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Autore: Justice Gundam    17/08/2016    3 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 30 - Apofillide, il luogo della saggezza
 
 
Heather strinse i denti, trattenendo a stento un'imprecazione quando il suo Noibat, pur essendo riuscito a dare non poco filo da torcere al Team Meteora, si vide infine costretto a capitolare dopo essere stato investito da una Palla Ombra sferrata dal Chandelure di Sirius. Il temibile Pokemon Spettro/Fuoco stava respirando affannosamente, segno che i ragazzi della resistenza erano riusciti a farlo impegnare seriamente... ma alla fine, l'esperienza e la brutalità di Sirius erano stati troppo per tutti loro.
 
"Noi... noibat..." sussurrò il Pokemon simile ad un incrocio tra un drago e un pipistrello, guardando verso la sua allenatrice in segno di scusa. Heather si prese un istante per fare un cenno a Noibat, per dirgli che non era colpa sua... poi guardò verso Sirius che li guardava con espressione di sufficienza e spocchia.
 
"Credo che possa bastare." dise il comandante del Team Meteora. Attorno a lui, numerosi Pokemon della resistenza giacevano storditi e privi di forze, segno che avevano opposto una strenua battaglia contro i loro nemici... ed erano riusciti a mettere al tappeto numerosi avversari prima di soccombere. "Devo ammettere che siete abili, ma non abbastanza per opporvi a noi. La vostra sciocca missione termina qui, bambini. Il Dr. Connal vi rivorrebbe in sua custodia, e noi abbiamo bisogno di una cosetta che la vostra amichetta Heather ha con sè."
 
"E'... è troppo forte! Non ce la faremo mai!" si lamentò uno dei bambini, vedendo che anche i Pokemon di Charlotte avevano dovuto capitolare davanti alla potenza di quelli di Sirius. La ragazzina dai capelli rossi imprecò qualcosa a denti stretti, sperando che almeno Vera e il resto del gruppo avessero avuto migliore fortuna.
In tutto questo, Pietro stava un po' in disparte, cercando di pensare ad un modo per togliersi da quella spinosa situazione. Il Team Meteora sembrava davvero averli messi sotto scacco, e nè Saphira nè Laura si vedevano, da nessuna parte. Dovevano essere incappate in qualche trappola, da qualche parte in quel dedalo di vie sotterranee... e il giovane rockettaro aveva anche un'idea di chi ringraziare.
 
"Maledetto Dr. Connal... quell'uomo ha davvero l'astuzia di un demonio." mormorò Pietro tra sè, richiamando il suo Gigalith da poco sconfitto. "ACcidenti... se solo riuscissi a sfuggire a Sirius, e ad avvertire Amaria e gli altri, forse riusciremmo a rimediare... ma vorrebbe dire lasciare i ragazzi e Charlotte nei guai..."
 
Gli uomini del Team Meteora, evidentemente irritati dalla resistenza che Pietro, Charlotte e le bambine avevano opposto, stavano in quel momento legando alcuni dei ragazzi, tenendo le loro mani dietro la schiena in modo che non potessero reagire. Shelly emise un gridolino di dolore e paura quando lo stesso Sirius le si avvicinò e le piegò un braccio dietro la schiena, stringendole il polso con tutte le sue forze!
 
"Aaaaah!" strillò la bambina dai capelli color lavanda. "Mi... mi lasci... per favore! Mi... mi sta facendo male!"
 
"Shelly!" esclamò Heather, prima di rivolgere a Sirius uno sguardo di pura ferocia. "Lascia... lascia stare Shelly, maledetto! Lasciala stare o vengo lì e ti spacco quel po' di muso che ti rimane!"
 
Dopo aver legato le mani a Shelly, Sirius is avvicinò lentamente ad Heather, alzò una mano e le sferrò un potente manrovescio sul viso, talmente forte da costringerla a voltare la testa da un lato e lasciarla stordita per qualche istante.
 
"La figlia di quell'idiota di Corey..." sibilò il comandante del Team Meteora, il suo occhio bionico che scintillava minaccioso nella semioscurità, mentre Heather sputava un po' di sangue dal labbro inferiore. "Vorrei far pagare a te l'occhio che tuo padre mi ha distrutto. Ma per quanto mi piacerebbe farti gridare un po', ho delle questioni più importanti a cui pensare."
 
Si abbassò verso Heather e le afferrò un ciuffo di capelli, costringendola a voltare la testa verso di lui. "Per esempio... dove hai nascosto quell'Anellorubino che quell'incapace di tuo padre ti ha affidato. Quel gioiellino ce l'hai tu da qualche parte, vero? Beh, serve di più a noi del Team Meteora! Tu mi dirai dov'è."
 
"No... non te lo dirò mai." Heather cercò di opporsi, solo per ricevere un altro schiaffo in pieno viso. Shelly, Noel ed Anna inorridirono davanti a quell'atto di crudeltà gratuita, ma Heather rimase decisa, e sfidò ancora il comandante del Team Meteora con lo sguardo. "Puoi... fare quello che vuoi, verme. Puoi... anche riconsegnarmi al dottore, se vuoi! Ma io... non ti dirò mai... dov'è... il mio anello!"
 
"Oh, non è un problema per noi." sentenziò Sirius, con un ghigno feroce. "Anche se non ce lo dirai direttamente, i tuoi compagni potrebbero non essere tanto reticenti a consegnarci l'Anellorubino e il Braccialezaffiro, una volta che sapranno che sei nelle nostre mani."
 
Charlotte sputò per terra. "Maledetto... credi davvero che i nostri compagni cascheranno in un trucchetto così trasparente?" esclamò. "Capiranno subito qual è il vostro gioco!"
 
Sirius ghignò crudelmente. "Oh, non mi sono mai fatto illusioni in proposito." affermò il feroce comandante del Team Meteora. "Ma se c'è una cosa che si può dire per certo di voi della resistenza, è che avete i cuoricini teneri, e quando i vostri compagni sapranno che siete stati catturati... faranno tutto quello che gli imporremo pur di ritrovarvi vivi!"
 
"Fern non lo farà mai... e Florinia suggerirà di sacrificarci..." mormorò Shelly tra sè. Ma si rendeva conto che Fern e Florinia non erano che l'eccezione alla regola. Sicuramente, gli altri membri della resistenza avrebbero cercato di salvarli a qualunque costo. E questo voleva dire, che avrebbero probabilmente acconsentito allo scambio con i due gioielli nelle mani della resistenza.
 
E infatti, Sirius non dava l'impressione di essere minimamente preoccupato. Il piano sarebbe riuscito, e il Team Meteora sarebbe balzato in vantaggio schiacciante sulla resistenza...
 
"Bene, direi che ormai ci sono tutti." disse Sirius, dando un'occhiata in giro. Noel ed Anna erano già stati legati, assieme agli altri fuggitivi dell'orfanotrofio, e mentre la bambina dai capelli neri cercava ancora di divincolarsi per sfuggire alle funi, il fratello gemello stava in piedi accanto a lei, guardando verso il terreno con espressione illeggibile. Shelly ed Heather erano già state legate, e Charlotte era ridotta all'impotenza... non mancava che Pietro, che in quel momento era in piedi in un angolo, tenuto a bada da alcuni Mightyena sguinzagliati dalle reclute del Team Meteora. "Oh, già... dimenticavo quasi la nostra rockstar. Come hai potuto pensare, ragazzino, che il vostro colpo di testa sarebbe andato diversamente da così? Il Team Meteora vince sempre. Questo ormai l'ha imparato tutta Reborn City. Voi siete gli unici che ancora sperano scioccamente di opporsi a noi. Ma tra poco, non rappresenterete più una spina nel fianco. Prendetelo."
 
