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Autore: atzuki97_drarry    17/08/2016    1 recensioni
[DRARRY] [Accenni ROMIONE]
E' il sesto anno per Harry Potter alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, è tempo di verità, altri misteri e nuovi amori.
Harry dovrà ricredersi su tutto ciò che ha creduto fino a quel momento, sopratutto su tutto ciò che riguarda lo studente da lui più odiato, Draco Malfoy. Cosa accadrebbe se tutto ciò che è stato narrato non fosse andato esattamente come è stato detto? E se l'ossessione del giovane Potter non dipendesse solo dai propri sospetti come lui stesso crede? E se la pressione straziante di Draco non riguardasse solo il compito a lui assegnato?
(Premetto che questa è la mia prima Fanfiction su Harry Potter, spero di aver fatto il possibile per far uscire qualcosa di decente, la Fanfiction riporterà alcune piccole parti (quelle che riterrò più essenziali per lo sviluppo della FF) così come scritte nel libro o leggermente modificate, mentre tutto il resto ovviamente è nato dalla mia mente malata di Drarry. Spero che questa storia sia di vostro gradimento.)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Il trio protagonista, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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La giornata si preannunciava orrenda.
Il tempo nuvoloso di solito favoriva sempre la riuscita di una buona partita di Quidditch, ma non era così se le nuvole che abbracciavano l'intera area del campo erano nere di pioggia, così nere che perfino al cappello-leone di Luna Lovegood era venuta la depressione, tentava di emettere un ruggito fiero ma tutto quello che riusciva a tirar fuori era un debole miagolio più malinconico di quelli di Mrs. Purr.

Harry e il resto della squadra Grifondoro arrivarono in campo di pessimo umore sembrando più una fila di tristi dissennatori che ragazzi intenzionati alla vittoria, li differenziava a loro solamente i colori accessi delle divise. Perfino la loro tifoseria appariva piatta, tutte le case fatta eccezione per i Serpeverde appariva assonnata e poco interessata, c'era chi sventolava bandiere scarlatte più per scacciare via qualche mosca che gli girava intorno che per vero e proprio tifo e chi sembrava leggermente più attivo agitando incoraggiante la mano per salutare la squadra. I Serpeverde invece entrando in campo in passo di marcia sfoggiavano la loro solita aria fiera e compiaciuta e la loro tifoseria non era da meno, urlavano e si agitavano come tante fan girl babbane d'innanzi al proprio idol preferito. La prima cosa che notò Harry è che, come sospettava, Draco Malfoy non era entrato in campo insieme ai suoi compagni che però, fu felice di costatare, non erano al completo; ciò stava a significare che Malfoy o qualcuno che lo sostituiva era in ritardo magari proprio perché nessuno era preparato alla eventualità di un suo abbandono.
Lee Jordan anche quell'anno era il telecronista delle partite che si sarebbero svolte, stava già annunciando uno per uno i nomi dei giocatori entrati in campo mentre gli ultimi spettatori prendevano posto. Tra questi Hermione, la quale puntava il suo sguardo su quello di Ron carico di sostegno, lo spostò immediatamente notando che Harry la stava guardando ma si accorse subito che lo sguardo che le stava rivolgendo Harry era di allerta. Stava accadendo qualcosa di strano e sperava che la sua amica lo illuminasse sulla faccenda. Si guardò intorno tra gli spalti ma non notò nessuno intendo a fare nulla di losco, notò però come il suo amico che i Serpeverde apparivano decisamente troppo esaltati, Theodor Nott ad esempio, che era sempre stato una sorta di golem mummificato sembrava ora un pixie saltellante, accanto a lui Blaise conosciuto per la sua aria solenne si sbracciava animosamente in piedi a due posti vuoti, il suo e quello che probabilmente era destinato a Pansy Parkinson. Hermione spalancò gli occhi, ma certo! Pansy non si sarebbe di certo persa la partita in cui giocava la sua cotta, spostò lo sguardo in cerca di Malfoy ma lui non c'era. Adesso nella mente di Hermione parvero accendersi due luci contrastanti, parve delusa, pensava che forse Pansy avesse architettato qualcosa a favore del ragazzo ma il fatto che anche Draco mancava non combaciava... oppure stavano combinando qualcosa insieme. Hermione tornò a guardare Harry e con un gesto del capo gli indicò il posto della Serpeverde, a sua volta Harry spalancò la bocca come colto di sorpresa e annui in segno di intesa.

