in modo strano – Mmm, mmm. - dice e poi torna a preparare la cena.
- Io penso una cosa, mamma.
Lei non si gira, ma mi sta ascoltando, fa sempre così – Se io sarei un pirata...
- Fossi! - mi interrompe.
La guardo incerto, perché non ho capito cosa vuole dirmi.
Lei comprende e ripete – Sei io fossi un pirata.
Non ha afferrato cosa ho in mente, allora penso come potrei spiegarglielo: è una cosa molto importante per me.
L'idea mi viene subito e mi illumino – Saprei nuotare bene, se sarei un pirata! - esclamo felice.
Lei si gira e ha quello sguardo che fa paura, sembra uno squalo con la bocca aperta che mostra i denti. L’ho visto in un film e adesso ho paura degli squali.
Non ho combinato niente di male, non può fissarmi così!
- Se io fossi un pirata, saprei nuotare! - sbotta, alzando un po' la voce, è lo stesso modo in cui mi riprende, quando non parlo bene in inglese.
Resto in silenzio, perché adesso non ha ragione lei!
Devo dirle che secondo me, papà è vivo!
Forse non mi sono spiegato bene...
- Se io fossi un pirata, saprei nuotare... - ripeto incerto, facendo un sorriso, anche se non lo merita, perché se accettando il suo suggerimento, so che poi ritorna di buon umore.
Il suo viso si addolcisce e un bel sorriso le spunta dalle labbra: lo sapevo! – Proprio così! - dice, battendo le mani.
Allora adesso ha capito!
Batto anch'io le mani, soddisfatto – Quindi se papà era un bravo pirata, sapeva nuotare e quindi anche se la sua nave è andata a fondo, lui si è salvato!
Il sorriso si spegne dal suo volto in un attimo – No! - risponde secca.
Non riesco a nascondere la delusione che provo – Ma mamma...
- Andrea! Quante volte ti ho detto che le cose non sono così semplici come sembrano? Anche se una persona sa nuotare perfettamente, ci sono mille cose che potrebbero farla annegare. Il mare in tempesta, ad esempio. Ti permetto di andare in acqua se ci sono le onde grosse? - mi domanda.
Io scuoto la testa per dire di no.
- Vedi? La mamma ha sempre ragione. – liquida in una frase la discussione.
Sono giorni che mi preparo questo discorso, ma non ho avuto il coraggio di farlo alla mamma, finora, perché era sempre nervosa.
Oggi mi sembrava tranquilla – Se papà è salito in cielo, possiamo comprarne un altro?
La mamma si blocca completamente, sembra una statua, poi si gira molto lentamente – Scusa?
Ha gli occhi sgranati, mi sa che ho detto qualcosa di sbagliato.
- Adesso hai un nuovo lavoro, possiamo permetterci un papà nuovo? – sussurro e sono piuttosto spaventato dalla reazione che può avere.
Lei si siede e mi accarezza la guancia. È strana.
Ha una luce triste negli occhi e io mi sento in colpa. Forse non dovevo parlare con lei, ma desidero tanto un papà tutto mio.
- Amore... le persone non si comprano. Nemmeno i papà... - sussurra e poi mi dà un bacio sulla fronte.
- Non possiamo fare quella cosa che si fa con i bambini? - sto per piangere, lo so.
- Cioè?
- Quello che abbiamo visto nel film, ieri... quel bambino poi aveva un papà e una mamma nuovi... - insisto e le prime lacrime mi scendono.
- Intendi “adottare”, vuoi che adottiamo un papà? – È sempre più triste e la sua voce è diversa.
Sta per piangere anche lei.
Io annuisco, ma non dico una parola.
Scuote la testa – Non si possono adottare le mamme e i papà, solo i bambini. Però ti faccio una promessa: un giorno la mamma troverà un fidanzato e tu avrai un papà tutto nuovo.
Spalanco gli occhi – Davvero?
- Davvero. - conferma.
- Come faccio a capire chi sarà? - sono eccitato e le lacrime non mi scendono più.
Un giorno avrò anch'io un papà!
Vorrei saltare e correre per tutta la casa, facendo l’urlo degli indiani, ma aspetto pazientemente la risposta della mamma, perché è una cosa importante, molto importante.
- Hai mai visto un uomo accanto alla mamma, intendo come lo zio Marco si comporta con la zia Gianna?
Io nego con la testa.
- Bene, quando un uomo dormirà accanto alla mamma e tu lo vedrai, quello sarà il tuo nuovo papà.
Mi asciuga le lacrime che si stanno seccando sulle guance e io le sorrido.
La mamma non dice mai le bugie.
Devo solo aspettare.
Cerco di nascondere la mia agitazione e dondolo i piedi sotto il tavolo, giusto per sfogarmi un po’.
 