I Mightyena del Team Meteora si avvicinarono ringiando a Pietro, che non fece una piega e restò fermo nell'angolo. Sembrava quasi che ormai anche lui si fosse rassegnato e non aspettasse altro che il Team Meteora venisse a prenderlo...
 
Ma il ragazzo dai capelli arancioni non si era ancora rassegnato. Con furtività, cercando di non farsi notare, aveva tirato fuori dalla sua cintura una Pokeball che non aveva usato nel corso della battaglia. Era un suo Pokemon abbastanza recente, ed immaginava che non avrebbe potuto fare molto contro Sirius e i suoi... ma in quel momento, forse era tutto ciò che gli avrebbe potuto permettere di scappare ed impedire che quell'operazione si trasformasse in un disastro totale. Doveva cercare di ritrovare Saphira e Laura, e poi avvertire Amaria e il resto della resistenza. Dovevano a tutti i costi trovare un modo di salvare i bambini senza essere costretti a consegnare l'Anellorubino e il Braccialezaffiro al Team Meteora... e del resto, anche se lo avessero fatto, cosa li assicurava che quella gentaglia avrebbe mantenuto la parola?
 
No, doveva cercare di andarsene di lì con le sue sole forze... e poi trovare un modo per salvare la situazione assieme ai suoi compagni rimasti. Se non altro, poter contare su Saphira, Laura ed Amaria era pur sempre un vantaggio...
 
"Okay... adesso o mai più." disse tra sè Pietro. "Sudowoodo... vai!"
 
Il giovane rockettaro premette un tasto sulla sua sfera, proprio mentre i Mightyena nemici si apprestavano a balzare all'attacco... e da essa apparve di colpo uno strano Pokemon che poteva facilmente essere preso per un Pokemon d'Erba, dal momento che assomigliava ad un alberello senza foglie, dal tronco lungo e stretto che si reggeva su un paio di corte gambe, con lunghe e sottili braccia simili a rami terminanti in tre tonde dita verdi ciascuna, e la testa sormontata da una specie di gambo a forma di bastoncino da rabdomante. Alcune chiazze gialle decoravano la pelle del Pokemon, in modo da farla assomigliare ancora di più alla corteccia di un albero. Aveva un viso sorridente dall'espressione un po' melensa, con un paio di piccoli occhi neri, e sembrava ondeggiare ad un ritmo che solo lui riusciva a sentire...
 
I Mightyena del Team Meteora esitarono per un istante, colti di sorpresa dalla sua apparizione... e Pietro decise di giocarsi il tutto per tutto, fintanto che poteva!
 
"Charlotte! Bambini! Resistete il più possibile!" esclamò il giovane musicista. "Torneremo a salvarvi! Sudowoodo, attacca con Frana! Adesso!"
 
"Sudo... woodo!" esclamò il Pokemon imbroglione, alzando le braccia per poi abbassarle di scatto... e creare dal nulla una raffica di rocce che franò rovinosamente addosso alle iene nere, colpendole con potenza e costringendole a tirarsi indietro con dei brevi ululati di dolore! Sirius stesso rimase per un attimo stupito da quella mossa, e non fece in tempo a riorganizzarsi prima che Pietro desse il suo ordine successivo.
 
"Perfetto! Sudowoodo, adesso tocca a Fossa!" esclamò. Approfittando del momento di confusione del Team Meteora, Sudowoodo cominciò a scavare, creando un buco abbastanza grande da farci stare sia lui che il suo allenatore... e con velocità quasi incredibile, Pietro ed il suo Sudowoodo si allontanarono sottoterra, lasciandosi dietro il Team Meteora... e quando un Mightyena nemico cercò di seguire i due fuggiaschi, venne bloccato da una raffica di rocce che precipitò dal soffitto, tappando il buco!
 
"P... Pietro!" esclamò Noel, sgranando gli occhi. Il ragazzino abbassò la testa, facendo un piccolo sorriso rassicurato dopo un attimo di stupore. Pietro aveva detto che sarebbe tornato per salvarli... e Noel sapeva abbastanza di Pietro da sapere che avrebbe mantenuto la promessa!
 
"Comandante Sirius!" esclamò una recluta del Team Meteora, mentre altre cercavano di condurre via i bambini fuggiaschi e Charlotte. "Quel tizio ci è scappato! Che dobbiamo fare, inseguirlo?"
 
Sirius si riscosse con grande rapidità dalla sorpresa, e scosse la testa per dissentire. "No. A questo punto, sarebbe solo una perdita di tempo." disse il comandante dall'occhio bionico, strattonando una riluttante Heather davanti a sè. La bambina dai capelli fucsia ringhiò rabbiosamente, ma non riuscì a fare nulla per divincolarsi dalla sua presa. "Piuttosto... prepariamoci ad accoglierli, quando arriveranno. Ormai, la resistenza ha le spalle al muro. Fate rapporto della riuscita dell'operazione a Lord Solaris, poi ritiriamoci verso il rifugio che avevamo stabilito in precedenza. Sarà lì che attenderemo ciò che rimane della resistenza."
 
"Va bene, comandante Sirius... ma che dobbiamo fare per quato riguarda quei ragazzi di Hoenn?" chiese un'altra recluta. "Si sono separati dal resto del gruppo, e adesso stanno andando chissà dove..."
 
"Non angustiatevi. Non hanno nessun luogo in tutto Reborn dove possano sfuggire ai nostri occhi." tagliò corto Sirius. "Per adesso, l'importante è recuperare l'Anellorubino e il Braccialezaffiro."
 
"Non... ce la farete mai." lo sfidò Heather, ghignando nonostante il dolore al viso. "Potete fare quello che volete... ma Vera e i suoi compagni vi stracceranno! Godetevi la vittoria finchè potete... perchè tra non molto, sono sicura che il Team Meteora crollerà!"
 
"Hmph... abbiamo una profeta qui, eh?" la canzonò crudelmente Sirius. "Spiacente, bambina, la tua è una pia illusione. Nessuno è mai stato in grado di opporsi a lungo al Team Meteora. I nostri occhi e le nostre orecchie sono ovunque!"
 
"Lo vedremo, maledetti... lo vedremo..." sussurrò la piccola domatrice di draghi, cercando di mostrarsi più sicura di sè di quanto in realtà non fosse. Poteva solo sperare... sperare e credere in Vera...
 
 
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Vera, Drew e Max erano in piedi sul ponte dell'imbarcazione che li stava trasportando all'isola dove sorgeva il monastero di Apofillide, il luogo in cui si era allenata Vittoria... e in quel momento, il pensiero di Vera continuava ad andare ai suoi compagni, e alla situazione in cui si trovavano. Erano riusciti a raggiungere la salvezza nel dedalo di passaggi sotterranei di Reborn City? Non si erano imbattuti di nuovo nel Dr. Connal o nel Team Meteora? Per quanto si rendesse conto che era stata una necessità dettata dalla situazione, Vera non riusciva a mandare giù di aver praticamente abbandonato i suoi compagni, e l'unica cosa che poteva fare in quel momento era sperare che quel sacrificio non fosse inutile.
 