La professoressa Bumb che faceva anche da arbitro alle partite fischiò nel suo fischietto argentato costringendo Harry a saltare sull'attenti.
–I capitani si diano la mano!– disse Madame Bumb.
I componenti della squadra Grifondoro si spostarono di lato per far passare Harry, quelli Serpeverde invece si guardarono intorno spaesati in cerca di Draco.
–Professoressa, Draco non è qui– annunciò Goyle con aria più confusa del solito.
–Pare ci sia un po' di trambusto lì in fondo– avvertì la folla Lee Jordan che sembrava l'unico sostenitore dei Grifondoro a non essersi depresso del tempo, in teoria la cronaca doveva essere imparziale ma tutti ormai avevano capito che lui non lo era affatto, anche grazie alla McGranitt che continuava a tirargli gomitate ogni volta che egli esprimeva un giudizio sprezzante sui Serpeverde, talmente bassa era il suo interesse nei loro confronti che non aveva neppure fatto caso alla mancanza di uno dei due capitani. –Draco Malfoy, capitano Serpeverde, è assente all'appello. Pare questa sia una giornata fortunata per gli sfidanti Grifondoro– continuò entusiasta il cronista.
–Se il signorino Malfoy non arriva a breve dovremo sostituirlo con il signorino Urquhart– disse risoluta la professoressa.
–Vado a cercarlo– si propose Harry ottenendo in risposta numerosi sguardi curiosi o diffidenti.
–Non se ne parla– Si intromise Tiger. –Draco è un membro della nostra squadra, dovremmo cercarlo noi–
–Sono il capitano e anche lui lo è – ribatté l'altro.
–E con questo?– 
Ginny Weasley, una delle cacciatrici della squadra, si spostò dal resto della squadra avvicinandosi ai due per dire la sua prima che Harry rispondesse – Credo che con questo Harry voglia dire che essendo capitano della squadra avversaria abbia di certo più influenza di voi altri tirapiedi. Sicuramente Draco non ci terrà a passare come un codardo di fronte alla richiesta di tornare in campo davanti agli occhi della sua nemesi sportiva– Ginny aveva un sorriso compiaciuto che rabbuiò quello della Bumb. –Signorina Weasley, sta forse dicendo che Potter dovrebbe mandare qui Draco Malfoy con delle minacce?–
–Assolutamente no– risposero in un inquietante coro angelico Harry e Ginny. La professoressa li squadrò per un paio di secondi poi con un gesto veloce della mano incoraggiò Harry ad andare – Solo venti minuti Potter, se allo scadere di questi non sarete in campo la partita comincerà senza i loro capitani–.

Harry sapeva che aveva fatto bene a non lasciare la mappa del malandrino chiusa nel suo baule, quella mattina la prima cosa che fece fu infilarsela dentro la divisa di Quidditch, sapeva bene che portare altri oggetti in campo oltre la scopa era vietato, ma in fondo che male avrebbe fatto un pezzo di carta? Per quanto potessero sembrare molti, venti minuti non erano nulla per cercare qualcuno dentro l'enorme castello era una fortuna che Harry l'aveva con sé; quando lo estrasse e pronunciò la formula per rivelarla si convinse maggiormente della propria scelta, senza di essa non avrebbe mai trovato Malfoy in tempo. Se pur la maggior parte dei ragazzi si trovavano al campo, non era di certo facile trovare un nome in un castello immenso senza perdere troppo tempo, per fortuna quando lo trovò non ne erano passati neppure due di minuti, il problema era che di nome non ne trovò solo uno, Pansy Parkinson era proprio di fronte a Draco per quello che diceva la mappa, vicina, troppo vicina all'oggetto delle ricerche di Harry.