***
 
Francesca non la smetteva di andare avanti e indietro e la cosa lo irritava da morire.
Ogni tanto lo guardava di sottecchi con un’espressione truce.
Adam ringraziò il cielo di non essere solo con lei.
Quella donna era veramente strana.
Si vedeva lontano un miglio che, se ne avesse avuto l’occasione, l’avrebbe ucciso, seduta stante.
Il che era molto strano, visto che il giorno prima era stata la gentilezza in persona, anche se gli era sembrata fin da subito una farsa, ma la notte appena trascorsa era stata passionale, ancora meglio di ciò che ricordava di quella famosa volta che aveva lasciato un segno indelebile nella sua vita e non c’era stata alcuna traccia di falsità nel suo comportamento.
L’aveva voluto, quanto lui aveva desiderato lei: non aveva dubbi su questo.
L’aveva tenuta tra le braccia e lei si era lasciata andare, aveva esplorato ogni centimetro del suo corpo e la ragazza non si era certo risparmiata, nemmeno il fatto che loro figlio dormisse nella stanza accanto, aveva placato i loro gemiti.
Con il senno di poi, Adam si rendeva conto che erano stati due incoscienti!
E se Andrea si fosse svegliato e fosse entrato?
Per le prossime volte dovevano essere più accorti e chiudere almeno a chiave la porta della loro camera da letto!
Perché, nonostante tutto, ci sarebbero stare altre occasioni, Adam ne era certo.
Era successo sicuramente qualcosa, forse l’arrivo inaspettato dell’amica o, forse, il fatto che per Francesca, essere andata a letto con lui, in quanto suo capo, era stato un errore madornale.
L’aveva capito dalla telefonata che gli aveva fatto, quando si era svegliata, visto che non aveva ancora associato l’Adam di Londra che aveva conosciuto telefonicamente, con lui.
Anche questo era un grossissimo problema che avrebbe dovuto risolvere il prima possibile.
Aveva solo due possibilità: dirle la verità o far sparire per sempre il collega Adam
Visto l’umore nero di Francesca, stava ponderando la soluzione numero due! Un incidente mortale, forse, faceva al suo caso!
Se Francesca lo spiava, malamente di nascosto, Gianna lo stava sorvegliando spudoratamente con un aperto atteggiamento belligerante.
Non c’erano dubbi che la bell’amica di Miss Venturi avesse capito fin da subito chi era realmente lui!
Doveva muoversi con cautela, perché l’unica cosa certa era che non avrebbe perso suo figlio per la seconda volta.
- Non sarebbe il caso che si andasse a vestire?
Adam alzò di scatto il viso e incollò gli occhi su Francesca, allibito.
Davvero continuava ad usare con lui la forma di cortesia, dopo che erano andati a letto insieme?
- Parli con me? – chiese, stupefatto.
Domanda retorica, visto che aveva usato la lingua inglese.
- Secondo lei? – grugnì la ragazza.
Adam si controllò, inarcò un sopracciglio e rispose – Sono già vestito!
- Non ha i pantaloni! E qui c’è un bambino e un’altra donna! È… è… è… in… boxer!
- Non credo che nessuno dei due si scandalizzi e la maglietta è abbastanza lunga per coprire il pacco!
Tutto questo era davvero ridicolo.
- Mamma cos’è il pacco? – si intromise Andrea.
Le guance di Francesca divennero purpuree – Ecco vede? – poi si rivolse al figlio – Non è nulla Andrea, bevi il latte! – ordinò.
Adam scrollò le spalle – È un modo di dire che usiamo noi ragazzi per parlare dei nostri attributi. – gli spiegò, ignorando l’occhiataccia di Francesca.