I tre amici erano in silenzio, mentre la nave sfrecciava sull'acqua inquinata con un grazia che strideva in maniera quasi inquietante con la desolazione che ormai era compagna quotidiana degli abitanti di Reborn City. Mentre guardava verso il quartiere Peridoto, a Drew ritornò in mente la stazione ferroviaria che avevano visto al loro arrivo, distrutta da un attentato del Team Meteora, e agli esempi di umanità disperata e alla deriva che avevano visto mentre si addentravano nella cittadina. Con un certo disappunto, si rese conto che ormai aveva iniziato a pensare a quella situazione di degrado come la normalità, in quel continente alla deriva. Ormai quasi non ci faceva più caso... si stava abituando, e questo non gli piaceva. Aveva l'impressione di stare diventando desensibilizzato alle sofferenze che lo attorniavano. Non doveva lasciare che questo accadesse... Doveva concentrarsi e aiutare quanto più possibile a fare sì che Reborn tornasse la terra felice che era una volta, e questo voleva dire affrontare e distruggere il Team Meteora una volta per tutte. 
 
"Questa... sarà l'occasione per tutti noi di diventare più forti. Immagino che ci sarà da lavorare sodo, se vogliamo avere qualche possibilità di vittoria." disse Drew, volgendo lo sguardo all'Isola Apofillide che si stava avvicinando sempre di più. Già da quella distanza si riusciva a vedere l'alta montagna che dominava la grande isola, oltre che una costruzione elegante e sobria al tempo stesso che sorgeva sulla spiaggia grigia.Sembrava quasi un monastero di monaci Shaolin, con le sue mura, i suoi edifici rossi con il tetto spiovente, e le decorazioni serpentine che si intravedevano. Max restò a guardarlo per un po', sentendo sempre più curiosità verso il luogo dove Vittoria si era addestrata. Chissà che posto era, e come sarebbe stato incontrare la sensei Kiki. Vittoria ne aveva parlato in termini a dir poco entusiasti, ma dal momento che si trattava pur sempre della sua allieva preferita, il ragazzino con gli occhiali non considerava la giovane esperta di aikido una fonte troppo imparziale, per quanto la considerasse una buona amica.
 
"Quel Lord Solaris è sicuramente un avversario micidiale." affermò il ragazzino, aggiustandosi gli occhiali. "Solo pochi della resistenza possono affrontarlo in battaglia. Se vogliamo avere una possibilità, dobbiamo diventare forti quanto Amaria, anche di più... e questa visita al monastero Apofillide è la nostra migliore possibilità di farlo. Non sarà certo uno scherzo..."
 
"Faremo del nostro meglio, come sempre." disse Vera. "Anche se mi rendo conto che fino ad oggi non abbiamo mai visto un posto disastrato come Reborn. A volte, mi viene il dubbio se sia davvero possibile fare una differenza, in un posto così devastato... dove ormai molte persone hanno rinunciato a cercare di migliorare le cose, e non pensano ad altro che a sopravvivere come possono. Però... non sarebbe da noi fare così. Abbiamo sempre cercato di tenere viva la speranza... e in fondo, qualche risultato lo abbiamo anche ottenuto."
 
"E' vero. Avete fatto un ottimo lavoro, finora." commentò la voce di Vittoria. L'allenatrice di Pokemon Lotta stava raggiungendoli accanto alla ringhiera dell'imbarcazione, e si fermò vicino a loro, appoggiandosi come se volesse prendere una boccata d'aria - peccato solo che si trattasse dell'acqua fetida ed inquinata di quel tratto di lago. "Sapete... prima di noi ci sono stati vari tentativi di opporsi al Team Meteora, ma nessuno è riuscito a resistere tanto a lungo. Si può dire, in un certo senso, che siamo stati i più capaci, fino ad adesso."
 
"E' già qualcosa, immagino..." disse Vera. "Comunque, rimane il fatto che per adesso non siamo in condizioni di combattere con Lord Solaris e i suoi comandanti. Cercheremo di imparare quanto più possibile dalla tua sensei, e di sapere qualcosa di più sulla pietra misteriosa che il signor Elisio mi ha regalato."
 
"Sono sicura che la sensei Kiki potrà darvi una mano." disse Vittoria. "E spero che intanto che siamo lì... anche Amaria e gli altri riescano a cavarsela. Piuttosto... è un po' che non sento Cain. Di solito, a quest'ora del viaggio, lui ha già provveduto ad affibbiarci qualche dozzina delle sue battute sconce! O magari a flertare con qualche bella ragazza o qualche bel ragazzo..."
 
Notando l'espressione un po' confusa che Vera, Drew e Max le stavano rivolgendo, Vittoria si affrettò a precisare. "Non ve l'avevo detto? Cain è bisessuale." affermò. "Vuol dire che è attratto da entrambi i sessi. Credo... che sia stato per questo che è venuto a Reborn City lasciandosi dietro la sua famiglia. Loro... non accettavano che il loro figlio avesse queste... tendenze. E scusate la parola."
 
"Ah... questa non la immaginavo." affermò stupito Max. "Voglio dire, sapevo già che ci sono persone che si innamorano del loro stesso sesso, ma non che ce ne fossero attratte da entrambi. Non che ci sia nulla di male, beninteso."
 
"Piuttosto, mi dispiace per Cain. Non dev'essere facile vivere sapendo che la tua famiglia non ti accetta per quello che sei." continuò Vera, guardando verso l'isola di Apofillide che si avvicinava sempre di più. "Questo spiega come mai sembra così pensieroso quando parla di sua sorella."
 
"Cain ed Aya erano molto affezionati l'uno all'altra." spiegò Vittoria, usando un risvolto della sua hakama per togliersi dei ciuffi di capelli dal volto. "Ma Aya... come posso dire, è sempre stata un po' succube dei loro genitori. Quando Cain ha reso noto il suo orientamento sessuale ai suoi genitori, questi ultimi hanno reagito male... e Aya non lo ha difeso perchè aveva paura della loro reazione."
 
"Anzi, si è unita a loro nel dire male di me, potrei aggiungere. Anche se sinceramente, non credo che lo abbia fatto di sua volontà. I miei l'hanno praticamente costretta, anche senza dirle nulla, a schierarsi contro di me." commentò la voce di Cain. Il giovanotto dai capelli viola era uscito da sotto coperta per guardare un po' il panorama, e si stava avvicinando a Vittoria e al terzetto di Hoenn con un sorrisetto astuto sul viso. La giovane esperta di aikido sembrò sobbalzare per un istante, e guardò imbarazzata dall'altra parte, temendo di aver offeso il suo amico... che invece, non sembrò per nulla risentito. "Hehehee... sei un tipo un po' intrigante, non credi, Vit? Andare a raccontare i fatti degli altri a tre sconosciuti..."
 
"Ah... ehm... scusa, Cain, io non volevo offenderti... è che stavano chiacchierando, così, del più e del meno, e la cosa è saltata fuori..." disse Vittoria, imbarazzata. Vera, Drew e Max restarono in silenzio, non volendo dire o fare qualcosa che poteva ferire i sentimenti del ragazzo bisessuale, ma quest'ultimo prese tutto con leggerezza, dando una pacchetta amichevole sulla spalla della sua compagna.
 
"Tranquilla, Vit, non mi offendo mica! Anzi... immagino che prima o poi sarebbe dovuto venire fuori. Mi scuso per averlo tenuto nascosto, ma non credevo che fosse importante." disse Cain, rivolgendosi anche ai ragazzi di Hoenn. 
 