–E' possibile che ci sia sempre lei di mezzo?– borbottò Harry tra sé e sé mentre si avvicinava a passo spedito prima di rendersi conto che non sarebbe mai arrivato in tempo se avesse continuato ad usare i suoi piedi come mezzo di trasporto, così si mise in sella alla propria scopa e si diresse all'ingresso del castello, Draco e Pansy si trovavano all'interno, proprio davanti le scalinate principali. Arrivò in un batter d'occhio, scese dalla scopa e la lasciò cadere per terra dirigendosi frettolosamente alle scale, quando intravide la esile figura di Pansy dargli le spalle rallentò e si nascose dietro il muro più vicino per origliare ciò che i due stavano discutendo dimenticandosi del tempo limitato che aveva a disposizione.
–Ma tu devi giocare Draco– la voce della ragazza arrivava petulante alle orecchie di Harry –L'ho fatto per te!–
–Non mi importa dei tuoi giochetti Pansy, non ho tempo per queste sciocchezze– rispose lui gelido.
–L'incantesimo rallegrante dovevo lanciarlo su di te invece che su tutti quei babbei!– urlò lei esasperata prima di girare i tacchi e andare via. Fu in quel momento che Harry uscì allo scoperto, stavolta Draco non si era ancora accorto della sua presenza quindi Harry preferì non fare cenno su quello che aveva appena sentito per non perdere ulteriore tempo.
–Draco–
–Harry–
Ne sentir pronunciare il suo nome Harry sussultò leggermente, la voce di Draco era ferma, dello stesso tono con cui aveva congedato Pansy, Gelida. Nonostante questo qualcosa dentro Harry si strinse, non sapeva da quando lui e Draco avevano iniziato a chiamarsi per nome, ma pensava fosse normale dopo essersi baciati per ben due volte, certo, la situazione non era tutta rosa e fiori e i due avevano indubbiamente bisogno di parlare, ma come poteva farlo se Malfoy non si faceva vedere minimamente per settimane? Non aveva idea di come iniziare ad affrontare l'argomento che lo tormentava o se al biondo fosse interessato più di tanto, magari si era già dimenticato quello che era successo ad Hogmeade, magari per lui era la normalità. In fondo non sapeva nulla di lui e la cosa infastidiva Harry più di quanto si sarebbe aspettato, per più di cinque anni non aveva fatto che etichettarlo come malvagio senza sapere praticamente nulla oltre la sua facciata.
–Ti aspettano in campo– disse solamente, per i suoi tormenti ci sarebbe stato tempo dopo la partita.
–Non gioco, ho detto a Goyle di farmi sostituire, ma il cervello di nocciolina che si ritrova deve averlo dimenticato a quanto pare –
O forse è stata Pansy pensò Harry, gli incantesimi rallegranti oltre a infondere euforia e allegria, elimina temporaneamente anche ogni sorta di preoccupazione. Deve averlo fatto per aumentare l'energia della squadra e migliorare il tifo dei compagni di casa per infondere più adrenalina e motivazione. E forse, anzi, quasi sicuramente aveva lanciato un incantesimo rattristante sul resto delle case, solo che Harry non capiva come ci fosse riuscita, ma poco importava.
–Sei il capitano, tutti si aspettano da te la tua presenza–
–Che importa?–
–A me importa– rispose Harry piano. Draco alzò lentamente lo sguardo per puntarlo imperscrutabile su Harry, i suoi occhi grigi assunsero lo stesso colore dei nuvoloni carichi di pioggia in cielo. –Insomma, non posso perdermi l'opportunità di sbatterti in faccia la vittoria di Grifondoro per tutto l'anno scolastico se tu non giochi, non sarebbe divertente. –
Draco sorrise amaramente –Se non te ne fossi accorto non indosso neppure la divisa, è tardi, e poi quello è impossibile pure nei tuoi sogni, Potter. –
Harry ignorò l'ultimo commento del ragazzo –Ho la mia scopa qua fuori, se vieni adesso possiamo dirigerci velocemente agli spogliatoi e prendere le tue cose –
Il modo in cui Draco scrutava Harry lo rendeva estremamente nervoso, ma tentava di non farlo vedere concentrava tutto il suo stress sulle mani che ora erano strette a pugno lungo i fianchi. Quando Draco accettò con un solo cenno della testa, le mani di Harry parvero rilassarsi, ricambiò il cenno e prese ad uscire dal castello con Draco al seguito.
Senza perdere tempo Harry andò in sella alla Firebolt aspettando che Draco facesse lo stesso, il Serpeverde esitò osservando le setole spennacchiate trattenendo qualsiasi battuta altezzosa per poi salire incerto dietro Harry. Quando quest'ultimo decollò, Draco non poté fare a meno di aggrapparsi alla vita di Harry per mantenere l'equilibrio.
Harry sapeva che avrebbe dovuto volare più veloce della luce per non essere esclusi dalla partita, metà del tempo era già volato via, ma le mani di Draco, strette alla sua vita, scottavano la pelle di Harry, nonostante il tessuto della divisa che distanziava il contatto diretto, il tocco gli provocava un brivido lungo tutto il corpo che non voleva far finire troppo in fretta. Quasi cadde dalla scopa quando sentì dietro di sé Draco appoggiare il viso sulla sua schiena 
–Draco?–
–Il vento– rispose lui – mi arriva dritto in faccia–
Fu una gran fatica per Harry cercare di mantenere un ritmo di respiro regolare, trattenne il fiato finché non ne poté più, a quel punto si decise ad accelerare per arrivare in tempo agli spogliatoi.