Di Gianna non si preoccupava: aveva compreso dalla prima frase che aveva detto che l’amica di Miss Venturi non capiva un’acca di inglese, proprio com’era successo sette anni prima a Londra.
Era stato uno dei principali motivi per cui aveva optato per Francesca, piuttosto che per la bomba sexy rossa, nonostante fosse stata proprio lei ad attirare, inizialmente, la sua attenzione e, comunque, se avesse avuto qualche dubbio, sarebbe passato subito, visto che Gianna, ad ogni parola, batteva il braccio di Andrea che puntualmente le traduceva tutto.
- Attributi? – domandò perplesso il bambino.
- Certo, quella cosa che noi maschietti abbiamo in più delle femminucce e che si trova in mezzo alle…
- BASTA! – lo interruppe Francesca, urlando – Non le sembra che sia troppo piccolo per certe cose?
Andrea si immusonì – Non sono piccolo! – protestò.
- Taci! – lo redarguì lei.
Suo figlio lo guardò in cerca di aiuto.
Adam arricciò il naso e gli fece l’occhiolino – Te lo spiego più tardi. – lo rassicurò.
Miss Venturi stava per replicare, ma questa volta fu Gianna a zittirla – Voi due avete bisogno di una doccia. Fredda. Franci vai prima tu! Adesso… Non fare storie. Ho detto immediatamente! – aggiunse subito, nel vedere che l’amica stava per replicare.
Adam chiese aiuto ad Andrea che gli spiegò cosa avesse detto la donna.
Quando vide Francesca alzarsi e avviarsi fuori dalla cucina a testa bassa, si rilassò sulla sedia.
Aveva vinto lui!
Allora c’era qualcuno che riusciva a sedare quella rompipalle nazista!
Guardò Gianna riconoscente, ma il sorriso che era appena comparso sul suo volto, morì all’istante.
L’espressione dura di Gianna lo fece trasalire.
- Andrea, tu resta e adesso traduci tutto quello che dirò ad Adam, ok? Noi due dobbiamo chiarire la situazione e quando parlo io, non voglio essere interrotta e alle domande che farò, voglio delle risposte sincere!
Adam spalancò gli occhi perplesso, finché suo figlio non gli spiegò ciò che Gianna aveva appena detto, quindi si irrigidì sulla sedia.
Era finito dalla padella alla brace!
Ma dov’erano finite le donne dolci di un tempo?
Quelle con i fianchi arrotondati che sprigionavano protezione solo a guardarle?
Era finito in un covo di vipere!
Annuì intimorito, lui il capo di una grossa azienda multimiliardaria!
Gianna cominciò a parlare, Adam seguiva le mani che gesticolavano impazzite, la bocca che ogni tanto si increspava, ma evitò di soffermarsi sugli occhi, perché sembravano prendere fuoco.
Quando ebbe finito, toccò la spalla di Andrea.
Il bimbo sospirò – Che intenzioni hai con la mamma?
Adam alzò le sopracciglia sorpreso: aveva parlato per più di cinque minuti infervorata e aveva detto solo questo?
Che intenzioni aveva?
Non lo sapeva.
Francesca gli piaceva, parecchio, ma qui a dire che avrebbe iniziato una relazione con lei, era davvero troppo.
Insomma avevano un figlio in comune, a letto c’era passione, era intelligente e, doveva ammetterlo, era anche una brava madre, nonostante gli avesse nascosto la gravidanza.
Tra l’altro, da questo punto di vista, la giustificava.
Come avrebbe potuto rintracciarlo?
Poteva anche capire quanto fosse stata spaventata una diciottenne incinta di uno sconosciuto che viveva in un altro stato.
Ma non l’amava.
Era interessato, sì, ma non l’amava.