Drew fece un cenno con la mano per dire che non c'era nulla di cui scusarsi. "Va tutto bene, Cain. Posso capire perchè non hai detto niente... e spero che tu possa riallacciare i ponti con la tua famiglia, un giorno." affermò.
 
Il ragazzo dai capelli viola sorrise ancora, anche se questa volta sembrava un po' triste. "Accada quello che accada, amico mio." affermò. "Io sono in pace con me stesso, e non credo di avere nulla di cui rimproverarmi solo perchè i miei... interessi romantici... sono un po' diversi da quelli della maggior parte delle persone. L'unica con cui spero di potermi chiarire un giorno è Aya. Non ci siamo parlati da quel giorno, e spero che non si sia fatta manipolare dai miei."
 
"Sono sicura che Aya ti capisce, e che ti vuole ancora bene." lo rassicurò Vittoria. A quel punto, l'imbarcazione si stava avvicinando al molo dell'isola di Apofillide, nei pressi di una spiaggia desolata ricoperta di sabbia grigia, con rocce di basalto e pietra vulcanica nera che spuntavano qua e là dalla sabbia. Ora che la vedevano da vicino, l'isola dava l'impressione di essere desolata e solitaria, ma sicuramente non appariva degradata ed inquinata come Reborn City. "Ma... lasciamo a dopo queste discussioni. Siamo finalmente arrivati ad Apofillide, e da qui a pochi minuti arriveremo alla mia Accademia!"
 
"Finalmente... dico la verità, questo viaggio via acqua non è stato esattamente... hmph... il massimo..." commentò Hitomi, uscendo da sotto coperta accompagnata da Ortilla ed Alty. La piccola rivale di Max dava l'impressione di non essersi goduta per niente il viaggio - il suo volto aveva assunto un colorito pallido, e dai suoi occhi si vedeva che non era al massimo della forma. "Ho sofferto il mal di mare... urg..."
 
"Hey, Hitomi, riesci a stare in piedi? Non è che vuoi distenderti un po'?" chiese Ortilla, un po' preoccupata. Anche Max andò dalla sua amica/rivale per assicurarsi che non stesse tanto male, ma Hitomi tranquillizzò entrambi con un cenno della mano, sedendosi su una panchina del ponte.
 
"Mi sento come se un esercito di Spinda stesse ballando la Strampadanza nel mio stomaco, ma sopravviverò." rispose Hitomi con la sua solita, sottile ironia. Alty cinguettò brevemente e si appollaiò sulla ringhiera della barca, guardando verso il monastero che sorgeva sulle rupi dell'isola. In quel momento, i viaggiatori riuscirono a vedere due persone - un ragazzo e una ragazza, per l'esattezza - che si avvicinavano ad un piccolo molo in legno non esattamente ben tenuto, che si affacciava sulle acque dalla spiaggia vulcanica. Erano vestiti di una peculiare divisa da arti marziali che li identificava subito come due allievi dell'Accademia Apofillide, due compagni di Vittoria: un'uniforme grigia con maniche e pantaloni lunghi, che diventava bianca sui risvolti del colletto e delle maniche, in modo da coprire bene il corpo, e al tempo stesso offrire massima libertà di movimento, corredata di un paio di scarpe nere senza calze. I due ragazzi raggiunsero il molo e si fermarono lì, evidentemente aspettando qualcuno... e Vera ipotizzò che in effetti stessero proprio attendendo loro.
 
"Ah, guardate! La sensei Kiki ha già mandato qualcuno a prenderci!" esclamò Vittoria, cominciando a muovere un braccio verso il molo. "Hey, da questa parte! Soji, Hina, siamo qui! Stiamo arrivando!" 
 
La ragazza, una tipetta dai lunghi capelli neri legati in un paio di codini, sentì Vittoria che la chiamava, e si voltò verso la barca, mettendosi a salutare con entusiasmo non appena riconobbe, ormai a distanza abbastanza ravvicinata, la sua compagna di allenamenti.
 
"Soji, guarda! Quella è Vittoria con Cain e i ragazzi di Hoenn di cui ci ha detto la sensei!" esclamò Hina. Entrambi i ragazzi si misero a salutare, per poi attendere che l'imbarcazione attraccasse a quel molo un po' improvvisato. Uno alla volta, i membri della resistenza scesero sul molo, e Vittoria venne accolta con calore dai suoi compagni di addestramento. "Bentornata, Vittoria! Siamo stati in pensiero per te... ho sentito che sono successe un sacco di cose, lì a Reborn City..."
 
"Già, non saprei neanche da dove cominciare a raccontartele..." disse Vittoria, scambiandosi poi un cinque con Soji, un ragazzo dai capelli neri un po' scompigliati e legati in un codino dietro la schiena. "Ma adesso siamo qui, e questo è uno dei pochi posti in tutto Reborn in cui il Team Meteora non è ancora arrivato. Siamo al sicuro... e vi racconterò tutto per filo e per segno quando saremo tornati al monastero! A proposito, come sta la sensei?"
 
"Sta bene. E' sempre un po' preoccupata per te, ma continua a fare il suo lavoro con molta passione." rispose Soji. A Drew sembrò per un attimo che Vittoria si fosse incupita, ma la cosa durò così poco che il ragazzino di capelli verdi si convinse che era stata solo una sua impressione. "Ma... intanto, perchè non ci presenti i tuoi compagni? A parte Cain che magari conosciamo già..."
 
"Awww, cos'è questa discriminazione verso i vecchi amici? Guardate che mi offendo..." disse scherzosamente il giovanotto dai capelli viola, mettendosi in una posa affascinante! "Heheheee... scherzo, scherzo! Vi presentiamo i nostri amici di Hoenn! Vera Maple, il suo fratellino Max, Drew, Hitomi ed Ortilla... accompagnata da Alty, la sua inseparabile Altaria!"
 
"Onorata di conoscervi!" esclamò con sincera partecipazione Ortilla. Hitomi si limitò ad incrociare le braccia e fare un cenno di assenso con la testa.
 
"Il piacere è tutto nostro!" disse Vera. "Siamo... molto onorati di visitare il vostro monastero, e non vediamo l'ora di conoscere la vostra sensei. Anche perchè spero che lei possa chiarire alcune mie domande..."
 
"Vedete, ragazzi, il motivo principale per cui siamo qui è perchè vorremmo consultare la sensei Kiki riguardo una particolare pietra che è stata regalata a Vera da un ricco visitatore proveniente da Kalos." continuò Vittoria. "Si tratta quasi sicuramente di una Megapietra, e quindi... non credo che qualcun altro a parte la sensei Kiki possa dirci molto a riguardo."
 
Soji ed Hina si fecero di colpo più seri, comprendendo che se Vera era davvero in possesso di una Megapietra, la situazione era in effetti alquanto delicata. Sicuramente non avrebbe ricevuto un artefatto così potente senza una motivazione più che adeguata...
 
"Capisco... capisco..." disse Soji, mettendosi a posto i capelli. "Bene, in questo caso direi che la cosa migliore da fare è seguirci fino all'Accademia, dove potrete finalmente parlare con la sensei." 
 
"Grazie, amici. Siamo appena sfuggiti al Team Meteora lì a Reborn City, e avremmo davvero bisogno di un posto dove possiamo finalmente appoggiare la testa su un cuscino..." disse Max, sentendosi improvvisamente stanco e provato. Era stata una giornata davvero lunga, e sicuramente anche i suoi Pokemon non vedevano l'ora di riposare in maniera decente.
 