Gli spogliatoi Serpeverde erano la copia spiccicata di quelli Grifondoro, si sarebbe aspettato qualcosa di maestoso, qualcosa più come un bagno di lusso che semplice docce e tendine dove al loro interno era possibile cambiarsi, l'unica differenza stava nel colore rosso scarlatto contro verde smeraldo, Draco, presa la sua divisa, senza fare troppe cerimonie entrò nel primo spogliatoio a portata di mano, erano tutti liberi.
–Mi stai facendo la guardia?– Chiese Draco dopo quello che sembrava un interminabile minuto di silenzio. Harry trasalì e di istinto si girò verso la tenda che leggermente aperta lasciava in travedere i muscoli delle spalle del ragazzo mentre si sfilava via la camicia scolastica. –B-bhe – deglutì –Devo assicurarmi che non ci abbandoni al campo–
–Certo..– rispose, Harry poteva immaginarsi il ghigno compiaciuto che accompagnava il suo tono di voce.
–Bene, allora ti aspetto fuori– rispose Harry cercando di sembrare il più composto possibile Ma porto questa con me- disse mentre prendeva la scopa di Draco poggiata proprio di fianco alla tenda, sbirciò un'ultima volta prima di sparire dalla circolazione.

Harry non dovette attendere molto, quando Draco si presentò davanti a lui, in silenzio e con la mano tesa per riappropriarsi della propria scopa, si sentì stranamente sollevato. Non aveva mai fatto caso a quanto bene gli stesse la divisa, il verde risaltava tantissimo il grigio dei suoi occhi, Harry si chiese se non fosse il destino ad aver donato uno dei colori della casa di appartenenza agli occhi del Serpeverde tanto per farli risaltare in una eleganza unica e affascinate. Arrossì pensando che il proprio di colore degli occhi invece, era quello che completava l'accoppiata.
Per la testa di Harry passarono mille cose da dire, ma preferì ancora una volta non proferir parola e passare la scopa al suo proprietario.
Una volta che montarono entrambi ognuno sulla propria scopa , in silenzio, si diressero al campo uno accanto all'altro.

–Appena in tempo, signorini Potter e Malfoy – urlò al vento la professoressa Bumb mentre i due ragazzi planavano ai suoi piedi. –Ancora trenta secondi ed eravate in panchina quest'oggi–
Harry si unì immediatamente alla propria squadra, Ginny lo guardava con aria compiaciuta, come se avesse aspettato il ritorno del ragazzo per aver conferma veritiera delle parole dette poco prima ai loro avversari, mentre Ron sembrava guardarlo di traverso con un'espressione indecifrabile, probabilmente era nervoso per la partita.