Una cosa era certa, voleva suo figlio, ma non era il caso di dirlo adesso.
- Buone. – rispose.
- E Andrea? – chiese ancora Gianna.
Non occorreva nessuna traduzione.
Adam guardò suo figlio adorante: oh! Con lui le intenzioni erano più che buone.
- È mio figlio. – dichiarò, giusto per non lasciare nessun dubbio sul fatto che avesse capito tutto molto bene – Voglio viverlo.
Il volto di Andrea si trasformò in un sorriso gigante. Invece di tradurre saltò giù dalla sedia e si arrampicò su di lui per abbracciarlo e baciarlo.
Quando lui lo incoraggiò a tradurre, ubbidì diligentemente.
- Andrea puoi andare a controllare un attimo la mamma?
Il bimbo tradusse la frase per Adam, ma non si mosse.
E adesso cosa voleva?
Non avevano molte chance di capirsi, senza qualcuno che traducesse.
Adam era curioso, quindi disse a suo figlio di fare ciò che Gianna gli aveva appena detto.
Andrea si staccò malvolentieri, però non protestò.
Una volta uscito dalla piccola cucina, Gianna estrasse uno smartphone e cominciò a digitarci sopra, una volta finito glielo porse.
Adam lesse.
Vuoi portarle via Andrea?
Sarebbe stato facile dire “no” o negare con la testa.
Gianna si sarebbe tranquillizzata e lui avrebbe avuto vita facile, ma Adam non mentiva, mai.
Perse il suo cellulare e aprì Google translate e scrisse, poi lo mostrò alla ragazza.
Voglio conoscere mio figlio e prendermi cura di lui.
Gianna impallidì.
Non glielo porterai via!
Adam si innervosì.
Non voglio la guerra, si può risolvere tutto con cordialità.
Lei soffocò un’imprecazione.
Non è detto che sia veramente tuo figlio!
Adam sbatté violentemente i pugni sul tavolo, poi si riprese: non era nella sua natura essere violento, ma quell’insinuazione l’aveva scosso.
Lui e Andrea erano due gocce d’acqua, i tempi coincidevano e lui sapeva con certezza che quella famosa notte, come due stupidi, entrambi non avevano pensato ad usare precauzioni.
Si ricompose e scrisse, poi, con un sorriso beffardo stampato in faccia, fece leggere la traduzione a Gianna.
Hai ragione. Ci penserà la squadra dei miei avvocati a definire o meno la questione, quando inoltreranno a Francesca la mia richiesta per il test di paternità. Credo sia più corretto che tutta questa storia sia seguita da persone che conoscano la legge. Io voglio mio figlio e userò tutti i mezzi a mia disposizione per averlo. Ho già perso sei anni della sua vita.
La ragazza lesse il messaggio e una lacrima le scese sulla guancia.
Allungò la mano e la pose sopra la sua.
Era fredda e sudata.
- Per favore… - disse e Adam non ebbe bisogno di una traduzione per capire che lo stava implorando con gli occhi.
Adam ritrasse la mano.
Non voleva essere cattivo, ma a quanto sembrava, era una cosa che gli riusciva molto bene.
Nonostante le ultime ore le avesse passate con Francesca e Andrea e si fosse lasciato andare, il suo carattere non era cambiato, per nulla.
Sapeva di essere un vincente.
Aveva la forza, l’intelligenza e i mezzi per ottenere sempre ciò che voleva.
Francesca non avrebbe avuto alcuna possibilità di sconfiggerlo, era un dato di fatto.
Scrisse sul cellulare e poi lo mostrò a Gianna.
Nella mia casa a Londra c’è posto anche per Francesca.
Gianna lesse e sbiancò.
Lui invece si adagiò sulla sedia e si stiracchiò.
 
 
 
 
 
 
 
 

 
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: MandyCri