Il gruppo cominciò a seguire Soji ed Hina mentre questi ultimi li guidavano giù dal molo e su un sentierino tortuoso che si districava tra la sabbia grigia della spiaggia. Max, nonostante la stanchezza, si guardò attorno, e sentì montare la curiosità quando vide degli strani Pokemon simili a paguri sgattaiolare qua e là tra le formazioni rocciose, evitando di avvicinarsi troppo all'acqua: erano dei crostacei di colore arancione scuro, con la testa tonda e due spese antenne con occhi neri sulla sommità. Vivevano all'interno di una conchiglia fatta di roccia intagliata, e si muovevano camminando su quattro arti da insetto, i primi due dei quali presentavano delle robuste tenaglie. 
 
"Dwebble, il Pokemon Pietracasa. Tipo Coleottero/Roccia." disse il Pokedex di Hitomi quando la stoica bambina dai capelli rossicci andò a dare un'occhiata. "Quando trova una pietra della sua misura crea un buco con il liquido che secerne dalla bocca e ci si infila dentro. Poiché secerne dalla bocca un liquido in grado di sciogliere le pietre, riesce ad aprirsi varchi anche nella dura roccia. Se la sua casa si rompe, non si dà pace finché non ne trova un'altra."
 
"Hmm, capisco." disse tra sè Hitomi, continuando a seguire la loro guide senza proferire parola riguardo al luogo in cui si allenavano. In effetti, dava l'impressione di essere molto più pulito e piacevole di quella bolgia infernale che era Reborn City. Se non altro, malgrado le acque non fossero molto pulite, in quel luogo si poteva ancora percepire la presenza della natura... e se non altro, lei era contenta di poter finalmente mettere i piedi per terra e liberarsi una buona volta da quel fastidioso mal di mare...
 
"Altaria?" chiese Alty, svolazzando silenziosamente accanto ad Hitomi, che si voltò verso di lei guardandola con fare interrogativo.
 
"Alty era un po' preoccupata, Hitomi. Adesso ti senti bene?" chiese Ortilla, raggiungendo la sua amica. Le due bambine non potevano sembrare più diverse, ma nonostante non fosse molto tempo che si conoscevano, avevano già stabilito una notevole intesa tra di esse.
 
Hitomi fece un cenno con la testa. "Adesso sì... il rollio di quella imbarcazione era antipatico." disse semplicemente. "Ora sono a posto. Tu piuttosto, ti senti pronta?"
 
"Farò tutto quello che devo fare per diventare più forte... adesso non sono proprio il massimo come allenatrice." rispose Ortilla, permettendo ad Alty di appoggiarsi sulla sua spalla e rilassarsi un po'. "Anche se mi chiedo che razza di prove avrà in mente per noi la sensei..."
 
Vera annuì, guardando verso le sue Pokeball, in particolare quella di Blaziken... Il monastero si stava avvicinando, e la sabbia vulcanica che costituiva la spiaggia si stava rarefacendo, lasciando spazio ad un terreno liscio e roccioso composto principalmente di roccia vulcanica. Dai piedi della grande rupe nera si dipartiva una strada tortuosa che si inerpicava sulle rocce, e che dopo una serie di curve e tornanti raggiungeva l'ingresso del Monastero Apofillide... il luogo dove forse Vera avrebbe avuto qualche risposta a certe sue domande.
 
La sfida con il Team Meteora stava entrando nel vivo. Vera ne era fin troppo convinta...
 
 
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Un respiro profondo. Inalare lentamente, con calma e attraverso il naso, tenendo gli occhi chiusi e le gambe incrociate. Le mani appoggiate sulle ginocchia, con il palmo rivolto verso l'alto. Una sensazione di calma e rilassamento che irradiava dal corpo della giovane donna, e si diffondeva a sua volta all'interno di esso. 
Gli esercizi in cui Kiki era immersa erano talmente assidui che raramente la sensei dell'accademia si accorgeva di quello che le capitava attorno in quel momento. Non che ne avesse davvero bisogno, visto che per la sua meditazione Kiki si era scelta una piccola stanza arredata in maniera alquanto spartana, tenuta separata dalle stanze dei suoi allievi, in modo da non avere distrazioni quando era impegnata in qualche esercizio di meditazione. L'arredamento consisteva di un letto, una scrivania con sopra appoggiata una candela, una sedia un po' malridotta... e uno scaffale dove la sensei teneva alcuni libri. La leader dell'Accademia Apofillide era seduta a gambe incrociate per terra, e una tenue aura rossa si stava accendendo attorno a lei.
 
Kiki Michel Argyle, la sensei a capo del Monastero Apofillide, era una donna ancora molto giovanile, nonostante avesse da poco superato i quarant'anni, era una donna piacente, con i capelli fucsia / violetti tagliati corti, alcuni ciuffi che le ricadevano sulla fronte, e un'espressione serena e stoica sul suo volto ancora non segnato dalle rughe. Indossava una maglietta rosa a mezze maniche con i risvolti neri, con sopra una giacca nera tenuta sbottonata sul davanti, in modo da far vedere bene il vestito che indossava sotto di essa. Portava inoltre un paio di pantaloni aderenti e un paio di ciabatte nere, uguali a quelle che i suoi due allievi Soji ed Hana portavano per andare a prendere gli ospiti che di lì a poco sarebbero arrivati al suo monastero.
 
Con un altro respiro profondo, Kiki cercò di concentrarsi sul suo obiettivo. Per quanto la notizia che stessero arrivando quei ragazzi di Hoenn la facesse ben sperare sulle loro possibilità di affrontare il Team Meteora, non poteva mettere da parte il suo allenamento quotidiano, i suoi tentativi di arginare il caos che si agitava all'interno della sua anima. Chiuse gli occhi, cercando di cancellare il mondo esterno dalla propria mente, e di pensare unicamente a separarsi dai bisogni e dalle passioni terrene. Era l'unico modo per lei per raggiungere la vera illuminazione e non farsi sopraffare dallo sconforto...
 
"Il mio lavoro qui non è ancora finito. Devo ancora fare molte cose, e non posso permettermi di cedere adesso..." disse tra sè, prima di congiungere le mani davanti a sè e tornare a concentrarsi. Ebbe la sensazione di riuscire a controllare meglio il suo ki, e di essere riuscita ad indirizzarlo nelle parti giuste del proprio corpo, ma si concentrò ancora di più e cercò di stabilizzarlo ulteriormente. "Ecco... così va meglio. Così va decisamente meglio..."
 
La sensei dell'Accademia Apofillide restò seduta nella sua stanza, a gambe incrociate ed occhi chiusi, ferma come una statua, per diversi minuti. Finalmente soddisfatta, si riscosse lentamente dalla sua trance e si sfregò il viso con una mano per togliersi di dosso quel po' di torpore che le era rimasto addosso, infine si rialzò e si sgranchì un po' le articolazioni. Si mise in guardia ed eseguì un kata, sferrando alcuni pugni e calci in aria, ma sempre mantenendo un controllo quasi totale dei propri movimenti.
 
Infine, si rilassò e prese un bel respiro, sentendosi finalmente sicura di poter compiere il suo dovere ancora una volta. Un lieve suono attirò la sua attenzione quando qualcuno bussò alla porta della sua stanza, e la sensei voltò lo sguardo in quella direzione. "Avanti."
 