–Bene ragazzi– iniziò la Bumb quando anche Malfoy si unì al proprio gruppo. ­–I Capitani si diano la mano!– ripeté per la seconda volta in quella giornata.
Harry e Draco si avvicinarono a passo sicuro e si strinsero la mano, la stretta di Draco era intensa come il suo sguardo.
–In sella alle scope !– urlò ancora prima di fischiare sul suo fischietto per dare il via ufficiale alla gara. Immediatamente le scope si librarono in aria e presero posizione, Harry diede una rapida occhiata al perimetro del campo in cerca del boccino, Draco sembrava fare lo stesso ma non si fece distrarre quando lui incrociò il suo sguardo.
–Serpeverde in possesso di palla!– si agitò Lee Jordan sul suo posto –Graham Montague sembra in ottima forma oggi! Ha recuperato la pluffa e adesso si dirige verso gli anelli– Harry si permise di concentrare la sua attenzione verso gli altri giocatori, metà della sua squadra sembrava incapace di giocare decentemente, l'altra metà (tra cui Ginny e Ron) sembrava furente per il comportamento svogliato dei propri compagni. –MONTAGUE SEGNA! DIECI A ZERO PER SERPEVERDE! ­­–
–Avanti Ron– disse Harry tra sé e sé mentre tornava a concentrarsi sulla ricerca del boccino. All'improvviso vide sfrecciarsi Draco accanto e senza pensarci due volte gli andò dietro, quando Draco si accorse di lui sorrise beffardo –Sempre alle calcagna, eh Potter?– disse scendendo in picchiata, in quel momento Harry intravide un scintillio dorato sfrecciare sotto di loro.
–Più nessun problema con il vento, eh Malfoy?– rispose pronto Harry. Il sorriso di Draco si spense in un secondo netto e accelerò verso il loro obbiettivo, intanto il proseguimento della patita non era meglio, Angelina Johnson fu scaraventata diversi metri dal suo raggio d'azione da un bolide che il battitore Ritchie Coote non riuscì a deviare. Il pareggio che avevano ottenuto grazie al tiro di rigore andato a segno dopo che Vincent Tiger aveva colpito con la propria mazza il manico della scopa di Ginny di proposito, fu subito recuperato dai Serpeverde e ora stavano a trenta a dieci.
Harry e Draco erano ormai usciti dal campo da Quidditch inseguendo il boccino che si nascondeva ogni tanto tra arbusti e rocce, lo videro aggirarsi attorno un enorme lago per poi fare dietrofront e dirigersi nuovamente verso la partita, entrambi stavano perdendo terreno ma Draco era più veloce e stava letteralmente lasciando Harry mangiare la polvere.
–Oh no, non ti perderò di nuovo– disse Harry risoluto, Draco parve sentirlo e rallentò, quando Harry gli fu vicino non si trattenne molto prima di farglielo notare –Cosa intendi?– chiese solamente.
–Quello che hai sentito– Harry non aveva di certo l'intenzione di parlare delle settimana trascorse proprio in quel momento, e poi, era sicuro che quella di rallentare fosse solo tattica di gioco, anche se Draco aveva espresso apertamente che non gli importava nulla della partita.
Quando arrivarono nuovamente al campo Harry notò con stupore che tutta la platea era esultante e gridava slogan di incoraggiamento, voleva puntare il suo sguardo su Hermione per capire se lei centrasse qualcosa ma gli era impossibile in sella a una scopa che correva più veloce del vento. Harry intravide il boccino fluttuare vicino all'anello laterale della porta Grifondoro, il coro e la frenesia non gli fece più pensare più al punteggio, che probabilmente era rimontato, e mise tutto se stesso per accelerare e andarlo ad afferrare, non sentiva più nulla intorno a sé, c'erano solo lui e il boccino. Schizzò con il cuore che gli martellava in petto, si arrestò quando si accorse che Malfoy lo aveva intercettato e volavano l'uno di fronte all'altro nella parte opposta rispettiva del boccino alla stessa velocità, quando furono a pochi centimetri da esso, tese la mano davanti a sé e chiuse gli occhi d'istinto pensando che il destino avrebbe fatto il resto. Per un attimo sentì solo il vuoto e il vento che gli scompigliava i capelli, poi la botta. Lui e Draco si scontrarono e caddero in picchiata, quando Harry riaprì gli occhi si accorse di tenere il boccino nel palmo della mano, contro quello di Draco, le dita intrecciate.
 

*Angolo Autrice*
Salve ragazzi/e come va? ^^ Innanzi tutto volevo ringraziarvi ancora una volta per le recensioni positive e per il vostro sostegno; Scrivo questo angolino per avvertire di essere consapevole che Draco Malfoy non è il capitano Serpeverde al sesto anno e che alcuni componenti delle squadre non sono del tutto esatte ma ho preferito distaccarmi un po' per lo sviluppo della FanFiction, spero apprezzerete anche questo capitolo.
Alla prossima!

  
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