La porta si aprì con uno scatto appena udibile, e da essa entrò un Pokemon umanoide di poco più basso di un essere umano normale, con la pelle grigia, e con indosso un paio di larghi pantaloni rossi, con il bordo e due toppe sulle ginocchia gialli. Indossava anche un copricapo rosso, con tre puntini gialli sulla fronte, che copriva in parte anche gli occhi fissi e rotondi, mentre la bocca era rossa e carnosa. Un Medicham, senza ombra di dubbio. Un Pokemon di un inusuale tipo Psico/Lotta conosciuto per le sue capacità marziali che si accompagnavano alla sua grande disciplina e ai suoi notevoli poteri psichici. Un inusuale ornamento completava tuttavia la sua descrizione - appesa al collo portava una strana gemma di forma sferica, all'interno della quale sembrava ardere una fiamma rosa e gialla. In effetti, a parte il colore della fiammella, era identica alla pietra di cui Elisio aveva fatto dono a Vera...
 
"Maestra Kiki, va tutto bene? Ero venuto semplicemente a ricordarle che tra non molto arriveranno i nostri ospiti di Hoenn." Kiki sentì la voce telepatica del suo Pokemon preferito nella sua mente, e lo accolse con un pacato cenno della testa. "Inoltre, volevo verificare se lei stesse bene. Anche oggi la meditazione è andata bene, immagino...
 
"Ti ringrazio per la tua preoccupazione, Medicham." rispose Kiki, sorridendo in maniera quasi impercettibile. "Sì, ancora una volta sono riuscita a fare ordine nel mio corpo e nella mia mente. Non dobbiamo permettere ai dubbi e alle ansie che si trovano in ognuno di noi di complicare ciò che accade all'esterno."
 
"Certo, lo capisco." affermò telepaticamente Medicham. "Dunque, se se la sente, possiamo andare ad accogliere i nostri ospiti. Dovrebbero essere qui a momenti, visto che l'imbarcazione è da poco arrivata al molo."
 
Kiki annuì e seguì il suo Pokemon nei corridoi dell'accademia, un luogo semplice ma funzionale che ricordava parecchio un incrocio tra un dojo di karatè e un monastero shaolin. Dopo essere passata attraverso una serie di corridoi decorati in maniera sobria e allo stesso tempo elegante, la sensei raggiunse una sala d'attesa dove si trovavano già diversi dei suoi allievi, che si inchinarono rispettosamente nel momento in cui la loro insegnante entrò dalle doppie porte scorrevoli. Ci fu un coro sommesso di saluti, e Kiki e il suo Medicham si inchinarono leggermente in risposta.
 
"Sensei Kiki." disse un allievo, il più vicino. Lui e il suo Pokemon, un Sawk - un Pokemon umanoide dalla pelle blu vestito di una karategi - unirono le mani in segno di rispetto. "Siamo tutti molto lieti di rivederla. Soji ed Hana ci hanno confermato che l'imbarcazione recante Vittoria, Cain e i ragazzi rapiti ad Hoenn dal Team Meteora sta arrivando in questo momento, e sono andati a prenderli."
 
"Molto bene. Ci sono altre novità da Reborn City?" chiese Kiki pacatamente.
 
Una ragazza accompagnata da un Hitmonlee, un Pokemon di colore marrone con un paio di grandi occhi a mandorla e due lunghe gambe avvolte in fasciature come quelle di un lottatore di muay thai, fece un cenno affermativo con la testa. "Sì, maestra Kiki. Abbiamo ricevuto notizia che i nostri compagni della resistenza hanno messo a segno un importante attacco contro l'orfanotrofio del Dr. Sigmund Connal, lo psichiatra che sappiamo essere colluso con il Team Meteora." affermò. "L'attacco è riuscito, ma al momento sembra che si trovino in una situazione di svantaggio - il Team Meteora ha iniziato subito a dare loro la caccia. Sembra che comunque Saphira, Laura ed Amaria siano già sul luogo, e cercheranno di dare una mano con ogni mezzo."
 
"Capisco. In tal caso, possiamo affidarci a loro." disse Kiki. "E che mi dite dei nostri alleati ad Agatipoli?"
 
Il ragazzo con il Sawk si fece di nuovo avanti, mentre il suo Pokemon annuiva gentilmente. "Se si riferisce a Celeste, Sansone e Terra... anche loro ci confermano che la situazione è sotto controllo. Il Team Meteora, almeno per adesso, non sta cercando di fare nulla da quelle parti... anche se riportano comunque un'accresciuta attività di persone sospette nelle prossimità di Zirconia. Forse si tratta della Chiesa d'Alfa..."
 
"Quei fanatici potrebbero creare qualche problema..." disse telepaticamente Medicham alla sua allenatrice. "Forse dovremmo fare qualcosa per ostacolarli, almeno adesso che non rappresentano ancora una minaccia concreta."
 
"Meglio di no, Medicham. Preoccupiamoci dei problemi nell'ordine in cui si presentano. Al momento l'importante è fare in modo che quei ragazzi di Hoenn si possano addestrare abbastanza da opporsi a Lord Solaris e al Team Meteora." rispose la donna. "Alla Chiesa d'Alfa penseremo più tardi."
 
"Come desidera, sensei." rispose Medicham, fidandosi del giudizio della sua allenatrice.
 
"Se si tratta della Chiesa d'Alfa, quello che dobbiamo fare è tenerli d'occhio. I nostri alleati a Zirconia interverranno se necessario." affermò Kiki. "Molto bene. Se non c'è altro, preparatevi ad accogliere i nostri ospiti come meritano."
 
"Certamente, sensei Kiki!" rispose la ragazza con lo Hitmonlee, e lei e il suo Pokemon fecero un profondo e rispettoso inchino prima che loro e tutti gli altri allievi rompessero ordinatamente le righe e si dirigessero ognuno a fare la sua parte. "Ah, e prima che me ne dimentichi... abbiamo ricevuto la notizia che Cal è tornato dal suo viaggio. Solo che non è voluto tornare all'Accademia, almeno non subito. Prima si è voluto fermare per un po' al Picco Apatite, per meditare ed allenarsi ancora."
 
"Mi fa piacere saperlo. E spero che anche lui sia riuscito a calmare il caos che si agita nel suo spirito." affermò Kiki, questa volta rivolgendo un sorriso aperto e sincero ai suoi allievi. "Sono sicura che a Vittoria farà molto piacere saperlo."
 
 
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Vera si fermò per un attimo, respirando affannosamente. La strada pianeggiante che attraversava la spiaggia si era rapidamente trasformata in una dissestata stradina che si inerpicava sulle rupi a picco, e che lei e i suoi amici erano costretti a percorrere con estrema cautela per evitare di farsi male. Rocce affilate, cespugli di rovi e di ortiche, e anche alcuni Pokemon ed animali normali dall'aria ostile rendevano la stradina rischiosa, e costringevano i ragazzi a fermarsi di tanto in tanto a riprendere fiato. Solo Vittoria e i suoi due compagni di accademia sembravano tranquilli, essendo probabilmente abituati a percorrere quella strada impervia.
 
"Tutto bene, Vera?" chiese Vittoria con un sorriso un po' sfacciato. "Scusa se te lo dico, ma non mi sembrate proprio il massimo, come atleti!"
 
Vera si asciugò un po' di sudore dalla fronte. "Beh, scusa tanto se non siamo abituati a queste stradine strette!" affermò, usando poi una mano per mandare via un paio di zanzare che le ronzavano fastidiosamente attorno. A giudicare da come Ortilla si stava grattando il braccio sinistro, non era stata lei l'unica preda di quegli insetti odiosi... "Immagino che anche questa faccia parte del vostro allenamento, vero?"
 
"Puoi dirlo forte! Chiunque voglia ricevere gli insegnamenti della sensei Kiki, dove prima dimostrare di essere abbastanza abile da raggiungere il monastero superando questa strada piena di asperità." rispose Soji. "E non molti ci sono riusciti! Se sei curiosa, piccola, ti informo che la qui presente Vittoria è stata quella che è riuscita a raggiungere il monastero prima di tutti, quando aveva solo tredici anni!"
 
"Beh... ho avuto anche un po' di fortuna, se è per quello!" affermò Vittoria, sfregandosi la nuca con espressione imbarazzata. "Ma... a quanto pare, la sensei Kiki è stata particolarmente impressionata da come me la sono cavata! Però... immagino che per voi sia una strada molto difficile da percorrere, a parte gli scherzi."
 
Cain si tolse un po' di erba e sementi selvatiche dalla camicia. "Non ci aspettavamo certo una passeggiata. E poi, se fa parte dell'addestramento..."
 
"... lo facciamo senza tanti problemi." disse Hitomi, completando la frase del suo compagno dai capelli viola. "Sicuramente è meglio del mal di mare..."
 
"Altaria..." mormorò Alty per spronare un po' la sua allenatrice, prima di voltarsi verso alcune zanzare che ronzavano là attorno, e mangiarsele in un boccone. Ortilla ridacchiò gentilmente e accarezzò la sua Altaria sulla testa per ringraziarla, per poi scuotere il braccio che le era stato punto e riprendere la strada assieme ai suoi compagni. 
 
"Hitomi non va molto d'accordo con le imbarcazioni, questo l'ho scoperto solo adesso!" affermò Ortilla.
Hitomi storse il naso. "Ero sono un po' indisposta, okay?" cercò di difendersi, forse un po' imbarazzata per non essersi dimostrata seria e tutta d'un pezzo come cercava di solito di apparire. "Ora, se abbiamo il fiato per chiacchierare, ce l'abbiamo anche per proseguire verso il monastero e incontrare la sensei Kiki, o sbaglio? Quindi vediamo di non perderci in chiacchiere!"
 
"Eh, sì, mi sa tanto che l'ha presa come uno smacco al suo orgoglio!" disse Max, sghignazzando astutamente e facendo un cenno di intesa a Vera e Drew, che fecero una breve e sommessa risata a loro volta. Hitomi borbottò qualcosa a denti stretti ma non disse nulla ad alta voce, e continuò a seguire Vittoria e i suoi compagni verso la cima della rupe.
 
Per fortuna, la strada non proseguì ancora a lungo. Dopo un quarto d'ora di camminata, Vera e i suoi compagni riuscirono a vedere che il percorso accidentato terminava in un piccolo altopiano sul quale sorgeva il maestoso monastero che avevano visto dalla nave! Vera fu la prima a raggiungere la fine della strada, e a guardare in direzione del grande edificio, restando per un attimo esterrefatta a guardarlo - si trattava davvero di un luogo impressionante, un grande edificio in stile cinese o tibetano dalle robuste mura rosse e dai tetti spioventi, semplice ma maestoso, con un grande portone di legno scuro al quale si accedeva tramite una corta rampa di scale di granito, i muri decorati da una fila ordinata di finestre di forma circolare. Una targa di marmo nero, sulla quale era incisa una scritta in kanji, sovrastava la porta, e Vera ipotizzò che si trattasse di una sorta di massima di qualche saggio orientale, o comunque un proverbio. Poco prima delle scale di ingresso, si trovava un grande tori trionfale di legno rosso, sotto il quale chiunque avesse voluto entrare nel monastero sarebbe dovuto passare. Drew, che arrivò in quel momento, non mancò di pensare che questo modo di fare avesse anche un significato simbolico...
 
"Benvenuti al monastero Apofillide." disse Vittoria, raggiungendo i suoi compagni e guardando con orgoglio il luogo che ormai era diventato la sua casa. Uno alla volta, iragazzi raggiunsero l'altopiano ed ammirarono l'Accademia, restando per diversi istanti fermi accanto a Vera e Vittoria. "Dalle mura di questo luogo... circa un secolo di storia delle arti marziali e dell'allenamento di Pokemon ci osservano."
 
"Davvero... impressionante!" disse Ortilla, sentendosi il cuore accelerare davanti a quella vista. "Quindi... è qui che vive la tua sensei, Vittoria..."
 
"Già... la sensei Kiki ci starà aspettando, mentre parliamo!" rispose Vittoria, facendo poi un cenno anche ad Hina e Soji. "Quindi... forza, non facciamola aspettare ancora! Andiamo!"
 
"Sono curioso di conoscerla, dopo averne tanto sentito parlare..." disse Drew. Il gruppo raggiunse il portone di ingresso, e Vittoria gli diede una leggera spinta, facendolo aprire con un lieve scricchiolio. Appena dietro, il gruppo di Vera vide che si trovava un grande cortile, con numerosi alberi di gingko che spuntavano nelle zone verdi secondo uno schema ben ordinato, e piazzole dimarmo levigato dove stavano in piedi diversi allievi dell'accademia. Sicuramente, erano studenti che avevano saputo dell'arrivo dei ragazzi di Hoenn, e ora erano lì per accoglierli come era giusto...
 
Vittoria aprì completamente le porte... e subito dopo, gli studenti dell'Accademia Apofillide fecero un inchino collettivo, accogliendo i loro ospiti e facendo sentire un po' a disagio Max - non gli era mai accaduto di essere ricevuto con simili onori!
 
"Bentornata, Vittoria!" si sentirono numerose voci che parlavano all'unisono, mentre gli allievi si inchinavano, tenendo il pugno sinistro coperto con la mano destra. Vittoria sorrise lusingata e ripetè il saluto, illuminandosi quasi in volto quando vide la sua sensei avvicinarsi, accompagnata dal suo Medicham.
 
"Medicham!" disse il Pokemon Meditazione, facendo un inchino.
 
"Bentornata al monastero, Vittoria, mia giovane promessa." disse Kiki con voce pacata. Vera e il gruppetto di Hoenn restarono un po' indietro per dare una buona occhiata all'insegnante dai capelli purpurei, mentre Cain salutava gli allievi con un occhiolino e un gesto sbarazzino della mano.
 
"Buongiorno a tutti, allievi di questa nobile accademia!" affermò il giovanotto esperto di Pokemon Veleno. "Se c'è qualche bel ragazzo o ragazza che vuole fare mia conoscenza, non sarò certo io a rifiutare!"
 
"Ma... Cain!" esclamò Vittoria, arrossendo di colpo con una buffa espressione imbarazzata che le appariva sul viso. Alcuni degli ospiti di Hoenn ridacchiarono, tranne Hitomi che sospirò e scosse la testa... e Kiki alzò gli occhi al cielo. "Ehm... chiedo scusa a nome del mio compagno, sensei Kiki. A volte Cain non sa quando è il momento di essere seri..."
 
"Nessun problema, Vittoria. Non pretendo certo che tutti seguano il nostro stesso percorso di illuminazione..." rispose Kiki, prima di schiarirsi la voce. Lei e Medicham fecero un inchino a Vera, Drew, Max, Ortilla ed Hitomi per accoglierli nella loro dimora. "Voi dovete essere Vera, Drew, Max, Hitomi ed Ortilla... quegli allenatori di cui abbiamo sentito parlare dai nostri compagni della resistenza. Avete dato non pochi mal di testa al Team Meteora, e di questo vi siamo grati. Io sono Kiki Michel Argyle, la sensei di questo monastero. Benvenuti all'Accademia Apofillide."
 
"Alt! Altaria!" esclamò Alty entusiasta.
 
"E' per noi un onore conoscerla, sensei Kiki." disse Drew, inchinandosi con eleganza e classe, e tenendo in un mano una rosa rossa che gli era apparsa da chissà dove! Qualsiasi cosa facesse, pensò Vera con un sorriso ironico, doveva sempre avere quella sua aria elegante e un po' spocchiosa. "Vittoria ci ha parlato molto bene di lei, e sappiamo che lei è uno dei membri di spicco della resistenza a Reborn."
 
"Vittoria è una nostra grande amica, nonchè un'alleata nella lotta con il Team Meteora." continuò Ortilla. "E' stato anche grazie a lei se siamo riusciti a raggiungere gli attuali risultati nella nostra battaglia con quei terroristi."
 
"Mi fa piacere saperlo. Sapevo che la mia migliore allieva si sarebbe fatta onore." disse Kiki. "E tuttavia, il motivo principale per cui siete qui è un altro, non è vero?"
 
Vera decise che era il momento di affrontare il problema, e si fece avanti con un cenno della testa. "Sì... sensei Kiki, è questa la verità. Di recente, ho ricevuto un talismano speciale dal signor Elisio Flordalis... un talismano che, stando a quello che mi ha detto Vittoria, dovrebbe permettere al mio Blaziken, il mio starter, di diventare più forte..."
 
Kiki corrugò la fronte e guardò il suo Medicham negli occhi. Il Pokemon Psico/Lotta fece un cenno affermativo con la testa, per dire alla sua allenatrice che era giunto il momento...
 
"Maestra Kiki... credo che Vera stia parlando di una Megapietra... una Blazikenite..." disse telepaticamente Medicham. "Potrebbero essere loro le persone che stiamo cercando... quelle che supereranno l'esame per dimostrarsi degne..."
 
"Certamente, Medicham... non risparmierò nessuno sforzo per assicurarmi che siano loro le persone giuste." rispose Kiki con tranquillità e sicurezza. Lentamente e con solennità, la sensei si voltò verso i ragazzi di Hoenn...
 
"Molto bene, amici. Se quello che ho saputo di Vera è corretto, allora sarà il caso di sottoporvi tutti quanti ad un addestramento speciale." affermò Kiki, facendo spaziare il suo sguardo sui cinque amici di Hoenn, che davano l'impressione, chi più chi meno, di essere tutti tesi. "Non vi nascondo che sarà un addestramento difficile... ma potrebbe essere proprio quello di cui avete bisogno per affrontare il leader del Team Meteora, il malvagio Lord Solaris. Dalla sua sconfitta dipenderà forse la sopravvivenza stessa di tutta Reborn City, assieme alle vite di migliaia di persone e Pokemon."
 
"Cavolo, niente pressione, eh?" disse Max con un sorrisetto sarcastico.
 
Vera guardò per un attimo verso il terreno, spostando un po' di ciottoli con un piede... ma la sua decisionr le permise di prendere una decisione senza esitazioni. "Va bene, sensei Kiki. Siamo pronti a sottoporci a questo addestramento." affermò la bambina castana, parlando a nome di tutti. "E' vero che non siamo di Reborn... ma questa situazione riguarda tutti noi, e non possiamo fare finta di niente."
 
"Anche se immagino che non sarà facile. Ma non è la prima volta che corriamo rischi." disse Hitomi.
 
Kiki fece un cenno con la testa e guardò verso Vittoria, che le restituì un'espressione difficilmente leggibile... ma che esprimeva comunque preoccupazione e un certo sgomento. "Molto bene. Così sia. Vittoria... accompagna Vera e i suoi compagni nelle loro stanze. Per oggi, è il caso di riposarvi. Da domani, vi aspetta un addestramento che vi lascerà senza fiato."
 
"Certo... maestra Kiki." rispose la giovane esperta di aikido, con un brutto presentimento a riguardo...
 
 
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"Ugh... maledetto Connal... ho ancora le giunture che mi fanno male..." imprecò Saphira, appoggiandosi ad un muro del tunnel sotterraneo in cui lei, Laura e Lilligant si stavano muovendo. L'effetto del Raggioscossa di Raichu si faceva ancora sentire, e la leader della resistenza camminava lentamente e in maniera ancora un po' scattosa.
 
Inutile dirlo, Laura si sentiva in colpa per non essere riuscita ad aiutare la sorella maggiore ed essersi lasciata sopraffare dalla paura. "Mi... mi dispiace, Saphira..." mormorò, strascicando un po' le parole. "Se... se solo fossi stata un po' più coraggiosa... o più rapida... Io... sono ancora una debole, vero?"
 
"Non dirlo mai, Laura! Non vorrai credere alle fandonie di quel dannato, vero?" esclamò prontamente Saphira di rimando. "La colpa è solo di quel dannato Connal... e del suo degno compare, Lord Solaris! Ah, ma aspettino solo di capitarmi tra le mani! Il mio Dragonite li spaccherà in due come pezzi di legno!"
 
"Lilli... gant?" esclamò improvvisamente la Lilligant di Laura, percependo qualcosa che proveniva da un tunnel vicino a loro. La Pokemon Erba fece un cenno con il braccio a Laura e Saphira, e le due sorelle si fermarono, seguendo l'indicazione che Lilligant stava facendo. "Lilli! Lilli!"
 
"Che... che succede, Lilligant?" chiese Laura, un po' intimorita. "C'è... c'è ancora qualche problema?"
 
Si sentì un suono di passi... e poi, dall'oscurità del tunnel emerse una familiare figura dai lunghi capelli arancioni, accompagnata da un Sudowoodo! Pietro e il suo Pokemon si fecero avanti, muovendo una mano per salutare le due sorelle.
 
"Salve, Laura... miss Saphira..." disse il ragazzo esperto di Pokemon Roccia. "Mi fa piacere rivedervi... anche se speravo fosse in una situazione un po' meno concitata..."
 
"Sudowoodo..." mormorò imbarazzato il Pokemon imitatore, pensando a come avrebbero potuto spiegare alle due sorelle com'erano andate le cose.
      
 
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CONTINUA...
 
Note dell´autore: Sono tornato! E da questo momento in poi, conto di premere un po' l'acceleratore su questa storia, visto che siamo arrivati ad un momento cruciale! Purtroppo, sembra che Sirius sia ancora al di là della portata dei nostri eroi... ma grazie agli addestramenti di Kiki, la situazione potrebbe non durare a lungo. Forse, questa volta, il Team Meteora ha trovato pane per i suoi denti? Ovviamente, sentiamo anche parlare della Chiesa d'Alfa... ma per il momento, loro non avranno alcun ruolo da giocare. Certo, in futuro potrebbe cambiare...
 
Non ho molto da dire per questo capitolo, se non che... come avete potuto vedere, è entrata in scena Kiki Michel Argyle, che avrà un ruolo importante nei capitoli che verranno! E nel frattempo... riusciranno Pietro e i rimanenti membri della resistenza ad ideare un piano per salvare gli orfani dalle grinfie del Dr. Connal e del Team Meteora?
 
Lo scopriremo presto! Ci si vede... aggiornerò questa storia il prima possibile, sperabilmente prima di tornare al lavoro! :)         
    
  
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